[EM] Hide in the Night

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    Era e non era.

    Semplice e inspiegabile riverbero di uno spirito straziato, inquieta ombra che vagava in quel di Laputa, quella notte. L’amalgama di astio non smetteva d’avvampare e - invece di consumarsi progressivamente - questa cresceva senza sosta, alimentando un vizioso turbinio di odio. Troppo spesso si sente narrare di come frammenti di anima – nostri – restino vincolati ai luoghi decisivi per il nostro vivere, tuttavia veramente pochi sono coloro che approfondiscono le vie dello spirito, giungendo a verificare come questo luogo comune sia sostanzialmente vero. Passa il corpo e passano anche i sentimenti, che in seguito si affusolano in crisalidi che chiamiamo ricordi, eppure non ci si accorge dello sgretolamento spiritico che lascia la nostra invisibile firma ovunque il nostro passo abbia tracciato un solco più pesante.

    Battaglie feroci e morti insensate avevano vessato il Castello Celeste nelle settimane precedenti, durante quella stridente rinascita sociale chiamata dai più Guerra Civile. Anime nere avevano invaso l’idilliaco presidio del cielo, esseri dalla psiche abominevole avevano soffiato sulle braci della rivolta. La fazione più coesa (impossibile stabilire se fosse la più giusta) aveva infine scacciato i perfidi dall’isola, ma l’odio di uno di questi non sembrava voler abbandonare le strade del presidio Errante.

    9YCpsCR
    Era solo una densa proiezione corrotta, effetto collaterale dell’intenso irraggiamento sciamanico perpetrato da un individuo psicotico, ormai fisicamente lontano dal geoide fluttuante ma ancora presente come spettro notturno. I suoi sentimenti oscuri erano rimasti a vegetare nell’ombra, sgusciando nei vicoli, filtrando nelle case come un miasma, facendosi strada tra gli incubi dei deboli.

    Era un tormento viscoso - ammaliante e terrificante - quasi impercettibile ma ugualmente inquietante.

    A tratti riluceva come il sole del deserto, in certi punti era oscuro come gli abissi inesplorati. Era avvolto da una corazza d'impuro metallo, un corno da mezzo diavolo era proteso a tranciare la coltre del buio, ma ciò che più destabilizzava erano quelle iridi infernali, che sembravano scrutare ogni segreto interiore, arrivando a corrodere qualunque speranza.

    Forse lo notasti con la coda dell’occhio, magari vedendolo arroccato su di un cornicione poco sopra il tuo incauto cranio.

    Lui vide te, e parve tetramente incuriosito.

    Potevi giurare che ti stesse sfiorando con i suoi invisibili tentacoli, sondando la nuova scoperta con mostruosa bramosia. Le sue intenzioni, per ora, erano ignote.
    E tu, al cospetto di un fantasma di Kuthian, come avresti reagito?

     
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  2. »Azazel
     
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    Prelude: Introduzione narrata in terza persona.
    Act: Narrazione di Azazel.
    -Pensato Azazel-
    "Parlato Azazel"
    <Parlato altri>




    Hide in the Night



    ~Prelude.



    Incappucciato con la stessa stoffa scura che lo copriva interamente, il messaggero degli Dei -di tutt'altro Piano di esistenza- vagabondava cauto e guardingo, sicuro delle sue capacità furtive che lo schermavano dai sensi della maggior parte di abitanti del luogo. Tentava, senza dare troppo nell'occhio, di trovare informazioni sul luogo dove ora avrebbe avuto la possibilità di costruirsi un'esistenza tutta sua, senza essere vincolato da poteri superiori o timore di essere scartato perché non all'altezza.
    Il passo felpato, celato anche all'udito più fine, gli consentiva di attraversare i vicoli bui dei Bassifondi del Presidio Errante senza destare sospetti. Spiando da qualche finestrella illuminata, sperava di origliare qualcosa che gli sarebbe stato utile.
    Anche se ancora, in cuor suo, aveva il terrore che i crudeli Dei suoi creatori, avrebbero potuto ritrovarlo.



    ~Act I.



