[EM] Il Germe dell’Orrore

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    Kuthian

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    Un androne irreale si parava innanzi ai temerari che si rinchiudevano tra quelle mura, pregne di un marciume pungente, forse capace di raschiare lo spirito stesso dei visitatori. Solo una coppia di finestre forava quella catapecchia al cominciare di ogni piano, filtrando la violenta luce meridionale fin dentro il palazzo derelitto, e solo poi i contatti con l’esterno s’interrompevano, proprio nelle sale più interne, ove s’aggirava l’abominio.

    La sua malsana presenza pareva riverberare attraverso le stanze, saturando l’aere stesso, e l’agghiacciante silenzio che ivi regnava accresceva il terrore: lui poteva essere dietro ogni angolo, ingabbiato dentro una qualunque stanza, o perfino essere assente fisicamente da quelle sale maledette, eppure la sua inconfondibile traccia cancerogena persisteva – stagnante – in ogni anfratto.

    Di quel caseggiato si sapeva ben poco: insieme ad altri edifici, era stato sottratto all’organizzazione Taiulia proprio agli esordi degli Eversori, e da allora era divenuto nido della bestia di Kuthian.
    Solo lui, per centinaia di metri quadri, non tanto per malcelate manie assolutistiche, piuttosto per l’esalazione di anatemi oscuri che là venivano sperimentati; questi scrostavano le pareti, avvizzivano l’atmosfera stessa, consumando addirittura le persone che aveva tentato di abitare in zona.

    Perciò la desolazione era la norma nel regno del deviato Gerarca.

    E quando due presenze varcarono la frontiera del suo venefico reame, lui le percepì.
    Avrebbero attraversato intere ali spettrali del palazzo, senza sentire altro che i loro passi incerti sullo scricchiolante pavimento. Uno dei due forse avrebbe guidato la seconda presenza, già intuendo per esperienza dove avrebbe potuto trovare la belva inumana.

    E così lui avrebbe aspettato che l’aria stantia si riempisse delle nuove voci, pregustando avidamente l’inaspettata visita, torcendo le mani sataniche seviziate da irregolari spasmi.

     
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  2. _MajinZ_
     
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    Dimitriy era già arrivato da un pezzo al luogo dell’incontro. Attendeva l’arrivo della nuova recluta salvata dalle grinfie dello Yuzrab, poggiato a quel muro che anche solo osservandolo pareva... marcio. Le sue braccia erano incrociate e gli occhi chiusi, mentre cercava di raggiungere la concentrazione adatta per muoversi in quel posto contenente il male più puro. Non che avesse paura, però il Castigo a volte riusciva a metterlo in soggezione, per questo gli serviva tutta la calma possibile per non commettere errori, per non rischiare di catalizzare il male su di se.
    Il tempo avanzò lento ma costante, i minuti passarono e finalmente qualcosa si mosse intorno al biondo assassino... era una delle sue Voci quella che gli si era accostata, la quale pronunciò poche parole che sancivano l’arrivo della recluta. Subito dopo l’informatore scomparve e nello stesso istante il sicario si staccò dal muro e poco dopo la vide. Nadine si stava avvicinando... e sopravvivere a Merovish era solo la prima semplice prova da superare, ma il vero esame arrivava adesso... al cospetto del Gerarca sfigurato, colui che rappresentava la faccia più feroce dell’Eversione.
    Il Myrmidon non parlò, si limitò a restare in silenzio mentre faceva segno alla ragazza di seguirlo, mettendo così piede in quell’edificio che tutti evitavano... impauriti dalla creatura che si nascondeva al suo interno. Nel momento in cui entrambi avessero messo piede all’interno, subito la sua presenza gli avrebbe avvolti con un abbraccio freddo: lui era ovunque ma in nessun luogo. Dimitriy lo sentiva chiaramente, percepiva la sgradevole sensazione che gli forniva il Demone e si mosse proprio in quella direzione, verso la zona da cui proveniva il malessere.
    Il pavimento era compromesso dalla cattiveria, tuttavia i movimenti del biondo erano più simili a quelli di un fantasma: i suoi passi non producevano nessun suono. Seguendo il suo sesto senso, il russo guidò la spadaccina in quel dedalo di stanze e corridoi... sembrava quasi che la presenza, da un momento all’altro, sarebbe uscita fuori da ogni luogo o da ogni antro buio li presente. Quando finalmente la sensazione si sarebbe fatta quasi insostenibile, ecco, in quel momento il naufrago poteva essere sicuro di aver rintracciato il possesso di quell’aura... e solo in quel momento avrebbe parlato.
    Ho portato la nuova recluta.
    Parlò con voce ferma il ragazzo, una tonalità fredda e desolata come le distese dell’Etlerth. Infine attese in assoluto silenzio, scrutando ciò che lo circondava con i suoi occhi di ghiaccio... mentre uno spasmo attraversava la muscolatura del suo braccio sinistro: maledetto Calisto, i suoi errori non si erano ancora placati e spuntavano fuori nei momenti meno opportuni.

     
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  3. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Post n° 12870b8b9

    Una Figura ammantata di nero, silente, impercettibile, quasi, dato che sentì dietro le mie spalle il suo soffio essermi praticamente sul collo. Mi voltai rapida nel gesto di afferrare la spada e colpire ciò che mi stava dando l’impressione di un agguato durante il mio camminare riflessivo: vivendo un altro giorno nella città del peccato. Ma ciò che sembrava essere una minaccia in realtà era un invito, un invito a presentarmi in un luogo che solo all’ingresso di esso avrei percepito come il male in ogni sua forma. Comunque… ritornando in ordine di fatti, la figura non era altro che una delle tante voci, un seguace di quel compagno che mi aveva iniziata verso il nuovo cammino e che ora mi attendeva nuovamente per mostrarmi qualcos’altro.

    Raggiungerò il tuo maestro...

    Ascoltando le poche parole dell’individuo incappucciato recepì il messaggio recandomi nel nuovo luogo dove avrei scoperto qualche altro segreto, o forse… dove avrei semplicemente acquistato più consapevolezza della grande macchinazione di cui io formavo uno dei piccoli ingranaggi. Le strade come sempre erano affollate, palpabili nella loro unione di individui di ogni genere e malintenzionata perversione - ma ormai questo era solo un dettaglio a cui non davo conto e come esso... anche la gente ormai non dava conto a me: forse nella consapevolezza di aver avuto informazione del nuovo demone che si era unito alla schiera infernale che lavorava a basso profilo per la rivoluzione e la nuova gerarchia. Arrivata dinnanzi al compagno che vidi già li presente a braccia conserte e che nello sguardo dimostrava più linguaggio di qualsiasi possibile parola… mi fece segno con un impercettibile movimento della testa di seguirlo e lasciare che il tragitto mi portasse alla nuova meta. Entrammo... il cigolare della porta in quel suono infernale che copriva l’insano silenzio che si poteva percepire e respirare simultaneamente.

    ° Cosè questa inquietudine? °


    Non ero mai stata una persona che soffrisse di agitazione o che provasse quel famoso brivido che ti percorre la schiena avendo un presentimento lineare e limpido di morte ma dentro quella struttura… quel senso attanagliava ogni fibra del mio corpo e faceva si che una goccia di sudore si formasse sulla fronte per poi rigare il lato del mio viso: Inquietudine. L’insana follia del germe che si era annidato nella testa della persona che viveva all’interno una dimora tale mi sconvolgeva: mi sconvolgeva nella decadenza che si poteva osservare ma non solo… anche percepire nitidamente. Centinaia di sguardi invisibili venivano captati dalla sottoscritta e pure non vi era traccia di individui che osservassero la nostra andatura, ma stranamente avevo come la dannata e sgradevole sensazione di essere scrutata e messa a nudo: nel totale studio di ogni più piccola caratteristica che formasse il mio animo e pensiero. I rumori dei miei passi a confronto di quelli di Dimitry erano più percepibili nel suono del pavimento ormai marcio che produceva la pesantezza di essi. L’intuizione di essere finita all’inferno, o qualcosa di molto simile che si avvicinasse al piano di creature orride e abiette che dominano con la loro malvagità. Avevo come la voglia di scappare: ma facendomi coraggio... cercai di convincermi che tutto fosse solo frutto di una semplice soggezione dovuta al condizionamento di insicurezza che ormai mi avvolgeva e mi opprimeva.

