Un ulteriore ostacolo

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    La chiave per la libertà

    Ricordava molto bene il giorno in cui in cui era entrata per la prima volta nella caserma di Taldor, a pensarci sembrava passata quasi un'eternità, anche se il tempo trascorso era relativamente poco. Forse perché da allora le erano successe un mucchio di cose, come era certa ne sarebbero accadute in futuro. Ciò nonostante era contenta di aver fatto quella scelta.
    Chissà cosa sarebbe successo se quella notte non avesse deciso di lasciare in fretta e furia il castello della Dama Azzurra per recarsi nelle celle celle di quel posto e ricattare Ise, dicendole che avrebbe fatto in modo che non la liberassero mai se non la faceva ridiventare normale. Ovviamente il suo "piano" era miseramente fallito e ora che ci ripensava si vergognava di aver creduto che potesse funzionare, soprattutto per il fatto che non avrebbe potuto decidere se e quanto avrebbe tenuto la fata in prigione e poco importava se prima aveva parlato con Lady Kalia (alla quale non aveva, nè avrebbe mai detto, come stavano le cose, dato che si sarebbe sotterrata dall'imbarazzo se avesse scoperto la sua situazione).
    Tuttavia quell'episodio aveva posto le basi per un successivo tentativo di ribellione, diversi dagli altri, meditato con calma e pazienza, che forse non avrebbe mai avuto modo di preparare se non avesse incontrato quello strano (quanto inquietante) tizio di nome Ivan, che le aveva suggerito di arruolarsi in quella milizia. Infatti, una volta entrata nei Cavalieri Celesti, Ise aveva potuto tenerla meno d'occhio rispetto a prima.
    Sarah si avvicinò sempre di più all'edificio marrone chiaro, che di certo non passava inosservato per i tratti spigolosi che facevano apparire la struttura più rigida e severa rispetto a quelle caratteristiche del mercato. Superò la piccola aiuola, al cui centro era posta una statua di un cavaliere, e superò la porta d'ingresso, posta sulla un'imponente parete decorata con intarsi, preceduta da una sequenza di colonne sostenenti il tetto dell'atrio che dava sull'interno vero e proprio.

    Anche se era passata chissà quante volte di là, non poteva fare a meno di gettare un occhio sull'ingresso, sul suo soffitto così alto che pareva quasi toccare il cielo. Quella zona era bella da vedere soprattutto di notte, quando la poca luce faceva apparire i colori più scuri e simili alla tonalità di quelli della statua al centro della sala.
    In un certo senso vedeva quel posto un po' come l'opposto dello stupido castello in cui doveva stare quando tornava nel mondo di Dreamcross, anche se molti non avrebbero capito il perché; dato che entrambi erano grandi costruzioni, ornati con alcune opere d'arte e soprattutto caratterizzati da un stile nobiliare. Non era tanto l'aspetto in sé che apprezzava, quanto i ricordi che le rievocasse: mentre il castello di Einehit era il luogo dove riceveva solo sensazioni piacevoli, Taldor era dove si era procurata più di una volta un bell'ematoma (e per quanto seccante potesse essere un'abrasione, era sicuramente prova di un allenamento serio e duro); dove il palazzo era il logo dove la costringevano ad imparare le cose più odiose e imbarazzanti, prima di tutto la danza, la caserma era il posto in cui le stavano facendo tirare fuori una forza che che disperava di avere e aveva sempre desiderato. In poche parole se quel maniero delle fiabe era la sua prigione, la sede dei Cavalieri Celesti era il posto dove si preparava per tornare libera.
    Certo, entrare lì non l'aveva sottratta dal controllo di Ise. Infatti la fata, conscia di non poterle stare attaccata come prima, aveva cambiato strategia; usando contro di lei influenze mentali che durassero più tempo, applicandogliele regolarmente e impartendole molti più comandi di prima, sperando che ciò le impedisse di ribellarsi.
    Proprio in quel momento stava tornando indietro dopo essersi recata dalla nemica perché questa le rinnovasse ciò che la costringeva ad ubbidirle. La frustrava particolarmente essere vittima di qualcosa che, oltre che a costringerla ad accontentare qualsiasi capriccio della sua carceriera, la facesse andare spontaneamente da lei perché continuasse a renderla sua schiava!
    Tuttavia, né lei, né le ragazze del suo seguito potevano raggiungerla lì e ciò costituiva un'innegabile vantaggio su di loro, permettendole di pensare qualcosa che avrebbe reso vani ciò con cui la controllavano e sarebbe stato proprio quel giorno che avrebbe preso iniziativa.
    Prese uno dei corridoi sostenuti dagli archi che caratterizzavano il luogo e si diresse verso i dormitori. Lì avrebbe potuto agire con calma per porre fine a quella follia.

    La sua stanza era una singola, molto piccola e spartana, che tuttavia non le era dispiacieva e di cui non aveva cambiato praticamente nulla, salvo uno stupido specchio che la fata le aveva fatto portare. Si, perché tra gli ordini che era costretta ad eseguire c'era anche quella di curare meticolosamente il suo aspetto.
    Perché? Beh, l'altra sosteneva che così facendo si avrebbe accettato a poco a poco quello che era diventata. Ah, illusa: non importava queste volte la faceva preparare, per quanto tempo la istruiva nel canto e tutto il resto, non sarebbe mai diventata una dolce damigella!
    Tuttavia era ben conscia che per impedirlo non bastasse desiderarlo, ancor più dopo aver avuto quel terribile incubo in cui Ise evocava una dea che, dopo un lungo lavaggio del cervello, la trasformava nella principessa delle fiabe più fragile e romantica tra tutte. Certo, tutto ciò era probabilmente frutto della sua immaginazione e riflesso delle sue paure, ma l'esperienza l'aveva spronata a darsi una mossa per mettere in atto il suo piano.
    Il problema principale era che tra i comandi dettateli da quegli attacchi mentali, c'era appunto il divieto di consultare libri o persone che avrebbero potuto insegnarle come contrastarli. Tuttavia aveva trovato una falla in tutto ciò: non le era proibito inventare lei un incantesimo per annullarli, anche se partendo praticamente da zero, senza quasi basi o conoscenze preliminari. Aveva osservato le reazioni su piccole magie che usava su sé stessa e piano piano aveva imparato i meccanismi di quelle influenze e ultimamente stava riuscendo ad ottenere buoni risultati, mitigandole o addirittura annullandone alcune.
    Quel giorno però non si sarebbe limitata ad eseguire piccole prove, ma avrebbe messo a punto tutto quello che sapeva per elaborare una vera e propria tecnica contro le offensive psioniche. Optando di farlo poco dopo averne subite per essere sicure che fossero ancora all'apice della loro potenza e soprattutto in una situazione in cui avrebbe potuto essere sicura di esserne preda o meno.
    Infatti poco dopo essere entrata nella stanza iniziò a sentirne gli effetti, notando qualcosa che normalmente non avrebbe fatto: prese la spazzola ed iniziò a pettinarsi delicatamente la chioma dorata. Non importava cosa desiderasse fare, finché sarebbe stata vittima di quelle influenze avrebbe continuato a sistemare i capelli non più a posto, fino a quando non avrebbe finito l'opera. Quindi se fosse riuscita a interrompersi e ad imporre nuovamente la propria volontà sulle azioni, allora avrebbe avuto la certezza che la sua magia funzionasse.
    Attese di arrivare a fermarsi qualche secondo durante le sue operazioni davanti allo specchio, in quel momento infatti avrebbe potuto sfruttare al massimo la sua concentrazione e non venir distratta dai preparativi estetici, che a breve sarebbero ripresi. Quindi chiuse gli occhi per non pensare ad altro che all'esecuzione dell'incantesimo. Ora si fava sul serio!

    Da quello che aveva capito, i poteri psionici potevano agire anche a livello di spirito, ponendosi come catene che come lo bloccavano, ma nella maggior parte dei casi (tra cui il suo) erano attivi a livello di mente, piazzandosi nella testa e funzionavano come corpo estraneo che o si sostituiva a una parte che faceva correttamente le cose, o la inibivano, o ne attivavano parti o le suggerivano degli stimoli fasulli, facendole credere di essere in una determinata situazione anche se questa non corrispondeva alla realtà.
    In ogni caso però non era in grado di sottomettere totalmente la vittima e proprio per ciò le parti non colpite dell'animo, o della testa, potevano muoversi per contrastare l'attacco.
    Come? Beh, le influenze potevano essere considerate come una presenza estranea, ma non erano qualcosa di fisico, quanto più dei costrutti realizzati con poteri magici o sovrannaturali, che si dissolvevano non appena finiva l'energia che li teneva insieme. Se era così allora dovevano essere parecchio instabili e sarebbe bastato un piccolo impulso energetico per annullarli, una sorta di piccolo elettroshock.
    Una volta liberatisi di questi occorreva far riprendere la parte colpita dal rimedio e dall'influenza precedente, a maggior ragione se gli effetti di questa avevano inibito qualcosa. Perciò avrebbe dovuto portare dell'energia a cominciare dalle parti sane a quelle coinvolte, perché potesse sostenerle e favorire la loro ripresa come se stesse eseguendo un piccolo incantesimo curativo. Tornando quindi ad essere padrona di sé stessa.
    Allora concentrò dell'energia magica in un punto, non doveva esagerare con la quantità o rischiava di stordirsi, andando avanti a comprimerla finché non avrebbe deflagrato formando un impulso che, come una piccola onda, avrebbe dissolto le forze le forze esterne che stavano agendo su di lei. Poi avrebbe iniziato a convogliare altra energia facendola avanzare piano piano verso il nucleo dove aveva colpito, similmente a un incantesimo curativo che però avrebbe cercato di far riprendere, sostenere e rafforzare ciò che non le era esterno.
    Se avesse funzionato, si aspettava di vederne gli effetti a breve.
     
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    Taldor, Caserma.
    Presidio Orientale, Endlos.

    kissmr

    "Accade talvolta che la Dama nasconda ad un uomo tutta la passione che prova per lui,
    mentre il gemello, dal canto suo, finge per una donna tutta la passione che non sente".


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    Oltre i tendaggi color indaco, tipici delle camere appartenenti alle figure più eminenti di Taldor, piccole gocce d'acqua scendevano lungo la superficie vitrea della finestre, resa opaca dalla condensa. Fra i riflessi deformati dal vetro, baciati dal lume di candela, due corpi vestiti solo in parte giacevano su un comodo ed ampio letto di piume e tessuti preziosi, contorcendosi ed intrecciandosi ciascuno ad ogni movimento o gemito dell'altro.
    Il corpo del giovane uomo -lunghi capelli turchini ed occhi d'oro fuso- si adagiò su di un lato, lasciando così che la propria mano scivolasse lentamente prima sui fianchi di lei e poi più in basso, e la punta delle dita laccate di nero si insinuò sulle calze a rete della damigella in lingerie, seguendo con serafica calma il percorso del filo ad ogni intreccio. Davvero splendide e di pregevole fattura: prima di lasciarla ancora nuda sul letto, le avrebbe certamente domandato il modo di procurarsene un paio.

    -Mio signore- sussurrò lei, gemendo non appena le dita dell'Ambasciatore terminarono il loro percorso sul merletto delle autoreggenti, salendo un pò più su -...credo di essermi smarrita in un magnifico sogno.

    Lui sorrise maliardo, concedendole un tenero bacio sulle labbra.

    -Ma lo è mia adorata- le sussurrò dolcemente all'orecchio -Siamo persi in un magnifico sogno dove nessuno potrà raggiungerci.