    Finalmente mi concedevano di entrare.
    Non vedevo l'ora di poter capire. Avere una visione chiara delle cose, della situazione in cui mi ero casualmente trovato, sarebbe stata la chiave per poter scoprire il segreto di quello che mi aveva deviato dalla traiettoria che i bastardi avevano in serbo per me. Ma prima di tutto, avevo bisogno di sapere se quella non fosse una prima prova a cui volevano sottopormi. D'altra parte, ero fisicamente nato soltanto da poche ore.
    Allora, mossi soltanto pochi passi all'interno del Presidio, mi incappucciai per bene, decidendo di raccogliere informazioni dove potevo muovermi liberamente e senza farmi notare, col solo ausilio delle mie orecchie.
    I miei passi non producevano alcun suono, e finché il sole arrivò all'orizzonte, riuscii ad ascoltare soltanto discussioni private, liti tra fidanzati, rimproveri ai bambini. Sembrava andare tutto per il meglio, non c'era niente che faceva presagire uno scopo preciso per cui fossi stato inviato lì, invece che sulla Scacchiera. Quindi, era davvero plausibile pensare che mi avessero perso di vista definitivamente.

    Aspettai -seduto su una panchina di marmo sul ciglio di una delle vie principali- il calar del sole. Con l'aiuto delle ombre, sarebbe stato ancora più semplice scoprire se si trattasse di un inganno o se ero definitivamente libero.
    Appena anche l'ultima scintilla di luce scomparì dietro la linea che congiunge terra e cielo -sicuro che non ci fosse nessuno nei paraggi- scattai come una molla, in piedi e in un batter d'occhio, fui immerso nell'ombra di un vicolo.
    Mi accovacciai sotto una finestrella illuminata da una luce fioca, probabilmente prodotta da una lanterna ad olio. Da lì, speravo di ascoltare qualcosa di più interessante che chiacchiere di quartiere. Ma, niente. Soltanto una moglie che aveva preparato una squisita cena. Cercai allora per altre strade prive di luce, ma non trovai nessuno che dicesse qualcosa di interessante. Allora, dopo essere sgattaiolato nell'ennesimo condotto di scarico e averne ricavato nulla, mi appoggiai contro una parete, osservando il cielo e sfoggiando un grosso sorriso a trentadue denti.

    -Allora sono davvero Libero...-

    Mentre gli occhi mi brillavano di una nuova luce, però, il sorriso si spense.
    Mi tornò in mente, tutto in una volta, che le imprese compiute dopo il calar del sole, avevano un elemento comune. Sentivo di tanto in tanto il rumore di uno spiffero: come polvere che si muoveva, vento che s'infiltrava. Fu allora che scorsi un'anomalia nell'aria sul tetto che stavo fissando da un po'. Mettendo a fuoco meglio, vidi una figura che si confondeva col cielo notturno. Se i miei occhi avevano potuto percepirla fu perché riluceva di uno strano bagliore, in alcuni punti. Un bagliore che poteva intimorire e terrorizzare anche gli animi più forti, in una situazione di quel genere.
    Tentai di mettermi ancora più al buio, mi avvolsi completamente con la mia mantella nella speranza di mimetizzarmi. Ma sentivo qualcosa, come un fastidio direttamente sulla mia pelle che mi avvolgeva, pizzicando lo strato superficiale, provocando un irritante prurito.
    Il cuore cominciò ad accelerare il battito freneticamente: quella cosa avrebbe potuto essere lì per rispedirmi al mio posto.
    E no, io non volevo assolutamente tornarci.

    Strizzai gli occhi nascosti dal cappuccio, quasi in preda al panico. Presi un respiro profondo, cercando di tornare calmo, ma era cosa assai ardua per me, con quei pensieri oscuri in testa! Allora tentai di fingere un tono pacato e tranquillo, come fossi un individuo comune che cerca il suo angolo di tranquillità in un vicolo buio, per riposare.

    "Avete bisogno di qualcosa, messere?"




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    ~Status

    Stato Psicologico: Ottimale.
    Stato fisico: Ottimale.
    Quantità di energie: 100%


    ~Equip

    Lama Nascosta: un coltello semplice con lama a doppio taglio. Completamente nero, dal manico, alla lama, al fodero. Privo di guardia, misura 20 centimetri in totale, 10 centimetri il manico, e 10 la lama. Infoderato, è perfettamente cilindrico, la lama è piatta, senza nessun ornamento particolare. Az, è solito portarla sempre con sé, la tiene in un apposito gancio all'interno dei pantaloni all'altezza dell'osso sacro, coperta per metà dai pantaloni e per il resto, dalla giacca.
    Ferri del mestiere: nelle “mille” tasche della giacca, Az ha i più svariati oggetti: corde, nastri e fili di qualsiasi misura, forbicine, giravite, grimaldelli, molle, scatole, viti, perni, ampolle di plastica, un mazzo di carte, sacchetti di ogni misura, cimeli, orologi, quadernetti e penne, e solo Cleeria sa cos'altro!


