Nuovi clienti o nuovi amici?

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    Nonostante lei fosse così piccina, l'antico pavimento di legno del negozio scricchiolava a ogni passo, quasi come se dovesse cedere da un momento all'altro. Era piuttosto antico, e la signora Yuuko non aveva la minima intenzione di cambiarlo: "E' un ricordo di famiglia" diceva. Conscia però che sopratutto la notte faceva un rumore terribile. L'unica che però sembrava averci fatto l'abitudine era Rikku, che camminava con passo deciso, procurando tra la gente del negozio un certo stupore. Infatti la biondina andava nervosamente avanti e indietro, cercando qualcosa disperatamente.

    "dove cavolo ho messo la masc...ehm..buongiorno"

    disse dileguandosi dagli occhi di una cliente che incidentalmente stava ascoltando il suo discorso. Non voleva mica far sapere a tutti quello che stava cercando. Ad ogni modo, quell'oggetto non voleva proprio saltare fuori. La biondina era parecchio disordinata, sopratutto con le sue cose, ma per fortuna, non si poteva dire la stessa cosa del suo lavoro. Infatti, da quando era arrivata lei, il negozio si era rinnovato di parecchio. Aveva dovuto mettere in ordine i ben due magazzini pieni zeppi di oggetti particolari, scegliendo quelli da esporre. Ogni settimana doveva cambiare oggetti, in modo che il negozio si rinnovasse sempre, in più c'erano pure quelli che portavano i clienti. Insomma, un vero putiferio di cianfrusaglie. Rikku finalmente si arrese, tanto sapeva che l'avrebbe ritrovata solamente quando non la stava cercando. La bimba andò nel cortile del retro, una specie di giardino zen che aveva allestito la sua maestra, che appunto, non c'era.

    "devi preparare quella tecnica, lo sai quanto è difficile...e da come ne ho memoria, sei ancora troppo debole per riuscirci"

    Ed eccola, era apparsa da dietro una siepe. Portava uno dei suoi yukata, i capelli marroni erano tirati su con una pinza abbastanza stravagante, proprio come lei. La sua maestra la fissava, colei che l'aveva accolta e aiutata, la stessa che le aveva insegnato la sua magia di invocazione.

    "ci sto lavorando"

    "non è abbastanza....fai la brava e torna dai clienti, io intanto resterò qui a meditare"

    Era ovvio che il suo "meditare" stava a significare "ubriacarsi". Quella donna non sapeva minimamente controllarsi quando aveva una bottiglia di sakè in mano. Rikku rassegnata, girò i tacchi, ubbidendo all'ordine della su a tutrice. Eppure non aveva sentito la porta, di che clienti stava parlando??

     
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    Sebbene fosse cresciuto a Singapore e poi a bordo delle varie navi della Compagnia Britannica delle Indie Orientali su cui aveva prestato servizio, Elias non disdegnava assolutamente l’entroterra, sebbene vi si recasse di rado. L’aveva visitato soprattutto nei primi anni dopo il suo naufragio sulle coste dell’Undarm, e l’aveva trovato molto interessante a suo tempo.
    Inoltre, era incuriosito in generale da quello che avrebbe potuto trovare in città (si, oltre ai bordelli di qualità superiore rispetto alle città portuali).
    Quel giorno però, Elias era al Pentauron per altri motivi: cercava qualcosa che potesse attirare la sua attenzione in modo particolare, qualcosa che per la sua stranezza lo potesse incuriosire a tal punto da volersene appropriare. Un desiderio strano, direte voi. Bè, considerando che si sentiva ancora nuovo, sebbene vi avesse ormai passato un ventennio, Endlos aveva mantenuto in lui vivo il desiderio di trovare oggetti rari e artefatti misteriosi.
    E quale luogo migliore per trovare qualcosa del genere, se non il Pentauron, crocevia di quella sterminata terra?
    Le vie ordinate e ben lastricate, si snodavano davanti agli occhi del pirata, che visitando raramente il luogo ne rimaneva affascinato di volta in volta.
    La lunga giacca da ufficiale svolazzante e il cappello piumato ben calato sulla testa, Elias avanzava deciso e rapido, osservando a destra e a sinistra i negozi che si aprivano sui bordi della strada.
    La tiepida aria primaverile dell’entroterra, così diversa dal vento salmastro cui era abituato, gli soffiava delicatamente in faccia, delicato come una carezza, portandogli profumi (ma anche odori meno gradevoli) e suoni che sapevano di città. Da qualche parte veniva cotto del pane, nella via che ora superava qualcuno strimpellava un liuto.
    Non avrebbe mai finito di meravigliarsi.
    Camminava da almeno due ore ormai, senza aver trovato nulla di veramente interessante, quando decise di imboccare una via secondaria. Non sapeva bene perché, ma si sentì attratto da quella viuzza laterale. E in effetti era una via molto pittoresca, con vasi di fiori che pendevano ad ogni davanzale, porticine di legno ben tenute e muri costruiti in pietra.
    Gli ricordava un po’ la Londra vecchia, che aveva pressappoco la stessa atmosfera. Non che gli mancasse, per carità, ma ogni tanto si riscopriva a desiderare di poter camminare fra quelle vie una volta ancora.
    Questo pensiero lo riportò inevitabilmente ancora una volta alla sua ultima avventura, quando si era gettato nel Maelstrom dopo la morte dei suoi compagni di viaggio.
    Aggrottò le sopracciglia per un attimo ma non fece in tempo a rabbuiarsi troppo perché, propri odi fronte a lui, sembrò materializzarsi una porta.
    Ci si schiantò proprio di faccia, facendo una figura di merda colossale, che per fortuna nessuno (o quasi) poté vedere.
    Per assicurarsi di non essere ubriaco si sentì persino l’alito, constatando però la totale assenza di alcool nelle vene, e massaggiandosi il naso un po’ ammaccato decise di entrare.
    Quello che trovò fu un...non sapeva come definirlo.
    Gli scaffali erano pieni di oggetti di ogni tipo, così come anche le vetrine e le teche. Dietro al bancone di legno chiaro un intero scaffale era occupato da piccoli contenitori contenenti chissà cosa, mentre oggetti come pendenti, pugnali decorativi, scialli e quant’altro erano adagiati un po’ qui e un po’ lì.
    Fischiò piano, spingendosi un po’ indietro il cappello per non occludersi troppo la vista. Appoggiò la destra sul mento, lisciandosi leggermente la barbetta ben curata e girandosi intorno. Si, qui avrebbe potuto trovare qualcosa. E si, era incuriosito da morire.




