[EM] Questione di Istinto

Prima che mi potessi accorgere della sua mossa e conseguente offensiva a discapito della sottoscritta, era già troppo tardi: ma torniamo in ordine cronologico. La mia mente confusa e disorientata, osservava quella mocciosa che con fare superiore si pavoneggiava come ad avere la vittoria in mano sua. Da parte mia ero al pari di uno zombie, non riuscendo ad avere percezioni totali e nitide sul tenermi prontamente in guardia. Come detto.... tutto fu celere, e dapprima al solo gesto di saluto e insulsa cacofonia, successivo in pochi attimi fu la comparsa di una strana figura sbucata dal nulla, che, con ardore e celere movimento si era già fiondato su di me: colpendomi di conseguenza con meticolosa precisione tramite la potenza dei suoi attacchi a mano nuda.



Cazz…

Una mezza imprecazione strozzata, quando il primo pugno aveva già impattato sul mio corpo, con abile maestria di finta a non darmi punti di riferimento e prontezza di riflessi nel parare tale offensiva. Il colpo abbastanza forte e improvviso di seguito alla finta che mi aveva disorientato… mi spezzò il fiato, facendo fuoriuscire di seguito al colpo ben assestato, un rivolo di saliva misto a sangue espletato dal mio cavo orale. Gli occhi sgranati mentre il mio corpo veniva destabilizzato nell’equilibrio, e il conseguente proseguo dell’attacco con un’altra serie di affondi mediante pugni suddivisi tra petto e fianchi: con l’ultimo concretizzato sul petto a farmi totalmente cadere all’indietro e sbattere fragorosamente al suolo. Il sapore si sangue misto alla sabbia rialzata nell’aria fu l’ultima percezione, dove la mia figura momentaneamente traballante si rialzava riottenendo l’equilibrio e tornando nuovamente eretta per sfogare la mia furia. La mano libera a strofinare il lato sinistro delle labbra e pulirmi di conseguenza dall’irrisoria dose di sangue che sgorgava dal mio labbro inferiore. Se prima vi era tranquillità nel voler semplicemente dare una lezione di educazione alla mocciosa, ora, era guerra e il conseguente pensiero di farla a pezzi senza lasciarla integra. Gli occhi nuovamente a sgranarsi e il fiato a venir richiamato con maggiore comando nell’alterazione del mio stato d’animo che orami da scintilla era diventato incendio.



Razza di puttana… ti farò a brandelli così piccoli da non poter essere nemmeno riconosciuta per far si che possano piangerti al tuo funerale.

Parole talmente piene di disprezzo da innescare la parte più oscura e marcia del mio animo, nella prefazione a ciò che si sarebbe scatenato in un attacco di estrema brutalità e violenza. Da che tutto era statico e immobile, un turbine di energia viola cominciò a vorticare intorno alla mia figura con la conseguente fluttuazione dei miei capelli. Altro non era che lo Yoki, in una quantità cospicua a rendermi ora un mostro nelle mie fattezze: e la mia figura a mutare nella forma prima aggraziata. Muscoli sviluppati, iridi assottigliate e artigli al posto delle unghie – nella visione terrificante di ciò che la poppante aveva scatenato. Il ringhiare prodotto dal mio verso cacofonico, nel pulsare dei capillari dei miei occhi ricolmi di fluido cresimi, a renderli talmente sgranati quasi da schizzare fuori dalle orbite. Non più essere umano, ma bestia, rendendomi ora simile a quei mostri che un tempo combattevo violentemente.
In un’attimo la mia figura a scaraventarsi in avanti, nella sensazione di essere scomparsa se non avesse avuto occhi ben allenati a percepire movimenti mostruosamente celeri. Sia forza che velocità, entrambe fuse nell’attacco che si sarebbe scatenato contro quella stronzetta.



Zizzagando da un punto all’altro del percorso che ci distanziava così da non dare punti di riferimento in una traiettoria precisa, mi sarei arresta solo una volta che fossi riuscita a giungere sul suo lato sinistro prendendola di conseguenza di profilo. Attaccarla lateralmente doveva darmi maggiore garanzie, ma la cosa non era certa e potevo aspettarmi di tutto da qualcuno che a prescindere dalla mia momentanea confusione era risuscito a colpirmi in pieno.
Sempre rapida oltre il limite umano, avrei tentato di portare un fendente dall’alto verso il basso in diagonale sinistra, nel gesto precedente di alzare l’arto con cui la mano collegata afferrava la mia possente spada. Altro non era che una finta, nell’intento di fermare il colpo prima che collidesse con la sua esile figura, a pochi centimetri da essa - e sperare che tale gesto la rendesse impreparata e istintivamente dedita a difendersi dal primo falso attacco. Nel mentre la mia spada si sarebbe fermata - lasciando per un attimo il manico e far si che lo strumento sostasse per un decimo di secondo in aria - avrei prontamente e con reattività afferrato il manico di essa con l’altra mano, nello scopo ultimo di voltarmi di 90 ° gradi nel verso opposto tramite una mezza giravolta e colpirla di taglio netto orizzontale all’altezza del busto: con il conseguente moto arcuato della lama. Potenza devastante sarebbe stata concentrata in quel colpo. Una forza superiore alla norma e dall’impatto che sarebbe stato tremendo senza una difesa pregevole a evitare spiacevoli conseguenze. Forse stavo esagerando, e l’attacco poteva essere tropo impegnativo per semplice allenamento, ma una cosa era certa, la doveva pagare con gli interessi.

