Battesimo di Fuoco

[Aurora Occidentale] [CC]

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    Non ti domando a che razza appartieni:
    sono un essere umano;


    nessuno può essere qualcosa di peggio.


     

     

    Il silenzio che vi accompagna mentre marciate fuori dall'accampamento semivuoto, sfilando tra i fuochi smorzati dei bracieri quiescenti, è pesante come un sudario e profondo come una tomba; dei paragoni certamente tetri, eppure quanto mai calzanti, dal momento che altrettanto fosca è l'aria che si respira in mezzo alla colonna ordinatamente schierata dell'esercito di Undarm, nerbo centrale del fronte Ribelle... e come dargli torto, dopotutto? State andando in guerra, e questo vuol dire che molti di loro potrebbero non uscirne vivi.

    Il canto lontano degli usignoli -nascosti chissà dove tra le rade fronde- è la vostra unica compagnia in questa notte che volge al termine, così serena da rendere ancora più angosciante immaginare quello che si scatenerà in capo a poche ore: avete ufficialmente varcato -e invaso- i confini di Sequerus nel primo pomeriggio di ieri, i Governatori lo sanno perché le loro spie sono corse a riferirglielo, e le loro armate vi stanno aspettando schierate al Picco della Guardia, l'unico punto di accesso alla capitale, arroccata al si curo tra le vette dei Fratelli Rossi; non appena il sole si sarà levato, inizierà la vostra battaglia per la conquista del passo.

    Escludendo la coppia di esploratori mandata a farvi da battistrada, la carovana è composta da quattro gruppi: in testa c'è l'avanguardia, e in mezzo a loro Namas e Odayaka avanzano fianco a fianco sulle loro cavalcature; dietro di loro marciano fanti, samurai, e arcieri a cavallo, e la donna dai corti capelli rossi di nome Beesech -anch'ella in groppa ad un destriero- si muove in mezzo a loro. A seguire ci sono i carri, per forza di cose i più lenti della formazione, che -oltre a trasportare munizioni, rifornimenti e forniture per i medici da campo- godono della protezione dei collaborazionisti della Sorella Nera, gli unici dei vostri che masticano i sistemi tecnologici che gli Usurpatori di Sequerus non esiteranno a rivolgervi contro; infine, chiude la fila la retroguardia, composta da pochi uomini a cavallo e dalla montagna umana che avete conosciuto col nome di Sagramor, un omone pelato, dalla pelle d'ebano, e muto.

    Per la marcia vi è stato dato un cavallo ciascuno, e piena libertà di aggirarvi dove preferite, ma la situazione è più o meno la stessa ovunque: tanta preoccupazione e morale basso... specie all'idea di potersi trovare davanti i mostri di di metallo della Signa Infero o quelli di carne ed ossa ricreati artificialmente da Kikio-Ho, i tanto temuti Pacificatori: soldati modificati in laboratorio per divenire anatema di ogni forma di vita diversa da quella umana... potenziati al punto da avere ormai ben poco di umano loro stessi.

    Quando il sole finalmente sorge, lo spettacolo mozzafiato della luce aurea che incendia di rosa le nuvole sull'orizzonte non allevia i vostri tormenti, perché col diradarsi delle tenebre i vostri occhi possono scorgere le linee nemiche: sono schierati in file ordinate al di là del ponte sospeso che collega le montagne circostanti al corpo centrale del Picco della Guardia, ad occupare il terrazzo del primo livello... e, tra loro, le grosse e tozze sagome di metallo dei mezzi blindati risaltano all'occhio in modo minaccioso.

    L'avanguardia si arresta ad un cenno dello Specchio Tranquillo, e solo un vago cipiglio preoccupato ne tradisce la consapevolezza, perché gli intenti dei nemici sono più che chiari ai suoi occhi: non li attendono all'ingresso del ponte, ma alla sua fine... perché pur non potendo rischiare la perdita degli unici collegamenti con l'esterno, sfrutteranno fino alla fine il loro vantaggio strategico, attirandoli giocoforza in quella strettoia.

    E, purtroppo, la Resistenza deve cedere a questa condizione, essendo quella l'unica via per arrivare alla città...ma l'impetuoso moto interiore è dissimulato con grazia quando Odayaka Mira volta il destriero e alza la voce rivolgendosi a voi tutti.

    « Uomini della Resistenza! Il momento della verità è arrivato:
    gli eserciti del nemico sono già schierati, perciò non c'è tempo da perdere. »

    la voce pacata della donna promana forza, e risuona fino alla retroguardia
    « Armatevi e preparatevi alla pugna, lasciate indietro i carri,
    e assumete la formazione. »


    Come un'unica e disciplinata volontà, i soldati ribelli compongono le file:
    sguainano spade, spianano fucili, incoccano frecce e puntano le lance.
    Quando il Principe Naga darà il segno, partirete alla carica.

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    « Siate risoluti nella lotta e decisi nell'uccidere,
    ma non dimenticate che stiamo per spargere il sangue dei nostri fratelli...
    e che gli Usurpatori pagheranno per questo delitto. »


    E mentre il sole si leva in un alba dorata, un silenzio concentrato si distende nell'aria immota; non vi resta che trovare il vostro posto,
    e prepararvi a combattere.

    Behold the Enemy Lines


    Vi do il benvenuto a uno degli atti finali della campagna "L'Alba del Principe Naga".

    Lunghi anni sono trascorsi dalla misteriosa scomparsa dell'Alfiere Mio Aranwe, ormai soppiantata da un regime oligarchico retto dai rappresentanti delle Grandi Famiglie dell'Ovest, tra cui spiccano le figure di due uomini: Kikio-Ho e Usama Kuroi; la forza della loro volontà -della loro ambizione- mantiene coeso il regno, ma le loro idee estremiste celano il seme della rovina. Convinti che la causa della decadenza sia da imputare all'eccessiva apertura di Mio verso le diversità, prendono le loro contromisure: l'Ovest viene progressivamente isolato dai rapporti con gli altri Presidi, e dottrine di intolleranza verso i Naufraghi e i Non-Umani vengono fatte circolare, ma è solo con la costruzione dell'Enclave -una struttura adibita alla detenzione dei Non-Umani- che si raggiunge il punto di non ritorno.

    ...ma uno di questi prigionieri sembra aver raggiunto la piena consapevolezza di quanto abietto sia ciò che la sua terra sta affrontando, e trovata la sua via di fuga attraverso i cancelli dell'Enclave si impone il dovere di restituire all'Ovest la sua dignità: egli è Namas della stirpe dei Nagavandari, e ora si prepara a marciare sui Cinque Picchi alla testa di quelle coscienze risvegliate votatesi alla Resistenza. E voi, state per combattere al loro fianco.

    Prossima scadenza: 15 Maggio, compreso.
    Per dubbi o qualunque altra cosa, potete chiedere in Bacheca. :grab:

     
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    Mozart Von Baltasar
    Presentazione

    ~ { Presidio Ovest, Picco della Guardia


    Innaturale, silenzio. Scese su di voi come un banco di nebbia, ovattò sensazioni scomode, descrisse un omogeneo proseguir d'intenti. Marciavate, zitti, lasciandovi alle spalle l'accampamento. Il timore si aggirava tra voi, aveva il volto di chi sapeva che avrebbe potuto non vedere il domani; si trasfigurava, prendendo il nome e la foggia di soldati e uomini semplici. E tu eri tra loro, con l'armatura brillante come non mai, il cosmo già pronto e aggressivo. Le tue rose, quelle, stavano quiete in attesa d'essere lanciate. Quanti ne avresti uccisi quest'oggi? Non era come quella volta ad Asgard, quando tu e Khorne, fianco a fianco, avevate quasi espugnato la capitale nordica? No, certo che no. Quella volta era diverso: c'erano percorsi fissi da stabilire, avversari singoli da affrontare.

    Qui era diverso. La battaglia si sarebbe svolta nella moltitudine e nel caos. La notte che lentamente sfuma via era come una clessidra, segnava, granello per granello, che mancava non molto alla battaglia cardine. Il tuo cuore palpitava ma in modo garbato. La paura non ti aveva mai lasciato, e tuttavia avevi vissuto metà della tua vita tra le lame dei nemici. Sapevi che però le leggi di Endlos erano diverse da quelle del tuo mondo. Nessun colpo a velocità luce avrebbe mai falciato centinaia di nemici, così ti dicevi di fare attenzione... di non esagerare.

    In groppa al tuo destriero, guardavi gli animi di tutti temere il peggio. Cercasti Sarah con lo sguardo: l'idea che lei fosse esposta a tali pericoli ti fece sussultare, ma avresti fatto del tuo meglio affinché nessuno la sfiorasse! Mentre per gli uomini, eri certo che la Dama avrebbe trovato le parole giuste per rincuorarli, specie ora che vagheggiavano su armi o chissà quali diavolerie nemiche.



    Al sorgere del sole, l'orizzonte si descrisse della presenza delle truppe nemiche. Riconoscevi armamenti che avevi già visto nel tuo mondo, benché molte di quelle armi erano ormai rovinate. Avevi idea che il nemico avesse trovato il modo di riprodurle, il che avrebbe reso ben più ardua la vostra battaglia. Qualche idea ti venne, magari al momento giusto avrebbe potuto servire allo scopo.

    Infine, lo Specchio Tranquillo, come avevi immaginato, si rivolse a tutti voi per darvi la spinta necessaria a combattere; al cenno del Naga, avreste caricato il contingente nemico. Speranzosi di veder la vittoria arridere ai vostri sforzi, oltre che di ridare al'Ovest quel vento di libertà da tempo negato.



    CITAZIONE

    STATUS

    Status Fisico: Ottimale 100%
    Ferite Riportate: Nessuna

    Condizione Mentale: Diamoci dentro!

    Mana Consumato: 0%
    Mana Residuo: 110%

    Altro: nulla da dire :D

    EQUIP

    Gold Cloth dei Pesci
    { Equip Armatura }
    Passive: Peso Leggero, Integrità
    Attive:

    Pandora's Box
    { Equip Box }
    Passive: Sacca Dimensionale
    Attive: ndr.

    It's Six o' Clock
    { Equip Orologio }
    Passive: nessuna.
    Attive: non usata.

    Dagger Rose
    { Equip Rose/Coltelli da Lancio }
    Passive: nessuna.
    Attive: non usata.

    ABILITA' PASSIVE

    Seventh Sense
    Passive: Mana +10%

    The Graceful Death
    Passive: Malie (Timore + Rispetto)

    Cosmo's Empowering
    Passive: Sfondo Cosmico

    Fly me to the Moon
    Passive: Volo

    ABILITA' ATTIVE

     
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  3. Zis.
     
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    Odore di sangue all'orizzonte,
    voglio vederlo con i miei occhi,
    sentite gli ultimi rintocchi e
    battiti del vostro cuore.




    Era buio, forse questa è stata l'unica volta nella mia intera vita in cui ero completamente d'accordo con l'altra mia anima, un nemico comune da uccidere, distruggere, annientare.
    Non pensavo che quel codardo potesse veramente decidere di unirsi alla resistenza... poteva l'altra mia anima veramente essere in grado di uccidere qualcuno?
    Quella candida anima immacolata che piange ad ogni vittima che mieto, che trema alla vista di questi vestiti sporchi di sangue innocente?

    avrei voluto godermi la scena.



    Lui reputa questi nemici "malvagi", io penso a me stesso, voglio ucciderli perchè non mi rompano le palle!
    Guarda questi branchi di persone strane qua attorno, non vedi Zischtar, sono come te, conigli, tremolanti, paurosi.


    Ma tremavo anche io



    Ogni singola notte che passava per me era sempre più difficile non cercare di uccidere qualcuno, squartargli il ventre da vivo e sentire le sue grida disperate mentre torturo il corpo.
    Mi manca il rosso colore sangue pensavo di poter resistere, ma non è così. Voltandomi a destra ed a sinistra vedo tutta questa carne, vagante.
    I tremiti nel mio corpo aumentarono, il battito del mio cuore si fece sempre più forte.
    Le persone attorno potevano pensare che fosse paura, ma si sarebbero sbagliati di grosso, presto avrei portato ancora più caos e terrore in questo campo!

    Eccola!



