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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.Assorto nei suoi pensieri, l'uomo che vi dava le spalle fu improvvisamente destato dal tocco gelido della canna: la schiena sembrò irrigidirsi e tutto il corpo assunse una posizione meno scomposta della precedente. Diversamente dalle tue aspettative, lo sconosciuto non avrebbe pronunciato verbo, piuttosto mosso lentamente il capo al solo fine di girarsi; nulla di sospetto, almeno nella maggior parte dei casi.
Quella, però, era l'eccezione.
Occhi folli si incrociarono ai tuoi, assetati di sangue, incorniciati da lineamenti feroci ed al tempo stesso macabri: la sua umanità era stata trasfigurata in qualcos'altro, un germe maledetto che mai avrebbe abbandonato quel corpo mortale senza ucciderlo. Demoni: era questo uno dei loro appellativi: come dei parassiti si impossessavano della preda e la muovevano come una bambola, involucro, vestito di carne e nient'altro.
-han-noo dim-mi, d'dia-tee-qeh kha-tha,
d-khlap saj-jayeh mith-ash-shid.
Pronuncia con indosso un sorriso folle, centinaia di denti aguzzi come uno squalo: che un tempo fosse stato umano, sembrava ormai quasi impossibile. Del suo essere uomo si celava ormai soltanto un ricordo lontano, e così erano anche i suoi ricordi. Preso da un'improvviso scatto d'ira, il mostro schizzò avanti accompagnando l'attacco con un movimento rapido dell'avambraccio, le dita affilate e ben tese come tanti piccoli pugnali; se Red fosse rimasta buona le avrebbe immediatamente staccato la carotide per poi lasciarla lì a morire sull'altare. L'idea, a dirla tutta. sembrava perfino elettrizzarlo: chissà quale tonalità cremisi avrebbe maggiormente gradito il suo Signore: quella del mantello rosso o il sangue vivo?
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K e i.
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Un brivido gelido le percorse la schiena, come se sfiorata lungo la spina dorsale dalla fredda lama di un assassino. Esitò per un istante -un attimo fatale!- e quando recuperò la lucidità necessaria a riconoscere il pericolo in cui si trovava, si scoprì incapace di muoversi come per effetto di un incantesimo malefico. Sbiancò in viso, d'un tratto in preda al panico. Tentò di gettarsi a lato, ma il suo corpo rifiutò di obbedirle, congelandola in quella posizione e condannandola ad essere preda, non più cacciatrice. Fu il dolore a riscuoterla, ed a spezzare le trame dell'incanto che la volevano inerme e incapace di reagire. Con gli artigli del posseduto ancora conficcati nelle carni, Kei gridò in preda all'orrore, strattonando per liberarsi dalla sua morsa e reagire. Stringendo con rinnovato vigore l'elsa di Crescent Rose, rispose con l'intento di eliminare il suo aggressore e salvarsi la vita.
Premette il grilletto a ripetizione, sparando più volte a distanza zero con la canna rivolta al ventre della bestia, salvo poi volteggiare sul posto eseguendo una rapida piroetta. Mentre faceva roteare la pesante arma, ne rilasciò la sicura permettendo ad un complesso meccanismo di leve di aprire lo strumento da caccia, liberando dalle pieghe metalliche di Crescent Rose una lama nascosta simile ad una mezzaluna d'acciaio, trasformando l'arma in una vera e propria falce da guerra. Completò l'arco di trecentosessanta gradi, orientando la punta affilata come un piccone della falce dritta verso il volto della belva, con l'intento di sfondarlo e porre fine a quell'esistenza empia.
