[LAM][CC] Il Bianco e l'Azzurro

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    A causa delle ferite riportate dal Capo-Ranger, uscire da Fanedell vi ha richiesto più tempo del previsto: certo, se invece di ringhiare e lanciare fiammeggianti occhiate assassine Sylvanas avesse anche solo preso in considerazione l'offerta di Lancelot (o accettato la tua) di farsi trasportare a braccia, avreste fatto molto prima... ma davanti alla cocciutaggine dell'orgogliosa elfa, la provvidenza vi è venuta incontro a mezza strada con le sembianze di un vecchino canuto in sella al suo carretto di ortaggi: evidentemente, un passaggio a cassetta -accanto ai cavoli- è per la tua amica più dignitoso che fare la damigella in difficoltà.

    Raggiunte le porte della capitale Istvàn, superate la dogana senza problemi, e nonostante la deviazione attraverso il Mercato delle Sette Note -sempre colorato e vivace come nei tuoi ricordi-, dove vi separate dall'anziano signore, ottenete udienza immediata presso la Dama Azzurra non appena arrivate alle porte del Castello; dopotutto, i tuoi due accompagnatori sono eminenti personalità dell'Est, rinomati e conosciuti in tutto il presidio...

    Attraversate le mura esterne, il cortile, il giardino ben curato e decorato con statue e fontane che si apre, e non appena raggiungete l'ala d'ingresso principale, Syl si congeda da voi: vedendola ferita, una veste blu le si avvicina e la scorta verso le Aule di Guarigione, mentre un paggio conduce te e l'albino lungo un corridoio fiancheggiato da armature, al termine del quale si aprono in un muto gesto di accoglienza le doppie porte della Sala delle Udienze.

    « Sir Lancelot du Lac, Protettore di Shea e Cavaliere del Sole, e... »
    il paggio vi annuncia all'Alfiere, prima di voltarsi verso di te con sguardo interrogativo

    Senza aggiungere nulla, la Guardia Indaco avanza e ti fa educatamente cenno di seguirlo, e mentre incede con fare elegante e marziale fino al centro della sala -precedendoti appena di un passo-, lo vedi piegare il ginocchio per inchinarsi ai piedi degli scalini che conducono al trono e alla sua occupante.

    jpg
    « Mia Regina, sono di ritorno da Fanedell: la situazione è sotto controllo, ora.»
    esordisce serafico il tuo accompagnatore, restando congelato nella posizione
    « Lord Belmont è rimasto sul posto in vece di Lady Windrunner, le cui ferite necessitavano trattamento presso le Aule di Guarigione. »

    « Sylvanas è rimasta ferita? Cosa è accaduto? »

    Mossa da una preoccupazione istintiva e sincera, la donna si leva dal suo scranno, e nonostante siano trascorsi lunghi anni dall'ultima volta che l'hai veduta, non puoi fare a meno di notare che la Dama dell'Est non è invecchiata di un giorno... e, che la sua indole benevolente non è cambiata affatto.

    « Non gravemente, Mia Lady: l'intervento dell'uomo che mi accompagna lo ha impedito. »
    rassicura serafico il Cavaliere, lanciandoti uno sguardo da sopra una spalla
    « Come testimone degli eventi, potrà fornirle una più completa versione dei fatti. »

    E gli occhi di zaffiro della Castellana si posano su di te,
    in pensierosa attesa.

     
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    ~ { Presidio dell'Est, Lordaeron


    L'avevi sempre guardato da lontano: il castello si apriva adesso al tuo sguardo con prospettive nuove, ingrandite. L'elegia dei dettagli, l'armonia dei disegni e l'egemonia dei tratti; avresti giurato che una mano stesse ancora scribacchiando su di un tavolo, nel vano tentativo di capire come fosse possibile ricreare un tale capolavoro. C'era anche da dire che tu avevi un debole per i castelli.

