[EM] Dead End ~ A Cornered Rat

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    Questa è la ballata della città di notte
    del tempo che non passa
    del buio che t'inghiotte
    di ladri e assassini e di altri tipi strani
    di angoscia e di paura che non venga più domani


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    Blood Runner.
    La città insonne. La città infame. La città del peccato.
    Un colossale parco giochi per chi sapeva apprezzarne le attrazioni, un inferno a cielo aperto per tutti gli altri.
    Dall'alto non sembrava niente di speciale.

    Ammirava gli innumerevoli bagliori che costellavano le strade sottostanti da ormai diversi minuti, consapevole di avere uno scopo. Una certezza che le straziava l'anima, e che la riempiva di invidia per ognuno di quei puntini insignificanti, cullati dalla loro cieca ignoranza. Sapeva che dietro ognuno di essi si celava almeno un uomo, con la sua storia, i suoi desideri, i suoi fallimenti. Ne aveva osservati tanti, dopotutto. Papponi, ladri, truffatori, assassini, spacciatori. Feccia animata dai peggiori propositi, tutti così affannati nella ricerca del proprio paradiso personale da non rendersi conto di stare perdendo nel tentativo più di quanto potessero mai guadagnare. Perfettamente naturale. Ognuno di essi aveva ancora i propri sogni. Il passato è perduto, il domani è incerto; poteva esserci forse qualcosa di meglio da fare, per creature imprigionate dal tempo, che incidere un altro piccolo spazio di gloria personale sulla pelle di qualcun'altro? Il passo successivo poteva essere quello decisivo, l'unica e ultima occasione per dar senso a ciò che un senso non aveva.
    E del resto, quanto poteva puzzare un altro cadavere nelle fondamenta?

    Il vento soffia, la pioggia cade,
    i deboli muoiono, i forti dominano.

    L'imperativo cosmico, diceva qualcuno da qualche parte.
    Una ragione come un'altra per giustificare la violenza, pensavano loro di sotto.
    Un motivo in più per smettere di esistere, credeva lei di sopra.
    Ma non era tempo per digressioni filosofiche.

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    « Sono arrivati. »
    affermò per prima, senza attendere di udire la voce dall'altro capo del telefono
    « Qualche variazione della quale dovrei essere informata? »

    « Niente di rilevante. »
    ripose una rauca voce maschile
    « Abbiamo aggiunto qualche agente rispetto ai piani iniziali, per precauzione. »

    « Sai già come andrà a finire. »
    ribatté atona
    « Assegnare queste teste calde al caso è stato un errore. »

    Vi fu un silenzio di pochi attimi.

    « Da quando metti in discussione gli ordini? »
    « Potrei pensarci io, senza problemi. Tutto questo non è necessario. »
    « No, non puoi. Hai il tuo compito da svolgere. E mi aspetto che lo porti a termine. Quarantadue manterrà il contatto per venirti a raccogliere quando avrai eliminato il Bryalace. Abbiamo finito. »

    Chiuse la chiamata e rimase a fissare il vuoto dinanzi a sé per qualche secondo, sovrappensiero. Poi sfilò il guanto sinistro e allungò la mano in avanti, lasciando che il vento le sfiorasse la punta delle dita. Per un attimo le sembrò di sentire qualcosa. Freddo. Ma si disse che non poteva essere. Si trattava sicuramente di un'illusione.
    Avvicinò la maschera al volto e divenne uno con la notte.

    ---------------------------------------------------------------------------------------------



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    Le strade sfrecciavano ai lati dell'automobile in un turbinio di luce colorate, sfumate dolcemente dai vapori cittadini e dalla leggera pioggia che aveva iniziato a cadere da qualche minuto. Nonostante l'ora tarda, la metropoli pulsava ancora di vita, e non passava un secondo senza che lo ricordasse in qualche modo a chi ne attraversava il dominio. Dai gemiti delle puttane al lavoro nei vicoli, al canto delle bocche di fuoco dei delinquenti intenti a spartirsi il territorio, ognuno gridava a modo suo al cielo notturno riaffermando la propria esistenza. Lì dove ogni istante poteva essere l'ultimo e dove la vita non valeva più di una dose tagliata male, l'unica cosa importante era riuscire a vedere l'alba del giorno dopo. Non importava chi eri, cosa facevi, perché lo facevi: il gioco finiva solamente quando non eri più capace di rialzarti.

    Nella capitale del crimine, chiudere gli occhi era l'unico peccato che non poteva esser perdonato.

    Si trattava della prima e unica regola, e ognuno degli aspiranti "assicuratori" - anche chi prima non aveva mosso un singolo passo a Blood Runner - doveva averla ormai assimilata bene. Perché? Semplice: la paga di fine mese era stata loro assicurata da un facoltoso boss locale in cambio di protezione. Qualcuno desiderava ucciderlo, o così diceva. Vero o meno, quel che contava erano i soldi. Pochi scrupoli e una discreta professionalità: era quanto richiesto dal lavoro. Niente di più, niente di meno. E loro erano le persone giuste.

    La cadillac svoltò sulla destra, imboccando una strada secondaria. Sorpassò alcuni neon pubblicitari osceni e per poco non investì un ubriaco appena uscito dal bar all'angolo. L'autista dalla pelle scura bestemmiò in qualche lingua sconosciuta, ma continuò per la sua strada. Ai quattro, comodi sugli spaziosi sedili posteriori, riservò soltanto una breve occhiata dallo specchietto, probabilmente per assicurarsi che nessuno stesse combinando niente di strano. Il viaggiò proseguì con qualche sobbalzo per qualche altro minuto, fino a quando l'uomo non condusse il mezzo nuovamente su una delle corsie principali; accostò in prossimità di una palazzina di una decina di piani circa, e dopo esser sceso si premunì di aprire la portiera ai suoi passeggeri, per poi invitarli ad entrare nell'edificio.

    Tuttavia prima che chiunque dei quattro potesse superarne la soglia, la porta scorrevole si aprì facendo spazio a una grossa figura in tenuta nera, che nessuno ebbe difficoltà a riconoscere subito come un gorilla. Non un classico buzzurro della sicurezza due metri per due, bensì un vero e proprio gorilla, con tanto di pelliccia scura e occhi di un azzurro penetrante. E come niente fosse si fece avanti per stringere le mani ad ognuno di loro, con fare anche piuttosto cordiale:

    « Avvocato Vázquez, miss Clodagh, mister Kozlov, miss McMillan, benvenuti. » esordì con voce profonda, fissando ognuno di loro dritto negli occhi, come a volerli studiare « Sono Mister Bongol, responsabile della sicurezza del signor Shifter. Dal momento che lavoreremo assieme, potete chiamarmi Bo. Ora se volete seguirmi vi condurrò dal mio principale. »

    E senza attender risposte, il gigante tornò sui propri passi. La hall era piuttosto ampia, e poggiava su un pavimento in marmo rosato abbastanza lucido da potersi specchiare dentro. Sulla destra vi era una postazione della sicurezza, con tanto di barriera in vetro antiproiettile dietro la quale si trovavano altri tre gorilla con la stessa divisa di Mr.Bongol. Un paio erano intenti a giocare a carte presso un tavolino, e il terzo sedeva poco distante a leggersi una rivista pornografica per primati - ne facevano davvero? - ostentando una scarsa professionalità. Bo tuttavia non parve farci caso e proseguì più avanti, dove si trovava l'ascensore; ai lati vi erano altri due scimmioni, che ad un cenno del loro capo lasciarono entrare tutti nello spazioso elevatore.

    « Se posso permettermi, vi consiglio di assumere un atteggiamento cordiale nei confronti del mio capo e di svolgere con competenza il vostro incarico. » affermò con pacatezza mentre pigiava uno degli interruttori « Mister Shifter sa essere molto riconoscente, e non è detto che questo sia l'ultimo lavoro per il quale gli servirà un po' di protezione extra. » l'ascensore iniziò a muoversi verso l'alto « Inoltre per lui è certamente più gradevole poter lavorare sempre con le stesse persone. Sapete, la fiducia è più preziosa del diamante a Blood Runner. »

    Probabilmente qualcuno alle sue spalle non stava prestando attenzione, e si stava piuttosto chiedendo come facesse uno scimmione umanoide a parlare perfettamente, o come fosse possibile che il suo corpo massiccio rimanesse confinato in quell'abito da pinguino senza farlo scoppiare; ma Bo rimase impassibile fino a quando le ante non si aprirono nuovamente.

    Il piano numero dieci sembrava dare su un mondo alternativo.

    Gli ospiti vennero condotti lungo un corridoio con una tappezzatura dal sapore ottocentesco, costellata di dipinti e ritratti di nobiluomini e noblidonne dallo sguardo torvo, e una volta superati altri due bodyguard furono tutti nell'ufficio. Dentro si respirava la stessa bizzarra atmosfera, tra tavolini in mogano, poltrone spaziose, tappeti colorati e lucernari in oro massiccio. Il tutto strideva tremendamente con l'impressione che il palazzo dava dall'esterno, e con buona probabilità rispecchiava i gusti del suo proprietario, oltre alla profondità delle sue tasche. Ad accogliere i nuovi arrivati vi era una brunetta piuttosto attraente, seduta a gambe accavallate sul bordo della scrivania; indossava una minigonna in pelle, un paio di stivali scuri e una giacca a righe particolarmente scollata, che lasciava ben poco spazio alla fantasia. Alla sua destra, poco più dietro vi era un uomo di mezza età in completo elegante, intento a osservare qualcosa fuori dalle vetrate. A giudicare dall'espressione del volto riflesso sulle finestre, si trovava in uno stato di profonda contemplazione.

    « Signor Shifter, gli assicuratori sono arrivati. »

    Annunciò il gorilla dopo un breve colpo di tosse, per poi spostarsi su un fianco. Le labbra della donna si piegarono in un lieve sorriso, mentre con la destra scostava appena gli occhiali a specchio che le nascondevano gli occhi, come a voler osservare con più cura i nuovi arrivati. Nel frattempo la sedia dietro la scrivania si girò lentamente, rivelando l'improbabile figura di un mastino con tanto di cappello e sigaro in bocca, che dopo aver poggiato le zampe anteriori sul tavolo si rivolse a tutti loro sfidando ogni sorta di legge naturale:

    « Ce ne avete messo di tempo, ah? » grugnì con un forte accento meridionale « Mi auguro che siate più svelti con le mani di quello che siete coi piedi. »

    Il piano numero dieci sembrava suggerire la presenza di acidi nell'aria.



    ► QM Point


    Benvenuti signore e signori al primo capitolo della quest! Vi preghiamo di allacciare le cinture e ci teniamo a ricordarvi che i protagonisti di questa storia sarete voi, quindi non abbiate timore d'osare o di ricercare il centro della scena... senza spintonare i vostri compagni di viaggio, mi raccomando! Ogni scelta, anche quelle che possono sembrare stupide o insignificanti, avrà le sue ripercussioni a breve e lungo termine (mi son fatto la faticaccia di stilare diversi possibili walktrough per garantirvelo), quindi scegliete con cura come proseguire. E dopo questo breve preambolo, passiamo al post in sé: venite condotti dinanzi agli uffici del boss Marcus Shifter, colui che vi ha assoldato come guardie del corpo, e all'entrata venite accolti dal capo della sua sicurezza, Mr.Bongol. Quest'ultimo vi invita a seguirlo all'ultimo piano, dove sta il suo datore di lavoro, per fare conoscenza e per imbastire un breve briefing sulla situazione. Il primo post è semplice: dovete spiegare i motivi che vi hanno spinto ad accettare la richiesta di lavoro (possibili spunti sono presenti nel bando, nell'incipit) e descrivere i vostri pensieri a riguardo (se ne avete), nel corso del breve tragitto. I dettagli interni della palazzina sono liberamente personalizzabili da parte vostra, fate solo attenzione a non descrivere cose diverse. Anche se non è necessario per questo primo giro (e a dirla tutta neanche per i prossimi), se volete potete mettervi d'accordo tra di voi per un dialogo nel corso del viaggio in auto (in generale sarebbe molto apprezzabile una certa interazione tra di voi nel corso della quest). Per quanto riguarda invece "l'arruolamento" invece, si è svolto in un magazzino abbandonato in preferia, dove siete stati selezionati e poi invitati a seguire l'autista che vi ha condotti poi qui. Per evitare di fare due-tre turni solo per condurvi dal boss, ho preferito velocizzare la prima parte, ma se volete rispondere al gorilla o fargli delle domande basta che me le dite nel bando e io vi dirò come risponde. Per gli interessati riporto anche alcune informazioni generali su Blood Runner, ottenute dallo staff competente, qual'ora vi possano servire nel post:

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    Il centro di Blood Runner è "governato" e tenuto in ordine dall'attivista politico Yin Da Xing, e la sua fazione "Neo Blood Runner". Le caratteristiche di questo dominio sono assimilabili al regime comunista cinese, con fazioni paramiltari incaricate di mantenere l'ordine a furia di manganellate. La zona è abbastanza sicura rispetto al resto della città, nonostante il clima non proprio piacevole. Ufficialmente è lui a governare la città, ma in periferia le bande hanno ancora il completo controllo.
    La periferia è spartita tra tanti boss malavitosi, ognuno con la sua area di influenza. Giusto per citarne alcuni: Lemon, signore della droga, che controlla due o tre quartieri e sfrutta i suoi locali per spacciare droga, o i gemelli Derim e Datarn, che si occupano della vendita illegale di armi, import & export, e hanno contatti con lo stesso generale come principali fornitori. Per quel che sapete voi invece, Marcus Shifter non risulta avere particolari legami, almeno ufficialmente, con il dittatore, ma è immischiato a sua volta nel narcotraffico, furto, riciclaggio di denaro, e nel mercato nero. La sua zona d'influenza è di qualche quartiere nella punta sud, e confina con quella dei gemelli, benché non vi siano rapporti conflittuali con essi. A Blood Runner vige la regola non scritta secondo la quale finché non calpesti i piedi a qualcuno, sarai lasciato libero di badare ai tuoi affari in pace.
    Nella zona sotterranea della città, dove passano i vecchi binari abbandonati, si svolge invece il principale traffico di schiavi, che vengono trasportati sino alle rovine di Yasul - dove vengono smistati tra schiavi di piacere, di lavoro, e per l'arena nera - per poter poi essere venduti a Merovish.

