[Quest] Dissanguato

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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    L’Est. Una terra magnifica, così pacifica, così gioiosa, splendente, fertile, ricca di prospettive, di opportunità di tanta brava gente… di sangue! Ce n’era moltissimo in quella terra baciata dal vento e dal sole ed era così facile da prendere: altro che i gruppi nomadi compatti delle riarse terre del Sud, dove prendere anche solo una goccia era molto difficile non solo per le “formazioni sociali” lì presenti, ma anche perché, salvo Merovish e pochi altri centri, tutti si spostavano in continuazione. E poi tra quelle sabbie era rimasta troppo a lungo: non avrebbe voluto di certo tornarci per un bel pezzo. Non prima di aver ottenuto ciò che cercava da quando i erano incontrati e lei aveva potuto lasciare, sebbene in un modo del tutto particolare, la prima delle prigioni in cui era stata confinata da tempo ormai immemore.
    Ma il passato non era importante quanto il fatto che in quel momento nell’aria si sentiva un odore molto particolare e molto invitante: l’odore del sangue di una fanciulla appena deflorata. Anzi, che stava venendo deflorata proprio in quel momento! Non poteva credere alla propria fortuna… e non poteva aspettare molto a lungo prima di esercitare la propria brama.

    Quando arrivò, la biondina era profondamente addormentata, disfatta dalla fatica, ma felice per quello che aveva appena vissuto con qualcuno che l’aveva lasciata lì sull’erba della collina. Un gran bel tipo a lasciare una biondina che non poteva avere più di quindici anni in quello stato, praticamente nuda ed abbandonata a se stessa dopo averla fatta sanguinare per la prima volta nella sua vita.
    Prima ed anche ultima: le sollevò delicatamente la grezza sottoveste, che scorse via fluida sulla sua pelle giovane e morbida, per scoprirle il femore destro. Lei si mosse, mugolando qualcosa, convinta evidentemente del tocco del suo amore… ma l’immersione della punta fu rapida e non le avrebbe lasciato scampo. La giovane vittima si svegliò di soprassalto, ma ebbe a malapena il tempo di capire quello che stava succedendo quando sentì la vita scorrerle letteralmente fuori dal corpo. Nella notte per lei più bella della sua esistenza, quest’ultima le venne rubata e tutto ciò che ne fu testimone fu una sua lacrima di rabbia, dolore e confusione.

    Il mattino seguente, la giovane praticante di medicina legale si presentò all’obitorio per svolgere il suo consueto lavoro… e quando vide quel corpo, dapprima agghiacciò e poi iniziò ad urlare e ad andare su tutte le furie, urlando contro tutto e tutti e pretendendo in una maniera quasi preoccupante che i Cavalieri Celesti si presentassero da lei immediatamente. C’era da scommettere che se avesse potuto, li avrebbe passati tutti in rassegna e avrebbe avuto da imprecare ed inveire contro ognuno di loro.

    CITAZIONE

    Angolo di Narrazione



    Questo è l’inizio di una nuova vicenda all’interno dei confini dell’Est.
    Un delitto si è consumato in piena notte ed il giorno successivo, all’obitorio di Istvàn si è scatenata un’insolita baraonda, tanto da richiedere l’intervento in generale dei Cavalieri Celesti. Lascio a voi ogni dettaglio sul modo in cui venite a sapere di questa convocazione, compreso l’eventuale carattere ufficiale o ufficioso della vostra risposta e del vostro presentarvi lì.
    Quando arriverete, troverete una donna sulla trentina d’anni davvero arrabbiata e stizzita con il mondo intero ed intenta a lavorare borbottando adirata fra sé e sé sul tavolo operatorio. Lì, se volete, potete rivolgerle la parola oppure restare in silenzio finché non si accorgerà di voi.

    Per quest’unico non lascio particolari scadenze dato il periodo particolare e la quest continuerà quando avrete postato entrambi.
    Detto ciò, non mi resta che augurarvi buon divertimento
     
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    Fra un capitolo e l'altro. Esattamente nel mezzo, non prima non dopo, capitato in quella sottile terra di nessuno, dove mai ci si sarebbe aspettati che sarebbe potuto succedere.
    Chi l'avrebbe mai potuto dire che Sarah sarebbe stata coinvolta in una piccola avventura, in quel periodo durato solo pochi giorni, fatto di senso di vuoto e di riflessioni. Cosa c'era stato prima lo si sapeva, non ancora cosa ci sarebbe stato poi, ammesso che ci fosse stato qualcosa.



