Two Years After

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    Brigante del Vico Buligio®

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    Ricorda ancora le parole del vecchietto salvatosi come lui al disastro della Cinatit:
    CITAZIONE
    Avrebbero dovuto chiedere la supervisione di un Saggio di Palanthas: sicuramente li avrebbe guidati verso una soluzione migliore, evitando la tragedia.

    Loro si che sono professionisti, altro che queste mammolette.

    Ha avuto bisogno di tempo.
    Tempo per pensare, tempo per trovare un motivo, tempo per sapere.

    Ma alla fine ci è andato.

    Dopo due anni William si ferma di fronte al bellissimo giardino che incornicia perfettamente un mastodontico palazzo. Un palazzo che potrebbe sembrare il palazzo di un qualche re o personaggio importante della zona, ma è una biblioteca, LA biblioteca.
    La più grande del presidio Est, e forse la più grande di tutta Endlos.

    Il ragazzo, vestito nero ed elegante ma comodo, non si fa catturare da tanta magnificenza, limitandosi a guardare tutto l'insieme per qualche secondo e poi, dopo un rapido tocco al suo avambraccio destro, sistema meglio sulla spalla la borsa a tracolla contenente il suo fidatissimo Gianni e si dirige verso la scalinata antistante l'ingresso, nella quale indugia poco più di un secondo al primo gradino, conscio che quel passo significa l'inizio di qualcosa.

    Qualcosa che neanche lui conosce, ma che lo ha attratto lì anche dopo tutto questo tempo.

    I Saggi di Palanthas.
     
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    Non appena varchi le monumentali doppie porte della Biblioteca di Palanthas, l'odore antico dei libri e il profumo dell'incenso ti accolgono in un abbraccio gentile e discreto,
    che ha il sapore di un solenne benvenuto.

    L'ambiente che ti si snoda davanti è ampio, per quanto le numerosissime scaffalature -cariche di una mole spropositata di tomi di ogni colore e spessore- facciano rassomigliare il primo piano ad un intricato labirinto, e si tratta di un'impressione rafforzata anche dalla soffusa luce ambientale che si riversa dalle alte finestre -disposte ovviamente lungo il perimetro- e dai lampadari dalle forme sinuose, le cui braccia di bronzo stringono cristalli che rifulgono in modo mistico... tutti dettagli che contribuiscono ad intessere ai tuoi occhi quell'atmosfera ovattata e un po' misteriosa che solo pochi luoghi sanno ispirare.

    All'interno, tutto è immerso nella silenziosa e sacrale armonia che ci si aspetterebbe di trovare un tempio, anche perché -forse a causa dell'orario- non vedi molta gente in giro; quelli in circolazione -noti- indossano tutti lo stesso modello di tunica, molto simile ad una divisa, e vederli compiere azioni di routine come le pulizie o l'inventario ti aiuta a capire chi sono.

    Devono essere gli iniziati della Gilda dei Custodi -le Vesti Blu- coloro che si occupano della cura quotidiana dei libri e dell'ordinaria amministrazione di Palanthas; è proprio uno di loro che, notandoti fermo davanti all'ingresso, ti si fa incontro con passi misurati, sfoggiando un sorriso gentile e rivolgendoti un inchino prima di rivolgerti la parola - naturalmente a bassa voce.

    « Benvenuto alla Biblioteca di Palanthas, visitatore: posso aiutarla? »

     
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    Wow...

    La silenziosa esclamazione esce dalle labbra del ragazzo in poco più di un sospiro mentre lui si ferma pochi passi dopo essere entrato dalle porte magnifiche della biblioteca, spostando lo sguardo a destra e a sinistra allo stesso modo di un bambino appena entrato in una fabbrica di cioccolato, e saziando i suoi occhi della magnificenza di un luogo così immenso e così ben organizzato con così tanta conoscenza al suo interno.

    Mentre è ancora perso a guardare gli scaffali uno dei custodi della biblioteca gli si ferma dinanzi venendo notato solo nel momento in cui finisce l'inchino e gli si rivolge a voce bassa.