Armatura: 1 pnt. Le Claymore indossano un'uniforme simile a quella da combattimento romana, con uno stile d'art d'eco.È formata da 2 pezzi di colore grigio chiaro, con un colletto di soluto sul nero con i bordi bianchi con sopra il simbolo delle Claymore vicino alla gola. Sopra la parte superiore di questa, vi sono più pezzi di armatura metallica: stivali brillanti, leggermente tallonati, polsiere(avanbracci), protezioni per le spalle, e una particolare gonna fatta di metallo. Infine, indossano un mantello grigio corto, sebbene la versione maschile della corazza non lo abbia. Alcune Claymore possono avere alcune modifiche alle loro uniformi per adattarle alle loro abilità particolari...

Spada Claymore: 1 pnt. La Claymore è la tipica arma della guerriere dell'Organizzazione. In scozzese il termine significa "Grande Spada". Le guerriere sono chiamate Claymore dalla gente comune proprio in virtù di questa spada. Ogni spada ha sulla base della propria impugnatura il simbolo della Claymore a cui appartiene. Le "Claymore" sono spade larghe a doppia lama dal peso sconosciuto e con impugnature affilate. Nessuna Claymore è stata mai distrutta e neppure danneggiata,fatto che fa dedurre la loro presunta indistruttibilità. È raro vedere una Claymore senza la sua spada, la quale viene utilizzata non solo per combattere, ma anche per tagliare legna da ardere e cacciare. Le Claymore sono solite riposare dopo aver conficcato la spada nel terreno ed essercisi appoggiate. Quando una Claymore muore,la sua spada viene conficcata nel luogo di sepoltura per identificare la defunta. le Claymore di solito posseggano una sola spada, alcune Claymore particolarmente forti ne utilizzano due. La seconda spada di solito apparteneva ad una amica morta dell'utilizzatrice.. Passiva: Indistruttibilità spada. 5 pnt


Cautela
Combattere sfruttando lo Yoki è un abilità che costa molte energie, che nel mondo di Endlos viene definito mana. Per questo, Nadine è stata donata della possibilità di avere una maggiore riserva energetica, potendo così resistere maggiormente dove altri invece cadrebbero ormai allo stremo di energie gestite in malo modo, e che li vedrebbe di fatto spacciati. In termini di gioco, questa passiva gli consente di avere un 10% in più rispetto alla normale quantità di Mana che solitamente ogni essere ha a disposizione. 5 pnt

Occhio Divino [color=red]Bloccata
Nadine è una guerriera dotata di uno Yoki spaventoso, capace di leggere il flusso di energia che alberga nel corpo dei suoi avversari, riuscendo in questo modo a prevedere attendibilmente ogni loro movimento.
valida solo per i movimenti e gli attacchi fisici
Passiva. 5 pnt

Rigenerazione del Corpo Bloccata
Questa è un'abilità generica, posseduta da tutte le Claymore. E' più accentuata ed efficacie nelle Claymore di difesa e consiste nella rigenerazione delle parti del corpo mancanti e danneggiate. Nel caso delle Claymore di attacco questa abilità risulta essere meno presente, ma consente comunque la rigenerazione, anche se in tempi piuttosto lunghi, rispetto alle guerriere di difesa, che riescono a rigenerarsi quasi all'istante.
[Passiva di rigenerazione] Only Gdr 5 pnt