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  3. Eruka
     
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    Come al solito Yuuko aveva previsto l'arrivo di qualcuno, per quello le aveva detto di andare a controllare. La biondina non perse tempo, però, si fermò un secondo a controllare la sua maestra che stava confermando pienamente la sua ipotesi. Eh si, stava proprio ingurgitando sakè mentre parlava con due clienti. Erano anche loro moguri come il suo Montblanc, probabilmente venuti in vacanza in quella regione. Rikku aveva ormai perso le speranze, quando sentì la porta del negozio. Ancora una volta la sua maestra aveva azzeccato. Qualcuno aveva desiderato di trovare il negozio, così adesso la porta si era materializzata chissà dove. Giusto per spiegare: quello di Yuuko è un negozio di oggetti particolari provenienti da tutta Endlos, appartenuti alle varie popolazioni di umani e altre creature che esistono su di esso. Circondato da una staccionata di legno, al suo interno domina un giardino zen, tra cui i famosi sakura e alberi di fiori di pesco. Non ha un'ubicazione precisa, infatti, per trovarlo, basta essere ardentemente alla ricerca di qualcosa, magari di un oggetto particolare o semplicemente un posto dove stare. Solo così la porta, e tutto il negozio, si materializzeranno magicamente, magari nella via che state percorrendo. L'unico posto però in cui potete trovarlo è nello stato delle cento torri, è l'unica regione in cui è fisso. Ah dimenticavo: siccome il negozio una volta usciti scompare, sarà impossibile ritrovarlo nello stesso posto di prima. Per ritornarci, basterà solamente desiderarlo, in qualsiasi parte dello stato in cui siete.

    "vedo che qualcuno ha desiderato qualcosa"

    esclamò la ragazzina, guardando sorridente il nuovo cliente. Era un ragazzo piuttosto alto, almeno, vista la sua altezza, per lei erano tutti alti. Sembrava piuttosto incuriosito da quello che c'era. Era forse alla ricerca di qualcosa in particolare? Rikku d'altro canto, era li proprio per aiutarlo in questo. Peccato che come al solito, non avesse la minima voglia di lavorare.

    "benvenuto, cerchi qualcosa in particolare?"

    sorrise la giovane. Come al solito aveva i capelli tirati indietro dalla fascia blu, con qualche treccina adornata di perline che le cadevano sulla fronte. I suoi occhi verdi a spirale erano molto stanchi, segno che non aveva dormito molto. Infatti erano parecchie notti che era piuttosto irrequieta. Ma chissà, forse avrebbe potuto distrarsi un po' conoscendo qualcuno di nuovo.