    Ovviamente non è necessario che i vostri pg sappiano queste cose, sta a voi decidere se si sono informati o meno. Comunque sia, dopo tutta questa trafila non mi resta che scusarmi per il classico wallpost da primo turno e augurarvi una buona giocata. Se avete altre domande potete farmele nel bando. Avete cinque giorni di tempo per rispondere. Vi lascio anche qualche immagine dei personaggi, giusto per darvi l'idea:

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    [Scadenza: 25 Aprile ]



     
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    Lo sguardo dell’assassino era fisso fuori dal finestrino. Le strade del Bloodrunner gli correvano davanti agli occhi, altre auto sfrecciavano accanto e sui marciapiedi si muovevano rifiuti della peggior specie. Dimitriy Kozlov sedeva in un auto come non faceva da tempo ormai, da quando era giunto su Endlos, ma soprattutto a Merovish, le automobili non esistevano più e gli unici mezzi di trasporto erano i piedi, sostituiti a volte da un cavallo o un carro. Era quindi un po’ strano, per lui, ritornare ai vecchi tempi... si sentiva quasi a casa in quel momento.
    Insieme al sicario vi erano altre quattro persone più l’autista del veicolo. Due ragazze sedevano su altrettanti sedili, mentre un altro uomo ne occupava un terzo... e quel tizio l’aveva già visto, anzi, l’aveva proprio intercettato nel bel mezzo dello Yuzrab. Restò comunque in silenzio, limitandosi a osservare quel che accadeva fuori dal finestrino, mantenendo un’espressione priva di emozioni.
    Ma cosa ci faceva un Eversore all’interno di un auto che si muoveva nel Bloodrunner? In effetti era strano, in genere le sue missioni si svolgevano a Sud e si trattava di compiti diversi rispetto a qualcosa di “vecchio”. Nel suo mondo quelli come lui facevano anche da guardie del corpo, quindi era un po’ come tornare al vecchio lavoro, quando si trattava di fare bella figura invece di squarciare qualche gola. Comunque la Gilda forniva anche questo tipo di supporto e visto che quella zona era tenuta sott’occhio, avevano deciso di mandare colui con le caratteristiche più adatte al compito.
    Il Russo si era quindi recato in quel magazzino, in periferia, notando come i suoi datori di lavoro avessero deciso di spargere per bene la voce, così da avere una vasta scelta di volti e nomi. Non passò molto tempo prima della scelta, così loro quattro si ritrovarono a seguire l’autista di colore per mettersi in marcia e dirigersi senza perdere tempo al luogo dell’incontro. Diverso tempo dopo, ecco l’auto avanzare tra le strade del violento quartiere, popolate benché l’ora fosse abbastanza tarda.
    Era di certo una città molto moderna, rispetto alla Tana almeno, ma le differenze finivano li. Per uno abituato a vivere immerso nella violenza anche insensata, era facile individuare i volti dei tizi poco raccomandabili... tra delinquenti bastava un solo sguardo per capirsi e Dimitriy ormai ci aveva fatto l’abitudine. La violenza era l’unica cosa a rimanere sempre presente nella sua vita, ne era pregno il suo mondo così come questo. Forse era proprio per questo motivo che non pativa la lontananza dalla sua casa, in Russia.
    L’automobile imboccò comunque una strada meno frequentata e, dopo aver superato delle insegne al neon e aver schivato all’ultimo istante un ubriaco, il veicolo proseguì ancora un po’, prima di fermarsi davanti a una palazzina di una decina di piani al massimo. L’autista comunque scese e aprì la portiera, dando modo così a tutti di scendere, biondo compreso. Una volta fuori si guardò attorno, per poi fare un passo avanti per muoversi in direzione dell’entrata, ma fu costretto a fermarsi a causa dell’apertura delle porte scorrevoli a causa del passaggio di un... un gorilla?
    Eh si, ad uscire non fu un normale buttafuori, ma un gorilla verso e proprio, con peli e ogni altra cosa potesse avere un primate. Come se non bastasse il bestione sapeva parlare... si chiamava Bongol, insomma, una cosa molto simile a Bingo Bongo. Se avesse avuto un po’ di umorismo, probabilmente il Lampo si sarebbe messo anche a ridere. Comunque non aggiunse altro, si limitò a seguire il suo antenato all’interno: il lavoro era sicuramente più importante delle frivolezze.
    Dimitriy osservò la hall, lanciando uno sguardo anche al pavimento per guardarsi negli occhi, visto che ci si poteva specchiare. Il gruppo superò quindi un gabbiotto della sicurezza, con altri scimmioni al suo interno... ehi, ma uno di quelli leggeva una rivista di porno scimmie... quale mente perversa poteva stampare delle cose simili? Era meglio non pensarci. Una volta giunti davanti all’ascensore, tanto per cambiare, c’erano altri due gorilla e ad un cenno di quello più grosso tutti si trovarono all’interno, pronti a raggiungere i piani superiori. Bo approfittò di quel momento per avvisare i quattro di comportarsi nel modo adeguato, ma per questo non c’era problema: l’assassino era una delle persone più professionali che potessero esistere, non bisognava preoccuparsi.
    Arrivati al decimo piano, sembrò quasi di aver viaggiato nel tempo. La modernità infatti aveva lasciato spazio a una stile ottocentesco, ogni cosa, anche l’oggetto più piccolo mostrava una certa classe... così come i tizi raffigurati nei quadri. Una volta superato il corridoio e i bodyguard (erano dei gorilla?), comunque, il ragazzo si ritrovò all’interno di un ufficio, anch’esso in stile antico. Ma oltre alla mobilia costosa e ricercata, ad attirare l’attenzione del biondo fu la brunetta seduta con le gambe accavallate sul bordo della scrivania... beh, inutile negare la bella vista: minigonna, stivali e una giacca a righe che nascondeva molto poco.
    Andando più in la con lo sguardo, il sicario notò la presenza di un uomo di mezza età in piedi davanti alla vetrata che contemplava il paesaggio. Quando Bingo Bongo annunciò l’arrivo degli “assicuratori”, la poltrona oltre la scrivania si girò ed ecco il colpo di scena: un cane, un bulldog per la precisione, posò le zampe sul tavolo e parlò con un forte accento meridionale. Prima i gorilla, poi una gnoccona e ora il cane. Un cane parlante. Un cane parlante che si esprimeva in siciliano... ah, i funghi allucinogeni.
    Dimitriy Kozlov aveva lavorato con tante persone strane, perlopiù maiali ma sempre in forma umana... questa però era la prima volta che si trovava a lavorare con un cane, con tanto di sigaro e cappello. Endlos non finiva mai di stupirlo. Tuttavia era come ogni altro criminale, invischiato in loschi traffici, quindi forse era un bene che mostrasse la sua vera faccia, almeno non c’era il pericolo che venisse scambiato per un maiale... visto che era un cane. L’assassino comunque non parlò, rimase in attesa di sapere qualcosa in più prima di dire qualcosa.



    CITAZIONE
    Stato mentale: Concentrato
    Stato fisico: Ottimale
    Energia: 100%

    Note: mi scuso per il muroditesto, ma non potevo fare altrimenti :guru: buona quest a tutti <3 ah non temete, al prossimo post levo tutte le descrizioni sotto XD

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    Addestrato fin da bambino a rendere ogni movimento sicuro e sorprendente, Dimitriy ha sviluppato un'agilità superiore al normale che un semplice essere umano non potrebbe mai neanche pensare di sfiorare, oltre a una velocità che esula dai limiti di un mortale. I movimenti complessi non sono più un ostacolo, spiccare balzi, salti e rocambolesche fughe diviene facile come respirare, inoltre l'equilibrio riceve un discreto miglioramento che permette al ragazzo di correre anche su superfici esigue o scivolose. Inoltre la rapidità eccezzionele lo rende capace di scatti improvvisi, i quali rendono il giovane quasi imprendibile ed è difficile scorgerne con esattezza i movimenti. Ogni singolo movimento diventa qualcosa di sicuro, rendendo facile schivare ad esempio colpi in arrivo o far perdere le proprie tracce in poco tempo, sfruttando percorsi preclusi a umani senza nessun allenamento specifico e percorrendo grandi distanze con facilità. Il biondo non ha bisogno della forza, gli basta solo colpire al momento giusto come un vero killer per poi sfuggire e senza lasciare nessuna traccia.
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    Il silenzio per un assassino è l'alleato numero uno su cui poter contare, seguire il bersaglio senza che esso se ne accorga, arrivare alle spalle e colpire senza dare neanche il tempo alla vittima di rendersi conto di quel che le succede intorno. L'allenamento speciale a cui Dimitriy si è sottoposto ha sviluppato anche questa fondamentale capacità per fare un lavoro come quello, infatti il giovane riesce a distribuire il peso così bene che i suoi passi sono diventati impercettibili ed è quasi impossibile riuscire a sentire qualche suono provenire da lui a meno che non sia lui stesso a volerlo. Anche durante la corsa il suo rumore non viene influenzato e sarà silenzioso proprio come un felino, a patto che tutto il suo equipaggiamento sia ben fissato e non abbia nulla che fa rumore, benché riesca a controllare il suo corpo ciò sarebbe più complicato nel caso ci fosse qualcosa che fa rumore senza il suo volere.
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    Da quando Dimitriy ha scoperto di avere una grande energia interiore, si è sempre allenato per potenziarla e sfruttarla al meglio nei suoi attacchi, oltre che nelle sue difese. Però, vivendo su Endlos ormai da diverso tempo, ha incontrato delle persone con la capacità di leggere quell'energia interiore senza nessuna fatica, come se i loro occhi riuscissero a vedere nitidamente l'anima degli altri esseri viventi... e ciò può diventare un problema per un assassino che deve essere invisibile, nascondere la presenza è uno dei requisiti fondamentali e coloro che riescono a leggere l'anima, beh, possono diventare molto pericolosi.
    Per questo motivo Dimitriy, durante i suoi allenamenti, ha cercato un modo per riuscire a nascondere la sua energia spirituale quando è inutilizzata, così da schermare la sua anima in modo tale da renderne molto difficile l'individuazione. Sfruttando diversi esercizi di respirazione e un controllo quasi perfetto sul Ki, il russo è riuscito a creare una specie di contenitore intorno alla sua riserva spirituale, il quale riesce in qualche modo a schermare l'energia interiore dell'assassino... almeno finché non si attinge ad essa nelle tecniche. Il tutto è assimilabile a una pentola sul fuoco, con al suo interno dell'acqua che bolle: finché il coperchio rimane sopra, il vapore (Ki) non esce fuori e nessuno lo vede, mentre se il coperchio viene sollevato, ecco che il vapore inizia a fluire, rivelando solo in quel caso la sua presenza.
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    Essere dei Killer professionisti non solo necessita di un'ottima preparazione fisica o mentale, vi sono infatti alcuni dettagli che solo con l'esperienza si possono padroneggiare e sfruttare appieno i propri sensi è uno di quei dettagli. Non solo un Assassino ha bisogno di un'ottima vista, magari un fino udito, ma l'arma più importante è situata all'interno del corpo, qualcosa che non è un vero e proprio senso, infatti esce fuori dai cinque canonici e altri non è che il sesto senso, l'istinto.
    Grazie ad anni di continua pratica, Dimitriy è riuscito ad allenare il suo istinto arrivando a un punto tale da utilizzarlo come una specie di sonar, sfruttando questa capacità con estrema naturalezza, quasi fosse un'estensione del suo stesso corpo. Il suo sesto senso amplificato lo rende in grado di percepire non solo con grande anticipo i pericoli imminenti, ma anche la presenza di qualsiasi essere vivente si trovi nei paraggi, anche se questi sono situati dietro una qualche barriera fisica e non. Non serve nascondersi, l'istinto del ragazzo infatti è così sviluppato che qualsiasi cosa entri nel raggio d'azione, è tenuta sotto controllo.
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.