    « Benvenuto alla Biblioteca di Palanthas, visitatore: posso aiutarla? »

    William sorride e si sporge in avanti leggermente porgendo la mano sinistra, che se troverà quella della Veste Blu si chiuderà in un saluto deciso ma impersonale, mentre la bocca si apre per rispondere:

    Salve.
    Starei cercando uno dei Saggi di Palanthas.


    La voce è giustamente bassa, le parole misurate con precisione, lo sguardo fermo su quello del suo interlocutore.
    Infine una specifica finale:

    Precisamente vorrei entrare a farne parte...ma non so come fare...

    Uno sguardo imbarazzato segue le ultime parole di William mentre si riporta dritto dopo aver lasciato la mano dell'altro ed aspetta una risposta, confidando che in modo semplice e conciso gli venga detto cosa fare.
     
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    Nel vederti sorridere e porgergli la sinistra, il monaco blu -un giovanotto non tanto più vecchio di te- ti sorride di rimando e accetta la mano che gli porgi, ricambiando la stretta con la stessa formalità ma con un certo amichevole calore in più; è una cosa che hai notato anche in città, o -più in generale- in tutta la Valle accarezzata da quel vento profumato e musicale: sembrano tutti gentili e di buon umore da queste parti.

    Salve. Starei cercando uno dei Saggi di Palanthas.
    rispondi con lo stesso tono basso e pacato
    Precisamente vorrei entrare a farne parte...ma non so come fare...

    All'udire quelle parole, a dispetto del tuo imbarazzo,
    un lampo ammirato attraversa gli occhi della Veste Blu.

    « Oh, wow: un nuovo virgulto.... Senz'altro siete venuto nel posto giusto! »
    la cosa sembra in qualche modo entusiasmarlo
    « Di solito, per entrare a far parte della Congrega bisogna presentarsi ad una delle Corone.
    A quale delle Sette Vie siete interessato? Qual'è la vostra specialità? »

     
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    In quei due anni il ragazzo non è certo stato con le mani in mano, vivendo in attesa che tutto quello che doveva sapere l'avrebbe saputo quando si sarebbe recato alla biblioteca.
    No: William si è informato, ha compiuto ricerche, ha sfruttato tutte le sue abilità informatiche per rintracciare anche la più piccola informazione su ognuna delle Sette Vie in cui sono divisi i Saggi.
    La risposta quindi arriva rapida, decisa, cosciente:

    Regalia.

    Le tre sillabe vengono pronunciate con precisione, come se si fosse allenato per buona parte di questi due anni solo per il momento in cui avrebbe dovuto dire quella sola parola.
    Poi si affretta ad aggiungere.

    Sono un...programmatore.
    Ho cercato informazioni sulle Sette Vie.
    E la Via delle Leggi è indubbiamente quella che meglio rispecchia...quello che sono io, quello che vedo e quello che cerco nella conoscenza.


    Le parole sono pronunciate lentamente, pesate con cura.
    Se il monaco tiene lo sguardo sugli occhi di William potrà vederla: potrà vedere quella luce tipica di chi parla di qualcosa a cui tiene quasi quanto la sua stessa vita.
     
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    Regalia.
    pronunci con disinvoltura, mentre l'altro strabuzza un po' gli occhi
    Sono un...programmatore. Ho cercato informazioni sulle Sette Vie.
    prosegui, qualificando le tue capacità
    E la Via delle Leggi è indubbiamente quella che meglio rispecchia...
    quello che sono io, quello che vedo e quello che cerco nella conoscenza.


    Nel vedere il tuo entusiasmo, il giovane monaco si limita ad annuire con convinzione,
    sebbene sembri conservare qualche perplessità che non ti esprime a voce.

    « Beh, è... è magnifico! Allora... vi accompagno allo studio della Corona Indaco. »
    ti dice, voltandosi per condurti tra i dedali della Biblioteca
    « Seguitemi, da questa parte...! Vi faccio strada...! »

    Insieme alla tua guida percorri la navata centrale che divide a metà il palazzo, e ti incammini su per i gradini di una monumentale scala di marmo che dopo una prima passerella si biforca in due rampe, rimirando i virtuosismi artistici espressi nelle statue di marmo incastonate nell'architettura che accompagnano la tua ascesa, e meravigliandoti della decorazione squisita ma discreta del corrimano d'oro.