    Ma facciamo qualche passo indietro. Eri di ritorno da una missione, invero non era iniziata come tale ma non avevi certo perso d'animo quando, nel momento del bisogno, avevi allungato le tue energie in appoggio dei Ranger. Non che ti aspettassi un grazie da Sylvanas, vederla ancora viva e innervosita ti felicitava ben più di un qualunque altro encomio. Senza contare che comunque quel carretto e l'anziano che lo conduceva erano capitati a fagiolo... per lei!

    Il resto del viaggio fu un piacevole intrallazzo tra il già e il non ancora. Di già c'era il Mercato delle Sette Note, colorato e vivido nella tua memoria così come nel tuo sguardo, che da adulto ripercorre le numerose viuzze e gli angoli dov'eri solito nasconderti, e dove magari ti ci nascondevi ancora. Il non ancora aveva invece la foggia del Castello, entro cui ti fu concesso d'entrare speditamente, anche grazie alla valenza inoppugnabile che Sylvanas e Sir Lancelot avevano nel presidio.

    Quando dentro, le strade tue e della tua amica si separarono: lei fu condotta certamente nelle famose Aule della Guarigione, mentre tu -ipotizzavi- eri diretto invece alle Sale delle Udienze. Lasciatoti dietro la bellezza dei giardini e dei suoi decori, una doppia porta celò di poco l'avvento alle suddette sale, laddove un paggio annunciò i vostri arrivi. Quivi, il Sir si promosse nel disquisire con la Dama Azzurra, non prima d'aver mostrato dovuto riservo. Allo stesso modo, tu fosti egualmente veloce nell'omaggiare la padrona di casa, emulando perfettamente -nei modi e nei gesti- il Cavaliere del Lago.

    E mentre questi disquisivano, ti soffermasti sui nivei lineamenti di lei; rammentavi d'averla veduta tempo addietro, quand'eri poco più che un ragazzino. Era passato molto tempo, eppure lei non aveva perso un'oncia della sua incommensurabile bellezza. Così come il suo spirito, sempre buono e gentile, non aveva ceduto mai alle oscure vie del male.

    Incontrarla e aver appurato queste cose quasi ti riempì di gioia.

    Le porgo i miei omaggi, sperando di non sottrarle più tempo di quanto non sia necessario.
    -facesti, quando fu il tuo momento di parlare; la riverenza che eri solito incutere negli altri, era questa a favore della Dama-
    Permettete che mi presenti: il mio nome è Grifis ed appartengo alla tribù dei Sindar che abitano i boschi silvani. Precisamente, appartengo dalla tribù dei Minos.

    Non ti era dato sapere se lei conoscesse o meno una delle tante tribù elfiche. Tuttavia, presentarsi a lei senza dichiarare la tua appartenenza, era come negare anche il solo fatto d'aver vissuto, seppur fino all'adolescenza, nel boschi di suo dominio.

    Ero in viaggio dal Presidio Errante per rivisitare i miei luoghi natali, quando durante il passaggio nel bosco ho avuto modo d'incontrare Sylvanas. La nostra riunione è stata però interrotta da una serie di eventi succedutisi nel bosco, tra cui il tentato rapimento ai danni della stessa Sylvanas. Ho fatto ciò che era in mio potere per aiutarla e quanto era nelle mie capacità per difendere Fanedell.

    Non sapevi cosa avresti letto nello sguardo di lei, specie perché sapevi che non toccava a te la protezione della foresta. Eri preoccupato d'aver messo il becco in una giurisdizione non tua, o che il fatto d'essere Aviatore, a dispetto dell'alleanza tra le due Dame, potesse creare un caso diplomatico.

    A nome della Dama del Vento e degli Aviatori tutti, le porgo le mie più sincere scuse per non essere riuscito a consegnarle i malfattori.

    In quel momento, più di qualsiasi caso diplomatico o di egoistica scelta personale, ti bruciò in petto che quei maledetti fossero ancora a piede libero, dopo aver sporcato, insozzato e fatto quel che volevano di Fanedell. Anche se non eri tu l'Alfiere, anche se non eri un Cavaliere Celeste e nemmeno un Ranger, c'erano solo due cose a cui tenevi più che a te stesso...