    ° Un demone! °

    Poi tutto si palesò... in un semplice individuo che apparve nella sua serenità ad osservarmi, e li rammentai quei cento occhi che avevo avuto come l’impressione che mi scrutassero totalmente appena entrai nella struttura. Sgranai gli occhi captando una simile potenza avvolgermi: sentendomi microscopica al suo confronto ed impotente. Non avevo mai subito un condizionamento tale in centinaia di battaglie con gli Yoma e pure… ne avevo incontrato di potenti e brutali, ma in quell’esatto momento tutto mi sembrò claustrofobico e quasi il respiro mi si interruppe osservando il suo penetrante sguardo che nuovamente mi scrutava nell’animo. Chi era costui? Chi poteva essere questo mostro sputato dalle viscere dell’inferno emanando il male assoluto e catalizzando ogni energia di quel posto nel centro della sua figura? Provai a rimanere calma e a non dare un’impressione di debolezza, ma era difficile... dato che sentivo al tempo stesso essere stritolata in una morsa che mi faceva rabbrivididire: che cosa avevo accettato in realtà?




    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 6/4/2013, 04:13
     
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    Kuthian

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    Gli ospiti percorsero a ritroso le fiumane d’odio che dalla corrotta fonte sgorgavano.
    Logorante ansia e sottili paure scalciavano nelle loro teste, mentre lasciavano alle spalle – sempre più lontana – l’entrata di quell’incubo.

    Le sale più vicine all’abominio erano intarsiate da scritte diaboliche, incise nel cemento dalla forza scorticante della magia, e dal soffitto gocciolavano rivoli di liquido vermiglio, forse sangue. Scarsa era la luce nell’anticamera della follia, abbozzata solo da poche candele o lampadine quasi bruciate.
    E quando giunsero nella stanza contenitiva, dopo aver percorso vicoli che parevano scrutati da migliaia di occhi, trovarono solo un paio d’iridi vermiglie ad accoglierli. Eppure quei bulbi gelatinosi - incastonati in quel cranio maledetto - veicolavano tempeste di follia e annientamento, talmente veementi da mettere in profonda soggezione la nuova arrivata.

    La carne fresca.

    vdI431K
    Proprio su di lei si concentrò lo sguardo inquisitore del nostro: sulla bardata guerriera accompagnata dall’ormai fidato Dimitriy. E quell'occhiata pareva sondare l’anima stessa, filtrando fino ai recessi più profondi della psiche e, malgrado il Kuthiano fosse ancora seduto sulla seggiola che ospitava le sue sperimentazioni, il Gerarca con un solo corno torreggiava indiscusso in quell’ambiente.
    Quando Bid’daum inarcò il suo cipiglio, forse in un gesto di velata approvazione, la tensione scemò leggermente e il silenzio fu interrotto dalle sue viscide parole.

    Dimitriy, mi hai portato un meticcio e vuoi spacciarlo per un Eversore?


    La sua voce, di pari passo con la sua presenza, sembrava scarnificare i suoi ospiti. Il suo sguardo maledetto si posò nuovamente sulla recluta, nel momento in cui si rivolse direttamente a lei.

    Chi sei tu veramente? Sei la spadaccina che tutti vedono, o sei la bestia che si annida dentro di te?

    Al suo severo sguardo non era sfuggita la ribollente forza selvaggia che si nascondeva nell’abisso di quell’anima, tanto che il Castigo non aveva esitato a rivolgere la scomoda domanda alla novella mercenaria.
    Le tenebre di quegli anfratti parevano chiudersi sui visitatori, e rune pulsanti di malvagità s’intravedevano nelle pergamene dispiegate sui ripiani della sala. Il signore di quel mondo dominava dal suo trono, e si poteva essere certi che una sola parola a lui sgradita avrebbe sancito una condanna atroce.

     
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  5. _MajinZ_
     
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    Il Male era li, nascosto nel suo antro buio e inquietante. Occhi rossi come il sangue, lo stesso sangue che presumibilmente imbrattava soffitto e pavimento si posarono sulle due figure che avevano seguito gli intarsi stampati magicamente sul freddo cemento. E Bid’daum sedeva su una seggiola, all’interno di una camera ormai satura di malvagità... puntando i suoi occhi indemoniati sui due ragazzi, squadrandoli come se stesse per divorare loro l’anima. Nonostante fosse seduto, il Castigo non era inferiore ai nuovi arrivati, anzi, la sua presenza era immensa e inquietante, lo faceva apparire come qualcosa di invalicabile e tremendamente pericoloso.
    Poi un sopracciglio del Gerarca si inarcò, rompendo poi quel fastidioso silenzio con le sue parole velenose mentre faceva una domanda al biondo. Quest’ultimo rimase per una manciata di attimi in assoluto silenzio, soppesando per bene le parole da pronunciare... era come il lupo beta che sceglieva in che modo approcciarsi a quello alfa: una mossa falsa e la morte sarebbe giunta rapida, implacabile. In quel momento il Kuthiano era il capobranco, qualcuno a cui prestare un rispetto incondizionato, per evitare di venire travolti dal Male.
    Può sembrare un meticcio, ma quel che nasconde la rende di una razza purissima.
    Il tono dell’assassino era comunque controllato e piatto, segno che sapeva benissimo come rapportarsi al suo superiore grazie all’esperienza, ma chissà come avrebbe reagito Nadine davanti a così tanta ferocia, anche se al momento tutto era calmo. Quella voce era comunque tagliente come una lama, lasciando dei fastidiosissimi graffia sia nel corpo che nell’anima.
    Nel momento in cui lo Hierarch si rivolse alla ragazza, lo sguardo glaciale del russo si spostò dal rosso all’argento, cercando di cogliere la reazione della giovane Nadine. Lui sapeva già a cosa si stava riferendo l’alieno, aveva percepito a sua volta qualcosa di più oltre l’apparenza e forse era proprio quello il motivo per cui lei si trovava in quel luogo corrotto. E mentre l’oscurità si faceva quasi opprimente, il silenzio calò nuovamente nella sala, pronto ad ascoltare quale sarebbe stata la risposta della Claymore a quella scomoda domanda.

     
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  6. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Post n° 22870b8b9

    Due domande taglienti come lame di rasoio pronte a sgozzare e rendere nulla ogni essenza. Tentavo, provavo, cercavo di rimanere calma, serena, sicura e impassibile - ma osservare quello sguardo che a sua volta osservava me e mi scrutava non era facile: lasciando che un peso inconsistente ma percepibile al mio interno rendesse quegli attimi titanici. Pur non sapendo chi fosse - o meglio... sapevo che era un gerarca, ma non sapevo la sua storia e i suoi intenti - sentivo che quell'individuo sprizzava aria omicida da tutti i pori e sarebbe bastato poco per scatenare la sua furia. Dovevo pesare le parole e stare attenta a ogni grammo di frase che avrei estrapolato dai miei pensieri tramutandoli in un discorso per convincere il presente a ottenere la sua fiducia. In me vi era agitazione, stranamente; agitazione pari a una scolaretta che viene valutata dall'esperto professore per capire se possa essere un elemento utile alla società o più che altro uno scarto da commiserare e lasciare che sguazzi tra la mediocrità. Rimanevo silente pensando attentamente a cosa dire, anche se ascoltando le parole di Dimitry nell'elogiarmi a suo modo... rendeva quell'istante un pò meno assurdo nelle sensazioni negative che provavo.

