[LAM] Tecnologie

Sincronizzazione ~ Interludio IV

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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Bypassare il pannello PA59 non si era preannunciato facile, ma meno ancora fu mettere in pratica quelle riparazioni: alla fine un'ora intera c'era voluta solo per arrivare alle linee energetiche e ai ciruciti. Poi un'altra mezz'ora occorse a quei dannati circuiti per capire che dovevano smettere di funzionare come al solito perché niente era come al solito e il pilota automatico non aveva più motivo di entrare in gioco... gli venne quasi voglia di spiegare di essere finiti al di fuori di qualsiasi mappa stellare tracciata e al di fuori di qualsiasi spazio conosciuto e soprattutto che Saimgrid non era in linea! Tra un'imprecazione e l'altra, però, finalmente riuscì a disabilitare il sistema di scambio tra il pilota automatico e la modalità di volo manuale, anche se non fu affatto facile: il circuito era bruciato e aveva dovuto praticamente ricostruire mezza sezione prima di operare il cambio.
    Dopo una smanettata di quasi due ore, con ampio uso degli strumenti olografici fornitigli dal modulo supplementare che per fortuna era riuscito a recuperare dal marama dei detriti e che gli aveva permesso di non togliersi l'armatura: come l'addestramento, o emglio Vaira, gli ricordava, era consigliabile non attaccare apertamente un non morto che non si dimostrasse immediatamente ostile, ma era altrettanto consigliabile lasciare meno varchi possibili fino a quando la situazione non fosse stata riconosciuta come affidabile. E in quel momento c'era vicina, ma ancora non lo era del tutto.
    Alla fine arrivò il momento di verificare le condizioni operative. Inizialmente ebbe difficoltà ad avviare il tutto, ma al secondo tentativo la Saimgrid fu in grado di ritornare in condizione da nera a grigia e quindi di viaggiare al minimo regime possibile. Un vero e proprio disastro operativo, ma chi avrebbe mai previsto tutti quegli eventi?
    Per un po' i motori ressero e la nave non diede problemi almeno nel movimento, ma poi iniziò a risuonare un segnale ben poco incoraggiante: "Sistemi in affanno. Energia al 15%" supplì Vaira alle indicazioni vocali che avrebbe normalmente dovuto dare il computer di bordo.
    "Eh no, non adesso! Reggi almeno fino al sorgere del soleee..." L'alba quasi miracolosamente spuntò nell'istante successivo. "Perfetto!" esclamò l'ingeniere premendo alcuni pulsanti sulla consolle.
    "Con gli accumulatori solari posso fonire più energia alla nave e sostenere i motori. E mi prendevano per matto quando ho fatto quest'aggiunta... mi vedessero ora, quei tecnoscettici!" die a voce alta ivolto più a se stesso che ad altri, rilasandosi un po' sul sedile. "E forse... e che cazzo! Anche la metà degli accumulatori solari si è fritta nell'incidente! Per fortuna ne ho abbastanza per alimentare il viaggio. Dunque, rimanendo in queste condizioni di velocità e potenza ho persino un accumulo di potenza del... Vaira è uno scherzo?"
    "Purtroppo no: il tasso di caricamento allo stato attuale è pari allo 0,019%."
    "Come dire che per recuperare energia a livelli accettabili ci vorrebbero minimo 3,7 anni? Spero che a questa Laputa ci sia un'officina almeno decente, altrimenti per recuperare i sistemi della nav ci vorrà una vita e mezza. Quasi converrebbe ricostruirla da capo, e gli schemi non fossero nel computer!"
    Capo a quattro ore di volo più tardi, la malridotta Saimgrid sarebbe arrivata a destinazione, ovvero una sorta di ampia piazza antistante ad un gigantesco approdo, l'unica forma di tecnologia in piedi in mezzo ad una distesa di macerie senza precedenti denominata Klemvor... comunque quella posizione fosse stata indicata al pilota.

    Edited by Warwizard - 10/6/2013, 21:12
     
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    Macchine.

    Aveva osservato incuriosito il lungo e penoso lavoro che Sean aveva dovuto compiere anche solo per poter permettere a quel trabiccolo volante, quella specie di trappola mortale di plastica e metallo, di alzarsi dal terreno sabbioso dello Yuzrab.
    Si era seduto quanto più comodamente possibile su ciò che rimaneva delle parti interne della nave, ma non trovandole particolarmente di proprio gusto aveva deciso di ricorrere alla sua magia e di forgiarsi una morbida poltrona fatta esclusivamente di luce.
    Doveva ammettere di non comprendere la dinamiche si trovavano dietro tutto quell’intrico di fili, controlli e cibernetica varia, anzi le disprezzava lievemente dato che per quanto lo riguardava non c’era per nulla da fidarsi della tecnologia.
    La magia era selvaggia, questo lo comprendeva, richiedeva grande forza di volontà per essere domata e solo coloro che la possedevano potevano manipolarla e anche così dovevano accettare i rischi che potesse non funzionare.
    Le macchine invece davano un falso senso di sicurezza, chiunque poteva usarle anche senza avere idea di come funzionassero, erano stabili e questo faceva sì che nel momento in cui queste finivano col danneggiarsi, ed era sempre il momento peggiore, non si avesse mai un piano di riserva poiché si aveva fatto troppo affidamento su quei costosi giocattoli.
    I maghi avevano sempre un piano di riserva, caratteristica che raramente aveva notato nei tecnocrati.