    ₪ Occhio della Sirena
    Le leggende narrano di un tremendo naufragio che colpì alcune navi dirette ad Undarm per consegnare un prezioso carico. Su una di queste, un marinaio ebbe l'incontro più inatteso della sua vita. Una bellissima sirena, dai capelli lunghi e del color del mare, attratta dal suo fascino lo salvò dall'annegamento deponendolo su di una tavola di legno. Quando il marinaio si riprese l'amore tra i due sbocciò come un fiore a primavera, facendo dei due instancabili amanti. Tuttavia, il marinaio con il passare dei giorni bramava sempre più la terraferma e, stremato dalla sua condizione, finì per abbandonare la sirena facendosi issare a bordo da una nave di passaggio. Affranta per la sua perdita, la sirena non si diede pace, cercando un modo per ritrovare il suo amato e convincerlo a tornare da lei. Per questo motivo, con l'aiuto della Strega dei Mari, si cavò l'occhio destro e su di esso pose una potente magia in grado di condurlo da lui. Ma la sorte non arrise alla giovane sirena, catturata dalle reti per la pesca durante il suo lungo viaggio. Si dice che morì di rimpianti in una vasca di qualche collezionista, mentre il suo occhio ancora giace in fondo al mare...

    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    Dimitriy non è mai stato un tipo religioso, quindi è abbastanza singolare sapere che appesa al suo collo si trovi una croce. Essa è una piccola e semplice croce in argento, senza troppi fronzoli o decorazioni, appesa al collo tramite una cordicella nello stesso materiale, su cui spiccano diverse perline argentee anch'esse, quasi si tratti di un rosario. La croce però non si riferisce a qualcosa di cristiano o simili, anzi, essa è un regalo donatogli dalla Dama Scarlatta, Coralia, per la quale l'assassino prova sentimenti contrastanti, contraddistini però da una forte attrazione... ma anche un ricordo indelebile, da cui il biondo non si vuole separare.
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    Ancora Dimitriy non conosce il motivo di quel regalo, però lo custodisce gelosamente e non se ne separa mai, per nessun motivo. Gli ricorda una persona importante, una figura che ha risvegliato parte delle sue emozioni da tempo sopite e che non dimenticherà mai.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Edited by _MajinZ_ - 21/4/2013, 10:41
     
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  3. Blame's Sympathy
     
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    DIVIDERNAOS1_zpsfa2bce21
    DEAD END

    L'Insegnante non si sarebbe più fatta vedere per qualche tempo, il che la lasciava con tanta libertà di movimento. In maniera abbastanza ironica, non sapeva che farsene. La sua situazione era quella di un impiccato con una corda troppo lunga per morire. Era caduta giù dal patibolo fino ad arrivare coi piedi per terra, senza spezzarsi il collo, e ora poteva camminare tranquilla.

    Che gran divertimento era.
    Quindi, era lì a fare proprio quello che avrebbe fatto un prigioniero scampato alla cravatta. Andarsene in giro cercando di scordarsi di averla avuta al collo.



    « Non vi dispiace mica se fumo, no? »

    A dire la verità, stava già fumando, l'odiosa aria pulita della sala che si riempiva dell'odore forte di nicotina e catrame. Quindi, l'atto di chiedere il permesso era non solo puramente figurato, ma anzi, un vero e proprio modo di lanciare una sfida sottointesa. Alla faccia di mister Bo, che oltretutto le risultava anche simpatico, e che si era raccomandato di essere gentili. Annuì di approvazione in direzione del sigaro di Shifter, segno che il cane se ne intendeva. Tuttavia, solo le sigarette, anzi solo quelle speciali sigarette generavano fili di sottile fumo quasi tossico, che così bene le ricordava l'odore dell'Inferno. Il che ci riporta al secondo punto della questione, ovvero, quanto fosse futile raccomandare il rispetto verso un boss mafioso ... a un diavolo.

    Id tirò, la sigaretta si illuminò di braci, e così i suoi occhi. Nella triste sinfonia di noia e insensibilità che erano i suoi giorni. finalmente qualcosa si stava risvegliando. Il viaggio in macchina, così come l'ingaggio per il posto di assicuratore, erano stati momenti come tutti gli altri, decisioni prese in dormiveglia e senza un motivo preciso, spinte dall'inerzia di attimi tutti uguali. Ma ora che il suo interesse pareva ridestarsi, anche il mondo le appariva diverso, e in un attimo riprendeva il suo vecchio modo di fare.
    Prima di tutto, la moretta.

    Oh, dannazione, se le piaceva. Con quello sguardo sprezzante e un corpo perfetto, entrambe cose che avrebbe apprezzato meglio se l'avesse sbattuta sul pavimento della stanza. Si passò le mani sui fianchi, lisciandosi la camicetta sopra ai pantaloni neri. Poi, da quella posizione la sua mano destra si piegò verso quella che era probabilmente la donna del boss, il suo indice mimò una pistola, e dolcemente, le sue labbra si schiusero pur mantenendo ferma la sigaretta, e disse:

    « Boom. »

    A quel punto, sicura di aver catturato l'attenzione della donna e un bel po' di irritazione da parte degli altri, poteva anche fingere che le importasse del lavoro.
    « Signor Shifter, se davvero vuole degli assicuratori , non le mentirò. » Si sarebbe avvicinata alla scrivania, mister Bo permettendo, sempre ricordandosi di tenere la bella nel suo campo visivo. Dell'uomo girato a guardare oltre alla finestra, invece, non le importava granché, visto che doveva essere qualche specie di lacché.

    « Prima che i miei colleghi laggiù le dicano delle menzogne, stia bene a sentire le mie parole. Esiste un grosso ostacolo che intralcerebbe il nostro lavoro, lo stesso che le fa desiderare protezione, e in generale, il principio di tutta questione. Ovviamente, » prese una pausa, indicando generalmente i presenti « suppongo che in questa stanza si sia circondato solo di persone di cui si fida ciecamente, e quindi che l'informazione che sto per darle non uscirà di qui. »

    Una boccata di fumo denso le uscì dalla bocca mentre si piegava leggermente in avanti, sussurando al boss con fare complice.

    « Lei, signor Shifter, è vivo. »

    La mano destra stavolta corse alla fondina, impugnando una vera pistola e puntandola di scatto contro il boss-cane.


    « Ma io posso sistemarla. »

    Per fortuna.


    CITAZIONE
      Il post è abbastanza semplice, non credo che servano spiegazioni; id si fa avanti e punta una pistola al cane sulla poltrona. Chiedo i miei compagni di quest di pazientare - soprattutto per via del fatto che la mia scheda è in costuzione, quindi non ci sono descrizioni a cui far riferimento.


      Id è illesa, e vagamente divertita.
      Energie: 100%
     
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  4. Malavoglia
     
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    Miguel, sei morto.

    Vi vedo.
    Siete in cinque sull'auto, quattro passeggeri più autista.
    La macchina corre sull'asfalto, non vi guardate in faccia, sconosciuti... a che pensate?
    La città...
    La notte è stata esiliata, le stelle friggono nei lampioni e la luna nuda, butterata, brutta è un gigantesco uovo che galleggia nel vuoto.
    Sui marciapiedi le persone camminano a testa in giù, dalla bocca gli penzolano rimorsi, come la bava di un cane.
    Figli malati di Erebo allucinato e illuminato.
    Oltre gli specchi delle vetrine ci sono solo scaffali vuoti, interi negozi vendono solo insetti e cimici.
    UN GORILLA ALLA PORTA!
    Seguilo, ti porterà dal cane...

    Fanno 50 pesos.


    Vecchia puttana sifilitica.
    Giocando con una sacchetta di ossa e polvere, la santera gli aveva predetto per la terza volta la morte quella settimana, sapeva che prendeva gli interessi sui morti facendo lievitare il prezzo, ma quella volta c'era qualcosa che proprio non andava.
    La minuscola stanzetta in cui la maga dava udienza era completamente invasa dai fumi, c'era odore di sudore e di cibo stantio, l'avvocato ci stava appena, piegato in due sulle ginocchia, tra un vecchio televisore portatile ronzante e scatoloni pieni di spazzatura, bamboline vudù e tutti quegli oggetti che ai turisti potevano dare l'impressione di avere un qualche potere magico.
    La donna se ne stava semi addormentata davanti a lui, in uno stato di trans-azione economica, gli occhi sottili come rughe sul viso incartapecorito erano spenti ed assenti, con quell'aria che hanno le vecchie zingare, matriarche gelose e vendicative, apparentemente innocue, ma pronte ad esplodere piene di vitalità sotto il loro logoro cappotto di carne.
    Non avrebbe aggiunto più una sillaba – si convinse fissando il suo minuscolo cranio spelacchiato.
    Fece scivolare la banconota sulla mano da babbuino e se ne andò accompagnato dal tintinnare delle perline alla porta, masticando bestemmie ed insulti senza averci capito un accidenti.

    Il magazzino ospitava tutta la miseria umana che Blood Runner poteva raccogliere.
    In un angolo un ragazzino rachitico stava dando sfoggio delle sue capacità: poteva far cadere i denti da latte e subito sostituirli con dei nuovi.
    Lo spettacolo finì quando finirono i denti.
    Dall'altra parte sosia cartoonate di Betty Boop e cotonate di Marilyn Monroe si litigavano un pezzo di carne inglese stile Bowie.
    Miguel si reggeva la testa tra le mani, la sbornia del giorno prima gli stava aprendo la testa in due, pensieri e ricordi confusi gli colavano sul vestito buono, messo per l'occasione: il paio di pantaloni meno sporco che aveva, una polo stinta, sopra una giacca sgualcita.
    Tamburellava nervosamente sulla ventiquattrore scrostata, gli avevano detto che quello non era un lavoro facile – i soliti eufemismi da trafiletto sulle pagine cercasi dei giornali, ma – se solitamente non ciò non rappresentava un problema – quella vecchia gli aveva ficcato in capo un chiodo che proprio non voleva venir via.
    La stanza gli sembrava sempre più piccola, le assi incollate malamente erano – ne era sicuro, sul punto di scollarsi e tutta quella fottutissima baracca gli sarebbe venuta addosso.
    Si alzò di scatto, umidiccio, gli occhi corsero tutt'intorno: p a r a n o i a.
    brr- un brivido di freddo.

    Erano in cinque sull'auto, quattro passeggeri più autista.
    Si erano lasciati alle spalle l'ammasso di amianto, i denti caduti e i pallidi fantasmi di una cultura pop a stellestrisce, seppelliti per sempre sotto il peso della notte.
    La testa poggiata alla strada, conosceva già tutto e gli sembrò proprio che tutto fosse già successo, magari ieri, magari nel 33 D.C. - vecchie pare da gnostici.
    E il gorilla? Arrivò pure quello. In vera pelliccia.
    Uscì con la zampa tesa dall'alveare di cemento e cristallo a cui si erano accostati, dando al gruppo il benvenuto.
    Miguel ci tenne a specificare:

    « Prego, dott. Gonzo per i clienti. »

    Quale fosse la specie, sesso, razza del cliente aveva poca importanza per un professionista.
    Anche se si fosse trattato di un mastino napoletano? Anche in quel caso, d'altronde era lì per i soldi.

    ding!

    La campana annunciò l'arrivo al decimo piano.
    L'ascensore li vomitò su un lungo corridoio, un patibolo di lusso: sui muri erano appese le teste senza corpo di qualche vecchio arcigno, dal soffitto calavano pesanti lampadari come scheletri di bronzo, i tavolini dalle gambe rachitiche tremavano sotto il loro stesso peso.
    Puzza di morto – pensò il chicano.

    Ad aspettarli erano in tre: una bella mora tuttagambe e seno, madre di tutte le erezioni, un tipo grigio ed anonimo, con le spalle curvate verso i bagliori elettrici della città, e poi il boss, mr. Shifter.
    Il gorilla lo aveva portato dal cane.
    Nessuno del gruppo sembrò rimanere particolarmente colpito dalla canina rivelazione – allora quella puttana deve dirlo a tutti, biascicò tra i denti, si sentiva tradito da visioni che credeva solo sue.
    A far rumore ci pensò una delle due donne che si portavano dietro, dopo aver giocato alla cow-girl si era messa a maneggiare una pistola vera, puntandola verso Shifter, proponendo la soluzione perfetta al caso, radicale, ma perfetta: la sua morte.
    Miguel rise, rise forte fine a piegarsi in due, dai pantaloni kaki troppo larghi scivolò la pesante magnum – toc, sul pavimento.
    La raccolse con la mano tremante per gli spasmi, puntata tremolante a mezz'aria ora erano in due con una pistola in mano.


    CITAZIONE
    .357 magnum REVOLVER
    Un vecchio revolver, grosso, rumoroso, niente di meglio per mettere un po' di paura nella gente, specie se in mano ad un pazzo nel bel mezzo di un badtrip.
    Se anche poco preciso, di solito la taglia magnum dei 5 proiettili nel tamburo basta per aprire buchi tanto grandi da poterci infilare il pollice e vedi così che qualcosa la prendi sicuro.
    [Pistola + proiettili]

     
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    A Jazz-Moody Hard-Boiled Story_


    “Che meraviglia...”