Attimi di furia. Incontrollabile, fragorosa, inarrestabile, potente. Come uno tsunami che dal nulla va a incrementare l’altezza dell’acqua nella rappresentanza della monolitica onda a investire e distruggere ogni cosa, così io, nelle fattezze di una bestia, mi cimentai nell’azzerare le distanze e lasciare che la spada andasse a tranciare e smembrare il corpo di quella insignificante bambina. Occhi sgranati e iniettati di odio, tenendo fisso il bersaglio e ben inquadrato, in quella furia battagliera che stava innescando la reale esistenza marcia e tenebrosa del mostro insito dentro di me. Nessun rimuginare, nessuna incertezza o dilemma nell’ avere una coscienza che cedesse il passo alla foga omicida e mi rendesse abbastanza matura da capire che la mia vittima era poco più di un’adolescente: ancora protagonista di una vita tutta da scrivere. Ma ne pietà, ne misericordia, ne tanto meno compassione; in quanto la citata bambina si era dimostrata talmente piena di boria e di lacune di educazione da non meritare il mio perdono e lasciare il passo ancora alla diplomazia. Come detto, attimi di istanti; meno di un secondo forse, nella celerità mostruosa delle mie azioni paragonabili a una creatura divina: trascesa dalla comune essenza umana. La spada ormai arcuata in quel movimento a cambiar presa di mano, e l’impatto ormai imminente a stroncare un’altra vita e annotare un’altra vittima nella mia già lunga lista di attentati omicidi. Respiri irregolari da parte mia, nell’esasperare la condizione di movimento, in quel forte stress che ne aveva condizionato ogni lucida movenza.

Tutto ormai era in prossimità di compiersi, senza discernere nella mia testa la sicurezza dall’atto di follia e impedire tragiche e fatali conseguenze. Ormai incontro all’azione, tutto era pronto nel risultato finale, quando però, con non so quale repentina prontezza, l’evocatrice, riuscì ad attingere a doti fuori dall’ordinario nel richiamare una cospicua e imponente quantità d’acqua a far si che essa si frapponesse fra la spada e il suo corpo. L’impatto fu considerevole, nel propagare un onda d’urto oltre che il cozzare tra il fluido e la forza cinetica della lama: nell’estinguersi a vicenda e far tornare tutto nullo. Il moto ondoso a modificarsi, nell’aprire uno squarcio e lasciare che parziali fluidi sostassero intorno alla mia figura nell’azione forte del colpo. Il digrignare dei mie denti canuti, nell’osservare immobile e con stazionaria imponenza l’evento e lasciare che dopo l’impatto tutto tornasse immutevole. Il mio sguardo sempre nel digrigno dentario, spostando la testa in rapide rotazioni in sensi contrari a cercare la preda come un abile cacciatore ancora intento a perseguire il suo obiettivo dopo il primo fallimento.
Null’altro, solo trovarla mi importava e mi rendeva quieta, volendo a tutti i costi finire ciò che con profanazione era stato impedito modificando il drastico corso degli eventi. Poi la vidi, la inquadrai, e ne ripresi il puntare delle mie orbite, nel osservare la scena pietosa di lei riversa a terra e al momento impassibile: nel aver subito il contraccolpo e averla scaraventata a una debita distanza.



Non ho finito con te troia… sto arrivando.

Dissi alzando il braccio e puntando con esso mediante la presa della mano a tenere salda la spada, nell’indicare con essa l’obiettivo prima di rimettermi all’opera. Nuovamente a far ricorso allo Yoki, nuovamente a far fluire l’essenza dei demoni dentro la mia carne, il mio sangue e il mio spirito e far ricorso alla modifica di velocità nell’azione frontale di azzerare la distanza in brevissimo tempo e prenderla di contropiede ancor prima che si potesse totalmente rialzare e ritornare bipede. Un consumo minore rispetto a prima, ma che mi dava sempre riflessi e rapidità molto superiori alla norma nel dimostrarmi più veloce del più abile centometrista. Avrei fatto si di arrivare, o meglio, tentare di arrivare in sua prossimità sovrastandola in altezza completa, nel mentre il mio braccio cominciava a compiere torsioni inumane come la carica di un sinistro meccanismo. Ventuno torsioni per la precisione, nel osservare se fosse stato possibile da parte sua, quella visione raccapricciante del mio braccio a contorcersi nella violenza dello stridere della carne. Una volta che tale arto fosse arrivato al massimo delle giravolte su se stesso, avrei rilasciato il tutto nel gesto di una simil trivella che aveva il compito di perforare la sua carne scarnificandola e penetrando nei suoi tessuti muscolari in un punto qualsiasi del suo corpo dal bacino in su: come il picchio che voracemente divelte la corteccia dell’albero per entrarvi nel profondo.

Armatura: 1 pnt. Le Claymore indossano un'uniforme simile a quella da combattimento romana, con uno stile d'art d'eco.È formata da 2 pezzi di colore grigio chiaro, con un colletto di soluto sul nero con i bordi bianchi con sopra il simbolo delle Claymore vicino alla gola. Sopra la parte superiore di questa, vi sono più pezzi di armatura metallica: stivali brillanti, leggermente tallonati, polsiere(avanbracci), protezioni per le spalle, e una particolare gonna fatta di metallo. Infine, indossano un mantello grigio corto, sebbene la versione maschile della corazza non lo abbia. Alcune Claymore possono avere alcune modifiche alle loro uniformi per adattarle alle loro abilità particolari...

