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Fighting the Beast - Epilogo

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    Viaggiatore dei Mondi

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    La Bestia è stata sconfitta. Il Drago Divora-Mondo non estinguerà più alcuna realtà.
    Khellendros sta morendo... e qualcosa dentro di te inizia a far male, ma non si tratta solo del dolore del lutto per la triste fine toccata al Caduto: mentre la vista ti si annebbia, il mondo comincia a vorticarti intorno, un'eco della sua coscienza genera un ultimo fremito, e -a causa dell'impatto sulla tua psiche- cominci a precipitare, incapace di continuare a volare.

    Il legame che hai stabilito con il tuo antico fratello si riattiva per un momento,
    e mentre il cielo di Endlos e la sua terra -che ora ti balza incontro- svaniscono ai tuoi sensi,
    tutto diviene nero.

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    A passo svelto percorse le vie segrete del bosco, seguendo tra la vegetazione le tracce che -con ogni probabilità- non era stata nemmeno consapevole di aver lasciato: si era allontanata dall'accampamento da sola, dicendo di voler meditare prima della battaglia, ma... ormai era passato un po', il sole sarebbe tramontato presto, e uno strano inspiegabile presentimento aveva iniziato a renderlo preoccupato ben al di là dell'apprensione che quella creatura -bella e fragile come un sogno- gli ispirava naturalmente. C'era qualcosa nell'aria, e un presagio di pericolo gli cresceva nella mente.

    Superato un assembramento di siepi e cespugli, la radura gli si stagliò davanti e vide.
    Vide il Demone sostare in piedi sotto un albero isolato dandogli le spalle, notò la sua strana postura -la schiena china in avanti e un braccio sollevato a puntellarsi contro la corteccia-, e un secondo più tardi si sentì invadere dal gelo dell'orrore e dal fuoco della furia quando scorse oltre la sua ombra la candida figura della Reverenda Figlia - ignobilmente schiacciata contro il tronco, e con i polsi immobilizzati sopra le chiome dorate.

    Poi divenne una vibrazione nell'aria, un vivido senso di minaccia scagliato di prepotenza nel cuore dello spiazzo erboso come un fulmine a ciel sereno, e l'uomo in nero fu costretto a lasciar libera la bianca incantatrice per ritrarsi con un balzo, prima che un lucore magico investisse con precisione chirurgica il punto in cui si era trovato.


    « Ma guarda... È arrivata la cavalleria. »

    Quel commento sarcastico raggiunse l'indirizzo del nuovo arrivato, ma il giovane dai lunghi capelli ciano rimase immobile nella sua composta ostilità, fissando a lungo l'aggressore col più puro sprezzante disgusto, prima di voltargli le spalle e porgere premurosamente la destra alla Sacerdotessa della Luce.

    « Stai bene, Elistree? »
    le chiese protettivo, accogliendo gentilmente la mano di lei nel palmo
    « Ti ha fatto del male? »

    Fissandolo di rimando con occhi spauriti, la fanciulla gli rivolse un sorriso forzato e scosse la testolina in segno di diniego, lasciandosi trarre lontano da quell'albero senza spiccicare parola; a dispetto della rassicurazione appena ricevuta, però, la preoccupazione non lasciò il volto del suo salvatore finchè non le ebbe scrollato le schegge di legno dai capelli biondi e avvolto le spalle esili nel proprio mantello.

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    « Di nuovo tu... »
    esordì dopo, con voce gelida, concentrando infine la sua attenzione sull'altro
    « Ti è già stato detto che i tuoi contratti non ci interessano. »
    continuò, col sussiego che si riserverebbe ad un piazzista insisente
    « E alle rovine di Aiolon mi sembrava anche di averti avvisato
    che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avremmo risolta a parole. »


    Senza lasciare tempo o diritto di replica, il ragazzo partì all'attacco senza preavviso: ali membranose e rivestite di squame lo proiettarono faccia a faccia con il Demone nel tempo di un battito di cuore, e il braccio destro si levò verso il cielo per ricadere sulla testa dell'avversario come una ghigliottina... mutando forma, dotandosi di artigli affilati, rostri appuntiti, e scaglie coriacee.
    Ma il nemico non era più là, e il colpo non investì che aria.