    Sbuchi in una sorta di ala circolare che fa da anticamera ad una doppia porta e da cui partono due corridoi, uno che diretto a destra e l'altro a sinistra; è quest'ultimo che il monaco imbocca a passo sicuro, e dopo aver gettato un'occhiata agli arredi -eleganti ma sobri- segui il tuo accompagnatore fino ad una porta di legno blu, su cui spicca l'emblema di un fulmine stretto in un pugno umano.

    La Veste Blu bussa delicatamente un paio di volte;
    poi, dopo un lungo momento di attesa, una voce giunge dall'altra parte...

     
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    La luce dello schermo acceso illuminava la stanza buia con una fioca fosforescenza azzurrina quando un rintocco leggero contro i battenti della Stanza allontanò la sua attenzione dallo studio ponderato e attento della sequenza di frames di cui il movimento fluido dell'animazione si componeva.

    Mentre il corno dorato che gli sormontava i capelli blu crepitava una scintilla, gli occhi bigi si appuntarono sul vano della porta, e il pollice trovò a memoria sul joystick -senza nemmeno bisogno di guardare- il pulsante per mettere in pausa.
    Il suo match di allenamento poteva aspettare, dopotutto.

    Adagiò il controller sul ripiano della scrivania invaso di libri impilati a casaccio, dove sedeva su una comoda poltrona, e schiuse le labbra per porre il formale consenso alla muta richiesta di udienza; la voce, gli venne fuori -come suo solito- tanto ferma e tranquilla da apparire incolore.

    « La porta è aperta. »

     
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    Il monaco ascolta con pacato entusiasmo le parole del ragazzo, invitandolo poi a seguirlo verso lo studio della Corona Indaco.

    William non è sicuro di cosa si tratti, anche se è pronto a scommettere si tratti della persona che deve incontrare per entrare a far parte dei Saggi, e segue la Veste Blu attraverso la sala grande, poi su per una rampa di scale, ed infine lungo un corridoio dove poi si ferma davanti ad una porta.
    Sopra il legno blu della porta risalta lo stemma di un fulmine tenuto, come imbrigliato, da una mano umana.

    Il monaco bussa un paio di volte.
    Dopo un piccolissimo lasso di tempo si sentono delle parole provenire dall'altra parte:

    « La porta è aperta. »

    Gli occhi castani di William scrutano per poco più di un secondo quelli del monaco che lo ha accompagnato fin davanti a quella porta.
    Poi capisce di non dover più seguire quello che gli viene consigliato da lui.

    E così, mentre il cuore sembra volergli esplodere nel petto, spinge la porta del colore simile alla veste del suo accompagnatore e ne oltrepassa i cardini, trovandosi davanti ad un uomo seduto comodamente su una poltrona che fronteggiava una scrivania piena di quel caos tipico di chi usa un solo posto per mettere tutto, e anche di più.

    Salve.

    Il ragazzo si ferma, impacciato al centro della stanza, guardando per un lungo secondo il corno dorato sulla fronte dell'uomo, prima di chinare il capo in segno di rispetto e muovere altri due passi e sporgersi in avanti, facendo per porgere la mano destra ma interrompendosi a metà del movimento.

    La mano sinistra del ragazzo si ferma a metà della scrivania, poche decine di centimetri più in alto del legno, in attesa di essere stretta e stringere a sua volta quella della Corona Indaco, in segno di saluto.
    Intanto le labbra si schiudono componendo altre parole:

    Sono William.
    William de la Croix, piacere.
     
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    Una sola occhiata degli occhi bigi del gigante fu sufficiente a raccogliere molte informazioni sul conto della persona appena giunta alla sua presenza; si trattava di un giovane esemplare di Ningen, con occhi blu e capelli di un bruno tendente al mogano, e mentre il Canto del Mantra gli forniva dati specifici della sua fisicità -quali altezza, massa e peso-, la Vista Karmika gli raccontò qualcosa sul suo stato d'animo: nonostante in lui vibrasse tesa la molla di aspettative entusiaste, un certo impaccio sembrava frenarlo Un contrasto affascinante.

    Non che ci capisse granché di sentimenti, lui, ma le emozioni umane -sempre così imprevedibili nelle loro dinamiche, al punto da sembrare prive di una logica regolamentazione di sistema- erano un mistero che lo affascinava ancora, nonostante non avesse mai perso -in anni e in secoli- la voglia di studiarle e osservarle nel loro divenire.