     
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    Una voce melodiosa interruppe il filo dei suoi pensieri, costringendolo a tornare alla realtà onde evitare di fare figure idiote. Ne aveva già fatte abbastanza, schiantandosi malamente contro quella dannata porta, dopotutto.
    Rimase sorpreso, era difficile prenderlo alla sprovvista, soprattutto in luoghi tranquilli come quello. e fu sorpreso una volta di più quando si accorse che a parlare era stata una ragazzina bionda dall’aspetto un po’ stravagante.
    Certo, stravagante come termine era difficile da definire in quel mondo, ma il pirata non poté fare a meno di notare la bandana azzurra e le varie treccine piene di perline che le pendevano dalla testa. Sembrava una piratessa di sua conoscenza, quando ancora lavorava come corsaro...alcuni brevi stralci di ricordi gli passarono davanti agli occhi in un lampo, facendogli sbattere velocemente le palpebre in un tentativo di scacciare brutti ricordi. Un velo di tristezza si affacciò brevemente dietro agli occhi gialli, fatto sparire immediatamente da un’espressione neutrale.
    Ciò che però lo colpì furono gli occhi: a spirale, di un verde intenso e gioiosi come pochi. Gli mise subito una certa simpatia, anche se non lo diede a vedere.
    Gli aveva chiesto se cercava qualcosa in particolare.
    Elias ci pensò su alcuni secondi, ma in effetti non gli venne in mente una ragione per cui si trovasse là. Certo, si era messo in marcia perché cercava qualcosa che lo stupisse o catturasse in modo particolare il suo interesse, ma non aveva pensato a nulla di preciso.
    - A dire la verità- rispose,- non so cosa cercavo. È da stamattina che giro con l’intenzione di trovare qualcosa che mi stupisse o mi colpisse...
    La guardò meglio. Era graziosa, con quel sorrisetto che pareva divertito a scoprirle i dentini bianchi e perfetti. Ok, doveva ammetterlo: il fatto che fosse poco vestita senza dubbio la metteva in un’ottima luce a prescindere, ma non voleva soffermarsi troppo su quei pensieri.
    “Illuso” gli disse il subconscio. Poté sentirlo ridacchiare, quasi fosse un’entità separata dal resto del corpo.
    Scacciando quella fastidiosa presenza dalla mente, l’uomo si sforzò di fissare la sua interlocutrice negli occhi, mantenendo un atteggiamento composto.
    - Ma sono stato scortese, innanzitutto- disse quindi, facendo mezzo passo indietro e togliendosi il cappello a larghe falde con eleganza. Con un movimento studiato, poi, fece un lieve inchino.- Mi chiamo Elias Blake, e vengo da...bé si, da molto lontano. Posso permettermi di chiedere il vostro nome?- aggiunse poi con un sorriso e rimettendosi il cappello piumato in testa. Si era riavvicinato, guadagnando la stessa distanza che avevano prima.



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    Le faccende che l'avevano spinta a recarsi nel Pentauron si stavano facendo più lunghe del previsto e, come se non bastasse, si ritrovava piene di tempi morti! In più non aveva potuto neanche recarsi lì da sola, ma Ise aveva preteso che venisse ad accompagnarla una delle ragazze del seguito. Le sembrava quasi che fosse una sorta di ammonimento, come per dirle "guarda che vedo cosa fai anche quando non ci sono".
    Fortunatamente almeno per un po' era riuscita a stare lontano da quella ragazza, inventandosi una scusa per poter vagare un po' in solitario. In fondo la sua nemica non avrebbe potuto sospettare per una stupidaggine del genere e poi sentiva che se non aveva il coraggio di farle una piccola ripicca, non ne avrebbe avuto neppure quando sarebbe arrivato il momento di ribellarsi. Ormai non mancava più molto: fino a quel momento l'aveva tenuta in riga utilizzando delle influenze mentali che la costringevano ad ubbidirle e grazie alle quali le poteva anche imporre di non studiare o farsi insegnare come difendersi dagli attacchi psichici, tuttavia aveva trascurato un particolare. Non aveva tenuto conto che potesse inventare lei un incantesimo da zero, per nullificare ciò che la teneva prigioniera.
    Ormai era abbastanza che ci stava lavorando e qualche frutto stava iniziando a vederlo, anche se ci avrebbe messo ancora un po' prima di ultimarlo. Quando però lo avrebbe avuto pronto, Ise avrebbe potuto dire ciao a tutte le stupidaggini che la costringeva a fare, prima tra tutte le lezioni di danza, e si sarebbe pentita amaramente di aver voluto giocare a "fare la fata madrina". Non sapeva bene che le avrebbe fatto, ma di certo non sarebbe stato piacevole.
    No, non era troppo severa. In fondo era certa che la sua nemica fosse disposta a tutto pur di mantenere il suo capriccio, proprio come accadeva in quel terribile incubo che aveva avuto una notte; in cui invocava una dea che, dopo averle fatto un enorme lavaggio del cervello, la faceva diventare la principessa più fragile e sdolcinata di tutte le fiabe. Ah, che ner...

    Pum!


    Si si, avete indovinato: distratta dai suoi pensieri, era andata a sbattere contro qualcosa!
    Dai, però non era del tutto colpa sua; in fondo quella porta prima non c'era e se ne sarebbe accorta praticamente subito che ci fosse qualcosa di strano...

    Ma cosa? No, aspetta un secondo... c'era qualcosa che non andava! Era quasi sicura che davanti a lei ci fosse una strada. Cosa ci faceva quella maledetta porta contro cui aveva sbattuto il naso? Guardò un attimo vicino ad essa e notò che faceva parte di una staccionata che
    delimitava un bellissimo giardino, pieno di alberi ricoperti di fiori rosa, con al centro una costruzione. Indubbiamente il luogo ispirava una certa tranquillità.
    Però rimaneva un fatto... che ci faceva li? Continuava a fissare il tutto sospettosa; insomma d'accordo che si era distratta, ma comunque di una cosa del genere se ne sarebbe accorta.
    In po' presa dalla curiosità, un po' perché intuiva che ciò che aveva davanti doveva far parte delle stranezze che caratterizzavano Endlos, decise di vederci più chiaro e poggiò la mano sulla porta per esaminarla. Ma non appena la sfiorò questa si aprì, segno che il luogo doveva essere accessibile a tutti.
    E adesso il dubbio amletico: entro o non entro?
    Presa dalla curiosità, si decise a dare un occhiata più da vicino. Mal che andasse si sarebbe trovata nei guai e ormai ci aveva così fatto l'abitudine (a cercarli) che la cosa non la impressionava più che tanto (anche se quando ci si trovava dentro a volte finiva persino per pentirsi di aver fatto simili semenze... brava cretina!)
    Comunque qualcuno si sarebbe comunque chiesto come mai il luogo si fosse materializzato di fronte a Sarah. La risposta era semplice: in quel momento la fanciulla desiderava recarsi in un posto dove né Ise né Elisabeth potessero raggiungerla, almeno per un po', e la costruzione faceva proprio al caso suo.