    Avevo individuato la mia vittima, non potevo più aspettare oltre. spronai lentamente il mio cavallo che mi avevano donato.
    Eccolo! Era un semplice soldato a cavallo, si distingueva tra gli altri perché sembrava quasi sereno.
    Desideravo vedere la paura nei suoi occhi mentre lentamente gli avrei tagliato la gola.
    Ahaha ridevo, in modo acuto, senza potermi controllare, non che volessi farlo... avevo fatto il bravo fino a questo punto!
    Ora l'altro me mi negava anche la battaglia, al sorgere del sole sarei scomparso di nuovo!
    Non potevo permettere che tutta questa mia attesa si concludesse in questo modo.
    Ancora più divertente sarebbe stata la fine dell'altro Zischtar, mi dava sempre una soddisfazione immensa causargli questi problemi.
    Ero così vicino, ormai, ancora pochi passi e la mia sete di sangue sarebbe stata saziata!
    Scivolai dietro al suo destriero ed afferrai il mio ombrello con la lama nascosta.


    Ed ecco le prime luci dell'alba.
    L'alba con una nuova luce,
    la libertà si stagliava di fronte a noi,
    c'era solo un esercito ad impedirci di raggiungerla.




    Dove sono? Cavolo siamo già arrivati qui! Laggiù dev'esserci l'esercito nemico suppongo.
    Ogni volta era come risvegliarsi da un sonno profondo. Mi salì il panico, guardai subito i miei vestiti... No, niente sangue! Non riesco a comprendere come mai non ci siano ancora state vittime, assassinii. Ogni notte pensavo di ritrovarmi di nuovo sulla strada di Undarm ed invece ora sono ancora qua! Pronto a combattere per questa causa. Forse aveva scoperto che ci sarebbe stata questa battaglia?

    Forse l'altro me bramava così tanto la distruzione



    da voler restare per vedere da sè tutti i caduti!
    Una donna incitò la folla alla battaglia! Poche parole prima del massacro che si stava per compiere! Sarei stato veramente in grado di combattere? Ora più che mai ne dubitavo, mi mancava la forza e la determinazione. Non sarei mai stato in grado di uccidere una persona forse.

    Fatti da parte pivello



    oggi non è il tuo giorno.
    Un'ondata di terrore si sparse di nuovo attorno, come un'aura persistente che mi circondava.
    L'anima malvagia era rimasta assopita per troppo tempo, nonostante stesse sorgendo il sole la sua presenza dentro di me si faceva sempre più forte e credo che per la prima volta in tutta la mia vita non mi opposi...

    Andiamo ad uccidere qualcuno! Ahahah





    [Tabella combattimento]


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    M ana 100/100

    S a l u t e 100/100

    RiAsSuNto PoSt


    Si prepara per la battaglia.







    ghgh1nc

    ghgh1nc

    ghgh1nc


    Verde pensato da parte del buono
    Blu pensato da parte del malvagio
    Rosso parlato

    CITAZIONE
    Passive
    Water Essence!
    Riassunto: Genera dell'acqua potabile

    Fear!
    Riassunto: causa terrore nella gente.


    Water controll!
    Riassunto: controllo di 100 litri d'acqua, creazione armi.


    Edited by Zis. - 8/5/2013, 12:02
     
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    Battesimo di Fuoco




    Immobile sul mio destriero, proseguivo con la marcia fino al punto che avrebbe dato inizio all’evento epico. Silente e ben concentrato, rimembravo tutti gli avvenimenti che erano accaduti fino a quel momento, nel pensiero di aver completato la mia scuola d’abitante d’Endlos. L’accampamento lentamente spariva nel ritroso orizzonte, lasciando che la foschia inghiottisse le statiche tende che ci avevano offerto riparo nella notte precedente. Un silenzio innaturale si percepiva: mutismo di pensieri ad attanagliare e far immergere in un evento dove molti avrebbero dato il loro contributo, ma dove altri avrebbero in quei frangenti successivi alla staticità, lasciato il loro ricordo nell’estinzione di un sacrificio e di un’idea ramificata per un proprio e nobile credo.
    Ognuno di quei multipli individui aveva una propria storia, un personale passato che si era congiunto come le foci ramificate che creano nella loro fusione un imponente fiume, nell’attività unita di mostrarsi inarrestabile. Così noi tutti, uniti chi per un motivo, chi per un altro, eravamo ora pronti al medesimo scopo nel brandire le nostre armi e scatenare i personali talenti. Di battaglie né avevo combattuto e anche di sanguinarie, ma mai facendo parte di un esercito ed essendo un semplice ingranaggio di un intero meccanismo. Osservando la moltitudine vedevo sguardi d’ogni genere, che faceva percepire le più disparate sensazioni: chi paura, chi eccitazione, chi rabbia e chi tranquillità. Era un connubio, un connubio d’anime e sentimenti che ne simboleggiavano la caratteristica della razza umana nella sua emotività contrastante. Forse tale silenzio nell’attesa, era il motivo delle più diverse reazioni; in uno schema mentale che portava automaticamente i soldati ad immaginare gli eventi successivi secondo un loro copione già scritto da quella conseguente emotività che rendeva tanto umani: e per quanto riguardava me?

    Io ero li, a essere uno dei tanti, a essermi presentato per difendere un’idea e dare un contributo alla mia razza di fratelli. Un pirata? Un uomo di mare che si trovava ora a compiere una battaglia sulla terra ferma, nell’intento di offrire il suo contributo per l’ideale di convivenza e libertà che doveva sempre essere un diritto sacrosanto e mai un privilegio. Il mio cuore sembrava un tamburo, nel battere incessantemente e con frenetica azione violenta nel sentire la percezione emotiva a rendermi simile al resto dell’ambiente e provocarmi nervosismo: paura?
    Semplicemente pensieroso nel vedere tante facce come libri aperti, nell’essere condizionato dai loro sguardi e meditare che molta di quella gente sarebbe morta sacrificandosi per un’idea di giustizia. Forse quel pensiero mi provocava timore, rimuginando sulla morte di fratelli che non potevo proteggere, ma che avrei contribuito solo ad affiancare nella battaglia rendendomi utile nel mio talento. Lentamente la notte lasciava spazio al primo albeggiare. I raggi di un sole nascente bagnare i visi di noi tutti e illuminare le nostre figure prima celate dal buio di preparazione a quegli istanti di moto che ora avrebbero fatto seguito alla momentanea immobilità nell’ascoltare le parole di quel comandante per di più donna.

    ° Per la libertà °

    La dama mostrava coraggio rispetto a molti uomini che valevano un terzo del suo carisma e fermezza d’animo: nel rincuorare le menti attanagliate e avvolte dalla paura di qualcosa più grande di molti, ma che poteva far di quella grandezza multiple leggende di nomi specifici.
    Le sue parole ben scandite e ponderate in forte motivazione, mostravano quanto era una personalità essenziale per questa battaglia: rendendo tale discorso al pari di una scintilla per appiccare l’incendio d’indomita passione nei cuori dei più confusi. Nel mentre il suo discorso andava a concludersi, si poteva osservare nel punto opposto alle nostre schiere, gli armamenti avversari delle truppe nemiche, aspettare al pari nostro il segnale per caricare e lasciare spazio alla morte e al sangue di una terra prossima ad essere bruciata. E nuovamente il pensiero di libertà invase il mio riflettere qualche attimo prima che la dama avrebbe dato segno a noi tutti di dare vita all’azione, e al conseguente sfogo di riottosità per un atto eroico.



    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 7/5/2013, 19:27
     
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    Per la prima volta si chiedeva cosa la spingesse a cacciarsi ogni volta in quelle situazioni e per la prima volta iniziava a pensare che fosse follia. Sapeva bene a quali pericoli stessero andando incontro e non avrebbe biasimato nessuno se non si fosse tirato indietro, anzi in cuor suo avrebbe trovato la scelta logica, eppure ci si era buttata a capofitto! Il bello era che se le avessero dato la possibilità di scegliere un'altra volta avrebbe preso, pur avendo il "senno" di poi, la stessa decisione!
    Si, insomma, sospettava fortemente che si trattasse di pazzia visto che sapeva a cosa andava incontro, anche perché si era già trovata in circostanze pericolose. Però, lo fosse stata o meno, in un certo senso era contenta di avercela; non sapeva come spiegarlo, ma si sentiva più viva da quando aveva imparato ad ascoltare la rabbia che sentiva ogni volta che capitavano simili cose. Era una cosa che aveva imparato a fare su Endlos, dove aveva sviluppato anche la convinzione che bene o male sarebbe uscita viva da tutti i pasticci in cui si cacciava. Un piccolo delirio di onnipotenza a cui, sebbene razionalmente sapesse essere infondato, si era sempre aggrappata.
    Si, perché nonostante la sua indole anche lei aveva paura in quelle situazioni, forse persino più degli altri, anche se ormai conosceva talmente bene quell'emozione da poterla controllare e far si che non le annebbiasse la mente. Almeno durante la marcia non era stata presa dai suoi soliti complessi di inferiorità, che l'avrebbero, come minimo, portata a schierarsi nel gruppo nell'avanguardia, ma era rimasta in quello subito dopo, poco distante da Beesech e affiancata dall'ancella.
    Non vedeva quasi niente nell'oscurità della notte e se non aveva ancora travolto qualcuno lo doveva al proprio cavallo, che evidentemente riusciva a scrutare meglio nelle tenebre. Ciò però non impediva che le arrivasse in faccia ogni ramo sul suo percorso. Infatti la fanciulla stava proprio ai margini della colonna e non era rado incontrare alberi i cui rami invadevano la strada. Nessuno si era mai curato del problema: erano abbastanza alti che non avrebbero rappresentato un problema alla maggior parte dei passanti, ma essendo Sarah a cavallo raggiungeva invece quell'altezza. Quindi dopo qualche centinaio di "sberle" la principessa si ritrovò così tante foglie tra i capelli, che pareva volersi camuffare da cespuglio. Ci fosse stata un'altra cortigiana ad accompagnarla, probabilmente si sarebbe messa a ridere alla vista di un simile spettacolo.
    Finalmente il sole si decise a sorgere (ovviamente quando ormai la fanciulla si era lasciata tutti gli arbusti alle spalle) e permise di scorgere uno spettacolo inquietante: L'esercito di Sequerus li attendeva al di là del ponte, imponente e minaccioso. Si, sarebbe stata una vera e propria battaglia campale, la prima a cui avrebbe partecipato.
    " Rachel, se desideri andartene sei ancora in tempo per farlo."
    Anche se sapeva cosa fosse, non era giusto coinvolgerla in qualcosa di simile se non se non era lei a volerne prendere parte.

    L'ancella non disse nulla, non sapendo bene come avrebbe dovuto interpretare quella frase. Quando aveva iniziato quel viaggio era partita con una convinzione che aveva iniziato a vacillare mano a mano che le cose andavano avanti. Credeva che Sarah fosse la padrona da cui si sarebbe dovuta ribellare, ma si stava comportando in maniera diversa da come si sarebbe aspettata e ora che ci pensava era Ise quella che le aveva dato un ordine a cui non avrebbe potuto sottrarsi. Oh, ma quella non era che una delle mille incongruenze che stavano saltando fuori: prima che si recasse su Endlos l'aveva vista esercitarsi in molte cose che si addicevano a una dolce damigella aliena alla sofferenza, ora invece stava proprio per prendere parte a una terribile battaglia!
    E oltre a tutto ciò si aggiungeva un altro dilemma: che ci faceva lei lì? Sarah forse aveva delle motivazioni per combattere, ma lei invece? Non conosceva praticamente nulla di quella terra e stava per partecipare ad uno scontro che sarebbe pure iniziato con uno svantaggio tattico! Beh, a dire il vero, anche se avesse dovuto combattere per Einheit; in fondo non sentiva ancora nessun legame con il luogo e le persone assieme ai quali era nata. Già, forse non aveva ancora qualcosa a cui teneva e che voleva proteggere e adesso che ci pensava si sentiva un po' incompleta per questo. Insomma le sarebbe piaciuto, ma non aveva idea di come fare, né con chi potesse condividere tale progetto, evidentemente doveva trattarsi di una cosa che andava costruita con pazienza e perseveranza, forse assieme a qualcuno.