    ° La convinzione è tutto °


    La fiducia che aveva in me il compagno, doveva farmi da monito a comprendere quanto io valessi in realtà, e lasciare che quell'essere assoggettata a una tortura psicologica si sminuisse con la convinzione di aver voluto ciò a cui ora stavo andando incontro. Il passato doveva infondere in me quel barlume di sicurezza nel convincermi che io valevo quanto loro e che la mia presenza e contributo poteva dare lustro a quella organizzazione di cui lui era un simbolo: troneggiando nella sua posizione di monarca. Bestia o spadaccina? questa era la domanda postami, comprendendo quanto quell'essere fosse conoscenza: apprendendo più di altri l'essenza che mi distingueva da ogni altro essere vivente. Avevo solo una possibilità nel esporre ciò che mi era stato chiesto, e in questo dovevo dimostrarmi sicura quanto umile nel comprendere che vi era una procedura da effettuare a cui ognuno dei membri si era sottoposto. Così... senza sprecare ulteriore tempo nel silenzio di trovare le giuste parole... decisi di dar vita al mio labiale e esporre ciò che mi era stato chiesto con scrupolosa consapevolezza e curiosità.

    La mia spada è il mezzo con cui dimostro la mia abilità nel titolo di combattente: nella denominazione di claymore. Dentro di me la bestia risiede e mi ha reso la guerriera cinica e letale che sono diventata estinguendo numerose vite ma allontanandomi anche da quell'umanità completa che viene rappresentata da quest'involucro apparente che mi contraddistingue. Io non sono ne bestia ne spadaccina... sono semplicemente un'arma che viene scagliata per estinguere e risolvere problemi. Così sono sempre stata definita in quel mondo da cui provengo e che ora non mi appartiene più.

    Una pausa a interrompere il discorso fissando in quegli occhi magnetici l'essere dall'incredibile carisma e potenza che ascoltava interessato le mie parole, e che da tali estrapolazioni cacofoniche avrebbe deciso cosa farne di me.

    Se sono qui dinnanzi a voi... è perchè voglio nuovamente combattere per uno scopo... ma non solo come arma ma anche come individuo che per troppo tempo ho ignorato... per un condizionamento dovuto all'ignoranza di chi ha paura di ciò che non conosce.




     
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    Kuthian

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    Il Russo aveva occhio per gli individui peculiari, senza dubbio: le sue iridi siderali distinguevano nella massa indistinta i pupazzi singolari, le uniche marionette degne d’intavolare lo spettacolino dell’Eversione. Ma c’era una cosa che i comuni involucri di carne – o membri d’elite, come altri li chiamavano – non riuscivano proprio a fare: fallivano miseramente nel far divertire il Kuthiano.

    Tutti macchine da guerra a sentir loro, senza personalità e privi d’esitazione. E continuavano a non capire che proprio sul piano passionale si fondava la ragione d’essere; il Gerarca dal canto suo era un genuino sognatore - per quanto deviato e satanico - tanto da perseguire la sadica utopia di un mondo dilaniato dall’entropia.

    Così il suo volto parve nausearsi dopo le parole della guerriera, che con la sua insipida e noiosa risposta aveva svilito l’entelechia del Castigo stesso.

    Era un altro giocattolo scipito, da gettare nel mucchio insieme a tanti altri.
    O magari Nadine andava stuzzicata per ottenere qualcosa di vagamente interessante, proprio come era accaduto con quell’altro pivello, quel sottomesso di Azazel.

    Bid’daum volle dare un’implicita seconda chance all’altra, tuttavia questa volta non sarebbe stata altrettanto indolore: il deformarsi della sua espressione non presagiva nulla di buono, nella testa di Dimitriy sarebbe suonato più di un campanello di allarme.

    Io invece dico che tu sei una bestia.

    Rivolse al pupazzo parole di una semplicità terrificante, irritate al pari del capriccio di un bambino.

    E se io lo dico...

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    ... tu lo diventi.

    Concluse tombale e schizzato, vibrando fuori dal suo organismo una proiezione di sé, vogliosa d’infettare la novellina che sostava a pochi metri dal demonio. Intangibile come lo spirar marino, avrebbe cercato la collisione contro il principio vitale di lei, impiantando così radici chiodate nell’anima della mezzosangue. Linfa oscura sarebbe defluita nello spirito occupato, portandolo allo strazio interiore e scatenando le più oscure sedi di quell’ego. E virando verso la pura cattiveria, la sventurata rischiava di far emergere la sua metà bestiale in modo inconsulto, o almeno così sperava il Triumviro del Sud.

    Il suo gioco mortale era tanto azzardato quanto allettante, giacchè non poteva figurarsi la reazione della belva alla sua frustata.



    Energia: 110 – 10 = 100%

    Sentimenti proibiti
    Tante convinzioni permeano la nostra vita. Si crede nei propri ideali, si crede che si sarà sempre coerenti con essi. Quante illusioni. Per fortuna che ci sono persone come Bid’daum, capaci di aprire gli occhi al prossimo.
    Un manto etereo, formato da un ritaglio dell’anima del Kuthiano, sarà inviato verso il bersaglio e ne sarà ricoperto. Avvolto in queste vesti impalpabili come l’aria, il personaggio colpito capirà che niente può essere dato per scontato. Neppure la propria indole.
    Proporzionalmente al consumo di energia profusovi, l’allineamento nemico subirà sconvolgimenti temporanei. Il paladino della giustizia inorridirà dall'interno, osservando le crudeltà che concepirà spontaneamente. Si scoprirà capace di azioni orribili, e si consumerà in una lotta interiore, mentre l’anima nera del Kuthiano lo spingerà a compiere violenze.
    Di contro, anche la peggior feccia potrà riscoprire sentimenti caritatevoli verso il prossimo. Chi segue le leggi sentirà l’impulso irrefrenabile di infrangerle; chi vive nel caos scoprirà la propria incoerenza nell’ostinazione di non vivere secondo le regole. E chi si è sempre proclamato neutrale, penderà spaventosamente verso uno dei due baratri. Perché le facce sono molteplici, ma la medaglia è sempre la stessa.
    Durata: 1 turno
    Consumo: variabile (usata a medio)(a consumo basso si può cambiare di un gradino l’allineamento nemico in una sola delle due incognite sotto riportate; a medio si può traslare una sola incognita di due gradini; a consumo alto si può spostare entrambe le incognite di un intervallo; a critico si può ribaltare completamente un allineamento.)

    Inclinazione del pg: Malvagia <–> Neutrale <–> Buona
    Attinenza alle leggi: Caotico <–> Neutrale <–> Legale

    Note: Bid prova a scatenare la parte bestiale di Nadine con un consumo medio che squilibra l’allineamento, anche se il pg non ha un allineamento esplicitato in scheda, ho provato così.
     