    Un piccolo sorriso tenero riposa languido e placido da diverso tempo sulle mie labbra, mentre i riflessi delle luci arcobaleno saettano sulle mie pupille ed incidono effimeri e veloci le mie retine. Che spettacolo davvero, con questo malinconico jazz nelle orecchie a farmi da colonna sonora, improvvisata tramite le cuffiette dell’mp3 che ho in tasca –sapevo mi sarebbe tornato utile–. Che fascino magnetico la città di notte, una delle viste che più mi lasciano incantata: adoro i neon, e adoro guardarli brillare e sfrecciare nell’oscurità caldamente avvolgente e gelidamente distante al contempo, mentre sto immobile ed appoggiata al finestrino di un autobus, di un treno, o di un’automobile –specie seduta dietro– come in questo caso...

    “...E che bella compagnia.”


    Continuo a commentare tra me e me senza mutare la mia espressione, nonostante io abbia intercettato ora qualcosa d'interessante con lo sguardo. Un movimento degli occhi millimetrico, impercettibile, e molto fugace: assaporo avidamente, come quando si mangia un pasticcino goloso. Dura poco, il tempo di qualche morso, e poi torni a fare quello che stavi facendo prima. Nel mio caso, il pasticcino per me è il riflesso dell’altra ragazza che siede in macchina: una tizia punk, molto intrigante ed attraente, che trasmette apparentemente un messaggio di “powwa”, di carattere forte. Me la mangio con gli occhi per interminabili secondi, per poi ripassare velocemente al panorama sullo sfondo –più vivacemente movimentato e quindi atavicamente stimolante e distraente–, mentre la calma interiore che mi pervade da diversi minuti fa sembrarmi che il tempo si stia dilatando e trascorra lentissimamente, quasi surreale.
    Adoro veramente i momenti come questi: sembrano il succo mielato della vita. E cozzano terribilmente con lo stato d’animo che il senso comune dell’uomo medio suggerirebbe di avere in un’occasione come questa.
    Già, perché dovrei essere tesa, febbricitante quasi, agitata e nervosa. Sto per incontrare un boss della mala, e dovrò proteggerlo da innumerevoli attentati e chissà quali pericoli. E sono in compagnia di sconosciuti che son stati arruolati per lo stesso motivo, e di gente come questa non c’è mai da fidarsi.

    E invece no. Non sono tesa, non sono spaventata, non più. Un pochettino prima sì, quando ci han “convocati” in quel magazzino abbandonato in periferia –un posto proprio rassicurante–, e ancora prima ero stata attraversata da un brivido misto di paura ed eccitazione quando ero venuta a conoscenza dell’opportunità di lavoro e avventura...Che mi ero andata a cercare, diciamocelo: sono qui, sono sola, sono libera. Libera da ogni gabbia, da ogni vincolo socio-morale, ho voglia di divertirmi e di scoprire cose –gingilli e meccanismi teorici magico-scientifici strani come quello di cui si vocifera essere in possesso Shifter, perché son pur sempre una scienziata!– ed esperienze nuove, nuovi lati della vita, quelli che mi son sempre stati preclusi per un motivo o per l’altro, perché “pericolosi”, perché “sbagliati”, perché mi facevano semplicemente paura forse, o perché mi avevano spaventato e plagiato al riguardo magari...
    Ma ora invece sono qui, placida e serena come un monaco zen in meditazione, immersa nella contemplazione totale del paesaggio più bello che per una tecnocrate come me possa esistere: un posto che mi ricordi casa, dopo essermi avventurata alla cieca in questo bizzarro collage prevalentemente naturale e selvaggio che viene chiamato Endlos. Anche questa città è selvaggia, ma la giungla è di cemento e asfalto: non avrei mai pensato di dirlo, ma in buona parte mi mancava.

    Scendiamo, l’auto s’è fermata e l’autista ci ha aperto le portiere, il momento di alienazione paradisiaca viene bruscamente infranto in mille schegge di sogno, il tempo riprende a scorrere normale assieme al mio flusso di coscienza e...dannazione se questo posto non smette di sorprendermi
    !

    «Avvocato Vázquez, miss Clodagh, mister Kozlov, miss McMillan, benvenuti.»
    «Sono Mister Bongol, responsabile della sicurezza del signor Shifter. Dal momento che lavoreremo assieme, potete chiamarmi Bo. Ora se volete seguirmi vi condurrò dal mio principale.»


    «Lol?!»


    Esclamo sotto voce tra me e me, alla vista di un gorilla in smoking che si avvicina, ci chiama per nome –sì: perché sa anche parlare– e si presenta con molta compostezza, per poi farci strada all’interno dell’edificio.
    Ok: in fin dei conti ho scelto questo buco di multiverso proprio perché le interferenze schermanti mi impedivano di darci un’occhiata, nella speranza di scoprire qualcosa di veramente interessante ed affascinante. E direi che le mie aspettative siano state più che esaudite.

    Continuiamo per la hall del gustoso grattacielo dall’aria tecnologica, superiamo un centro di guardia con altri gorilla –ennò vabbeh, non sapevo avessero inventato anche i porno per le scimmie! Ci sarà qualche bella foto di bonobo allo stato brado? O avranno anche loro veri e propri attori e attrici, perfino pagati suppongo? E perché no, in fondo? Non siam forse scimmie anche noi? Btw, devo ricordarmi di procurarmi una di quelle riviste: la xeno-bestiality in fin dei conti ha dei lati affascinanti, e non solo dal punto di vista scientifico...Ups, mi sfugge un fugace sorrisino malizioso, ma vedo di contenermi–, e c’infiliamo in un ascensore. Arrivati al decimo piano, dopo esser stati ammoniti sul non fare cazzate in presenza del capo, un corridoio in stile villa kitsch da riccone russo ci si schiude di fronte, omaggiandoci con quadri ottocenteschi ed altri elementi decorativi intonati con l’epoca sbagliata, fino a condurci in una grande sala –che personalmente trovo carina– ancora più sfarzosa degli ultimi metri appena attraversati
    .

    “Apperò.”


    Mi dico mentre le mie sopracciglia fanno la ola, dopo che nel mio campo visivo è apparsa una giovane donna molto prosperosa e provocante, (s)vestita in abiti succinti ma al contempo piuttosto eleganti e di alta qualità. Non è come la tizia punk –che mi pare chiamarsi “Clodagh” o qualcosa di simile, unico nome che mi ricordo dalla presentazione del gorilla–, ma anche lei trasuda “powwa”: sono due stili diversi, entrambi carichi di energia, ma quello della tizia che ho di fronte è più maturo e professionale, meno anarchico e adolescenziale, mettiamola così. Affascinanti entrambe, in ogni caso.
    Scanso ben presto i pensierini sulle due tizie, compresi quelli vaghi su un menage a trois, e torno a osservare l’ufficio: c’è un tizio molto assente alla finestra, che fissa qualcosa oltre il vetro, e nonostante gli altri paiano non degnarlo granché, trovo che possa essere un elemento interessante invece. Per essere arrivato a questi livelli e permetterti di essere completamente assorto e depresso (?) in un momento del genere ed in presenza di quattro perfetti e plausibilmente pericolosi sconosciuti, devi avere i controcazzi –o essere incredibilmente stupido, ma cozza con la prima premessa e per questo l’ipotesi è altamente scartabile, direi–. O almeno, i controcazzi in un campo specifico: chessò, magari è il contabile ed è imbattibile in quello, ma m'incuriosisce già solo lo scoprire qual è questo campo.

    Il gorilla richiama quindi l’attenzione del boss che ci apprestiamo a servire e ci annuncia, chiamandoci buffamente “gli assicuratori”, cosa che mi fa lollare un casi--
    -

    «Lolwtf.»


    ...
    Non ho parole.
    La poltrona dietro la scrivania si è girata e...il boss si è rivelato.
    ...Si è rivelato essere un CANE.
    Maccheccazz...
    Riesco a richiudere rapidamente la bocca, ma rimango ad occhi sgranati a fissare quel botolo bavoso che fuma un sigaro, indossa una bombetta e parla con accento del sud.

    Uno strano pensiero mi balena improvvisamente in testa. Le mie mani scattano e iniziano a palpare il cappotto di pelle lucida e nera che mi ricopre, mentre il mio sguardo segue l’operazione osservando il mio corpo. Anfibi, pantaloni neri, catene, gingilli miei vari. Poi faccio lo stesso con la testa, toccandomi in più punti i capelli viola, il viso e gli occhialini cyberpunk coi led fucsia
    .

    “Ok. Io sono a posto.”


    Annuisco non troppo convinta, ma apparentemente io son ancora normale. Niente tratti antropomorfi, niente sensazioni scoordinate o diverse dal normale. Per sicurezza controllo anche l’ora sull’orologio, vecchio trucco usato anche nei sogni lucidi, e appare chiara e leggibile.
    Sì, insomma: non dovrei esser sotto allucinogeni, ecco.
    Almeno credo.
    Spero.

    Nel frattempo..
    .

    « Lei, signor Shifter, è vivo. »
    « Ma io posso sistemarla. »


    Ommerda.
    La tizia punk ha estratto una pistola e sta ora minacciando il brutto muso del cane.
    E uno degli altri due “assicuratori” dall’aria strafatta si piega in due dalle risate, e...gli cade la pistola, la raccoglie e ora pure lui la tiene in mano puntandola pericolosamente a cazzo.
    La situazione si fa calda, bollente, in un batter d’occhio. Ed i miei occhi iniziano ad emanare un bagliore fucsia-lilla incandescente, segno indecifrabile che ho messo in posizione di guardia i miei poteri neuromantici, tra cui la telepatia per monitorare le intenzioni nell’ambiente. Giusto per sicurezza.
    Con due pazzi armati e diversi gorilla pure armati, più chissà quali poteri inimmaginabili: ma sì Violet, chiamiamola pure “sicurezza”, dai.

    ...

    Incominciamo proprio bene
    .



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Molto rilassata e serena, divertita a tratti. Poi in allarme ma mantiene egregiamente il sangue freddo, preparandosi materialmente ad eventuali scontri/difese e mantenendo il controllo della situazione.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Passive

    Alterazione: Somatizzazione Metapsichica e Psicomorfosi.
    I poteri mentali di Violet hanno conseguenze materiali sulla realtà, e una tra le prime realtà a venire cambiate da essi è il suo stesso corpo. Succede spesso, infatti, che le diverse spinte interiori della sua personalità prendano il controllo dei suoi poteri di metacreazione e si manifestino fisicamente (a volte tanto intensamente da assumere vita propria in corpi separati -cfr. SoulSplit-, ma continuando ad essere sempre Violet, un'unica mente con manifestazioni corporali diverse che incarnano "idee/atteggiamenti" diversi ma sempre della stessa persona). Normalmente, in base al "mood" su cui Violet si sintonizza maggiormente, che sia per uno scatto d'ira o per una strategia volontaria di camuffamento, il suo aspetto fisico e le sue tecniche possono già assumere connotati diversi: occhi e capelli posson cambiare di colore (nero per Raven, rosso per Giulietta e così via), i tratti posson mutarsi progressivamente in quelli felini della propria razza (lei, in quanto mutante, raggiunge stadi più accentuati e normalmente latenti: neko, khajiit, catform, cat), psicocinesi e pirocinesi possono assumere sfumature diverse (Raven usa più spesso fiammate e bordate nere, violacee e così via, mentre Giulietta tende di più al rosso ed all'invisibile ad esempio, ma son tutte tendenze e non regole fisse), le tecniche di piegamento dello spazio-tempo posson manifestarsi con effetti scenici diversi (Raven tende a teletrasportarsi scomparendo in nuvole tempestose o fiammate oscure ecc, mentre Giulietta se è particolarmente allegra e d'umore scherzoso è pure capace di esplodere in una fontana di osceni cuoricini rosa e fucsia, e Violet quando è armoniosa ed unitaria si teletrasporta sparendo in un cerchio azzurrino che si espande orizzontalmente col centro più o meno situato nella metà della sua figura, giusto per rendere l'idea), talvolta perfino i vestiti possono trasformarsi adeguandosi allo stile della personalità che domina in quel momento (Raven ha chiaramente preferenze goth-punk ad esempio, mentre Giulietta è più acqua e sapone e ama i vestiti leggeri estivi e spensierati), e così via. Inutile dire che tale polimorfismo metapsichico può tornare utile per camuffarsi, nascondersi, ingannare, far perdere le proprie tracce e così via, specie se indotti razionalmente e furbescamente dalla mutante.
    Per assumere un aspetto diverso da quello antropomorfo si rivela necessario l’impiego di una bassa quantità di energia, mentre per le forme più umane ed umanoidi (finché non pericolose o potenziate) la spesa è irrisoria.

    Riassunto Tecnico:
    - Alterazioni: 5, Passiva
    .


    Mentalist.
    Classico potere psiomantico di connessione mentale tra circuiti cerebrali a distanza, utilizzabile anche ad area e tra le copie di Violet, oppure tanto verso alleati quanto verso nemici. Funge anche da base per molte tecniche di classe "ThoughtCrime" della ragazza.

    Riassunto Tecnico:
    - telepatia: 5, Passiva
    .