    Alla fine quella specie di bagnarola semidevastata era riuscita ad atterrare indenne vicino all’approdo per Laputa, il che era un bene perché sottolineava che Sean era in grado di effettuare riparazioni d’emergenza anche di un certo livello, se conosceva i sistemi in cui stava mettendo le mani.
    Se c’erano due caratteristiche che approvava nelle persone erano l’efficienza e la competenza.

    Molto bene, questa è Klemvor, detta la Città delle Macchine e quella che puoi vedere lassù sospesa è Laputa, attualmente il secondo presidio più potente di questa dimensione.

     
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  3. Harium
     
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    Di fretta aveva percorso i corridoi dell’Albero Casa, e sempre col fiato corto aveva spalancato porte e ricevuto vaghe indicazioni. Niente da fare: il comandante Kathep era introvabile.

    Eppure aveva un urgente bisogno di lui, della sua divisione, delle sue conoscenze.
    Il pezzo di metallo che portava con sé era una preziosa traccia di una strage avvenuta in terre remote, un evento dai contorni talmente sfumati da poter far raggelare il sangue anche ai lontani abitanti del cielo. Ma sarebbe servita l’analisi di un esperto per ottenere una qualche risposta – o anche solo un minimo indizio – poiché agli occhi di chiunque altro quel coso sarebbe apparso come il rimasuglio sbrindellato di una macchina.

    Finalmente qualcuno seppe indicargli la posizione del comandante, rintracciandolo nella zona dell’approdo di Laputa. E così il Drago era di nuovo di corsa, stavolta verso l’aria morbida, poi oltre il parapetto dell’Isola, e infine di sotto, volando verso un inferno di vetro e acciaio. Il dominio delle Macchine si avvicinò al suo corpo in picchiata, sempre di più, finché il Drago s’immerse nel groviglio dei grattacieli. Discese verso l’Approdo, in controcorrente rispetto alle navette che risalivano verso il Castello celeste. Vide una navicella quasi arenata sul cemento, e insieme ad essa avvistò proprio il non-morto da lui cercato.

    Virò in sua direzione, atterrando appena possibile lì vicino. Le sue fauci liberarono parole di fretta e inquietudine.

    Comandante Kathep, serve l’analisi urgente di questo ritrovato. Lo ordina il Gran Maestro.

    Dettò ciò fu azzittito dal suo respiro affannato, mentre allungava una zampa per mostrare il frammento robotico.

     
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    Aveva deciso di atterrare per un'altra ragione che aveva preferito non dire almeno inizialmente: i motori avrebbero potuto subire un collasso se il sole fosse andato via per più di cinque minuti dieto ad una nuvola. I motori infatti stavano venendo sostenuti dagli accumulatori solari (e nemmeno tutti quelli montati sulla nave) e una diminuzione dell'attività solare in quelle condizioni avrebbe fatto scendere più o meno drasticamente i margini di ricarica, già a livello critico. Per fortuna era andata bene e una meta era stata raggiunta, ma a quanto pareva non era la loro meta ultima, date le indicazioni fonite dal passeggero, che ebbe la sfacciataggine di creare una poltrona magica all'interno della nave durante le riparazioni. Magia... che gran perdita di tempo e di studio.
    "Il secondo? Quale sarebbe il primo?" cercò di indagare Vaira.
    Sean ebbe l'istintiva sensazione che restare lì sarebbe stato pericoloso, quindi prese ed uscì dalla nave con la non scusa di andare a visionare dall'esterno i guasti agli accumulatori solari che non avevano risposto ai comandi, ordinando nel frattempo a Vaira di mantenere in linea il caricamento di energia.
    Tuttavia non ci sarebbe stata molta pace: mentre Sean aveva trovato un pannello incastato in maniera semplicemente meccanica e i stava adoperando per un'apertura manuale del pannello per rilasciare l'accumulatore solare, arrivò in volo dall'alto un'ombra che lo spaventò e lo spinse ad interrompere le operazioni e a voltarsi con la pistola in mano. Non riuscì a comprendere bene che cosa diamine fosse arrivato dall'alto, ma sembrava conoscere il non morto, tanto da definirlo con un ruolo gerarchico ben preciso, ovvero "Comandante Khatep". Nella gerarchia della Tecnocrazia di Restayria era un rango medio-basso, ma comunque superiore al suo.
    Per il momento, tuttavia, preferì rimanere sul tetto della nave, con le armi riposte, a badare al guasto più facile da riparare e ad osservare l'esito di quell'incontro... benché morisse dalla voglia di esaminare quel reperto fornito al non morto da quel... quel... qualsiasi cosa fosse.
     