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    Tuttavia forse una piccola ragione per combattere ce l'aveva anche lei: forse sarebbe stato proprio durante la il combattimento che avrebbe trovato le sue prime risposte, che avrebbe potuto capire se aveva a fianco una nemica o qualcuno di cui non era mai stata prigioniera e che avrebbe persino potuto far parte di qualcosa a cui un domani avrebbe tenuto. Si, la battaglia sarebbe rischiosa, tuttavia sapeva che se non vi avesse partecipato avrebbe perso un'occasione per capire molto.
    Status psichico: Preoccupata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 110%
    Equipaggiamento: La punta d'Argento (spada)
    Passive in uso:

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.

    La perseveranza di una principessa: Nelle fiabe classiche questa caratteristica non è certo comune in questi personaggi, invece lo è maggiormente in quelle moderne, in cui il ruolo di queste ragazze non si limita a quello di "bella damigella in pericolo".
    Sarah si avvicina di più al secondo caso, ma non persevera solo nel perseguire un particolare progetto o nel rispettare ciò in cui crede, ma in quasi in tutto ciò che fa. È una fanciulla parecchio testarda. Qualcuno afferma, spesso per scherzo, che questo genere di persone (talvolta perseveranti al limite dell'esasperazione), sia in grado di abbattere un muro a suon di sbatterci addosso, se si impuntano di dover passare per forza di lì.
    Tralasciando però tutto lo spreco di tempo ed energie che questo atteggiamento, chi è perseverante spesso riesce dove altri falliscono, per il semplice fatto di essere andato avanti, quando il resto si è già arreso. A volte è questione di provare e riprovare e di imparare a conservare le energie per farlo, ad aver tenuto da parte quel poco che serve per compiere quell'ultimo tratto, che gli altri non hanno potuto percorrere perché sfiniti o perché hanno abbandonato prima.
    Proprio facendo così; andando testardamente avanti, conservando sempre un po' di forze da usare alla fine e cercando di attingerne comunque un po' quando sembrava esserne a corto, Sarah ha fatto aumentare l'energia magica a sua disposizione (quasi l'avesse "allenata"). Permettendole così di andare avanti ancora di più, avendo a disposizione maggiori risorse.
    In termini di gioco, questa passiva fa si che la ragazza abbia il 110% di energia all'inizio di ogni scena, si tratti di quest, duelli o altro.




    Pet/Famigli in uso ----> Rachel
    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se fino a due di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potranno aiutarla in svariati modi, usando abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere. Tuttavia nel caso di un duello con un personaggio giocante (e non png) solo una sarà in grado di battersi, mentre l'altra dovrà necessariamente farsi da parte, dato che non conoscerà le arti del combattimento. Nelle quest e negli altri tipi di scene, potranno invece essere entrambe combattenti.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Condizioni fisiche: Ottimali, lieve fastidio al fianco
    Equipaggiamento:
    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Silenzio e foschia avvolgevano la marcia dell'esercito ribelle.

    Un flusso di carri, cavalli e soldati. Per lo più uomini, ma non solo umani.
    Tra quelle fila ordinate si muoveva un Demone. Una creatura di stirpe antica, manto rossiccio e occhi ferini di oro liquido. Sue erano la fierezza e la scaltrezza della Volpe, nonché l'aspetto. Le narici, sempre attive, ne amplificavano l'odorato facendogli esplorare gli effluvi di coloro che lo circondavano. L'olezzo familiare dei cavalli, la terra umida del primo mattino e l'aria fresca. Ed in fondo, ovattato quasi nascosto dietro un disagio, aleggiava un odore ben riconoscibile.

    La paura.

    Di chi era consapevole che non sarebbe tornato e di chi sapeva che non ce l'avrebbe fatta in ogni caso. Di chi era disposto a dare la vita per quella causa e di chi forse si pentiva della scelta fatta.

    Nessuno era da biasimare. Gli orrori della guerra risvegliano timori sepolti. In pochi riescono a subirne la brutalità senza esserne sommersi.
    Ovviamente il Demone di battaglie ne aveva combattute molte nel secolo scorso.

    La sua era una tribù guerriera, sebbene non fosse un popolo belligerante.

    Suo era anche il portamento di un samurai.
    Come testimoniavano le sue compagne di avventure, la katana e il bokken. La prima affilata, lucente e fatale; il secondo dono mistico della foresta di Fanedell.
    Elegante nel suo kimono nero, nonostante le macchie di sangue sciacquate in maniera grossolana, e nel suo candido haori bianco.

    Reliquia quest'ultimo di un evento del suo passato, ed emblema di ciò che un giorno sarebbe stato.

    La battaglia era vicina.
    Avevano oltrepassato i confini di Sequerus e presto avrebbero incontrato le forze nemiche. Il braccio armato degli oppressori, di coloro che disprezzavano i “diversi”. Quale stupidità era ancora annidata nell'Occidente di Endlos. Purtroppo l'unico rimedio rimasto per sanare le ferite sanguinanti e purulente dell'Ovest era quello di versare altro sangue. Di colpevoli ed innocenti. Oramai non c'era altra via per la riconquista e per la liberazione.

    Mugen Fudo era là per questo.

    Artiglio, zanna e lama -le sue armi- erano pronte.
    Per vendicare i torti subiti da lui e dalle altre vittime dell'oppressione.

    Lui che come tanti era un diverso.



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 100%

    Tecniche utilizzate://

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.
     
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    black s c o r p i o

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    Ogni battaglia recava con sé un momento di stasi.
    La ‘quiete prima della tempesta’ la chiamavano e non poteva dar certo torto a tutti colori che definivano quel momento di quiete come l’anticamera dell’inferno. Aveva combattuto molte volte e per quanto il coraggio di battersi non gli era mai venuto meno, la paura era sempre lì come una fedele compagna a ricordargli quanto in realtà fosse fragile e debole nei confronti della morte.
    Guardava gli altri soldati con un misero sorriso stampato sul volto: quanti di loro avevano già combattuto? Quanti aveva perso compagni, amici, fratelli come era successo a lui? Da quando era giunto su Endlos aveva imparato a farsi tutte quelle domande, mentre prima era soltanto un imbecille belligerante, tanto da pregare gli dei che si scatenasse un conflitto per mettere in mostra i propri poteri.
    Il proprio valore, ma in realtà dimostra solo di essere uno folle.
    Come Scorpione Nero aveva imparato ad amare la guerra ed a farsi beffe dei propri avversari, mostrando rispetto soltanto contro coloro che fossero davvero forti e capaci di sopportare l’immenso potere che i membri della congrega erano riusciti a sviluppare dopo anni ed anni di duri addestramenti. Come Scorpione Nero era un privilegiato, aveva tutto: donne, danaro e potere; il tutto per far crepare delle persone.
    La guerra non era l’unico ambito d’interesse dell’ordine: erano anche mercenari assassini.
    Di quanti crimini si era macchiato Amon per il bene del Faraone? Del sangue di quanti uomini erano lorde le sue mani? Ma ora era tutto diverso: combattere aveva un senso, un significato differente che non fosse quello di favorire le mire espansionistiche di un regnante o di un dittatore.
    Ora combatteva per la libertà. Sua e di tutti gli abitanti dell’Ovest.

    «Sono cambiate molte cose da quando sono entrato nel ‘Cammino degli Dei’ insieme a voi, padre-», si disse facendo riferimento al Faraone, il suo vero genitore, «-non sono più il guitto sanguinario di un tempo e non eseguo ciecamente degli ordini che possano ledere il mio spirito: io stesso ho scelto di servire di mia spontanea volontà Shui Yoe Tu e non ho alcun rimpianto.»

    Per l’occasione era stata data loro una cavalcatura.
    Ah, quanti ricordi: anche quando era un ‘semplice’ Scorpione Nero aveva una propria cavalcatura, tanto che sembrava essere tornato indietro di qualche tempo, quando ancora si trovava in Egitto. Aveva assunto una posizione orgogliosa, con il busto ben dritto e mantenendo le redini con una sola mano, la sinistra, mentre la destra era poggiata sulla gamba medesima.
    I capelli erano stati raccolti, per l’occasione, in una piccola coda in modo che non potessero essere d’intralcio in battaglia, lasciando così intravedere il suo bel viso; quanto al resto del corpo aveva deciso di combattere così come era abituato a farlo in Egitto: mezzo nudo, per evitare che gli abiti potessero in qualche modo intralciarlo durante i combattimenti. Di tanto in tanto si guardava intorno, per saggiare il morale degli uomini con i quali avrebbe combattuto fianco a fianco.
    L’atmosfera non era delle migliori, ma d’altronde si trattava pur sempre di una guerra e molti di loro forse stavano pregando gli dei affinché intercedessero per la loro vita; Amon non aveva mai fatto in questo modo: vivere o morire era l’unica legge conosciuta da lui sul campo, senza nessuna pietà.
    Ma era cambiato da allora: ora un po’ temeva per la sua vita, perché se fosse morto non avrebbe potuto adempiere alla propria promessa di aiutare e proteggere la sua signora. D’altronde era lì anche e soprattutto per lei: non aveva ancora digerito l’affronto del Laccio Nero nei confronti della sua signora e di Kijani Fahari, pertanto l’avrebbe fatta pagare cara a quei bell’imbusti.

    «Me la pagheranno cara per ciò che hanno osato fare a Yoe-», si disse ancora mostrandosi in qualche modo contrariato da quanto stava pensando, «-me la pagheranno cara quei bastardi.»

    Sarebbero riusciti a vincere quello scontro?
    Chi poteva dirlo con certezza: Amon e gli altri avevano assistito con orrore alle macchine inviate dagli invasori e dai guerrieri che vi facevano parte; Mugen per primo aveva avuto la sfortuna di trovarsi invischiato in un combattimento contro esseri che di umano avevano ben poco, se non il proprio aspetto fisico, dotati com’erano di poteri sovrannaturali, ben al di là dei poteri che lo stesso Amon aveva.
    Vi erano poi le macchine infernali sputafuoco, deleterie anch’esse, anche se Namas, il Principe, era riuscito a distruggerne una con un solo pugno: colpirle nel punto giusto avrebbe portato a distruggerle una per una senza conseguenze per gli altri uomini e poi i guerrieri che erano lì presenti non erano un granché.
    La Rossa, dotata anch’essa di poteri fuori dalla norma, era riuscita ad abbatterli con le loro stesse ombre e se non fosse stato per il suo intervento fulmineo non sarebbe riuscito a sopravvivere, avendo rischiato d’essere colpito e trivellato dal ferro dei loro colpi.
    Il mondo ed il tempo da cui veniva Amon non avevano dato modo all’egiziano di poter vedere quelle armi prima di quel momento, quindi la cosa l’aveva lasciato abbastanza scettico e basito in un primo momento, ma non era la prima stranezza a cui aveva assistito quindi non poteva fare altro che prenderne atto ed adottare le dovute contromisure in modo da non farsi trovare impreparato.
    Se solo avesse avuto l’’armatura’ che indossava quando ancora era uno Scorpione Nero sarebbe stato tutto molto diverso, ma evidentemente doveva essere andata perduta nel viaggio che lo aveva condotto su Endlos, quindi non poteva recriminare sul passato: avrebbe combattuto con ciò che aveva.
    Dopotutto spada e pugnale non l’avevano mai abbandonato,
    neanche in quella occasione.

    «All’alba potrò scatenare la mia furia…», si disse ancora.

    Già, la sua furia: in battaglia lo era, senza alcuna ombra di dubbio.
    Per la sua frenesia era temuto persino dai suoi stessi compagni, come se in combattimento – quello vero, quello che sapeva di guerra – entrasse in una specie di trance in cui il suo essere veniva soppresso per far posto ad un vero e proprio demonio incapace di provare compassione. In quello stato era fortemente irascibile ed incapace di essere controllato in alcun modo finché la frenesia del sangue non avesse concluso il suo impietoso corso. Doveva questo al lavaggio del cervello impostogli in sede di addestramento, per sopprimere la propria personalità e far posto a quella del guerriero perfetto.
    Aveva rigettato quel suo lato caratteriale e in Kijani Fahari, con l’aiuto di Yoe, vi era anche riuscito ma nel combattere contro quelli del Laccio Nero qualcosa si era risvegliato in lui come se il suo personalissimo demone si fosse risvegliato, pronto a combattere quella guerra anch’esso. Con le sue regole.
    Si era già risvegliato nella battaglia precedente, portandolo quasi ad uccidere (di nuovo) a sangue freddo i propri avversari che gli avevano voltato le spalle.
    Scosse la testa, allontanando il ricordo.