    Specchietto Riassuntivo_

    Anch’io piuttosto semplice: è venuta a sapere del gingillo magico del boss (da buona scienziata ha una curiosità viscerale e spesso irresistibile nei confronti dei misteri e delle tecnologie incredibili del multiverso), e aveva voglia di immischiarsi in qualche gioco pericoloso, per cui ha accettato, è stata presa, si gode il viaggio in uno stato alterato iper-rilassato di coscienza, si lolla a vedere quelle bizzarrie antropomorfe ed entra in allarme quando spuntan le pistole XD azionando i suoi poteri psionici e prestando orecchio alla sua telepatia passiva, nel tentativo di monitorare le intenzioni dei presenti direttamente nei loro cervelli, così da sapere immediatamente e senza menzogne chi sta per fare cosa (il miglior modo di controllare una situazione, secondo lei X°D).

    Note_

    Perdonate anche il mio walltext X°D tanto tempo che non la ruolavo (mi appassiona moltissimo), ed è il suo primo post su Endlos XD quindi ho dovuto inserire anche qualche spinta di bio per farla stare qui coerentemente XDDD.
    PS: perdonatemi, a breve posterò la scheda anche, credo XD per chi fosse interessato alla parte tecnica, comunque, la mia revisione è reperibile a questo link (anche se è un porcile e ve lo sconsiglio X°°°°D): click
    .


     
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    — Da qualche parte nel ventre putrescente di BR

    Buio, freddo, e un lezzo atroce. Non vi era altro capace di lasciare la propria impronta sui sensi.
    Le tenebre divoravano i budelli fognari inghiottendo ogni cosa in un silenzio spettrale, frantumato a tratti dal rumore di qualcosa in lento movimento. Passi pesanti che affondavano nella melma puzzolente, braccia grosse come tronchi che sfregavano contro spesse catene assicurate a gabbie arrugginite, unghie marce che graffiavano alla ricerca della libertà, o forse di qualcosa di più importante.

    E poi vi erano i lamenti.
    Latrati di agonia pura, insudiciata appena da una punta di morbosa brama, ai quali il carceriere rispondeva subito con una botta, riportando immediatamente l'ordine. Doveva amare il silenzio, il colosso che proseguiva per i condotti nauseabondi con quintali di ferro sulle spalle, e doveva essere un mostro a sua volta per non tremare ad ogni singhiozzo, poiché nelle prigioni che trasportava - di ogni foggia e dimensione - si nascondeva qualcosa di così terribile da essere capace di annegare nella disperazione più profonda anche la più sana delle menti.
    La loro stessa esistenza era un oltraggio alla natura, un insulto alla vita.

    Ma a lui non importava. Lui era diverso.
    Avanzava nelle ombre consapevole di avere uno scopo, una certezza gli scaldava il cuore.
    Doveva completare l'obbiettivo, eseguire il suo compito. Cominciò a ripeterselo mentalmente, per non dimenticarlo, per non lasciare che i sussurri degli abomini che accompagnava glielo portassero via.

    La missione è l'unica cosa importante.
    La missione è l'unica cosa importante.
    La missione è l'unica cosa importante.
    La missione è l'unica cosa importante.
    La missione è l'unica cosa importante.

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    Nell'ufficio la situazione si era scaldata in fretta, e Miguel pareva essere l'unico ad aver trovato la cosa divertente. Di certo il mastino non aveva reagito bene all'incontro ravvicinato tra la pistola e il suo morbido naso, tantò che spalancò gli occhi e la bocca, perdendo per altro anche il sigaro che gli scivolò dai denti. Dall'altra parte della stanza invece Mr.Bo reagì come un fulmine, estraendo dai pantaloni un pistolone di trenta centimetri - no, non quel pistolone, non pensate male - che puntò immediatamente in direzione dell'Avvocato, ancora pericolosamente in preda all'ilarità e con una trecentocinquantasette in mano. Codice rosso, lampeggiò nella sua mente: pericoloso messicano strafatto in crisi estatica. Estrema cautela consigliata.

    « Dottor Gonzo, la prego di riconsiderare. »

    Disse con la calma serafica di un guru buddista, ma con la differenza che tra le dita invece di un rosario stringeva una bellezza d'acciaio capace di elargire baci sgommafaccia. Chissà da dove l'aveva tirato fuori quel cannone portatile. Ad ogni modo, anche il mastino cercò di dire qualcosa, ma tutto quello che riuscì a blaterare furono alcune imprecazioni a questo o quell'altro santo. Almeno fino a quando la brunetta lì prossima avvicinò l'indice della mano destra al ferro di Id, infilandoci la punta dentro con noncuranza.

    « Calma tesorino. » commentò esibendo un sorriso alquanto ambiguo, ormai certa di avere la sua attenzione « Ci sarà tempo per impallinare qualcuno. » si morse appena le labbra inferiori mentre cercava di infilare il dito più in profondità nella canna, torcendolo un poco a destra e sinistra « E poi stai prendendo il cane sbagliato. »

    A quelle parole il primo a reagire fu l'uomo alla finestra, che perse velocemente la tranquillità fin'ora dimostrata voltandosi di scatto in loro direzione, salvo poi estrarre qualcosa dalla tasca e tirare un sospiro di sollievo subito dopo averci dato un'occhiata.

    « Signori, per favore. » si rivolse a tutti quanti, asciugandosi la fronte con un fazzoletto bianco « Abbiamo già abbastanza problemi, non c'è bisogno di crearne altri. Non dovete dimostrarmi niente, ho già attentamente studiato i vostri dossier. » lasciò cadere nuovamente il piccolo oggetto - una biglia forse? - nella tasca e si aggiustò appena la cravatta prima di proseguire « Shifter sono io. La signorina si chiama Nina, e come voi è stata assoldata per, ehm, garantire la mia sicurezza. » la ragazza si lasciò sfuggire una breve risatina « E lui è il mio socio in affari, Marduk. »

    « ECS! ECS SOCIO IN AFFARI, se questi non si danno una calmata! Maronn', mi scoppierà u cuore! » gli fece subito eco il cane, visibilmente agitato e sbavante « Ecco appunto. Quindi che ne dite di mettere via le armi e accomodarvi sulle poltrone, così possiamo parlare un po' del lavoro? »

    Gettò un'occhiata al gorilla, che dopo un attimo di esitazione si decise ad abbassare il cannone per poi avvicinarsi a un vecchio giradischi in prossimità di uno scaffale pieno di custodie per vinili. Ne controllò alcuni, prima di tirarne fuori uno e posizionarlo sullo strumento. Le prime note di un pezzo jazz iniziarono a riempire l'ambiente, mentre Shifter nel frattempo afferrò una delle tante bottiglie di liquori posizionate sopra uno dei tavolini, stappandola dolcemente e versandone il contenuto in uno dei bicchieri ordinatamente disposti sulla superficie.









                    













    « Gradite un po' di scotch? O preferite qualcos'altro? » chiese con gentilezza, rinnovando poi con un ampio gesto delle braccia l'invito ad accomodarsi sulle morbide poltrone imbottite sparse per l'ufficio « Avrete certamente delle domande, dal momento che ho dato disposizione di far girare meno dettagli possibile fra i mercenari che han risposto al bando. Quindi chiedetemi pure, anche se temo di non sapere quanto vorrei su questo... sgradevole problema. »

    ► QM Point


    Ciò che succede nel post mi sembra piuttosto chiaro, quindi eviterò di fare un inutile riassunto, specificando giusto il necessario. I pantaloni di Mr.Bongol hanno una passiva di tasche dimensionali, quindi chissà cos'altro ci tiene lì dentro (potete chiederglielo se volete :guru:), per il resto avete ciccato quasi tutti perché Shifter era in realtà il tizio alla finestra. Trolling successful. Cazzate a parte, coloro che vi prestano attenzione potranno intravedere che il piccolo oggetto che sembra avergli donato la pace dei sensi - o quasi - assomiglia a una piccola biglia di vetro rossa. Ora avete la possibilità di fare eventuali domande sulla situazione, oppure potete continuare a importunare il mastino, o ancora chiedere un appuntamento alla strappona. Insomma, decidete voi. Sempre cinque giorni di tempo per rispondere, ma visto che c'è il 25 che è festa, vi piazzo la scadenza fra sei giorni. Se avete domande non esitate a farmele nel bando. Violet riceverà a breve un pm con i risultati dell'impiego della telepatia.

    [Scadenza: 29 Aprile]





    Edited by Agente Smith - 24/4/2013, 14:06
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Un istante... bastò un singolo istante per far precipitare una situazione solo all’apparenza normale. In un secondo saltarono fuori le armi, una impugnata dalla ragazzina con il cappello che puntò la pistola in faccia al mastino... e poi il tizio strafatto iniziò a ridere, facendo cadere la sua pistola a terra per poi sollevarla per puntarla totalmente a caso. Lo sguardo del biondo si posò anche sulla terza donna, in attesa che anche quest’ultima tirasse fuori qualcosa, ma fortunatamente rimase al suo posto.
    Notando la situazione complicarsi, Mister Bongol fu rapido come un gorilla e tirò fuori il suo cannone... una pistola le cui dimensioni erano difficili da credere. Il blocco di metallo venne puntato alla testa dell’avvocato, invitando quest’ultimo a riconsiderare l’idea, il tutto con un tono da Buddha nonostante la tensione nell’aria. Come se non bastasse il cane rimase traumatizzato dalla pistola puntata dritta in faccia, ma questa volta ci pensò la gnoccona a sedare ogni tentativo di spargere cervella un po’ ovunque... certo che l’assassino era capitato insieme a dei pessimi colleghi.
    In seguito a tutto quel casino, l’uomo che prima guardava fuori dalla finestra si intromise nella faccenda, invitando tutti a calmarsi dopo aver dato un’occhiata a una biglia rossastra che subito dopo lasciò cadere nuovamente nella tasca. Quel furbone aveva comunque fregato tutti: era lui il signor Shifter... e non il cane. E Dimitriy guardò malissimo quel cane, l’aveva fregato completamente, anche a causa di tutte quelle scimmie a piede libero.
    Il ragazzo sospirò quasi rassegnato, mentre Bo rimise apposto il pistolone e si diresse verso il giradischi, posizionando poi un vinile contenente della musica Jazz che con le sue note invase in breve lo studio. Senza mostrare particolari emozioni, comunque, il sicario andò a sedersi su una delle poltrone seguendo l’invito del datore di lavoro, incrociando poi le braccia al petto. Chiuse per un istante gli occhi, per una scorta era fondamentale la freddezza e li in mezzo erano tutte delle teste calde, probabilmente non avevano mai partecipato ad un lavoro simile.
    Ecco però che subito il biondo riaprì gli occhi, muovendo la testa a destra e a sinistra per rifiutare l’offerta alcolica... non si bevevano gli alcolici in missione. Gli occhi di ghiaccio passarono in rassegna tutti i presenti e visto che nessuno sembrava avere ancora voglia di fare domande, ci pensò lui e una volta riportato lo sguardo sul signor Shifter, iniziò a parlare.
    Prima di tutto vorrei sapere con chi dovremmo confrontarci... non credo che ci abbia convocati solo per farle compagnia.
    Parlò con un tono piatto l’Eversore, visto che da quando erano stati "arruolati", le informazioni circolate furono abbastanza poche e la prima cosa da fare in un lavoro era conoscere il proprio nemico, così da studiarne ogni pregio o difetto, soprattutto i punti deboli. E poi se bisognava lavorare insieme i segreti dovevano sparire, altrimenti non c’era nessuna possibilità di collaborare.
    Inoltre vorrei sapere in cosa consiste davvero il nostro lavoro. Avete bisogno di una scorta... oppure di un lavoro più delicato?
    In caso di omicidio su commissione il prezzo sale.

    Concluse infine senza fare troppi giri di parole, uccidere qualcuno infatti aveva bisogno di garanzie ed erano sicuramente diverse da quelle di una semplice guardia del corpo. Comunque il russo attese le risposte, sperando che nessuno dei suoi colleghi tirasse fuori gli arnesi... e per evitare casini sperava in un semplice lavoro di scorta, con alleati simili il rischio di ricevere una pallottola nella schiena era più che alto, quasi certo.



    CITAZIONE
    Stato mentale: Concentrato
    Stato fisico: Ottimale
    Energia: 100%

    Note: blblbl :guru:

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.


    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Edited by _MajinZ_ - 24/4/2013, 17:13
     
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    A Jazz-Moody Hard-Boiled Story_


    Con incredibile velocità Bongol estrae un'altrettanto incredibile pistola, così grossa da sembrare più un fucile a canne mozze, e con quella tiene sotto tiro il fattone invitandolo compostamente a calmarsi. La gnocchina con le tette che paion stare per esplodere, invece, infila un dito nella canna dell'arma della nostra collega punk, invitando anche lei a calmarsi con fare molto seducente e malizioso. Nel frattempo, non mi stupirei di sentire odore di cacca di cane, data la notevole e confusa paura che lo sta pervadendo.

    Alle parole della brunetta, poi, cosa molto più interessante, l'uomo alla finestra cambia radicalmente stato d'animo: viene preso dall'agitazione, controlla frenetico qualcosa appena estratta dalla tasca e, una volta vista, si rilassa di nuovo e inizia a parlare, invitando anche lui tutti alla calma e dicendo che non dobbiamo dimostrare niente *a lui*, cosa molto sospetta -chi cazzo si crede di essere? O meglio, chi è *in realtà*, forse?- che spiega ben presto
    .

    «Shifter sono io.»

    «Ah-ah! Lo sapevo!»