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    Drago.

    Se ne stava seduto il più comodamente possibile sulla sua poltrona di luce e magia e continuava a osservare l’operato di Sean, soprattutto mentre questo litigava inefficacemente contro i sistemi danneggiati dall’impatto contro il suolo dello Yuzrab.
    Ancora una volta aveva la prova materiale che la tecnologia, sebbene potesse ottenere risultati invero miracolosi in certi frangenti, restava effettivamente inferiore ai poteri della magia e la cosa lo fece sghignazzare non poco, anche se solo a livello mentale.

    Il loro viaggio continuò piuttosto lento mentre la nave volante a stento riusciva a non precipitare nuovamente, ma alla fine riuscirono ad atterrare a Klemvor, con una mal celata nota di stupore dell’Antico il quale si sarebbe aspettato che la nave non ce la facesse.
    Ignorò candidamente la domanda della macchina su quale fosse il presidio più potente di Endlos, non pensava sinceramente che valesse anche solo la pena di rispondere e invero cominciava già a stancarsi di quel luogo, cadeva a pezzi ed era più che probabile che le informazioni che desiderava fossero andate distrutte in ogni caso.

    Comandante Kathep, serve l’analisi urgente di questo ritrovato. Lo ordina il Gran Maestro.


    Si volse a osservare colui che gli aveva rivolto la parola, riconoscendolo subito come Harium, il Sergente Bianco.
    Alzandosi finalmente dalla propria poltrona, non potè che avvicinarsi al drago per poter osservare più da vicino l’oggetto che gli aveva portato, dovendo ammettere che almeno di primo acchito, non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere.
    Indubbiamente era un oggetto dalla natura tecnologica, ne era abbastanza sicuro, ma era probabile che senza portarlo nei suoi laboratori per testarlo con letteralmente ogni cosa a sua disposizione non sarebbe mai riuscito ad identificarne l’esatta natura.
    Tuttavia Sean aveva dimostrato una notevole conoscenza della tecnologia applicata e una certa esperienza in materia, unica cosa che a lui decisamente mancava dato che se c’era una cosa che disprezzava era sporcarsi inutilmente le mani in congegni tecnologici.

    Molto bene, Sergente Harium, hai fatto bene a portare l’oggetto direttamente a me, credo che potrebbe essere un’utile occasione da sfruttare per cogliere due demoni con un incantesimo.
    Seguimi.


    Aveva parlato piano in modo che Sean, lavorando fuori, non avesse potuto sentirlo.
    L’Antico, seguito presumibilmente dal Drago, uscì quindi dall’astronave tenendo in mano l’oggetto misterioso, andando quindi a porsi di fronte all’umano intento a aggiustare qualche pannello di qualche tipo o a fare qualche altra diavoleria tecnocratica.

    Sean, come forse avrai sentito, il Sergente Harium mi ha appena consegnato un oggetto dalla natura piuttosto misteriosa e ho stabilito che questa potrebbe una buona occasione per te per dimostrare le tue abilità.
    Sarò sincero, sono interessato alle informazioni presenti in questo ammasso di metallo e circuiti semidistrutti, per riparare la nave hai necessità di una forte organizzazione che ti copra economicamente le spalle, come la nostra gilda.
    Tuttavia non sono disposto ad accollarmi un peso morto e gli elevatissimi costi di una riparazione completa solo per le conoscenze di un piccolo mondo di periferia, quindi ecco la mia proposta: tu determini l’esatta natura dell’oggetto che ora ho in mano e mi dimostri di saper fare qualcosa di più che riparare oggetti che già conosci e io ti prendo all’interno del mio ramo di gilda.
    Naturalmente gli Aviatori Blu non possono occuparsi solo dei propri affari, come la riparazione di trabiccoli dimensionali, non avrai un trattamento di favore in nessun modo ma potrai usare il tempo libero come preferisci e avrai i mezzi per rendere nuovamente funzionante questa nave.
    È poi ovvio che potresti dover pagare, il costo economico di ciò che vuoi fare è sconvolgente, ti serviranno materiali rari e altre cose non a basso costo, la percentuale di costi che dovrai restituire alla gilda varierà in base alla qualità e alla quantità delle informazioni contenute nei tuoi archivi.


    Fece una piccola pausa, di modo che il ragazzino comprendesse appieno la portata del contratto che gli stava proponendo.
    Era abbastanza stringente, ma non era nella posizione di rifiutare, anche perché era probabile che da solo non avrebbe semplicemente mai potuto terminare i lavoro e raccogliere i fondi necessari.

    Prendere o lasciare.

