[EM] Cry of Contrition

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    _ 0 0 9 - ¤ - C r y - o f - C o n t r i t i o n
    Resoconto #1 _
    E venne il giorno.

    Chiuso nei suoi appartamenti -all'angolo tra la via maestra e una laterale del Distretto delle Luci- Zyg se ne sta tutto intento ad ultimare i preparativi: la baracca è stata ripulita, le imposte sprangate, il seminterrato svuotato... sì, decisamente; perfino i cunicoli tetri che si diramano sotto quell'abitazione sono stati accuratamente predisposti per il gran giorno -scavati tra vecchi e nuovi grazie ad una grande quantità di Bioplasma, l'intricata serie di passaggi sotterranei è ora lo scenario perfetto per il gioco che Wydwen s'aspetta.

    Assicuratevi che non se ne vada quando troverà la porta bloccata.

    Impartisce in un sussurro alla folla ignara che transita lungo la via -certo che tra quelli vi sia una qualche Voce dal Russo opportunamente lasciata a sorveglianza dello scienziato: da quando è terminata la ristrutturazione della bottega non obbediscono più all'ex-Simic -con tutta probabilità fingeranno di non aver udito quelle direttive quasi impercettibili- e tuttavia Zyg sa pure che non uno si è perso quanto ha detto -visto che nella gerarchia degli Eversori è nulla più che una recluta, nessuno stupore che chi di guardia debba riferire ogni minimo dettaglio.

    Altrimenti toccherà a voi giocare al suo posto.

    Il ghigno sadico che gli si dipinge sul volto è sufficientemente chiaro per convincere quegli straccioni invisibili a non contraddirlo -benchè nessuno abbia idea di quali siano i termini del gioco, le Voci e Dimitriy stesso hanno già sperimentato come spettatori cosa significhi intrattenersi con Zyg: morte come premio, morte se sconfitti.
    Ah, peccato per quella fatina sventurata che ha incrociato il proprio destino con l'abissale squamoso -pregate per lei, se pensate possa servire a qualcosa! Perchè ieri -soltanto ieri- l'innocente tritone ha rischiato di cadere vittima di una fata senza morale -perchè ieri, soltanto ieri, al culmine della propria irritazione il biomante le ha promesso una vendetta mascherata da innocuo divertimento.

    Ed è lì, nel suo emporio irrimediabilmente chiuso, che t'aspetta: dovrai entrare, certo, ma non uno spiraglio s'intravede tra le assi recentemente risistemate -salvo che per una tegola forata in modo che eventuali fumi escano, l'edificio fatiscente s'è trasformato in una perfetta cassaforte. Di legno, ovviamente, ma tanto basta perchè un piccolo esserino munito di ali non riesca a forzarla.
    .100%
    - A r a l d o - d i - u n a - G e n í a - I n c o m p r e s a
    Passiva -
    - B i o p o t e n z i a m e n t o
    Passiva -
    - M i c r o c a m e r a - d i - C o l t u r a
    Equipaggiamento -
     
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    Il giorno di giocare col coso-pesce era finalmente arrivato!

    Stava procedendo per le strade di Merovish in “groppa” al suo nuovo super amicone Dimitry, che era stato tanto carino con lei, anche se l’aveva fatta piangere quando si erano incontrato le aveva poi comprato dei dolcetti quindi ora le stava super-simpatico.
    Seduta a gambe larghe sulla sua testa dai lunghi capelli biondi, muoveva placidamente le sue gambettine sulla fronte di quello che per lei era un gigante colossale e si guardava attorno lagnandosi di quanto in quanto con la tipica frase delle persone impazienti.

    Siamo arrivati?


    Aveva cominciato giusto un paio di secondi dopo che erano partiti e aveva continuato a intervalli di circa un minuto, precisa come il rintocco di un orologio, fino a quando il gigante non le confermò che erano infine giunti a destinazione.
    Il luogo era strano, assomigliava tremendamente a qualcosa che lei non aveva mai visto, ma sembrava sigillato e non parevano esserci vie d’ingresso visibili.

    Dimy!
    Come facciamo a entrare per giocare col coso-pesce?
    Qui sembra tutto chiuso, dici che ha cambiato idea e non vuole giocare con noi?


    Lui non poteva vederla, perché era sopra la sua testa, ma dalla voce si intuiva la profonda delusione della piccola fatina, il labbrino tremulo che le stava spuntato era indubbiamente un cattivo indizio sul suo stato emotivo.
    Purtroppo, o per fortuna, le fate non avevano i filtri emotivi delle altre razze e se da un lato questo le rendeva praticamente quasi incapaci di mentire (perché in genere scoppiano a ridere nel mezzo della frase) dall’altro le rende estremamente trasparenti a qualsiasi cambio di umore.
    Era delusa e stava per piangere.