    “Detto io che quel tizio mi pareva strano! Troppo quieto e depresso, e troppo vecchio anche per l'azione salvo poteri particolari...”


    Esclamo puntando il dito verso l'uomo, mentre un sorriso di orgogliosa soddisfazione mi solca ampiamente il viso: sono stata l'unica ad almeno sospettare anche solo vagamente di lui? Sembra di sì.
    Poi mi ricompongo nel mio stato normale, mettendo da parte i poteri -ho la certezza che questo colpo di scena farà abbassare l'aggressività di tutti gli astanti-, e così il bagliore degli occhi mi si spegne progressivamente, lasciando spazio alle mie solite pupille blu intenso, vivaci ed eccitate per quel plot twist.

    Seguo con gli occhi il cenno di Shifter al gorilla, che va a mettere un vinile sul giradischi vecchio stile, e da lì di nuovo...l'incanto. Un pezzo di jazz meraviglioso e dolcissimo prende a diffondersi nell'aria, nota dopo nota, caldo come il respiro della persona amata mentre ti tiene tra le sue braccia, entrambi sudati e felici dopo aver fatto l'amore, o forse prima anche..
    .

    «Gradite un po' di scotch? O preferite qualcos'altro?»

    «...Lo scotch va bene, grazie...»


    Chiede lui, con quella sua aria malinconica e cortese dopo aver tolto delicatamente il tappo dalla bottiglia, e rispondo io in un sussurro dolce, caldo ed involontariamente seducente come quella melodia, mentre mi avvicino sinuosa a lui guardandolo intensamente ed affascinata.
    Non raccolgo ancora il suo invito a sedermi: voglio avvicinarmi a lui, perché...m'affascina. Sì, è un uomo estremamente affascinante, mi rapisce: l'arredo mi piace, la musica mi piace, il liquore mi piace, l'atmosfera mi piace, e ha scelto tutto lui, quindi è il suo stile, e per di più il suo portamento e la sua espressione...così triste, così preoccupato, così...malinconico. Mi fa tenerezza, ed al contempo esercita un fascino dolce vecchio stile, esattamente come questo jazz...
    E per questo, voglio trascorrere almeno qualche secondo vicino a lui. Anche se è solo per il tempo di prendere il bicchiere gelido dalle sue dita sfiorandole con le mie calde. Anche solo per donargli uno sguardo quasi innamorato ed un piccolo sorriso dolce e gentile
    .

    «Ha davvero buon gusto...»


    Bisbiglio chinandomi verso di lui mentre faccio oscillare il bicchiere per indicarne il liquido contenuto e per indicare col movimento successivo il giradischi, per poi raddrizzarmi guardandolo ora intensamente negli occhi e sorridendogli con fare mio malgrado seducente ma sinceramente sedotta.

    Sento...rispetto verso di lui. Non lo conosco, ma non è il classico boss della mala, non è come quel cane insomma. Anzi, è un uomo molto posato, elegante, gusti raffinati e pieni di sentimenti tristi...che mi fanno quasi "innamorare". Non trovo il termine, perché non mi sto innamorando di lui, non è un colpo di fulmine, non avrebbe senso. Solo che...è...c'è un certo feeling, ecco. Per certi versi, lo sento simile a me. Per certi versi, rientra in un modello che mi piace.
    E quindi voglio dargli una possibilità. Una notevole possibilità. Di piacermi. Come persona, intendo. Sì, sarà questo: la mia misantropia e la mia cultura solitamente mi fanno sentire al di sopra dell'individuo medio che incontro, ma questa volta invece...ho trovato qualcuno di diverso, che mi piace come prima impressione, che addirittura riesce ad affascinarmi. Chissà poi eh, e indubbiamente avrà commesso atti atroci, ma...forse s'è pentito? Non lo so, ma non è una possibilità che escluderei. Insomma, è che è triste. E una parte di me vorrebbe consolarlo, perché di primo acchitto sembra uno che forse se lo merita. O almeno mi viene il dubbio, cosa che generalmente non mi capita.

    E così resto, accanto a lui, in rispettoso silenzio e standomene buona, senza dare fastidio, finché posso. Finché non risulta fuori luogo, finché non creerebbe problemi. E poi mi scelgo la poltrona più vicina a lui, anche se son tutte un po' distanti, un po' troppo per i miei gusti momentanei ed attuali, ma pazienza.

    Sorrido, continuo a sorridere. Complice il jazz, immagino, ma diamine che bel disco davvero. E lo guardo, lo seguo con lo sguardo, ogni mossa che fa, ogni gesto, ogni sorso, ogni parola. Voglio cogliere il più possibile di quest'uomo, che suscita così fortemente il mio interesse. Voglio fare una "full-immersion in Shifter", nella sua mente, ma nel senso che voglio capirlo, voglio...conoscerlo, ecco. C'è una parte di me che si potrebbe dire che smania dalla voglia di conoscerlo, di sapere di più su di lui, di sapere se certe mie domande silenziose ed intime abbiano risposta affermativa o meno. Vorrei esplorargli l'intero mondo cerebrale, ma dovrò farlo alla vecchia maniera, e in fondo *voglio* farlo alla vecchia maniera. Ha più fascino, ed è più intonato al clima della situazione in cui mi sono ritrovata.
    E m'invita a nozze: quel signore di Shifter ci chiede se abbiamo domande, avvisandoci che non sa granché in più nemmeno lui però. Poco male, qualche informazione tra quelle che m'interessano credo possa darmela comunque
    .

    «Prima di tutto vorrei sapere con chi dovremmo confrontarci... non credo che ci abbia convocati solo per farle compagnia.»

    “Dritti al sodo, eh? Ottima domanda però. Sembra un tipo efficiente, mi piace.”


    Mi precede uno dei tizi che era in macchina con me, il biondino che sembra uno di quei classici professionisti tutti composti e distaccati, una macchina insomma. Ottimo elemento in una squadra, mi fa piacere: può tornare davvero molto utile, uno così.

    «...Vorrei porre anch'io due domande.
    Quel gingillo che ha in tasca...è il tanto vociferato rilevatore di guai, vero? Lo immaginavo...
    E poi, più importante: che titolo ha il brano che stiamo ascoltando e chi è l'autore, per piacere? Perché è davvero molto bello...»


    Dico infine, senza nemmeno aspettare la risposta alla prima domanda ma scoccando un'occhiata penetrante e furba, come a voler dire "Occhio, che non mi sfugge niente, son pericolosa, e potrei quindi esserti molto utile se mi tieni dalla tua parte". Ma è troppo irresistibile quell'umano, e non voglio di certo minacciarlo. Volevo solo..."vantarmi" dei miei artigli? Mostrarglieli, e forse...sì, forse ricevere dei complimenti, come da un padre orgoglioso della sua piccola bambina che ha preso un bel voto a scuola. Sì, forse è questo. Forse è così che mi sento, o che il mio inconscio si vorrebbe sentire nei suoi confronti. Troppo vecchio come marito, troppo distante biologicamente come padre...
    E quella canzone, poi..
    .




    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Sorpresa ed orgogliosa, poi estremamente a suo agio e rilassata, ottimo feeling con Shifter, molto affascinata e quasi "innamorata".

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Passive

    ---

    Specchietto Riassuntivo_

    Nulla di ché: rimetto i poteri nella fondina, prendo lo scotch, mi godo l'atmosfera e la compagnia, valuto positivamente Dimitriy e poi pongo le mie domande, la prima più per fare la figa XD la seconda perché è più interessata alla musica che ad altro, e non saprei che cosa chiedere in ogni caso XDD è il suo primo lavoro di questo tipo, d'altronde ù_ù.

    Note_

    Perdonate la commistione di "io" e "lei" nel riassunto X°DD un po' è dentro di me, un po' è fuori di me, la mia Violet X°°°D.


    Ramona_super-1-





    Edited by † V i o l e t † - 25/4/2013, 15:27
     
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  9. Malavoglia
     
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    La scimmia aveva un cannone in mano, trenta centimetri in erezione.
    Voleva giocare a chi ce lo aveva più grosso.
    Facendo finta che si trattasse tutto di un grosso (sembra che la giornata giri tutta attorno a questo aggettivo) malinteso, indicò con il pollice la pistola, che penzolava sollevata solo con l'indice per l'occhiello del grilletto.
    Una smanacciata al pacco e disse:

    « Ma è vero che i gorilla ce l'hanno lungo tre centimetri? »

    Rise latrando, mentre i baffi tremavano come vibrisse.
    Si ficcò l'arma nella tasca, senza troppe attenzioni, il metallo faceva ancora capolino dai pantaloni con un sorriso selvaggio a cinque denti, sempre dritto.
    In quella brutale e celodurista dimostrazione fallica, Miguel aveva completamente perso di vista ciò che accadeva nel resto della stanza, non notò né la tensione nel volto e nei gesti dell'anonimo in giacca e cravatta, né il modo in cui la venere scollata si prendeva gioco della cow-girl.

    « Shifter sono io.
    E lui è il mio socio in affari, Marduk.
    »

    La rivelazione giunse inaspettata, grigio come la sua voce l'uomo alla finestra era il cliente.
    Perfetto – pensò il chicano – è sicuramente più facile che mi paghi uno con l'aria da contabile, che un cane.
    Il gorilla mise su un pezzo jazz, uno di quelli brutti da sassofonisti bianchicci e tisici, roba da europei e femminucce innamorate, non le note infiammate del bebop che Miguel adorava, vomitate dalle trombe apocalittiche di negri su palchi sporchi di polvere, agli angoli male illuminati dei localetti di Nuova York.
    Colse al volo l'offerta di Shifter, senza dire nulla si avvicinò al tavolo degli alcolici e si servì da solo rimanendo in piedi.
    Ficcò il pollice nel bicchiere finché non lo sentì bagnato – un vecchio trucco che gli aveva insegnato un finto cieco a Las Vegas per non farsi infinocchiare da baristi troppo avari, appollaiati sui banconi come avvoltoi.
    Lo riempì fino all'orlo, succhiandosi rumorosamente il dito umido d'alcool - slurp e lo vuotò tutto strizzando gli occhi e schioccando la lingua.
    Gli intestini e i budelli presi a cazzotti sprofondarono fino ai bassi lombi, - santa muerte, ruttò alcoolico, mentre il ghiacciolo al limone faceva nono con la testa rifiutando l'offerta di Mr. Shifter.
    Conosceva quell'Ivan – chiamava Ivan tutti quelli che avevano l'aria e puzzavano da russi (retaggio da rocky balboa, eroe della guerra fredda), con buona pace dei suoi amici figlideifiori, che volevano l'uguaglianza delle razze non riconoscendo la palese superiorità di quella chicana (ma non aveva mai sentito nessuno lamentarsi quando faceva girare la droga).
    Dicevo, conosceva quell'Ivan, ricordava la sua voce inflessibile, la sua temperatura sotto lo zero e proprio non gli riusciva ad andare giù, quasi quanto l'altra, quella che fiutava il capo come un cane, standogli attaccata così vicino da potergli sbavare la giacca.
    Lasciò fare a loro le domande di rito: chi siamo, dove andiamo, chi ordina la pizza, ecc. ecc., mentre lui si limitò a lanciare la valigetta aperta sul tavolo.
    Volò qualche foglio in giro, mandati di comparizione, foto ricordo di profilo e di fronte su pareti sempre uguali, preservativi e un pacchetto di patatine aperto:

    « In qualità di suo avvocato le consiglio di riempirla con cinque ovuli di coca purissima, tre whiterabbit, una ghiandola pineale di uomo ancora vivo, alcolici a sua discrezione. »

    Le sue richieste si fermavano lì, in una manciata di droga che il boss della mala del quartierino – ne era sicuro - non avrebbe avuto difficoltà a trovargli.
    Preoccuparsi prima della missione non aveva senso - pensò svaccandosi su una di quelle comode poltroncine.

     
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  10. Blame's Sympathy
     
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    DIVIDERNAOS1_zpsfa2bce21
    DEAD END

    « E poi stai prendendo il cane sbagliato. »


    La moretta stava facendo un ditalino alla canna della pistola, o qualcosa di molto simile comunque. Il problema delle pistole è che raramente emettevano mugolii di piacere, o comunque, assieme ai suoni erano solite rilasciare anche proittili. Sicura che della questione filosofica suddetta avrebbero avuto modo di parlare più tardi - stava già architettando, in qualche anfratto della sua testa, di ficcarle la canna in un punto dove non batte il sole più o meno nei dintorni dell'osso sacro - si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio.

    « Grazie.
    Mi piacciono gli umani intraprendenti,
    »


    Dopodiché accaddero molte cose. La sua pistola, piccolo parente del cannone esibito così, senza ritegno, da mister Bo, tornò vergognosa nella fondina al suo fianco, per esempio, mentre i suoi compagni di avventure, o di assicurazioni che dir si volesse, si esibivano nella più disparata serie di comportamenti. Notevole anche la crisi di nervi dello Shifter-cane, che poi non era il vero Shifter. Le cose si calmarono notevolmente, anche se, notò con dispiacere, nessuno aveva colto il significato del suo gesto. Id aveva, come al solito, la tendenza ad essere fraintesa.