     
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  6. Harium
     
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    Il Comandante appariva immutabile nella sua decadenza: le sue membra rinsecchite erano così da quando se ne aveva memoria, e probabilmente lo sarebbero state anche in futuro.
    Curioso pensare come il Drago lì giunto fosse immensamente più vecchio del sacerdote, eppure un estraneo – valutando solo le apparenze – non lo avrebbe mai immaginato.

    La gratitudine del Comandante parve sfumare in qualche sorta di cavillo, come se l’analisi del ritrovato potesse arrecare chissà quali altri vantaggi: due demoni con un incantesimo, aveva detto.
    Nel mentre Harium aveva ripreso fiato, e poté aggiungere qualche dettaglio sulla situazione.

    Apparteneva ad un drone. E quel drone ha massacrato decine di civili nelle risaie dell’Est, nostro alleato. Se si scoprissero dei colpevoli dietro a tutto ciò, immagino che le forze congiunte di Laputa e dell’Oriente inizieranno una guerra.

    Una nuova guerra, mossa contro un nemico invisibile. L’ennesimo slancio di coraggio contro chi minava la stabilità della pace.
    Ma tutto questo Sean non lo sentì.

    Quando comprese che l’analisi del ritrovato era una sorta di prova d’ingresso, l’Astro tacque ulteriori dettagli.

     
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    Quando aveva visto il dragonoide andare a parlare con il non morto che si era presentato come Khatep e che l’aveva portato fino a lì, Sean tornò semplicemente al suo lavoro, com’era in fondo abituato a fare: quando c’erano compiti di costruzione, di lavorazione o di riparazione da eseguire, l’addestramento gli aveva insegnato a registrare e valutare tutti gli eventi che intercorrevano e a valutarli, ma ad intervenire solo se rappresentavano un errore un pericolo o un ordine di un superiore. Ed essendo l’unico della Tecnicrazia presente in quel mondo, l’ultima ipotesi era radicalmente esclusa.
    Non per questo, però, abbassò del tutto la guardia… o meglio, non per questo non aveva le spalle coperte: Vaira era infatti riuscita in qualche modo a ripristinare parte della rete dei sensori interni e di prossimità della nave e, anche se stava dovendo assistere in qualche modo direttamente alla gestione degli stessi in sostituzione del computer principale, poteva ragionevolmente affermare di avere la situazione sotto controllo. Purtroppo i controlli audiovisivi erano ancora fuori uso, ma grazie a ciò che era riuscita a recuperare, l’Intelligenza Artificiale poteva sorvegliare i movimenti dei due ospiti mentre l’ingegnere militare lavorava al modo migliore di dare altra potenza alle batterie con gli accumulatori solari bloccati.
    Ottimo lavoro” le disse assicurandosi che il microfono esterno della tuta fosse staccato. “Ora… vediamo un po’ cosa possiamo fare. Avvisami se quei due si muovono… nel frattempo, tutti gli accumulatori sono andati o ci sono problemi di altra natura?
    Secondo il registro dei comandi, due accumulatori sono attivi e impossibilitati ad entrare in funzione” rispose Vaira. “Gli alti accumulatori non hanno risposto. Può darsi che i collegamenti non abbiano funzionato, ma sono più alte le probabilità che abbiano riportato danni strutturali insieme al resto dello scafo” concluse l’analisi.
    Non sarebbe una sorpresa…” commentò sconfortato Sean. “Il calcolo delle probabilità ammonta a…?
    All’85%
    Come dire che è un miracolo se abbiamo quelli che abbiamo a disposizione… beh, meglio la metà di niente. Quali sono gli accumulatori ancora attivi?
    Uno si trova davanti a te: è l’accumulatore frontale superiore destro
    Sean non ebbe bisogno di chiedere del sinistro: la concavità innaturale della sezione corrispondente e la falla nel centro di essa lasciavano chiaramente intendere come fosse piuttosto probabile che l’accumulatore nemmeno ci fosse più… e altrettanto chiaramente dimostrava come non avesse potuto rispondere ai comandi quando un’occhiata ravvicinata bastò a confermare l’ipotesi sotto forma di detriti metallici sparsi. A occhio e croce, non c’erano nemmeno tutti i pezzi e non c’era modo di stabilire che fine potessero aver fatto.
    La sezione di destra invece era molto più semplice da risolvere, perché il pannello di copertura era semplicemente ammaccato ed incastrato… e sarebbe “bastato” un po’ del classico olio di gomito per liberare l’accumulatore solare lì sotto. L’impresa però non si rivelò così semplice da mettere in pratica e alla fine, tra il tempo e l’olio di gomito, non seppe dire cosa avesse perso di più, ma bene o male il pannello venne rimosso… facendo cadere con un tonfo l’ingegnere sullo scafo.
    Menomale che avevo l’armatura, altrimenti un’ammaccatura all’osso sacro non me la levava nessuno
    I detriti e i danni ancora presenti sullo scafo avrebbero potuto avere conseguenze molto più serie e durature” considerò l’Intelligenza Artificiale… e come al solito, aveva ragione, ma lui non voleva ammetterlo… semplicemente sapevano entrambi che non ce n’era alcun bisogno.
    Rialzatosi, Sean alzò uno sportellino e digitò il codice di cinque cifre per l’attivazione manuale dello strumento, che poco dopo entrò in funzione.
    Accumulatore solare pienamente operativo. Tasso di caricamento dei sistemi incrementato del 17,8%
    Bene! Finalmente una buona notizia. Da fermo, ora il tasso dovrebbe essere sul 39%, giusto?
    38,3%. Per ottenere risultati migliori, è bene rimettere in funzione anche l’accumulatore mediano sinistro” rispose anticipando la domanda del suo creatore, il quale saltò semplicemente giù dalla nave, usando ancora una volta gli ammortizzatori dell’armatura per non riportare conseguenze spiacevoli.

