Aurorae Noctis

~ Presidio Errante

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    Viaggiatore dei Mondi

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    poesia1

    Quando Endlos è ormai prossimo alla nascita di un nuovo anno e la mezzanotte si avvicina, ciò che il popolo acclama come la Danza degli Dei ha inizio: la volta celeste si tinge di colori più chiari, riverberi di mondi lontani che dal Maelstrom giungono fra i mortali come spettri.
    E così il verde e l'indaco si accostano, l'oro ed il rosa si fondono fino ad annegare ciascuno nell'altrui riflesso; il velo degli dei lasciato cadere sul mondo prende vita per incantare lo sguardo delle genti disperse su tutta la terra mentre, leggero, si sposta al ritmo di una danza sconosciuta e meravigliosa.

    Nei cieli dell'Ovest il Presidio Errante ne è immerso: come un infante addormentato è avvolto dal leggero drappo e riposa nel silenzio. Lo stesso infante che, nella medesima ricorrenza, è sfuggito alla dolcezza di quell'abbraccio nascondendosi dietro una coltre di nubi di zolfo, bruciando nel fuoco, annegando nel sangue.
    Affronto ed offesa per gli dei: si sussurra che le anime dei defunti nelle Nove Giornate si siano trovate inspiegabilmente intrappolate dal misterioso velo, destinate ora a compiere in eterno ciò che rifiutarono di osservare in vita come atto di redenzione. Ad annunciare la promessa di una nuova vita, le anime disperse in quella notte sono infatti chiamate a danzare così da dipingere il cielo del Presidio Bambino di nuovi sogni e rinnovata speranza.

    Quell'infante ora tace, ogni peccato è nascosto nell'ombra.


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    Ricorrenza.

    Per tutta Endlos l'attimo esatto che segna la fine dell'anno trascorso e l'inizio del nuovo prende il nome di Svolta, ed è caratterizzato da un fenomeno curioso: nel cielo giungono radiazioni dal Maelstrom che assumono l'aspetto di un'aurora danzante. Da sempre sono un simbolo di gioia e speranza per tutti, ricondotte per grandezza e magnificenza agli abiti ed i mantelli degli dei impegnati in una lenta danza fra le stelle.

    Eppure, per il solo Presidio Errante, questa è anche la ricorrenza di una tragedia senza eguali: la Guerra Civile, il lutto delle le Nove Giornate consumate nel terrore e la cieca violenza di chi si sporcò la bocca con parole quali libertà e giustizia per giustificare le atrocità di un'invasione. Ed allora la gioia si trasforma in cordoglio, nonostante ancora la speranza regni nei cuori di chi è rimasto in vita per ricordare.

    Per Laputa la Svolta ha un valore molto più profondo di un semplice mutamento: oltre alla Speranza si celebra la Memoria.


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    Città in Lutto.

    La ricorrenza che a Laputa prende il nome di Aurorae Noctes ha la durata di ben dieci giorni di cui però solo gli ultimi due sono assimilabili ad una vera e propria festività.

    Nove Giornate di Laputa.
    XXII - XXX giorno del dodicesimo mese - Hadar, "Mese della Luna D'Argento"

    I primi nove, infatti, sono giorni di lutto. In memoria dei caduti durante la Guerra Civile l'intero Presidio si chiude nel buio e nel silenzio: non una fiaccola è accesa ed ogni cittadino riposa o prega nella propria dimora per le anime perdute, protetti nel sonno e nella veglia dall'invisibile scudo magico che l'Accademia erige in quei soli giorni, in assenza di visibilità per l'esercito. In quelle notti di oscurità totale in molti hanno affermato di aver rivisto i propri cari tornare alle loro dimore o camminare per le strade sottoforma di spettri, immagini eteree e riflessi sul vetro. Alcuni sereni, altri ancora impugnando armi: più ci si avvicina al Mastio e più questa credenza sembra diventare una costante; sembra quasi che sia l'edificio stesso a liberare le anime dall'oltretomba, donando ai defunti ed i loro cari un'ultima occasione per dirsi addio.