    Indovinate a chi sarebbe toccato consolarla?
    Esatto, al colossale e spietato assassino biondo.
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Dimitriy era probabilmente la peggiore persona con cui fare conversazione, anche perché fondamentalmente non aveva mai nulla da dire. Preferiva restare immerso nei suoi pensieri e meditare su quel lavoro, su quella persona o su quel preciso esercizio da completare. L’allenamento infatti era una cosa molto importante per lui e non perdeva mai occasione per restare in forma, soprattutto quando non era immerso in una difficile missione. Per un killer professionista era importante non adagiarsi, perdere tonicità poteva rivelarsi fatale...
    Siamo arrivati?
    Dunque, dicevo. Era importante non assecondare la stanchezza, perché farlo significava perdere lucidità e a Merovish era importante restare svegli, se si volevano mantenere gli arti attaccati al corpo. In ogni vicolo infatti era possib-
    Siamo arrivati?
    ... Dio. In ogni vicolo si potevano incontrare delinquenti della peggior specie e l’unica garanzia di salvezza, spesso, era la semplice concentrazione e consapevolezza di ciò che si trovava tutt’attorno. Bisognava dare sempre un’occhiata a ogni angolo, anche a ogni tombino, visto che il pericolo si nascondeva in ogni angolo, anche dentro la propria ombra.
    Siamo arrivati?
    Siamo quasi arrivati, un po’ di pazienza.
    Ecco però che se avevi un esserino dolce sulla testa, una fatina che ogni minuto... ogni sessanta secondi esatti, ti domandava se eravate arrivati, ecco che pensare in pace non era proprio possibile. Erano passati almeno dieci minuti, forse un quarto d’ora e ognuno di essi era intervallato da quelle due parole... per fortuna che la casa del verde era proprio li, davanti all’improbabile coppia.
    Eccoci.
    Erano arrivati, però c’era un piccolo problema: l’abitazione era chiusa. Ma non chiusa e basta, era proprio sprangata dalle imposte alla porta... eppure la dentro c’era qualcuno, ne era sicuro. La piccola però non lo sapeva e dal suo tono si poteva leggere la delusione, doveva assolutamente evitare che si mettesse a piangere, altrimenti con quei lacrimoni gli avrebbe fatto sicuramente la doccia.
    Forse non è in casa, prova a controllare dalle imposte... o dal tetto.
    Il biondo le indicò dunque la finestra, in modo tale da darle qualcosa da fare per evitare che iniziasse a piagnucolare. Era meglio evitare di dirle che in realtà il padrone di casa c’era davvero, infondo lui sapeva molte cose ma lei no, quindi doveva trovare qualcosa da farle fare... e per non destare sospetti, lui si diresse verso la porta con l’intenzione di aprirla.

     
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    Resoconto #2 _
    Oh, eccome se c'è! E nemmeno solo, per giunta!
    Sì, decisamente: non appena Wyd deciderà di entrare -nella malaugurata ipotesi che pure Dimitriy si getti a capofitto all'interno- entrambi scopriranno che la bottega è tutt'altro che deserta -disseminata qui e là di simpatici esserini, la casa pullula di vita sorta dagli studi biotici del tritone. Perchè, per quanto sia stato tarato sulle dimensioni della fatina, il gioco consiste in una sorta di trial tali da poter impensierire perfino il Russo -banalmente si tratta di un percorso ad ostacoli da superare indenni, per raggiungere poi la meta rappresentata dallo stesso Zyg. Che, ovviamente, non ha la benchè minima intenzione di rimanere fermo e farsi agguantare prima di ottenere l'agognata vendetta.

    Che dire, dunque? Beh, che il consiglio dell'assassino è a dir poco calzante -che quella tegola sul tetto è stata appositamente lasciata aperta con l'intento di segnare un avvio; la costruzione possiede infatti un piano rialzato -adibito a soppalco, il pianale di legno può dunque ospitare la prima tappa di quel gioco perverso. Cosa che, neanche a dirlo, andrebbe sprecata entrando invece dall'ingresso principale -se il bianco guantato riuscirà a scardinare le assi troppo in fretta, l'esserino volante potrebbe non accorgersi della miracolosa fessura
    E chi vorrebbe mai il decollo di quello spasso proprio a lui dedicato? Nessuno, mi pare chiaro! Così come -fateci caso- nessuno vi ha spiegato le regole -così come, vostro malgrado, dovrete avanzare sulla base di mere supposizioni.
    - F r a n t i c a l l y _ A s k e d _ Q u a r i o n s
    Aaaaallora: prima di tutto, ripuliamo questo spazio, dato che -se mai mi servirà attingere alla riserva energetica di Zyg- sarà una cosa puramente free e del tutto priva di paletti tecnici. Ciò detto, questo finepost tornerà utile per indicazioni e quant'altro mi servirà fornirvi.

    Per questo giro nulla di davvero esaltante -il gioco comincia appena entrate, perciò non posso anticiparvi ancora nulla; va da sè, ovviamente, che se entrate fatelo lasciando l'azione in sospeso -non sapendo cosa troverete, la formula adatta è quella del "supero il varco/apro la porta e..."; va da sè, altrettanto ovviamente, che se non entrate a questo giro ve ne aspetta un'altro di identico -il tritone non sa quando arriverete, perciò attende di sotto senza venire a prendervi.

    Infine, per ogni altro dubbio/curiosità/domanda/cosachemisonodimenticato esistono il topic in bacheca, i PM o msn: non esitate ad usarli! :3
    A voi la mano! :guru:
     
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    …mmm…


    Per quanto potesse sembrare assurdo, assunte un’espressione pensosa e alla fine arrivò all’unica soluzione che le pareva logica in quel momento.
    Testare la resistenza delle porte in quel mondo!

    Non mi va di volare, però guarda cosa so fare!


    Tutta eccitata per la bella idea che le era venuta, poiché se da un lato il coso-pesce forse non era in casa, dall’altro avrebbe potuto divertirsi comunque a giocare con Dimy facendogli vedere alcune delle cose divertenti che sapeva fare.
    Quindi Wydwen si mise in piedi, ancora sulla testa dell’assassino biondo che si stava dirigendo verso l’ingresso, presumibilmente sigillato, e iniziò a strofinarsi ben bene le mani cominciando a sprizzare qualche allegra scintilla stando però bene attenta che i capelli del suo colossale amico non prendessero fuoco.
    In fondo le piacevano gli scherzi, non gli incidenti, anche se avrebbe riso un bel po’ nel vederlo correre in giro come un pazzo con la testa a fuoco.

    Comunque fosse quando ritenne di aver accumulato abbastanza energia, se l’era presa piuttosto con calma, allungò la mano destra puntandola verso l’ormai quasi raggiunta porta e, con uno schiocco di dita, vi riversò addosso un fulmine di energia magica con il chiaro intento di abbatterla o ridurla a un cumulo di schegge annerite.
    Quanto le piaceva far saltare in aria le cose!