    «Non sono più quello di un tempo: essere uno Scorpione Nero non significa uccidere a sangue freddo, ma proteggere.», si disse ancora una volta cercando di riprendere in mano la situazione, «Ed io proteggerò chiunque abbia bisogno del mio aiuto: farò il possibile per proteggere la libertà.»

    Si guardò ancora una volta intorno.

    «Noi siamo liberi: la vita è nostra!»

    […]

    Il sole cominciava a sorgere e la fatidica ora si avvicinava.
    Il cuore aveva cominciato a battergli con un ritmo più accelerato, ma non si trattava di paura – non solo quella – ma dell’adrenalina che aveva cominciato a fluire nelle vene. Senza neanche essersene reso conto stava sorridendo, come se non vedesse l’ora che si scatenasse l’inferno.
    In realtà non era idiozia o stupidità, quanto più un sentimento che per un bel po’ aveva messo da parte da quando era giunto su Endlos: la voglia di mettersi alla prova e dimostrare a sé stesso quanto poteva essere forte con le giuste motivazioni. Ora aveva una motivazione nobile da perseguire: sarebbe riuscito a sopravvivere? Sarebbe riuscito a vincere?
    Non poteva rispondersi a quella domanda se non buttandosi nella mischia e menando fendenti a destra ed a manca, facendo ciò che sapeva fare meglio: uccidere. Non lo faceva con piacere, almeno non come lo faceva qualche tempo prima quando ancora era in Egitto, ma ciò era inevitabile. Se fosse stato uno scontro uno contro uno avrebbe dato la possibilità di resa al proprio avversario, ma in quel contingente non sarebbe riuscito a farlo. La legge, d’altronde, era sempre quella: vivere o morire.
    E lui voleva vivere per la libertà, quella che aveva conquistato dopo anni di schiavismo all’interno di una prigione dorata, dove non gli mancava niente. Eppure gli mancava tutto.
    Ora lo sapeva con assoluta certezza.
    Quella non era vita.

    ”, si morsicchiò il labbro inferiore destro nel guardare davanti a sé.

    Fino a quel momento non se ne era potuto accorgere.
    Certo, avrebbe potuto far ricorso ai suoi occhi, ma non aveva voluto sprecare energie preziose per un qualcosa che prima o poi si sarebbe palesato dinanzi ai loro occhi. Ed ora potevano ammirare le linee nemiche al di là del ponte sospeso: quello sì che era uno svantaggio tattico.
    Rimanere fermi dov’erano sarebbe stato un folle suicidio, in quanto sapeva che erano dotati di armi ed attrezzature in grado di colpire a distanza, con una potenza ben più superiore alla potenza di fuoco di arco e frecce, quindi dovevano per forza avanzare e buttarsi tra le braccia dei nemici.
    Giunse così anche il segnale d’arresto per la carovana, tanto che Amon decise di scendere dalla sua cavalcatura pensando che fosse arrivato il momento di battersi: non era abituato a combattere a cavallo, così decise di lasciarlo in modo che non venisse coinvolto suo malgrado nel conflitto.
    Lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise: forse almeno lui si sarebbe salvato. Quanto a loro avrebbero dovuto attraversare forzosamente quel ponte per poter raggiungere la ‘riva’ opposto e dare così fuoco alle polveri e tutti sapevano bene che quello era un passaggio obbligato, non essendoci altre vie.
    La saggia Odayaka li aveva fermati prima e l’intento risultò ben chiaro agli occhi dello scorpione: aveva intenzione di caricarli prima della battaglia, come ogni buon capo sapeva fare.
    Il momento era giunto: avrebbero combattuto!

    Ben fatto-”, sussurrò, “-ora tocca noi.

    Sguainò la spada con la mano destra, lasciando però ancora il pugnale nel fodero.
    Chiuse gli occhi e vi convogliò il ‘Respiro Divino’, in modo da risvegliare la sua abilità oculare e rendersi così operativo per l’inizio del conflitto: l’’Occhio di Ra’.



    I suoi occhi verde smeraldo si scolorirono tutti d’un colpo, assumendo una colorazione perlacea.
    Le vene tutt’intorno si gonfiarono in un istante, come se volessero in qualche modo lo sforzo cui erano stati sottoposti gli occhi: non sembrava umano in quel momento. Li aveva riaperti, cominciando a guardarsi intorno, e vedendo i flussi circolatori di ciascuno dei suoi compagni. In lontananza, concentrandosi un poco, riuscì a vedere i suoi nemici come se fossero distanti qualche passo da lui.
    Sorrise sprezzante, anche stavolta.

    «La pagheranno cara per questo affronto: sarò spietato!», pensò.

    Proprio come aveva detto Odayaka.
    Strinse ancor più saldamente la presa intorno all’elsa del khopesh ed avanzò con sicurezza, in modo da prendere il proprio posto nella formazione. Abbassò poi leggermente le gambe, in modo da essere pronto a scattare in avanti al segnale più opportuno.

    Tum-tum Tum-tum Tum-tum Tum-tum Tum-tum.

    La quiete prima della tempesta.
    Appunto.



    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 100%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e dare modo al custode dell'abilità oculare una chiara mappa anatomica del proprio avversario, per meglio mirare e dirigere le proprie tecniche d'attacco. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso.
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc. [SEMPRE ATTIVA (quando è attivata l'abilità oculare)]
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    n.a.

    n.a.

    Note a margine ~ ho deciso di procedere ad un approccio differente, più introspettivo. Mi auguro che il post sia gradito. =)
     
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    deva


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    Avanzare su un destriero non era sua abitudine, poichè nelle numerose prove che la sua stirpe chiedeva ai giovani discepoli c'era quella del Cammino Silenzioso: un unico, lungo viaggio intrapreso con la sola forza dei propri piedi, con la fatica e il dolore delle gambe. Un viaggio che durava sette giorni, senza interruzioni, in un percorso che abbracciava i Fratelli Rossi, l'intera catena montuosa attorno a Sequerus.
    L'animale si stabilizzò un paio di volte prima che Odayaka prendesse parola e riunisse a sè lo sguardo e i pensieri dei presenti: erano molti, quasi un esercito, troppi per essere ricordati per nome ma mai abbastanza da far credere a ciascuno che la vittoria fosse loro.
    Che l'obiettivo fosse caldo e brillante come la luce dell'alba,
    quella luce tonante che spezzava le danze mistiche della nebbia.

    Il brusìo della tempesta imminente serpeggiava fra le zampe dei cavalli, risalendo i loro crini e soffiando sui volti dei guerrieri: la Resistenza era variegata, un gruppo esotico di individui con storie e passati diversi, accomunati da un unico ideale ed obiettivo.
    Proteggere la propria terra,
    elevare la loro libertà.

    Namas si portò in testa a quel piccolo contingente di uomini, facendo sfiorare il bordo del ponteggio allo zoccolo scuro della sua montatura; la lucidità della sua pelle, il capello nero più della notte che s'erano lasciati alle spalle, erano tutte caratteristiche meravigliose allo sguardo e che
    -ironia della sorte- mai venivano a mancare nemmeno durante la furia della battaglia.
    Perchè il Nagavandari già sapeva, già chiedeva perdono al creato per le vite che avrebbe reciso quel giorno.
    E se l'Atharvaveda, il suo senso trascendente, recepiva l'abbacinante vista di una distesa di anime sul Picco della Guardia, pronte ad attenderli, il ritmo cardiaco del suo corpo scandiva l'inizio della marcia.


    “Vi chiedo di scordare la Vendetta!
    Vi chiedo di cancellare l'Odio!
    Oggi dovrete combattere per voi stessi, per la vostra libertà, per il vostro futuro!”


    Diede un colpo di tacco al ventre del cavallo e il nitrito del destriero fu l'unico suono a precedere la cavalcata verso l'altro lato del ponte sospeso.


    “LIBERI!”

    Status Fisico_ Ottimale
    Ohm_ 100%
    Abilità Passive_
    :: Rigveda (+50% Forza),
    :: Samaveda (Pelle resistente come pietra),
    :: Pranava (Articolazioni snodabili),
    :: Yajurveda (Doti acrobatiche),
    :: Atharvaveda (lettura a 360° dei movimenti e dei flussi d'energia),
    :: Aranyaka (individuazione influenze/assalti psionici e resistenza a malie ed influssi emotivi)

    Note_ Non ho riportato la descrizione complessiva delle passive. Se fosse necessario, posso farlo al prossimo turno.
     
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    “Vi chiedo di scordare la Vendetta! Vi chiedo di cancellare l'Odio!
    Oggi dovrete combattere per voi stessi, per la vostra libertà, per il vostro futuro!”


    Le parole del Principe Naga -vostro leader e condottiero- risuonano tra i ranghi mentre snudate le armi e vi preparate a lanciarvi alla carica verso il grande ponte di pietra e legno, mirabile lavoro di ingegneria e architettura – ora, solo l'unico punto di accesso al Picco della Guardia.

    “LIBERI!”
    proclama il Trascendente, e molti gli fanno eco

    Spronando la cavalcatura a cui è in sella, Namas si avventura per primo sulla passerella sospesa sopra quel sinistro fossato naturale -largo una trentina di metri, il cui fondo si perde nella foschia e nell'oscurità che circondano la base dei picchi- che isola i Cinque Fratelli Rossi dal resto dell'arida regione; in questo modo, sarete costretti ad imbottigliarvi insieme al grosso delle truppe che vi accompagna, ma si tratta di un malus strategico a cui con potete sottrarvi in alcun modo: purtroppo, non ci sono altre vie per Sequerus.

    L'esercito nemico vi aspetta al di là del ponte di legno e pietra, lungo trenta metri e largo appena sei, e -se ci fermate a pensarci- è quasi nauseante pensare in quanti moriranno nel tentativo di coprire quella distanza infondo così piccola...

    Dovervi ammassare su quella superficie ristretta è una situazione tutt'altro che vantaggiosa per voi: sarà difficile per quanti avvezzi a combattere sulle lunghe distanze, perché dovranno trovare un modo per avere i nemici entro la loro gittata senza esporsi; sarà pericoloso per i guerrieri in prima linea, che si troveranno tra l'incudine e il martello, e -non di meno- sarà snervante per quelli che resteranno bloccati nelle retrovie... in attesa di avanzare o di essere abbatuti come animali da mattatoio.

    Non appena il Naga e gli altri partiti alla carica con lui sconfinano il limite deii dieci metri di distanza dal posto di blocco, i soldati della Signa -concentrati sulle sei camionette parcheggiate a raggiera intorno all'uscita del ponte- aprono il fuoco con i loro fucili, e in molti -cavalli e cavalieri- cadono sotto la prima raffica di pallottole, rovinando al suolo e venendo calpestati dai compagni al seguito.

    Immediatamente, la situazione precipita nel caos: i vostri carri cercano di prender posizione sul ponte, così da offrire un minimo di copertura ai guerriei, permettere agli archibugi di contrattaccare, e fornire un punto d'appoggio ai medici da campo; la prima fila nemica abbassa le lance per accogliere la vostra avanguardia, i gemiti di dolore dei feriti accompagnano il clangore di metallo con cui armi e armature si scontrano, e poi – in mezzo a quell'inferno- ci siete voi.

    Voi, che potete fare la differenza.

    Behold the Enemy Lines

    Per mantenere globale la visione della Battaglia per il Picco della Guardia, non vi seguirò tutti quanti nel dettaglio; salve qualche episodio particolare che vi sarà descritto nei prossimi turni, mi aspetto che vi autogestiate combattendo contro frotte di PNG le cui caratteristiche vi specificherò di volta in volta: avete libertà d'azione per privilegiare la spettacolarità, potete accordarvi tra voi per generare delle combo, ma vi consiglio di non sperperare il mana già da subito.