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  8. _MajinZ_
     
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    Ormai era passato più di un anno da quando Dimitriy era diventato un Eversore, conosceva ogni vecchio membro e aveva occhio per le nuove reclute, acquisendo una certa esperienza come arruolatore di braccia per l’eversione. Inoltre non aveva molti problemi a discutere con i Gerarchi, Ariste era quello più normale, un umano strappato dallo stesso luogo e quindi era semplice rapportarsi con lui. La stessa cosa si poteva dire di Zimmer e benché le differenze fossero evidenti, non vi erano molti problemi a capirsi... ma lo stesso non si poteva dire per il Castigo.
    Bid’daum era forse l’unico che riusciva a mettere in soggezione un tipo calmo come il russo, il quale non riusciva proprio a capire cosa potesse esserci dentro quella testa cornuta. Ogni volta che si avvicinava al Kuthiano, i sensi di Dimitriy erano sempre tesi al massimo come se si trovasse nel bel mezzo di una missione mortale... quell’essere era pericoloso e imprevedibile, le sue azioni erano dettate dal caos, tutto il contrario del biondo che era più portato per l’ordine e le regole. E quando il viso dello Hierarch si trasformò in una maschera sadica e inquietante, l’assassino capì che di li a poco sarebbe successo qualcosa di poco piacevole.
    Le sue parole furono semplici quanto terrificanti, era evidente che la risposta ricevuta da Nadine non fu abbastanza soddisfacente. Lo sguardo glaciale si posò quindi sul criminale, cercando di leggere le sue intenzioni ma non ci volle molto per sapere la risposta. Qualcosa infatti si staccò dall’essenza dell’Eversore, una parte di se che si scagliò dritta addosso alla ragazza, causandole chissà quale tormento interiore... tuttavia il biondo rimase fermo, immobile, non aveva nessuna intenzione di intralciare un suo superiore. Sperava solo che non la uccidesse.
    Il sicario non avrebbe mai mostrato tanto sadismo con un alleato, non era nel suo stile agire in quel modo, ma lo stesso non si poteva dire dei suoi nemici. Con essi infatti il russo era implacabile, probabilmente in quel caso anche lui avrebbe mostrato la sua vera faccia... ma per ora non poteva fare nulla, se non attendere e sperare in bene.

     
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    Post n° 32870b8b9


    fbg48

    Quello sguardo a mandare impulsi di rancore e disprezzo. Penetrante come lame affilate che si infilano nella carne al pari di soffice burro. Lo captavo intensamente, percependo quell’idea, quell’idea insana che con brutale prepotenza e sicurezza cercava di istillare nel mio animo, nel mio inconscio, nella mia mente. Una bestia quindi ero anche qui? Non un individuo con una sua volontà, ma un mostro sanguinario che brancola nel mio oscuro per uscire fuori e trasformare ogni concetto di equilibrio nel più mero e macabro caos. A udir quella parola – bestia – come detto, nel mio animo qualcosa andò ad infiammarsi, non per indomito spirito di ribellione, ma più che altro come se la chiave di accesso alla mia entità demoniaca fosse stata inserita nella serratura, così da dare libero sfogo al mostro che occupava il mio interno. Tale parola fu come il magma bollente che tramite una scossa di magnitudo da vita a un’eruzione nella sua selvaggia e indomita potenza di calamità naturale.

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    Il mio viso a contrarsi in un espressione da me non richiesta, e sentire il fluido dello Yoki scorrermi direttamente nelle vene lasciando che la percentuale di accumulo crescesse senza che io ne fossi totalmente consapevole di tale azione. Tutto ad accadere senza una logica spiegazione, sentendomi ora… al pari di un uragano che sradica ogni cosa: liberando potenza pura nella selvaggia e indomita violenza di un azione apocalittica. Non riuscivo a frenarmi, provavo, cercavo, mi sforzavo, ma la rabbia cresceva, cresceva e cresceva sempre più... dando forma concreta ormai a quel mostro che non si poteva bloccare o semplicemente dire: Scusami… cortesemente potresti fermarti?
    No, nulla di ciò era consentito, tale era il fardello di noi Claymore, mezze donne e mezze Yoma, che al rilascio troppo esteso e troppo copioso di tale energie maligne, non riusciamo a far regredire il processo: ma lasciando che la nostra umanità venga miseramente e totalmente annientata come il battito di mani sull’esile corpo di una mosca.

    I miei occhi a irrorare sangue in quei capillari che ormai erano multipli tanto da rischiare di romperne qualcuno, rendendo di seguito le mie sclere più simili al colore cremisi che al candido bianco. Tutta la mia fisionomia stava cambiando, nel sentirmi ingobbita per il crescere dei muscoli sulle mie spalle, come degli stessi arti a diventar più robusti e voluminosi. Ormai tutto era mutato... lasciando che dall’aspetto piacevole alla vista delle mie fattezze di gradevole donna, passassi a quelle più aberranti e minacciose di una creatura immonda senza uno spirito. Le mie pupille ormai si erano assottigliate, facendo si che il mio sguardo diventasse pari a quello di un predatore felino, che più simile a quello di una persona che vuole far trasparire mediante esso le sue emozioni. No… nulla di tutto ciò ormai mi si accostava, più bestia che altro, e dall’impulso di divorare budella della prima creatura vivente che avessi trovato: e quel l’individuo davanti a me sembrava tanto gustoso.

    Ho fame…

    Pronunciai, mentre il mio sguardo di famelica bestia si accrucciava accompagnato da un sorriso: nel puntare ormai ciò che non era più un gerarca, ma più similmente a una pietanza di cui dovevo cibarmi.

    yoma

    Eppure… io sapevo bene invertire il processo: unica di tutte e 47 le claymore a poter sfruttare tali poteri senza rischiare un totale risveglio, senza lasciare che la propria umanità venisse calpestata. Ma ora nessun barlume di senno nei miei occhi, solo fame, istinto e ferocia a ritorcersi contro ciò che mi guardava divertito e che gustava quel momento come se fosse stato uno spettacolo di una compagnia teatrale. Ero già oltre il 70%, un quantitativo talmente gigantesco da trasformare ogni mia collega in un risvegliato e lasciare che da protettrice degli umani, si diventasse più semplice predatore di tali creature. La mia mano ormai deforme e tozza, con artigli al posto di unghie ad afferrare il manico della mia spada ed estrarla dalla custodia, così da brandirla e sfruttarla nel sincero interesse di affettare qualcosa.

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    Poi in un’attimo, un istante, un soffio di fiato... la mia figura ormai aberrante nelle fisionomie a lasciare la staticità e dirigersi in una folle corsa di un semplice battito di ciglia breve a tentare di raggiungere il mio obiettivo che ancora mi fissava e mi derideva. Nel cercare di sfruttare il movimento cinetico del braccio di cui la mano era l’incastro con la mia arma, far si che quest’ultima fosse scagliata in un fendente a cercare di colpire l’arto superiore destro per staccarglielo così da poterlo poi sottrarre e di conseguenza farne cibo per gustarne l’insipida carne: ma in realtà ciò che io pensavo essere un fendente non erano altro che multipli colpi a casaccio sulla sua figura, nell’intento istintivo e violento di smembrare la sua carne.



    Mana: 110 - 20 = 90
    Mente: Incontrollabile
    Fisico: Illesa

    Consumi Tecniche:

    Yoki (o velocità dibolica): Sfruttato un consumo alto



    ~ Abilities and Equipment.
    « Il potere della distruzione scorre fluente in me. »



    Armatura: 1 pnt. Le Claymore indossano un'uniforme simile a quella da combattimento romana, con uno stile d'art d'eco.È formata da 2 pezzi di colore grigio chiaro, con un colletto di soluto sul nero con i bordi bianchi con sopra il simbolo delle Claymore vicino alla gola. Sopra la parte superiore di questa, vi sono più pezzi di armatura metallica: stivali brillanti, leggermente tallonati, polsiere(avanbracci), protezioni per le spalle, e una particolare gonna fatta di metallo. Infine, indossano un mantello grigio corto, sebbene la versione maschile della corazza non lo abbia. Alcune Claymore possono avere alcune modifiche alle loro uniformi per adattarle alle loro abilità particolari...