Spada Claymore: 1 pnt. La Claymore è la tipica arma della guerriere dell'Organizzazione. In scozzese il termine significa "Grande Spada". Le guerriere sono chiamate Claymore dalla gente comune proprio in virtù di questa spada. Ogni spada ha sulla base della propria impugnatura il simbolo della Claymore a cui appartiene. Le "Claymore" sono spade larghe a doppia lama dal peso sconosciuto e con impugnature affilate. Nessuna Claymore è stata mai distrutta e neppure danneggiata,fatto che fa dedurre la loro presunta indistruttibilità. È raro vedere una Claymore senza la sua spada, la quale viene utilizzata non solo per combattere, ma anche per tagliare legna da ardere e cacciare. Le Claymore sono solite riposare dopo aver conficcato la spada nel terreno ed essercisi appoggiate. Quando una Claymore muore,la sua spada viene conficcata nel luogo di sepoltura per identificare la defunta. le Claymore di solito posseggano una sola spada, alcune Claymore particolarmente forti ne utilizzano due. La seconda spada di solito apparteneva ad una amica morta dell'utilizzatrice.. Passiva: Indistruttibilità spada. 5 pnt


Cautela
Combattere sfruttando lo Yoki è un abilità che costa molte energie, che nel mondo di Endlos viene definito mana. Per questo, Nadine è stata donata della possibilità di avere una maggiore riserva energetica, potendo così resistere maggiormente dove altri invece cadrebbero ormai allo stremo di energie gestite in malo modo, e che li vedrebbe di fatto spacciati. In termini di gioco, questa passiva gli consente di avere un 10% in più rispetto alla normale quantità di Mana che solitamente ogni essere ha a disposizione. 5 pnt

Occhio Divino [color=red]Bloccata
Nadine è una guerriera dotata di uno Yoki spaventoso, capace di leggere il flusso di energia che alberga nel corpo dei suoi avversari, riuscendo in questo modo a prevedere attendibilmente ogni loro movimento.
valida solo per i movimenti e gli attacchi fisici
Passiva. 5 pnt

Rigenerazione del Corpo Bloccata
Questa è un'abilità generica, posseduta da tutte le Claymore. E' più accentuata ed efficacie nelle Claymore di difesa e consiste nella rigenerazione delle parti del corpo mancanti e danneggiate. Nel caso delle Claymore di attacco questa abilità risulta essere meno presente, ma consente comunque la rigenerazione, anche se in tempi piuttosto lunghi, rispetto alle guerriere di difesa, che riescono a rigenerarsi quasi all'istante.
[Passiva di rigenerazione] Only Gdr 5 pnt

Istinto omicida. Sicuramente in quel frangente potevo dimostrarmi tutto tranne che una persona pacifica e democratica. La furia, la rabbia, l’orgoglio. Quella furia animalesca che mi aveva contraddistinto più di una volta e che mi aveva fatto diventare più Belva che donna: e più demone che santo. Non vi era spazio per null’altro se non la foga della battaglia: in quel fulgido esempio di come io distruggessi ogni cosa che era a portata di tiro. L’azione del girare il braccio contorto era dunque stata scatenata, nell’iniziare l’affondo e andare a collusione con le sue carni per deturparle. Occhi sempre ricolmi di morte nel voler essenzialmente e volontariamente estinguerla in un brutale massacro. Niente di più, niente di meno: solo annientarla e fare del suo corpo mangime per gli spazzini naturali con zanne e artigli; troppo cattiva direste voi? Beh… alla fine ero cresciuta nell’indole di sterminare e non certo di creare vita e senza dubbio quel mio istinto mi aveva fatto primeggiare nel vecchio mondo ed essere una colonna portante in questo: quindi… perchè essere diversa da ciò che magistralmente provocavo con dedizione compulsava. Sempre circondata dall’odio e dal disprezzo, facendomi forza a compatire gli umani completi e a convincermi che erano inetti senza il contributo di noi Claymore. Qui la legge che m’impediva di ferire anche superficialmente un esponente puro – com’era identificato chi non era sporcato del fluido degli Yoma – non esisteva e né vi erano minacce ad impormi di riflettere su ciò che con istinto – come in questo momento – stavo arrecando tramite gli attacchi di spada. Nulla qui aveva valore allo stesso modo del mio passato; essendo ora solo una mercenaria sanguinaria che era stata fregiata del titolo d’insensibile trucida: e allora perché scontentare i molti? perché lasciare che la mia indole fosse sporcata e macchiata dalla magnanimità?