    Non fece in tempo a fare molti altri passi, perché venne presto raggiunto dagli altri due, come lo aveva avvertito la compagna virtuale.
    Il drago non disse niente, ma Khatep ebbe molto da dire e molte sue parole risuonarono veritiere e altre furono convincenti: in effetti poteva fare qualcosa ancora, forse poteva persino riuscire a rimettere in linea Saimgrid e tutti i sistemi primari della nave mentre Vaira continuava le riparazioni interne e ripristinava al massimo delle sue possibilità l’integrità strutturale e tutti i sistemi della Danzaiver II… ma senza aiuto e le risorse per riparare i veri danni, né l’una né l’altra avrebbero mai potuto recuperare la piena funzionalità. Avrebbe dovuto farsi reclutare? E ripagare con i propri servizi le riparazioni necessarie e dare così volente o nolente il suo contributo al secondo Presidio più potente di quel pianeta?
    Le opzioni erano limitate e nessuna abbastanza conveniente o anche solo così incoraggiante quanto quella… “Immagino che non sarò integrato con lo stesso rango che avevo nella Tecnocrazia di Restayria e mi servirà un prospetto delle vostre gerarchie per orientarmi… ma le vostre condizioni sono eque e non molto dissimili da quelle che avevo quando avevo una casa… Cosa dovrei fare?
    Vaira considerò che quelle condizioni fossero deteriori rispetto allo status precedente di Sean… ma come aveva detto anche lui, non avevano offerte migliori. E forse ci sarebbe stato un piccolo spazio per fare carriera, o almeno per tornare ai livelli pregressi.
    Sean quindi si concentrò sul manufatto che aveva visto e che lo aveva incuriosito prima, ingolosito avrebbe detto Vaira, e si mise a rigirarlo e a soppesarlo mentre lo osservava. Curioso, riconobbe subito la foggia dell’oggetto in questione nonostante i danni e lo stato di conservazione complessivamente non troppo migliore rispetto a quello della Saimgrid… ma non aveva ben chiaro cosa volessero sapere quei due.
    Vaira, puoi usare lo scansore del modulo olografico?
    Mi dispiace Sean, energia insufficiente nel modulo. L’attivazione esaurirebbe la batteria interna dell’Armatura in un tempo stimabile in meno di dieci minuti.
    Era una pessima notizia dai risvolti non trascurabili: dieci minuti non sarebbero stati probabilmente sufficienti per ultimare tutti i livelli di scansione possibili e i sarebbe ritrovato praticamente indifeso in quel mondo sconosciuto, ma l’ingegnere non si perse d’animo e gli bastò un colpo d’occhio per trovare una soluzione ed allungare un cavo fino all’accumulatore solare in funzione in bella vista a pochi metri da lui e deviare parte del flusso di energia per i suoi scopi con un altro codice dal relativo tastierino esterno.
    Ora dovresti avere energia sufficiente per eseguire tutte le operazioni e magari dare anche una sferzata alle riparazioni interne” calcolò approssimativamente Sean.
    Affermativo. Inizio scansione completa
    Nel frattempo decise di non rimanere in silenzio in attesa e si mise ad esporre i suoi primi rilievi con un atteggiamento quasi tipico di un relatore di conferenza militare.
    Come potete notare, questo è un braccio di un’unità meccanica completamente automatizzata: i circuiti recisi e il danno in corrispondenza delle giunture, in aggiunta alla totale assenza di tessuti biologici, anche sintetizzati, lascia escludere la provenienza da un cyborg o da un impianto bionico di qualsiasi genere. Dalla forma, dalla dimensione, dal peso specifico e dalla presenza di questo rivestimento, si può anche ragionevolmente escludere che l’unità originale fosse addetta a semplici mansioni industriali. Il rivestimento particolarmente compatto indica invece che fosse verosimilmente progettata per impieghi esterni in condizioni non normali… Noto anche una serie piuttosto accurata di impermeabilizzazioni ed isolamenti dagli agenti atmosferici o da fluidi e liquidi in generale, come se fosse previsto un qualche genere di immersione o lavoro in condizioni di umidità che avrebbero compromesso altri tipi di strutture. Purtroppo posso dire anche che questo braccio sia compatibile anche con impieghi militari… e tutti questi residui e i danni accumulati non solo alle estremità mi lasciano supporre che il rivestimento presente in corrispondenza dell’avambraccio sia stato costruito ed impiegato come strumento sia di difesa sia di offesa… da e contro cosa non posso dirlo, ma qualunque cosa sia tata, doveva essere davvero notevole per spaccare la mano come se fosse stata morsa.
    Un suono proveniente dal polso destro di Sean gli fece interrompere le spiegazioni e lo spinse a dare un’occhiata all’apparecchiatura olografica e ai dati che ne stava ricavando.
    Posso confermare la mia ipotesi” affermò dopo qualche istante. “A quanto risulta, il rivestimento è composto di una lega particolarmente resistente e non eccessivamente pesante, particolarmente indicata per la costruzione di unità e mezzi corazzati che non debbano essere ingombrati dal peso della corazzatura. C’è anche un numero di telaio qui, guardate” disse, mettendo in risalto il dato con caratteri dorati e mettendo quindi a conoscenza degli altri quello che lui non sapeva essere un numero corrispondente ad un distaccamento del Klemvor, a relativamente poca distanza da loro.
    Un altro suono segnalò poco dopo il temine di un secondo livello di scansione, ma l’analisi risultò molto più laboriosa della precedente.
    Curioso… davvero curioso. Chi ha assemblato questo mezzo ha usato dei semplici fili elettrici in ogni estremità, ma ha dotato il braccio di una centralina interna per la connessione remota al sistema centrale dell’unità originale, così da permettere l’operatività del braccio in autonomia come una sorta di sub-unità… L’idea non è male, anche se la progettazione è stata grezza: poteva essere sviluppata molto meglio e prevedere anche un sistema un po’ più complesso da violare. Chiunque abbia costruito questo mezzo, l’ha fatto senza avere le idee particolarmente chiare su come rendere inattaccabile la sua creatura men che meno come coprire le sue tracce… Dunque, dunque, vediamo un po’ questo registro… Pare che la separazione dal corpo centrale sia avvenuta di recente e solo in tale occasione ci sono stati dei comandi impartiti alla centralina interna del braccio… comandi molto semplici, di attacco… vediamo un po’ di risalire… Hmmm no, non c’è molto altro, se non che l’evento interruttivo si è verificato in un posto che il registro denomina “limite zona bersaglio Selowen”… Il resto dei dati è corrotto e mi servirebbe del tempo per ricostruirli accuratamente tutti, ma c’è anche molto poco: in fondo si tratta di una centralina per l’esecuzione di ordini teleguidati dall’unità centrale e il registro non contiene altre informazioni sensibili. Se avessi i registri dell’unità centrale potrei dire di più. Nel frattempo c’è altro che posso fare?
    Avrebbe eseguito le eventuali ulteriori istruzioni mentre completava il terzo livello di scansione, ma ormai dubitava di essere in grado di trovare molto altro. Ma anche in quel modo, avrebbe forse già adempiuto alle richieste di quel Khatep… che forse sarebbe diventato addirittura il suo superiore! Un’ipotesi che qualcuno avrebbe sicuramente trovato da brividi…
     
