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Cave del Sapere
Presidio Meridionale, Endlos.Osservandolo per bene, il Cainita giunse alla conclusione che il suo interlocutore fosse in un certo senso intimidito dalla proposta. Forse era troppo sfrontata per i suoi standard, forse avrebbe voluto rifiutare e non sapeva come dirglielo in modo gentile... o magari era semplicemente timido. Lo avrebbe scoperto col tempo, probabilmente.
-Sono qui per controllare lo stato di questa "biblioteca", chiamiamola così.
In un gesto elegante portò le dita agli occhiali, così da sfilarseli e riporli nel taschino.
-Pertanto rimarrò qui per circa una settimana. Alloggerò alla Quinta Bolgia, ma mi troverai quasi sempre qui.
Dopo averlo rassicurato, un leggero bip interruppe quella breve conversazione, riportandolo alla realtà e a quelli che erano i suoi impegni. Estrasse uno strano aggeggio meccanico estremamente sottile e lucido, perfetto e senza il minimo graffio. A contatto con le sue dita, questo prese a brillare e a mostrare caratteri su uno sfondo a righe, esattamente come se fosse diventato la foto di un block note. Arthur lo osservò, poi se lo rimise in tasca.
Ora però son costretto ad andar via: devo pagare la mia quota per la camera, o rischio che la prenotazione salti.
Senza spiegar nulla riguardo il tecnologico aggeggio, l'uomo si voltò dandogli le spalle e, lentamente, prese a passeggiare in direzione dell'uscita. Lo avrebbe salutato con un lieve inchino, prima di scomparire.
-A presto, signor Azazèl; venga pure da me quando desidera.SPOILER (clicca per visualizzare)A livello informativo: l'oggetto tecnologico è uno smartphone XD. -
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You say I'm changing?
Sorry, I didn't know
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«Ezazèl.» corresse automaticamente, in un fil di voce. Che Azazèl è il nome di una montagna israeliana, di un demone caprino, e del pg di Korialstraz.
«A presto.»
Agitò la manina per salutare il collega, e rimase con gli occhi fissi su di lui finché non lo vide sparire dietro ad uno scaffale.
Un lungo respito.
Bibliotecari che vivevano in gruppo e biblioteche senza bibliotecari. Si sentiva molto confuso. Ma la cosa che l'aveva turbato di più, forse, era lo strano strumento che Arthur aveva estretto dal taschino. Un piccolo libro senza pagine in una scatola di metallo! Che faceva bip bip.
Voleva sapere cosa fosse, ma ciò implicava seguire quel tizio a Palanthas, e non era ancora sicuro di volerlo fare.
«Uhm.»
Chinò il capo. La lanternina sferica dondolava piano, il filo stretto nella mano sinistra. La sua luce riempiva il pavimento di ombre ondeggianti.
I passi di Arthur si udivano appena. Uno, due, tre tap tap attutiti dalla distanza.
Poi, il silenzio.
Inspira, espira.
Perché, improvvisamente, stare in quella Bibblioteca lo faceva sentire a disagio?.