    ~Passive


    Orecchio sopraffino: nato nell'oscurità, creato per il silenzio totale, Azazel ha sviluppato un udito capace di distinguere i suoni e la loro natura fino a 30 metri da se. Il suo orecchio lavora come un sonar esclusivamente in ricezione: riesce rapidamente a tracciare una mappa (chiaramente molto incompleta e blanda) dei suoni, riconoscendone (ad opportuna distanza) cosa lo produce.
    [Auspex di tipo uditivo, raggio: 30 mt.]
    Stratega: uscire da una situazione pericolosa, senza l'utilizzo della forza è importantissimo quando non si conoscono tecniche di difesa raffinate. Forse l'unico modo è elaborare strategie complesse, in pochissimo tempo. Il cervello di Azazel è stato creato con questo meccanismo di ragionamento velocissimo e non risente minimamente delle condizioni di stress imposte dalla situazione psicologica o fisica.
    [Ignora lo stress durante i ragionamenti.]
    Raccoglitore d'informazioni: la mente di Azazel funziona come un'enorme raccoglitore: ogni conversazione che ascolta, ogni individuo o luogo che osserva, ogni oggetto che esamina, viene registrato minuziosamente e finisce nei suoi ricordi come in un cassetto che in ogni momento può aprire per consultare le informazioni raccolte.
    [Efficientissima memoria a breve e lungo termine, visiva e uditiva]


    ~Tecniche Utilizzate


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    ~Riassunto Tecnico


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    La curiosità dell’essere immondo suscitò timore e ritrosia nell’altro, che cercò di rannicchiarsi nelle tenebre. Lo spettro riconobbe di aver avvicinato una creatura notturna, un rapace silente che nel buio trovava la sua completezza, poteva capirlo scrutandone le movenze.
    Nel corpo dell’incappucciato era incastonata un’anima furtiva - in fuga - che tentava di mascherare la paura dietro parole di cortesia. Ma quegli occhi arroventati vedevano oltre la scorza della diffidenza: vedevano le potenzialità ancora inespresse, nonché il bisogno di sicurezza.

    Era uno spirito esule, forse braccato da qualcuno, poteva dedurlo.

    Eri quindi un soggetto degno d’interesse, senza dubbio, e fu proprio la macabra invadenza della proiezione astrale a farti sentire violato fin nel profondo. Percepivi un baratro di rancore, distante e viscido, un odio indistinto di cui lo spettro corazzato era solo ambasciatore. E questo parve anche comunicarti qualcosa, trasmettendo immagini e concetti al tuo encefalo, o forse addirittura dialogando con la tua anima: potevi distinguere un interrogativo, un po’ confuso invero, che parve chiederti cosa ti spingesse in quei luoghi, o forse da cosa stavi scappando.

    La coscienza corrotta continuò imperterrita una perquisizione della tua interiorità, sfiorando i più reconditi bastioni del tuo ego con invisibili dita di ghiaccio. Eri certo che ti stesse stuzzicando, per cercare di suscitare una qualche reazione da parte tua, ma era innegabile che le macabre carezze fossero traumi continui, e il sadico divertimento che suscitava la tua resistenza procurava vibrante godimento a quel fantasma.

    In che satanica creatura ti eri imbattuto?

    La risposta aveva le sembianze di un incubo, poiché di là dal sopracitato abisso d’odio potevi intravedere un ambiente esponenzialmente più raccapricciante: era un regno infinito di torbida glassa e miraggi, capace di avvinghiare la psiche nella stretta della dannazione.

    Perché - oltre alla rabbia - in quell’essere sentivi distintamente una morbosa e caotica follia.