    Per il momento, i soldati sono unità semplici munite di armi bianche: ci sono due file di samurai in armatura con katane in prima linea, seguono i picchieri con lance spianate per contrastare la carica dei cavalli, e i fucilieri fanno copertura dal loro posto rialzato. A voi massima libertà sul dove schierarvi e sul come attaccarli; ricordate -però- di non essere autoconclusivi :kisu:

    Prossima scadenza: 2 Giugno, compreso.
    Per dubbi o qualunque altra cosa, potete chiedere in Bacheca. :win:



    Edited by - Destino - - 2/7/2013, 12:26
     
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    ~ { Presidio Ovest, Picco della Guardia


    Il segnale del principe echeggiò dentro il tuo essere: fu come una frustata, forse meno violento ma comunque di grande effetto! Le energie si volse tutte verso un solo intento, mentre guardavi quel cielo nuovo con uno sguardo anch'esso rinnovato; le mani fremettero nei limiti del possibile, frattanto che alle tue spalle una coppia d'ali - fibra, erbe e nient'altro - crebbero per consegnarti al volo.

    Fosti il primo a partire. Non perché eri il più sconsiderato, né perché desideravi darti al massacro prima degli altri: pensavi che in quella battaglia le tue forze cosmiche potessero dare man forte, se usate da subito. Così eccoti volare verso il primo plotone nemico, che tuttavia superasti in volo andando a concentrarti verso coloro che possedevano i fucili.

    Ti saresti voltato brevemente: ripetevi nella tua testa tutta la strategia pianificata ore prima, con il benestare della dama Odayaka Mira; e così, certo di essere seguito, avresti fatto piombare l'oro della tua figura tra coloro ch'erano nemici tuoi e del Naga. Il tuo cosmo brillò come il Sole al primo mattino, onde irradiare in tutti coloro prossimi a te - che non fossero alleati - un misto tanto di paura quanto di rispetto. Se coloro ch'erano stati mandati avanti erano poco più che pedine, confidavi che la tua sola presenza bastasse a farli retrocedere, o scappare. Avrebbero ripensato alla loro vita, deciso cosa farne, così, magari, avrebbero perfino scelto d'evitare una fine miserrima. Non ti aspettavi che scegliessero di disertare, ma tutto poteva succedere!

    Per quanto riguardò, invece, i fucilieri, questi s'avvidero subito della tua venuta ma, qualora avessero sparato, la tua corazza avrebbe facilmente ribaltato il loro fuoco. Tu invece avresti colpito uno di loro a caso, cercando poi di fargli aprire il fuoco addosso ad un compagno. Quindi, volando rapidamente, avresti creato fra loro confusione, aumentando le possibilità che si sparassero vicendevolmente, frattanto che tu - con calci e pugni favoriti dal volo - assestavi pugni o calci nelle loro zone fragili. Favorito, com'eri, dal possedere un'armatura più dura della loro pelle o delle loro ossa.



    CITAZIONE

    STATUS

    Status Fisico: Ottimale 100%
    Ferite Riportate: Nessuna

    Condizione Mentale: Diamoci dentro!

    Mana Consumato: 0%
    Mana Residuo: 110%

    Altro: come suggerito da Mad (e deciso a priori), scelgo di affrontare i fucilieri favorito dall'armatura. Cerco di creare confusione fra tutti i soldati in generale, a maggior ragione sui fucilieri: provo a colpirli e al tempo stesso a far sì che si sparino tra loro. Il tutto senza auto-conclusività, come richiesto^^

    EQUIP

    Gold Cloth dei Pesci
    { Equip Armatura }
    Passive: Peso Leggero, Integrità
    Attive:

    Pandora's Box
    { Equip Box }
    Passive: Sacca Dimensionale
    Attive: ndr.

    It's Six o' Clock
    { Equip Orologio }
    Passive: nessuna.
    Attive: non usata.

    Dagger Rose
    { Equip Rose/Coltelli da Lancio }
    Passive: nessuna.
    Attive: non usata.

    ABILITA' PASSIVE

    Seventh Sense
    Passive: Mana +10%

    The Graceful Death
    Passive: Malie (Timore + Rispetto)

    Cosmo's Empowering
    Passive: Sfondo Cosmico

    Fly me to the Moon
    Passive: Volo

    ABILITA' ATTIVE

     
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    “Vi chiedo di scordare la Vendetta!
    Vi chiedo di cancellare l'Odio!
    Oggi dovrete combattere per voi stessi, per la vostra libertà, per il vostro futuro!”

    Parole intense quelle del Principe Naga.

    Ma poteva un Demone ferito nell'animo -feroce per natura ed istinti primordiali- dimenticare la Vendetta e l'Odio? Da quei nemici, prima che diventassero tali, aveva ricevuto odio ed era stato vittima e bersaglio di un rancore profondo ed ingiustificato. Tutto a causa della propria natura.
    Per il suo aspetto e per le sue origini demoniache.
    Poteva comprendere la paura e il timore, quelle le aveva sempre incontrate. Ma aveva sempre trattato quel tipo di umani come dei cuccioli che ancora devono crescere -almeno quelli per cui non voleva essere volutamente spaventoso- ed aprire gli occhi sul mondo.

    L'Odio che aveva ricevuto al limitare del Kijani Fahari era riuscito a scalfire il suo spirito incorruttibile, infettandolo con lo stesso malevolo germe.
    Il guerriero di nome Amon aveva riacceso il luce la scintilla di una rinnovata fiducia nell'umanità. Scintilla alimentata dalle inaspettate cure della fanciulla dell'Est.

    Eppure rischiava di diventare della stessa sostanza dei suoi nemici, se non peggio.
    L'Odio di un Demone Volpe si tinge di tinte ben più oscure di quello che può provare e manifestare un essere umano.

    Doveva fare quanto in suo potere per combattere quei nemici con un cuore diverso.
    Saldo negli ideali e non corrotto dall'odio e della vendetta.
    Era difficile, ma doveva sforzarsi di piegare i suoi istinti. Di piegare la rabbia e il furore per il conseguimento di un obiettivo più grande e nobile, sebbene fondato sul sangue e sulla morte.

    Non doveva combattere per la Vendetta.
    Non doveva odiare il nemico.

    Nonostante la calma apparente...
    (Quiete prima della tempesta)
    … la Rabbia e il Furore di cui era colmo dovevano diventare uno strumento per la conquista di un fine. Non doveva agire solamente per assetarle e acquietarle nella loro piena e sconsiderata espressione.

    “LIBERI!”

    Doveva combattere... per la libertà.
    Di tutti.

    Così partirono all'assalto del ponte.

    Sulla scia del Cavaliere d'Oro Mugen Fudo fu il secondo ad alzarsi in volo, abbandonando la cavalcatura e fluttuando oltre i compagni ed oltre gli avversari.
    Come era già stato stabilito lui e il Cavaliere avrebbero cercato di favorire l'avanzata del fronte ribelle cercando di seminare il caos tra le seconde fila degli avversari.

    Superata la fila dei samurai sarebbe scivolato tra i ranghi dei picchieri armati di lance – sul lato destro - e lì la Volpe avrebbe cominciato la sua Caccia.

    Con artiglio e spada avrebbe tempestato di colpi i primi lancieri, favorito dal fatto che le loro armi lunghe rendevano scomodo il combattimento da mischia.

    "GRRRAAAUUUGH!"

    Ringhiando – e perché no azzannando- avrebbe seminato il panico in quei ranghi e rapido si sarebbe divincolato fluttuando e portato al lato opposto della fila di picchieri, a cui avrebbe riservato lo stesso trattamento.

    Doveva esser chiaro fin da subito.
    Un Demone Volpe era sceso in guerra.



    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: deciso
    Energie: 100%

    Note: Volando cerco di raggiungere e scivolare tra i picchieri sul lato destro del loro schieramento.
    Cerco di menare qualche colpo e poi cerco di fare la stessa cosa sul lato sinistro :flwr:

    Tecniche utilizzate://

    Passive:

    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]


    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]


    Equip:

    ~Lama di una Volpe guerriera:
    Mugen è sempre accompagnato dalla sua spada. Realizzata in acciaio itemprato, si tratta di un arma di ottima fattura. La lama raggiunge i 120 cm di lunghezza, perfetta e bilanciata. Ha uno spessore di 1.7 cm nella sezione centrale. La lama si assottiglia sempre più verso i bordi, creando un doppio filo estremamente tagliente di appena un mm ed una terribile punta acuminata. E' dotata di guardia sempre in acciaio da 15 cm, e di un elsa di 25 cm, che permette un’impugnatura comoda e salda. L’intero oggetto ha una colorazione grigiastra. La spada è stata bene studiata per quanto riguarda il peso, che non supera i due chilogrammi. Normalmente riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la volpe tiene al fianco sinistro. Uno strumento valido e funzionale.


    ~Bokken di Fanedell
    Non con il solo acciaio combatte il samurai e benché il Demone Volpe abbia con sé delle vere e proprie armi naturali, Fanedell gli ha fornito ciò che accompagna tradizionalmente l’addestramento dei samurai e anche alcune delle battaglie successive al completamento della sua formazione: una spada di legno dalla forma e dalle dimensioni di quella delle armi più tipicamente usate dai samurai. Tuttavia questo non è un mero pezzo di legno, per quanto pregiato, ma ha altresì una proprietà particolare: se impugnato e con la previa spesa di un quantitativo Variabile di energia, l’arma può allungarsi di altri tre, cinque, sette o dieci metri, risultando così utile in svariate situazioni, anche non prettamente combattive.
     
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    La voce del loro leader non si fece attendere molto.
    Ognuno di loro, in quegli attimi di interminabile silenzio, si era preparato a suo modo: lui aveva cominciato ad isolarsi dal mondo, per entrare nella cosiddetta ‘modalità da battaglia’, la medesima stasi in cui si catapultava in ogni singola battaglia importante. E quella lo era eccome.
    Senza neanche accorgersene un sorriso era comparso sul suo volto, come se quella battaglia lo rendesse lieto in qualche modo, ma in realtà si trattava di un mero riflesso in ricordo delle mille e più battaglia combattute sotto l’egida dello Scorpione Nero. Per quanto il suo cuore battesse forte e facesse presagire che fosse teso, in realtà in quel momento era calmo. Ogni preoccupazione, in quell’istante, sembrava essere svanita per lasciar modo al giovane guerriero di concentrarsi al meglio.
    Non poteva permettersi distrazioni in quella battaglia, perché ne sarebbe andato della sua vita e di quella dei suoi compagni, come aveva sempre fatto d’altronde. La sua abilità oculare, d’altronde, nasceva proprio per quella motivazione: essere d’aiuto, in qualche modo, nelle strategie di combattimento.
    Eppure in passato non era solito partecipare alle battaglie con questo spirito, almeno per quanto riguardava la parte dello sfruttamento della sua arte oculare per le strategie; era solito infatti buttarsi a capofitto nelle battaglie senza un minimo di raziocinio, facendo affidamento sulla sua forza e cercando di sfruttare quell’abilità per non rimetterci la pelle e magari aiutare coloro che si trovavano nelle dirette vicinanze. Infatti, come aveva avuto modo di spiegare anche ai suoi nuovi compagni, i suoi occhi avevano una vista ampia, ma potenzialmente limitata quindi per poter essere veramente utile doveva avvicinarsi quanto più possibile ai propri bersagli, per poter dare informazioni importanti.
    Per quel conflitto aveva deciso di mettere da parte il proprio orgoglio e di sfruttare quell’abilità in modo veramente utile alla causa, conciliando in qualche modo le vecchie abitudini e cercando di mietere il maggior numero di vittime possibili. D’altronde lui era nato per questo.

    ”, un battito di ciglia e riaprì gli occhi proprio per ascoltare il principe.
    Sorrise brevemente. Giusto un accenno, nulla di più.

    Anche se di poche parole, doveva ammettere che ci sapeva fare.
    Era un leader carismatico, capace di trascinare le folle a suo modo e di invogliare alla battaglia chiunque lo circondasse e così era anche per Amon, che si sentì maggiormente rinvigorito da quelle parole. Prima Odayaka e poi il principe: aveva già ben saldo nella mente il suo obiettivo, ma le parole di entrambi rinsaldarono le sue convinzioni, permettendogli di entrare meglio nell’ottica della battaglia. Doveva combattere per la sua libertà e per quella di tutti gli altri abitanti dell’Ovest. Aveva inseguito quella chimera da troppo tempo per poter tornare ad una condizione di schiavitù e ci avrebbe rimesso la vita pur di vivere liberamente, come qualsiasi altro essere vivente.
    Alzò la spada al cielo, dopo quelle parole, e si lasciò trascinare dalla folla che velocemente si cominciava ad incanalare su quel ponte, per raggiungere l’altra sponda e dar battaglia ai propri avversari.