    Si addentrò allora cautamente nel cortile, per poi arrivare in un punto pieno di scaffali, in cui parlavano un ragazzo e una ragazza.
    " Buongiorno. Perdonate la mia intrusione, potreste dirmi che posto è questo?"
    Disse poco prima di voltarsi in direzione di un rumore sinistro, accorgendosi presto che era stato provocato dal pavimento in legno.


    Edited by ..Daiki.. - 27/4/2013, 11:14
     
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    La bimba, come al solito, si aspettava che i clienti appena arrivati fossero disorientati dal negozio. Succedeva sempre, visto che quello non era un negozio particolare come tutti gli altri. Tuttavia, il ragazzo appena arrivato non la invase con domande assillanti sul posto in cui si trovavano, anzi. Le si rivolse con tono molto cortese, togliendosi anche il cappello per presentarsi. La biondina, che non era per nulla abituata a tanta gentilezza, sorrise rivolta ad Elias

    "piacere mio, mi chiamo Rikku. Anche io vengo da molto lontano.."

    disse. Non faceva più male come prima. Riusciva tranquillamente a dire che veniva da un altro mondo senza intristirsi, mentre, all'inizio era difficilissimo per lei parlare di questo e se poteva evitata l'argomento. D'altro canto, gli ultimi sviluppi avevano contribuito a scacciare la tristezza, anche se sua sorella le mancava sempre tanto.

    "qui puoi trovare quello che stai cercando, puoi dare un'occhiata in giro se vuoi"

    disse, mentre la sua attenzione si rivolse alla porta. Non era ancora entrato nessuno, però la sua abilità passiva si attivava sempre. Infatti i suoi occhi passarono da verdi a viola, segno che qualcuno era entrato nel il suo raggio di percezione. Infatti, la porta si aprì, mostrando una fanciulla dai capelli biondi, che entrava anche lei nel negozio. Sentiva Yuuko dall'alta stanza esultare per l'arrivo di nuovi clienti, mentre cercava di trattenere un risolino. Quella donna era incorreggibile. Rikku si apprestò a salutare la sua nuova cliente, che era piuttosto stranita, con la stessa cortesia con cui aveva salutato Elias.

    "benvenuta, questo è un negozio di oggetti particolari. Se sei venuta qui è perchè stai cercando qualcosa, anche se magari non ne sei consapevole"

    esclamò sorridendo. Era un bel po' che non veniva qualcuno della stessa età della bimba, e per questo lei ne era contentissima. Di solito venivano strane creature, oppure vecchi maghi o alchimisti. Forse, avrebbero anche potuto tirarle un po' su il morare, visto che comunque, un po' di tristezza albergava ancora nel suo cuore. Tristezza che però non aveva a che fare con la mancanza del suo mondo.

    "ti posso essere utile?"

    disse alla ragazza, invitandola ad unirsi a lei e al ragazzo. Si trovava sempre qualcosa al Reliquiario d'OgniDove, che fossero oggetti o semplicemente amici.

     
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    La ragazzina gli sorrise con lo sguardo sorpreso (anche se non aveva capito da cosa), invitandolo poi a guardarsi intorno. Stava per dirle qualcosa, quando il rumore della porta d’ingresso lo distrasse, facendolo voltare: una ragazza, anch’essa bionda, stava entrando nell’emporio avanzando con passo indeciso sullo scricchiolante pavimento di legno.
    - Buongiorno. Perdonate la mia intrusione, potreste dirmi che posto è questo?- chiese cautamente con voce cristallina.
    Subito la biondina, cui evidentemente apparteneva il negozio le si precipitò incontro salutandola allegramente.
    - Benvenuta, questo è un negozio di oggetti particolari. Se sei venuta qui è perché stai cercando qualcosa, anche se magari non ne sei consapevole- spiegò subito.
    “Ah, dunque è così” pensò Elias, cominciando a guardarsi intorno con più attenzione. Ora si spiegava come aveva fatto a schiantarsi contro lo stipite della porta senza accorgersi prima della sua presenza!
    Massaggiandosi distrattamente il naso, ancora leggermente pulsante per la batosta, cominciò ad osservare gli scaffali. C’era davvero di tutto.
    Oggetti strani, oggetti di tutti i giorni, oggetti del cui uso probabilmente nessuno aveva idea, ma anche gioielli, armi di varia fattura (delle quali però non si sarebbe fidato troppo), stoffe e bigiotteria varia.
    No, non sapeva cosa cercava. Sapeva che aveva bisogno di qualcosa, ma non sapeva di cosa. Eppure qualcosa doveva averlo portato fin lì!
    Mentre ascoltava distrattamente la padrona parlare con la nuova arrivata, iniziò a rilassarsi. Il legno chiaro, i colori caldi, quel disordine non troppo esagerato che regnava su ogni scaffale, dovuto alla variegata marea di oggetti ripostivi, tutto quello gli fece per un attimo dimenticare ogni cosa. Gli sembrava un clima così famigliare che per un attimo si sentì quasi a casa. Se ce l’avesse mai avuta, nel vecchio mondo. Ma vabbè, dettagli.
    - Qualcosa di cui ho bisogno...bisogno…hmmm...- pensò il pirata, accarezzandosi leggermente la barbetta curata.
    Guardando verso il retro, intravide un giardino. Non un giardino comune, ovviamente, piuttosto, sembrava un...
    “Un giardino giapponese!?” si chiese esterrefatto. Dimentico completamente di ogni cosa, vedendo che la via non era negata in alcun modo, vi si diresse. Come mise piede all’esterno, sentì lo spirito quieto che animava il luogo: l’aria fresca, il profumo dei peschi, l’erba di quel verde brillante che così raramente si poteva trovare. Era stato parecchie volte in Giappone (soprattutto a zonzo per il suo mare) ma quelle poche volte che faceva terra per conto della Compagnia era sempre per andarsi ad ingraziare qualche capo locale. E c’era una cosa che tutti i giapponesi (almeno quelli che se lo potevano permettere) rispettavano: il loro giardino zen. Li curavano in modo maniacale, attenti che ogni minimo particolare rispecchiasse armonia e pace. Il giardino che ora vedeva sembrava il re di tali giardini.
    Si sedette a gambe incrociate sull’erba, togliendosi la giacca da ufficiale e il cappello, rimanendo in camicia a godersi il sole sul viso un po’ pallido, e socchiudendo gli occhi come un gatto che facesse le fusa.