    Spada Claymore: 1 pnt. La Claymore è la tipica arma della guerriere dell'Organizzazione. In scozzese il termine significa "Grande Spada". Le guerriere sono chiamate Claymore dalla gente comune proprio in virtù di questa spada. Ogni spada ha sulla base della propria impugnatura il simbolo della Claymore a cui appartiene. Le "Claymore" sono spade larghe a doppia lama dal peso sconosciuto e con impugnature affilate. Nessuna Claymore è stata mai distrutta e neppure danneggiata,fatto che fa dedurre la loro presunta indistruttibilità. È raro vedere una Claymore senza la sua spada, la quale viene utilizzata non solo per combattere, ma anche per tagliare legna da ardere e cacciare. Le Claymore sono solite riposare dopo aver conficcato la spada nel terreno ed essercisi appoggiate. Quando una Claymore muore,la sua spada viene conficcata nel luogo di sepoltura per identificare la defunta. le Claymore di solito posseggano una sola spada, alcune Claymore particolarmente forti ne utilizzano due. La seconda spada di solito apparteneva ad una amica morta dell'utilizzatrice.. Passiva: Indistruttibilità spada. 5 pnt
    34xqpth

    Cautela
    Combattere sfruttando lo Yoki è un abilità che costa molte energie, che nel mondo di Endlos viene definito mana. Per questo, Nadine è stata donata della possibilità di avere una maggiore riserva energetica, potendo così resistere maggiormente dove altri invece cadrebbero ormai allo stremo di energie gestite in malo modo, e che li vedrebbe di fatto spacciati. In termini di gioco, questa passiva gli consente di avere un 10% in più rispetto alla normale quantità di Mana che solitamente ogni essere ha a disposizione. 5 pnt

    Occhio Divino Bloccata
    Nadine è una guerriera dotata di uno Yoki spaventoso, capace di leggere il flusso di energia che alberga nel corpo dei suoi avversari, riuscendo in questo modo a prevedere attendibilmente ogni loro movimento.
    valida solo per i movimenti e gli attacchi fisici
    Passiva. 5 pnt


    Rigenerazione del Corpo Bloccata
    Questa è un'abilità generica, posseduta da tutte le Claymore. E' più accentuata ed efficacie nelle Claymore di difesa e consiste nella rigenerazione delle parti del corpo mancanti e danneggiate. Nel caso delle Claymore di attacco questa abilità risulta essere meno presente, ma consente comunque la rigenerazione, anche se in tempi piuttosto lunghi, rispetto alle guerriere di difesa, che riescono a rigenerarsi quasi all'istante.
    [Passiva di rigenerazione] Only Gdr 5 pnt

    1c86761b


    a93304b1


    Yoki (o Velocità diabolica):
    Il potere demoniaco che scorre nelle loro vene è chiamato Yoki, esso può essere utilizzato in quantità diverse a discrezione della guerriera.
    Consumo: Variabile. 2 pnt
    Al 25% le vene dei muscoli e del volto si gonfiano e la velocità in possesso delle guerriere aumenta considerevolmente. Al 50% tutto il corpo subisce l’effetto di questo potere demoniaco, i muscoli s’ingrossano deturpando anche il volto che assomiglia sempre di più a quello di una bestia feroce. Il desiderio di sangue diventa un pensiero fisso e solo le guerriere con una forza di volontà considerevole riescono ancora a controllare la brama di potere e rimanere lucide nel combattimento. Quando una Claymore non riesce più a contenere il proprio Yoki e supera lo 75% subisce una mutazione, chiamata risveglio, che le trasforma in esseri mostruosi che trascendono il semplice Yoma, divenendo a tutti gli effetti predatrici di uomini e perdendo la propria coscienza umana.
    - Rilascio 100% : Pieno risveglio. La parte umana cede al mostro che risiede nel corpo e la velocità diventa mostruosamente spropositata..







    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 11/4/2013, 19:00
     
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    Il mondo cambiò seguendo il volere del Castigo – perverso regista dell’altrui vivere – e finalmente la bestia fu rilasciata dalla gabbia in cui era malamente stipata. Mentre il viso di lei s’imbruttiva e acquisiva deformate fattezze, l’espressione del Kuthiano era sempre più interessata, quasi avida di vedere fino a che punto si potesse spingere la sua nuova bambola.

    Affamate fauci sostituirono l’apatica bocca, e il colore delle irreali iridi era sfumato dal fioco argento al giallastro felino. L’intera muscolatura parve gonfiarsi e l’espressione aggressiva presagì l’attacco sconsiderato della risvegliata. Il Gerarca, finalmente soddisfatto, aveva occhi solo per la novellina, e accolse il suo slancio con queste parole.

    Vieni a prendermi.

    Il suo atteggiamento – pur sembrando squilibrato – non si lasciava sfuggire dettagli vitali della posa nemica, come il suo stringere compulsivo dell’elsa e il piegamento delle tozze gambe nel gesto d’iniziare a correre. Fu così che Bid’daum si portò in posizione di guardia nello stesso istante in cui lei si lanciò contro il triumviro, che dal nulla aveva palesato nella mancina la sua arma spiritica. Un battito di cuore dopo, le due armi cozzarono con inaudita violenza, sbalestrando all’indietro proprio il Corno, salvatosi per un soffio dalla famelica lama dell’altra.

    VcFAwda

    Scaraventato contro il muro retrostante, fece in tempo a irrorare il suo fisico di energia, smorzando quella che sarebbe stata una botta tremenda contro la parete. Dopo lo schianto rimase un avvallamento crepato nel solido calcestruzzo, e il Kuthiano si riprese a sufficienza da guardare ancora una volta la disumana con fare sprezzante.

    Sei nel mio regno, mostro, non dimenticarlo.

    Parve che le sparse rune malefiche pulsassero tutte di una soffusa luce di perdizione, e che l’aria venefica rispondesse empaticamente all’atto aggressivo contro l’imperatore di quei corridoi spettrali. Quindi la stanza prese letteralmente vita, come posseduta da un’intelligenza diabolica, e una pesante trave di ferro brunito fu divelta dalla sua sede, volando poi verso la deformata Claymore nel tentativo d’impalarla al ventre, bloccandola sul posto.

    Ancora non vi era stato alcun intervento del freddo Russo e, se lo conosceva abbastanza, poteva essere certo che Dimitriy non avrebbe intralciato il suo personale colloquio di lavoro.

    In seguito Bid’daum rilasciò una seconda patina di spirito, inversa rispetto alla precedente: a contatto con le bruttezze di Nadine, avrebbe rilasciato calme sensazioni e avrebbe virato la sua indole verso l’estremo pacifismo, tentando di far scemare la furia.
    Questa mossa era pregna di un retorico significato: la recluta doveva comprendere che non poteva nulla contro il potere esoterico del più maligno dei triumviri, e che quest’ultimo poteva serrare o dischiudere la sua interiorità a piacimento.



    Energia: 100 – 10 – 10 = 80%
    Equipaggiamento citato:

    Támerlein
    Il prigioniero possiede una spada particolare che supera la normale concezione di arma bianca. Si tratta di una lama incorporea che è l’emanazione stessa della sua anima. Recenti studi hanno portato a dimostrare l’ipotesi che quest’arma non sia in grado di danneggiare cose concrete ma solo spiriti e anime. Essendo parte stessa di Bid’daum, egli può scegliere quando farla comparire nella sua mano. [Passiva di evocazione].
    La lunghezza di questa lama fantasma è di circa un metro e con un solo fendente di quest’arma lo spirito colpito viene distrutto e sparisce per sempre.