    Quella notte la fanciulla dai capelli biondi stava seduta (diciamo pure sdraiata) su una delle panchine di una delle piazze di Istvan. Le strade erano deserte per l'ora e regnava un silenzio quasi irreale mentre lei fissava il cielo cercando ti trovare qualche stella che potesse ispirarla, scrutando però solo nuvoloni neri.
    Non era molto sicuro starsene lì a quell'ora, soprattutto dopo quando le era successo, e lo sapeva benissimo. Tuttavia a un certo punto si era fermata e si era seduta, per poi rilassare ogni suo muscolo e guardare in alto. Forse aveva bisogno di riposare, di prendersi una pausa da tutto quello o magari si era semplicemente resa conto che non avesse senso muoversi quando non si sapeva dove si voleva andare.
    Era un po' come essere sdraiati sulle macerie. Quelle che una volta erano state la sua vita prima di incontrare Ise. Per molto tempo non aveva pensato altro che a liberarsi da lei e ora che era libera e la fata non c'era più, annientatasi da sola attirando le ire di qualcuno, si era resa conto che non le era rimasto niente. Non poteva tornare nel suo mondo natale, non in quella ridicola condizione, e tutto ciò che credeva essersi costruita su Endlos si era rivelato un'illusione. L'Est, i Cavalieri Celesti e Dama Kalia probabilmente non erano altro che una menzogna colossale!
    Forse stava vivendo quella che veniva chiamata disillusione. Quando si toglieva lo zucchero, si strappavano i veli e si vedevano finalmente come andassero le cose. Quel presidio era detto quello della Pace e forse era proprio così, tuttavia a che prezzo la si conservava? Ingannando tutto e tutti? Oh, magari molti lo avrebbero considerato un tributo accettabile, ma lei ne dubitava fortemente: anche su Wanu, nella nazione in cui lui viveva, tutti avevano bene o male chiuso un occhio sulla corruzione che si annidava un po' ovunque nel paese, fino a quando era diventato tardi per agire e la popolazione si era trovata spaccata in due: alcuni privilegiati e una moltitudine di gente sull'orlo della povertà. Anche alla parte orientale di Endlos spettava la stessa sorte?
    Sbuffò. Fosse stato solo quello il suo problema! Il fatto era che non le era rimasto proprio niente, se non un paio di cose di cui avrebbe fatto volentieri a meno: un gruppo di spie/complici della sua nemica, meglio note come "abitanti di Einheit", a cui aveva giustificato l'assenza della fata con una scusa e un illogico dolore, proveniente da una parte di sé che teneva ancora ad Ise.
    Finalmente si decise ad alzarsi in piedi. Addormentarsi lì sarebbe stato tutt'altro che onorevole e meno male che in quel momento non stava indossando un uniforme dell'ordine. Farsi vedere sdraiata su un panchina, come una sbandata, non sarebbe stato uno spettacolo un po' imbarazzante per le Spade di Istavn e se un suo superiore l'avesse scoperto le avrebbe fatto probabilmente una predica. Per quel che le importava...



    Il mattino segunete sembrava che stesse accadendo qualcosa all'obitorio, tanto che la notizia giunse anche al piccolo gruppo di cavalieri a cui era stata assegnata la ragazza per un ordinario pattugliamento, lavoro che non era proprio il massimo del divertimento. Beh, a dire il vero iniziava a domandarsi se non fosse una perdita di tempo tutto ciò che faceva nei Cavalieri Celesti.
    Si era appena liberata da una prigione, perché doveva rimanerne in un'altra? Per cosa poi? Per imparare a pensare solo a cosa gli convenisse e diventare come le forze dell'ordine del suo paese natale? Impegnate più a preservare la struttura statale che alla tutela dei loro cittadini. Per mettersi una benda davanti agli occhi e continuare a illudersi quanto bello e felice fosse l'Est? Anche se avesse continuato ad agire onestamente e in buona fede, sarebbe stata comunque complice del tutto: avrebbe fatto parte del lato pulito, da mostrare alla gente per nascondere il marcio.
    Comunque i membri della squadra iniziarono a pensare che fosse il caso di mandare una persona sul posto, per capire cosa stesse succedendo. Dopo un po' che vide che nessun altro farsi avanti, la principessa si offrì volontaria. Certo, andare all'obitorio sarebbe stato ancora peggio di pattugliare il posto, ma c'era una cosa che doveva vedere: i giorni successivi all'imboscata che aveva subito era tornata spesso sul luogo per capire meglio cosa fosse successo e non aveva trovato il cadavere della fata caduta nel precipizio. Ciò voleva dire che fosse viva? Ne dubitava; probabilmente il corpo era finito in qualche cespuglio o anfratto in cui non aveva guardato o magari qualcuno lo aveva portato via. Chissà, magari l'avrebbe proprio trovato dove si sarebbe diretta, anche se era un po' improbabile, vista la distanza della capitale rispetto al logo dell'assalto, ma non le costava nulla tentare.