     
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    Prelude: Introduzione narrata in terza persona.
    Act: Narrazione di Azazel.
    -Pensato Azazel-
    "Parlato Azazel"
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    ~Act II



    Lo spettro non si mosse. Dal mio canto, tentai di farmi più piccolo che potessi, e non ricevere nessuna risposta verbale, non fece che aumentare l'ansia di cui il mio animo era già impregnato, senza motivo apparente. Strinsi forte la stoffa che mi avvolgeva in un disperato tentativo di scomparire, non avevo quella facoltà, ma non si sa mai che accada un miracolo per intercessione di qualche altra forza sconosciuta. D'altronde, quel posto sembrava pieno di misteri.
    Gli interrogativi nella mia mente crescevano: chi era quel losco figuro che non mi rivolgeva la parola? Cosa voleva da me? Perché mi fissava in quel modo inquietante? Cosa mi aveva spinto fin lì? Da cosa scappavo? Alcuni di questi, parevano essere stati iniettati direttamente nella mia testa, senza che io avessi controllo su ciò che pensavo. Domande di cui già sapevo la risposta, perché le stavo ripetendo?

    -Devo conoscere la verità. Devo sapere se sono libero.-

    Risposi sinceramente alle uniche domande di cui sapevo la risposta. Lo dissi però soltanto nella mia mente, mi rifiutavo di far conoscere apertamente i miei segreti ad una cosa così losca. Ma ebbi come l'impressione che lui poteva sentire quello che pensavo, poteva scoprire quello che sapevo, pur rimanendo appollaiato su quel cornicione senza proferir parola. L'inquietudine cresceva nel mio cuore, potevo sentirla come se mi cavalcasse nelle membra, un sentimento pulsante che mi faceva sudare e ribollire di rabbia per la mia impotenza. Non parlava, ma potevamo comunicare, dunque. Il mio cervello sapeva ragionare anche in quella situazione assurda, così rispondevo agli stimoli con i pensieri. Sebbene fossi impaurito ed internamente agitato, mi sforzavo di apparire calmo, pur sapendo che quella cosa avrebbe capito tutto di me.
    Non sapevo niente di com'ero stato creato o perché mi trovassi proprio lì, non sapevo di chi ero figlio, non conoscevo le mie fattezze, andavo ad istinto; cercai di trasmettergli queste informazioni, per carpire ciò che quell'essere voleva da me. Ma tutto ciò che ottenni erano scosse all'anima, fredde come la neve; mi sentivo bagnato all'interno da un sangue che non era il mio.
    Strinsi più forte la mantella e decisi di alzarmi per capire fino a che punto si sarebbe spinta l'oscura presenza.

    "Non so chi voi siate, né cosa vogliate da me. Credo invece che voi sappiate molto. Volete forse rendermi partecipe delle vostre trame?"

    Non saprò mai come mi uscirono quelle parole in quella situazione. Riuscivo ad essere così tormentato da un male che vedevo soltanto nella mia mente eppure apparivo così tranquillo, tanto da essere sfacciato con una cosa che -sono sicuro- poteva fare di me, ciò che voleva.




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    Stato Psicologico: Inquieto ma apparentemente stabile.
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    Ferri del mestiere: nelle “mille” tasche della giacca, Az ha i più svariati oggetti: corde, nastri e fili di qualsiasi misura, forbicine, giravite, grimaldelli, molle, scatole, viti, perni, ampolle di plastica, un mazzo di carte, sacchetti di ogni misura, cimeli, orologi, quadernetti e penne, e solo Cleeria sa cos'altro!


    ~Passive


    Orecchio sopraffino: nato nell'oscurità, creato per il silenzio totale, Azazel ha sviluppato un udito capace di distinguere i suoni e la loro natura fino a 30 metri da se. Il suo orecchio lavora come un sonar esclusivamente in ricezione: riesce rapidamente a tracciare una mappa (chiaramente molto incompleta e blanda) dei suoni, riconoscendone (ad opportuna distanza) cosa lo produce.
    [Auspex di tipo uditivo, raggio: 30 mt.]
    Stratega: uscire da una situazione pericolosa, senza l'utilizzo della forza è importantissimo quando non si conoscono tecniche di difesa raffinate. Forse l'unico modo è elaborare strategie complesse, in pochissimo tempo. Il cervello di Azazel è stato creato con questo meccanismo di ragionamento velocissimo e non risente minimamente delle condizioni di stress imposte dalla situazione psicologica o fisica.
    [Ignora lo stress durante i ragionamenti.]
    Raccoglitore d'informazioni: la mente di Azazel funziona come un'enorme raccoglitore: ogni conversazione che ascolta, ogni individuo o luogo che osserva, ogni oggetto che esamina, viene registrato minuziosamente e finisce nei suoi ricordi come in un cassetto che in ogni momento può aprire per consultare le informazioni raccolte.
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    Era un giocattolo senza proprietario, senza una storia.
    Nient’altro che un pupazzo di carne che aveva appena acquisito l’autocoscienza.