    Però non era sicura che sarebbe bastato, in fondo nel suo mondo serviva assai poca magia per distruggere gli oggetti ma lì era tutto così grande che non lo sapeva davvero, comunque dopo che il fulmine fosse arrivato a destinazione avrebbe scoperto che effetto avrebbe avuto.
    Era tanto curiosa di vedere il risultato finale della sua piccola magia, che di sentire i commenti del suo amico a quella piccola divertente dimostrazione di brutale potenza magica.
    Forse si sarebbe preoccupato del fatto che tutta quella magia fosse in un contenitore tanto piccolo e avventato, ma in fondo che avrebbe potuto farci?

    Mana: 100-10= 90%
    Sconsideratezza: 150%
    Ritardo: Chiedo perdono ç_ç

    Tecniche Utilizzate

    Fulmine Globulare
    Un fulmine che va sempre dritto…che noia! Trovo che il farlo curvare, ogni tanto, lo renda assai più divertente.
    Beh non è che ci sia moltissimo da dire, concentrando il proprio mana all’interno di una mano è possibile per la piccola Wydwen scagliare una portentosa folgore verso qualunque oggetto abbia voglia di ridurre a una poltiglia elettrificata.
    La potenza della scarica viene decisa al momento del lancio, come pure la sua curvatura, sì, curvatura. La piccola spiritella è infatti in grado di far percorrere alle proprie scariche elettriche degli archi di circonferenza e non solo delle rette, pensate al divertimento di vedere un fulmine che invece di venirvi addosso da davanti, fa il giro largo per colpirvi a un fianco! Assolutamente uno spasso senza fine, soprattutto per le facce sorprese delle persone.
    Consumo: Variabile (Medio)
     
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  6. _MajinZ_
     
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    Dimitriy proprio non riusciva a prevedere le azioni della fatina, le sue reazioni andavano ben oltre la comprensione del russo. Piuttosto che infilarsi nella piccola finestrella, Wyd pensò bene di fare le cose in grande e mandare per bene su tutte le furie il verde... era un’azione così semplice volare fino all’apertura, ma invece no, la piccola amava le esplosioni. Quindi perché non far saltare la porta di casa della persona che ti odiava? Era un ottimo modo per riallacciare i rapporti!
    Già udendo la sua affermazione, l’assassino si preparò al peggio: aveva visto le particolari abilità della fatina e le conseguenze non furono le migliori. Così per forza di cose la mano guantata andò ad appoggiarsi sulla fronte in posizione da facepalm, il tutto mentre la piccola si caricava di elettricità sulla sua testa bionda... con il rischio concreto di avere una bella chioma fiammeggiante. Per fortuna non accadde nulla di tutto ciò e il fulmine terminò la sua corsa contro la porta che per una creaturina come quella doveva essere qualcosa di colossale, chissà se il suo colpo sarebbe bastato a buttarla giù.
    Non è che hai esagerato?
    A dire il vero al ragazzo non importava molto della porta, era solo un po’ preoccupato per la sorte della fatina... che proprio non sapeva con chi aveva a che fare. La cosa più brutta era che ora in mezzo a tutto quel casino c’era anche un povero Russo innocente, il quale adesso non poteva altro che avanzare verso la porta per capire se questa era ancora in piedi... per poi entrare e controllare la situazione. Non aveva proprio voglia di diventare una cavia, così per evitare la possibile furia del padrone di casa, i sensi del sicario erano allerta, pronti a captare qualsiasi pericolo onde evitare di finire disciolto nell’acido... era proprio l’ultima cosa che gli serviva.

     
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    _ 0 0 9 - ¤ - C r y - o f - C o n t r i t i o n
    Resoconto #3 _
    Ehm... forse non è proprio questo che intendeva l'anfibio, tutt'altro. Ad ogni modo devo ammettere che è stato efficace -inaspettato, forse, ma decisamente efficace. Dopotutto, il tritone non è ancora riuscito a comprendere appieno la logica distorta che muove la fatina -perso nella propria, ferrea mentalità, egli nemmeno aveva considerato l'ipotesi violenza (non in casa d'altri, che diamine!).
    Fatto sta che, con un espediente di quella potenza (con un fulmine capace di tramortire un uomo) non c'è modo che la porta di legno resista all'impatto -no, non una semplice porta: là dove il globo elettrico la colpisce l'anta esplode e si scheggia, il legno tutt'attorno annerisce e fuma come bruciato, l'uscio ne esce distrutto -non cade, ma è irrimediabilmente divelto. E quindi, pare ovvio, non ci vuole un genio (nè mister muscolo) per riuscire a scostarla ed entrare oltre la soglia -semmai il difficile è fare in modo che l'ingresso non si sbricioli o non si schianti a terra con un tonfo tale da richiamare l'attenzione di impiccioni e curiosi.

    Non... non ha la minima idea di come ci si comporti.

    Decreta lo scienziato, intento in chissà cosa chissà dove al piano inferiore.

