Il Festival dell'Arcobaleno

~ Presidio Ovest

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    Il Festival dell'Arcobaleno
    - Undarm, presidio dell'Ovest -

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    Le leggende e i miti dell'Undarm si raccolgono quasi tutti sulla vita dei marinai.
    Molte sono per lo più storie o leggende, altre invece sono eventi naturali assunti a icona della volontà divina da parte dei ceti più bassi.

    Il Festival dell'Arcobaleno è entrambe le cose.
    E' una leggenda senza dubbio, dal momento che tale evento, che cade precisamente in un preciso giorno del periodo invernale, si ritiene sia semplicemente il pianto sconsolato dell'essere prigioniero nel vulcano Pietravuota. Benché nessuno abbia mai osato varcare la terra che i Teeka hanno preso per sé con il tempo, le voci, facili al chiacchiericcio, si sono espanse rapidamente nel presidio: i modi, le sfumature e i particolari cambiano da luogo in luogo, seppur quasi tutti convengano che si tratti di un pianto... di chi, esaurita la sua collera, si lascia per un solo giorno dell'anno all'amaro sconforto.

    Per le popolazioni invece più dedite alla pesca, soggiace il bisogno impellente di catalogare un'evento naturale come una volontà del divino essere o di chiunque governi gli abissi e i loro abitanti. I marinai, facili alle storie, hanno così mitigato la loro ignoranza con un credo religioso. Lungi dal definirlo fuorviante o sbagliato, ha certamente il pregio di inculcare, almeno una volta all'anno, un mistico senso di quiete e di rispetto gli uni nei confronti degli altri.

    Il Festival dell'Arcobaleno nasce in realtà dall'estrema pressione che il magma lavico esercita in una risacca, chilometri e chilometri sotto la crosta. L'alta temperatura si libera attraverso fenditure degli abissi e quando raggiunge il picco proietta verso l'alto una grande mole di gas sulfureo. L'acqua, che diviene solo in zone limitate molto calda, ribolle verso l'alto una grande quantità di vapore. Questo impiegherà circa dieci ore per condensarsi e ricadere, come pioggia, nuovamente in mare: il venticinquesimo giorno di Hadar, il Mese della Luna d'Argento, la pioggia cessa e l'alba è accompagnato da un gran numero di arcobaleni che si incontrano, si incrociano... e paiono danzare sull'acqua. Da qui il nome festival.

    Visibili dalla costa -ancor più con un cannocchiale-, i ponti dai sette colori riuniscono sia coloro che parlano di leggenda e sia coloro che lo ritengono un messaggio divino. Il motivo è che le acque, divenute più calde, fanno affiorare in piccole zone un gran numero di pesci morti, esattamente lì dove finisce un arcobaleno. Ai pescatori, e a chi vive dei frutti del mare, non c'è evenienza più bella che trovare a portata di rete così tanta pesca. E poiché si ritiene che sia una benedizione, tutti dividono equamente il bottino tra le famiglie dei pescatori, e mai nessuno, dal giorno in cui è avvenuto il primo Festival, ha mai osato contravvenire a questa regola.

    Perché il Festival dell'Arcobaleno è di tutti.

    © Flama

     
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