Dolore. Aveva male alla spalla, tutto il lato destro del corpo che sembrava intorpidito. L'adrenalina le aveva permesso di obliare la sensazione sgradevole del sangue che scorreva a fiotti sotto la mantellina rossa, ma non poteva durare più di qualche istante. Era ferita. Gli artigli non le avevano trafitto il collo, come nelle intenzioni del posseduto, ma avevano comunque scavato un profondo solco nel corpicino fragile della giovane esorcista. Doveva fare in fretta, porre fine immediatamente a quel combattimento, poiché non sarebbe stata in grado di andare avanti a lungo mentre perdeva tutto quel sangue...SPOILER (clicca per visualizzare)Profonda ferita alla spalla; energie al 80%
Fire of Night: Un colpo, una tacca. Crescent Rose è un'arma pesante, adatta alla caccia di bestie grandi e resistenti; laddove normalmente servirebbero molti proiettili di calibro inferiore oppure numerosi colpi di spada, un singolo proiettile ben piazzato è in grado di far esplodere il cranio alla vittima e un singolo sparo può dar vita ad un fendente capace di troncare di netto il busto da parte a parte ad un bersaglio umanoide. Colpire con tanta precisione con un'arma che difetta in maneggevolezza non è semplice e richiede un certo sforzo fisico da parte di Kei, però il risultato è sempre potenzialmente mortale per l'avversario. Consumo Medio.
Kei non riesce a difendersi a causa dell'offensiva psionica, quindi subisce un danno Medio. Risponde sparando due colpi, il primo dei quali è da considerarsi una tecnica Media. Apre l'arma in una falce da guerra, e completa l'azione con una seconda offensiva Media rivolta al volto del cultista posseduto.. -
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.Ciò che accadde dopo, fu una successione d'avvenimenti così rapida da diventare caotica e contorta, come un viaggio nella parte più remota della propria mente durante il sonno. Sangue schizzò ovunque, lì dove i proiettili gli colpirono le spalle, e la falce gli fracassò letteralmente il cranio, rimanendo incastrata al suo interno. Il demone, però, non si scompose... ma sorrise.
-han-noo dim-mi, d'dia-tee-qeh kha-tha,
d-khlap saj-jayeh mith-ash-shid.
Continuava a ripetere quella strana nenia con occhi folli e movimenti fluidi del volto, come se di fatto non avesse un enorme pezzo metallico ficcato completamente nella sua testa zampillante sangue. In quella colluttazione delirante, egli provò a colpirti di nuovo, ma qualcosa di traslucido si frappose fra te e la sua mano artigliata.
-Finchè è posseduto non può morire... a meno che non si usino armi "speciali".
Una voce conosciuta ti sorprese alle spalle, rivelando ben presto la presenza di un'altra persona: Virginia, la fanciullina dell'acqua santa. Evidentemente aveva sentito qualche rumore sospetto ed era accorsa ad aiutarti.
-Potrei esorcizzarlo, ma dovremmo prima bloccarlo. Tu ce la faresti?. -
K e i.
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Rimase sorpresa dalla reazione della creatura, che si rifiutò di tirare le cuoia arrivando addirittura ad artigliarle il volto. Si ritrasse presa alla sprovvista, sbilanciata dal peso di Crescent Rose ancora conficcata nel cranio della bestia, chiuse gli occhi d'istinto preparandosi al peggio, salvo poi riaprirli e trovarsi di fronte una parete traslucida come una sottile parete d'acqua sospesa nel vuoto. Approfittò dell'istante di vantaggio per divincolare l'arma e riportarsi in posizione di guardia, l'enorme falce da guerra riportata in equilibrio con rapidi ed esperti gesti acrobatici -come quelli degli sbandieratori medievali nelle parate. Riconobbe la voce della novizia di poc'anzi e si accigliò un poco, realizzando che da quel momento ad essere in pericolo erano in due.
"Avevamo detto che l'interno era il mio territorio!!"
Azzardò con uno sbuffo, salvo riposizionare immediatamente l'arma verso l'alto per sferrare una rapida successione di due colpi non più diretti a punti vitali ma bensì intesi a tranciare di netto gli arti inferiori della creatura ed immobilizzarla, così come le aveva chiesto Virginia. Piroettò sul posto e colpì ancora in una violenta spazzata, sempre con lo stesso intento di rendere inerme la bestia strappandole le gambe all'altezza delle ginocchia; la grande lama di Crescent Rose vibrò nell'atto di colpire da destra verso sinistra, e all'improvviso sembrò sparire di botto per ricomparire nella direzione opposta, in una traiettoria speculare al primo colpo eppure ugualmente distruttiva.. -
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos."Avevamo detto che l'interno era il mio territorio!!"