    « Ti brucia così tanto che l'abbia toccata? »
    un sussuro velenoso al suo orecchio annunciò la presenza alle sue spalle
    « ...come se nell'oscurità delle tue notti non avessi mai sognato di fare lo stesso. »

    Nel voltarsi, il giovane caricò la zampa di forza centrifuga, ma anche stavolta l'uomo in nero lo eluse, e seppure il volto non mostrò alcuna emozione, uno sfarfallio nei suoi occhi tradì il turbamento di sentirsi sbattere in faccia una verità custodita come un vergognoso segreto che non osava ammettere neppure a sé stesso; le pupille allungate -da rettile-, che raccontavano il vero retaggio del suo essere draconico -ora celato dagli artifici di un incantesimo metamorfico- tornarono visibili.

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    « Non è per Lei che hai iniziato a vestire quel patetico costume da uomo... »
    lo stuzzicò il Demone, col suo peggior sorriso provocatorio
    « ...Khellendros? »

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    Quando rinvieni, ti scopri sdraiato sulla schiena all'ombra della carcassa del Mostro: nonostante la stanchezza e le ferite, i tuoi compagni d'arme -Firion, Mozart e Mugen- hanno avuto la prontezza di spirito di agguantarti in caduta libera e portarti in salvo a terra; di certo -con una buona scusa-, potrai motivare loro il tuo mancamento improvviso... ma come spiegherai quelle immagini a te stesso?

     
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  2. Harium
     
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    Il fratello caduto gli dedicò un ultimo riverbero di pensiero, forse involontariamente, o forse per affidare a qualcuno le sue memorie prima di scomparire dall’esistenza. L’impatto di un ricordo sbalestrò l’Astro, che si ritrovò a precipitare nel vuoto, immergendosi in un altro passato.

    Una ricerca affannata in una foresta, un sentore oscuro che attanagliava la testa.
    Poi una radura, la fanciulla, e un demonio. Lei - l’unica creatura per cui valesse la pena vivere - non sembrava ferita. Ma quel bastardo doveva essere punito, anche solo per averle torto uno dei suoi finissimi capelli dorati. Da tempo perseguitava la mia vita, ma questa volta aveva passato il segno.
    Bastò un tenue rilascio di potere per azzerare la distanza, mentre le ali venate sbocciavano prepotentemente dalle scapole. Ma lui si spostò in un frammento di secondo.
    Le sue parole facevano montare un odio smisurato, doveva essere azzittito subito. Ma quello scansò anche la successiva zampata.
    Il suo immortale sorriso di sfida biascicò le ultime parole: non è per Lei che hai iniziato a vestire quel patetico costume da uomo, Khellendros?

    Capì quindi che anche suo fratello aveva trovato un fondamento per ricostruire la sua esistenza... l’Amore.

    La reminiscenza si sfilacciò come un lembo di tessuto, trovando nuova dimora nella memoria di Harium.
    Lui rinvenne al suolo, circondato dai suoi commilitoni preoccupati.

    Sdraiato accanto al fratello.

    Gli sembrava di rivivere i suoi giorni da cucciolo quando, all’esordio del tempo, tanti piccoli rettili spiritiformi erano accucciati su di un flusso di energia primigenia, stretti stretti per non disperdersi nell’oceano di spazio caotico. Anche allora i due Draghi erano stati vicini, aggrappati disperatamente sul ciglio del baratro.

    « Non lasciarmi mai cadere nel Vuoto, Harium. »

    Quelle parole pronunciate eoni prima furono lancinanti come una fitta di dolore.
    Pianse calde lacrime, singhiozzò disperato per la fatica e per quello che non era riuscito a impedire.
    Dopo miliardi di anni aveva perso la presa, e suo fratello era scivolato nel Vuoto.

    Per sempre.



    Edited by · Jira · - 23/7/2013, 16:19
     
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1 replies since 19/7/2013, 12:31   116 views
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