    Le labbra sporche di rossetto scesero sul collo sottile della fanciulla. Profumava di rose fresche, esattamente come le aveva chiesto. Adorava quel sapore: chiudendo gli occhi avrebbe potuto immaginare il corpo della sorella steso fra le lenzuola azzurre. Solo lei e lui, senza palle al piede, marmocchi o stupide volpi a disturbarli.

    -...soli e liberi di amarci.

    E la baciò, la baciò pensando a lei, invitandola con una stretta decisa a dar sfogo a tutti i suoi istinti. Era l'occasione giusta, lo voleva e soprattutto... aveva il potere per farlo.

    png

    Si svegliò in piena notte, e con passi leggeri raggiunse il proprio specchio così da rimirare per alcuni secondi la perfezione del proprio corpo atletico ed al tempo stesso longilineo. Che le donne lo chiamassero "angelo" senza essere a conoscenza della sua natura non era certo un dettaglio dato dal caso: la perfezione dei suoi lineamenti andava ben oltre il sesso e chiunque fosse abbastanza oggettivo non avrebbe potuto fare a meno di osservarlo con ammirazione come si fa con una magnifica scultura. Bellissimo, ecco cos'era, e non perdeva occasione per farselo ripetere senza sosta dalle sue amanti, anche nei momenti intimi. E quella damina di corte addormentata nel suo letto non era stata certo risparmiata.

    Piccola, povera, indifesa fanciulla: persa fra le braccia del Galanodel, in balia delle sue pulsioni, era stata per lui solo una preda senza nome, nemmeno così difficile da irretire. Gli era bastato presentarsi con tutti i suoi titoli ed il nome altisonante, mostrare un leggero interesse ed eccola stesa e completamente nuda nel suo letto, per di più la stessa notte del loro primo incontro. Quella che Quarion chiamava "sindrome di Cenerentola" era infatti abbastanza comune fra le servette di Lordaeron, e bastava presentarsi come un dolce principe pronto a renderle delle regine per ottenere da loro qualunque cosa. Ad esser sinceri, erano così ingenuotte e povere di mente da non dargli nemmeno il fastidio di ricorrere ai propri poteri per sfruttarle come più gradiva, il che era certamente un vantaggio.

    Si rivestì cercando di non svegliarla, dunque le lasciò sul comodino una rosa rossa ed una borsa di monete come ringraziamento per la notte trascorsa. Come un ladro fuggì via oltre la soglia, preferendo gironzolare in piena notte piuttosto che rivederla al proprio risveglio. Non era stata affatto fra le migliori come sperava, totalmente subordinata al punto da avvilirlo... era praticamente certo che non avrebbe fatto parola con nessun altro, abbastanza stupida e masochista da sperare in un suo ritorno se fosse rimasta buona e fedele al loro piccolo segreto.

    Fu allora che, sul pavimento marmoreo di uno dei corridoi di Taldor, intravide lo scintillio di un orecchino invero molto grazioso. Dopo averlo raccolto, l'Ambasciatore giunse alla conclusione che non appartenesse alla sua amante ma a qualcun altro in quella caserma e, dato che era il solo a condurre di soppiatto giovani ed inesperte donzelle nei suoi appartamenti a notte fonda, non gli fu difficile ricondurlo all'unica fanciullina che aveva residenza in quel luogo. Raggiunse così la porta della camera di Sarah, una delle Spade di Istvàn, bussando delicatamente sul legno nella speranza di non disturbarla.

     
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    Era conscia di doversi concentrare, di dover sgombrare totalmente la propria attenzione, ma un po' di tensione restava e continuava ad assillarla, anche se non sapeva spiegarsene il perché. In fondo se non ci riusciva subito avrebbe potuto fare altri tentativi e cambiare strategia, tuttavia sentiva quello come un momento cruciale, come se quella fosse una verifica per capire se tutti gli sforzi fatti avessero avuto un senso, o se a fronte del suo fallimento avrebbe dovuto ricominciare da zero.
    Beh, adesso la stava facendo un po' drammatica: insomma se la magia non si fosse attivata, magari avrebbe voluto dire che stava facendo un piccolo errore e corretta la svista tutto sarebbe andato per il meglio. Si, questo doveva essere lo spirito: rilassarsi e pensare che in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta.
    Sentì l'energia magica accumularsi nel punto prestabilito e concentrarsi,mentre occupava un punto come se fosse una piccola scintilla pronta a mutare e ad esplodere e...
    Non avvertì cambiamenti particolari e presto aprì di nuovo gli occhi e la spazzola tornò a lisciare i capelli. Dunque non aveva funzionato!

    !!!


    Mmh? Ma cosa? Dovette piegarsi in due e aggrapparsi al mobile e tenersi il naso per il fortissimo giramento di testa, accompagnato da un senso di nausea, che si scatenò come all'improvviso.
    Richiamare energia per sostenersi e far riprendere la parte colpita fu d'obbligo e non lo fece certo perché così aveva pianificato per eseguire la tecnica, quanto più come semplice reazione per porre rimedio a un simile colpo. Fortunatamente ci vollero pochi secondi prima di attenuare in maniera accettabile i sintomi e poter stare perfettamente in piedi.
    Si, però questa volta sentiva che fosse cambiato qualcosa: anche se ora non stava più male, non stava tornado a pettinarsi! Va bene che sentiva ancora un lieve impulso di farlo, ma poteva ignorarlo senza sforzo.
    Era troppo bello per essere vero! Dunque la tecnica funzionava!

    Con quanta forza aveva gettò la spazzola contro lo specchio che, anche se non si ruppe, si staccò dal chiodo che lo sosteneva, cadendo sul mobile sottostante. Quello era il primo gesto di sfogo a tutte le angherie che fino a quel momento aveva dovuto sopportare. Seguì poi una risata che la fece persino lacrimare gli occhi, anche se non fu abbastanza forte da essere udita all'infuori della stanza, come invece era stato per il suono conseguente al lancio, e ci mancò poco che non si mettesse a balzare da una parte all'altra della stanza e spaccare tutto.
    Indietreggiò di qualche passo e si lasciò cadere sul letto con ancora, con ancora ridendo un po'. Era bellissimo essere liberi!

    Solo allora notò che si fosse fatta notte e che fossero calate anche le ultime luci serali di quando era tornata a Taldor. Per quanto tempo era rimasta distesa? Secondi, minuti o forse di più?
    Non che la cosa le importasse più che tanto, in fondo aveva già ottenuto quello che voleva per quel giorno. Ormai sapeva difendersi dagli attacchi mentali e allora avrebbe potuto prendersi la rivincita. Quindi continuò a pensarlo, finché non le sorse il dubbio che non ci fosse ancora da fare.
    Si, perché era stata capace di annullare quasi totalmente le influenze mentali era pur vero che la cosa era stata tutt'altra che indolore e immediata. Ci aveva messo qualche secondo per vedere gli effetti e ciò non sarebbe stato un tempo adatto in situazioni in cui avrebbe avuto fretta, né le avrebbe garantito sufficiente discrezione; Ise avrebbe potuto sospettare qualcosa se non fosse stata in grado di eseguirla in maniera più discreta e veloce. Già, anche se era un buon risultato, potersi liberare solo quando l'altra non la vedeva non era abbastanza. Doveva provare ancora, esercitarsi finché non avrebbe perfezionato il tutto.
    Si, ma da quali offensive psichiche poteva difendersi, se aveva dissolto tutte quelle che aveva? Già perché aveva bisogno di essere preda di un attacco psionico se voleva constatare l'efficacia dell'incantesimo!
    Forse avrebbe chiesto a un altro cavaliere celeste di lanciarle qualcosa con cui potesse esercitarsi o, visto che ormai non doveva più sottostare ad alcun divieto, magari si sarebbe recata da un qualcuno che le insegnasse una magia di difesa già perfezionata. Ora però non poteva fare altro che attendere il giorno successivo, dato che non poteva sperare di trovare qualcuno in quell'arco della giornata.
    Stava quindi per togliersi l'uniforme e cambiarsi per poi andare a dormire, quando...

    Toc toc


    Qualcuno aveva bussato? Era un può insolito a quell'ora; le era capitato solo un paio di volte quando si era appena unita all'ordine, ma non di più. Si alzò in piedi ed andò ad aprire la porta, trovandosi davanti l'ambasciatore dell'Est, Quarion Galanodel.
    Erano cambiate abbastanza cose dal loro primo incontro, tra cui il tipo di rapporto tra i due: ora che era tra i Cavalieri Celesti lui era un suo superiore. Quindi scattò sull'attenti in segno di rispetto e piegò leggermente la schiena per abbozzare un inchino.
    " Sir Galanodel."
    Disse, per poi attendere che il ragazzo le dicesse il motivo della sua venuta.









    Dunque, perché un'abilità difensiva è così importante per la storia di Sarah :mumble: ? La risposta è scontata, per impedire alla sua ex amica di controllarla e tutto il resto, ma se iniziamo a chiederci perché Ise usi le offensive psioniche per farla stare alle sue regole potremmo andare a ritroso e perderci un un mucchio di ragionamenti celebrotici, curiosità che ho inventato e vecchi progetti che avevo in mente per questi due personaggi e che poi ho abbandonato. Quando un pg mi piace tendo a pensare anche ai dettagli su di lui e su ciò che lo riguarda, a pensare una storia in cui si evolva e cresca, non capita raramente che apporti delle aggiunte che mi vengono da idee che mi vengono per i più svariati motivi e soprattutto non mi dispiace parlare di lui; anche se spero che la cosa non annoi ogni volta che sto a spiegare in revisione il perché decido di prendere una determinata tecnica e soprattutto non annoi questo piccolo esperimento che sto facendo adesso :P.
    Partiamo dal perché Ise ricorra alle influenze mentali per controllarla. Beh, nella mia idea iniziale la fata non possedeva questo potere. Sia lei che Sarah non le ho pensate subito per un mondo come Endlos, ma con un altro con un altra ambientazione in cui la principessa fosse sempre nel castello o comunque con alle calcagna decine di cortigiane a sorvegliarla assieme all'ex amica e in cui, soprattutto, la mia pg avrebbe avuto un'indole decisamente meno attiva e con meno forza di volontà.
    Si perché all'inizio avrebbero potuto costringerla a fare ciò che la imbarazza semplicemente facendole molta pressione psicologica e se mai avesse tentato di ribellarsi, i suoi tentativi non sarebbero mai andati oltre a delle iniziative molto goffe, come le prime riportate nella versione definitiva del Backgroud.
    Su Endlos Sarah (o se vogliamo Zenar) ha molto più spazio per agire e soprattutto è fatta di tutt'altra pasta rispetto al primo abbozzo che avevo fatto su di lei. Quindi occorrono dei poteri sovrannaturali per tenerla prigioniera e fare andare avanti la storia e anche questi non possono durare per sempre dato che Sarah, proprio in virtù del suo "nuovo" carattere, prima o dopo (ma comunque dando il tempo di trattare il periodo in cui deve sottostare alla fata) inventa qualcosa per difendersi da questi.