A dire il vero, Virginia ci rimase un pò male: in genere la gente la ringraziava per la sua gentilezza, non si infuriava a quel modo. Certo, sapeva che le reazioni potevano non essere positive, il Gran Maestro glielo aveva detto più volte, ma provarlo sulla propria pelle aveva tutt'altro effetto.
-Mi ero preoccupata...
Cercò di discolparsi mettendo il broncio finchè non prese a schizzare altro sangue. La fanciulla in rosso aveva colpito nuovamente il demone, spezzandogli le gambe, ma questo sembrava immortale.
-Ehi, aspetta! Così non lo scaccerai mai!
Tralasciò volutamente la parola "salvarlo" dato che con quelle ferite, una volta esorcizzato, l'uomo posseduto sarebbe certamente morto. Chissà come stava soffrendo in quel momento.
Presa da quei pensieri Virginia non si era tuttavia accorta delle figure losche chiuse in cerchio attorno a loro; nascoste nelle ombre attendevano qualcosa, forse un momento propizio per attaccarle. Ed infatti accadde: una lunga catena la raggiunse per poi avvolgerla e stritolarla, come animata da volontà propria. Una seconda fece lo stesso con Red, di spalle e troppo concentrata sul suo avversario per accorgersene.
Improvvisamente il buio calò inesorabile, ed un profondo torpore le fece crollare a terra come burattini dai fili spezzati.
Le luci dell'alba bagnarono il volto di Red, destandola dal sonno profondo che da alcune ore si era impossessata di lei. La sala in cui avevano combattuto era vuota, desolata, inzozzata di sangue; le candele sparse si erano completamente sciolte ed il corpo del loro precedente nemico era ora steso al suolo, completamente privo di vita.
Dietro di lei, il respiro affannato di un'altra persona: Virginia, la suorina giunta in suo soccorso, era stretta alla stessa catena che la imprigionava. Sostavano sedute, la schiena dell'una posata su quella dell'altra. La biondina era già sveglia da un pò.
-Buongiorno.. -
K e i.
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"B... Buongiorno??!"
Balbettò incredula, sbattendo rapidamente le palpebre più volte, incapace di svegliarsi del tutto. Aveva la bocca impastata, un crampo terribile alla gamba, gli occhi che protestavano per la molesta luce del sole e quindi si rifiutavano di rimanere aperti, ed infine un cupo e imbarazzante brontolio allo stomaco che le rammentava un paio di pasti saltati. Peggio ancora: era legata, schiena contro schiena con la giovane novizia che aveva conosciuto il giorno prima.
"D... Dove siamo??!"
Si allarmò, guardandosi attorno affannata. Poi d'un tratto la sua mente si svegliò almeno in parte:
"Dov'è Crescent Rose???"
La sua arma. Non aveva più la sua arma!!!
Con uno sforzo di volontà dettato dalla disperazione provò a divincolarsi, ma con ben miseri risultati.... -
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.""D... Dove siamo??! Dov'è Crescent Rose???""
La suorina reclinò la testa con aria particolarmente depressa: sembrava di non averla presa bene nemmeno lei, ma a differenza di Red si era ormai rassegnata all'evidenza. Erano legate come salami ed il nemico era andato, sparito chissà dove. Dal marmo sconnesso ed alcune lapidi scheggiate aveva compreso che vi fosse stata una colluttazione ma... cosa era accaduto davvero? Chi aveva vinto? Quel cadavere di fronte a loro era stato solo un involucro, ma che fine aveva fatto il demone al suo interno?
-Ehi, l'ho trovata!
Una voce maschile avrebbe richiamato l'attenzione di entrambe. Dalla faccia di Virginia -particolarmente intristita dall'esser trovata in quella spiacevole situazione- probabilmente si trattava di un suo conoscente. Pochi minuti dopo sarebbero apparsi in quella sala una coppia di bei giovanotti in armatura; al notare la faccia di Virginia, sorrisero entrambi, prima di avvicinarsi.