    Passive notabili:

    Burattinaio
    In caso di bisogno, i quiescenti frammenti d’anima sparsi in un ambiente possono essere risvegliati, così che chi è stato lambito dallo spirito del Castigo rimane intriso della sua essenza, e perciò può essere manipolato anche dopo mesi dall’ultimo contatto, a patto che si trovi nel raggio di dieci metri da lui. Anche gli oggetti possono essere spostati e destati alla vita, avvinghiati da invisibili tentacoli di coscienza proiettati avidamente sul mondo.
    [Passiva di controllo cinetico di oggetti circostanti: massimo 6 oggetti che non superano i 30 kg complessivi. Per estensione only-gdr, permette di manipolare i PNG che sono entrati in contatto con l’anima di Bid’daum]

    Attive utilizzate:

    Irrobustimento
    Rilasciando la forza del suo spirito all’interno del suo corpo, Bid’daum riesce a indurire fino all’inverosimile il suo corpo. Ogni tentativo di estorsione di confessioni attuato con la forza si è sempre rivelato fallimentare con lui, perché i nostri “campioni” non riuscivano nemmeno a fargli un livido, quando induriva il suo corpo.
    Tipo: difesa
    Consumo: variabile (usata a medio)(tecnica di difesa da attacchi fisici)

    Sentimenti proibiti
    Tante convinzioni permeano la nostra vita. Si crede nei propri ideali, si crede che si sarà sempre coerenti con essi. Quante illusioni. Per fortuna che ci sono persone come Bid’daum, capaci di aprire gli occhi al prossimo.
    Un manto etereo, formato da un ritaglio dell’anima del Kuthiano, sarà inviato verso il bersaglio e ne sarà ricoperto. Avvolto in queste vesti impalpabili come l’aria, il personaggio colpito capirà che niente può essere dato per scontato. Neppure la propria indole.
    Proporzionalmente al consumo di energia profusovi, l’allineamento nemico subirà sconvolgimenti temporanei. Il paladino della giustizia inorridirà dall'interno, osservando le crudeltà che concepirà spontaneamente. Si scoprirà capace di azioni orribili, e si consumerà in una lotta interiore, mentre l’anima nera del Kuthiano lo spingerà a compiere violenze.
    Di contro, anche la peggior feccia potrà riscoprire sentimenti caritatevoli verso il prossimo. Chi segue le leggi sentirà l’impulso irrefrenabile di infrangerle; chi vive nel caos scoprirà la propria incoerenza nell’ostinazione di non vivere secondo le regole. E chi si è sempre proclamato neutrale, penderà spaventosamente verso uno dei due baratri. Perché le facce sono molteplici, ma la medaglia è sempre la stessa.
    Durata: 1 turno
    Consumo: variabile (usata a medio)(a consumo basso si può cambiare di un gradino l’allineamento nemico in una sola delle due incognite sotto riportate; a medio si può traslare una sola incognita di due gradini; a consumo alto si può spostare entrambe le incognite di un intervallo; a critico si può ribaltare completamente un allineamento.)

    Note: Bid fa comparire la spada Tamerlein che blocca il fendente, viene scagliato contro la parete dietro ma attutisce la botta con una difesa fisica, poi con la passiva Burattinaio spedisce una trave contro Nadine. Infine utilizza Sentimenti Proibiti nel verso contrario, cercando di calmare la trasformata.
    Se ti va bene, potremmo finire qui le botte ^^
     
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  11. _MajinZ_
     
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    Passarono appena pochi istanti prima che l’anima corrotta del Demone Cornuto sfiorasse la recluta, scatenando e facendo esplodere i suoi più bassi istinti. Istintivamente Dimitriy si fece indietro di qualche passo, mentre osservava la piacevole Nadine trasformarsi in qualcosa di grottesco e deforme: i suoi muscoli si gonfiarono e gli occhi divennero quelli di un predatore che aveva adocchiato una preda... anche se forse aveva puntato quella sbagliata.
    Afferrando con forza la sua spada, la giovane donna si scagliò in direzione del Castigo, menando un fendente che andò a cozzare contro la spada del Gerarca, spedendo quest’ultimo indietro a colpire il muro alle sue spalle, incrinando così il cemento armato. Tuttavia il russo rimase freddo, facendo solo da spettatore a quella dimostrazione di forza: non aveva intenzione di interferire, se quello era il metodo di valutazione del suo superiore, non poteva fare molto per impedirlo.
    Come unico signore di quell’edificio, Bid’daum ne aveva il pieno controllo e senza cambiare la sua espressione sadica reagì all’assalto, privando i muri di una trave in ferro che venne scagliata in direzione della ragazza... ma anche questa volta l’assassino si limitò a fissare. Infine proprio come era avvenuto prima, l’influsso del Male avrebbe ammansito la Bestia, spegnendo il suo bisogno di sangue. In quel momento Dimitriy incrociò le braccia, posando gli occhi gelidi sullo Hierarch quasi a chiedergli di evitare di rompere il suo trofeo.
    Non amava vedere le sue reclute fatte a pezzi, in un certo senso erano parte del suo orgoglio di osservatore e perdere degli uomini, o donne, così preziosi era un vero spreco... almeno dal suo punto di vista. Lo sguardo ghiacciato si sarebbe posato quindi su Nadine, così da assicurarsi sulle sue condizioni: una recluta morta non avrebbe portato nessun giovamento alla causa, mandare in pezzi delle gemme così rare però si poteva rivelare un vero spreco.

     
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  12. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Post n° 4


    678d3313

    La follia omicida nel mio animo ormai si era impossessata totalmente di me stessa, nel gesto furente di impattare scontro con la mia lama verso la sua figura. Abile però era la maestria del gerarca, che dal nulla, con la sola imposizione di materializzazione, fece si che un’altra arma bianca comparisse nel gesto di parare il mio attacco e annullare l’offensiva che stavo arrecando. Un’onda d’urto possente si sprigionò, risultato delle rispettive forze titaniche che si stava scontrando, con il risultato seppur parziale da parte mia, di scaraventare verso il muro la figura mono corno, e far si che esso venisse tramortito al muro. Ma il colpo non sembrò recargli un eccessivo danno, nel riuscire prontamente a neutralizzare il suo sbattere e tenerlo ancora ben concentrato su come agire per dissipare ogni mia furente volontà istintiva.
    Nel pronunciare la consapevolezza di essere dominatore di quel luogo, la stanza che circondava le nostre azioni belliche cominciò ad illuminarsi in maniera inquietante, tanto da percepire vita in ogni dove e essere plasmata a ch’essa come stesso potere di offesa per fermare la mia avanzata. Poi l’impatto, e il mio corpo a essere schiacciato da una trave per nullificare ogni mio più piccolo movimento e vedermi prostrata ai suoi piedi. La rabbia in me però era infinita, e la mia foga di istinto cresceva sempre più nel percepire il dolore ma non fermarmi dal continuare a combattere e ostinare ostinatezza nel ribellarmi a quell’azione di soppressione.

    HAAAAAAAAAAAA!
    c5d0513b

    Un urlo mentre le mie braccia mostruose e muscolose si posizionavano a far da forza contrastante di spinta mediante i palmi posizionati sulla trave nel gesto di spingere e fare opposizione per liberarmi dalla morsa di metallo che schiacciava il mio ventre. La forza dello Yoki si stava sprigionando sempre più, e il gesto di liberarmi anche se limitato dal peso dell’oggetto metallico non mi ostacolava a continuare, fino a che, lo stesso peso non venne balzato verso il davanti e scaraventato: per darmi nuovamente la possibilità di riportarmi in posizione bipede e essere pronta a colpire riottosomente.
    Lo sguardo di furia e odio istillato nei miei occhi, nell’osservare quell’individuo che vedevo sempre più come una preda per dissipare la mia fame e nutrirmi dei suoi organi.