    Al pianterreno, comunque, la situazione che si presenta a chi decidesse di entrate è semplice quanto bizzarra: Dimitriy -che già conosce l'aspetto delle due sale- scoprirà come tanto l'anticamera quanto la stanza principale siano state completamente svuotate dal mobilio (quei due armadi tanto miseri più il tavolato centrale); Wydwen, al contrario, osserverà per la prima volta due vacui stanzoni spogli come non mai -se non per le pareti piuttosto recenti e le finestre sprangate, null'altro di inanimato abita quella costruzione.
    A guardare meglio, però, i due ospiti si accorgeranno di come il pavimento sia ricoperto di piccoli esserini verdastri -giovani rospi e cuccioli di rana se ne stanno perfettamente immobili quali sassi all'ombra di un muro: tutto normale e nulla di preoccupante, potreste dirmi, ma se vi raccontassi che non durerà ancora per molto? Perchè, banalmente, appena la miriade di batraci s'accorge della fatina -un paio di secondi dopo aver visto quest'esserino alato sbattere quasi per caso le sottilissime membrane- un gracidio penetrante si leverà assieme all'eccitazione dei rospi -saltellando di qua e di là, saltellando addosso al Russo e cercando di aggrapparsi alle di sue zampe, le rane verdi e pure quelle marroni avranno un solo, preciso interesse: mangiare quella mosca un po' troppo cresciuta!
    - F r a n t i c a l l y _ A s k e d _ Q u a r i o n s
    A voi! :3
    Nulla di che, solo un casino allucinante di rane che -da quiete ed immobili che erano- cominceranno a sciamarvi addosso con l'intenzione di papparsi la fata (lingue che scattano ovunque, dovunque cerchiate, comunque, nessuna traccia di Zyg)!
     
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    Yeeee!
    La porta si era spaccata in due e non appena Dimy cercò di forzarla, questa cadde all’interno completamente distrutta.
    C’era una vaga nota di disappunto nell’espressione della piccola fatina, era stato suo chiaro obbiettivo farla letteralmente esplodere verso l’interno e non semplicemente spaccarla, forse avrebbe dovuto soltanto metterci più potere ma ormai era andata.
    Ed era stato un sacco divertente!

    Esagerato?
    E perché?
    Secondo me è stato spassoso, con tutti quei frammenti che volavano!


    Sempre piazzata saldamente sulla testa del Russo, seduta a gambe larghe con i piccoli piedini che ricadevano sulla fronte del suo scranno semovente, Wydwen entrò in quello che in molti avrebbero considerato l’antro del lupo, ma che per lei era solo una grandissima casa dei divertimenti.

    Notò quasi subito le piccole rane presenti sul pavimento del suo nuovo parco giochi, piccole perché sebbene fossero grandi quanto lei, erano assai più minute di quelle che la mamma aveva maliziosamente sparso per la Landa Tenebrosa per cibarsi delle sue figliolette più sciocche e stupide.
    In ogni caso lei non a lei, quelle bestie non avevano mai fatto paura e questo grazie al suo amichetto, lui correva sempre in suo soccorso quando era sola e triste e non c’era nessuno a consolarla o con cui giocare.
    Il suo Juju era enorme e andava assolutamente matto per quelle grosse rane, quindi quelle piccoline lì, senza neanche le corna da sgranocchiare, sarebbero stato un pasto ben misero per il suo animaletto adorato.
    Ovviamente il fatto che Juju fosse un suo amico immaginario non le aveva mai impedito di parlarci e giocarci, ne aveva impedito a lui di sbranare rane alte due spanne e con corna affilate come rasoi.

    Hey Dimy, voglio presentarti un mio carissimo amico, trattalo bene mi raccomando, è molto timido!


    Si mise nuovamente in piedi sulla testa del biondo e scagliò una piccola scintilla al suo fianco, presto da dove la piccola scossetta aveva colpito il suo delle casa cominciò a formarsi una grossa zampa spettrale che andò poi a formare tutto il resto del corpo di quello che pareva un mastino demoniaco piuttosto terrificante, piccole saette gli correvano sui denti spettrali.
    Con un balzo la fatina gli saltò sulla groppa prima di gridare.

    Juju!
    Pappa!


    Con la rapidità di un fulmine la bestia fantasma cavalcata dalla fata si scagliò in mezzo alle rane cercando di sbranarne il più possibile, cercava di afferrarle con la bocca o dilaniarle con le zampe feroci, a volte saltava sulle pareti per prendere più slancio e rigettarsi a capofitto in quel pasto che aveva più l’aria di una mattanza.
    In tutto questo caos indescrivibile la piccola fatina gridava a più non posso e rideva come una matta, rallegrandosi follemente di quell’eccidio in miniatura.

    Dai Dimy vieni a giocare anche tu!


    Indubbiamente se ci fosse stato un mobilio, non sarebbe rimasto integro per molto.

    Status Psicologico: Euforica
    Mana: 90-10= 80%

    Tecniche Utilizzate
    Bestia fantasma
    Incorporea come la paura e altrettanto pericolosa.
    Grossa, al garrese arriva a un metro e sessanta, crudele e perfettamente in grado di sventrare un uomo adulto in armatura come un gatto può sventrare una bambola di pezza, ovvero senza alcuna fatica.
    Le Bestie Fantasma, essendo unicamente un parto della mente di Wydwen, hanno caratteristiche abbastanza interessanti: sono molto veloci, forse più di un uomo normale, ed estremamente forti sia negli artigli che nelle zanne, le quali inoltre percorse da crepitanti scariche elettriche (che a differenza dell’Orso Fantasma, non sono lì solo per bellezza).
    Quando la bestia fantasma viene distrutto o esaurisce il suo potere esplode in una innocua nebbiolina di scintille bluastre luccicanti.
    Consumo: Medio
    Durata: 2 turni
     