    Stammi attaccato Hiei-”, disse facendo riferimento all’arciere che si trovava proprio vicino a lui, “-proprio come abbiamo concordato prima di venire qui: io ti apro la strada e ti copro le spalle.



    Tu fai quello che sai fare meglio.”, gli disse ancora strizzandogli l’occhio.
    Lui, d’altronde, avrebbe fatto lo stesso.

    […]

    Loro la strategia l’avevano concordata all’accampamento.
    Era un qualcosa di semplice, nell’idea, ma di nettamente efficace ed ogni azione era basato sulle abilità di ciascuno: alla fine non era stato poi così deleterio svelare le proprie carte. A lui era toccata una parte importante, poiché aveva il compito di scovare in mezzo al marasma che si sarebbe venuto a creare i capi, al fine di convogliare ed indirizzare meglio i propri attacchi e sventare così la minaccia nemica.
    Attaccare i ‘capi’ avrebbe ridotto il morale degli uomini che così si sarebbero trovati spauriti e privi di una solida guida sul campo di battaglia. Forse, in questo modo, avrebbero evitato di falciare vite innocenti e avrebbero provato così a ridurre anche le proprie perdite.
    Di suo, non avrebbe dovuto fare altro se non buttarsi in mezzo alla mischia – come se poi fosse davvero poco – e falcidiare quante più vite avesse potuto con la propria spada per farsi spazio ed avvicinarsi sempre di più ai ‘capi’ nemici per individuarli e smascherarli agli occhi dei suoi compagni.
    Come appoggio aveva Hiei, un arciere (in particolare) dalle doti oltremodo particolari a cui avrebbe cercato di coprire le spalle, per far sì che con le sue frecce potesse adempiere al suo ruolo.
    Un guerriero da mischia ed uno dalla distanza.
    Cosa poteva esserci di meglio?

    […]

    Non si curò di Hiei, sapeva che non l’avrebbe lasciato andare da solo.
    Quella era la sua prima, vera guerra: aveva partecipato al conflitto in Kijani Fahari, ma lì avevano combattuto singolarmente e non aveva problemi di ‘spazio’, ma in quella situazione doveva fare la dovuta attenzione a non finire schiacciato dalla corsa di tutti quegli uomini.
    Al di là del ponte vi erano dei guerrieri che indossavano le medesime armature che aveva già visto, dalla strana foggia, ma che coprivano per intero i loro corpi, ma sperava di riuscire a superare quelle corazze con la sua mera forza bruta. D’altronde la sua non era una forza che rientrava nell’ordinario.
    La strategia aveva già avuto inizio, in quanto Mozart e Mugen erano già partiti all’attacco, con la loro offensiva ed ora toccava a loro due – Amon ed Hiei – fare la loro parte, sperando che i primi due riuscissero nel loro intento di bloccare il fuoco nemico.

    «»

    Svuotò la mente e una volta attraversato il ponte, cominciò a menare i propri colpi.
    Un primo fendente da sinistra verso destra, provando ad aprirsi la strada e buttarsi nel mezzo della mischia che già aveva mietuto le prime vittime. Questa volta era stato fortunato a non trovarsi in prima linea, visto che quei maledetti avevano delle armi ben più temibili degli archi e delle frecce.
    Contro quelle non aveva mai avuto grossi problemi, ma contro quelle armi infernali non avrebbe potuto fare granché se non soccombere, proprio come avevano fatto altri guerrieri di fronte a lui. Sperava vivamente che Mozart e Mugen riuscissero nel loro intento, perché così lui avrebbe potuto continuare imperterrito a menare fendenti su qualsivoglia guerriero, sperando di riuscire a salvare alcuni suoi compagni, seguitando a tenere d’occhio Hiei e cercando di frapporre la sua spada a quella degli avversari che volessero penetrarne le carni.
    Avrebbe seguitato nella sua danza ad oltranza muovendo la spada a destra ed a manca, dall’alto verso il basso, da sinistra verso destra e dal basso verso l’alto; di tanto in tanto avrebbe proposto qualche affondo proprio in direzione della gola, la parte che aveva notato essere più scoperta. Altri colpi, invece, avrebbe provato ad menarli in direzione delle giunture, cercando di infilare il proprio ferro nei punti nei quali l’armatura sembrava lasciare un seppur piccolo spiraglio che ai suoi occhi non poteva sfuggire.
    Sembrava un demone in quella danza e seppure non avesse punti ciechi, qualche taglio se lo procurò comunque, ma nulla che potesse realmente renderlo inabile al combattimento; qualche ferita superficiale, niente di più. La cosa importante era continuare a colpire ancora ed ancora, senza sosta.
    Avrebbe protetto la vita di Hiei come se fosse la propria.


    N O T E S

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia ~ 100%
    Status Fisico~ Ottimo
    E Q U I P A G G I A M E N T O
    Lama del Destino ~ si tratta di una spada composta dai più pregiati e resistenti metalli allora in possesso alla civiltà egizia. Finemente lavorata e dalla forma inusuale per quei tempi, essa ricorda molto una khopesh per la sua forma, ma essenzialmente è molto diversa da essa. La curvatura non è esasperata come in una Khopesh, ma sembra assumere una forma più elegante. La lucente lama è lunga all'incirca 50 cm; l'elsa, lunga a sua volta 30 cm, è composta di oro e legno entrambi finemente lavorati ed intarsiati grazie ad una egregia manifattura. Perfettamente equilibrata nel suo peso risulta essere manegevole e leggera, ma al contempo abbastanza resistente ed affilata. La spada viene sempre riposta comodamente in una custodia in cuoio posta dietro la schiena, in modo da essere facilmente sguainabile in ogni situazione, anche la più difficile ed insperata.
    Oracolo della Morte ~ indubbiamente il nome gli calza a pennello in quanto questo pugnale ha portato alla morte un numero considerevole di uomini e bestie. Come per la spada, si tratta di un pugnale della più pregevole fattura, composto dai metalli più resistenti e laboriosi per fornire allo stesso una resistenza invidiabile ed un taglio formidabile. La lama è lunga all'incirca 25 cm, leggermente ricurva; il manico, invece, è lungo all'incirca 20 cm, risultando essere manegevole e confortevole per la mano, la sinistra, che deve impugnarlo. Quest'ultimo ha diversi intarsi che lo rendono unico nel suo genere, un vero gioiello agli occhi di terzi. Il pugnale è posto in una custodia in cuoio, anch'esso, posto dietro il busto con l'elsa rivolta verso l'esterno del fianco sinistro in modo da essere facilmente raggiungibile dalla mano sinistra in un moto veloce e assolutamente imprevedibile.
    F A C O L T A'
    Occhio di Ra ~ è un'abilità oculare alquanto particolare, lusso di ben pochi nella storia della setta dello Scorpione Nero e dono indiscusso delle divinità. Tale abilità, meglio conosciuta come Occhio di Ra, si manifesta in un essere umano all'età di sette anni in modo spontaneo e senza alcun preavviso. Gli occhi perdono la loro tonalità assumendo una colorazione che ricorda molto il colore di una perla, mentre le vene intorno agli stessi cominciano a gonfiarsi sino a rendersi visibili, tramutando di fatto, e parzialmente, i lineamenti del volto nel portatore. Inizialmente, appena risvegliato, gli effetti saranno piuttosto confusi e il portatore non sarà in grado, autonomamente, di affidarsi alle facoltà dell'occhio che, di fatto, costituiranno un impaccio ed un fastidio piuttosto evidente ed assolutamente pericoloso in combattimento; la vista, difatti, diventa confusa, sfocata e le facoltà donate dall'occhio tenderanno a confondersi tra di loro senza alcun preavviso creando nel portatore confusione e tremendi mal di testa che culmineranno nello svenimento di quest'ultimo. Con il tempo e con più specifici allenamenti il portatore comincia pian piano a rendersi conto delle diverse facoltà donategli dall'occhio che culminano, infine, con il completo controllo sull'abilità oculare e sulla opportunità di scelta, basata sul momento, di poter sfruttare l'una capacità, invece che l'altra. Di solito i guerrieri che hanno in dote una simile capacità oculare sono molto riflessivi ed a loro, di solito, è lasciato il compito di imbastire strategie più o meno complesse proprio in virtù delle capacità intrinseche dell'occhio. In particolare sono tre le facoltà concesse al possessore di tale abilità; tre differenti abilità sfruttabili a scelta dal custode dell'Occhio di Ra.
    • Io vedo ovunque intorno a me
      L'occhio, in questa accezione, da la possibilità di poter avere una visuale quasi completa, e discrezionale, per un raggio di 20 m intorno al custode per una gradazione di 359°. Come si è accennato, la visuale non è purtroppo completa, poiché un unico grado rimane scoperto; si tratta di un punto collocato proprio dietro la sua nuca, un cono di vuoto dal quale gli è impossibile vedere. Un piccolo malus a fronte di una capacità tutt'altro da sottovalutare.

    • Non vi sono luoghi nei quali io non possa vedere
      Il custode di questo potere è in grado di vedere oltre oggetti, cose e persone senza alcuna difficoltà di sorta. Di solito questa facoltà è strettamente collegata alla precedente in modo da fornirgli la possibilità di avere una visione completa e d'insieme dell'ambiente circostante, ma anche se utilizzata da sola può rivelarsi molto utile. Ovviamente il raggio d'azione è sempre il medesimo, in quanto oltre i 20 m di raggio, il custode sarà impossibilità ad utilizzare questa sua incredibile capacità.

    • Vedo distintamente la tua essenza
      L'ultima capacità - non per importanza, ovviamente - è quella di riuscire a vedere la parte più intima e preziosa di una persona: la sua energia o il suo flusso energetico, che dir si voglia. E' un fenomeno particolare, ed utopico per i più, che non è possibile spiegare per il tramite della scienza. Per quanto, infatti, anche le precedenti abilità non abbiano una spiegazione scientifica che possa in qualche modo svelarne l'arcano funzionamento, questa è la parte più interessante e sicuramente più utile in un combattimento corpo a corpo. Nello specifico, l'energia verrà vista sotto forma di un flusso che, per assonanza, ricorda molto l'apparato circolatorio sanguigno: un fittissimo reticolo che attraversa tutto il corpo della creatura. E' precipuo notare come l'energia s'ammassi ove, di consuetudine, sono ubicati gli organi vitali e dare modo al custode dell'abilità oculare una chiara mappa anatomica del proprio avversario, per meglio mirare e dirigere le proprie tecniche d'attacco. Inoltre, poter vedere il flusso energetico altrui consente di capire quando un avversario è in procinto di attaccare, in quanto a seconda delle stimolazioni e della concentrazione del flusso negli arti è possibile far comprendere al custode quando il proprio avversario stia per attaccare; infatti, a seconda di come verrà strutturato l'attacco, il flusso energetico - agli occhi del custode - subirà una repentina accelerazione nel suo corso.
      Agli occhi del custode il flusso energetico ha un colore che differisce, spesso, in ordine alla razza della creatura cui appartiene, facendogli comprendere quindi se si trova davanti ad altri esseri umani, oppure a demoni, angeli ecc. [SEMPRE ATTIVA (quando è attivata l'abilità oculare)]
    Essere un adepto dello Scorpione Nero ~ richiede capacità fisiche fuori del normale, indubbiamente superiori alle capacità di un semplice essere umano. I guerrieri in questione sono addestrati sin dalla più tenera età a sopportare pesi eccessivi, in modo da essere temprati per le future ed estenuanti battaglie in cui saranno coinvolti una volta cresciuti. Amon, in particolare, è riuscito a sviluppare una forza sorprendente, il che lo rende abbastanza pericoloso nel combattimento corpo a corpo. La forza, però, da sola non è tutto e infatti Amon è riuscito a rendere il proprio corpo resistente agli urti ed agli attacchi altrui – se corroborata da una tecnica difensiva, ovviamente – risultando pertanto un ostico avversario.[+ 50% Forza; +50% Resistenza - Abilità Passiva]
    P O T E R I
    n.a.

    n.a.