    Quel pensiero le provocò una fastidiosa fitta alla testa. Non riusciva a ricordare qualcosa che era accaduto in precedenza; un fraintendimento, forse. Si lasciò cadere sulla più vicina poltrona, facendo si che gli altri parlassero al posto suo, improvvisamente apatica anche alle sevizie che contava di infliggere al bel corpo della brunetta. Mentre lei era seduta, la musica riempiva la sala come miele, e i suoi assicuratori ballavano attorno allo Shifter-uomo ognuno a suo modo - il killer professionale e silenzioso, l'avvocato che avrebbe facilmente fatto una buona carriera di comico, all'Inferno, e l'altra donna, che quasi intavolò una vera e propria discussione. La mente di Id cercava ansiosamente di ricordare qualcosa che semplicemente non era lì, e nel frattempo, raccolse solo di striscio il riferimento al fantomatico rilevatore di guai, che un occhio più attento, o forse meno menefreghista, avrebbe subito collegato con la biglia rossa che il boss si era fatto cadere in tasca.

    La sua sigaretta era quasi alla fine, e il calore quasi le bruciava le labbra. Mentre accavallava le gambe e la spegneva, signorilmente, sulla poltrona, Id considerò con un certo interesse qualcosa che Shifter-uomo aveva detto. Aveva dei dossier su ognuno di loro? Interessante. E cosa sapeva un boss mafioso di una demonessa dell'Inferno, pardon, piano L? Era quasi curiosa di interrogarlo.

    « E poi, più importante: che titolo ha il brano che stiamo ascoltando e chi è l'autore, per piacere? Perché è davvero molto bello... »

    Una ghiandola pineale,
    pensò distrattamente, mentre se ne accendeva un'altra. Non ne aveva bisogno, ma la nostalgia di casa era sempre forte dopo una sigaretta.

    « L'autore è Harry Gregson Williams.
    O Gregson Gregson, li confondo sempre. Il pezzo si chiama "Can't say goodbye to yesterday".
    Ma, comunque, signor Shifter, che lei sia o non sia un canide, non c'é alcuna differenza: le cose stanno come le ho detto prima.
    »

    In un mondo perfetto, Id non sarebbe stata soggetta a repentini cambi di umore, né ad amnesie, e la moretta sarebbe già stata lì a sbavarle sui piedi. In un mondo perfetto non ci sarebbe stata né la mafia, né improbabili cani con accento del sud, né il bisogno di assicuratori. Per finire, in un mondo perfetto, lei sarebbe stata a lavorare per l'Inferno, e non per la misera vita di un misero boss di un misero piano dimensionale.
    Ma com'é che si diceva? Aiutati che il diavolo t'aiuta? A costo di risultare saccente, tanto valeva rendersi utile.

    « Lei è vivo, e peggio ancora, suppongo che ci sia qualcuno intenzionato a cambiare questo fatto. Intendo aldilà del tempo e dello stile di vita dissoluto. Ora, vuole mandarci a uccidere questo qualcuno? Sa bene che nel suo lavoro ne verrà un altro tale e quale a prenderne il posto. Vuole che la proteggiamo? Sarebbe divertente, ma non privo di rischi, per i primi cinque anni, diciamo ... dopodichè mi verrebbe la voglia di ucciderla io stessa.

    Come stavo dicendo prima - e non c'é arma da fuoco di dimensioni tali da poter cambiare questo fatto, Mister Bongol - la soluzione al problema è morire.
    O almeno, far credere al suo nemico che Shifter, il boss, sia morto.
    »



    CITAZIONE
    Scusate ritardo e spacconate varie .D



      Id è illesa e pensierosa.
      Energie: 100%
     
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    « Purtroppo non ne ho idea, mister Kozlov. » fu la prima risposta alla più che legittima domanda del sicario, alla quale seguì ben presto il grugnito di disapprovazione del mastino. Probabilmente in qualche modo si trovava a sua volta coinvolto, considerando l'ansia con la quale squadrava tutti i presenti; anche se a dirla tutta poteva semplicemente essere un tantino agitato dopo aver visto -letteralmente- la morte in faccia. Nel frattempo Nina lasciò la presa sulla canna della pistola - che certamente fosse stata viva avrebbe gradito le attenzioni - guardando con piglio divertito la spaccona allontanarsi. Quelle come lei l'attizzavano, ma non c'era fretta di farglielo sapere.

    « Fa sempre piacere incontrare delle persone di buon gusto... » esclamò Shifter subito dopo la risposta di Id, che l'aveva di fatto anticipato « ...così come quelle professionali. » e gettò un'occhiata al russo, che puntava invece dritto al sodo con una gelida pragmaticità.

    « Di mercenari buzzurri ce ne son fin troppi in circolazione. »

    Al termine di quell'ultima frase lo sguardo si posò un poco indurito sullo stravaccato avvocato, senza far troppo segreta una certa disapprovazione. Fece un cenno con la mano destra al gorilla - completamente immune alla provocazione del chicano - e questo si spostò vicino alla scrivania, iniziando a frugare nelle tasche.

    « Ad ogni modo i soldi non sono un problema, signori. Il vostro compenso sarà più che adeguato, e a voi recapitato nelle modalità che preferite. »

    E quasi come a volerlo mettere subito in chiaro, Mr.Bongol tirò fuori dai pantaloni quasi tutto quanto richiesto da Miguel, assieme anche a un po' di altra roba tra cui spiccava un succo alla banana corretto, un gameboy color, una vecchia videocassetta di un film western, e un pupazzetto-portachiave che assomigliava davvero tanto a Bo stesso. Dopo aver selezionato la roba giusta tra tutto il ciarpame, dispose droga e alcolici con cura nella ventiquattrore come ordinato, per poi rimettersi in saccoccia il resto.

    « Dottor Gonzo, temo che per la ghiandola pineale dovrà attendere. » affermò con tranquillità - quasi fosse la richiesta più normale del mondo « Sono piuttosto sicuro che potremo recuperarla strada facendo. Spero non sia un problema. » « Sarà meglio che non sia un probblema! Qua siamo noi che rischiamo la vita! »

    Il cane parlante non riuscì ancora una volta a starsene zitto, e mentre ripigliava il sigaro coi denti, Nina prese a grattargli le orecchie sussurrandogli qualcosa del tipo "su su cucciolottone, fai il bravo che non è successo niente". Lei pareva esser stata l'unica a non aver ancora perso il sorriso in mezzo a quel non proprio diplomatico inizio d'affari, e lì i casi erano due: o le tette erano così grosse perché le avevano succhiato il cervello, oppure non doveva preoccuparsi granché della propria salute. Ad ogni modo fu Shifter a riprendere le redini del discorso con un colpo di tosse:

    « Tornando a noi: le soluzioni da lei suggerite non possono essere prese in considerazione, miss Clodagh. In caso contrario non vi avrei chiamato. Non ho nessuna intenzione di sparire come un codardo, lasciando il mio territorio nelle mani di qualcun'altro. Non sono un cagasotto che si è trovato per caso con la poltrona del re tra le chiappe. Oltretutto so per certo che nascondersi non servirebbe a niente in questo caso. » seguì un'occhiata al mastino difficile da decifrare, alla quale l'animale rispose con il silenzio « E le posso assicurare che non sono neanche un paranoico come tanti potrebbero pensare. Io so che qualcuno vuole uccidermi. Lo so per certo. E visto che non è sfuggito all'attenzione dell'attraente signorina qui presente... » e si lasciò andare in un sorrisetto complice tutto per Violet « ...tanto vale anche spiegarvi perché. »

    La biglia rossa tornò a respirare aria fresca, ben stretta tra l'indice e il pollice del suo proprietario. Al suo interno spirali di polvere cremisi si agitavano creando arabeschi bizzarri e apparentemente senza senso. Davvero poteva essere quella la famosa pietra rivela-guai?

    « Devo sorbirmi ancora una volta tutta la storiella? » commentò quasi scocciata la brunetta, infilandosi una gomma da masticare in bocca « HEY MINGHIONA! Non smettere. » ringhiò invece il mastino non appena questa smise di grattarlo, al che lei riprese il "lavoretto", tra uno sbuffo e l'altro. Shifter semplicemente la ignorò e proseguì con le spiegazioni.

    « Sì, come avete giustamente intuito, questa è la pietra. La polvere rossa ha iniziato a vorticare, e questo significa solamente una cosa. »

    Sfilò un fazzoletto dalla tasca e dopo averlo disteso su uno dei tavolini vi adagiò sopra la sfera, così che fosse visibile a tutti.

    SHIFTER2v2_zps525b516c

    « Qualcuno mi vuole morto. »

    Quasi fosse stata una sentenza di condanna, il silenzio più assoluto cristallizzò gli attimi successivi a quelle parole, ma la tensione non durò troppo. Più o meno si infranse quando la gomma esplose sulle labbra della ragazza « Certo, certo... » che proprio non pareva intenzionata a prendere troppo sul serio la situazione. Eppure sul volto imperlato di sudore del boss era chiaramente visibile un'ombra di inquietudine, di quelle che non si vedono molto spesso addosso a un criminale di quelli più incalliti. Del resto, chissà quante e quali atrocità aveva commesso per arrivare dov'era. Evidentemente la morte riusciva a gelare il sangue anche nelle vene dei più corrotti.

    « Il vostro compito non sarà solo quello di proteggermi, ovviamente. Sono consapevole che questo non sia risolutivo. » lasciò la pietra lì dov'era -sotto lo sguardo vigile dello scimmione- e si allontanò raggiungendo nuovamente le vetrate, dando le spalle a tutti loro « Dovrete anche scoprire chi vuole ammazzarmi ed eliminarlo. O, preferibilmente, riportarmelo vivo. In tal caso la vostra paga sarà doppia. »

    ► QM Point

    Altro giro di dialogo per voi, cinque giorni di tempo. Se avete domande, come sempre sono disponibile nel bando o per PM. Perdonate la lunghezza ma siete in quattro e non ho nessuna intenzione di ignorare qualcuno di voi :nod:

    [Scadenza: 4 Maggio]



     
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  12. _MajinZ_
     
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    In quella stanza, teatro di quella specie di riunione, l’unico che sembrava avere a cuore quella benedetta missione (o maledetta, a seconda dei punti di vista) era solo Dimitriy. Il ragazzo quindi sospirò appena, stizzito in parte da quelli che sarebbero stati i suoi colleghi... per lui la missione era la cosa più importante e ritrovarsi insieme a individui come quelli, beh, non era proprio la cosa migliore: sperava solo di finire in fretta e senza pochi casini. Questo era il motivo per cui amava lavorare da solo.
    Purtroppo il nemico non era noto nemmeno alla vittima, il che rendeva le cose davvero complicate... il mandante infatti poteva essere chiunque, infatti in molti potevano avere del risentimento nei confronti del Boss e in un ambiente come quello era anche una cosa abbastanza normale. Quel fatto per rendeva impossibile rintracciare la persona da cui proteggere il malavitoso, le possibilità erano davvero troppe per poterne fare un quadro preciso.
    Comunque il capo parve apprezzare la serietà dell’assassino, tuttavia gli altri avevano in mente cose diverse dal lavoro. C’era chi si interessava alle canzoni, chi richiedeva droga e alcool anche se probabilmente il fisico non poteva reggerne ancora, e infine chi pensava che la morte potesse mettere fine a tutto... ma probabilmente non sapeva nulla di quell’ambiente. Inoltre il signor Shifter non sembrava proprio il tipo di persona che ricorreva alla fuga e la cosa venne ribadita dalle sue parole: aveva raggiunto quella posizione con i suoi sforzi e non aveva nessuna intenzione di abbandonarla.
    La tizia in viola sembrava essere entrata tra le simpatie del datore di lavoro, tanto che quest’ultimo decise di spiegare il funzionamento di quella biglia. Era rossa e adesso che era fuori dalla tasca, era possibile notare qualcosa muoversi al suo interno... la cosa curiosa era che anche il biondo aveva una biglia dalle strane capacità, doveva trattarsi per forza di una coincidenza. Comunque quel che accadde alla sfera rossa, a detta del suo possessore, sanciva una sola cosa: qualcuno lo voleva morto.
    In seguito a quelle parole calò il silenzio nella sala, il quale venne comunque spezzato dall’esplosione della gomma da masticare della bambola che non sembrava molto preoccupata da quel fatto. Tuttavia il volto del signor Shifter era più che serio, segno che quella storia stava preoccupando anche un tizio esperto come lui, quindi non c’era molto da scherzare. Una volta tornato alle vetrate, il boss espose il compito che toccava agli Assicuratori... ovvero rintracciare il sicario possibilmente vivo, ma senza informazione trovarlo sarebbe stato davvero complicato.
    Da dove possiamo iniziare a indagare? Ha qualche indizio al riguardo?
    Domandò il Russo ormai ansioso di iniziare: starsene con le mani in mano non era proprio nel suo stile. Attese quindi di ricevere nuove risposte, continuando a ignorare i propri compagni visto che sembrava essere l’unico con un briciolo di serietà. Iniziare subito a lavorare, comunque, era la medicina migliore e il biondo ormai considerava quella missione come una sfida: rintracciare il tizio senza nome era diventata ormai la sua priorità.



    CITAZIONE
    Stato mentale: Concentrato
    Stato fisico: Ottimale
    Energia: 100%

    Note: blblbl :guru:

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.