    Una era la Dama del Vento,
    e l'altra era la Foresta degli Spiriti Silvani.


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    Status Fisico: Ottimo 100%
    Ferite Riportate: Nessuna

    Condizione Metale: :grab: felice e contento

    Mana Consumato: 0%
    Mana Residuo: 100%

    Altro: piccole specifiche del caso, essendo la giocata molto ma molto retroattiva, ho tolto qualsiasi passiva/equip che fosse successivo alla giocata, con le uniche eccezioni de Helfic Heritage, perché si presume sia una caratteristica razziale, e l'equip dove non vada in conflitto con il periodo di tempo a cui fa riferimento la giocata :nod: so che magari so troppo pignolo, ma mi piace che chi legga abbia la sensazione che non è il Grifis di ora, ma quello di prima :geez:

    EQUIP

    Armatura del Falco Bianco
    { Equip: Armatura }
    Passive: Peso Leggero, Volo
    Attive: ndr.

    Bussola d'Oro Rosa dei Venti
    { Equip: Bussola }
    Passive: Bussola d'Oro (only gdr), Orientamento
    Attive: ndr.

    Spada degli Spiriti Silvani
    { Equip: Spada }
    Passive: Richiamo di Fanedell (only gdr)
    Attive: ndr.

    ABILITA' PASSIVE

    Elfic Eritage
    Passive: Bellezza eterna (only gdr), Vista Aumentata

    Sonata Arctica
    Passive: Influenza Psicologica (Riverenza)


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    Lordaeron, Maniero della Dama Azzurra.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Le doppie porte della Sala delle Udienze si aprirono per una seconda volta e, dalle sale più interne del castello, li raggiunse una figura piccina e barcollante, ancora alle prese con la difficile arte dell'equilibrio. A dargli ancora più problemi nel reggersi da solo, un orsetto di peluche -decisamente ingombrante considerando la sua stazza, praticamente identica a quella del padroncino- che Lowarn si trascinava imperterrito, nonostante fosse di fatto una palla al piede. Che quell'esserino di stoffa avesse un qualche valore affettivo era più che evidente: era un regalo della mamma, ed ogni volta che lo portava da qualcuno prima di andare a lavoro era l'unica cosa che gli ricordasse lei.

    Gli ci volle del tempo per raggiungere gli adulti, un pò per i passetti dalla falcata decisamente irrisoria, un pò per il già citato equilibrio precario. Quando poi si trovò a superare le gambe di Grifis e Lancelot, non perse tempo nel fiondarsi fra le stoffe della gonna di Kalia, afferrandone un lembo con la manina paffuta nel tentativo di richiamare la sua attenzione.

    -Zia...

    La sua vocina giunse dal basso, gli occhi verdi fissi sul viso della Dama Azzurra.

    -I biccotti sono finiti.

     
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    Le porgo i miei omaggi, sperando di non sottrarle più tempo di quanto non sia necessario.

    Nel sentire il cavaliere elfico esordire con tali parole, un sorriso benevolo ridisegnò la curva morbida delle tumide labbra rosse della Dama, e mentre ella ricambiava prontamente la cortesia di quel saluto con una riverenza aggraziata, nei begli occhi blu zaffiro aleggiarono mute le sue timide scuse per aver dovuto sulle prime trascurare l'ospite e domandar delle condizioni di Sylvanas: era preoccupata per la salute della vostra comune amica - una cosa che, a giudicare dalla dolcezza fiduciosa dello sguardo che gli rivolse, sembrava esser certa l'altro avrebbe capito.

    Permettete che mi presenti: il mio nome è Grifis ed appartengo alla tribù dei Sindar che abitano i boschi silvani. Precisamente, appartengo dalla tribù dei Minos.