    La brama dello spettro crebbe a dismisura, potevi sentirlo chiaramente: un soldato senza passato si dimostrava sempre una pedina solida, fredda e distaccata, perciò preziosa come le gemme di Amnos. Tuttavia il tuo timore non t’impedì di affrontare quella cosa apertamente, forte della tua oratoria incontenibile: chiedevi di essere reso partecipe, e così avvenne.

    Un flusso di ricordi ed emozioni t’investì come un torrente fangoso, e immediatamente ti ritrovasti immerso in un ambiente torrido. Ovunque si posasse il tuo sguardo mentale, non potevi scorgere altro che sabbia: un deserto infinito – rovente come le peggiori bolge infernali – si estendeva fino ai confini dell’orizzonte. Nei ricordi delle dune potevi scorgere un prodigio, cristallino come un lago ghiacciato, pur essendo tremendamente fuori posto: si trattava dei laghi di vetro, spesse lastre traslucide che foravano il manto sabbioso, oblò naturali per ammirare l’abominio artificiale della Tana.
    E subito ti saresti addentrato nei cunicoli sottostanti, trasportato da un flusso che ti era imposto dall’esterno.

    Avresti scoperto grotte e gallerie sotto il deserto, nonché un’intera civiltà rifugiatasi nella frescura dei sotterranei. Ma l’inferno vero e proprio non si trovava in superficie... era al di sotto.

    L’impatto empatico con la città di Merovish ti portò a contemplare il traffico di organi e schiavi, la mafia parassitaria, i misteri degli abissi terrestri, nonché l’infinita violenza radicata nelle terre del meridione.
    Al termine del tuo viaggio incorporeo avresti scorto delle ombre, individui organizzati che avevano un fine comune. Erano un’elite formidabile, capace di riuscire quando tutti gli altri fallivano.

    Era una gilda di sognatori, capace di tingere col sangue scarlatto le rispettive brame più recondite.

    Il sogno momentaneo finì, riportandoti alla fresca notte laputense, il fantasma aleggiava ancora sul cornicione del palazzo. E fu allora che intuisti cosa aveva da offrirti lo spettro: una vita consacrata alla realizzazione di se stessi, al conseguimento dei propri sogni, avendo a disposizione tutti i mezzi possibili, compresa la pura e ingiustificata violenza. Potevi sentire chiaramente il denso potere che aleggiava su quelle ombre lontane, e ti fu offerta la possibilità di raggiungerle.

    Cosa avresti risposto?

     
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  6. »Azazel
     
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    Act: Narrazione di Azazel.
    -Pensato Azazel-
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    ~Act III



    L'oscura presenza calcò la sua linea. Il suo modus operandi era a questo punto ovvio: non voleva parlare. Ma ciò non gli impediva di rispondere alle mie domande, visto che poteva proiettarmi a piacimento nella sua sfera emotiva con annessi pensieri e ricordi. Dunque, mentre continuavo a fissarlo protetto soltanto dalla stoffa che mi ricopriva, il mondo pareva girarmi intorno. Cominciò lento, poi sempre più veloce. Girava tutto intorno a me ed io non riuscivo a muovere neanche un muscolo. Guardavo sempre nella stessa direzione, mentre il vortice, accelerando, rendeva tutto distorto. Era come se fossi immerso all'improvviso in un liquido denso e viscoso dal quale non riuscivo ad emergere. Non mi mancava il respiro, ma la testa sembrò implodermi per i pochi secondi che durò quel fenomeno.
    La prima cosa che riuscii a scorgere, appena si fermò il mondo intorno a me, era sabbia. Ci fluttuavo a pochi centimetri. Gli occhi stanchi e confusi saettarono in ogni direzione. Dove non c'era l'azzurro del cielo, c'era deserto. L'afa che avrebbe dovuto farmi sudare, non riceveva risposta dal mio corpo. Eppure la sentivo.

    -Questo mondo è sempre più strano...-

    Fui trasportato come un naufrago da una corrente invisibile, oltre una grossa duna che nascondeva una meraviglia naturale che mai avrei pensato di vedere nella mia vita. C'era uno specchio incastonato tra gli infiniti granelli del deserto. Avvicinandomi contro voglia, sembrava che da quella lastra di vetro potessi intravedere una città sotto il deserto! Una serie di cunicoli con un viavai incredibile degli esseri più disparati. I miei occhi increduli si chiusero per qualche secondo e tentai di ragionare su cosa mi stava accadendo.