-Non dovevi venire senza avvisare la squadra Blu: i Guardiani del Cimitero vi hanno scambiate per nemiche- disse il primo, un biondino dagli occhi scuri ed il volto gentile. L'altro non continuò, troppo impegnato a ridacchiare.
-Era una situazione disperata, dovevo intervenire subito!
Rispose la suorina, mentre i due le liberarono.
-Lo sappiamo, ma così ti sei lasciata sfuggire il demone. Ormai è andato, chissà dove: al momento abbiamo solo il cadavere del posseduto- concluse il biondo, esibendo un sorriso amaro -Ah, abbiamo trovato questa falce... è per caso vostra, signorina?
A quelle parole, il compagno avvicinò la Crescent Rose alla fanciulla in abiti cremisi, così che potesse controllarla e, nel caso, riprendersela.
-A questo punto, direi che abbiamo finito. E' stato un buco nell'acqua ma magari un tuo rapporto ci aiuterà a stilare qualche dato importante sulla questione. Per quanto riguarda lei, signorina...- si voltò verso Red, sorridendo amabilmente -Entrare nel cimitero di notte è reato su Laputa, ma immagino che sia giunta a dar manforte alla nostra Virginia- le mise una mano sulla testa, e la piccola suora si sistemò il velo con fare imbarazzato -...quindi facciamo finta che non sia successo nulla. Vada pure dove vuole e che non ricapiti!
Non trascorse molto tempo che giunse il momento dei saluti. I giovanotti -Aviatori di Laputa- se ne andarono in compagnia di Virginia, lasciando Red sola con suoi pensieri. Non erano riuscite a catturare il colpevole... ma chi lo sa se sarebbe prima o poi riapparso?
Infondo, poteva accadere qualunque cosa.
Edited by Drusilia Galanodel - 11/11/2013, 22:07. -
K e i.
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Dalla base del collo il rossore le salì fin sopra i capelli, avvampando le guance e facendole desiderare di trovarsi dieci palmi sottoterra, magari al sicuro all'interno di una bara di legno piuttosto che lì, legata come un salame, con un ragazzo quasi della sua età (oltretutto carino!) che veniva in suo soccorso e la slegava, facendola sentire un'imbranata totale.
Erano compagni di Virginia, a quanto pare. E le ridettero indietro la sua adorata Crescent Rose, strappandole un gridolino acutissimo a metà fra il sollievo totale ed il sorpreso, salvo poi facendola diventare di nuovo porpora per la vergogna rendendosi conto di dovere parecchio a quei due.
-A questo punto, direi che abbiamo finito. E' stato un buco nell'acqua ma magari un tuo rapporto ci aiuterà a stilare qualche dato importante sulla questione. Per quanto riguarda lei, signorina...-
"Ehm, s-s-sì...?"
Le andava a fuoco il viso.
-Entrare nel cimitero di notte è reato su Laputa, ma immagino che sia giunta a dar manforte alla nostra Virginia
...quindi facciamo finta che non sia successo nulla. Vada pure dove vuole e che non ricapiti!
"L... l'ho fatto con le migliori intenzioni, non intendevo...!"
Si profuse in un profondo inchino di scuse, mentre quelli le davano le spalle e si allontanavano lasciandola libera di andarsene. Si guardò attorno spaesata, poi si rese conto di quale figura meschina stava facendo, quindi si sbatté i palmi sulle guance con l'effetto di acqua fredda sul volto e si risolse ad articolare una frase di senso compiuto che non fosse balbettante e sconclusionata:
"Vi devo molto, davvero!!! Spero che in futuro potrò in qualche modo ricambiare!!!"
E si inchinò ancora, per poi rendersi conto che quella disavventura era finita e trarre un profondo sospiro, per poi incamminarsi vero casa.SPOILER (clicca per visualizzare)Domando scusa per gli immensi ritardi ç/////ç grazie per la giocata, spero che in futuro vorrai comunque giocare ancora con me....
Ospite indesiderato |