     
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    Quando la graziosa fanciulla dagli occhi azzurri ed i capelli del colore del grano aprì la porta della sua camera da letto, l'Ambasciatore si crogiolò alla vista di quell'adorabile visino da bambola e dei suoi modi così composti e ricchi del più squisito bon ton esistente in qualunque occasione la incontrasse. Perfino a tarda notte, nonostante il disturbo, lo aveva salutato mettendosi sull'attenti e poi esibendosi in un cortese quanto rispettoso inchino. Davvero magnifica! Certo, non era l'unica nel comportarsi in quel modo: chiunque a Taldor lo serviva e lo temeva più d'ogni altra cosa al mondo, tuttavia lei poteva considerarsi in un certo senso un'eccezione alla regola: si trattava pur sempre di una fanciulla, infondo, e per quanto l'Ambasciatore non fosse il tipo da farsi problemi sul sesso, in un certo senso preferiva le ragazze.

    -Oh, Sarah, sei bella ed aggraziata anche quando ti comporti come un soldato ♥

    Si lasciò sfuggire un sorrisetto malizioso, ancora elegantemente poggiato allo stipite della porta.

    -Ma non devi irrigidirti così quando mi vedi, nè voglio che tu lo faccia.

    daiki1

    -Infondo siamo amici, no?

    Pronunciò quell'invito con voce carezzevole e sguardo rassicurante. In realtà adorava i rapporti formali: gli permettevano di ricordare a chiunque chi fosse il capo (che, per inciso, era per l'appunto lui) e chi invece era obbligato ad obbedirgli, tuttavia doveva ammettere a sè stesso che alla lunga quel gioco dello "schiavo e padrone" poteva diventare abbastanza noioso. Quarion odiava annoiarsi...

    -Posso entrare?

    ...e quella notte aveva appena trovato un nuovo passatempo.

     
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    Si, erano cambiate abbastanza cose dal loro primo incontro e in quell'arco di tempo era riuscita a capire meglio che tipo fosse. Sin da quando era ancora un ragazzo classificava quelli come lui come "i fighetti", una categoria che non andava molto a genio né a lui, né alla maggior parte dei suoi compagni di classe, anzi talvolta li ritenevano come qualcuno da prendere a pugni. Il loro era un misto di invidia e disprezzo nel vedere un pugno di idioti che, pavoneggiandosi con un aspetto migliore della media degli altri o con ridicoli corteggiamenti, attiravano la quasi totalità delle ragazze (per non parlare di quelli che utilizzavano un mezzo ai suo occhi decisamente disgustoso).
    Insomma ci si sentiva come presi per i fondelli nel vedere tutte cadere ai piedi di quattro meschini che le vedevano come semplice sollazzo, di cui liberarsene una volta stufatisi, mentre chi teneva veramente a una di loro e pensava ad una relazione seria rimaneva solo come un cane! Insomma il classico spettacolo che si vedeva era quello di un tizio con una miriade di fanciulle che gli ronzavano attorno, mentre poco distante si poteva a momenti sentire un'aura malvagia provocata da un odio profondo una lieve rabbia da parte da tutti gli altri ragazzi.
    Tuttavia Quarion era un vero proprio professionista di questa, chiamiamola così, categoria, e con le proprie parole, il tono e i modi riusciva a colpire la femminilità che lentamente stava sorgendo nella ragazza, anche se la reprimeva in continuazione. Per questo Sarah non riusciva a disprezzarlo come invece era capacissima con gli altri.
    " Oh, Sarah, sei bella ed aggraziata anche quando ti comporti come un soldato ♥."
    Certo, il fatto che fosse in parte affascinata dai suoi modi (anche se non se ne rendeva conto) non faceva sì che non si imbarazzasse quando sentiva frasi del genere, come testimoniò il lieve rossore poco sotto i suo occhi.
    " Ma non devi irrigidirti così quando mi vedi, nè voglio che tu lo faccia."
    Seguì un adorabile sorrisetto, anche se un po' malizioso. Era innegabile che l'ambasciatore sapesse interpretare terribilmente bene il ruolo del principe azzurro e anche se razionalmente si poteva capire che quel modo di fare non fossero altro che le tecniche di un abile seduttore, le emozioni questo non lo intuivano e finivano nella sua trappola.
    " Infondo siamo amici, no?"
    Amici? Non sapeva se stesse dicendo sul serio o scherzando, ma la cosa non le sarebbe dispiaciuta.

    png
    " Allora suppongo che almeno adesso possiamo darci del tu."
    Voleva vedere come reagiva quella frase per sapere se la stesse prendendo in giro e se al galanodel andasse bene che gli si rivolgesse in quel modo. Infatti le avevano spiegato che a alcune persone di un certo rango preferissero sentirsi rivolgere sempre con il voi anche da coloro con cui erano in rapporti confidenziali.
    Non era il caso di Sarah, a cui veniva spontaneo usare un linguaggio meno formale quando parlava con una persona a lei cara e se avesse fatto caso che le sue ancelle iniziassero a darle del tu dopo che iniziavano a conoscerla sul serio, forse sarebbe stata meno diffidente nei loro confronti; dato che probabilmente anche loro facevano così quando sentivano di essere amiche di qualcuno.
    " Posso entrare?"
    La risposta arrivò poco dopo.
    " Certo, non mi dispiace scambiare due parole."
    Quindi lo lasciò entrare.
    Nella stanza della fanciulla vi erano infatti due sedie, che potevano rivelarsi molto adatte in una conversazione.







    L'idea definitiva di Sarah è arrivata però quando ho iniziato a giocare sul forum. Diciamo, con lei non sarebbe molto corretto di parlare di versione definitiva, come ho detto le aggiungo nuove idee man mano che me ne vengono in mente, ma il ruolo che avrei voluto darle posso più o meno collocarlo nella ruolata di arruolamento nei Cavalieri Celesti :8D:. Sebbene a quei tempi la mia pg avesse subito già diverse modifiche, rimanevano ancora diverse incongruenze da chiudere e soprattutto risentiva ancora di molti elementi adatti solo al tipo di scene per cui l'avevo pensata inizialmente. Certo, rispetto alla prima versione sarebbe stata sicuramente in grado di affrontare indipendentemente delle missioni, il problema era che difficilmente ci avrebbe partecipato, a meno che coinvolta da forze esterne. E visto che mi piace molto partecipare alle quest, mi sono quindi trovata davanti a un bivio: o facevo un altro pg per le avventure, che avrei finito inevitabilmente per usare maggiormente e che mi avrebbe fatto mettere da parte una pg che partiva da uno spunto curioso che avrei voluto portare avanti, oppure dovevo apportarle delle ulteriori modifiche. Ho propeso per seconda che si è rivelata la scelta migliore, dato che quando ho provato in un altro forum a fare una pg che ricalcava l'idea iniziale di Sarah sonostata presto a corto di spunti e ho smesso di ruolare lì, ma non mi è apparsa subito come qualcosa facile da fare: temevo di incasinare ancora di più una storia che già era diventata complicata, di fare delle forzature e soprattutto di snaturare la pg. Inaspettatamente la soluzione è arrivata da sola, o meglio dopo le prime ruolate Sarah si è unita ad una gilda che l'avrebbe inevitabilmente spinta in un sacco di guai e per questo devo ringraziare che mi seguì allora (con riferimenti ad un cappellaia matta e a qualcuno che mi sta masterando anche questa scena puramente casuali :P). Il risultato è stato proprio la scena di arruolamento all'ordine, in cui mi è anche venuto in mente il carattere attuale del mio personaggio grazie al quale può cacciarsi nei guai quando vuole (cavalieri celesti o meno), quali modifiche dovrà subire nel corso degli eventi e soprattutto il passato che aveva prima di incontrare Ise.
    Segni pel progetto di Sarah precedente a questo si possono appunto trovare nelle prime scene, in cui c'è meno diffidenza da pare della fanciulla nei confronti delle proprie ancelle e queste sembrano già volerle senza che la principessa si guadagni prima la loro fiducia, come invece deve fare ora e che porta inevitabilmente le cortigiane a trattarla come una ragazza normale e non come una superiore (Il caso di Elisabeth rappresenterà forse il cambiamento di rapporti più eclatante :P). Tuttavia ho risolto facilmente queste incongruenze: in fondo durante il tempo in cui Sarah è rimasta chiusa al castello è logico che si sia aggrappata a ciò che riteneva essere meno peggio, salvo poi tornare diffidente una volta arrivata su Endlos, così come l'affetto di Lisa possa non essere ancora una vera e propria amicizia.



    Edited by ..Daiki.. - 9/5/2013, 20:16
     
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    " Allora suppongo che almeno adesso possiamo darci del tu."

    Non una parola lambì le belle labbra dell'angelo, certo che l'affascinante e loquace sorriso apparso sul proprio volto fosse una risposta più che sufficiente per la bella Sarah. Quando poi lei lo invitò nella propria camera, l'Ambasciatore entrò educatamente e con passi leggeri, silenziosi, percorrendo la distanza che lo separava dalle due seggiole e poi accostandosi al letto della ragazza senza tuttavia sedersi.

    -Ero qui per diverse ragioni, a dire il vero, prima fra tutte questo- disse con calma, allungandole la mano e mostrandole l'orecchino perso per strada -Credo di avertelo visto indossare tempo fa, e me ne sono ricordato quando l'ho ritrovato.

    Attenzione nei dettagli... era questo il suo segreto.
    Sia per un Ambasciatore che per un instancabile amante, questa era una dote necessaria, essenziale al fine di ottenere l'oggetto del proprio desiderio, qualunque esso fosse. Bastava un occhio attento per smascherare gli inganni, come anche scovare punti deboli da sfruttare a tradimento ogni qual volta ve ne era l'occasione. Stolti coloro che credevano nelle pure azioni! Sempliciotti, nells maggior parte dei casi, perchè il segreto di tutto era nel saper guardare.
    E Quarion era un osservatore estremamente attento.

    -Temo di dover esser scortese, ma la mia schiena prega per qualcosa di più morbido. Spero che per te non sia un problema se mi siedo sul letto.

    Ponunciò con voce gentile, accomodandosi educatamente sul bordo del letto ed accavallando elegantemente le gambe -per questa volta- in una posa maschile. Lì seduto gli sarebbe stato possibile osservarla per intero, in tutto il suo splendore. Gli occhi d'oro del Galanodel percorsero l'immagine femminile dalla testa ai piedi, cogliendone ogni minimo, banale dettaglio. Primo fra tutti l'abito al posto della camicia da notte: evidentemente era già sveglia al suo arrivo; non avrebbe avuto abbastanza tempo per vestirsi, altrimenti.
    Con un gentile gesto della mano la invitò a sedersi al suo fianco sul materasso, senza tuttavia obbligarla e lasciandole piena libertà di scelta. Sarah non era una servetta, e nemmeno una dama di corte: era un Cavaliere, e pertanto meritava un trattamento di riguardo.

    quariondaiki

    -Come mai eri sveglia a quest'ora della notte?

    La domanda giunse repentina, forse un pò indiscreta, seguita tuttavia da una spiegazione sensata ed abbastanza gentile nei suoi riguardi.

    -Non è vietato, ma estremamente pericoloso andare in giro di notte, ancor più se si è una damigella bella quanto voi; perfino il pacifico Est è pieno di malintenzionati, pronti a rapire giovani ed avvenenti fanciulle per portarle chissà dove.

    La voce scivolò lenta e soave dalle sue labbra, pacata ed estremamente tranquilla, come a volerla avvertire senza tuttavia spaventarla.

    -Non bisogna fidarsi di nessuno a questo mondo, perchè la depravazione può celarsi anche dietro onorevoli parole di giustizia, un mantello rosso nell'atto di proteggerti o... chi lo sa. Potrei esserlo perfino io, un malintenzionato.

    Le labbra si piegarono in un sorriso, poi si lasciò andare.
    Un'allegra risata, cristallina come l'aria e leggera come il vento di quella notte.