    La fanciulla celeste non osò interromperlo, ma dall'espressione che assunse il suo volto angelico -il calore materno nei suoi occhi, la sfumatura tenera del suo sorriso- apparve chiaro che oltre a ricordare il nome dei suoi avi, l'Alfiere l'aveva riconosciuto; dopotutto, per quanto lontano si fosse spinto per inseguire i suoi sogni e le sue aspirazioni, il Falco sarebbe sempre rimasto un Figlio dell'Est... E nessuna Madre dimentica i suoi Figli.

    Non è importante quanto in alto un albero spinga i suoi rami ad affondare nel cielo:
    le sue radici troveranno sempre amorevole sostegno nell'abbraccio della terra che l'ha generato.


    Ero in viaggio dal Presidio Errante per rivisitare i miei luoghi natali, quando durante il passaggio nel bosco ho avuto modo d'incontrare Sylvanas. La nostra riunione è stata però interrotta da una serie di eventi succedutisi nel bosco, tra cui il tentato rapimento ai danni della stessa Sylvanas.
    la notizia velò la luce della donna con un'ombra turbata, ma -ancora- ella attese in silenzio
    Ho fatto ciò che era in mio potere per aiutarla e quanto era nelle mie capacità per difendere Fanedell. A nome della Dama del Vento e degli Aviatori tutti, le porgo le mie più sincere scuse per non essere riuscito a consegnarle i malfattori.

    png
    « Capisco... un altro attacco a Fanedell... »

    Un sospiro profondo -reso greve dalla preoccupazione- evase il petto morbido della Castellana, e le belle iridi di prezioso zaffiro si levarono alla ricerca di quelle del suo interlocutore; le labbra si schiusero, in un chiaro intento di aggiungere dell'altro, ma lo scalpiccio di un paio di piedini sul pavimento in marmo della Sala delle udienze sembrò suggerirle che fosse il caso di attendere che il piccolo affidato alle sue cure la raggiungesse sullo scranno...

    E fu una camminata che tenne tutti col fiato sospeso, dal momento che Bobo -il gigantesco orso di peluche che mamma Galanodel gli aveva dato- minacciava l'equilibrio del bambino intralciandolo ad ogni passo; fortunatamente -però- non ci fu alcuno strafalcione, e quando finalmente Lowarn arrivò a destinazione, si buttò in grembo alla Dama Azzurra aggrappandosi alla gonna del suo abito.


    -Zia...I biccotti sono finiti.

    Abbassando lo sguardo sulle iridi verde smeraldo del bambino, Kalia gli sorrise dolcemente, gli carezzò la testolina, e -tornando a sedersi sul suo trono- lo prese in braccio issandoselo sulle ginocchia.

    « Che strano... eppure ne avevo infornati tanti...! »
    si meravigliò la fanciulla, enfatizzando la sua espressione sbattendo le lunghe ciglia
    « Vorrà dire che ne prepareremo altri più tardi, ok...? »

    Chinandosi su di lui per deporgli un bacio sulla fronte, la Dama Azzurra tornò a rivolgersi al Falco, e sul suo volto gentile sbocciò di nuovo un timido sorriso di scuse: non intendeva mancare di rispetto ad un ospite, e certo non voleva dare l'impressione di star sottovalutando la gravità della situazione, ma... quando un bambino ti viene incontro per mostrarti il suo cuore, bisogna sempre ricordarsi che ci sono tesori infinitamente fragili, e che bisogna sempre maneggiarli con la dovuta attenzione.