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    In breve tempo la ragazza che aveva visto le diede il benvenuto e le spiegò velocemente dove si trovava, anche se la principessa continuò ad avere le idee parecchio confuse. Cosa intendeva per "oggetti particolari"?
    Tra l'altro, su quel mondo "particolare" voleva dire tutto e anche molto poco. Si, perché lì la stranezza era all'ordine del giorno, quindi si poteva dire che quasi qualsiasi cosa lo fosse, tuttavia se invece con quella parola si intendeva qualcosa di insolito persino per i canoni di Endlos, allora poteva ci si poteva aspettare qualcosa di davvero leggendario.
    Quando però le disse che era arrivata lì perché desiderava qualcosa in un primo tempo pensò di trovarsi di fronte a una sorta di spot recitato davanti a tutti i nuovi arrivati, ma ripensando a quanto appena successo le venne in mente che potesse anche non essere così e proprio in virtù dei fatti strani che caratterizzavano quella dimensione, si fece largo in le un'ipotesi che un tempo avrebbe scartato a priori, ma che effettivamente corrispondeva alla realtà.
    " Ti posso essere utile?"
    Ignorò completamente la domanda, concentrandosi su ciò che aveva appena sentito. La incuriosiva troppo!
    " Sono qui perché stavo cercando qualcosa... intendi dire che c'entra qualcosa con la porta contro cui sono andata a sbattere? Mi è comparsa davanti per questo motivo?"
    In effetti era proprio così e lei non era la prima "vittima" del portone, dato che anche all'altro ragazzo era accaduto qualcosa del genere. Ancor prima che la giovane potesse risponderle andò avanti, investendola con le sue parole.
    " Ah, comunque mi presento. Il mio nome è Sarah, molto piacere."
    Aveva iniziato subito a darle del tu e a parlarle non tenendo conto che Rikku stesse lavorando, quasi l'avesse semplicemente incrociata per la strada. Difficile capire perché stesse facendo così: forse perché vedeva che erano più o meno coetanee, forse perché la curiosità le stava facendo dimenticare tutto il resto o per chissà quale motivo. Fatto stava che se l'avesse vista la cortigiana che le insegnava etichetta le sarebbe venuto un colpo.
    Ancor più per il fatto che non stesse lasciando parlare l'altra, infatti incalzò ancora, dandosi praticamente la risposta alla domanda iniziale e ponendone un'altra.
    " Ma come fai a portare questo posto davanti a chi desidera cercare qualcosa? È una sorta di magia?"
    Anche a lei sarebbe piaciuto avere un posto che la raggiungesse ovunque e in cui potesse rifugiarsi quando non ne poteva più di Ise! Già già, voleva saperne di più.
     
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    "esatto"

    esclamò guardo la giovane fanciulla, che le aveva posto una domanda. Quella era una delle domande più gettonate, assieme al "ma sto sognando?" oppure "devo aver bevuto troppo". Rikku ormai, era abituata, infondo era più che normale che non capissero il come e il perchè questo negozio era balzato così dal nulla. Anche lei all'inizio era rimasta stupita, ma dopo un po' ci aveva fatto l'abitudine. Specialmente quando usciva dal paese, al ritorno, era comodissimo perchè bastava che fosse in un qualsiasi punto per desiderare di "tornare a casa". Rikku sorrise a Sarah, ricambiando il piacere di averla conosciuta.