     
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    Con la sua caratteristica andatura leggera il ragazzo entrò nella stanza per arrivare alle sedie, senza tuttavia sedersi.
    " Ero qui per diverse ragioni, a dire il vero, prima fra tutte questo."
    E allungò la mano, mostrando tra le dita ciò che a uno sguardo distratto poteva apparire come una graziosa perlina bianca da cui partiva una corta asticella dorata, sottile come uno spillo. Dopo un paio di secondi l'altra lo riconobbe e constatò che effettivamente le mancasse un orecchino. Non che potesse dispiacerle l'eventualità di smarrirlo, anzi se perdeva delle cianfrusaglie era meglio, tuttavia apprezzò ancora una volta la gentilezza del cavaliere.
    " Credo di avertelo visto indossare tempo fa, e me ne sono ricordato quando l'ho ritrovato."
    Si poteva dire che fossero tra le cose più odiose che detestava indossare. Si ricordava piuttosto bene quando Ise le aveva fatto forare le orecchie! Era accaduto dopo l'arrivo su Endlos, qualche giorno dopo che era uscita di prigione perché coinvolta in una piccola rissa. Era sicura che l'avesse fatto per "punirla" per il tentativo di ribellione che aveva messo in atto mentre non poteva uscire dalla cella. Non riusciva a credere alle sue parole mentre le aveva dato quell'ordine accompagnato da un'influenza mentale! Poche volte era stata umiliata così in vita sua!
    Quell'angheria l'aveva pure abbattuta per un certo periodo, ma fortunatamente era stata l'ultima di quel calibro. Su Endlos la nemica non giocava più in casa e lei aveva cambiato strategia a favore di una nuova che si stava rivelando efficacie e che le stava dando la certezza che presto sarebbe stata libera.
    E allora non solo non avrebbe più messo cose del genere, ma avrebbe pure richiuso i buchi e se non fossero bastati gli incantesimi curativi tradizionali, avrebbe usato quello per i danni permanenti.
    " Temo di dover esser scortese, ma la mia schiena prega per qualcosa di più morbido. Spero che per te non sia un problema se mi siedo sul letto."
    La voce dell'ambasciatore interruppe la sua breve riflessione.
    " Niente affatto, accomodati."
    Disse, sentendosi poco dopo come osservata, come se stesse vedendo squadrata dalla cima ai piedi. Non passò molto tempo che l'ambasciatore non la invitò a sedersi vicino a lui, invito al quale tuttavia la fanciulla rispose con un sorrisetto sommesso, che molti avrebbero potuto comprendere come segno che preferisse di no. A volte far capire indirettamente qualcosa era la maniera migliore e la più educata per comunicare.
    Quindi spostò la sedia rivolgendola verso di lui e fluidamente ci si sedette.
    " Come mai eri sveglia a quest'ora della notte?"
    La frase le sembrava quasi accusatoria. Stava per chiedergli il perché di tale domanda, ma l'ambasciatore l'anticipò.
    " Non è vietato, ma estremamente pericoloso andare in giro di notte, ancor più se si è una damigella bella quanto voi; perfino il pacifico Est è pieno di malintenzionati, pronti a rapire giovani ed avvenenti fanciulle per portarle chissà dove."
    Aveva preso un tasto dolente e lo aveva toccato in maniera perfetta, come ad impedire di risvegliare in lei una qualsiasi reazione aggressiva, che solitamente avveniva. Era strano ascoltare Quarion: mentre con la Dama Azzurra si aveva come la sensazione che le sue parole potessero parlare direttamente all'anima con lui non sembravano arrivare così in profondità, ma di certo sapeva come e quando usarle per colpire qualcuno e, all'occorrenza, demolirne la volontà.
    " Non bisogna fidarsi di nessuno a questo mondo, perché la depravazione può celarsi anche dietro onorevoli parole di giustizia, un mantello rosso nell'atto di proteggerti o... chi lo sa. Potrei esserlo perfino io, un malintenzionato."
    Anche questa volta sentì che in qualche modo la frase la riguardasse, anche se non nel senso in con cui il galanodel la intendesse. Sembrava quasi che riuscisse a dedurre come si sentisse... oppure che qualcuno glie l'avesse detto.
    L'ipotesi di una complicità con Ise era talmente improbabile da sembrare ridicola, ma dopo l'incubo che aveva avuto, che pur essendo solo un sogno l'aveva fatta riflettere incredibilmente, era meglio essere diffidente su tutto come le stava suggerendo l'interlocutore.
    Decise comunque di rispondere comunque alle sue domande, pur rimanendo un po' nel vago. In fondo lo avrebbe intuito lo stesso qualcosa e se davvero era in combutta con la nemica, la mossa migliore sarebbe stata cercare di portarlo dalla sua parte.
    " Capisco bene cosa vuoi dire. Persino le persone che si credere di conoscere a fondo possono rivelare di avere un'altra indole e gettare la maschera solo quando è il momento di pugnalarti alle spalle o quando non hanno più bisogno di nasconderti che ti stavano usando fino all'inizio.
    Ho sempre pensato che la maniera migliore per difendersi fosse quello di non giudicare qualcuno superficialmente, anche se forse è più prudente fermarsi alle apparenze verso coloro che già agli occhi di tutti sembrano essere spregevoli.."

    Quarion probabilmente si riferiva a qualcos'altro, ma era quella la reazione che le avevano scaturito le sue parole. L'argomento di possibili maniaci o depravati non la spaventava più che tanto e poteva anche trascurarlo dopo avergli dimostrato che sapeva bene come applicare la regola "non ci si può fidare di nessuno", evitando di sedersi al suo fianco.
    Poi ripensò alla prima domanda. Al perché non fosse andata a dormire subito dopo aver ricevuto le influenze mentali, ma si fosse tenuta sveglia fino a tarda ora.
    " Per quando riguarda il fatto che sia stata ancora sveglia, nonostante i "pericoli" che incorrono in queste ore... è un po' difficile da spiegare. Diciamo che è per non doverli temere più.
    Non dubito che evitare certe situazioni diminuisca la possibilità di incontrarli, ma sicuramente non insegna come gestirli quando ci si imbatte. Come hai appena detto, non ci si può fidare di nessuno e ciò vuol dire che neanche chiudendosi in una torre d'avorio si è completamente al sicuro. Perciò penso che sia meglio correre un po' più di rischi per apprendere progressivamente come affrontarli affrontare, piuttosto che far di tutto per evitarli, rimanendo indifesi quando il pericolo si concretizza."

    Forse qualcuno avrebbe potuto capire che ci fosse qualcos'altro dietro quelle parole e che non desiderasse diventare più forte solo per il desiderio di farlo, ma tanto Quarion aveva già notato una stranezza nel tutto. Se avesse voluto andare più a fondo lo avrebbe fatto comunque, anche se avesse cercato di camuffare meglio il tutto.






    Non fidarsi di nessuno, pugnalare alle spalle... queste parole di solito mi rievocano gli antagonisti. Ho sempre ritenuto queste figure molto importanti all'interno di una storia, tuttavia non essenziali. Secondo me i protagonisti (anche negativi) sono personaggi che possono esistere indipendentemente da qualcuno opposto a loro, mentre faccio fatica a pensare a un racconto che possa reggersi con solo la presenza di un antagonista. Però devo ammettere che senza di loro sarebbe quasi impossibili far compiere certe azioni ai personaggi, specialmente a quelli buoni.
    I nemici delle mie pg sono stati molto presto, ma non hanno ancora interagito con loro e quando ciò avverrà la storia risulterà essere più complicata di quanto è sembrata finora. Anche loro però sono stati inseriti in un secondo momento, assieme alla conseguente complicazione della trama, per permettere alla fata di avere un ruolo differente da quello che prevedevo quando stavo progettando il tutto. Inizialmente era Ise la "cattiva" che voleva trasformare Sarah nel suo giocattolo personale, tuttavia non mi piaceva molto l'idea di giocare con un personaggio del genere e a quei tempi non mi piaceva ruolare con personaggi malvagi (Jepson Hughes è stato il primo con cui mi sono divertita nel muoverlo. Forse perché prima non ci avevo mai provato seriamente o chissà), quindi dovetti trovare un modo per renderla buona e contemporaneamente dare il via a tutta la storia.
    Dunque ecco che torna il discorso sul fatto che gli antagonisti sono essenziali per spingere i protagonisti a prendere determinate decisioni: un'Ise buona non avrebbe avuto ragione di sconvolgere la vita di Zenar, ma se la Somma Inquisizione le lancia addosso una maledizione che la uccide se non diventa in fretta la fata madrina di una principessa, il discorso cambia. Soprattutto se la sofferenza che consegue alla persecuzione dei suoi nemici giustifica dei cambiamenti di carattere che la rendono diffidente su di tutti e che la portino a non spiegare a Sarah come stiano veramente le cose, per paura che si allei con gli Inquisitori.

     
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    La ragazzina sorrise, declinando educatamente l'invito dell'Ambasciatore che, ricambiandola del medesimo gesto, glielo concesse. A dirla tutta, aveva sempre provato per quella ragazza un'attrazione particolare, non tanto incentrata sulla sua bellezza, un ipotetico titolo nobiliare o ciò che gli era parso dai radi incontri quanto per la consapevolezza che, nonostante l'aspetto tenero e dolce, Sarah nascondeva doti ed astuzia che davvero poche dame potevano vantare. Certo, le mancava ancora tanta esperienza, tuttavia Quarion era dell'avviso che i diamanti grezzi restavano pur sempre diamanti.

    " Capisco bene cosa vuoi dire. Persino le persone che si crede di conoscere a fondo possono rivelare di avere un'altra indole e gettare la maschera solo quando è il momento di pugnalarti alle spalle o quando non hanno più bisogno di nasconderti che ti stavano usando fino all'inizio".

    Non completamente esatto...

    Si disse l'Ambasciatore senza tuttavia pronunciar parola, immobile in un educato quanto religioso silenzio. In realtà le persone erano estremamente semplici di comprendere: le maschere di cui Sarah parlava non provenivano infatti dal traditore ma dal tradito, e dalla sua idea mentale che si era fatto dell'altro. "Auto-illusione", di questo si trattava: la gente adorava illudersi anche di fronte alla verità più palese, soprattutto se questo li metteva in pace con la propria coscienza o esaltava il loro vacillante ego.

    "Ho sempre pensato che la maniera migliore per difendersi fosse quello di non giudicare qualcuno superficialmente, anche se forse è più prudente fermarsi alle apparenze verso coloro che già agli occhi di tutti sembrano essere spregevoli.."

    Sorrise di nuovo, gli occhi aurei sulle labbra rosee della fanciulla. Piccola, tenera Sarah: aveva imparato a vedere oltre le apparenze, ma l'inesperienza le aveva suggerito una soluzione errata, almeno secondo il suo modo di vedere le cose.

    -A dire il vero, non è difficile capire a fondo gli altri: basta mantenere un certo distacco emotivo quando si approfondisce la loro conoscenza- si concesse in un momento di pausa, così da non essere scortese nell'interromperla -In realtà siamo molto più intelligenti di quanto pensiamo, ma i sentimenti e le emozioni tendono a distrarci, tutto qui.

    Per chi viveva con la testa fra le nuvole era estremamente facile lasciarsi sfuggire anche l'evidenza, e l'orgoglio umano induceva ciascun individuo a credere che la colpa non fosse mai la propria, ma dell'altro.