    Raggiunse lentamente l'edificio, abbastanza di controvoglia. Un po' anche perché non voleva avere la conferma che l'ex amica fosse morta per continuare ad alimentare quell'insulsa speranza. Ad ogni modo non ebbe modo di indagare: gli unici cadaveri che vide erano visibilmente di uomini ed erano stati coperti da dei panni di stoffa bianca. Sapeva che ce ne fossero molti altri, ma non era sicura di poter chiedere di poterli esaminare e anche se fosse stato così non sarebbe stato giusto approfittarne per fili personali.
    Raggiunse allora la donna che aveva scatenato la piccola baraonda e aspettò davanti a lei senza dire nulla. Sembrava di pessimo umore, ma se era per questo anche lei lo era e sarebbe bastato vederla in faccia per capirlo.
    Status psichico: Di cattivo umore, leggermente svogliata, senso di vuoto
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 110
    Equipaggiamento: La punta d'Argento (spada), uniforme da cavaliere celeste (abiti), Mantello dell'anonimato (Piegato e riposto nello zaino)
    Attive utilizzate: -
    Passive in uso:

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.

    La perseveranza di una principessa: Nelle fiabe classiche questa caratteristica non è certo comune in questi personaggi, invece lo è maggiormente in quelle moderne, in cui il ruolo di queste ragazze non si limita a quello di "bella damigella in pericolo".
    Sarah si avvicina di più al secondo caso, ma non persevera solo nel perseguire un particolare progetto o nel rispettare ciò in cui crede, ma in quasi in tutto ciò che fa. È una fanciulla parecchio testarda. Qualcuno afferma, spesso per scherzo, che questo genere di persone (talvolta perseveranti al limite dell'esasperazione), sia in grado di abbattere un muro a suon di sbatterci addosso, se si impuntano di dover passare per forza di lì.
    Tralasciando però tutto lo spreco di tempo ed energie che questo atteggiamento, chi è perseverante spesso riesce dove altri falliscono, per il semplice fatto di essere andato avanti, quando il resto si è già arreso. A volte è questione di provare e riprovare e di imparare a conservare le energie per farlo, ad aver tenuto da parte quel poco che serve per compiere quell'ultimo tratto, che gli altri non hanno potuto percorrere perché sfiniti o perché hanno abbandonato prima.
    Proprio facendo così; andando testardamente avanti, conservando sempre un po' di forze da usare alla fine e cercando di attingerne comunque un po' quando sembrava esserne a corto, Sarah ha fatto aumentare l'energia magica a sua disposizione (quasi l'avesse "allenata"). Permettendole così di andare avanti ancora di più, avendo a disposizione maggiori risorse.
    In termini di gioco, questa passiva fa si che la ragazza abbia il 110% di energia all'inizio di ogni scena, si tratti di quest, duelli o altro.