    Processione e Duello
    XXX giorno del dodicesimo mese - Hadar, "Mese della Luna D'Argento"

    All'alba del nono giorno alcuni sacerdoti in abiti rossi danno il via ad una processione che dalla Porta delle Icone avanza per l'intero arco della giornata percorrendo gli stessi passi degli invasori, così da superare tutti i gironi e raggiungere infine i piedi del Mastio. Qui è allestito un piccolo palco dove soltanto due cittadini armati di spada, eletti per meriti verso la loro città, si affrontano in duello sotto lo sguardo della Dama del Vento.
    Al vincitore sarà data una corona di rose bianche -simbolo dell'Alfiere- e concesso l'onore di aprire con lei le danze al Ballo d'Inverno, programmato per quella stessa notte.


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    Celebrazione della Rinascita.

    Ballo d'Inverno
    XXX notte del dodicesimo mese - Hadar, "Mese della Luna D'Argento"

    La notte immediatamente successiva al duello, infatti, il Mastio apre le porte alla città e gli stranieri, ed in seguito all'apertura delle danze da parte dell'Alfiere e del Campione del Presidio, tutti gli invitati li seguono sulla pista da ballo, uniti in coppie dal gioco dell'Oracolo dei Fiori ed allietati nei momenti di pausa da un ricco banchetto.
    Inaugurato per la prima volta con lo scopo di rassicurare i cuori dei presenti e di Laputa tutta riguardo la sparizione dell'Autocrate, con la sola volontà di salvare il Presidio Errante dall'incombenza della Guerra Civile, il Ballo d'Inverno è ora diventato il simbolo di una speranza incrollabile e salda di pace duratura per tutti.

    Danza degli Dei
    XXX notte del dodicesimo mese - Hadar, "Mese della Luna D'Argento"

    Per i romantici e coloro che non hanno la possibilità di partecipare al Ballo d'Inverno basterà invece uscire nelle strade ancora buie per il lutto delle Nove Giornate: sulle loro teste un'aurora di luci danzante ad inaugurare il nuovo anno li lascerà dolcemente incantati nella penombra. Raccogliendo le anime defunte fra le strade, il velo degli dei le ingloba, costringendole ad abbandonare le armi e danzare.
    Un miracolo che si ripete ogni anno: chiunque lo osserva è pervaso da sensazione di pace e serenità assoluta, come se a quella vista ogni evento, ogni dolore, ogni vittoria o sconfitta acquistasse finalmente un senso.

    La festa dell'incoronazione.
    I giorno del primo mese - Sirio, "Mese della Luna Blu"

    Ogni primo giorno di Sirio, il Nuovo Anno giunge su Laputa e consegna il simbolo del potere all'Alfiere: da un misterioso dipinto pervenuto a Laputa dall'Est in seguito all'incoronazione, raffigurante la Dama del Vento in ginocchio davanti ad un bambino in procinto di donarle una corona di fiori, è nata la tradizione in questo preciso giorno di vestire di bianco tutti i fanciulli dell'isola e decorare il loro capo con fiori freschi. Disposti a corona o incastrati fra le trecce dei capelli, ciascun bambino mostra con orgoglio il suo abito agli altri, passeggiando con i cari fra i verdi prati dell'isola o banchettando con la propria famiglia.
    Essendo una festività dedicata prevalentemente ai piccoli, in tutte le piazze dell'isola libere dai parchi di gioco, è possibile incontrare marionettisti, clown, acrobati e maghi ad allietare il cammino di questi dolci angeli.



    Drusilia Galanodel.

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    © Endlos per l'ambientazione.
    © Dark Fallen Angel per la poesia scritta nelle immagini.
    Vietata ogni copia totale o parziale senza consenso dell'autrice.

     
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