    Fortuna che -nel tempo- la Corona aveva per lo meno imparato i nomi di quelle condizioni emotive più importanti, le loro cause scatenanti, e come trattare il fenomeno per riuscire a cavarsela senza aggravare la situazione.


    Salve.

    Il giovanotto aveva abbandonato la soglia per avanzare all'interno del suo Sancta Sanctorum, e si era fermato al centro dell'ampio studio a fissarlo per qualche secondo; sbattendo una volta le palpebre -ed emettendo un altra scintilla elettrico lungo il corno dorato- il Demone delle Tempeste rimase ad osservare il suo ospite avvicinarsi allo scrittoio e porgergli la mano in quello che il Raitei riconobbe essere uno dei gesti di saluto più comuni a molti dei protocolli di interazione sociale che aveva letto.

    Sono William. William de la Croix, piacere.

    Ed ecco che iniziava uno dei suoi giochi preferiti: la conversazione!
    A furia di viaggiare ed incontrare gente nuova, l'Amal riteneva di essersi ormai spratichito abbastanza con quell'esercizio di fantasia, memoria e dialettica, anche perché -come gli aveva insegnato la Luna- il meccanismo era sempre lo stesso: basta rispondere alle domande che ti fanno o -in assenza di interrogativi- prendere spunto da quanto detto dall'altro, e poi rilanciare... un sistema che potrebbe virtualmente perpetrarsi all'infinito.

    jpg
    « Piacere di conoscerti, William de la Croix. »
    rispose pacato il Saggio, eseguendo la formula di rito
    « Io sono Brifos, Corona di Regalia, la Via delle Leggi. »
    sollevata la destra, accettò la stretta di mano e scelse la sua prima domanda
    « Vuoi sederti? »


    jpg

    Poteri Passivi


    Mantra
    Grazie alla particolare genesi, il Raitei è sensibile alle alterazioni del campo magnetico emesso dalla massa dei corpi e dagli spostamenti d'aria attorno a lui, ricavandone la capacità di vedere a 360° -sia alla luce del giorno che nell’oscurità più fonda- e di captare gli spostamenti di qualsiasi cosa entro un raggio di 30 metri, individuando nemici nascosti (mimetizzati, sdoppiati et similia) dall’esposizione all’elemento.
    Tale abilità sfrutta un livello superiore di percezione che viene anche chiamato “occhio interiore”: si vocifera che alcuni ciechi siano in grado di utilizzarlo in sostituzione della normale vista, e molti sostengono che in realtà le percezioni sono offuscate dall’inganno dei sensi, senza i quali sarebbe possibile oltrepassare senza difficoltà quelli che gli umani credono i loro limiti; questa consapevolezza rende più sensibili e difficilmente influenzabili da allucinazioni, suggestioni e concretizzazioni psichiche.
    [Vista Cieca | Sense Illusorio | Sense Psionico]


    Levitazione
    L'empatia esistente tra il Demone delle Tempeste e il vento -che per metà compone il suo essere- gli permette di galleggiare liberamente nell'aria e librarsi in volo senza il minimo sforzo ogni volta che lo desidera; sfruttando le correnti atmosferiche, può sollevarsi ad una distanza massima di 5 metri dal suolo.
    [Volo]


    Hado
    Secondo la tradizione spirituale giapponese, ogni cosa possiede una forza vitale, un’energia dotata di proprietà speciali e potere di trasformazione; questa prende il nome di "Hado" -che tradotto letteralmente significa "movimento ondulatorio" o "vibrazione"-, e la credenza che sia con esso possibile far fronte alle difficoltà non è del tutto infondata.
    Brifos è uno degli Xolot, personificazione degli elementi che la Notte della Grande Tempesta gli diedero i natali, e un'eco di queste forze -da sempre rappresentazione del potere più selvaggio- ancora permane dentro di lui, conferendogli un supplemento di energia con cui fronteggiare le avversità.
    [+10% di Mana]