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  9. _MajinZ_
     
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    Come era prevedibile, la porta saltò letteralmente in aria dopo essere stata colpita dal fulmine. Dimitriy era più che sicuro che Zyg non avrebbe gradito quella cosa, infondo avevano appena cercato di demolirgli la casa: chiunque avrebbe avuto qualcosa da ridire a quell’improbabile coppia... formata da un uomo e una fatina, dove il primo provava a fermare la seconda ma con scarsi risultati. Ovviamente Wydwen era più che contenta di quel che aveva combinato, facendo sospirare il suo trono che ormai aveva perso ogni speranza di contenere l’euforia della piccola.
    Alla fine comunque entrarono dentro l’abitazione, ritrovandosi davanti ad un ambiente che per l’assassino non era più così familiare. Mancavano i mobili presenti in quel luogo e mancava anche l’inquilino, sostituito da molto, moltissime... una marea di rane e rospi. Il viso del biondo divenne in un attimo una maschera di disgusto, soprattutto quando tutti quegli occhietti si soffermarono sulla sua figura, lasciando capire perfettamente le loro intenzioni... volevano mangiarsi la fata e per farlo dovevano scalare il mezzo di trasporto.
    ...
    Dimitriy odiava essere toccato senza permesso di solito, ma l’idea di farsi assalire da quei cosi orrendi non gli piaceva per nulla: avrebbe venduto cara la pelle! Purtroppo per gli anfibi, però, Wyd non era una delle solite mosche con cui avevano a che fare, infatti questa dopo essersi messa in piedi sulla testa bionda, lanciò una scintilla verso il terreno e da quel punto fuoriuscì l’amicone della fatina... che a quanto pare andava matto per le rane.
    Ciao, Juju.
    Salutò con freddezza il cagnolone, mentre saltava via per non farsi toccare da quelle maledette bestiacce. Ogni tanto colpiva qualche rana con un calcio o un pugno, facendo di tutto per evitare il contatto... la sola idea lo faceva rabbrividire. E allo stesso tempo si chiedeva cosa diamine avesse il tritone in testa, poteva anche scegliere una bestia differente... ma ripensandoci quelle rane era adatte, molto simile a lui per certi versi. Mantenendo un contegno invidiabile, comunque, Dimitriy iniziò un’opera di sterminio contro quell’orda di rane... era quasi come un allenamento, alla fine.

     
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    Resoconto #4 _
    Ma non sono semplici raganelle -qui vi volevo! Vi pare che Zyg -beh, Wyd ancora non lo conosce bene per poterlo sapere, su questo siamo d'accordo- si limiti a spargere per casa sua animaletti del tutto ordinari -dopo averlo visto sempre e comunque trafficare con della sbobba gelatinosa in parte verde e in parte azzurra, non ci dovrebbero essere dubbi su quale sia la reale natura degli anfibi: Dimitriy, cosa ti dirà mai il tuo istinto -riesci già presagire cosa sta per succedere?
    Sì, sì, esatto: quelli sono citoplasti. Conformati a differente foggia, in tutto e per tutto simili a rospi, perfettamente in grado di riprodurre e sviluppare nuovi individui. Ma, oltre ogni illusione -al di là di quel che sembrano- citoplasti: masse cellullari gelatinose, tali per cui ad ogni colpo del Russo -ad ogni morso di Juju- i piccoli esserini si spappolino a proprio vantaggio e ricoprano l'arto (o le fauci) di melma traslucida; non bastano che pochi colpi perchè ve ne accorgiate, altrettanti e gli attacchi non saranno più così efficaci -rallentati dalla viscosità del composto, appesantiti dalla massa aggiuntiva, sbarazzarsi di quel sistema di sicurezza si fa via via più difficile.

    E quindi...? E quindi saranno necessarie misure ben più drastiche: in caso contrario Juju passerà rapidamente dallo stato di bestia fantasma a quello di melma fantasma -se questo non è un vero problema data la natura della belva, per il biondo non si può certo dire lo stesso; con i piedi immersi in quel putridume l'assassino può anche scordarsi di pensare "Non puoi sentirmi" e "Non puoi prendermi" -se solo si sforza ancora un poco di pensare, arriverà certo ad una conclusione per nulla piacevole: i citoplasti sono stati ideati per campionare il genoma delle loro vittime e per farlo, guarda caso, adorano digerire tutto ciò che lo contiene.
    - F r a n t i c a l l y _ A s k e d _ Q u a r i o n s
    Non così facile! :guru:
    Ogniqualvolta ucciderete una rana, infatti, parte della melma di cui è composta vi resterà addosso (per Wyd qualche schizzo dalla mattanza di cui Juju è artefice), rendendo meno efficaci di un Basso gli attacchi fisici -e quindi rendendo del tutto inutili i colpi fisici privi di consumo. Inoltre, mentre la fatina si salva perchè in groppa alla bestia, quest'ultima e Dimitriy subiscono un malus Medio a velocità ed agilità fintantochè se ne staranno a mollo nella gelatina -e, ogniqualvolta si muovono, producono pure quello spiacevole suono di appiccicaticcio/bagnato tipico di quando si cammina con le scarpe infangate.
    Per finire... se non trovate una soluzione rapida, entro la fine dei vostri rispettivi turni scoprirete che i residui di melma che avete indosso cominceranno a pasteggiare con la vostra carne -lenti ma secernenti un acido in grado di sciogliere qualsiasi cosa (a potenza Media), non ci sono vestiti o protezioni che tengono all'inesorabile liquefarsi del vostro corpo! :guruflower:
     