    "piacere mio, bhe a dir la verità questo è una cosa che non so. E' tutta opera della mia maestra, la signorina Yuuko. Nemmeno a me ha mai detto come funziona"

    disse, notando poi che il ragazzo aveva individuato il giardino, e che quindi, vi si era fiondato. Sembrava davvero contento, infatti si mise a rilassarsi. Ma il poverino non sapeva che due occhi indiscreti lo stavano scrutando. Infatti Yuuko e il moguri, di nome Blank, lo stavano fissando, sorseggiando le poche gocce di rum nella bottiglia. Infatti la donna bisbiglio qualcosa del tipo "cosa ci fa nel mio giardino" per poi aggiungere "Blanky, vai ad avvertire Rikku che un cliente mi sta calpestando i fiori".
    Rikku invitò Sarah a unirsi nel giardino, per evitare di lasciare i due clienti da soli. Intanto, si mosse per andare a prendere del the, per poi andare nel giardino e posare il vassoio sull'erba.

    "se ne desiderate una tazza, servitevi senza complimenti"

    disse. Era probabile che i due non sapessero ancora cosa cercare, quindi il giardino poteva essere utile per pensare e rilassarsi. Rimase in piedi, guardando se Sarah aveva deciso di raggiungerli oppure se si era persa negli scaffali. In tal caso, le avrebbe portato la tazza di the caldo, in modo che non si raffreddasse. Elias intanto, era libero di servirsi, se ne avesse avuta voglia. L'albero regalava una certa ombra, e la brezza era rinfrescante. Si stava davvero bene in quel periodo, i ciliegi erano in fiore, forse il periodo dell'anno che Rikku preferiva. Il suo primo su Endlos, e chissà, quanti altri ne avrebbe passati lontano da casa?



    scusate il ritardo, sono stata malata T_T
     
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    Era da tanto che non si sedeva in tranquillità da qualche parte.
    A pensarci bene era da quando in Giappone non si era fermato da Yui che non era così calmo. Gli sembravano passati centinaia di anni ormai...i suoi occhi gialli si incupirono e le sopracciglia si aggrottarono un po’: gli succedeva sempre in quei casi. Una volta Yui gli aveva detto che era fin troppo facile leggere le emozioni sui volti degli Occidentali. Gli occhi infatti, a suo dire, esprimevano palesemente i pensieri del proprietario...finestre sull’anima, ecco come li aveva chiamati.
    Ad ogni modo, era inutile rimuginare sul passato. Ormai era troppo tardi per tornare indietro, ed in ogni caso non ne avrebbe più avuto motivo.
    Improvvisamente ritornò in se quando la voce di Rikku risuonò nelle sue orecchie, proprio dietro di lui: la ragazza stava conducendo anche l’altra cliente nel giardino, inoltre portava con se un vassoio con delle tazze e una teiera che posò sul prato ben curato.
    - Se ne desiderate una tazza, servitevi senza complimenti- ingiunse poi con il suo solito sorriso amichevole.
    Elias adocchiò per un attimo la bevanda offerta. Dannazione, era venuto nel posto sbagliato per sfuggire ai ricordi.
    Ciononostante, mantenne il volto calmo e rilassato e prese una tazza, ringraziando Rikku per la gentilezza.
    - Aaaaah, finalmente del buon the!- esclamò soddisfatto, annusando l’aroma del liquido nella sua tazza.- Erano anni che desideravo berne di nuovo!- continuò, prima di prendere un sorso. Era davvero squisito. Quel posto gli sembrava sempre più proveniente dal suo mondo, soprattutto quando nell’angolo opposto del giardino intravide una donna vestita con il tipico kimono femminile ed intenta a bere da una bottiglia. Ma soprattutto, intenta a guardarlo con sguardo infastidito (per cosa, non lo sapeva).
    Non si fece però troppi problemi, e continuò a sorseggiare il suo the alla maniera orientale: con calma e movimenti misurati, che indicavano la rilassatezza e la tranquillità tipica di quel rituale così importante fra i cinesi e fra i giapponesi. E anche fra gli inglesi, ma loro non avevano decisamente stile in questo campo.
    - Sei qui da molto tempo?- chiese poi a Rikku, per intavolare una discussione. Aveva voglia di parlare, e soprattutto di distrarsi dai pensieri cupi. E la ragazzina gli stava offrendo un ottimo pretesto.








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    - Note: scusate il ritardo, sono stancherrimo sti giorni T.T
     