Nulla di ciò mi era imposto e nulla poteva decidere al posto mio come agire: solo fare bene il mio lavoro di sterminatrice. Posso garantirvi che in quello ero dannatamente brava e talentuosa. Ora vi erano due compagne, due entità a lavorare per lo stesso nome e lo stesso presidio ma che in realtà erano totalmente differenti in logica e valori. Il mio arto tramutato in trivella a scontrarsi ora con una nuova creatura, una barriera ben ingegnata che aveva nuovamente salvato il culo della mocciosa:fortuna. Brava a difendersi e usare la sua lingua tagliente in sciocchi sproloqui a rimembrami di essere una signora e di automatico essere quindi educata da buone maniere. Ma io non ero una signora, non ero neanche una donna o un essere baciato dalla totale bellezza e sensibilità d’animo. No, io ero una belva, un animale tenuto in cattività per poi essere liberato e sfogare la sua frustrazione di animale tenuto sotto controllo e limitare il suo libero arbitrio.

Mi stai proprio rompendo e non ti tollero razza d'idiota.

Parole pungenti ad essere espresse nel masticare le frasi con tono più roco e profondo; in quella fisionomia che mi faceva essere mostro e non signora. Il colpo continuava nel suo moto vorticoso ma nulla riusciva a scalfire totalmente la protezione che gli faceva gonfiare il petto come un gallo e continuare tracotante come un pavone. Perché lei era un pavone, un essere si bello ed elegante ma che altro non sa fare se non vivere di vanagloria e nell’essenzialità di una sicurezza che però può crollare come un castello fatto di carte da gioco che cede al soffio del primo sbuffo di fiato. E nel suo mostrarsi abile a parlare, rispondevo io al contrario con i fatti: nel sfinirla a furia di colpi potenti. Uscita nuovamente allo scoperto, dopo aver sventato l’ennesima minaccia ed essersi chiusa precedentemente come la tartaruga a nascondersi dall’impegno motorio... tornò di conseguenza all’attacco nel volermi colpire apparentemente a mano nuda in una posizione che ricordava l’impugnare di un arma. Sicuramente un qualche arcano potere a rendere impercettibile lo strumento ma che non mi aveva fregato nel dettaglio di osservare ogni più piccolo particolare.
Rimasi immobile nell’osservare le sue mosse e comprendere il primo attacco a cercare di colpire. Portata la spada sopra la mia testa compresi nel momento in cui effettuava il mio stesso movimento a copiare la mia offesa precedente nella medesima finta: allora un minimo in gamba lo era. Nel abbassare diagonalmente il mio braccio verso la parte sinistra mediante un potenziamento di velocità, mi impegnai a mettere in opposizione la spada in un movimento arcuato a far si che la lama impattasse con il suo colpo etereo.

Mi prendi per una stupida? Non mi faccio cogliere alla sprovvista due volte....

E nel mentre pronunciavo ciò, feci qualcosa che non si sarebbe aspettata avendo abitudine a vedermi maneggiare la spada. Stringendo a pugno l’altra mano, nello scricchiolare delle falangi per il forte gesto di pressione… feci si, che la mano libera ora stretta in un pugno cercasse di andare a collidere con il suo volto: nel gesto di sferrare un diretto direzionato sulla faccia per rompergli il naso e ammaccare quel suo bel faccino tanto lodato da lei. Il braccio a caricarsi tipo molla, concentrando il gesto cinetico di convergere la forza in un solo punto tra spalla e arto per rilasciare il colpo nella protrazione del braccio di offesa. Voleva conoscermi tramite il duello? Bene… allora gli avrei fatto comprendere la mia totale crudeltà nel non avere pietà per chiunque si opponesse e che volesse risultare avversario ai miei occhi. Lo Yoki nuovamente a espandersi nel mio esere, donandomi maggiore forza per rendere l’eventuale impatto qualcosa di devastante: talmente devastante da frastornarla in caso di successo.

Armatura: 1 pnt. Le Claymore indossano un'uniforme simile a quella da combattimento romana, con uno stile d'art d'eco.È formata da 2 pezzi di colore grigio chiaro, con un colletto di soluto sul nero con i bordi bianchi con sopra il simbolo delle Claymore vicino alla gola. Sopra la parte superiore di questa, vi sono più pezzi di armatura metallica: stivali brillanti, leggermente tallonati, polsiere(avanbracci), protezioni per le spalle, e una particolare gonna fatta di metallo. Infine, indossano un mantello grigio corto, sebbene la versione maschile della corazza non lo abbia. Alcune Claymore possono avere alcune modifiche alle loro uniformi per adattarle alle loro abilità particolari...