    Memento
    Memento è una parola latina traducibile come “Ricordati”, un monito spesso associato ad altre locuzioni che recano -in molte varianti- il senso intrinseco di conservare sempre una piena consapevolezza di sé stessi in ogni situazione, senza dimenticare la transitorietà delle cose e il fatto che tutto può cambiare in un momento; avendo fatto suo questo principio -pur adattandolo al proprio stile di vita-, Brifos ha imparato a sviluppare una prontezza istantanea nel richiamare ogni genere di suo potere, esternando tutta la propria forza senza necessità di ricorrere al filtro del ragionamento.
    [Istant-Casting]


    Ataraxia
    L'Atarassia è un termine filosofico -tipico dell'epicureismo e dello scetticismo- che indica una condizione esistenziale ideale, caratterizzata da assoluta imperturbabilità di fronte alle passioni... e, perciò, esente da ogni dolore.
    L’estrema impassibilità del Demone delle Tempeste, unita alla forza sviluppata per sopravvivere alle asprezze della sua terra natia e alla filosofia maturata con i suoi lunghi studi, gli ha permesso di imparare ad esercitare quel distacco, e non solo dalle rare emozioni che talvolta si affacciano nell’orizzonte dei suoi imperscrutabili pensieri, ma anche -se non soprattutto- in reazione agli stimoli fisici, rendendo Brifos immune ai naturali handicap che il dolore comporta.
    [Resistenza al Dolore | Anti-Malia]


    Intuizione
    La presenza di un gran numero di anime compresse nell’essenza del Figlio della Tempesta è rimasta per lungo tempo tra le latenti potenzialità inespressa del Raitei, fino a che la meditazione, lo studio e l’ascesi lo hanno inconsciamente portato a comprendere le essenze con una nuova accezione: quella dei legami empatici possono mettere in connessione due o più spiriti. Questa passiva permette di vedere i legami karmici (flussi di natura energo-emotiva) tra due creature, permettendo di riconoscere il vincolo che lega due amici, due innamorati, un allievo e un discepolo, ma anche ciò che si instaura tra un mago e i suoi famigli - o evocazioni.
    [Vista Karmica]


    Rianimazione
    L’elettricità che scorre nel suo essere, come il sangue nelle vene, fa in modo che il Ratei non muoia mai: gli impulsi elettrici continuano ad alimentare l’encefalo, a mantenere attivo il circolo cardiaco e a preservare perfettamente reattive le funzioni motorie e i suoi riflessi. Può restare K.O. per qualche tempo, ma il Signore del Fulmine si riprenderà sempre, dopo la sconfitta.
    [Immortalità]


    Voce della Saggezza
    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà -per chi ascolta- colui che parla.
    Una malìa, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al loro volere il verbo infonda in chi le oda un tale rispetto da non dubitarne, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio.
    [Aura di Saggezza]



    Edited by Madhatter - 4/5/2013, 01:56
     
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    Pacato, gentile, conciso.

    Se è la prima impressione quella che conta, allora Brifos ha fatto centro.

    Risponde quasi recitando da un copione, offrendo poi al ragazzo la possibilità di sedersi e, forse, rilassarsi.

    Certo, grazie.

    Parole a cui si è dovuto abituare a fatica: ringraziare, per tutto.

    Così dicendo prende posto su una sedia decisamente più sobria di quella dell'altro, ma abbastanza comoda da non fargli notare la mancanza, nella quale non riesce a posizionarsi in modo rilassato, rimanendo quasi sul "chi vive" anche in quella posizione.
    È troppa la tensione che lo accompagna in quel momento, ed infatti sono tanti i secondi che passano prima che cominci a parlare spiegando il motivo per cui ha chiesto un'udienza alla Corona della Via delle Leggi:

    Io...
    -pausa-
    Io avevo intenzione di entrare a far parte della Sua Via, della Via delle Leggi...
    -altra pausa-
    E mi è stato detto di presentarmi a Lei, la Corona Indaco.

    Detto questo si ammutolisce rimanendo a fissare il volto dell'altro, spostando ogni tanto gli occhi poco sopra, sul corno dorato che gli sormonta la capigliatura blu.
    Attende una risposta, sperando che sia positiva ma non riuscendo ad afferrare niente dallo sguardo dell'altro, quasi sia una maschera di cera.
     
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    Certo, grazie.