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  11. _MajinZ_
     
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    In pochi secondi la situazione si fece... scivolosa. Dimitriy doveva aspettarselo da uno come Zyg, un essere a cui non piacevano molto le cose troppo semplici. Quelle che sembravano normalissime rane infatti, nascondevano un segreto che i due improbabili alleati scoprirono a loro spese molto presto. Non si trattava di semplici anfibi saltellanti, tutt’altro: quelle bestie erano formate dalla melma che il verde definiva citoplasti e a ogni colpo essi si spappolavano, spargendo il materiale di cui erano composti in ogni dove, soprattutto sui vestiti del Russo ma anche sul corpicino della fatina.
    Era inutile dire come tutta la situazione non piacesse per nulla al biondo, anche perché in teoria lui non doveva nemmeno trovarsi li... ma era possibile che lo scienziato odiasse così tanto la piccola? Anche perché l’assassino sapeva bene come funzionavano quegli esserini, non si trattava infatti di una semplice gelatina che produceva un rumore orribile ed era estremamente scivolosa... quella roba faceva di peggio digerendo senza problemi qualsiasi cosa, quindi con degli organismi viventi non ci avrebbero messo molto a farli sparire. Bisognava subito fare qualcosa.
    Così, mentre una vena pulsava sulla tempia del sicario, quest’ultimo camminò sullo strato melmoso producendo un sonoro “ciac ciac”, costretto a farlo lentamente come se la sua agilità fosse incatenata. Si avvicinò quindi alla fatina e allungò la mano verso di lei.
    Wydwen, vieni qui.
    Lei forse non avrebbe capito, ma il suo gigantesco amico aveva capito bene. Attese dunque che la fatina gli si avvicinasse, per poi afferrarla delicatamente con la mano e infilarla in una delle ampie tasche della giacca facendo sempre la dovuta attenzione.
    Adesso devi dire al tuo amico di farsi da parte... e non uscire da quella tasca.
    Il tono di voce non era il solito, anzi, era velato da uno strato di rabbia. Gli faceva schifo quella roba e adesso ne era quasi ricoperto... probabilmente Zygoin aveva esagerato e di certo non l’avrebbe passata liscia, anche perché per far arrabbiare Dimitriy bisognava proprio impegnarsi. Ma visto che i pugni non funzionavano, per liberarsi da quella roba bisognava fare qualcosa di drastico e la pazienza dell’assassino era proprio giunta al limite... infatti subito dopo esplose.
    ORA BASTA!!!
    E in quel preciso istante l’intero copro del ragazzo venne avvolto da una luce intensa, la quale si trasformò ben presto in un’aura fumosa... per poi esplodere, letteralmente, in ogni direzione. La massa di energia si sarebbe dipanata dal corpo del ragazzo, evitando di coinvolgere anche Wyd perché si trovava vicina, ma con quell’esplosione avrebbe spazzato via i citoplasti e, probabilmente, anche mezza casa. Si, Zygoin gli aveva fatto proprio perdere la pazienza.



    Energie: 60%

    ₪ YEBAT' ~ Traduzione non disponibile.
    La rabbia è un'emozione che non fa parte del carattere di Dimitriy, tutt'altro: lui è un tipo gelido che riesce a studiare la situazione con calma, senza perdere il sangue freddo. Ed è proprio per questo motivo che quando si incazza, beh, lo fa per bene. Quando infatti la pazienza dell'assasino raggiunge il limite, dalla sua bocca uscirà uno sproloquio nella sua lingua madre che, non solo è molto bello da dire, ma ascatena anche qualcosa di devastante e molto pericoloso per chi si trova nelle immediate vicinanze... un'esplosione di Ki lucente si dipanerà dal corpo del sicario a trecentosessanta gradi, investendo qualunque cosa rientri nel suo raggio d'azione che ricordiamo essere di quindici metri. Insomma, è meglio non fare arrabbiare per davvero il giovane, visto che lui non si prende nessuna responsabilità riguardo a morti improvvise e cose simili. Yebat'.
    [Consumo CRITICO]
     
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    Bleah!
    Quelle specie di ranocchie schifose erano strane, si spiaccicavano nelle fauci di Juju e sui suoi artigli rallentandolo e anche il suo superamicissimo Dimitry sembrava in difficoltà con quelle gelatine verdine e azzurrine appiccicate addosso.
    Uffa quel gioco cominciava a non piacerle più, anche se non sapeva bene come fare a farlo finire, poteva chiamare qualche altro Juju (essendo immaginario poteva richiamarne e giocare con quanti volesse) oppure far arrivare anche Jaja ma forse lì dentro non ci sarebbe stato.
    Tutti quei pensieri e quelle scelte tattiche la stavano confondendo, ma poi sentì la voce del suo amicone che la chiamava.

    Quando gli si avvicinò lui la prese delicatamente in mano per poi infilarla in una delle gigantesche tasche dei suoi vestiti, lei non capiva cos’avesse in mente ma si fidava cecamente (e stupidamente) di lui quindi non si preoccupò minimamente.
    Juju continuava a fare strage di ranocchie mentre la sua padroncina affiorava con mezza testa dal tascone gigante, era curiosa di vedere quello che sarebbe successo e non rimare affatto delusa.
    Dimy aveva creato un’esplosione violentissima che si dipanava dal suo corpo e che avrebbe finito con l’investire probabilmente tutte quelle ranocchie orrende e rompiscatole, anche se tutto sommato si stava divertendo il gioco delle rane era durato anche fin troppo per i suoi gusti…e poi Dimitry era proprio un figo!

    Yeeeeee!


    Si limitò a urlare la piccola fatina durante quella piccola apocalisse in miniatura, divertita dalla prospettiva di distruzione che sarebbe facilmente scaturita da quel botto gargantuesco.
     
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    _ 0 0 9 - ¤ - C r y - o f - C o n t r i t i o n
    Resoconto #5 _
    Perchè sì, distruggergli l'ingresso non era abbastanza: ora bisogna pure devastare il pianterreno, magari con una bella esplosione che -oltre a spazzar via le finte rane, ad annichilire i citoplasti, e a far tremare le poche assi che hanno resistito- assicura una vittoria facile benchè drastica -risolve il problema alla radice, ma non la radice dei problemi. Non a caso, infatti, avete appena superato il solo primo ostacolo -e, si sa, un gioco non è affatto divertente se dura troppo poco!
    Perciò... vai con il seminterrato -se anche provaste ad esplorare quel che rimane del piano dopo uno Yebat', in breve tempo risulterebbe chiaro ch'è verso il sottosuolo che dovete or procedere!