Spada Claymore: 1 pnt. La Claymore è la tipica arma della guerriere dell'Organizzazione. In scozzese il termine significa "Grande Spada". Le guerriere sono chiamate Claymore dalla gente comune proprio in virtù di questa spada. Ogni spada ha sulla base della propria impugnatura il simbolo della Claymore a cui appartiene. Le "Claymore" sono spade larghe a doppia lama dal peso sconosciuto e con impugnature affilate. Nessuna Claymore è stata mai distrutta e neppure danneggiata,fatto che fa dedurre la loro presunta indistruttibilità. È raro vedere una Claymore senza la sua spada, la quale viene utilizzata non solo per combattere, ma anche per tagliare legna da ardere e cacciare. Le Claymore sono solite riposare dopo aver conficcato la spada nel terreno ed essercisi appoggiate. Quando una Claymore muore,la sua spada viene conficcata nel luogo di sepoltura per identificare la defunta. le Claymore di solito posseggano una sola spada, alcune Claymore particolarmente forti ne utilizzano due. La seconda spada di solito apparteneva ad una amica morta dell'utilizzatrice.. Passiva: Indistruttibilità spada. 5 pnt


Cautela
Combattere sfruttando lo Yoki è un abilità che costa molte energie, che nel mondo di Endlos viene definito mana. Per questo, Nadine è stata donata della possibilità di avere una maggiore riserva energetica, potendo così resistere maggiormente dove altri invece cadrebbero ormai allo stremo di energie gestite in malo modo, e che li vedrebbe di fatto spacciati. In termini di gioco, questa passiva gli consente di avere un 10% in più rispetto alla normale quantità di Mana che solitamente ogni essere ha a disposizione. 5 pnt

Occhio Divino Bloccata
Nadine è una guerriera dotata di uno Yoki spaventoso, capace di leggere il flusso di energia che alberga nel corpo dei suoi avversari, riuscendo in questo modo a prevedere attendibilmente ogni loro movimento.
valida solo per i movimenti e gli attacchi fisici
Passiva. 5 pnt

Rigenerazione del Corpo Bloccata
Questa è un'abilità generica, posseduta da tutte le Claymore. E' più accentuata ed efficacie nelle Claymore di difesa e consiste nella rigenerazione delle parti del corpo mancanti e danneggiate. Nel caso delle Claymore di attacco questa abilità risulta essere meno presente, ma consente comunque la rigenerazione, anche se in tempi piuttosto lunghi, rispetto alle guerriere di difesa, che riescono a rigenerarsi quasi all'istante.
[Passiva di rigenerazione] Only Gdr 5 pnt

Ogni persona ha dentro di se una bestia, un animale, un piccolo demone che prima o, poi, sbuca fuori per far uscire quell’istinto sopito dalla ragione. Beh… quella ragazzina che io pensavo fosse solo buona a specchiarsi, alla fine fece uscire un suo dettaglio inaspettato e imprevedibile: ma raccontiamo per ordine. Ero dedita nel difendermi, nell’estinguere la sua nuova offensiva e nuovamente farle percepire il fallimento. La mia arma elegantemente – come risuonava il nome della tecnica – andò a cozzare con il suo strumento invisibile all’apparenza, nel dimostrarmi la guerriera esperta che per anni mi aveva contraddistinto. Il mio sguardo impassibile e senza emozione ad osservarla, mentre la mia maestria di movimento bellico rendeva il suo intento, vana vittoria nel rendersi conto che fra me e lei vi era un abisso. Non per talento - che in ogni modo dimostrava nella sua arte d’essere interessante in manipolazione d’altre figure ataviche - quanto nell’avere la ferma convinzione di non essere scalfibile e quindi avere la calcificata decisione di rendere tali gesti essenza di competitività; manovrando lo strumento, nel gesto arcuato a far da parante e vederla ora, talmente ravvicinata, da condividere il gesto spregevole ma da me accettato di colpirla come un semplice frequentatore di taverne che si diletta in una scazzottata. Il braccio mancino ad indietreggiare facendo si, che la forza concentrica si accumulasse nella spalla del medesimo lato e in un frangente di secondo – quanto bastava per azzerare quell’insignificante distanza – far impattare le mie nocche e l’intero pugno sul suo delicato viso: nel udire chiaramente il suono delle sue ossa nel sentire e comprendere che qualcosa si era rotto.

Vedi pulce? Questo succede a fare la sbruffona con chi non puoi permetterti di avere tale atteggiamento

La mia frase pungente quanto il conseguente affondo a mano nuda a fracassare la sua composizione ossea, nel sbeffeggiarla per l’incompetenza di non essersi saputa mostrare pronta anche in tale frangente: dimostrando che una formica può fermare un elefante se dedita. Passi indietro barcollante, sentendo la sua sensibilità essere stata colpita; nella fisionomia facciale modificata dalla percezione pulsante di dolore che la stava condizionando.