    Ancora in soggezione per la nuova situazione in cui stava trovandosi, il giovane William prese posto sulla poltroncina per gli ospiti che gli era stata offerta -teso come una corda di violino-, e nel lungo momento di silenzio che ne seguì, gli occhi bigi e vitrei del Demone delle Tempeste non lo abbandonarono un solo istante.

    Io... Io avevo intenzione di entrare a far parte della Sua Via, della Via delle Leggi...
    cominciò con voce esitante il fulvo, indugiando in una pausa
    E mi è stato detto di presentarmi a Lei, la Corona Indaco.

    Reclinando da una parte il capo coronato da crine blu elettrico, e tossicchiando una scintilla azzurrina per tutta l'estensione del corno aureo, Brifos sbatté le palpebre una singola volta e annuì.

    « Sì, è la procedura da seguire in caso di adesione alla Congrega. »

    La Corona assentì con voce incolore, compassato come sempre, eppure -in vero- un pò incerto su come proseguire la conversazione da lì in avanti: era la prima volta che accoglieva un aspirante accolito al suo Sentiero di Conoscenza... e mentre il corno sfrigolava per una nuova piccola scossa, il Raitei cercò di fare mente locale dei protocolli legati a quella contingenza.

    La prima cosa da fare era approfondire le motivazioni del candidato,
    quindi formulò la prima domanda pertinente che gli venne in mente.


    « ...anche a te piace capire come funzionano le cose? »

    Se a rivolgergli quelle parole non fosse stata la voce profonda d un uomo grande e grosso, l'ingenuità e la semplicità con cui era stata posta la faccenda avrebbe fatto pensare di star disquisendo con un bambino saggio e curioso.

     
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    Una scintilla elettrica percorre il corno poco prima che l'altro parli, cominciando con un rassicurante "stai facendo quello che dovevi fare".
    Vuoto.
    L'unica nota variabile sembra essere il corno sul quale passa un'altra scossa.
    E questo fa pensare a William che forse il corno non è solo fisicamente molto legato alla testa, e che forse l'aumento della frequenza di scosse elettriche rispetto a quando è arrivato può significare qualcosa, un aumento di interesse...

    « ...anche a te piace capire come funzionano le cose? »

    Colpito e affondato.
    La domanda riesce a staccare dal corno lo sguardo del castano, che si fissa sugli occhi della Corona che ha appena parlato. Se non lo avesse davanti agli occhi non avrebbe mai potuto dire che quelle parole sono appena uscite dalla sua bocca: che siano tutti i saggi di Regalia animati da quel concetto o qualcosa di molto simile?

    Da ragazzino gli altri lo prendevano in giro perché, invece di giocare, lui scriveva fogli su fogli riguardanti proprio quello stesso gioco che, a loro dire, era molto più divertente se si fosse messo a correre con loro.

    Quella frase gli aveva fatto venire in mente quell'episodio proprio perché a lui era sempre piaciuto capire come funzionano le cose, scomporle, analizzarle, provare a cambiarle impercettibilmente.

    Così si mosse sulla sedia, mettendosi un po' più a suo agio e prendendo l'aria per iniziare a parlare:

    Sì, certo.
    Sono sempre stato uno a cui non bastava che qualcosa funzionasse perché sì...
    Per questo faccio il programmatore:

    In concomitanza a queste parole sollevò leggermente la borsa a tracolla contenente Gianni, per far notare il computer che aveva con se.
    Qui dentro so come funziona tutto.
    Elettronicamente e logicamente.
     
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    La domanda del Raitei parve cogliere il nerbo centrale di quell'incontro, e mentre il giovanotto si rilassava almeno un po' sulla seggiola, le parole gli vennero fuori più rilassate.

    Sì, certo. Sono sempre stato uno a cui non bastava che qualcosa funzionasse perché sì...
    esordì William, portando le mani alla tracolla per indicare il suo computer
    Per questo faccio il programmatore: qui dentro so come funziona tutto.
    Elettronicamente e logicamente.


    Un guizzo elettrico gli percorse nuovamente il corno dorato, e gli occhi grigi del Demone indugiarono sulla borsa dell'ospite: personalmente non si intendeva molto di elettronica -anche se aveva letto due o tre libri, e li aveva apprezzati-, ma questo non costituiva certo un problema. L'interesse del ragazzo per la conoscenza era profondo e ben radicato, e le sue parole sincere, pertanto non c'era motivo di rifiutare la sua richiesta.