    -Deve per forza essere opera del Fantasma. Ma ora perché mi sta facendo vedere
    questo?-

    Quando li riaprii mi trovai introiettato nell'enorme specchio e catapultato al di sotto, nei Cunicoli.
    La gente mi passava di fianco, attraverso, senza accorgersi della mia presenza. Allora era chiaro che quello spettro mi aveva proiettato chissà dove, per farmi vedere queste cose. Incuriosito, continuai a lasciarmi tirare dalla sua volontà verso l'illegalità di quella che d'un tratto, sapevo essere la Tana, e sapevo di trovarmi a Merovish, presso il Sud. Come se mi fosse stato, per l'ennesima volta nel mio brevissimo ciclo di vita, iniettato nella mente.
    Banditi che si scambiavano oggetti contro qualsiasi logica morale o legislativa, odore di sangue ovunque. Sembrava proprio il posto perfetto per uno come me. Avrei potuto
    sfruttare i più deboli intellettualmente e infiltrarmi in quei stessi cunicoli che parevano tanto accoglienti quanto infidi. Avrei potuto conquistare qualcosa, in quell'ambiente. Trafficare, complottare, rubare, uccidere. Avrei potuto recuperare tutte le mie capacità senza dare nell'occhio, visto che tutti lì avevano qualcosa da nascondere. Anche se l'istinto mi portò a pensare che il fantasma non mi aveva portato lì per offrirmi una prospettiva di vita solitaria. Infatti, la mia testa venne girata a forza e i miei occhi diretti verso un cunicolo minore, dove -data la luce scarsissima- riuscii ad intravedere solo poche sagome, alte e basse. Il mio cuore si riempì d'adrenalina, come se intuissi di vedere nel mio stesso futuro. Quelle ombre dovevano essere una delle poche isole di organizzazione in quella terra. Gente che la pensava come me.
    Sorrisi, convinto.

    Riprese tutto a girare, questa volta mi abbandonai al flusso, ritornando nel mio corpo senza troppi problemi.
    Abbassai la testa, ragionando sull'offerta del fantasma che a quel punto era palese. Voleva offrirmi un posto tra quegli individui, evidentemente incuriosito dalle mie capacità recondite che aveva scorto prima nelle profondità del mio spirito. Mi bastarono pochi secondi, lo guardai dritto nelle iridi accese, senza più alcun timore - vista la natura della sua visita.

    "Portamici ancora ... Mostrami la via"




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    Ferri del mestiere: nelle “mille” tasche della giacca, Az ha i più svariati oggetti: corde, nastri e fili di qualsiasi misura, forbicine, giravite, grimaldelli, molle, scatole, viti, perni, ampolle di plastica, un mazzo di carte, sacchetti di ogni misura, cimeli, orologi, quadernetti e penne, e solo Cleeria sa cos'altro!


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    Orecchio sopraffino: nato nell'oscurità, creato per il silenzio totale, Azazel ha sviluppato un udito capace di distinguere i suoni e la loro natura fino a 30 metri da se. Il suo orecchio lavora come un sonar esclusivamente in ricezione: riesce rapidamente a tracciare una mappa (chiaramente molto incompleta e blanda) dei suoni, riconoscendone (ad opportuna distanza) cosa lo produce.
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    [Ignora lo stress durante i ragionamenti.]
    Raccoglitore d'informazioni: la mente di Azazel funziona come un'enorme raccoglitore: ogni conversazione che ascolta, ogni individuo o luogo che osserva, ogni oggetto che esamina, viene registrato minuziosamente e finisce nei suoi ricordi come in un cassetto che in ogni momento può aprire per consultare le informazioni raccolte.
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    L’incorporea esperienza catturò tutta l’essenza dell’incappucciato, e come poteva essere altrimenti?

    Merovish aveva una forza ammaliante impareggiabile, era in grado di scavarsi una nicchia nelle pieghe dell’encefalo per non lasciarti più. La Tana – fregiata dal fascino di una femme fatale – era il rifugio degli ultimi, dei disperati, dei decaduti, ma stregava e attirava nelle sue spire anche le anime più oscure, gli spiriti capaci di rivoltare il mondo. Difficile era resistere al suo richiamo di tenebra: non era nient’altro che una sirena nel deserto, capace di tentare tutti i navigatori dell’esistenza, per poi instillare puro veleno di dannazione direttamente nel cuore della feccia.