Che c’è? Alla bambina gli fa male la bua? Patetica…

Ormai stavo avendo il mio momento di gloria nel poter così penetrare nel suo animo come un coltello che affondava nel burro caldo diventando oggetto malleabile: il mio gongolare nel finalmente aver arrecato un danno discreto alla mocciosa ed essere riuscita, per un secondo – almeno quello –a farla tacere senza continuare a districarsi in quei fraseggi idioti d’adolescente incapace. Secondo voi c’ero andata giù pensate? Non impietositevi; come me anche lei era una mercenaria, una persona dedita all’ambizione e alla scorrettezza e come un Eversore. Nel mondo in cui ci trovavamo, soprattutto nel presidio che ospitava la città più violenta di tutto il semipiano… non vi era spazio per altruismo o comprensione, no; semplicemente era un mondo violento, dove come nell’eloquente legge della giungla sopravvive il più forte: mentre il più debole è schiacciato come la sopraccitata formica che doveva scatenare rivoluzione e che in realtà limitata nella sua pochezza.

Inclinai il capo leggermente verso sinistra, nell’osservare da una diversa prospettiva la nuova scenografia: nella curiosità di comprendere l’innescarsi di sensazioni contrastanti in un animo umano completo. Il mio viso nell’impegno delle orbite a scrutarla e a studiarla mentre passavo quegli attimi silenti ad udire il solo verso gutturale del dolore che provava: cosa avrebbe fatto lo scricciolo ora? Come si sarebbe comportata? Avrebbe agito ricolma di rabbia, o si sarebbe solo persa nell’umido a bagnare il suo viso da copiose lacrime?

Belva, questo ero adesso e sempre. Non totale umana e solo contenitore ad essere simile a loro: ma nient’altro ad accomunarmi. Ogni causa ha un effetto, e il suo comportamento di superbia aveva portato ciò: mal gestendo la situazione e ritrovarsi contro un qualcosa troppo grande per le sue sole forze. Ora vi era la prova, la valutazione finale per capire se avesse le palle per ricoprire quel ruolo che forse, troppo bonariamente e con superficialità gli era stato donato. Poi eccola. La reazione, l’essenza che mi aspettavo da un Eversore, da un guerriero superiore alla norma e che della stessa normalità si tiene a debita distanza. Il suo volto andò a crucciarsi, comprimendo i muscoli del viso nella reazione eccessiva dei suoi occhi sgranati ricolmi di capillari pulsanti irrorati di sangue a sentire la furia crescere: nel percepire ora la rabbia prendere possesso della sua psiche. La concezione ultima dell’annullamento dell’animo, in quella sensazione d’estrema incoscienza di ragionamento a convincersi che l’azione è l’unica soluzione percorribile.


Ecco ora lei rendersi bestia, diventando arma senza lasciare che il suo animo fosse distinguibile da mio: solo vendetta ricercata. Poi tutto cambiò, la mia coscienza nuovamente modificarsi nell’atto di perdermi nel suo sguardo, di osservare l’ avversaria e nuovamente avere la sensazione incosciente che non vi fosse cosa più bella e delicata. Fottute macchinazioni psicologiche, sentendomi ancora una volta presa alla sprovvista e diventata argilla nelle sue mani. Il mio sguardo di bestia fissarla perdendosi nell’ammirazione di non staccarle gli occhi di dosso: mentre la sua agognata vendetta veniva messa in atto. Vidi solo partire delle frecce, multipli dardi ad indirizzarsi verso la mia figura, dardi ad elevata velocità e dalla forma di frecce. Potei far ben poco in quel frangente che, decidere di evitare la più pericolosa, quella direzionata al polmone; nel manovrare l’arma e cozzare contro di lei per deviarla ma il resto riuscì nel suo scopo. Il penetrare dei dardi fu percezione pungente di dolore, nel sentire gli oggetti acuminati perforare la carne e andarsi a conficcare in varie zone del mio corpo rendendomi un colabrodo. Coscia, bacino, spalla e braccio furono tartassati facendomi cadere l’arma a terra. Tremanti ora i miei muscoli, mi rendevano la postura più ardua flettendo le ginocchia quasi a cedere nel cadere. Ora era il mio stesso sangue che mi bagnava, nel fluire a fiotti dai punti penetrati. Il volto chino nel cercare di farmi forza anche se il dolore era acuto e la lucidità era calata drasticamente nel sentirmi dolorante in sostanza su tutto il corpo.



Anf… anf… vedo che la farfalla ha sferrato il pungiglione.

Mi limitai a pronunciare, nella nuova concezione fisica che mi rendeva più complicata ogni manovra ed azione: ma se pensava che queste punturine potessero fermarmi, beh… si sbagliava di grosso. Certo, sicuramente ero limitata, ero gravemente ferita e con una fuoriuscita di sangue troppo copiosa ma questo non sarebbe bastato per mettermi fuori gioco: poteva rallentarmi ma non ostacolarmi del tutto. Il braccio che dapprima aveva rilasciato l’arma per il colpo inferto, andò lentamente seppur tremante in riflessi involontari, a riottenere il suo controllo e a stringerla nella mano. La sciocca aveva mirato al braccio e non come all’altro arto al legamento della spalla: punto essenziale per sfruttare il meccanismo di movimento.