    Ti schiacc…


    Ma qualcosa nuovamente colpì il mio animo, questa volta sentendo un senso di quiete e la furia che drasticamente veniva placata: nel senso di benessere che nascondeva ogni odio.
    Dapprima le fattezze aberranti, andarono successivamente a modificarsi nuovamente, nel processo inverso a far tornare il mio corpo nuovamente simile a ogni altro essere umano. I miei sensi nuovamente controllati, e la mia ira scomparire come se tutto ciò fosse solo un brutto sogno da cui mi stavo risvegliando: ritornando cosciente e padrona di me stessa. Chi mai era costui? Cosa realmente era? Riuscire con tale facilità a controllare le mie emozioni non era cosa da tutti, e in quel caso ero più simile a un burattino che a un essere con propria volontà padrone di ogni azione. Cadendo per terra, evitando totalmente la totale prostrazione del mio corpo come un cadavere, lasciai che le braccia nuovamente facessero da perno, vedendomi ancora alta con il baricentro ma in ginocchio: nel gesto di confusione e disorientamento oltre che eccessiva fatica mediante la dimostrazione del mio fiatone a richiedere ossigeno per i miei polmoni.







    Mana: 90 - 10 = 80
    Mente: Confusa e disorientata
    Fisico: Dolore addominale e cassa toracica con conseguenti ematomi e difficoltà respiratorie.

    Consumi Tecniche:

    Yoki (o forza diabolica): Sfruttato un consumo Medio



    ~ Abilities and Equipment.
    « Il potere della distruzione scorre fluente in me. »



    Armatura: 1 pnt. Le Claymore indossano un'uniforme simile a quella da combattimento romana, con uno stile d'art d'eco.È formata da 2 pezzi di colore grigio chiaro, con un colletto di soluto sul nero con i bordi bianchi con sopra il simbolo delle Claymore vicino alla gola. Sopra la parte superiore di questa, vi sono più pezzi di armatura metallica: stivali brillanti, leggermente tallonati, polsiere(avanbracci), protezioni per le spalle, e una particolare gonna fatta di metallo. Infine, indossano un mantello grigio corto, sebbene la versione maschile della corazza non lo abbia. Alcune Claymore possono avere alcune modifiche alle loro uniformi per adattarle alle loro abilità particolari...

    Spada Claymore: 1 pnt. La Claymore è la tipica arma della guerriere dell'Organizzazione. In scozzese il termine significa "Grande Spada". Le guerriere sono chiamate Claymore dalla gente comune proprio in virtù di questa spada. Ogni spada ha sulla base della propria impugnatura il simbolo della Claymore a cui appartiene. Le "Claymore" sono spade larghe a doppia lama dal peso sconosciuto e con impugnature affilate. Nessuna Claymore è stata mai distrutta e neppure danneggiata,fatto che fa dedurre la loro presunta indistruttibilità. È raro vedere una Claymore senza la sua spada, la quale viene utilizzata non solo per combattere, ma anche per tagliare legna da ardere e cacciare. Le Claymore sono solite riposare dopo aver conficcato la spada nel terreno ed essercisi appoggiate. Quando una Claymore muore,la sua spada viene conficcata nel luogo di sepoltura per identificare la defunta. le Claymore di solito posseggano una sola spada, alcune Claymore particolarmente forti ne utilizzano due. La seconda spada di solito apparteneva ad una amica morta dell'utilizzatrice.. Passiva: Indistruttibilità spada. 5 pnt
    34xqpth

    Cautela
    Combattere sfruttando lo Yoki è un abilità che costa molte energie, che nel mondo di Endlos viene definito mana. Per questo, Nadine è stata donata della possibilità di avere una maggiore riserva energetica, potendo così resistere maggiormente dove altri invece cadrebbero ormai allo stremo di energie gestite in malo modo, e che li vedrebbe di fatto spacciati. In termini di gioco, questa passiva gli consente di avere un 10% in più rispetto alla normale quantità di Mana che solitamente ogni essere ha a disposizione. 5 pnt

    Occhio Divino Bloccata
    Nadine è una guerriera dotata di uno Yoki spaventoso, capace di leggere il flusso di energia che alberga nel corpo dei suoi avversari, riuscendo in questo modo a prevedere attendibilmente ogni loro movimento.
    valida solo per i movimenti e gli attacchi fisici
    Passiva. 5 pnt


    Rigenerazione del Corpo Bloccata
    Questa è un'abilità generica, posseduta da tutte le Claymore. E' più accentuata ed efficacie nelle Claymore di difesa e consiste nella rigenerazione delle parti del corpo mancanti e danneggiate. Nel caso delle Claymore di attacco questa abilità risulta essere meno presente, ma consente comunque la rigenerazione, anche se in tempi piuttosto lunghi, rispetto alle guerriere di difesa, che riescono a rigenerarsi quasi all'istante.
    [Passiva di rigenerazione] Only Gdr 5 pnt

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    Yoki (o forza diabolica): Le claymore possiedono un'aura combattiva chiamata yoki che, se liberata, permette di accrescere la propria forza fisica e velocità in modo esponenziale con la percentuale rilasciata.
    Quasi tutte le tecniche hanno alla base un utilizzo di Yoki. In ogni scontro, specialmente nei più rischiosi, il rilascio dello stesso avviene in enormi quantità, spingendo l'utilizzatrice a rischiare di superare i propri limiti ogni volta.Consumo: Variabile. 2 pnt
    - Rilascio 25% : I muscoli del viso si contraggono e le vene si gonfiano. Già a questa percentuale, la forza della guerriera aumenta considerevolmente.
    - Rilascio 50% : Il volto inizia a trasformarsi e tutti i muscoli del corpo, compresi i vasi sanguinei, si gonfiano. L'aspetto umano inizia a lasciare il posto al mostro che risiede dentro di loro. A questa percentuale di rilascio, diventa quasi impossibile riuscire a controllare la sete di sangue.
    Consumo:
    - Rilascio 75% : Da questa percentuale in poi, tornare all'aspetto umano è teoricamente impossibile. Il corpo della guerriera non riesce più a controllare l'enorme flusso di Yoki che sta generando. Pericolo di risveglio altissimo. Solo una grande forza di volontà potrebbe intercedere.
    - Rilascio 100% : Pieno risveglio. La parte umana cede al mostro che risiede nel corpo.
    Tuttavia Nadine è in grado di massacrare qualsiasi tipo di avversario evitando che il suo Yoki la possegga, non lasciandosi dominare dalle emozioni, facendo trasparire un fievole sorriso ogni volta che ne uccide uno.






    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 15/4/2013, 10:23
     
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    E i muscoli di lei si tesero fino allo spasmo, ricacciando al suolo la spranga che pressava sull’addome della Belva.

    Gli occhi del Castigo inquadrarono chiaramente l’intersecarsi degli spiriti - il volgersi della chiave nella serratura di quei cancelli - mentre la forza selvaggia veniva trascinata nuovamente nelle segrete della psiche. Come un ematoma riassorbito, fu drenata ogni traccia di bestialità dal corpo di Nadine, finché in quella stanza di esecrazioni rimase solo una giovane guerriera, prostrata dinnanzi al Gerarca più abominevole.
    Dimitriy restò in ossequioso silenzio, non volendo interferire con le smanie del Kuthiano, forse sperando in cuor suo di non vedere bruciata una giovane promessa solo per il capriccio di un pazzo.

    Bid’daum stette – immobile – il suo sguardo pareva perso nel vuoto.
    Interminabili secondi di silenzio (in attesa della condanna?) portarono infine al suo pronunciamento.