    « Il profilo emerso coincide con la Via delle Leggi,
    perciò non c'è motivo per cui tu non possa entrare a farne parte. »

    annunciò l'Amal, calmo e con voce incolore, fissando negli occhi il suo interlocutore
    « Come Accolito avrai libero accesso a Palanthas e diritto alla consultazione di tutti i tomi;
    una volta disputato il Certamen, salirai al rango di Gemma, e le tue responsabilità aumenteranno. »

    a quel punto, il Saggio fece una lunga pausa, e pensò alla domanda successiva
    « Sai giocare a Tekken...? »

     
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    Le prime parole, per quanto pronunciate nel modo più inespressivo possibile, portarono una grande felicità nel ragazzo.
    Felicità che incrementò ulteriormente quando gli venne detto che in quanto accolito aveva libero accesso alla consultazione di ogni libro presente in questa magnifica biblioteca.
    Mentre la Corona stava in silenzio forse pensando alla prossima frase da dire il ragazzo cambiò posizione sulla sedia ed attendendo chissà quale altra informazione che lo avrebbe reso ancor più felice di quel giorno.

    « Sai giocare a Tekken...? »

    Ok: a quanto sembrava le informazioni positive erano finite.
    Ma non le sorprese.

    Non aveva notato lo schermo televisivo girato né i joystick poggiati sulla scrivania, tra il caos generale.
    Ma dopo quella domanda sembrò tutto evidente.

    ...certamente!

    Così mosse la sedia spostandola di lato in modo da poter vedere chiaramente lo schermo e rimase finalmente tranquillo e totalmente rilassato in attesa di un joystick per poter dimostrare che quello che aveva appena detto corrispondeva a verità.

    Avrebbe scelto l'elegante Lee.
    E verso la fine del caricamento della partita si sarebbe voltato a guardare il corno dorato pensieroso, iniziando a parlare nel momento in cui i combattenti avrebbero cominciato le loro presentazioni:

    Cosa sarebbe il Certamen?
    ↓-B-B-B-B
    E più in generale: come sono organizzati i Saggi?
    ↓AB
     
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    E fu come se quella domanda vincesse ogni resistenza, spazzando via le ultime briciole di diffidenza e abbattendo i muri che ancora li separavano, perché a volte basta davvero poco per creare un ponte tra due spiriti affini.

    ...certamente!

    Finalmente rasserenato e perfettamente a suo agio, il giovane William orientò la poltroncina in direzione dello schermo -rimasto acceso- alle sue spalle e recuperò dal ripiano della scrivania uno dei joystick che vi erano rimasti abbandonati; con la rapidità che tradiva la dimestichezza di un giocatore esperto, il primo accolito di Regalia selezionò Lee, e -senza aggiungere una sola parola- Brifos scelse Hwoarang come proprio avatar. Il match poteva iniziare.

    Tuttavia, la barra di caricamento non era ancora stata completata
    che il Ningen si voltò nella direzione del Demone per rivolgergli delle domande.


    Cosa sarebbe il Certamen?
    si informò William, mentre il suo alterego passava all'azione
    E più in generale: come sono organizzati i Saggi?

    « La struttura gerarchica delle Gilda prevede al suo vertice il Conclave delle Corone, i Sette Maestri delle Vie della Conoscenza; dopo, ci sono le Gemme, e -alla base- gli Accoliti. »
    ribatté serafico l'Amal, passando al contrattacco
    « Perché i novizi vengano riconosciuti Saggi a pieno titolo, devono sottoporsi ad una prova di maturità intellettiva che prende il nome di Certamen, che consiste nell'indagare un argomento pertinente il Sentiero recandosi in pellegrinaggio presso le Biblioteche di Endlos. »
    continuò a spiegare, senza staccare gli occhi bigi dallo schermo
    « Palanthas, ad Est – la Biblioteca di Kisnoth, nel Pentauron – l'Obelisco della Spina, a Nord
    il Magisterium di Laputa – la Stele della Memoria, ad Ovest – le Cave del Sapere, nel Sud. »


    Un itinerario avventuroso per degli intellettuali...!

     
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