    La volontà di una principessa: Ancora una volta si può notare il netto contrasto di questa figura nelle fiabe classiche, o che si rifanno a tale filone, e in quelle moderne. Mentre nel primo caso di volontà non si può quasi parlare, dato che queste dame non posseggono alcuna difesa e possono solo farsi salvare dalle minacce di turno, mentre nel secondo è quasi una costanza. Certo, viene considerata più una dote psichica, che consiste nell'essere capaci di rimanere fermi e fedeli ai propri ideali, indipendentemente dalla forza delle pressioni esterne, che come la capacità di ignorare i lamenti del proprio corpo, come invece viene considerata nel caso dei guerrieri.
    Anche Sarah possiede questa qualità, tipica delle principesse delle fiabe moderne, che in lei è particolarmente potente. Soprattutto dopo aver affrontato diverse influenze mentali, tra cui una di particolarmente ostica e inizialmente solida, che però col tempo iniziò a venir lentamente aggirata, minata e infine schiacciata e totalmente sconfitta via via che il volere della ragazza si rafforzava.
    Proprio perciò ora ogni volta che un attacco psionico tenta di farsi strada nell'animo della fanciulla questo ha decisamente più difficoltà del solito. Innanzitutto trova una naturale resistenza da parte della fanciulla, che rende certa Sarah di essere sotto un'influenza mentale sin da quando questa inizi ad agire su di lei e in brevissimo tempo sarà capace di capire in cosa consista e quali falle sfruttare per rimuoverla.
    Certo, essere consapevoli di essere sotto un attacco psionico non basta per evitarlo, ma a tal punto basta investire un po' di energie per liberarsene.
    In termini di gioco questa passiva permette a Sarah di capire di subire un'influenza, identificarla e intuire come fare a dissolverla, anche in termini di energia da impiegare.
     
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    Le sabbie del tempo.

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    Non si trovava più nella foresta, anzi, era in uno dei suoi periodi di pausa dalla lussureggiante vegetazione che le erano stati concessi per potersi dedicare alla preghiera del suo Dio, il grande Cegorath.
    Per quanto fosse curioso pensarlo, queste preghiere consistevano nell’esibirsi nelle strade delle varie città in cui passava ed era proprio ciò che stava ora facendo l’Arlecchina, una dozzina di palline colorate in mano con cui stava giocando, facendole volare abilmente in aria come se fossero state un’estensione della sua stessa coscienza.

    Lei stessa si stava molto divertendo, quel luogo pacifico era così diverso dall’universo di sangue e orrore alla quale si era abituata crescendo e faceva ancora fatica ad abituarsi al non scendere su campi di battaglia invasi da mostruosità aliene e aberranti demoni del Chaos.
    L’Est a confronto sembrava davvero un paradiso in terra nel quale non succedeva mai nulla d’emozionante, persino i suoi giorni nella foresta trascorrevano pigri ma se non altro doveva dirsi contenta per la possibilità di ballare nuda tra gli alberi, nel cuore di Fanedell nessuno l’avrebbe disturbata.
    Ah, la danza, a volte le mancava danzare con le sue fide lame, i suoi strumenti prediletti, ma sembrava che in quei luoghi non si presentasse mai l’occasione e se da un lato ne era contenta, dato che non amava particolarmente uccidere, dall’altro quella sensazione di euforia che le dava la Danza della Morte era qualcosa a cui difficilmente si poteva rinunciare.

    Intanto che macinava grama questi ed altri pensieri le mani continuavano a muoversi leggiadre, tra una capriola e l’altra, mantenendo in aria quelle palline per il divertimento dei piccini che rimanevano estasiati dalla sua abilità.
    I più grandi la osservavano per altri motivi, questo lo sapeva, la sua nuova tuta era aderente come la prima e altrettanto sgargiante, tanto che arrivava a farle quasi da seconda pelle ed evidenziava le sue forme scolpite e longilinee.
    Sorrise al ricordo di qualche giorno prima, quando un giovanotto ubriaco aveva cercato di toccarla per molestarla e si era rapidamente ritrovato a terra con un paio di brutte fratture scomposte.

    Il suo ciclo di pensieri non era però destinato a durare a lungo poiché un piccolo gruppo di Cavalieri Celesti le passò oltre borbottando di problemi all’Obitorio, sempre continuando il suo numero di giocoleria si mise a seguirli e quando chiese informazioni, qualificandosi come Falco di Fanedell, questi si misero a ridacchiare.
    Fu solo quando fece il nome si Sylvanas e ne ebbe atterrato uno con un calcio perché aveva cercato di afferrarla per un braccio, pur senza interrompere il suo numero, che gli altri si resero conto che non era un’artista di strada comune e che probabilmente la ranger l’aveva assunta davvero.
    Dopo essersi fatta spiegare che effettivamente i problemi venivano da lì, li ringraziò e sempre facendo roteare le sue palline si diresse spedita verso la sua destinazione.
    Forse quel giorno ci sarebbe stato qualcosa da fare di divertente.