    " Per quando riguarda il fatto che sia stata ancora sveglia, nonostante i "pericoli" che incorrono in queste ore... è un po' difficile da spiegare. Diciamo che è per non doverli temere più.
    Non dubito che evitare certe situazioni diminuisca la possibilità di incontrarli, ma sicuramente non insegna come gestirli quando ci si imbatte. Come hai appena detto, non ci si può fidare di nessuno e ciò vuol dire che neanche chiudendosi in una torre d'avorio si è completamente al sicuro. Perciò penso che sia meglio correre un po' più di rischi per apprendere progressivamente come affrontarli affrontare, piuttosto che far di tutto per evitarli, rimanendo indifesi quando il pericolo si concretizza."


    A quelle parole, l'Ambasciatore sospirò.
    Sapeva di non poterle dare ordini -non sarebbe stato giusto nè conveniente, nonostante fosse un suo superiore- tuttavia non poteva assumersi la responsabilità di lasciarla andare allo sbaraglio in quel modo. Si, perchè di qualunque cosa stesse parlando, era l'approccio a non essere corretto.

    -L'azzardo non è buttarsi nel vuoto e sperare di trovare una sporgenza dove aggrapparsi- commentò paziente e gentile, come suo solito -L'azzardo è una disciplina ben precisa, con regole e calcoli così complessi da farli sembrare "caso" o "fortuna" agli occhi di chi non conosce i trucchi del mestiere.

    Sorrise serafico, pensando a qualche esempio per renderle la comprensione meno ostica.

    -Conosci il gioco del poker? Ti sei mai chiesta perchè i campioni son sempre le stesse persone, nonostante si ritenga che il gioco sia fondato principalmente sulla fortuna?

    Attese qualche attimo per darle modo di pensare, tuttavia non attese la risposta. Non ve ne era bisogno, almeno in quel momento.

    -Detto ciò temo di essere ancora preoccupato per le tue veglie notturne, Sarah. Qualunque cosa ti spaventi, non è certo in ciò che tu chiami "azzardo" la soluzione al problema: rischi di farti seriamente del male, e le probabilità che tu impari davvero non sono poi tanto alte.

    Concluse, pratico e schietto, a tratti cinico. Però era la verità, almeno per ciò in cui credeva Quarion: le probabilità che "rischiando" finisse nelle grinfie delle sue più intime paure -qualunque esse fossero- erano pari, se non superiori, a quelle di imparare realmente qualcosa.

    tuchisei

    -Se qualcosa ti insegue per farti del male, l'unica soluzione che hai per salvarti è quella di diventare a tua volta un cacciatore, non una preda più visibile. Non credi?

    Infine tacque, in attesa di una risposta.

     
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    Quarion parlava come qualcuno che sembrava avere molta esperienza, non a caso se era l'Ambasciatore dell'Est. Ciò che la stupiva non era solo la capacità di catturare l'attenzione e far apparire le sue parole credibili, come ci si poteva aspettare da qualcuno con una simile professione, ma che le rievocassero subito dei riscontri con la realtà! Molte cose quadravano se interpretate come suggeriva lui: a volte si finiva per non capire alcuni aspetti, a non accorgersi di ciò che era ovvio perché le proprie emozioni inducevano a rifiutare la realtà. Così si finiva per prendere qualcosa o qualcuno non per ciò che fosse effettivamente, ma per quello che era più facile accettare. Forse non aveva capito chi fosse veramente Ise proprio per quel motivo, rendendosi conto della sua vera indole solo di fronte alla crudele evidenza!
    Quel discorso era molto più concreto di quanto si sarebbe potuta aspettare quando aveva risposto alla sua domanda! Magari poteva imparare qualcosa da quell'incontro, anche se non doveva limitarsi ad accettare passivamente tutto quello che diceva; abbassare troppo la guardia quando si ascoltava qualcuno poteva portare venirne semplicemente manipolati e non ad apprendere.
    " L'azzardo non è buttarsi nel vuoto e sperare di trovare una sporgenza dove aggrapparsi."
    A detta di molti invece sembrava essere proprio così, però il fatto che la maggior parte avesse tale opinione non voleva dire che fosse vero. Era curiosa di vedere dove sarebbe andato a parare.
    " L'azzardo è una disciplina ben precisa, con regole e calcoli così complessi da farli sembrare "caso" o "fortuna" agli occhi di chi non conosce i trucchi del mestiere."
    Per la parte riguardarsi il "gettarsi nel vuoto" si riconosceva abbastanza, meno per la seconda: più che di "trovare un appiglio" confidava nella sua capacità di adattamento e non era un caso che risultasse agli altri molto più ragionevole quando si trovava già nei guai che quando avesse la possibilità di evitarli.
    Tuttavia da come la metteva il ragazzo sapersi adattare non sempre bastava. Era un po' come andare direttamente in battaglia e solo sul posto modificare le proprie strategie in base ai mezzi che si aveva, il che poteva a volte funzionare, ma a detta dell'ambasciatore era nettamente più importante farlo prima di questa, preparandosi con largo anticipo e avendo l'umiltà di non partecipare quando lo svantaggio era eccessivo.
    " Conosci il gioco del poker? Ti sei mai chiesta perché i campioni son sempre le stesse persone, nonostante si ritenga che il gioco sia fondato principalmente sulla fortuna?"
    Di solito quando qualcuno le raccomandava di essere più prudente finiva per dargli sinceramente ragione, ma per una con una simile indole queste cose era molto facili da dire e da fare. Tuttavia il discorso del galanodel non riguardava l'essere prudenti, ma essere imprudenti in maniera astuta: apprendere quando e come fosse il caso di farlo.
    Quelle parole le avrebbero insegnato molto e anche se sarebbe rimasta una ragazza molto avventata, forse un giorno avrebbe potuto far parte di quei "campioni" che riuscivano a giocare col fuoco senza mai fare una brutta fine.
    " Detto ciò temo di essere ancora preoccupato per le tue veglie notturne, Sarah. Qualunque cosa ti spaventi, non è certo in ciò che tu chiami "azzardo" la soluzione al problema: rischi di farti seriamente del male, e le probabilità che tu impari davvero non sono poi tanto alte."
    A dire il vero qualcosa aveva imparato, a pensarci bene però le vittorie le aveva riportate solo quando si era cacciata in una situazione dove degli eventuali nemici non sapevano nulla di lei, mentre ogni volta che aveva preso iniziativa contro la fata non aveva fatto altro che riportare sconfitte.
    Riflettendoci notava anche che la nemica non le vietasse di cacciarsi nei guai, se non proprio quando reputava che sarebbe stato troppo pericoloso per lei, e questo se lo era spiegato col fatto che avesse meno le mani libere ora che era al servizio di Lady Kalia. Tuttavia poteva esserci un'altra ragione: forse l'ex amica non riteneva che le sue disavventure potessero insegnarle a sfuggire al suo controllo, anche se non si addicevano ad una stupida principessina delle fiabe.
    " Se qualcosa ti insegue per farti del male, l'unica soluzione che hai per salvarti è quella di diventare a tua volta un cacciatore, non una preda più visibile. Non credi?"
    Ancora una volta fu colpita dal riscontrare nelle proprie esperienze quanto dicesse. Specialmente per in discorso di non dover rendersi una preda più visibile: ora che ci pensava Ise aveva preso lanciarle influenze mentali dopo i suoi primi tentativi di ribellione ed aveva iniziato a usarne di più potenti dopo l'episodio avvenuto all'arrivo su Endlos!
    Trasformarsi in qualcos'altro per avere la meglio sulla propria persecutrice era qualcosa a cui aveva già pensato, più che altro come conseguenza alle esperienze fatte, ma optare per un cambiamento programmatico atto a farla diventare l'incubo della propria nemica era un'opzione nuova... e allettante!
    E a proposito di incubi, probabilmente se nel sogno fatto dieci giorni fa avesse adottato una simile tattica, sarebbe andato molto diversamente.
    " Il ragionamento non fa una piega."
    Forse aveva già iniziato a prendere questa strategia, cercando di inventarsi un incantesimo contro gli attacchi psionici, ma se subito dopo aver imparato a resiste avesse cercato uno scontro diretto con Ise avrebbe ripetuto lo stesso errore. Doveva continuare a cambiare per diventare lei la cacciatrice e studiare meglio la sua nemica per capire come affrontarla.
    " Per diventare predatori secondo te sarebbe meglio partire da sé stessi, cercando di capire le proprie debolezze e correggerle, o prima di tutto osservare ciò che ci minaccia, per comprendere ciò che teme e diventarlo?"









    Anche il cambiamento è qualcosa che riguarda la storia di Sarah ed Ise e caratterizza tutti i personaggi positivi, a differenza di quelli negativi che non mutano la propria personalità, né i loro modi di fare o i loro rapporti con le altre persone.
    Forse è il vantaggio che i miei protagonisti hanno sui loro avversari: quello di poter crescere e cambiare :P. Diventando così più esperti, maturi e apprendendo cose nuove e quindi, alla lunga, superando i nemici inizialmente più forti di loro.
    Sarah è senza dubbio quella che cambia di più e andrà molto oltre la crescita che la sta avendo adesso, acquisendo (molto avanti) persino nuovi tratti della personalità. Subito dopo vengono le sue amiche che, oltre che a crescere interiormente e a mutare il loro rapporto con Sarah, cambiano anche il proprio ruolo diventando delle dame che governano con lei la sua terra (quando invece la fata aveva previsto che fossero quasi tutte delle semplici cameriere). Poi viene Ise; per ora l'unica cosa che sta cambiando in lei è un crescente senso di colpa, che tuttavia porterà a dei cambiamenti più radicali. Anche le comparse hanno talvolta qualche evoluzione, ma appunto perché appaiono per brevi periodi è abbastanza difficile curare in loro quest'aspetto.
    Usare personaggi che cambiano è qualcosa che faccio abbastanza spesso, sia perché mi viene abbastanza spontaneo quando gioco con un regolamento che rende i pg più forti mano a mano che si ruola, ma ciò che mi piace di più di questi tipi di personaggi è che i cambiamenti psicologici riescono spesso ad evitare di renderli (almeno ai miei occhi) monotoni e facendomi conservare la voglia di usarli nelle scene.



    Edited by ..Daiki.. - 15/5/2013, 21:57
     
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    " Il ragionamento non fa una piega."

    Una delle qualità che più apprezzava di quella ragazza era la sua capacità di ascoltare ciò che l'altro aveva da dire, senza dar particolare peso alle voci diffamanti a suo riguardo. Estremamente ammirevole, oltre che prova di una personalità viva e pensante. Erano in molti, infatti, a seguire gli ordini dell'Ambasciatore, ad incontrarlo per Taldor o a conversare con lui, ma fin troppo rari erano coloro in grado di ascoltarlo davvero: terrorizzati dalle voci che circolavano sul suo conto, i classici -ed invero banali- interlocutori avevano la tendenza di mettersi sulla difensiva, concentrandosi a tal punto sui luoghi comuni da mancare al primo -e forse unico- modo per uscire sani e salvi dalle sue "grinfie", se così potevano definirsi: una interessante conversazione.

    "Per diventare predatori secondo te sarebbe meglio partire da sé stessi, cercando di capire le proprie debolezze e correggerle, o prima di tutto osservare ciò che ci minaccia, per comprendere ciò che teme e diventarlo?"

    Se gli si dava modo di considerare qualcuno mentalmente e palesemente inferiore a lui, allora questo diventava un giocattolo. Sarah, in quel momento, non era un giocattolo.