    Imboccando il dolce scivolo che conduce verso le tenebre, infatti -provando ad addentrarsi là dove pochissimi oltre a Zyg hanno potuto (e nessuno, invero, è ancora ritornato)- percepirete una spiacevole sensazione di freddo farsi sempre più intensa, tale infine da permeare nelle ossa e mettere a disagio anche il più audace degli esploratori: non del vero e proprio terrore -nulla di così intenso- quanto piuttosto un nervosismo a fior di pelle, un brivido costante in grado di farvi sussultare al primo rumore sospetto o ancora di farvi temere che le ombre non siano davvero solo ombre. Ma, per fortuna vostra, nulla di tutto ciò avviene -nessuna macchia nera che compare minacciosa, nessun crepitìo spettrale ad accogliervi man mano che procedete verso una cupa stanza estremamente umida e gran poco illuminata.
    No: il silenzio che vi accompagna è quasi rassicurante -se solo non fosse inquietante il resto lì presente- mentre i fiochi bagliori fluorescenti che provengono dagli innumerevoli acquari addossati alle pareti rivelano poco alla volta creature meravigliose quali meduse dagli ampissimi ombrelli, pesci di profondità che sfruttano la luce come esca, alghe fotoemittenti in varie, tenui tonalità della radiazione visibile. Un ambiente strano, per certi versi mistico, un porzione degli abissi più remoti chissà come trattenuta nel presidio più torrido del piano.
    Bello, bello davvero. Ancora meglio, poi, se voltandovi casualmente verso la direzione dalla quale siete giunti non notaste un orrore indescrivibile scendere con tutta quiete dal soffitto e bloccare l'uscita posteriore -sarebbe quasi uno scenario magico se solo il succitato abominio non fosse tanto raccapricciante quanto imponente, tanto contorto quanto intimamente sbagliato. Al punto che -provaste ad urlare o anche solo ad emetter parola- non ci sarà verso di comporre discorsi sensati e simili dialoghi -al punto che (totalmente privati di ogni pensiero compiuto o di una qualche stilla di raziocinio) potrete affidarvi solamente alla follia e alla disperazione. O all'istinto.
    - F r a n t i c a l l y _ A s k e d _ Q u a r i o n s
    Signori, vi presento la Nemesi della Ragione. Trattatela bene, è una signora! ù.ù

    Passando a cosa più serie, la stanza nella quale arrivate è un tipico laboratorio di ricerca tappezzato di acquari ricolmi di esperimenti vivi: sfortunatamente è pressochè immerso nelle tenebre (eccetto qualche fioco barlome proveniente da strani animali degli acquari) e nel buio non notate nient'altro di interessante (almeno per il momento).
    Fate attenzione che la situazione è abbastanza inquietante di suo, causa il freddo penetrante, l'ignoto e il silenzio innaturale -spezzato forse da qualche bizzarro ribollire negli acquari- perciò quando vi accorgerete di qual è l'ospite che vi sta aspettando -la signora di cui vi ho parlato prima- mi aspetto non sia una passeggiata per i vostri nervi! :3
    Da ultimo, la Nemesi ha l'interessantissima Passiva di rendervi incapaci di compiere pensieri razionali nè di trasformarli in parole -tanto è nefanda la sua natura che il vostro intelletto viene completamente abraso: siete come bimbi inermi che devono operare secondo le pulsioni di base, selvaggi che non potranno elaborare strategie e ragionamenti. Have fun! :3

    PS: la Nemesi non fa nulla per il momento, visto che si sta cibando dei vostri pensieri sensati -gli stessi che appunto non potete formulare.

    PPS:[Non mi par di ricordare che abbiate resistenze di sorta alle influenze mentali, ma nel caso sia così avvertitemi che correggo!]


    Edited by AnimeHunter - 31/7/2013, 19:16
     
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  14. _MajinZ_
     
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    In un attimo ogni rana venne spazzata via, ogni residuo di melma annichilito e la polvere disintegrata. L’onda d’urto generata da Dimitriy spazzo via ogni cosa, fece anche tremare le pareti e il pavimento rischiò di essere spazzato via, però alla fine quella sostanza schifosa era stata debellata e adesso era possibile proseguire la ricerca del padrone di casa.
    Bene.
    Disse il biondo tirando un sospiro di sollievo, mentre dava modo alla fatina di lasciare la sua tasca, sempre che quest’ultima volesse. Purtroppo non era rimasto nulla su quel piano, quindi l’unica altra via da seguire era quella che portava al piano inferiore, uno scivolo che si allungava in un percorso buio e freddo. La sensazione che trasmetteva quell’aria gelida era strana, si infilava nelle ossa e non solo, avvolgeva anche l’animo tanto da rendere il ragazzo inquieto. Il buio poi non aiutava di certo e ci mise qualche istante a capire di essere giunto a destinazione.
    Alla fine l’improbabile coppia raggiunse quello che sembrava un laboratorio, avvolto anch’esso nel silenzio e nel freddo, anche se stavolta il buio era rotto da alcuni riflessi bluastri provenienti da diversi acquari, posizionati a ridosso delle pareti. Al loro interno nuotavano meduse, strani pesci di profondità e alcune specie di alghe luminose... era tutto molto bello, se però non si trovasse immerso in una situazione da film dell’orrore.
    Quando poi sembrava che la situazione non potesse peggiorare, ecco arrivare il terrore puro, vomitato da quelle tenebre corrotte e putride. Voltandosi il sicario si ritrovò davanti qualcosa che non aveva senso, non aveva ragione di esistere. Scese dal soffitto la creatura, posizionandosi oltre il passaggio e impedendo qualsiasi via di fuga. Il primo pensiero fu quello di... tremare? No, non era quello... solo una parola: nascondere.
    Gli occhi dell’assassino si fecero vitrei, vuoti. Vuoti come la mente privata di qualsiasi pensiero, diventando un pozzo scuro e senza fondo. Nella testa l’unico frammento razionale era quella singola parola, generata dall’unico senso allenato a momenti come quelli... ovvero l’istinto. E la prima azione che guidava una mente vuota era l’istinto di nascondersi, portandosi lontano da quella creatura, cercare un luogo buio per attendere il momento propizio.
    Così Dimitriy indietreggiò fino a fondersi con il buio, cercando un modo di sfuggire a quella bestia che l’aveva sopraffatto mentalmente. Non sapeva che altro fare al momento, il suo sesto senso però gli diceva di nascondersi... e non poteva fare altro che assecondarlo.