    Ultima zattera di salvezza erano gli Eversori, emersi dagli abissi di un oceano di sabbia per lasciare una traccia rovente in tutto il mondo conosciuto. Erano loro l’ardente fenice, sarebbero risorti dalle ceneri dopo l’incendio di se stessi, e quel giorno avrebbero illuminato anche l’empireo con le loro gesta.

    Accettando di divenire parte di un più vasto progetto, segnasti definitivamente il tuo destino: ti vincolasti ad un Fato marchiato da infamia, gloria, dolore e potere; in breve, una vita che valeva la pena di essere vissuta. Dannata fino al midollo, invero, ma nessuno poteva garantire che la strada perversa non fosse propria quella più retta di tutte.

    Suscitasti un movimento in risposta alla tua richiesta, poiché il fantasma corazzato si proiettò verso di te, infrangendo la stasi irreale che aveva caratterizzato quell’incontro. In un battito di cuore bruciò la distanza che vi separava, trovandosi a ridosso del tuo corpo, e un’unghia della sua demoniaca mano toccò il tuo tenero collo. Percepisti un gradevole bruciore dove l’artiglio punse l’epidermide, e un sussurro mentale giunse a giustificare l’accaduto.

    Segui il desiderio, precipita sotto l’infinito Yuzrab, e segui questa fame finché non troverai gli Eversori.

    Infine lo spettro si dissolse, un lieve sbriciolamento di sabbia rossa accompagnò la sua dipartita. Ti lasciò in quella strada buia, marchiato da una nera cicatrice crociata sulla gola, e poco dopo avresti scoperto che un bisogno rabbioso attanagliava la tua testa e pareva dipartirsi dalla bruciante firma dello spettro. Era un desiderio irrinunciabile, che si placava fino a mutare in lieve prurito ogni qual volta muovevi un passo verso Merovish. Di contro, qualunque sosta o - peggio - allontanamento dalla meta avrebbe scatenato una specie di fame insaziabile, vessando la tua psiche e totalizzando i tuoi pensieri.

    Eri stato maledetto, e non poteva essere altrimenti: il Dominio della Violenza esigeva i suoi sacrifici, e non avresti potuto trovare un sacerdote peggiore per amministrarli. Ma nel profondo sapevi che era un dolce anatema, era il preludio di una vita sconvolgente, immersa nel depravato mondo sotteraneo.

    ~ ~ ~

    A migliaia di miglia di distanza, un individuo dalle fattezze demoniache si svegliò di soprassalto.
    Un globo di anima era tornato in lui, incastonandosi dolorosamente nel blocco spiritico principale, dopo essere stato esorcizzato dai luoghi celesti che Bid’daum aveva tanto odiato. E il ritorno del brandello di spirito portò una maligna e magnifica notizia: un nuovo adepto si sarebbe incamminato verso Merovish, verso di lui. Ghignò nella notte, centinaia di metri sotto la superficie, sussurrando qualcosa solo per se stesso.

    Non tardare... solo qui troverai te stesso.

     
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  8. »Azazel
     
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    frontepost

    Prelude: Introduzione narrata in terza persona.
    Act: Narrazione di Azazel.
    -Pensato Azazel-
    "Parlato Azazel"
    <Parlato altri>