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    Tecnologia.

    Ascoltò con estremo interesse la relazione preliminare di Sean, sembrava che sapesse davvero ciò che stava dicendo e che non stesse inventando tutto di sana pianta.
    Naturalmente avrebbe successivamente condotto delle proprie ricerche su quel braccio meccanico, non che non si fidasse della parola di un naufrago dimensionale che aveva tutto l’interesse a fare lo splendido in quella particolare occasione, Khatep non si fidava in generale.
    In ogni caso se l’avesse raggirato avrebbe sempre potuto ucciderlo dopo aver estratto i suoi archivi su Phlenmor, già immaginava la faccia di Masahiro quando gli avesse detto che nel suo ufficio aveva tutta la documentazione relativa al suo pianeta natio e che lui non poteva vederla perché non poteva entrare nell’edificio.

    Comunque fosse avevano a che fare con il braccio di un drone da combattimento, il che confermava ciò che aveva detto Harium, tuttavia cominciò a chiedersi com’era stato ritrovato.
    Se era vero che apparteneva a un unità da guerra, o quantomeno da battaglia, era piuttosto strano che in un villaggio dell’Est vi fosse una potenza capace di strappargli via addirittura un’appendice quindi qualcosa non quadrava.
    Rimase quindi un attimo in silenzio a riflettere, era probabile che il drago avesse taciuto qualche dettaglio dato che aveva probabilmente compreso che voleva usare il drone come test per Sean quindi era il momento di sentire il resto, se c’era.
    Se le informazioni del naufrago si fossero rivelate esatte ciò avrebbe fatto un’impressione molto positiva sull’Antico.
    Tuttavia era il caso di andare con ordine.