     
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    Stava ancora urlando, eccitata per quella devastazione a cui era appena stata testimone da dentro la tasca del gigantesco Dimitry, quando questi aprì la tasca di modo che la piccola fatina potesse svolazzare fuori per poi cominciare a volteggiargli attorno.

    Haha, è stato divertente!


    La faccina stampata con un sorrisone che andava quasi da un orecchio all’altro, si vedeva che era proprio una creaturina felice.

    Si addentrò nel buio assieme al suo amicone, quando iniziò a sentire una strana sensazione di freddo che le entrava nelle ossa, non riusciva a spiegarsene il motivo ma si sentiva tesa, come se percepisse che qualcosa di pericoloso stesse per sbucare fuori da una delle pareti.
    Quando però vide gli acquari illuminati si dimenticò di tutto si proiettò ad osservarli, spappolandosi sul vetro a fare le boccacce ai pesci e alle alghe che popolavano quei contenitori trasparenti, la sensazione di freddo e inquietudine ancora presente ma sostanzialmente dimenticata.
    Probabilmente chiunque l’avesse incontrata avrebbe detto che era troppo stupida perché trucchi mentali del genere funzionassero su di lei bene come su chiunque altro, probabilmente avrebbero avuto ragione.

    Era ancora a fare le linguacce a una specie di pesce con in testa una lucina quando notò che Dimitry si stava nascondendo nelle ombre, non riusciva a capire perché il suo sguardo era vitreo e un po’ atterrito quindi si risolse, più per curiosità che per altro, a voltarsi nella direzione che stava guardando e poi la vide.
    Il cambiamento fu praticamente istantaneo, quelle poche e misere vestigia di razionalità che normalmente impedivano alla fatina di estrinsecare tutto il suo potenziale caotico vennero letteralmente spazzate via dal potere della Nemesi della Ragione.
    Ora non c’era più nulla a limitare la sua vera natura di creatura del Caos.

    Gli occhi spalancati a osservare il mondo dalla sua nuova prospettiva, un sorriso da un orecchio all’altro che mostrava in tutto il loro splendore i candidi denti aguzzi, chiunque l’avesse osservata in quel momento avrebbe avuto pochi dubbi sul fatto che quello fosse il vero volto della follia.
    Stava piangendo, lacrime le bagnavano le guance rosee e contemporaneamente rideva di una risata acuta e isterica mentre girava su se stessa lasciando che il caos fluisse libero attraverso il suo corpicino minuto, alcune piccole scariche statiche intanto scintillavano tra i suoi cornini o lungo i capelli fluenti che intanto erano agitati da qualche brezza invisibile o dalla mera energia statica.
    Continuava a girare su se stessa e a un certo punto, qualche istante dopo che la sua razionalità era scomparsa, vide nuovamente la Nemesi davanti a lei e solo un pensiero emerse dalla massa di devastante confusione che ora le regnava in testa.
    Giocare.

    Mentre il ghigno le si allargava ancora di più in volto e la risata si faceva ancora più folle, l’elettricità cominciò a caricarsi nel suo minuto corpicino senza concentrarsi in nessun posto preciso.
    Il caos non aveva bisogno di concentrare l’energia in un solo punto, il caos non aveva neanche bisogno di mirare, il caos era solo questione di prendere un sacco di energia e tirarla più o meno dove si voleva!
    Dopo aver caricato quanto più potere potè concentrare, lo riversò semplicemente nella direzione in cui si trovava il primo essere vivente che aveva visto, dopo che Dimitry si era nascosto.
    Il fulmine che si riversò dal suo corpo era una scarica di potenza a dir poco inimmaginabile, anche se la coesione lasciava parecchio a desiderare e almeno metà della potenza del colpo si riversò in serpeggianti scariche secondarie che oltrepassarono la nemesi, lasciandola indenne, o deviarono dal percorso centrando i numerosi acquari del coso-pesce.
    Non che in quel momento a lei importasse particolarmente di qualcosa, metà del suo colpo aveva comunque viaggiato abbastanza dritto per arrivare addosso al suo giocattolo e con un po’ di fortuna l’aveva anche colpito.
    Ah, il Caos, era così liberatorio!

    Status Fisico: illesa
    Status Psicologico: ???
    Mana: 80-40= 40%

    Fulmine Globulare
    Un fulmine che va sempre dritto…che noia! Trovo che il farlo curvare, ogni tanto, lo renda assai più divertente.
    Beh non è che ci sia moltissimo da dire, concentrando il proprio mana all’interno di una mano è possibile per la piccola Wydwen scagliare una portentosa folgore verso qualunque oggetto abbia voglia di ridurre a una poltiglia elettrificata.
    La potenza della scarica viene decisa al momento del lancio, come pure la sua curvatura, sì, curvatura. La piccola spiritella è infatti in grado di far percorrere alle proprie scariche elettriche degli archi di circonferenza e non solo delle rette, pensate al divertimento di vedere un fulmine che invece di venirvi addosso da davanti, fa il giro largo per colpirvi a un fianco! Assolutamente uno spasso senza fine, soprattutto per le facce sorprese delle persone.
    Consumo: Variabile CRITICO
     
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