Se credi però che sia finita qui ti sbagli di grosso… ho un ultimo ricordo da lasciarti.

Ero quasi a limite ma non del tutto. Potevo ancora far fronte ad un’altra azione, un ultima azione che avrebbe sentenziato il vincitore. Portando la spada a rifoderarla dietro la mia schiena, rimasi un attimo silente, mentre il mio respiro affannato continuava la sua vorace richiesta di ossigeno.



Perché noi Claymore…

Avrei fatto risorsa a tutto il potenziale dello Yoki; un solo colpo dalla potenzialità pazzesca e paragonabile al divino. La mia velocità sarebbe stata talmente spropositata da essere invisibile e più simile ad un teletrasporto: nel comparire nuovamente alla vista solo una volta ritrovatami nel punto dove io volessi. Il tentativo, l’azzardo sarebbe stato quello di arrivare alle sue spalle, proprio dietro la figura e a quel punto sguainare nuovamente la spada, nel gesto di un millesimo per tranciare la suddetta in un fendente obliquo e profondo che avrebbe scatenato in caso di successo una fuoriuscita copiosa di sangue.

Non ci fermiamo fin che la nostra essenza non si spegne del tutto… per questo siamo chiamate streghe dagli occhi d’argento.

Armatura: 1 pnt. Le Claymore indossano un'uniforme simile a quella da combattimento romana, con uno stile d'art d'eco.È formata da 2 pezzi di colore grigio chiaro, con un colletto di soluto sul nero con i bordi bianchi con sopra il simbolo delle Claymore vicino alla gola. Sopra la parte superiore di questa, vi sono più pezzi di armatura metallica: stivali brillanti, leggermente tallonati, polsiere(avanbracci), protezioni per le spalle, e una particolare gonna fatta di metallo. Infine, indossano un mantello grigio corto, sebbene la versione maschile della corazza non lo abbia. Alcune Claymore possono avere alcune modifiche alle loro uniformi per adattarle alle loro abilità particolari...

Spada Claymore: 1 pnt. La Claymore è la tipica arma della guerriere dell'Organizzazione. In scozzese il termine significa "Grande Spada". Le guerriere sono chiamate Claymore dalla gente comune proprio in virtù di questa spada. Ogni spada ha sulla base della propria impugnatura il simbolo della Claymore a cui appartiene. Le "Claymore" sono spade larghe a doppia lama dal peso sconosciuto e con impugnature affilate. Nessuna Claymore è stata mai distrutta e neppure danneggiata,fatto che fa dedurre la loro presunta indistruttibilità. È raro vedere una Claymore senza la sua spada, la quale viene utilizzata non solo per combattere, ma anche per tagliare legna da ardere e cacciare. Le Claymore sono solite riposare dopo aver conficcato la spada nel terreno ed essercisi appoggiate. Quando una Claymore muore,la sua spada viene conficcata nel luogo di sepoltura per identificare la defunta. le Claymore di solito posseggano una sola spada, alcune Claymore particolarmente forti ne utilizzano due. La seconda spada di solito apparteneva ad una amica morta dell'utilizzatrice.. Passiva: Indistruttibilità spada. 5 pnt


Cautela
Combattere sfruttando lo Yoki è un abilità che costa molte energie, che nel mondo di Endlos viene definito mana. Per questo, Nadine è stata donata della possibilità di avere una maggiore riserva energetica, potendo così resistere maggiormente dove altri invece cadrebbero ormai allo stremo di energie gestite in malo modo, e che li vedrebbe di fatto spacciati. In termini di gioco, questa passiva gli consente di avere un 10% in più rispetto alla normale quantità di Mana che solitamente ogni essere ha a disposizione. 5 pnt

Occhio Divino Bloccata
Nadine è una guerriera dotata di uno Yoki spaventoso, capace di leggere il flusso di energia che alberga nel corpo dei suoi avversari, riuscendo in questo modo a prevedere attendibilmente ogni loro movimento.
valida solo per i movimenti e gli attacchi fisici
Passiva. 5 pnt

Rigenerazione del Corpo Bloccata
Questa è un'abilità generica, posseduta da tutte le Claymore. E' più accentuata ed efficacie nelle Claymore di difesa e consiste nella rigenerazione delle parti del corpo mancanti e danneggiate. Nel caso delle Claymore di attacco questa abilità risulta essere meno presente, ma consente comunque la rigenerazione, anche se in tempi piuttosto lunghi, rispetto alle guerriere di difesa, che riescono a rigenerarsi quasi all'istante.
[Passiva di rigenerazione] Only Gdr 5 pnt