    « Non c'è nulla di cui dobbiate scusarvi, Sir Grifis;
    sono certa che avete fatto tutto quanto in vostro potere - e anche di più:
    so quanto voi elfi amiate la vostra patria... »


    Nonostante l'evidente dispiacere, la Signora dell'Est lo rincuorò mostrandosi comprensiva,
    ma al debole sorriso che rivolse al Falco subentrò una più profonda e malinconica riflessività.


    png
    « Non capisco cosa stia succedendo: l'Est è sempre stato un Presidio pacifico, ma... non è trascorso molto da che creature estranee ad Endlos hanno avvelenato il bosco. »
    un sospiro fu l'unico sfogo che la reggente si concesse
    « L'Autocrate Raylek ha preso parte alla spedizione di salvataggio, e Sylvanas è rimasta ferita anche quella volta... Cosa sapete dirmi dei responsabili dell'aggressione? C'è possibilità che si tratti della stessa banda. »

     
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    ~ { Presidio dell'Est, Lordaeron


    Un sospiro e un dispiacere.

    Ahimè non ero presente alla spedizione capitanata da Lord Raylek: il maelstrom mi ha sottratto per mesi al Presidio Errante, per cui non mi è stato possibile unirmi a chi già una volta ha protetto il bosco.

    Un'abile interlocutore poteva leggere molto di più in quelle frasi: c'era tutto il tuo rammarico, non solo per il non essere stato presente al momento del salvataggio, ma per l'aver abbandonato il semipiano per un periodo che corrisponde a tre mesi -cinquant'anni, per te che di quell'altro mondo non avevi però memoria.

    Ho incontrato tre persone, in totale. La prima, che è anche l'artefice del tentato rapimento di Sylvanas, è una donna-demone dai capelli rosa, sinuosi come fruste o serpi; il suo nome è Serina. La seconda era una ragazzina accompagnata da un famiglio, presumo rispondesse al nome di Vivian: dico era, perché rammento di averla uccisa con un mio incantesimo, ma il suo famiglio l'ha comunque portata via... non so dire che ne è stato di lei. Infine l'ultimo ad apparire è stato un uomo -o presunto tale- vestito in modo assai elegante, e mascherato. Non ho udito nome alcuno, per cui non so darvi una descrizione più precisa.

    Ti fulminò poi un'altra questione, che subito sollevasti all'attenzione della Dama.

    Credo che cercassero qualcosa, mia signora. Il tipo mascherato mi ha fatto chiaramente capire che Sylvanas era importante per loro, che aveva qualcosa che era loro indispensabile. I loro sforzi per averla erano tali che non si sarebbero fermati se non fossimo stati in vantaggio numerico.

    Cosa potessero mai volere dall'Est non ti era dato sapere. Certamente, come la Dama anche tu non comprendevi le loro motivazioni, dato che il presidio orientale era sempre stato pacifico, indi per cui chi desiderava farvi danno o era un folle o non gradiva il nobile governo dell'Azzurra.

    Di una cosa sono certo: hanno detto che torneranno.

    Alzando leggermente lo sguardo, incontrasti brevemente sia quello dell'Alfiere che del bambino, giunto per ultimo in sala. Aveva un volto familiare ma non riuscivi a ricordare dov'è che l'avevi visto, così cadde per il momento in disparte un'altra questione: ovvero che Fanedell ti aveva fatto dono di una spada, affinché tu sconfiggessi coloro che l'avevano deturpata.

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    Altro: mi sono riletto la giocata "la spada degli spiriti silvani", e i due nomi citati da Grifis vengono pronunciati in sua presenza. Ho dato per scontato che mi fosse possibile nominarli anche qui; per quanto riguarda la spada, ho volutamente lasciato correre per non esaurire "le cose da dirci" già a questo giro XD

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    Mansueto come un peluche, il bimbo si lasciò afferrare dalla Dama Azzurra, che non tardò a portarlo sul proprio ventre, così da tenerselo più vicino. Infine gli rispose, sempre amabile e dolce come accadeva per ogni bambino su cui posava il suo tenero sguardo.

    « Che strano... eppure ne avevo infornati tanti...!
    Vorrà dire che ne prepareremo altri più tardi, ok...? »


    Il principino rimase per qualche attimo sulle sue, come a voler ponderare quali e quanti fossero realmente i vantaggi di quella situazione. Alla consapevolezza di non poterne avere altri aveva infatti gonfiato le guanciotte ma, quando gli occhioni verdi avevano incontrato lo sguardo della Dama Azzurra, la sua voglia di far capricci era svanita all'istante, inducendolo ad annuire nel tentativo di trovare una scusa degna di tal nome.