    Hide in the Night



    ~Act IV



    Il ghigno sul mio volto si spense, quando il mio insolito interlocutore, in meno di un battito di ciglia, mi assaltò graffiandomi la base della gola, per poi svanire con uno sbuffo di terra rossastra. Fui messo in ginocchio dal piacevole dolore che dal collo si spandeva fino alle meningi.
    -Segui il desiderio, precipita sotto l’infinito Yuzrab, e segui questa fame finché non troverai gli Eversori.-
    Senza sorpresa mi scoprii questa frase nella mente. La direzione mi era stata comandata dal segno di croce presente sulla mia pelle - nero come i miei abiti - o forse era un'altra trasmissione mentale del Fantasma; ma in quel momento importava poco. Dovevo seguire la strada giusta indicata dal mio estremo bisogno di essere in compagnia della sabbia. Così, in preda al forte intento riversatomi nell'anima, mi misi in cammino uscendo dal vicolo e ripercorrendo a ritroso tutta la strada che avevo già fatto, fino ad arrivare al cancello. Nel cuore della notte, una guardia sussultò appena mi vide: così incappucciato, potevo avere intenti poco benevoli. Invece l'uomo corazzato, quando mi raggiunse freneticamente, si sorprese scoprendo che l'unica mia intenzione era quella di lasciare il Presidio.
    Gli chiesi informazioni, e lui mi spiegò che dall'esterno delle mura - poco oltre il luogo in cui ero atterrato quella stessa mattina - sarebbe partito un mezzo di trasporto che conduceva al resto del Semipiano. Lo lasciai con sua espressione interrogativa e mi feci aprire il passaggio pedonale dell'ingresso. Lo richiuse lui stesso alle mie spalle, mentre io già camminavo frettolosamente verso la fermata che mi aveva descritto. Una leggera brezza mi accarezzava il cappuccio, non sapevo se era davvero calda oppure era una sensazione interna scatenata dal desiderio di raggiungere il Deserto. Non ci pensai molto, giacché l'obiettivo era chiaro e - forse - non solo per volontà mia. Arrivai giusto in tempo: il trabiccolo volante in ferro battuto, era pronto per scendere da Laputa. Munito di svariate poltrone abbastanza comode e molte anche vuote, c'era un'atmosfera piuttosto accogliente. Mi sedetti senza rivolgere la parola a nessuno dei passeggeri, presi un posto vuoto e mi addormentai.

    Mi svegliai di soprassalto, quando il curioso mezzo di trasporto era atterrato in una valle rocciosa. Il conducente urlò <CAPOLINEA!>, mentre il sole stava sorgendo dipingendo il cielo col caloroso giallo dell'alba. Allora scesi, e indeciso sulla direzione m'incamminai verso quello che poteva essere il Sud, ansioso di giungere quanto prima a destinazione.

    -Sto arrivando.-




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    specchiettow



    _Scheda


    ~Status

    Stato Psicologico: Ottimale.
    Stato fisico: Ottimale.
    Quantità di energie: 100%


    ~Equip

    Lama Nascosta: un coltello semplice con lama a doppio taglio. Completamente nero, dal manico, alla lama, al fodero. Privo di guardia, misura 20 centimetri in totale, 10 centimetri il manico, e 10 la lama. Infoderato, è perfettamente cilindrico, la lama è piatta, senza nessun ornamento particolare. Az, è solito portarla sempre con sé, la tiene in un apposito gancio all'interno dei pantaloni all'altezza dell'osso sacro, coperta per metà dai pantaloni e per il resto, dalla giacca.
    Ferri del mestiere: nelle “mille” tasche della giacca, Az ha i più svariati oggetti: corde, nastri e fili di qualsiasi misura, forbicine, giravite, grimaldelli, molle, scatole, viti, perni, ampolle di plastica, un mazzo di carte, sacchetti di ogni misura, cimeli, orologi, quadernetti e penne, e solo Cleeria sa cos'altro!


    ~Passive


    Orecchio sopraffino: nato nell'oscurità, creato per il silenzio totale, Azazel ha sviluppato un udito capace di distinguere i suoni e la loro natura fino a 30 metri da se. Il suo orecchio lavora come un sonar esclusivamente in ricezione: riesce rapidamente a tracciare una mappa (chiaramente molto incompleta e blanda) dei suoni, riconoscendone (ad opportuna distanza) cosa lo produce.
    [Auspex di tipo uditivo, raggio: 30 mt.]
    Stratega: uscire da una situazione pericolosa, senza l'utilizzo della forza è importantissimo quando non si conoscono tecniche di difesa raffinate. Forse l'unico modo è elaborare strategie complesse, in pochissimo tempo. Il cervello di Azazel è stato creato con questo meccanismo di ragionamento velocissimo e non risente minimamente delle condizioni di stress imposte dalla situazione psicologica o fisica.
    [Ignora lo stress durante i ragionamenti.]
    Raccoglitore d'informazioni: la mente di Azazel funziona come un'enorme raccoglitore: ogni conversazione che ascolta, ogni individuo o luogo che osserva, ogni oggetto che esamina, viene registrato minuziosamente e finisce nei suoi ricordi come in un cassetto che in ogni momento può aprire per consultare le informazioni raccolte.
    [Efficientissima memoria a breve e lungo termine, visiva e uditiva]


    ~Tecniche Utilizzate


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    ~Riassunto Tecnico


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7 replies since 25/2/2013, 19:24   157 views
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