    -Tutti abbiamo debolezze: chi pensa di riuscire a superarle tutte è solo un ingenuo. Noi siamo fatti per essere sbagliati, e questo è quanto- commentò il Galanodel osservandosi le unghie laccate da uno smalto particolarmente lucido -Piuttosto converrebbe trovare quali sono le tue debolezze su cui fa perno l'attuale cacciatore per tormentarti e correggere esclusivamente quelle. Ciò implica che tu lo conosca, e non certo per diventare lui. Gli scontri alla pari sono fastidiosi: l'ideale sarebbe uno solo, dove sai già di poterlo superare e lui ti ritiene ancora incapace di agire. L'effetto sorpresa è essenziale.

    Sospirò lievemente, spostando il peso sulle ginocchia piegate ed allungando il braccio fino a carpirle la mano. Qualora lei glielo avesse concesso, lui l'avrebbe tenuta amorevolmente stretta nella propria.

    -Allora, piccola Sarah. Vuoi parlarmi del tuo problema?

    Il tempo delle allusioni volgeva ormai al termine: erano entrambi pronti ad arrivare al sodo.

     
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    " Tutti abbiamo debolezze: chi pensa di riuscire a superarle tutte è solo un ingenuo. Noi siamo fatti per essere sbagliati, e questo è quanto."
    Non a caso si diceva che le persone fossero imperfette e proprio in virtù di ciò se avesse provato a diventare inattaccabile da ogni punto di vista ci avrebbe messo una vita, dando probabilmente modo alla sua nemica di crescere ulteriormente e superarla sempre in qualcosa.
    " Piuttosto converrebbe trovare quali sono le tue debolezze su cui fa perno l'attuale cacciatore per tormentarti e correggere esclusivamente quelle. Ciò implica che tu lo conosca, e non certo per diventare lui. Gli scontri alla pari sono fastidiosi: l'ideale sarebbe uno solo, dove sai già di poterlo superare e lui ti ritiene ancora incapace di agire. L'effetto sorpresa è essenziale."
    Anche se capì che con "diventare lei" intendesse imparare ad attaccare alla stessa maniera, la prima cosa che le venne in mente fu di diventarne la fotocopia esatta, anche dal punto di vista della personalità. Per carità, diventare talmente egoista sarebbe stato troppo!
    Comunque il fatto che tutti possedessero inevitabilmente delle debolezze poteva essere tranquillamente sfruttato a suo vantaggio: inevitabilmente anche Ise doveva averne e per questo avrebbe avuto gioco facile se oltre a correggere le sue sarebbe riuscita ad evolversi in modo da colpirla dove era più debole. Dunque era essenziale prima studiare il proprio nemico!
    Allora commentò quanto l'ultimo punto del suo discorso, ovvero quello di conservare il fattore sorpresa e chiudere la questione in un solo scontro.
    " Così non avrebbe modo di poter prendere contromisure come ho fatto io..."
    E fu proprio allora che ebbe un'idea incredibile per non farsi scoprire. Infatti avrebbe dovuto comportarsi in maniera "naturale" per nascondere alla nemica quello che stava facendo, il che non sarebbe stato sempre facile. Tuttavia se anziché liberarsi sempre delle influenze mentali lo avesse fatto solo quando ne aveva la necessità, sarebbe stato semplicissimo comportarsi come se stesse facendo la brava bambina (dato che non poteva fare altro quando era sotto il suo effetto). Così avrebbe potuto agire liberamente quando ce ne sarebbe stato bisogno, mantenendo comunque un atteggiamento innocente per il resto del tempo, che le avrebbe permesso di superare qualsiasi prova a cui la fata l'avrebbe potuta sottoporre per verificare che fosse ancora sotto il suo controllo.
    Però comunque avrebbe dovuto perfezionare la sua difesa contro le influenze mentali per poterle usare in ogni momento e soprattutto in presenza della nemica senza che questa la notasse. Infatti, dato che la sua strategia implicava dover sopportare ancora i suoi odiosi poteri, significava anche che poteva liberarsene solo quando fosse effettivamente il caso di prendere iniziativa, il che sarebbe potuto capitare anche quando non sarebbe trovata da sola.
    Distratta da quei pensieri, non si accorse di cosa fece Quarion e quando costui le afferrò delicatamente la mano, la colse totalmente alla sprovvista.

    Di nuovo arrossì lievemente (forse un po' più rispetto a prima) e sentì un'altra volta quello strano sussulto in petto. Non sembrò neanche rendersi conto che per uscire da quella strana situazione sarebbe bastato ritirare la sua mano, lasciando che l'altro gliela tesse.
    Le parole dell'ambasciatore riportarono la sua attenzione su ciò che davvero le importava, facendole dimenticare che la sua mano fosse ancora tra le sue.
    " Allora, piccola Sarah. Vuoi parlarmi del tuo problema?"
    La fanciulla chiuse un attimo gli occhi, come per riflettere se fosse una buona idea dirglielo. Le sembrava quasi impossibile che dietro di lui ci fosse Ise; di solito evitava di entrare in stretto contatto con le autorità del presidio e l'arrivo di Quarion lì non poteva certamente averlo mandato lì perché aveva capito che stava finalmente riuscendo a difendersi dai suoi poteri o, se proprio era davvero così, allora sapeva già tutto di lei, quindi non le sarebbe servito a nulla non parlare.
    " Potrei dire di essere prigioniera.
    Una persona mi tiene costantemente sotto il suo controllo e mi obbliga ad obbedire ad ogni suo comando. Qualcuno più ferrato di me nell'utilizzo della magia, almeno inizialmente..."

    O meglio lo era prima di dirigersi con lei su Endlos, ma ora non ci avrebbe scommesso.
    " ... tuttavia ciò con cui mi ha tenuto finora in pugno sono stati i suoi poteri psionici. Sono praticamente sconosciuti nel mio mondo natale e li ha usati per tenermi lontano da qualsiasi cosa potesse aiutarmi a difendermi da essi.
    Però ultimamente sono riuscita... diciamo ad evitarli. Il che mi lascia le mani più libere."

    Infatti se non fosse stato così non avrebbe potuto dirgli quelle cose, anzi probabilmente non sarebbe stata nemmeno in grado di dirgli che aveva un problema.
    " Voglio sfruttare questo periodo per imparare a contrastare le influenze mentali.
    Spero di riuscirci in fretta e con sufficiente discrezione."

    Il fatto che il ragazzo avesse insistito così tanto sull'effetto sorpresa l'aveva spinta a prestare molta più attenzione che la fata non potesse in qualche modo venire a sapere che presto non avrebbe più temuto le offensive mentali.









    Ciò che porta la mia pg a disprezzare tutto ciò che è conseguito alla notte in cui Ise le ha tirato quello scherzetto è più che altro il pensiero di essere stata tradita e soprattutto il fatto di essere costretta a fare una determinata vita (oltre ovviamente al piccolo trauma ricevuto: insomma sognava di essere un piccolo eroe delle storie e invece si ritrova a fare la dolce principessa... non è facile entrare subito nella mentalità!). Anche la cosa più bella può diventare, almeno ai suoi occhi, la più odiosa se viene imposta.
    Tuttavia quando le cose inizieranno a chiarirsi e sarà di nuovo libera di scegliere di nuovo che fare della propria vita, vedrà la sua terra sempre meno negativamente fino a considerarla come una benedizione, come già a molti apparirebbe^^. Finora quello di odiare qualcosa visto solitamente come positivo è stata quasi una costante in questa fase della sua storia, dato che faceva spesso simili pensieri.
    Senza la libertà di scegliere tutto può sembrare opprimente, anche se ciò che si è obbligati a fare lo si sceglierebbe comunque anche da liberi, perché non si ha avuto l'opportunità di capire cosa ci sia in alternativa, perché si sente che ciò sia stato deciso in base ai parametri degli altri e non i propri.
    Sarà proprio quando Sarah non si troverà più sotto controllo di Ise che potrà vedere la propria situazione sotto un altro punto di vista.

     
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    Dopo aver ascoltato con massima attenzione ciò che la ragazzina aveva da dire, l'Ambasciatore si concesse una pausa per pensare.

    In quel frangente lo sguardo di giada dell'angelo avrebbe dolcemente sfiorato le infinite distese azzurre degli occhi di Sarah e, con una dolcezza quasi inumana, le avrebbe sorriso benevolo infondendole tutto quel calore e la comprensione che mai prima di allora le aveva mostrato.
    Una leggera brezza proveniente dalla finestra socchiusa baciò le loro chiome invitandole a danzare, intrecciarsi come ricami fra sospiri e gemiti passionali, perfetto connubio di piacere e complicità senza eguali. Bastò un solo attimo: in un movimento forse troppo repentino si avvicinò a lei e, lasciando che il sospiro della fanciulla gli riscaldasse le labbra ormai fredde, sotto lo sguardo benevolo di una luna nel suo cielo stellato, l'Ambasciatore attese qualche attimo in quello straziante frammento di stasi per osservarle la bocca.
    Labbra così morbide e rosee da sembrare immacolate...


    ...mai come allora desiderò sporcarla.

    png

    Il braccio flessuoso si insinuò sul tessuto dell'abito, cingendole la schiena in una morsa da cui mai sarebbe potuta sfuggire; tirandola a sè sul bordo del letto le avrebbe sfiorato il viso con le proprie dita mentre la mano libera avrebbe nascosto il loro peccato dietro al velo del baldacchino.

    E poi finì tutto.
    Il vento, la luna ed il sapore delle labbra di Quarion; ogni cosa andò a svanire lentamente tramutandosi in reminiscenza di un sogno senza fondamenti. Solo quando furono separati, uno strano senso di angoscia avrebbe travolto la coscienza della fanciulla al punto da gelarle lo stesso sangue nelle vene: una strana sensazione al bassoventre, estremamente lieve eppure presente. Incerta e non ancora padrona delle sue emozioni, Sarah avrebbe avvertito che qualcosa non fosse andata per il verso giusto e che, qualunque cosa volessero suggerirle le proprie emozioni, era inconfutabilmente grave.

    -La mente umana gioca terribili scherzi, non trovi?
    Ad esempio ciò che hai appena vissuto non è reale.


    La voce dell'Ambasciatore risuonò nella stanza allegra e gioviale, in netto contrasto con tutto ciò in cui Sarah aveva provato -o pensato di provare- fino a quel momento. Probabilmente gli avrebbe creduto, ma in ogni caso non sarebbe mai stata del tutto certa di cosa fosse stato reale e cosa no: perfino sapendo la verità questa poteva rivelarsi estremamente difficile da distinguere.

    -Ti avevo già detto che non avresti dovuto fidarti di nessuno, e dandomi la mano hai fatto in modo che io potessi attaccare come, quando e quanto volevo. Se avessi desiderato il tuo male, ora saresti spacciata per colpa di una piccola distrazione: se hai davvero nemici con questi poteri devi essere anche furba, oltre che in grado di schermare la tua mente. Ricorda che la nostra mente è mobile ed in buona parte sconosciuta: ci sarà sempre una falla nelle tue difese, come anche nell'attacco del tuo nemico.

    giosa

    -E' per questo che dovrai vincere con l'astuzia.

    Ed allora il suo sguardo le sarebbe sembrato così... freddo, calcolatore, spietato.
    Dov'era la sua dolcezza? Dove la sua compassione e la benevolenza che fino a poco prima sembrava illuminarlo di nuova luce?

    -Per quanto riguarda la tua volontà di allenarti con discrezione, credo che i tuoi tentativi sarebbero meno "visibili" se impiegassi le tue forze mentali contro qualcun altro che non sia il tuo nemico- concluse portandsi elegantemente una ciocca ribelle dietro l'orecchio -Ad esempio me.