    Esatto, partiresti dal gradino più basso della scala, che è Aviatore semplice, sopra di te ci sarebbe il Sargente Blu, poi il Comandante Blu, ovvero il sottoscritto e infine il Gran Maestro degli Aviatori.
    È una scala gerarchica molto semplice quindi impossibile da dimenticare e non si accettano insubordinazioni.

    Detto questo sono colpito dalla quantità di informazioni che sei stato in grado di ricavare in così poco tempo.
    Harium, perché ora che Sean ci ha detto cosa pensa del braccio non termini il tuo rapporto?
    Sono estremamente curioso di sapere cos’altro hai da dire, se c’è dell’altro.
    Ad esempio, come si chiamava il villaggio che è stato attaccato e com’era razzialmente composta la popolazione?


    L’ultima cosa di cui aveva bisogno Laputa in quel momento era una guerra, un’altra, ma sembrava che qualcosa di particolarmente oscuro stesse accadendo ad Est.
    Il suo primo pensiero fu che fosse opera dei guerrafondai ad Ovest, odiavano i non umani e tutto ciò che rappresentavano e avevano accesso praticamente libero a Klemvor, che era un immane riserva di droni di ogni foggia e tipo.
     
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  9. Harium
     
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    L’analisi svolta dalla recluta fu impeccabile, tanto che a Sean fu possibile risalire a diverse informazioni partendo soltanto da quel rottame.
    Perfino il rinsecchito Comandante parve piacevolmente colpito.

    La successiva richiesta coinvolgeva l’Astro, giacché gli era stato chiesto di fornire ulteriori dettagli per inquadrare la situazione. Non esitò a parlare.

    Il villaggio si chiamava Piling Place, ed era situato nelle risaie della regione di Selowen. Era un paese di semplici contadini, ed è stato spazzato via da...

    Non fu facile trovare le parole adatte.

    ... li hanno descritti come dei fasci giganteschi di cavi che infestavano il sottosuolo, dotati di vita propria. Pare che quel drone potesse impartirgli degli ordini di attacco.

    Lanciò un’ultima occhiata a quel frammento metallico, che ora giaceva inerte: solo qualche settimana prima aveva ucciso intere famiglie, cancellando dalla faccia del mondo quel piccolo agglomerato di vita.

    Il robot è stato neutralizzato da un gruppo di viaggiatori accorsi sul posto, attirati dalle voci di corridoio che già parlavano di fenomeni anomali in quella zona. Nel gruppo c’erano anche l’aviatrice Virginia e il Gufo Reale, Cavaliere dell’Est.

    Non poté evitare di pensare che, purtroppo, quegli avventurieri erano arrivati troppo tardi.

    Tra le macerie hanno trovato delle telecamere minuscole... tutto ciò è stato voluto da qualcuno. Anche l’Est si sta muovendo per rintracciare i colpevoli, ancora sconosciuti. Ma la maggior parte dei sospetti ricade su questa stessa città.

    I grattacieli svettanti e fatiscenti si ergevano tutt’intorno, schiacciando con il loro peso quei piccoli esserini che avevano osato mettere piede nel Dominio delle Macchine.
    Harium fu attraversato da un brivido, accompagnato dall’impressione che invisibili occhi bionici li stessero osservando anche in quel momento.