    -Li ha mangiati tutti Bobo.

    Mentì spudoratamente, posando poi il proprio sguardo sul suo interlocutore. Aveva i capelli chiari, l'armatura luccicante ed in qualche modo gli sembrava di averlo già visto da qualche parte. Che fosse un amico della mamma? Senza pensarci troppo si allungò verso di lui, e con la manina gli afferrò un lembo svolazzante del mantello, tirandolo per richiamare la sua attenzione.

    -Tu li hai i biccotti?

     
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    -Li ha mangiati tutti Bobo.
    pigolò il bimbo, accusando pubblicamente di ingordigia il suo orso di pezza
    -Tu li hai i biccotti?

    Nel tentativo di soddisfare la sua golosità, il bimbo si rivolse al Cavaliere di Laputa, ghermendogli il mantello nel pugnetto e rivolgendogli la domanda fatidica; sorridendo intenerita -nonostante la preoccupazione le velasse il bel volto eburneo-, Kalia tentò di dissuaderlo.

    « Non credo che Sir Grifis abbia dei dolcetti con sé, tesorino...
    Però la zia ti promette che te ne fa degli altri appena finisce di parlare. »


    Un sospiro afflitto si librò dal petto del Falco Bianco, e nel sentir menzionare il suo rapimento da parte del Maelstrom un attimo di perplessità si fece largo nell'espressione attenta della Dama: certo che era una coincidenza curiosa che fosse capitato anche a quel giovane elfo... ma in quel momento Kalia non ritenne l'argomento così importante da dover essere approfondito, e non osò interrompere il resoconto del testimone.

    Anche stavolta i colpevoli erano tre, ma ciò che la lasciò perplessa fu che nessuna descrizione appena fornitale combaciava con gli individui che Sylvanas e Rylek avevano già affrontato non molto tempo prima; là dove c'erano stati Ozma -una donna con la frusta-, Mattew -il suo schiavo in catene- e l'albino dagli occhi bendati, la donna celeste sentiva ora parlare di Serina -una demonessa dai capelli stregati-, Vivian -una ragazzina con un famiglio- e una misteriosa Maschera...


    I due ravvicinati attacchi a Fanedell erano dunque da considerarsi due episodi distinti?
    Non c'erano molti elementi in comune, però... l'intuito continuava a sentirli in relazione.

    Credo che cercassero qualcosa, mia signora. Il tipo mascherato mi ha fatto chiaramente capire che Sylvanas era importante per loro, che aveva qualcosa che era loro indispensabile.
    riprese Grifis, paventando nella mente dell'interlocutrice un'ipotesi piuttosto fosca
    I loro sforzi per averla erano tali che non si sarebbero fermati se non fossimo stati in vantaggio numerico. Di una cosa sono certo: hanno detto che torneranno.

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    « Cercavano Sylvanas...? »
    si domandò la Dama Azzurra, senza riuscire a comprendere
    « E cosa potrebbero volere da lei? »

    Domande destinate a rimanere senza risposta, questo la Dama lo sapeva, a meno di non calarsi in una meticolosa indagine che avrebbe richiesto tempo e fatica...e forse anche un aiuto esterno al semipiano o alla realtà stessa; tuttavia, non era quello il consesso per rimuginarvi: il piccolo Lowarn aveva bisogno di attenzione, e il giovane Grifis -probabilmente provato- di quiete e riposo.