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    Dunque nemmeno Rikku sapeva come facesse quel luogo a spostarsi da un punto all'altro e se la sua maestra non aveva voluto spiegarle cosa permettesse tutto ciò, non credeva proprio che sarebbe stata disposta a rivelarlo ad una sconosciuta come lei! Chissà, magari lì nessuno conosceva il perché della particolarità del posto; in fondo in quel mondo erano molte le cose che dovevano ancora trovare una spiegazione.
    Comunque la ragazza, notando che la nuova arrivata non fosse particolarmente interessata alla merce esposta lì dentro, la invitò ad uscire fuori in giardino a prendere un tè con lei e il ragazzo che era già uscito e la principessa gradì. Seguì allora l'altra fanciulla verso l'esterno, superando il pavimento in legno ed uscendo nelgiardino, stando attenta a non calpestare i fiori. Ormai le veniva automatico farlo, dato che era "non calpestare le aiuole" stata una delle prime cose con cui le avevano fatto pressione quando era diventata una dama. Se le fosse tornato in mente il perché tale scrupolosità nel non rovinare il giardino le venisse spontaneo, quasi quasi avrebbe voluto fare il contrario solo per fare dispetto a chi le insegnava tutte quelle fesserie, ma fortunatamente non se ne ricordò e fu quasi una benedizione, dato che la maestra non l'avrebbe presa bene nel vederla fare una cosa del genere, per di più di proposito.
    Si sedette sull'erba verde e rispose all'offerta.
    " Grazie, non mi dispiace affatto il tè!"
    E si servì poco dopo che l'altro ragazzo fece lo stesso, mentre ascoltava la sua domanda. Il fatto che Rikku le avesse detto che non sapeva come facesse quel posto a spostarsi, non significava che avesse rinunciato a capire di più su di lei e sul luogo che gestiva. Quindi dopo la prima domanda ne fece una sua.
    " Rikku, per curiosità sei nata su Endlos o vieni da un altro mondo?"
    Chissà, magari riusciva per lo meno a capire se tutto quello che vedeva lì appartenesse a quella dimensione o fosse stato porto dal Maelstorm. Comunque si rese conto che si stava concentrando prevalentemente sull'altra ragazza, ignorando un po' chi le stava a fianco, forse perché la sua curiosità la spingeva più verso ciò che sentiva non avere mai visto.
    Ad ogni modo poi avrebbe parlato anche col ragazzo.
     
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    Rikku sorseggiava la sua tazza di the, mentre la brezza soffiava fresca. Era contenta che anche i suoi nuovi amici si erano messi a loro agio. Sembravano aver gradito a pino il the preparato con cura qualche minuto prima del loro arrivo.

    "Diciamo che non è neanche un anno che sono su Endlos..."

    disse, sorridendo. Le faceva male, si, ma non più come prima. Si era abituata a vivere qui, e aveva fatto di Endlos la sua nuova casa. I pochi amici che aveva erano la sua nuova famiglia, e Fran, una delle sue evocazioni, era quasi come se avesse fatto le veci di sua sorella. E poi c'era Gajeel... Rikku scosse la testa, guardando il ragazzo con il suo solito sguardo sorridente che metteva allegria.

    "e tu?"

    chiese, mentre Sarah sorseggiava il suo the. Anche lei aveva delle domande in serbo per la giovane. Le due sembravano coetanee, anche se Rikku non conosceva l'età effettiva della giovane. Entrambe bionde, Sarah aveva modi più raffinati di Rikku, si capiva da come beveva il suo the. Sembrava quasi una principessa. Elias invece era una ragazzo molto ben educato, sopratutto verso le fanciulle, insomma, proprio il contrario di quel cavernicolo di Gajeel, pensò sorridendo.

    "vengo da un altro mondo. La mia terra si chiamava Dalmasca, mio padre era il capo della popolazione degli Albhed"

    disse, questa volta però non sorrideva come prima. Nominare la sua terra e suo padre le procurava ancora un po' di tristezza, purtroppo non riusciva a nasconderlo ancora tanto bene. Chissà se anche loro avevano lasciato i loro cari in un altro mondo. Non era il momento però di pensare a queste cose, doveva tenere compagnia ai suoi nuovi ospiti, in modo che non si annoiassero troppo. Così decise di intrattenerli con un po' di conversacione

    "di che cosa vi occupate?"

     
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    - Diciamo che non è neanche un anno che sono su Endlos...- fu la risposta di Rikku, che sorrise amabilmente.
    Elias prese un altro sorso di the prima di rispondere, assaporando il meraviglioso sapore della bevanda. Socchiuse gli occhi per un attimo, proprio come un gatto farebbe al sole, prendendosi altri secondi per rispondere.
    - Io sono qui da...un po’ di più diciamo- rispose poi, sorridendo tranquillamente.
    Cosa avrebbe potuto risponderle poi? Che in realtà era lì da ben più di quanto il suo aspetto rendesse lecito credere?
    - Vengo da un mondo- riprese,- nel quale la magia e i prodigi non sono così abbondanti come qui. Nel quale trovare un mago è più difficile che trovare un diamante grosso come un pugno. Un mondo...si, molto simile a questo sotto molti aspetti. C’è il caos, c’è l’amore, ci sono i giardini...- continuò poi, guardando sia Rikku che la ragazza arrivata poco dopo di lui.
    - Vengo da un altro mondo. La mia terra si chiamava Dalmasca, mio padre era il capo della popolazione degli Albhed- spiegò invece Rikku.
    Una principessa quindi. O comunque, una ragazza dal sangue importante fra la sua gente. Non l’avrebbe potuto dire, ad un primo sguardo: tutto sembrava meno che una principessa o una donna abituata ad esercitare potere. Ma forse nel suo mondo essere la figlia del capo non comportava benefici come dalle sue parti.
    Stava sorseggiando nuovamente dalla sua tazza, ascoltando le domande dell’altra ragazza, piuttosto simili alle sue invero, quando Rikku prese nuovamente la parola.
    - Di che cosa vi occupate?
    A momenti si strozzò.
    Cercò di non sputacchiare guadagnandosi una figura barbina. E ora?
    - Ehm, io navigo per mare, mi do all’esplorazione- rispose quindi.
    Da una parte poi era anche vero. certo, il fatto che girasse con dei pirati e che egli stesso fosse da una vita intera un pirata forse era discutibile, ma rimaneva comunque il fatto che il brivido del viaggio per mare era il motivo principale per cui navigava.- Tu oltre a stare nel negozio invece che fai?- chiese a sua volta, curioso e voglioso di togliere l’attenzione dalla figuraccia di poc’anzi.