     
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    A quanto pareva, il suo futuro superiore non era rimasto deluso da ciò che aveva sentito e gli spiegò l'essenziale gerarchia che vigeva in quel posto. Se non aveva capito male, c'erano solo tre uperrioi a cui doveva dare retta e lo stesso Khatep era il secondo di quella linea. Dovevano essere ben in pochi, per non avere qualcosa di più stratificato, anche se a vedere le dimensioni del luogo e le malcelate necessità di quel non morto, si sarebbe anche potuto dire il contrario. Certo, una semplificazione del genere aveva l'indubbio vantaggio di far capire a tutti chi comandava e non rendere molto facile creare paticci gerarchici come ogni tanto accadevano persino nella Tecnocrazia di Restayria... ma era altresì un buon modo per non gratificare nessuno.
    *Beh, poco importa, dopo tutto: l'importante è che mi diano le attrezzature giuste e che le coe siano chiare, poi possono perdere tutto il tempo che vogliono a riorganizzarsi* pensò l'ingegnere militare, che ormai si vedeva per lo più come membro di quella fantomatica organizzazione militare. Anche Vaira, conoscendolo, aveva già capito che l'offerta era stata accettata, ma stava ugualmente procedendo a dei calcoli di convenienza e di costi-benefici, ma i dati che aveva a disposizione erano troppo pochi per un calcolo anche solo vagamente accurato.
    Nessuno dei due fece però in tempo a parlare, perché, dietro sua domanda, il dragonico diede una otanziale conferma alla sua analisi, rivelando come l'oggetto fosse effettivamente il braccio di un androide che controllava dei fasci giganteschi di cavi.
    *Ecco spiegata la sovrabbondanza di fili elettrici che ho trovato lì dentro* si disse, non riuscendo a trovare il modo di porre quell'osservazione anche agli altri... non che fosse poi così rilevante, in fondo.
    Più impotante era il fatto che il robot non fosse stato neutralizzato dagli abitanti del villaggio di Piling Place, raso al suolo dalla macchina, quanto da alcuni viaggiaoti, di cui vennero fatti anche due nomi: quello della donna non gli dise niente, ma l'altro, quello del tale definito come Cavaliere dell'Est, fece letteralmente irrigidire Sean.
    "No... non può essere lui" disse, a microfono disattivato da Vaira.
    "Infatti: le probabilità di un'omonimia sono del 99,95%. Inoltre non c'è modo in cui il ninja posa aver raggiunto questo piacenta sconosciuto prima di noi ed essesimeso al servizio di un altro cosiddetto Presidio."
    "Hai ragione. Però devi ammettere che è una coincidenza piuttosto curiosa."
    "Indubbiamente."
    Finirono di ascoltare il resto del discorso dell'altro, il quale asserì che un'indagine anche dell'Est era in corso su quel caso in cui lui aveva dato un inconsapevole apporto con la sua analisi. Poi, riattivato il microfono, disse: "Mi spiace non poter contribuire oltre... Quali ordini, signore?"
    Avrebbe aspettato quindi una replica di Khatep, alquale volle quindi sostanzialment confermare implicitamente ancora una volta di aver considrato ed accettato la sua proposta. Il resto sarebbe venuto col tempo.

    Direi che se non ci sono altre questioni di gioco, possiamo chiudere con questo giro.
     
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    Perfetto.

    Aveva ascoltato le analisi preliminari di Sean e il rapporto completo di Harium, ricavandone assolutamente niente, certo adesso sapeva che c’era stato un attacco a un villaggio dell’Est che aveva praticamente sterminato l’intera popolazione, alcuni Cavalieri Celesti avevano distrutto gli invasori ma ciò non era servito a salvare delle vite.
    Non che a lui importasse qualcosa dei cittadini sotto la giurisdizione di Lady Kalia, a mala pena gli interessava del benestare di quelli del Presidio Errante, ma comunque la cosa era sospetta e poteva essere sia un caso isolato di droni impazziti che il primo passo di un disegno più grande e oscuro.
    Necessitava di più dati per poter elaborare qualcosa di più di vaghe supposizioni, purtroppo al momento non disponeva di niente del genere.

    Rimase immobile a riflettere sulle eventuali opzioni a sua disposizione, indubbiamente avrebbe dovuto conferire con l’Alfiere della cosa, dato che riguardava un altro presidio la cosa non era d’interesse per il consiglio ma l’amicizia personale tra Drusilia e Kalia l’avrebbe sicuramente indotta a fare qualcosa in merito, se non altro offrire aiuto all’Est.
    In tal caso sarebbe stato sicuramente meglio avere qualche idea pronta all’uso invece di prendere una manciata di aviatori mandandoli allo sbaraglio.

    Per quanto riguardava Sean, invece, doveva ammettere che gli aveva fatto una impressione molto favorevole e l’avrebbe volentieri accolto tra le sue fila poiché non solo sembrava competente in ciò che professava fosse il suo campo di studi, ma essendo stato parte di un’organizzazione militare avrebbe più facilmente capito quale fosse stato il suo posto.
    Tutto sommato sembrava aver speso le ultime ore in maniera piuttosto proficua.

    Molto bene, Sergente Harium puoi andare, più avanti discuterò con l’Alfiere della questione e potresti essere convocato per fornire nuovamente la tua versione dei fatti.
    Quanto a te, Sean, mi hai favorevolmente impressionato e per questo ti accolgo tra i ranghi dei Liberi Aeris Milites.
    Arrivato alla nostra sede dì loro che ti mando io, avranno i moduli da farti compilare per l’entrata effettiva.
    Bene, ora vado, ho del lavoro da sbrigare.


    Finito di parlare, considerando la conversazione come definitivamente esaurita e disinteressandosi del resto, l’Antico si mosse prendendo il braccio robotico dalle mani di Sean per poi allontanarsi con il suo solito passo lento e costante.
    Avrebbe sentito qualora gli altri avessero voluto dirgli qualcos’altro, ma non avrebbe replicato.

    Una volta fuori dalla nave batté una volta il proprio bastone sul suolo pavimentato di Klemvor e, dopo essersi trasformato in un essere di pura luminescenza, di diresse a velocità impossibili verso l’Isola Volante.
     
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