    « Ci vorrà tempo per scoprirlo, immagino... »
    si rispose, scuotendo un poco il capo e abbassando lo sguardo con un mesto sospiro
    « Purtroppo, non c'è niente che possa fare nell'immediato, a parte ringraziarti per l'aiuto prestato, intensificare la vigilanza, e curare le ferite di Sylvanas. »
    tornando a sollevare lo sguardo sull'elfo, l'Alfiere si sforzò di sorridergli
    « Non intendo trattenerti se i tuoi impegni ti richiedono altrove, ma se volessi fermarti ad Est, sarei lieta di averti come ospite: abbiamo molte stanze, qui al castello. »

    L'udienza era conclusa, ma la trasferta del Falco poteva ancora prolungarsi.

     
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    Un sorriso violò la tua preoccupazione. Davanti al viso innocente di un bambino, anche i dubbi più atroci e le paure più sciocche schiarivano: il solo vederlo lì, preoccupato per i biscotti, ti rammentò che era anche per quelle anime pure che tu combattevi.

    Non è esattamente un biscotto ma ha un buon sapore.

    Facesti, tirando fuori dalle tasche interne alla tua armatura un classico dolce elfico. Ne avevi fatti alcuni per il viaggio, e te ne era rimasto giusto uno, sopravvissuto chissà come alla violenza degli scontri.

    Tieni pure.

    E facesti per carezzargli la testa.
    A quel punto, volgesti il tuo sguardo verso la Signora dell'Est. Vederla afflitta a quel modo ti lasciò un gusto amaro nel palato: avresti gradito vederla sorridere, parlarti di come i boschi di Fanedell crescevano rigogliosi, o di come fosse bello il sole che tramontava dietro le colline di Shea. L'ombra, invisibile, sembrava volerle stringere il cuore. Magari era una tua sensazione ma ti sentisti comunque in diritto di aggiungere:

    So che vostra signoria è protetta in modo egregio dai più valenti e nobili condottieri di tutto l'Endlos; e tuttavia, la foresta mi ha fatto un dono...
    -alzasti la spada, cosicché anche lei la vedesse-
    ...la Spada degli Spiriti Silvani. Con essa, so che se il mio cuore è al servizio della Dama del Vento, la mia anima sarà al vostro. Sentitevi libera di servirvi di me come di un qualunque altro vostro Cavaliere Celeste, ogni volta che vorrete.

    Riponesti dunque la tua spada. Accogliendo l'invito della Dama a soggiornare per qualche giorno nei lidi dell'Est, non prima di aver eseguito un inchino rigoroso ed educato nei suoi riguardi, sia per averti ospitato, sia per averti concesso la parola. Non prima di andare via, concludesti così:

    E devo ammettere che le voci su di voi non vi rendono giustizia: siete più bella e nobile di qualsiasi parola spesa a vostro favore. E' stato un piacere avervi conosciuta, mi auguro di potervi rivedere ancora in circostanze più felici. Arrivederla.


    Salutasti poi anche il piccolino, con un gesto giocherellone della mano: niente di cavalleresco o raffinato, ma a quel bambino sarebbe parso un grande gesto di cortesia. Quindi avresti seguito il tuo accompagnatore verso una delle stanze, godendoti un po' di meritato riposo...
    ...e magari, andando a vedere come se la passava Sylvanas!

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    Prince of Laputa

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    « Non credo che Sir Grifis abbia dei dolcetti con sé, tesorino...
    Però la zia ti promette che te ne fa degli altri appena finisce di parlare. »


    Cercando di placare la sua irruenza -in parte per la situazione delicata ed in parte perchè probabilmente poteva diventare obbiettivamente fastidioso verso gli ospiti- la Dama Azzurra tenne il principino stretto fra le proprie braccia e gli promise altri biscotti. Soffermandosi un pò sullo sguardo di lei, il piccolo Galanodel scelse di obbedirla, dunque si mise buono buono sulle ginocchia senza tuttavia abbandonare il suo broncio, dovuto non tanto per l'attesa snervante quanto per i discorsi noiosi: non gli piacevano le parole degli adulti. Erano noiose, tanto noiose, e lui preferiva giocare... agli aeroplanini di carta, ad esempio, o con i tamburelli che gli aveva regalato Owl il mese scorso. Peccato che li aveva lasciati tutti a Laputa.