    Una volta arrivata entrò tutta pimpante solo per trovarsi davanti ad altre due donne, entrambe visibilmente irritate per qualche motivo, mentre tutto attorno a loro era pieno di cadaveri coperti da panni.
    Fece un profondo inchino senza interrompere il suo gioco di mano e disse.

    Isha Tandris dai Falchi di Fanedell, per servirvi.


    Quando si rialzò osservò meglio le due donne e mentre cominciava a scagliare, in rapida sequenza, le sue palline nel bidone della spazzatura senza sbagliare un colpo disse ancora.

    Qual è la natura dei problemi in questo luogo, è per caso morto qualcuno?


    Non ce la fece a rimanere seria, infatti esplose poco dopo in una risatina soffocata a causa della sua sciocca battutina.
    Per quanto gli Eldar fossero una razza antica, seria e potente gli Arlecchini erano una decisa differenza dal resto della loro stirpe, considerati piuttosto strani dagli altri, il loro dio si divertiva a prendere in giro e schernire le altre divinità e loro, come lui, non potevano che fare lo stesso.
     
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    Alla fine solo due Cavalieri Celesti si presentarono e nessuna delle due sembrava aver letto nulla della richiesta ufficiale lanciata tre giorni prima proprio dall’obitorio… loro, come nessun altro.
    Sarah venne ignorata in un primo momento dalla donna, troppo presa da qualsiasi cosa la stesse facendo arrabbiare ancora in quel momento, ma prima che alla fine potesse chiederle qualcosa o mandarla via, l’arlecchina sopraggiunse in quel momento con la sua battuta, che non ebbe un effetto minimamente ilare, ma sembrò fin da subito piuttosto improvvida.
    Ma per tutti gli stramaledetti dei e semidei di Endlos! Io è da tre giorni che chiamo i Cavalieri Celesti, tre giorni! E tutto quello che riescono a fare è mandarmi una degli spostati della foresta e per giunta una buffona senza cervello!?” sbottò al limite del furibondo. Poi si rivolse direttamente a Sarah: “E tu? Sei aggregata a questa damascata naturopate o sei qui per identificare una delle quattro vittime? Se è per l’ultima, non c’era bisogno: l’ho già riconosciuta io, maledetti tutti!
    Dopo un prolungato sbuffo degno di una vaporiera, la giovane dottoressa legale le invitò, non tanto cortesemente, a seguirla fino ad una stanza laterale, dove erano accostati quattro tavoli tutti coperti da un telo bianco ciascuno. Senza tanti complimenti, la donna ancora arrabbiata si accostò ad uno di essi e scostò il lenzuolo abbastanza da scoprire il volto e il collo ricucito di un uomo barbuto sulla cinquantina d’anni.
    Questo taglialegna è il primo ad essere stato trovato vicino a Fanedell. Non aveva niente, nessun segno, niente di niente. Solo un taglio da una parte all’altra del collo, preciso e senza forzature, tirato dal davanti e non con la classica presa da dietro. La morte deve essere stata rapida e non deve essere nemmeno riuscito ad emettere un fiato.
    Il secondo corpo era molto più giovane, di un coetaneo forse della dottoressa. Anche in quel caso la causa della morte era un colpo al collo… ma non un taglio, quanto la perforazione di una punta che sembrava quella di una spada o di una sciabola, anche in quel caso con una precisione semplicemente chirurgica alla giugulare. Anche quel garzone di bottega era stato ritrovato vicino a Fanedell, ma apparteneva ad un villaggio e non viveva da solo come il taglialegna.
    Il terzo morto era un bambino di neanche dieci anni, ritrovato vicino ad un laghetto a Chediya formato da un allagamento di un fiume che scendeva dalla regione di Shea. La causa della morte era un trapasso al cuore da dietro, apparentemente dalla stessa arma che aveva ucciso il garzone. E il tono della dottoressa i era fatto via via più aspro quando descriveva il ritrovamento del piccolo vicino all’acqua due giorni prima, forse attardatosi dopo aver fatto il bagno.
    La quarta vittima venne completamente scoperta dalla dottoressa, rivelando una ragazzina di quindici anni appena, uccisa da una ferita da penetrazione all’arteria femorale sinistra. “Doveva morire la mia sorellina perché si muovesse qualcuno. Non bastavano gli altri tre, doveva essere pure lei vittima di questo bastardo dissanguatore! E aveva appena preso il suo primo uomo in corpo… Spero solo che fosse Michael e non lo stesso che poi l’ha ammazzata così…
    La donna stava per cominciare a piangere, evidentemente portata vicina al punto di rottura da quella morte più che da tutte le altre. Tra le vittime non sembrava esserci alcuna connessione, né di parentela né di vicinanza di zona: l’unico tratto distintivo sembrava il fatto che nessuna delle vittime sembrava essere arrivata lì senza più una goccia di sangue in corpo. Un po’ troppo poco per cominciare delle indagini, ma anche troppo per non cominciare a fare qualcosa in merito.