    Ogni giorno le nostre fila accolgono qualche bestia, una in più non sarà certo un problema.

    Parole del genere erano nientemeno che una vittoria, se proferite da un individuo di tale risma.
    Eppure non si poteva evitare un pensiero fastidioso: come avrebbero condotto la Rivoluzione che tanto agognavano? Sarebbero stati una mandria di fiere allo sbando o avrebbero affrontato il destino da uomini liberi?
    Quasi non volendosi rispondere, il nostro si rivolse al Russo, cambiando decisamente argomento.

    Dimitriy, ti ricordi del Cavaliere bianco di Laputa?

    Il tono di Bid’daum era stranito, come se la coscienza si fosse parzialmente intorpidita nel mentre.

    L’ho rivisto, in sogno.

    Il modo di porsi era notevolmente insolito per gli standard dell’aberrante Corno, il sottoposto l’avrebbe sicuramente intuito. Rivangare i ricordi notturni fu una scossa per l’orante, un misto d’aspettativa e disastro, che si cristallizzò nelle sue parole.

    Verrà a cercarci, ma ci sarò io ad attenderlo. È una questione di senso... ma non mi aspetto che tu capisca.

    Ora le sue parole sfociavano nel criptico, l’esperienza vissuta nel reame onirico doveva essere stata sconvolgente.
    Nel bene e nel male.

    Lasciatemi solo, ora.

    La sua sentenza precipitò con la veemenza usuale, cancellando gli aloni di dubbio e richiudendo il Kuthiano nel suo guscio oscuro. All’istante tornarono ad essere presenze estranee, sgradite, attorniate da invisibili occhi inclementi. Lui si voltò, tornò ai suoi satanici scritti, ormai i due non esistevano più.

    C’era solo lui, nel suo abisso di glassa e pece.

     
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    E all’improvviso tutto cessò, proprio com’era iniziato. La forza della bestia esplose per difendersi dalla trave, gli bastò un semplice movimento per salvarsi e continuare a scatenare la sua furia. Era una belve assetata di sangue e distruzione, ma il suo animo era suscettibile come quello di tutti e per un abile manipolatore come Bid’daum era uno scherzo controllarlo. Senza nessuna apparente fatica il Kuthiano riuscì ad ammansire il Mostro, il quale si ritrovò ben presto al suolo, inginocchiato, mentre le sue fattezze tornavano ad essere quelle di una esile fanciulla.
    Le ostilità comunque cessarono e quell’ultima azione decretò la fine dello scontro. Dalle parole del Gerarca si poteva capire la soddisfazione, anche se non era di sicuro eccessiva... la sua era stata una semplice constatazione ma per Dimitriy fu un sollievo vedere la sua protetta ancora viva, seppur profondamente turbata. Subito dopo, però, il discorso cambiò completamente direzione e ciò attirò lo sguardo di ghiaccio verso il Castigo, fissandolo con una certa sorpresa.
    Certo.
    Rispose freddo e apatico. Come poteva dimenticarlo? In quello scontro avevano dato tutto, avevano rischiato di morire per una causa che alla fine non gli apparteneva... ma quella disfatta aveva dimostrato anche la loro debolezza, avevano perso su ogni fronte. E quel ricordo faceva capire al biondo quanto ancora fosse debole, un piccolo uomo in un mondo popolato da giganti che ancora doveva crescere e rafforzarsi, in modo tale da non incappare ancora una volta in situazioni simili.
    Il ghiaccio si stupì ancora di più quando il Demone rivelò il suo sogno, un sogno in cui era presente il Falco Bianco di Laputa, colui contro cui aveva lottato proprio lo Hierarch e che aveva avuto la peggio, dopo una battaglia all’ultimo sangue. Era tuttavia una situazione strana quella, l’assassino non immaginava proprio che il suo superiore fosse in grado di fare certi discorsi.
    Se verranno a cercarci noi saremo pronti ad accoglierli.
    Esordì il sicario con freddezza, anche se quelle parole non erano di facile comprensione e il loro significato probabilmente si poteva trovare solo in quella mente contorta, malsana. Al desiderio del Castigo, comunque, Dimitriy annuì senza fiatare e subito si voltò, portando la sua attenzione su Nadine mentre quel luogo diventava nuovamente ostile, segno che loro due non erano più ben accetti in quel luogo.
    Andiamo.
    Il biondo offrì il suo aiuto alla confusa fanciulla, allungando una mano verso di lei e offrendosi di sostenerla nel caso in cui ne avesse avuto bisogno, infondo se si trovava in quella situazione era anche un po’ colpa sua, doveva farsi perdonare in qualche modo. Alla fine comunque sarebbero usciti, lasciando quel piccolo antro di Inferno al suo legittimo proprietario.

     
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    Post n° 5

    Quindi ero sempre un mostro? Un essere buono solo a scatenare la sua ira e fare stragi, null’altro. Digrignando i denti, battei i pugni in senso di sconforto e disapprovazione per il mio essermi dimostrata una debole: aver ceduto al mio lato oscuro con estrema facilità. Ciò per cui avevo combattuto internamente rifiutando quell’animo animalesco, nuovamente… era uscito fuori, dimostrandomi malleabile come comune e grezza argilla. Avevo perso quella battaglia psicologica, trovandomi impreparata e penetrabile in maniera tanto facile da non controllare il mio animo. Che vergogna, che umiliazione, essere vista come una semplice pedina e lasciare che la sua compassione seppur perversa, mi facesse accostare al pari di una bambola. Pensavo di essere libera, di poter ottenere un nuovo destino, e valere come individuo, e non – a detta di lui – come bestia da tenere al guinzaglio.

    ° Dannazione °

    La rabbia continuava a fluire dentro di me, ma era una rabbia diversa, una rabbia di disapprovazione e non di cieca furia. I discorsi che susseguirono alla mia prova furono ignorati da me, senza seguire il filo logico delle parole ma lasciando solo che il mio animo frustrato fosse al centro di tutto. Avevo perso, avevo nuovamente fatto si che venissi giudicata per il mostro e non per la guerriera dalle fattezze comuni e il cuore sereno. La bestia si era rivelata interessante e utile mezzo per portare avanti i loro contorti scopi, così da essere vista nuovamente come fenomeno da baraccone: la maledizione della claymore, dunque, aveva nuovamente preso possesso della mia vita e essere la solita strega dagli occhi d'argento che tutti conoscevano e disprezzavano. Il gesto di conforto da parte di Dimitry nel pormi una mano ad aiutarmi a rimettermi in sesto e rialzare la mia figura, fu visto aspramente dalla sottoscritta, scansando in maniera irruenta il braccio e rispondendo in modo stizzito e intollerante.

    Faccio da sola!

    Senza aggiungere altro, ricomponendo quel minimo di dignità che mi era ancora rimasta, mentre le mie braccia tremanti per lo sforzo ancora risentito sulla mia costituzione si contraevano nel gesto di fare da perno, mi impegnai ad alzarmi e riportarmi nuovamente in posizione bipede così da darmi un contegno e salvare come detto, quel grammo di dignità che ancora doveva garantirmi una sorta di pseudo rispetto.
    Non proferì altra parola nei confronti del monocorno, lasciando solo che al suo comando di congedo la mia presenza si dileguasse da quel dannato posto che aveva nuovamente rilasciato la sua energia malefica nella sensazione di indefiniti sguardi a scrutare ogni cosa. Ciò che sarebbe stato del mio destino ancora era celato, ma una cosa era certa, quello che mi ero lasciato alle spalle nel vecchio mondo, sembrava nuovamente bussare prepotentemente alla porta del mio essere per chiedere il suo pezzo di notorietà.



     
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