    La fortuna giunse però in suo soccorso ed il cavaliere con cui parlava la zia estrasse un dolcetto dall'armatura, donandolo al bambino che, ignaro di qualsivoglia forma di cortesia, non si fece alcun problema nel prendere la leccornia e mettersela in bocca, pur non avendo la minima idea di cosa stesse mangiando.

    Però il sapore era buono... almeno avrebbe avuto qualcosa da fare in attesa dei biscotti di Kalia.

     
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    Cherish

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    Dopo un tenero scambio con il piccolo Lowarn, il bianco Cavaliere di Laputa tornò a voltarsi verso di lei, e le sue labbra ben disegnate pronunciarono a sorpresa un giuramento, ancor più gradito perché sgorgato spontaneo come l’acqua più pura dalla fonte di una sorgente.

    So che vostra signoria è protetta in modo egregio dai più valenti e nobili condottieri di tutto l'Endlos; e tuttavia, la foresta mi ha fatto un dono... la Spada degli Spiriti Silvani
    esordì, mostrando allo sguardo di zaffiro della Dama la nodachi benedetta dagli Spiriti
    .... Con essa, so che se il mio cuore è al servizio della Dama del Vento, la mia anima sarà al vostro. Sentitevi libera di servirvi di me come di un qualunque altro vostro Cavaliere Celeste, ogni volta che vorrete.
    così dicendo, il Falco le rivolse un inchino e prima di voltarsi aggiunse
    E devo ammettere che le voci su di voi non vi rendono giustizia: siete più bella e nobile di qualsiasi parola spesa a vostro favore. E' stato un piacere avervi conosciuta, mi auguro di potervi rivedere ancora in circostanze più felici. Arrivederla.

    Qualunque fanciulla sarebbe probabilmente arrossita a quel complimento così appassionato, lusingata dal fatto che un giovane tanto affascinante potesse trovarla bella al di sopra le dicerie di un popolo sempre in vena di esagerare… ma la Dama Azzurra non era certo più una ragazzina, e se già in gioventù i suoi doveri di regnante le avevano concesso poco tempo per concedersi gioie e tormenti di quel genere di batticuore, ancor di più aveva dovuto rinunciarvi ora che il suo rango di Alfiere la rendeva responsabile della stabilità di Endlos e del benessere delle sue genti.

    La cosa le fece ovviamente piacere, facendo sbocciare sul suo viso un sorriso dolce e grato, ma per i suoi occhi blu che mai avevano indugiato sulla sottile malizia dei significati reconditi, il gesto gentile di Grifis aveva lo stesso immacolato candore con cui un bambino potrebbe regalarti un fiore; dopotutto, per il semplice fatto di esser nato nelle ridenti lande dell’Est,
    anche lui le era caro come un figlio.

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    « Vi ringrazio, Sir Grifis – per ogni cosa… »
    mormorò, mentre le iridi blu tramontavano dietro un sipario di palpebre bordate di lunghe ciglia
    « Vi farò scortare da un paggio al vostro alloggio e vi auguro una serena permanenza. »

    Con eleganza, la donna celeste mosse un cenno ad uno dei valletti in attesa accanto alle porte, e mentre quello si allontanava con l’ospite -facendogli strada-, si alzò dal suo scranno issandosi al petto il piccolo Lowarn, e rivolse al Cavaliere del Lago un sorriso di ringraziamento ed un riverente cenno di congedo, che lo rendeva libero di tornare a qualsiasi attività lo aggradasse.

    « Vieni, tesorino: andiamo in cucina… »
    chiocciò, elargendo al bimbo che aveva in braccio un bacio sulla soffice guancia

    Come promesso, Lowarn avrebbe ricevuto i suoi biscotti… e non appena la sera fosse giunta per condurlo con sé in un pacifico sonno, la Lady dell’Est avrebbe scandagliato le ombre che si addensavano sull’orizzonte di Endlos.

     
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