La Discesa delle Ceneri

~ Presidio Sud

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Sarà il buio, sarà la pace, un oceano rovesciato di nubi.
    Calerà il silenzio - sacrale - tra le rovine dei Mondi.
    Le carezze del vento… l’asperità della sabbia.
    E poi verrà la Cenere, lenta e inesorabile
    A redimere il mio Popolo maledetto
    .

    Certe volte il tempo scorre irreale nelle lande sabbiose del semipiano. Un giorno dopo l’altro, violenze e soprusi si susseguono come il ticchettio di un pendolo insanguinato, e il suolo arido - perennemente assetato della linfa dei viventi - non riesce mai a saziarsi del gocciolio di sangue. Merovish non dorme e non si ferma mai: al pari di una perfida macchina incastonata nelle profondità della terra, produce e svende la Morte. La crescita merovisha è convulsa e virale, poiché la Tana si scopre capace sia di espandere i suoi tentacoli cavi (chiamati “cunicoli” dai più) per lambire terre lontane, sia di accartocciarsi in se stessa, bramando l’autodistruzione. Non sbaglia chi considera Merovish come un sistema d’ingranaggi oliati dal sudore dei forti e dalle cervella dei deboli, versate a litri durante la spasmodica lotta per la sopravvivenza.

    Eppure esiste un momento di requie anche per l’inferno. Inizia tutto con un bisbiglio che si diffonde nelle bettole, per le strade, nei ghetti e fra le tende del Bazar. Le urla si affievoliscono, qualunque sbraito cede il passo a quel mormorio reverenziale, pronunciato con stupore e commozione, alla stregua di una preghiera.

    « Sono arrivate le Ceneri! »

    Ogni singola persona, dal killer più assatanato fino allo schiavo più sventurato, si ferma; assapora quella frase, con un sussurro trasmette agli altri l’annuncio, e infine ne afferra il profondo significato. Qualunque attività viene immediatamente interrotta e - specialmente per chi è solo di passaggio da quelle parti - la scena del sottosuolo apparirà più inverosimile di un sogno: schiavi, trafficanti, assassini e tutta la peggior feccia si riversa nelle strade sotterranee per poi incamminarsi verso i cunicoli che sfociano in superficie. Non un gesto, non una parola, solo un corteo silenzioso che abbandona in massa le grotte.

    Per risalire alle cause di questo evento, bisogna spostarsi di centinaia di miglia verso l’estremo sud del mondo, dove picchi ribollenti e foschie sulfuree saturano il territorio più ostile dell’intero semipiano. La catena vulcanica di Geisine - un’arteria terrestre perennemente aperta e insanguinata - erutta tonnellate di materiale piroclastico nell’atmosfera in ogni momento dell’anno, ma soltanto all’inizio del periodo invernale avviene un drastico mutamento nelle correnti atmosferiche. I venti giungono a spazzare l’aria venefica e ghermiscono le polveri sottili sospese nel cielo, trascinandole con sé nel viaggio verso settentrione. Solo dopo miglia e miglia le correnti d’alta quota vengono private del loro vigore iniziale e le ceneri calano pigramente sulle dune sabbiose, volteggiando e posandosi come neve nera.

    La periodicità di tale fenomeno è confermata dagli annali del presidio, e si crede che il misticismo legato ad esso sia radicato nei secoli lontani, quando lo Yuzrab appariva come una verdeggiante distesa di foreste e campagne. L’annuale discesa delle ceneri sui campi coltivati donava fertilità al terreno, che esplodeva in un tripudio di colori e profumi nei mesi primaverili. Purtroppo la terribile Maledizione dello Yuzrab ha sfiorito e insabbiato le lande del Sud fino a renderle un deserto sterile, ma le Ceneri non hanno mai disertato la loro visita periodica alle lande del Primo Alfiere. Si crede che un breve componimento dedicato ad esse sia stato scritto in punto di morte proprio dal Condottiero, e talvolta si trova inciso - con la pietra o con le unghie - nei cunicoli o perfino nelle celle abbandonate delle Prigioni, in ricordo delle passate visite degli effluvi di Geisine.

    Così, non appena la magia ha inizio, le genti del Sud si affrettano a raggiungere la superficie, ma l’esodo è tutt'altro che frettoloso o disorganizzato: si potrebbe piuttosto definire cadenzato, ritmico, come il gentile impatto di ogni fiocco nero che incontra un dorato granello di sabbia. Mai si vedrà qualche abitante rinunciare alla benedizione delle Ceneri, giacché si tramanda che chiunque non si presenti in superficie sarà perseguitato da sciagure inaudite. Medesima sorte spetta - sempre secondo la tradizione - a chi non rispetta la dogmatica tregua della celebrazione, che impone una forzata non-violenza a tutti i presenti. Dopotutto, se perfino i più sfacciati criminali ubbidiscono pedissequamente a questi principi, un fondo di verità ci sarà di sicuro.

    Riunita la moltitudine della popolazione e scongiurata la sete di sangue degli assassini più spietati, il sogno ha finalmente inizio. Il cielo, solcato da un’irreale luce grigiastra, non brucia come negli altri giorni dell'anno, dato che le nubi discese sullo Yuzrab velano il sole con la loro mole. L'acre aroma di zolfo impregna l’atmosfera, portando alle lacrime i meno abituati alle esalazioni vulcaniche. In questa giornata solenne non vi sono dei riti stabiliti, poiché ognuno trascorre il tempo tra le dune come più gli aggrada: si vedranno alcuni conversare con i peggiori concorrenti malavitosi, magari certi psicopatici saranno intenti a interrarsi le gambe sotto la sabbia, oppure si vedranno altri con le braccia spalancate verso il cielo, intenti ad abbracciare simbolicamente l’immensità del mondo.

    E le Ceneri cadranno, ricoprendo ogni cosa di nero. Anche se solo per un giorno all’anno, il popolo maledetto di Merovish può trovare la pace… e chi può sapere se un giorno le Ceneri esaudiranno l'ultimo desiderio del primo Alfiere?

    Chissà se un giorno le Ceneri di Geisine porteranno via il Male dalle terre del Sud…


    © Jira



    Edited by Jira - 27/8/2015, 18:59
     
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