    Note a margine ~ chiedo scusa per la pessima qualità del post, ma mi sono trovato un po' in difficoltà sinceramente per la situazione: non volevo risultare autoconclusivo e forzare la trama, non conoscendo bene il "dopo", quindi mi sono mantenuto sui generis, paventando colpi contro gli avversari (senza essere autoconclusivo) e palesando l'intento di coprire Hiei, in modo che possa fare il suo lavoro con le frecce; inoltre, avanzando, Amon cerca di scorgere dove si trovano i capi, visto che si è buttato nella mischia (stavolta) unicamente per questo motivo. =)
     
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  13. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Battesimo di Fuoco




    L’emozione dell’esercito presto si disperse in un urlo d’eccitazione, mentre la dama terminava il suo discorso. Ormai, le parole dovevano essere accantonate e l’azione più fisica, entrare nel pieno protagonismo della battaglia a fine di ottenere la vittoria sperata. Namas, condottiero e principe di quel presidio non perse tempo, nel rimembrare l’ultimo monito di motivazione e poi, far si, che la sua presenza fosse la prima a partire verso la parte avversaria: in un tremito leggero del terreno, le risorse umane diedero in fine azione ai propri corpi, in quello che rappresentava quel flusso vitale che si muoveva in direzione del ponte, in un impeto battagliero d’estrema convinzione. Dal canto mio, l’emozione era forte, non perché fossi attanagliato dalla paura, quanto per il semplice fatto che si sarebbe scritta la storia quel giorno - una storia marchiata dal rosso del sangue come inchiostro indelebile. Un breve rammentare di Amon - mio compagno di battaglia – nel fare un sunto su come procedere, in un azione combinata tra distanza e contatto, in quella sua figura fondamentale per darmi possibilità di colpire i fulcri dell’esercito avversario. Tutto era stato già deciso durante la notte -ogni compito, ogni azione ogni strategia- così da rendere il tutto mirato, e non perdersi nella confusione dello scontro nel trovarci impreparati. Scendendo da cavallo, donai le briglie al primo che avrei incrociato con il mio sguardo, non perché mi trovassi in difficoltà domando un destriero, quanto perché sfruttare unicamente il mio corpo era un vantaggio maggiore, e una completa dominazione dell’area che mi circondava nel fronteggiare abilmente qualsiasi imprevista avversità.

    ° Pronto come non mai °

    Nel cenno del capo a dare assenso, riferì all’egiziano di aver ben compreso le sue parole e di farmi trovare pronto nel lasciare a lui l’azione iniziale, e far solo da sostegno nel caso non riuscisse a frantumare le prime difese iniziali che avremmo incontrato durante il nostro avanzare. Il dito della mano dominante risoluto a far innescare il meccanismo e dare in caso di bisogno, l’aiuto necessario tramite la lama celata ancora dormiente, senza essere impaziente di utilizzarla, ma solo preparato nell’estremo movimento della falange in caso di necessità: Amon sembrava una foga inarrestabile, in quei primi affondi e fendenti che menava con precisione chirurgia, notando come il colore illibato dei suoi abiti, venisse sporcato dalle chiazze di sangue prodotte dalla carne delle prime vittime, in quello che si dimostrava un connubio tra vita e morte. Ormai la staticità aveva lasciato il passo all’azione, nel confluire nel primo punto più complicato - il ponte - che limitava una completa libertà di movimento dato che il numero di risorse umane all’interno della strettoia architettonica era notevole. Limitandomi a stare alle spalle dell’egiziano, facevo si, che i nostri movimenti fossero coordinati, senza che la sua celerità mi procurasse difficoltà a rimanergli attaccato - in quel che fu l’azione del meccanismo a dare assistenza mediante altri affondi procurati dalla lama, così da dissipare vite da lui in precedenza colpite, che non fossero totalmente abbattute e ancora reattive nel resistere ai suoi colpi.



    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
    Energia: 100%
    Status Fisico: Ottimo

    Note: Mi limito a stare dietro Amon, e dargli una mano ad abbattere gli avversari feriti che ancora cercano di contrattaccare.



    Il perfetto arcere» [3 pnt]
    Ability_hunter_focusfire
    Arco: Questo arco, caratteristico nelle forme e nella procedura di costruzione, viene prediletto dagli amanti delle armi leggere e maneggevoli. Costruito seguendo fedelmente la tradizione artigianale, l’arma rappresenta il perfetto connubio tra bellezza e utilità.
    Una delle caratteristiche principali dell'arma è la doppia curvatura del legno, nel senso che essa è esattamente invertita quando l'arma dalla posizione di riposo viene portata, nell'atto del lancio, alla tensione completa; le due estremità, ovvero le punte, sono state incurvate nel corso della lavorazione riscaldando a vapore e piegando la placca di rivestimento. L'impugnatura è stata realizzata in due fasi differenti: dapprima si è rivestita tutta la parte centrale dell'arco con uno strato di pelle bruna; quindi la parte centrale di tale avvolgimento è stata tagliata e rimossa assieme agli altri elementi di copertura, lasciando scoperto il legno.
    In quel settore è stato così possibile procedere ad un'ulteriore rifinitura della forma, con piccoli e precisi intagli atti a donare all'impugnatura una forma che consentisse una presa comoda e sicura nella mano dell'arciere. Ultimato l'arco è stata fissata la corda, precedentemente realizzata con intrecci di fibre di canapa e crini di cavallo altamente selezionati.

    Ability_hunter_wildquiver
    Faretra: Assieme all’arco viene presentata anche una splendida faretra.
    Essenziale per ogni arciere o balestriere, la faretra permette di portare con se una riserva di frecce che può risultare vitale in caso di battaglia prolungata.
    Questo esemplare di faretra è stato studiato appositamente per avere il minimo ingombro e la massima comodità. Pur infatti andando applicata alla cinta non limita i movimenti dato che le sue ridotte dimensioni non causano eccessivo ingombro e in caso di necessità può essere portata anche a tracolla utilizzando una cinghia.
    Questa faretra è stato realizzata ripiegando su se stesso e cucendo varie parti di cuoio di colore scuro, così da render la struttura più flessibile e resistente. Alcuni disegni attorniano tutto l’oggetto, riproducendo fedelmente motivi elfici caratteristici.
    Trattata da ultimo con polveri speciali per farla diventare lucida, la faretra ha una capienza approssimativa di 20 frecce.

    Ability_hunter_longshots
    Frecce: Le presenti Frecce Lunghe sono utilizzabili con qualsiasi tipo di arco ma non con le balestre. Sono lunghe ciascuna un braccio e, a differenza delle normali frecce, sfruttano la loro lunghezza e la loro particolare fattura per aumentare precisione e potenza del lancio.
    L’asta è in legno di frassino, conosciuto per la sua elevata durezza e poca flessibilità, che si può riconoscere per il suo colore bianco rosato. Le punte coniche sono state ottenute colando il ferro fuso in appositi stampi e lasciato solidificare.
    A termine di ciò sono state forgiate dai Mastri Fabbri della Masseria e successivamente le punte applicate mediante incastro e colla di pesce. Per l’impennaggio sono state utilizzate delle penne miste di volatili, poste nelle apposite scanalature e tenute salde mediante utilizzo di colla di farina.
    [Tot. 20 frecce]


    Lama celata» [1 pnt]
    Tratto distintivo degli Assassini, la lama celata è una polsiera in cui è nascosto un meccanismo a molla, attivato con un rapido scatto del polso; ideale per le uccisioni silenziose (in basso profilo) o rapide (in alto profilo), presenta essenzialmente un inconveniente dovuta alla scarsa praticità durante i duelli poiché non la si può usarla per attaccare direttamente il nemico o per parare gli attacchi ma solo per finire un nemico a terra; tuttavia se si contrattacca con la lama nascosta si può uccidere rapidamente qualsiasi nemico anche se richiede un tempismo maggiore rispetto alle altre armi. Il meccanismo della lama indica l'assoluta devozione dell'assassino alla causa: richiede infatti l'amputazione di due falangi dell'anulare per usare al meglio l'arma.
    [


    Ability_hunter_eagleeye

    Hawkeye» [15 pnt]
    Un arciere non è solo un combattente che sfrutta un attrezzo di legno ricurvo per scagliare paletti acuminati: no… esso è molto di più. La vista - suo vantaggio fondamentale - è talmente affinata e reattiva da renderlo sensibile al minimo dettaglio: molto più di qualsiasi altro guerriero o combattente di provata esperienza. Avere una vista nitida anche di notte e dove la luce scarseggia rendendo il normale senso orbitale inefficente o, osservare accuratamente un minimo spostamento del più impercettibile movimento apparentemente celato allo sguardo comune; questo è un arciere: un eletto donato della vista di un falco. Questa sua straordinaria visuale gli consente di osservare dettagli da altri ignorati e da lui invece nitidamente visibili - potendo in questo modo colpire bersagli in movimento o apparentemente nascosti, o al contrario, essere lui a muoversi tenendo l'obiettivo sempre a portata di tiro: riuscendo tramite il suo duro addestramento con l’arma arcuata ad avere un’eccezionale precisione e una mira infallibile.
    [Scurovisione] [Vista migliorata] [Mira perfetta]
    [Triplice Passiva].
     
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  14. Zis.
     
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    La battaglia infuria
    su questo ponte ristretto,
    solo morte si estende
    davanti a me.




    Scordare la vendetta? Cancellare l'odio? Combattere per la libertà?. I miei occhi si posarono su Namas, il loro capitano, il mio sguardo era incredulo, pensavo di aver capito male, ma i miei sensi avevano proprio udito quelle parole.
    Ma che montagna di cagate è mai questa? Spero stesse scherzando. Davanti a me vedo giocattoli con cui divertirmi. Uomini da trucidare senza pietà e senza che nessuno mi faccia storie.
    E quest'ultima parte era la più divertente, un sorriso comparve sul mio volto, così tanto mi ero trattenuto, così tanto avevo sudato per contenere i miei istinti e finalmente questi sforzi erano stati premiati.

    Carne fresca.



    Scesi dal cavallo, lo lasciai lì, se qualcuno avesse voluto prenderselo avrebbe potuto farlo... la prima fila di combattenti cadde, i loro corpi giacevano privi di vita.
    Analizzai velocemente la situazione, Hiei ed Amon erano già partiti alla carica, Mugen stava per sfondare il lato destro.
    Tutto era stato deciso in una seduta della sera passata, quella noiosa riunione in cui dovevamo spartirci le nostre vittime... a me era toccato il lato sinistro.
    Tutti avevano chi li copriva o comunque apriva un varco per raggiungere il lancieri, tranne me.
    Almeno era questo che avevo compreso

    ed il tutto risultava ancora più eccitante.



    Presi un bel respiro, ora era giunto il mio turno, presi il mio ombrello e lo chiusi, in modo che potesse fungere da arma, non aveva senso tenere la lama nascosta, non dovevo cogliere di sorpresa un viandante durante la notte, dovevo mietere più vittime possibili.
    La mia arma assomigliava ad una lunga lancia, ma in uno spazio ristretto come quello dovevo assolutamente inventarmi qualcosa per poterla sfruttare al meglio.

    Partii alla carica.



    I miei piedi calpestavano i feriti, schivai i proiettili nemici deviandoli con la lama della mia arma e dopo poco tempo mi trovai a cinque metri di distanza dalla prima fila nemici.


    La gente mi crede
    un folle, solo assetato di sangue,
    desideroso di vedere la gente soffrire.
    E' vero.
    Parte l'attacco!




    La mia aura di terrore si estendeva più potente che mai, voglio vederli tremare.
    L'acqua attorno a me avrebbe iniziato a vorticare e si sarebbe diretta velocemente contro le prime file di nemici, essa avrebbe cercato di ergersi come un muro e con un singolo gesto della mia mano si sarebbe tramutata in ghiaccio.
    Il muro non era molto resistente, in fondo non avevo impresso assolutamente del mana per poterlo rafforzare, ma mi interessava solo rallentarli.