    Il sorrisino malizioso che esibì in quel momento aveva l'intenzione di gettare Sarah nel panico, e la ragione era presto detta.

    -Indovina indovinello: cos'altro ti ho fatto mentre eri distratta? ♥

    Status: illeso.
    Riserva energetica: 100-40-20= 40%
    Note: L'illusione di "Dipende dai punti di vista" è la parte scritta in corsivo nel post. Nonostante abbia avuto il permesso dalla giocatrice, ho comunque lasciato tutta l'illusione al condizionale, anche se di fatto la tecnica attiva ha da regolamento dell'autoconclusività in sè dal momento in cui Sarah si è lasciata prendere la mano da Quarion.
    Però chissene, l'importante è che ci divertiamo

    ______________________


    →DIPENDE DAI PUNTI DI VISTA»
    Derivazione: classe PSION
    Descrizione: Quarion è in grado, grazie al semplice contatto fisico in comunione ai suoi poteri mentali, di creare illusioni nella testa delle sue vittime. Questa in particolare, sebbene non dia danni fisici, è in grado di ferire più di ogni altra; infatti la vittima immaginerà di essere "amata" in senso carnale dal simpatico Quarion. Si tratta per di più di una illusione non solo di "immagini", ma coinvolgerà tutti i sensi come olfatto, udito e poi...ehm... gusto e tatto.
    Consumo: Critico
    Drurata: Istantanea

    →GRAVIDANZA ISTERICA»
    Derivazione: classe PSION
    Descrizione: Se c’è un esempio potente di come la mente umana sia in grado di modificare e agire sul corpo questa è la cosiddetta pseudociesi o gravidanza isterica. Si tratta di una condizione molto rara in cui un essere umano presenta una serie di sintomi fisici e psicologici che “mimano” una gravidanza che non è in atto. I sintomi più comuni sono la convinzione ostinata di essere incinti, la sensazione di avvertire movimenti fetali nel proprio ventre, cambiamenti morfologici e secretivi del seno, ingrossamento addominale, galattorrea, aumento di peso fino ad arrivare a dolori da travaglio e falsi parti. Ciò che Quarion è in grado di fare grazie ai suoi talenti psion, è quello di indurre il cervello della sfortunata creatura che lui tocca a rilasciare nel suo corpo (maschile o femminile che sia) un' abnorme secrezione di ormoni come la prolattina, che a loro volta producono i loro effetti fisici e psicologici come il gonfiore addominale e la secrezione di latte ecc. e la sensazione di “maternità”. Si tratta di una vera e propria malattia psicologica indotta, ma non è mortale e prima o poi passa. Male che vada, dura nove mesi...
    Consumo: Alto
    Drurata: Istantanea


    Edited by Drusilia Galanodel - 22/2/2014, 20:49
     
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    L'ambasciatore ascoltò attentamente quanto le riferì Sarah e rifletté per qualche istante, forse per inquadrare meglio la situazione o chiedendosi come risolverla. Tutta la loro attenzione sembrava essere incentrata sul problema della biondina, poi qualcosa cambiò e l'atmosfera prese ad assumere nuove tinte...

    Piano piano l'espressione di Quarion si addolcì, come se quelle parole lo stessero allontanando dalla questione principale della loro conversazione, portandolo più sulla spiacevole condizione della fanciulla che a trovare un modo per risolverla. Quasi il capire che si trovava nei guai avesse scatenato in lui un forte affetto e desiderasse proteggerla da qualsiasi cosa potesse minacciarla. Il suo sguardo si fece dolce, più dolce di quanto avesse mai visto, di un fascino quasi magnetico! Solo dopo qualche secondo riuscì a staccarsi da quei caldi occhi e a capire che stavano andando fuori strada.
    No, adesso non voleva la sua protezione o qualcosa di simile, doveva dimostrarsi in grado di affrontare il proprio nemico da sola e non certo farsi salvare come una bella damigella in pericolo. Aveva come la sensazione che dalle pallide labbra del ragazzo stessero per uscire dolci promesse di proteggerla e altre tipiche frasi di uno stupido principe azzurro. Solo ancora si accorse che le tenesse ancora amorevolmente le mani. Decisamente, la situazione si stava facendo sin troppo imbarazzante e necessitava di essere riportata sul discorso precedente!
    Ma proprio al momento di farlo rimase inspiegabilmente interdetta. Le parole le si bloccarono in gola quando rifissò lo sguardo dorato dell'ambasciatore e l'aria, così pregna di tenerezza, sembrò come mancarle, a tal punto di impedirle di pronunciare quelle poche e semplici sillabe! Rimase immobile per diversi secondi, come una graziosa bambolina che aveva esaurito la carica della sua molla.
    Solo all'ennesimo sforzo sembrò sul punto di vincere quella stasi, ma Quarion la anticipò spiazzandola completamente. Quasi le avesse dato il tempo di arrivare a quel punto per poi umiliarla facendole vedere come vanificava tutti si suoi sforzi per mettere in piedi quel debole contrattacco, con un colpo da maestro.
    Dunque eccola lì: sconfitta e capace solo di aspettare che il vincitore facesse la prossima mossa su un'avversaria ormai inerme! Il ragazzo le si era avvicinato repentinamente e ora era a pochi centimetri da lei. Le chiome d'oro e d'argento si intrecciarono in uno strano ricamo, mentre i loro respiri accarezzavano dolcemente la pelle dell'altro e i loro occhi non riuscirono più a scorgere altro che quelli altrui.
    Fu allora però che iniziò a notare che ci fosse qualcosa di troppo simile alle situazioni in cui la fata usava le proprie influenze mentali su di lei. Già, c'era qualcosa di anomalo e soprattutto il cambiamento di situazione era stato sin troppo repentino, ai limiti della credibilità. Lei che gli permetteva di avvicinarsi così? Oh, no sarebbe stato impossibile nella realtà, qualcosa che poteva appartenere a qualche fantasia dell'altro.
    Ma quella stupidaggine era durata sin troppo così, forte già del risultato che l'aveva portata a vincere il potere della nemica, iniziò a demolire quell'assurdità. Per prima cosa tutto si fermò, come se un nastro si fosse appena incastrato in un proiettore. Poi l'immagine di Quarion iniziò ad incrinarsi e svariate crepe si allargarono sul suo viso femmineo. Anche il suo corpo immaginario iniziò a risentirne, tanto che il braccio che le aveva cinto la schiena si ruppe, cadendo a terra e frantumandosi come un vaso di porcellana.
    Quindi l'immagine dell'ambasciatore venne ridotta presto in polvere e venne la volta della stanza e di ciò che veniva mostrato all'infuori della finestra. Il tutto iniziò ad incrinarsi, finché non si ruppe come un vetro, lasciando vedere ciò che ci stava dall'altra pare, ovvero la realtà.


    ... Fu così che la ragazza distrusse l'allucinazione, che fortunatamente era già stata programmata dall'esecutore per non giungere alla fine.



    ???


    Era così che succedeva? Tutto svanì velocemente: ciò che aveva visto, l'aria e l'atmosfera che stava respirando in quel momento e le emozioni che per un lieve frangente aveva provato, indotte dalla influenza di Quarion. Adesso era riuscita a trovarsi lì, al punto di partenza!
    Ma davvero lui aveva fatto qualcosa del genere? Non riusciva a capire come un uomo che doveva essere esempio di virtù per la gente dell'Est potesse fare simili cose ai propri subordinati. Eppure era indubbio che le avesse lanciato un attacco psichico. Ma che sarebbe successo se non fosse stata in grado di difendersi? Se non si fosse prima allenata a combattere le influenze ben più potenti di Ise? Cosa avrebbe visto? Sarebbero saltati in aria il suo piano per essere libera dalla fata? Ci sarebbe stata scusa che avrebbe rimediato a ciò?
    Probabilmente sarebbe stata confusa e senza più la percezione del tempo era incapace di analizzare la situazione, ma sicuramente avrebbe provato... Imbarazzo, Imbarazzo, Imbarazzo! Se quel tipo era in grado di far qualcosa che avrebbe potuto indurre le sue vittime a desiderare di scomparire dal mondo allora non era un uomo d'onore, era poco ma sicuro. Mentre ripensava ripensava al tutto sentì un enorme risentimento, che tuttavia non diede a vedere nella sua espressione apparentemente confusa.
    Infatti non sapeva ancora come reagire a quella situazione, anche se l'istinto le diceva di lanciargli addosso un incantesimo per fargli molto male. Tuttavia sarebbe stato saggio? Sapeva che detenesse una posizione di responsabilità all'interno del presidio e anche se gli avesse fatto un solo livido, avrebbe potuto cercare di far credere che fosse lui dalla parte della ragione.
    Provò paura quando l'Ambasciatore lanciò la sua mano. Subito sentì qualcosa che non andasse in lei. Ma che? No, no, no che cosa era veramente successo? Che le aveva fatto? Che le aveva messo dentro?
    Sentiva qualcosa nella pancia! Una lievissima sensazione, che però doveva essere provocata da una causa, una causa che non le sarebbe piaciuta affatto! Fortunatamente le venne in mente che potesse essere un'influenza mentale.
    Prese allora ad analizzare la situazione, cercando di capire in cosa potesse consistere. Che voleva dire quella sensazione che sentiva? Dunque, il fatto che l'ambasciatore fosse amasse certe, cose, sia con le donne che gli uomini era risaputo e su certe preferenze non aveva nulla da ridire, dato che i gusti riguardavano solo le persone. Certo, l'essere schiavi delle pulsioni sessuali era tutt'altro discorso. Tuttavia quell'attacco poteva basarsi proprio su quegli elementi
    Ma allora, ma allora ... oh cielo! E se ciò che cercava di farle credere era che fosse stata appena messa...
    No, non poteva essere così! Come poteva fare una cosa del genere? Trattare così i propri commilitoni era una cosa oltre che infame! Senza contare che a persone che non potevano difendersi da simili poteri avrebbe dato un'esperienza terribile! Cioè, se avesse saputo che un tempo lei era un ragazzo, avrebbe creduto che intendesse farle pensare che come tale era un fallimento (comunque più tardi avrebbe capito che a quei tempi non fosse così e che se solo si fosse guardato intorno, si sarebbe reso conto che un paio di persone tenevano a lui). In quel caso ci sarebbe mancata solo l'umiliazione finale e non avrebbe più voluto farsi vedere da nessuno.
    " La mente umana gioca terribili scherzi, non trovi? Ad esempio ciò che hai appena vissuto non è reale."
    Certo che lo aveva notato. Ma dirglielo in faccia sarebbe stata una buona idea? Stette per qualche istante a riflettere. Fare una recita? Oh, non sarebbe stato impossibile, anche se l'idea di usare la magia bianca contro di lui continuava ad essere davvero invitante.
    Ma conveniva davvero? Avrebbe rischiato di passare per il torto e la gentile Dama Azzurra l'avrebbe scacciata dall'ordine. Decise allora di impersonare la parte della ragazza terrorizzata, cosa che le venne perfettamente, dato che Ise le aveva fatto prendere anche lezioni di recitazione.
    " Ti avevo già detto che non avresti dovuto fidarti di nessuno, e dandomi la mano hai fatto in modo che io potessi attaccare come, quando e quanto volevo. Se avessi desiderato il tuo male, ora saresti spacciata per colpa di una piccola distrazione: se hai davvero nemici con questi poteri devi essere anche furba, oltre che in grado di schermare la tua mente. Ricorda che la nostra mente è mobile ed in buona parte sconosciuta: ci sarà sempre una falla nelle tue difese, come anche nell'attacco del tuo nemico."
    Per quanto le dispiacesse ammetterlo, sotto questo punto di vista aveva ragione.
    " E' per questo che dovrai vincere con l'astuzia."
    Dunque era quella la vera indole di Quarion? Uno squallido "fighetto" che si divertiva a fare il furbo e a manipolare le emozioni altrui? Beh era un tipo di carattere assai comune negli uomini di potere, ma non si aspettava che l'Est potesse ospitare un individuo del genere.
    In un certo senso sia lei che lui avevano ragione quando parlavano della maschera che portava la gente: in parte generata da come l'ingannatore si comportava, in parte da come l'altro si illudeva che fosse. Infatti era stata capace di credere che fosse una brava persona sia da come si comportava, sia perché voleva credere che nel presidio ci fossero solo brave persone. L'unica attenuante che poteva esserci era che anche lui non fosse in sé, ma in un certo senso sotto un'influenza mentale, ma fino a quando non ci fosse stata una prova a quell'improbabile ipotesi, il suo giudizio sarebbe rimasto durissimo.
    " Per quanto riguarda la tua volontà di allenarti con discrezione, credo che i tuoi tentativi sarebbero meno "visibili" se impiegassi le tue forze mentali contro qualcun altro che non sia il tuo nemico."
    E pensava che gli credesse? Dubitava che una persona sotto stress fosse più abile a nascondere qualcosa.
    " esempio me."
    Naaah, quelle di Ise erano decisamente più potenti. Prova ne era il fatto che ci aveva messo molto per sconfiggere quelle della nemica e con le sue ci stava mettendo pochissimo. Anzi, forse era il caso di disfarsi completamente della seconde. Prima però voleva capire in cosa consistesse esattamente.
    " Indovina indovinello: cos'altro ti ho fatto mentre eri distratta? ♥"
    Appunto, era il problema che aveva al momento e che riuscì a risolvere facendo un ragionamento quasi banale. Si, perché ora era una donna e quando una di esse sentiva di avere qualcosa dentro il proprio ventre voleva dire una cosa sola: credeva di essere incinta!
    Si impose di continuare nella sua parte e la cosa le riuscì tremendamente ben, chi l'avrebeb mai detto che le lezioni della fato fossero servite.
    " Mi hai fatto qualcosa?"
    Sembrava in preda al panico. Aveva fatto una domanda che poteva voler dire molte cose ma che, indipendentemente a come l'avrebbe interpretata l'ambasciatore, faceva finta di riferirsi alla finta gravidanza e non un'influenza mentale.
    Poi dopo qualche secondo finse che le fossero arrivate le risposte ad entrambe le domande, sia sua che del galanodel.
    " Tu mi hai messo..."
    Sapeva che anche se non fosse riuscita a difendersi non avrebbe comunque completato una frase. Aveva un orgoglio troppo grande per dire simili cose rispetto a qualcuno che poteva benissimo solo tentare di metterla alla berlina. Non sarebbe stata un'umiliazione ancora maggiore se fosse caduta ancora nei suoi trucchi, senza mostrare un minimo sospetto che si stesse prendendo gioco di lei?
    Provò a far finta a soffermarsi e a ripensare a tutte le incongruenze che aveva già notato e che le avevano permesso di difendersi all'istante. Tuttavia per quanto aveva ancora intenzione di tenersi quel lieve fastidio in pancia?
    Iniziò a demolire la convinzione, stritolandola come fosse una statuetta di argilla nelle mani di un forzuto (usando la tecnica di sua creazione che avrebbe chiamato libertà, come la volta prima, alla medesima potenza delle offensive ricevuti). Aveva quasi completato l'opera, ma le mancava ancora un pochino. Forse sapere meglio cosa fosse l'avrebbe aiutata.
    " ...un'influenza mentale che mi fa sentire come se avessi una gravidanza."
    Più che una frase per non fare una pessima figura con l'altro, all'esterno sembrava un'affermazione di un'illusione a cui aggrapparsi, di fronte alla più evidente delle verità.
    " Perché è un'influenza mentale, vero?"
    Cosa stava a chiederglielo? Che le rispondesse di sì o di no, era ovvio che lo fosse!


