Ghiaccio e Fuoco

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    Tutto si riduceva all'accontentarlo o al non accontentarlo.
    Guardandolo, il glaciale Dimitriy Kozlov, non era altro che un bambino capriccioso ben lontano dall'avvicinarsi all'essere uomo. Coralia dentro di sé era combattuta: ritrarsi o acconsentire? L'illusione, che tiepida consolazione per gli uomini; grandissima bugia che loro stessi si imponevano come un marchio addosso. Sulla pelle.
    La Dama Scarlatta non alzò gli angoli nella bella bocca rossa ma seriamente prese ad avvicinarsi all'Eversore, decisa a condurlo verso un sentiero di perdizione e rimpianto. Dopo quell'amplesso, dopo quel sogno ammantato da cenere, lei sarebbe sparita di nuovo dalla vita del Russo e chissà se sarebbe mai tornata, elegante e spavalda, a tormentarla con il suo sguardo lungimirante e vermiglio.

    « Così sia. »

    In realtà non gli stava donando il suo cuore né una parvenza dello stesso: era una bugia a fin di bene che con il tempo avrebbe mutato propensione, divenendo crudele e spietata.
    Voleva divertirsi prima di lasciarlo, di imprimergli nella mente il suo profumo, il suo tocco, il suo ricordo. Così lo accontentò, trascinandolo nel buio più totale dopo avergli ghermito un braccio con entrambe le mani alabastrine. Il petto premuto contro l'arto per ammaliarlo e confonderlo, gettandolo nella confusione più totale e nel turbine della perdizione.


    « Vieni. »

    Lì lo condusse, soli con l'unica protezione del buio, e pareva lei una donna amorevole che sapeva di essere amata ma mai un battito animò il petto della giovane donna né un sospiro d'amore.
    Si rivestì senza dirgli nulla, ricoprendo le spalle bianche della fine stoffa dell'abito con cui si era presentata alle Cave del Sapere. Neppure uno sguardo dispensò a Dimitriy, donandogli solo chiassoso silenzio come ultimo pegno e... poi, poi se andò sparendo fra le sabbie del tempo e del rimorso.

     
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  2. _MajinZ_
     
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    Dimitriy alla fine era arrivato a supplicare... era sceso ad un livello talmente basso da dover supplicare quella donna che l’aveva stregato, il desiderio di averla era talmente grande che anche un assassino freddo come lui aveva ceduto alle sue pulsioni. Era un uomo, non un dio: nemmeno lui poteva resistere alle tentazioni che si arrampicavano sul suo animo... in quel momento non poteva fare altro che assecondarle, lasciandosi abbracciare da un mondo di perdizione, anche se per un solo giorno... una sola ora.
    Il ragazzo si voltò verso di lei, fissandone quei due occhi cremisi e magnetici. Sapeva che tutto ciò sarebbe stato doloroso, era a conoscenza del fatto che da quel momento avrebbe ricominciato a soffrire... forse più di prima. Eppure voleva godere di quei momenti appieno, senza nessun ripensamento di sorta. Si lasciò quindi tutto alle spalle quando le mani di lei afferrarono il suo braccio, trascinandolo delicatamente verso il buio che li avrebbe nascosti agli occhi altrui. Quando il petto prosperoso della Dama fu premuto contro l’arto, il russo si lasciò alle spalle ogni freno. Si morse la guancia, era così bella: non gli importava di nulla, adesso voleva solo lei e nient’altro.
    Tra quegli scaffali l’assassino e la moira divennero una cosa sola. Purtroppo però l’amore donato fu a senso unico, solo uno di loro era perdutamente innamorato dell’altra e sapeva bene che per lei non c’era niente di tutto ciò... ma quella bugia gli piaceva, a lui andava bene lo stesso. Forse era egoismo il suo, alla fine aveva ottenuto ciò che cercava... però c’era qualcosa di diverso in esso, donò tutto se stesso in quell’amplesso e lo fece solo per amore.
    Quando tutto giunse al termine, non ci furono parole tra i due amanti. Il biondo rimase poggiato allo scaffale alle sue spalle, con la giacca slacciata e la croce bene in vista. Lo sguardo di ghiaccio era fisso sul pavimento, mancavano del coraggio per osservare la schiena nuda di lei... che subito dopo venne riavvolta dalle sue bianche vesti. Sollevò gli occhi verso l’alto quando lei andò via, sfiorando con le dita quella croce metallica... che ancora una volta diventava il suo unico ricordo. Tuttavia un semplice oggetto non poteva sostituire quel che c’era stato tra loro. Gli sarebbe bastato osservarla per soffrire, però allo stesso modo non voleva separarsene... perché piuttosto che lasciarsi andare al dolore, preferiva continuare a vivere nella speranza di rincontrarla... un giorno.

     
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