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    Dunque anche Rikku era una naufraga dimensionale. Non si stupiva tanto di ciò, l'aveva già intuito dai modi e su Endlos era qualcosa di molto comune.
    Anche lei lo era, ma per lei era molto diverso dalla maggior parte degli altri: lei avrebbe potuto tornare indietro, tuttavia in quello stato nessuno l'avrebbe riconosciuta nel suo mondo d'origine e non avrebbe sopportato di stare nella dimensione che Ise aveva scelto come sua nuova dimora. Tra l'altro il semipiano iniziava a piacerle e forse sarebbe rimasta lì per sempre, anche dopo aver risolto i propri problemi.
    Beh, forse stava correndo troppo: sarebbe stata una decisione su cui avrebbe dovuto meditare a lungo e soprattutto ora aveva ben altro a cui pensare.
    " E tu?"
    Chiese a sua volta la fanciulla.
    " Sono qui da qualche mese..."
    Non le era facile dirle da dove venisse: era infatti stata in più di un mondo oltre a quello in cui era nata. Tuttavia era meglio evitare di parlare di Dreamcross: la la magia era molto potente e comune, almeno come su Endlos, ma la cosa più importante era che lì anche un singolo naufrago dimensionale possedeva un potere immenso, perciò era alquanto opportuno non farne parola per evitare che qualche folle decidesse di raggiungerlo e abusare della possibilità che aveva in quel posto.
    Anche lei aveva avuto modo di vedere cosa si potesse fare lì ed era stato proprio in quel momento che l'ex amica le avesse rivoltato contro quel potere e l'aveva spinta nella situazione in cui si trovava adesso.
    Quindi era meglio se parlava solo del suo luogo natale.
    " Vengo da Wanu, anche lì la magia è stata scoperta solo di recente e sebbene molti sappiano che esiste, la maggior parte delle persone preferisce usare ancora la tecnologia, dato che la conoscenza degli incantesimi è ancora agli inizi."
    Disse, riallacciandosi al discorso di Elias, mentre la ragazza incalzò con un'altra domanda.
    " Di che cosa vi occupate?"
    Quindi rispose poco dopo il navigatore.
    " Diciamo che mi sono unita a un gruppo di cavalieri nel presidio Est."
    Disse rimanendo nel vago, sia perché le sembrava di darsi arie dicendo che era un Cavaliere Celeste, sia perché aveva preso l'abitudine a rimanere sul vago per certe cose. Forse le era nata da quando aveva iniziato a nascondere in tutti i modo che fosse una principessa (e tra l'altro sentiva di essere più uno stupido giocattolo di una fata capricciosa, che una vera principessa).
    Quindi stette in silenzio in attesa di Rikku, a dire il vero avrebbe voluto chiederle se anche la sua maestra fosse una naufraga, ma farsi a tal punto gli affari degli altri non le sembrava cortese, soprattutto dopo essere stata così vaga.
     
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    Rikku ascoltò interessata il racconto dei suoi amici, conscia che comunque siccome li aveva appena incontrati, non le avrebbero raccontato per filo e per segno la loro storia. Nemmeno lei, d'altro canto, lo avrebbe fatto. Infondo era piuttosto riservata, proprio come sua sorella.

    "oh un marinaio..chissà quanto hai girato"

    disse sorridendo. Non era una che amava molto navigare, anche se una volta aveva dovuto per forza imbarcarsi. Qui su Endlos però, non ne aveva mai avuto occasione, per fortuna. Intanto Yuuko si era spostata, andando dentro al negozio con il suo amico moguri, probabilmente per prendere altro sakè. Rikku tirò un sospiro, doveva proprio ricordarsi di buttare via tutte le riserve alcoliche di quella donna che forse, beveva più di un'intera ciurma di pirati messi insieme.

    "davvero? ho sentito tante belle storie sull'est. Ci sono stata qualche tempo fa..."

    esclamò. Il ricordo non era certo dei migliori, però l'est non era male come presidio. Sicuramente, secondo la ragazza, era meglio di quello in cui si trovavano adesso. Negozio a parte, era difficile trovare un posto tranquillo come quello ed era felice di vedere che i suoi nuovi amici si stavano godendo quella bella quiete. Anche la biondina in fin dei conti ne aveva bisogno. Aveva passato dei giorni parecchio tristi, e si era dimenticata che avrebbe potuto rilassarsi anche un po'.

    "mi ci voleva un po' di riposo...voi intanto, avete pensato a cosa stavate cercando?"

    chiese, incuriosita. Magari tutto quel rilassarsi, aveva schiarito le idee ai due. Oppure, forse tutto quello di cui avevano bisogno era proprio quello. Nuovi clienti sembravano essere entrati, lasciando alcuni oggetti in cambio di altri nuovi. Una particolare collana a forma di cuore era stata posata su uno scaffale, affiancata da un orologio da taschino. Solitamente, era anche questo un metodo di pagamento: lo scambio. La biondina si girò in direzione della porta, notando che la sua insegnante aveva preso il suo posto nella ricezione dei clienti. Ottimo, la sua pausa poteva ancora continuare.

     
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