    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]
     
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  13. Malavoglia
     
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    « Di mercenari buzzurri ce ne sono fin troppi in circolazione. »

    Miguel diede un colpo di tosse, rugginosa come la sua gola mangiata dalla nicotina.
    Lui un mercenario buzzurro? Buzzurro sì, non lo negava, ma lui era un avvocato!
    Certo, come un mercenario si faceva pagare per il proprio lavoro, come un mercenario avrebbe sputato in faccia alla madre se ben retribuito, come un mercenario cavava sangue dalla rape, ma – dios mìo, i titoli di studio dove li vogliamo mettere?

    « Dottore, prego. Sono regolarmente iscritto all'albo degli avvocati di El Paso. »

    Sputò con convinzione, come se a qualcuno fregasse qualcosa della carte comprate di cui si vantava, ma per lui era una questione di principio, quegli stessi principi su cui si basa la vera democrazia americana, ecc. ecc. (retorica da scolo di birra).
    Bongol cacciò fuori dalle sue tasche d'Eta-Beta tutto ciò che il Gonzo aveva chiesto, in ordine e senza fare troppe storie.
    Miguel si gettò avido sulla valigetta, richiudendola con uno scatto.

    « Nessun problema, nessun problema... »

    Bofonchiò imbarazzato e grato, negli occhi neri piccoli come un insetto una luce di infantile felicità, pura.
    Non una figura da professionista – certo, ma era la prima volta che il cliente non si lamentava ed esaudiva le sue assurde richieste, poteva dirsi soddisfatto.
    Davano la caccia ad un fantasma, neanche il boss sapeva chi o cosa fosse, ma Miguel invece sapeva quanto fosse pericoloso disturbare gli spiriti - braccio di puma non la prenderà bene...
    E non voleva scappare, il vuoto sulle poltrone dei piani alti, in quegli ambienti, esercita sempre una forte gravità sui culi, che difficilmente schiodano senza una pedata numero quarantasei.
    L'unico loro indizio era quella minuscola biglia rossa e l'ossessiva fiducia che Shifter aveva in lei, consumato da quella speranza che si nutre delle paure e della disperazione di chi sente fisse su di sé le orbite vuote della Morte - vecchio pazzo che ci porterà nella tomba con lui, pensò, ma era Shifter che pagava e pagava pure bene.
    Avvicinandosi incuriosito all'oggetto da cui tutto pendeva, gli occhi di Miguel si persero un attimo tra i fiotti rossi che fluttuavano e si intrecciavano sinuosi, irresistibile richiamo del sangue...
    Rimase con la bocca aperta, senza dire nulla o forse credendo solo di sospirare qualcosa: - certo che mi sarebbe utile...

    « Non mi dica che se questa biglia si illumina come una lampadina, lei subito crede di essere in pericolo di vita?
    Potrei ottenere informazioni più precise semplicemente cavandole a pugni da un qualsiasi randagio preso per strada...
    »

    Mostrò il muscolo tirando manate all'aria.

    « Sarà in grado di fare qualcos'altro, no? »

    Si curvò come un ubriaco sul tavolo, puntando l'unghia smangiata verso la biglia, sempre più vicino...

     
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    A Jazz-Moody Hard-Boiled Story_


    Sorprendentemente, qualcuno precede Shifter nel dare la risposta alla mia domanda. Qualcuno di imprevedibile, almeno per le informazioni che sono in mio possesso.

    «L'autore è Harry Gregson Williams.
    O Gregson Gregson, li confondo sempre. Il pezzo si chiama "Can't say goodbye to yesterday". »


    «Oh...Grazie.»

    “Strano, non pensavo che una tipa così conoscesse certa musica.”


    Esclamo stupita dall'inaspettata preparazione della ragazza punk sul settore del jazz. Interessante davvero: potrebbe riservare altre sorprese...intellettuali, specialmente. Cosa molto eccitante, per una come me.
    Ed il ragionamento che sta ora esponendo pare confermare questa possibilità: finché non si spiega risulta molto bizzarro, socialmente e "normalmente" parlando, ma effettivamente ha un suo senso logico. Poi si chiarisce meglio, spiegando che la morte di Shifter dovrebbe solo essere apparente, in modo da indurre gli altri a crederlo tale e quindi a lasciarlo in pace, insomma.
    Piano carino, la sua astuzia mi solletica i neuroni, ma Shifter non è il tipo: è uno duro, diretto, preferisce lottare fino all'ultimo piuttosto che darsela a gambe come un vigliacco, e preferisce vincere e rimanere a godere del suo potere, soprattutto
    .

    « Io so che qualcuno vuole uccidermi. Lo so per certo. E visto che non è sfuggito all'attenzione dell'attraente signorina qui presente...tanto vale anche spiegarvi perché. »

    “Oh...”


    Dice sorridendomi con complicità, lusingandomi e facendomi sorridere imbarazzata a mia volta, mentre abbasso lo sguardo e fremo di piacere dentro di me per quel complimento pubblico.
    Interessante, un'analisi lucida ed esterna mi parte in parallelo, attirando la mia attenzione verso questo curioso meccanismo che mi è scattato dentro. Adoro analizzare i cervelli, ed il mio è sempre quello più vicino e ricco d'informazioni oneste ch'io abbia a disposizione: a volte mi dà tali soddisfazioni che ben poche altre cose al mondo riescon a darmi, ed è sempre fonte di stupore e sorpresa incredibili. Come ora: perché questa reazione? Perché prima mi son andata a cercare il suo appoggio? Perché sto cercando di ingraziarmelo? Per quale motivo mi dà così piacere la sua approvazione?
    Be', le risposte son piuttosto semplici, direi: sembra un tipo stimabile, e quindi la sua stima vale molto per me, così come per me vale molto la mia stima verso le persone, stima che è rara da dare e quindi preziosa da ricevere. Quindi, dimostrarmi intelligente mi lusinga e mi fa sentire bene, perché mi indica e monitora il livello di stima nei miei confronti, perché io uso l'intelligenza come parametro delle *mie* stime. Mhm. Molto interessante, decisamente. Molto succosa quest'analisi.
    ..
    .

    “Cazzo che figata...! Adoro scansionarmi da sola!”


    Mi dico distraendomi contro ogni mia forza di volontà di rimanere attenta. Bene, è ora di tornare alla realtà dei fatti e degli eventi che si stanno concretizzando e stanno succedendo attorno a me, dato che son cose importanti per il futuro. E per fortuna ho un buon sistema di monitoraggio e riesco a mantenere abbastanza attenzione di sottofondo anche mentre penso e scavo così in profondità, per non parlare del fatto che i miei pensieri e le mie analisi viaggian abbastanza veloci in pochi secondi e quindi non succede mai troppa roba all'esterno in grado di sfuggire alle mie percezioni. Ma ora basta parlare da sola e spiegare cose a chissà chi: io le so già, e là fuori è comparsa la biglia magica che m'è valso l'apprezzamento!

    “Ormai sto delirando, mi sembra di avere personalità mult---...Mi sa che le ho già, vero Raven e Giulietta?...”


    Chiedo,sogghignando tra me e me, alle due parti di me stessa che già qualche tempo fa presero il sopravvento sui miei poteri splittandomi in due corpi separati con atteggiamenti separati. Per fortuna la maggior parte del tempo riesco a esser ancora una sola persona.

    « Sì, come avete giustamente intuito, questa è la pietra. La polvere rossa ha iniziato a vorticare, e questo significa solamente una cosa. Qualcuno mi vuole morto. »

    “Voglio analizzarla...”


    Mi dico con ferma decisione, mentre mi sporgo dalla poltrona e con espressione seria da ricercatrice professionista apro gli occhi e fisso intensamente quell'oggetto dai misteriosi poteri, come a penetrarlo con lo sguardo fino nei suoi meandri più profondi e subatomici.

    « Il vostro compito non sarà solo quello di proteggermi, ovviamente. Sono consapevole che questo non sia risolutivo. Dovrete anche scoprire chi vuole ammazzarmi ed eliminarlo. O, preferibilmente, riportarmelo vivo. In tal caso la vostra paga sarà doppia. »

    “Mhm...Serviranno informazioni e strumenti per trovarlo. O trovarli. Chissà se la biglia funge anche da indicatore di direzione, variando l'intensità o chissà cos'altro. Devo analizzarla, sì.”


    Decisamente. Se riesco a comprenderne il funzionamento, potrei forse scoprire cose in più, funzioni in più, o semplicemente fonti d'origine e quant'altro.
    E a quanto pare sia il biondino che il droghino fanno una domanda sola, secca e diretta al cuore di entrambe le questioni: indizi maggiori per indagare, e funzionalità supplementari dell'oggetto in questione. Non mi serve sapere altro ora, sarebbero le due cose che chiederei pure io, ed essendo già state chieste mi limito a riappoggiarmi allo schienale e aspettare, guardando col solito sorriso sereno e tranquillo in direzione di Shifter
    .




    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Lusingata dai complimenti, catturata dalla biglia, in attesa di informazioni utili.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Passive

    ---

    Specchietto Riassuntivo_

    Gongola per l'apprezzamento complice del Boss, si fa i suoi giri pindarici mentali e osserva la biglia magica, attendendo le risposte alle domande altrui.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-



     
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  15. Blame's Sympathy
     
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    DIVIDERNAOS1_zpsfa2bce21
    DEAD END



    La stanza si stava rapidamente tramutando in un salottino da thé, grazie anche ai vaneggiamenti dell'avvocato regolarmente iscritto all'albo di El Paso, dellle scenette indegne di Marduk, e perché no, anche dell'abnorme quantità di oggetti fuoriusciti dalle tasche del gorilla, che sembrava aver svaligiato qualcosa a metà fra un negozio di giocattoli e un emporio illegale di droga e alcolici. Oltretutto, l'altra ragazza - quella che in qualche modo aveva indovinato la funzione della biglia rossa, nonostante sembrasse pressoché uguale a qualsiasi altra biglia rossa di quel piano dimensionale - stava lentamente cucinando in una sorta di brodo di giuggiole, o forse era una sua impressione. Gli unici a mantenere la citata professionalità era silenzioso biondo del gruppetto e Shifter stesso. Doveva ammetterlo: per essere un boss mafioso che sa di rischiare la morte, non aveva l'aria patetica di chi si aggrappa alla sua stantia posizione con i denti.

    Id si autoescluse dal conteggio delle persone serie: quella missione per lei era una sorta di passatempo. Tuttavia ...

    « O, preferibilmente, riportarmelo vivo.
    In tal caso la vostra paga sarà doppia
    »

    Quanto era potente Shifter? E quanto esteso il suo impero? Secondariamente, la sua rete di informatori era degna di quel nome?

    Qualcosa molto simile all'aborto di un'idea iniziò a germogliarle in testa, solo per poi morire, com'era naturale che fosse. Le spie di un'organizzazione mafiosa, per quanto potente, non avrebbero saputo riportarle indietro la vasta area di memoria che le mancava, né localizzato l'Insegnante per lei, né saziato la sua vasta sete di ... non avrebbe nemmeno saputo definire che cosa esattamente le mancava. Ma comunque, il doppio della paga era sempre meglio di nessuna paga, soprattutto se fosse riuscita a convertire il semplice denaro in qualcosa di più.

    Lezione basilare:
    la conoscenza è potere.



    E perché no. Anche le conoscenze lo erano.

    « Lei ha parlato di dossier. » esordì Id, quando gli altri avevano già fatto le loro richieste.


    Informazioni, certo. Non si può chiedere di trovare un potenziale assassino così, dal nulla. Senza sapere nemmeno, magari, se la sfera rilevatrice era un aggeggio affidabile. Oh, un segnalatore di intenzioni omicide sicuramente poteva risultare vitale nelle mani di un umano comune, ma in quelle di un boss mafioso di una delle città più malavitose di sempre? A quanta gente Shifter poteva aver pestato i piedi, o qualcosa di più, per meritarsi uno o due pensierini assassini? Quella biglia poteva essere attendibile ... o impazzita come gli allarmi anti-incendio in una sala piena di impiegati dell'Inferno. Tutti fumatori.
    Tuttavia, le informazioni che interessavano alla demonessa in quel momento erano un po' diverse da quelle che avevano richiesto i suoi colleghi.

    « Avrò bisogno di quei fascicoli. Almeno il mio. E quelli sui miei colleghi. E sull'adorabile Nina. E ovviamente, anche su di lei e sul suo socio in affari, anche se dubito che vi siate fatti fare dei dossier su voi stessi, tuttavia confido che ci sia un valido surrogato. »


    Non poteva negarlo, principalmente era pura curiosità. Cosa sapevano di lei? Ma, per quanto per l'ennesima volta quel giorno stesse anteponendo il suo divertimento agli interessi della missione, le due cose si trovavano a coincidere. Tastare il terreno era importante - così come lo era capire quanto l'organizzazione di Shifter avesse radici profonde. In ultimo, difficilmente il boss avrebbe rivelato nulla di se stesso, ma tanto valeva provare.

    « E perché no, anche una giacca senzafondo come quella di Bongol non sarebbe male. »

    Un bel sorriso abbagliante, ora. Sipario.



    CITAZIONE



      Id è illesa e sta macchinando qualcosa.
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