    Nel mentre continuavo a correre veloce



    Una rampa di scale ghiacciate sarebbe stata creata poco prima del muro ad ogni mio passo un gradino di ghiaccio mi portava sempre più in alto, dovevo superare quello prime due file.
    Sarebbe passato forse un secondo quando avrei raggiunto l'altezza di circa due metri dal terreno, a quel punto avrei appoggiato la mia lancia sull'ultimo gradino ed avrei spiccato un lungo salto grazie a quella spinta.
    Il ghiaccio così controllato sarebbe tornato sotto forma di acqua e sarebbe andato a posizionarsi sotto i miei piedi e si sarebbe tramutato in una piattaforma di ghiaccio spesso, seguendo i miei movimenti.
    In parte era per proteggermi da eventuali attacchi delle spade nemiche, ma principalmente era che se i lancieri non si fossero spostati quella spessa lastra di ghiaccio, sarebbe andata a frantumarsi contro le loro teste.

    Ma in fondo dove potete andare? Ahahah.



    Qualunque cosa fosse successa, non appena atterrato, con tutta la forza che possedeva il mio corpo avrei fatto roteare la mia lancia attorno a me stesso, immaginando che si sarebbe creato lo spazio necessario per farlo, cercando di colpire più nemici possibili.
    Avrei urlato a squarciagola di piacere, non potevo più contenermi, un sorriso distorto era ormai presente sul mio volto dall'inizio della battaglia, tanto che mi facevano male le guance.
    Ero drogato dalla battaglia!
    Tremate miei nemici! Pregate per le vostre anime, se realmente le possedete, questo sarà l'ultimo vostro giorno.

    Ed in quella serie di fendenti, mi sarei inebriato dell'odore del sangue, continuando a menare colpi.





    [Tabella combattimento]


    ghgh1ncTabellacombat. ghgh1ncghgh1ncScHeDaghgh1nc
    M ana 100/100

    S a l u t e 100/100

    RiAsSuNto PoSt


    Creo una scalinata di ghiaccio per superare le prime due file di samurai, creo una piattaforma di ghiaccio per far spostare o schiacciare i nemici per creare spazio e fare una spazzata con la mia "lancia".







    ghgh1nc

    ghgh1nc

    ghgh1nc


    Verde pensato da parte del buono
    Blu pensato da parte del malvagio
    Rosso parlato

    Qualunque cosa scritta è puramente ipotetica, se avessi dimenticato qualche condizionale trattate comunque quella azione come una possibilità e quindi non certa, per non cadere nell'autoconclusività

    CITAZIONE
    Passive
    Water Essence!
    Riassunto: Genera dell'acqua potabile

    Fear!
    Riassunto: causa terrore nella gente.


    Water controll!
    Riassunto: controllo di 60 litri d'acqua, creazione armi.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    " Vi chiedo di scordare la Vendetta! Vi chiedo di cancellare l'Odio!
    Oggi dovrete combattere per voi stessi, per la vostra libertà, per il vostro futuro!"

    Delle frasi così semplici, eppure altrettanto difficili da accettare! Aveva creduto per molto tempo in concetti simili, ma quando era arrivata a doverli applicare aveva faticato parecchio per rispettarli e ancor più per credere nuovamente in essi. Era accaduto proprio nell'episodio che aveva portato Est ad interessarsi della condizione del presidio Occidentale: quando alcune persone avevano ucciso una ragazza per incolpare il Laccio Nero. Quando si era trovata davanti agli assassini era stata tentata di dar loro lo stesso trattamento che aveva avuto la sua vittima, ma fortunatamente era riuscita a rendersi conto che così facendo avrebbe semplicemente fatto il loro stesso errore e dato un esempio che avrebbe istigato altri a compierlo. Doveva ringraziare Lady Kalia se era stata capace di tornare in sé in quel momento e ancor più dopo di esso, quando aveva commentato con loro l'accaduto.
    Forse se non fosse stato per quell'episodio, non avrebbe saputo comprendere a fondo il significato di quelle parole.
    " LIBERI!"
    Quel giorno e quelli che sarebbero succeduti a una loro eventuale vittoria avrebbero dovuto dimostrare di essere diversi dai loro nemici, persino nel loro modo di combattere, altrimenti tutto sarebbe continuato. E la cosa non riguardava solo chi viveva in quel presidio, ma anche quelli esterni come lei. Sentiva che tutti coloro che sarebbero tornati a casa dopo la loro battaglia, avrebbero un po' influenzato il luogo dove vivevano a seconda della condotta tenuta quel giorno.
    Lei stessa sarebbe potuta uscirne come una persona migliore o peggiore, perciò doveva stare particolarmente attenta. Se avesse perso il controllo di se stessa e avesse cercato sangue si sarebbe macchiata, così come se fosse fuggita e avesse lasciato i propri compagni al loro destino. No, doveva rimanere lì, fare del proprio meglio per proteggere chi aveva intorno. I
    E sarebbe proprio ciò che avrebbe fatto, cominciando dall'aiutare gli altri a vincere i propri timori a risollevare il loro morale, come già aveva iniziato a fare il Principe dei Nagavandari.
    " Hanno paura di noi!"
    Gridò, per convincere gli altri che potessero vincere, che non fossero deboli e che il morale dei loro avversai fosse persino più basso del loro. I suoi non erano ordini, non aveva grado in quell'armata, né si sentiva di valere di più dei propri compagni. Quelle parole erano semplicemente quelle che potevano uscire da un commilitone, che tuttavia avrebbero potuto comunque aiutare coloro che le avrebbero sentite. Stava infatti maturando le convinzioni che le perone potessero risentire parecchio di coloro che avevano a loro fianco e se avessero sentito qualcuno che mostrava meno paura, anche loro si sarebbero fatti coraggio.
    Dire che il morale avversario fosse persino più basso del loro, le sembrò la cosa migliore.

    La carica partì e lei si ripeté mentalmente tutte le direttive per il piano concordato precedentemente, mentre già vide alcuni dei suoi compagni cadere. Era la prima volta che affrontava una battaglia del genere e imparò che in quelle situazioni non ci fosse spazio per il dispiacere, ma solo per la paura. La paura di subire la stessa fine di un alleato o che capitasse a un proprio amico.
    Quello che stava sentendo lei lo stavano sentendo sicuramente anche tutti gli altri e proprio per questo doveva cercare di fermare questa emozione. Non poteva certo negare l'evidenza, né fare lunghi discorsi nella confusione generale, ma poteva incoraggiare facendo notare che sarebbe finito tutto in fretta. Poche e semplici frasi, veloci da dire e comprensibile anche in mezzo al caos.
    " Forza compagni d'arme, sono solo pochi metri. Poi non avranno più il coltello dalla parte del manico."
    E continuò ad avanzare in sella al proprio cavallo, con Rachel pochi metri dietro a lei. Anche l'ancella aveva capito le le parole del Leader e anche in parte le aveva anche le aveva anche condivise, seppur interpretandole in maniera diversa dalla principessa e trovandole un po' buoniste.
    " Veniamo a prendervi."
    Questa volta non era solo un incoraggiamento a chi combatteva con la biondina, ma anche una minaccia verso gli avversari, per farli desistere e invogliarli a fuggire nel caso le cose si fossero messe male per loro.
    Ormai erano incredibilmente vicini, poi avvenne l'impatto con i primi membri della resistenza. Dovevano cercare di smuover quella situazione il prima possibile; in quella posizione sarebbe stato un vero e proprio bagno di sangue.
    " È finita sciocchi. Se ci tenete a voi stessi cedete il passo o farete una fine orribile."
    Sperò che quelle parole li fiaccassero e li aiutassero perlomeno a ripiegare su una posizione più arretrata.

    Dal canto suo Sarah non entrò in contatto diretto col nemico: quando era stata concordata la strategia le era stato raccomandato di non mettersi subito ad attaccare, ma semplicemente di posizionarsi in attesa che arrivasse il momento di evocare o utilizzare le sue magie e non aveva certo intenzione di disubbidire agli ordini. Tuttavia si sentiva un po' codarda a starsene lì, soprattutto per le parole d'incitamento che aveva appena detto. Comunque tra breve tempo avrebbe potuto iniziare a fare la sua e quindi scongiurare che le sue stesse frasi potessero sortire l'effetto opposto, ma per ora doveva solo stare attenta che un colpo a distanza non la prendesse.
    E a tal proposito Rachel, presa anche lei posizione poco distante dalla ragazza, impugnò una freccia e la lanciò per coprire Mozart, contro il fuciliere che le sembrò rappresentargli una minaccia maggiore. Poi ne estrasse un altra, cercando di prenderne di mira un altro, possibilmente a uno abbastanza lontano dal cavaliere con l'armatura d'oro. In tal modo contava di distrarli un po' dall'alleato e quindi permettergli di fronteggiare dei nemici più confusi e vulnerabili.
    Non se la sentì di tirare più di due frecce: non voleva finirle tutte subito e poi se le avesse tirate troppo velocemente ne avrebbe risentito la mira. Solo quando sarebbero riusciti ad avanzare, avrebbe potuto provare un approccio più aggressivo.
    Status psichico: Concentrata
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 110%
    Equipaggiamento: La punta d'Argento (spada)
    Passive in uso:

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.

    La perseveranza di una principessa: Nelle fiabe classiche questa caratteristica non è certo comune in questi personaggi, invece lo è maggiormente in quelle moderne, in cui il ruolo di queste ragazze non si limita a quello di "bella damigella in pericolo".
    Sarah si avvicina di più al secondo caso, ma non persevera solo nel perseguire un particolare progetto o nel rispettare ciò in cui crede, ma in quasi in tutto ciò che fa. È una fanciulla parecchio testarda. Qualcuno afferma, spesso per scherzo, che questo genere di persone (talvolta perseveranti al limite dell'esasperazione), sia in grado di abbattere un muro a suon di sbatterci addosso, se si impuntano di dover passare per forza di lì.
    Tralasciando però tutto lo spreco di tempo ed energie che questo atteggiamento, chi è perseverante spesso riesce dove altri falliscono, per il semplice fatto di essere andato avanti, quando il resto si è già arreso. A volte è questione di provare e riprovare e di imparare a conservare le energie per farlo, ad aver tenuto da parte quel poco che serve per compiere quell'ultimo tratto, che gli altri non hanno potuto percorrere perché sfiniti o perché hanno abbandonato prima.
    Proprio facendo così; andando testardamente avanti, conservando sempre un po' di forze da usare alla fine e cercando di attingerne comunque un po' quando sembrava esserne a corto, Sarah ha fatto aumentare l'energia magica a sua disposizione (quasi l'avesse "allenata"). Permettendole così di andare avanti ancora di più, avendo a disposizione maggiori risorse.
    In termini di gioco, questa passiva fa si che la ragazza abbia il 110% di energia all'inizio di ogni scena, si tratti di quest, duelli o altro.




    Pet/Famigli in uso ----> Rachel
    Il seguito di una principessa: Note come "Il seguito", "Le cortigiane" o "Le ancelle di Einheit"; queste ragazze sono l'orgoglio del principato. Assistono Sarah nelle sue mansioni, in sua assenza governano loro la nazione e forse sono le sue migliori amiche.
    Non tutte sanno combattere e non è troppo difficile accorgersene dato che chi ne è in grado può reggere molto bene una battaglia, mentre le altre in genere possono venire stese da un banale pugno.
    Sarah potrà portare con se fino a due di queste ogni volta che si avventurerà su Endlos, che potranno aiutarla in svariati modi, usando abilità non superiori a potenza media (grazie all'energia della ragazza) e anche supportarla in battaglia se in grado di combattere. Tuttavia nel caso di un duello con un personaggio giocante (e non png) solo una sarà in grado di battersi, mentre l'altra dovrà necessariamente farsi da parte, dato che non conoscerà le arti del combattimento. Nelle quest e negli altri tipi di scene, potranno invece essere entrambe combattenti.
    Se una di queste fanciulle viene gravemente ferita, perde i sensi o le viene arrecato qualche altro tipo di danno grave, scompare in una nuvola di fumo e torna ad Einheit.

    Condizioni fisiche: Ottimali, lieve fastidio al fianco
    Equipaggiamento:
    Arco e Faretra: Un armamentario base, composto di un arco medio e di una faretra per portare le frecce. Salvo particolari eccezioni, d'ordinanza vengono assegnate cinque frecce.
    Queste armi sono solitamente molto sobrie e prive di decorazioni, badando più alla praticità e al mimetismo che all'aspetto estetico. Vengono usate da alcune schiere dell'esercito e da parte delle ancelle che si occupano della sicurezza al castello. [2pt]
     
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