    Edited by ..Daiki.. - 29/6/2014, 00:43
     
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    -Non esattamente, però ci sei vicina.

    Il sorriso sornione che aveva dipinto in faccia era la più evidente manifestazione di quanto Quarion godesse nel confondere le persone con i suoi modi di fare, a prescindere da chi fosse la vittima.

    -Si tratta di un disturbo psicosomatico che nasce nel momento in cui una donna è fermamente convinta di essere incinta. Alcuni la chiamano "gravidanza isterica" e suppongo, qualunque sia il tuo mondo d'origine, che hai già sentito parlare della malattia.

    Infondo ciascuno poteva dire di avere i propri giochi e, per quanto fosse strano agli occhi di chi diceva di conoscerlo, i suoi non erano certo oggetti sessuali ma persone. Le menti, contorte abbastanza da perdersi e poi riaffiorare, così splendidamente misteriose da rendere la loro scoperta un magnifico gioco da tavolo in cui nessuno partiva in vantaggio, erano sicuramente ciò che il Galanodel più bramava, prima ancora dei corpi che le contenevano.

    -Dato che, ahimè, il lavoro mi porta spesso a viaggiare, non potrò garantirti una presenza assidua come maestro, dunque ho fatto in modo che tu possa allenarti da sola. Hai nove mesi di tempo: se non riuscirai ad autoconvincerti di non aver nulla al più presto, il tuo corpo reagirà alla mente ed inizierai a manifestare tutti i sintomi da fanciulla gravida.

    E la mente di Sarah... oh!
    Era un meraviglioso diamante grezzo! Sarebbe bastato lavorarlo un pochino per ottenere un diadema di straordinaria bellezza. Esattamente come la principessa, che godeva inoltre di molte delle qualità che l'Ambasciatore adorava in una donna: così pura da rendergli estremamente difficile resisterle e continuare quella partita a scacchi che, per quanto lo riguardava, era appena all'inizio. No, non doveva lasciarsi trascinare dai sentimenti, doveva rimanere freddo.
    Non era ancora il momento di lasciarsi andare.

    quariondaikifine

    -Quando e se riuscirai a sconfiggere questa convinzione che ti ho messo con la forza, allora potrai dire di essere abbastanza forte da difenderti dalle intrusioni mentali più classiche. Non avrai inoltre più bisogno del sottoscritto.

    Lo sguardo soddisfatto che le mostrò in quel momento non accennava ad alcuna malizia, piuttosto la sicurezza di un uomo -un Ufficiale- totalmente padrone delle proprie azioni e le conseguenze che ne sarebbero derivate. Lentamente si rimise il cappello, raccogliendo poi la divisa indaco dal letto di Sarah così da indossarla prima di uscire. L'avrebbe lasciata lì a lottare contro le sue stesse convinzioni: per fermare uno psion era necessaria una mente particolarmente lucida e ben allenata, e Sarah aveva molto da imparare.

    -Qualunque cosa pensi di me, vorrei comunque precisare che non ti ho sfiorata nemmeno con un dito nel momento in cui ti ho attaccata. Non mi sarei mai permesso di agire senza il tuo consenso: sei ancora giovane, pura e dubito che tu sia pronta per quello che faccio di solito.

    Il sorrisetto birichino che seguì quell'ammissione lasciò facilmente intendere a cosa si riferisse.

    sorrisetto

    -Al nostro prossimo incontro, invece, chissà...

    Le concesse un'ultimo sguardo prima di oltrepassare la soglia che li separava dal mondo esterno.

    -Buona notte, mio dolce angelo.

    Ma quella non sarebbe stata una bella notte, e nemmeno le successive.
    Richiuse la porta dietro di sè, lasciandola sola nel suo tormento.

    Direi che possiamo chiudere qui ^O^

    Posta pure tu la conclusione, se desideri <3
     
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    E quindi Sarah, che aveva iniziato da poco a difendersi da alcune influenze mentali, aveva appena respinte due provenienti da un'altra persona! Cavoli, in quei tempo aveva proprio sfortuna! Fortunatamente non appena l'altro le spiegò cosa fosse esattamente, sgretolò anche la seconda. Che sarebbe successo se non le avesse sconfitte all'istante? Sarebbe stato sicuramente qualcosa di poco piacevole, tuttavia proprio per la sua caratteristica di lottare persino quando sapeva che sarebbe stata una partita persa in partenza, l'ipotetica prova si sarebbe trasformata gradualmente in una battaglia che poteva vincere e quindi in un successo totale. Comunque, anche se sapeva di poter resistere le influenze di Quarion, doveva essere sicura che anche quelli di Ise le apparissero come poca cosa e non dover temere nemmeno quelle di Liebe, colei che aveva visto in quel terribile incubo.
    In quel momento però si trovava in una fase difficile: tutto ciò che aveva pensato di quel presidio era stato distrutto dall'ambasciatore! Dove credeva ci fosse cameratismo aveva trovato nonnismo, dove credeva ci fosse sincerità aveva trovato menzogna. Eppure non avrebbe mai fatto come le suggeriva, non avrebbe mai deciso di non fidarsi di nessuno. Preferiva prendersi di tanto in tanto qualche piccola cantonata, ma non diventare insensibile alle persone che si meritavano al sua fiducia

    Non badò minimamente al tono delle parole dell'Ambasciatore, così amareggiata com'era non le interessava in che modo le poneva, ma comunque le ascoltò; in fondo sapere qualcosa in più non faceva mai male.
    La spiegazione che si trattasse di un disturbo psichico l'avrebbe probabilmente aiutata se non fosse già stata in grado di vincere l'influsso psionico, sarebbe stato sicuramente qualcosa a cui avrebbe voluto aggrapparsi. Sicuramente gli avrebbe anche creduto anche quando le avrebbe detto di non averla sfiorata nemmeno con un dito, non avrebbe potuto fare altrimenti: avrebbe dovuto avere avere un qualche conforto per sopportare la sua misera condizione. Fortunatamente tutto ciò non era altro che una brutta ipotesi, che però decise di ascoltare come monito.
    Infine il galanodel se ne andò salutandola in maniera apparentemente amichevole, quanto in realtà sadica.

    La porta si chiuse, lasciandola da sola con la triste consapevolezza. Attese di sentire i suoi passi dell'altro abbastanza lontani, per essere sicura che non tornasse. Non voleva mostrarsi in quel momento di sconforto, in cui avrebbe mostrato tutta l'amarezza!
    Una volta certa si lasciò scivolare verso terra, fino ad arrivare in ginocchio. L'Est non era tutto rosa a fiori e se l'idea che quell'uomo avesse potuto riuscire in quel gioco sadico la disgustava. Era riuscita a difendersi all'istante da quegli attacchi e anche se così non fosse stato sicuramente ci avrebbe messo poco a disfarsene, ma anche una settimana sarebbe stato troppo!
    Come poteva un simile individuo aver scalato la vetta del potere? Come potevano averlo permesso? Anche fosse stato qualcuno di prezioso o se ci fosse qualcosa di più sotto, non sarebbe stato il dovere di chi era sopra di lui tutelare i cavalieri che avevano sempre vegliato con tanta lealtà sull'Est. Era difficile mantenere una condotta ineccepibile e leale, quando i superiori erano i primi ad infrangerla.


    Edited by ..Daiki.. - 29/6/2014, 00:51
     
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