    Angolo di Narrazione


    La situazione non sembra essere di certo rosea, eppure in questo stato la dottoressa sembra non essere in grado di fornirvi spontaneamente altre informazioni. Avete a disposizione qualche indizio, se volete, oppure potete chiedere altre informazioni.
    Con questo giro si chiudono definitivamente le iscrizioni.
    Turni liberi, prossimo intervento il 10 agosto.
     
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    Curioso, davvero curioso! Aveva imparato che su Endlos persone e fatti insoliti fossero assai comuni, eppure certe cose riuscivano ancora a stupirla. Insomma, difficilmente avrebbe potuto immaginare la scena che aveva davanti agli occhi: un' Eldar che faceva volare delle palline in un obitorio, in un contesto a dir poco teso e che per giunta si presentava come un Falco di Fanedell! A momenti si sarebbe stupita di meno se le avessero detto che qualcuno intendeva attaccare Endlos (cosa che succedeva sin troppo spesso).
    Se non altro lo spettacolo bizzarro si rivelò una distrazione incredibile, tanto che dimenticò per un po' i suoi pensieri. Ma l'incanto venne infranto ben presto dalla donna, che iniziò ad inveire contro lei e la nuova arrivata.
    Tra le sfuriate iniziò però anche ad accennare a qualcosa riguardo al motivo della sua rabbia. Parlava di vittime, cadaveri da identificare, parole che iniziarono a far capire cosa fosse successo alla principessa; come pezzi di un puzzle che si stavano aggregando.
    Fece quindi segno di seguirla e le condusse nella stanza dove erano stati adagiati i quattro corpi.
    Andò avanti ad illustrare i decessi, visibilmente alterata, fino a quando non arrivò all'ultima vittima, sembrando sull'orlo di esplodere.
    " Doveva morire la mia sorellina perché si muovesse qualcuno. Non bastavano gli altri tre, doveva essere pure lei vittima di questo bastardo dissanguatore! E aveva appena preso il suo primo uomo in corpo… Spero solo che fosse Michael e non lo stesso che poi l’ha ammazzata così…"
    La biondina chiuse un attimo gli occhi e fece un respiro profondo. In quel momento aveva appena trattenuto un sorrisetto che stava per spuntarle in faccia. No, non le era affatto piaciuto l'accaduto, tuttavia al sentire quelle parole aveva sentito tornarle l'energia che in quei giorni l'aveva abbandonata (in poche parole: le era tornata la voglia di cacciarsi nei guai). Anche se forse l'Est era una colossale menzogna, iniziò a pregare che le venisse concessa l'occasione, forse per l'ultima volta, di fermare una nefandezza che infestava quelle terre. L'idea che si fossero consumati dei delitti così orrendi le dava una motivazione forte quasi come quella che la muoveva quando era appena entrata nell'ordine.

    Per prima cosa doveva cercare di calmare la dottoressa. In quelle condizioni non poteva aiutarele molto. Avrebbe cercato di canalizzare il suo dolore per trasformarlo in determinazione. In fondo le avevano insegnato a parlare alla gente e per una volta aveva la possibilità di usare il proprio carisma per uno scopo utile.
    " Dottoressa, so cosa prova in questo istante..."
    In fondo era vero: anche lei aveva sofferto quando aveva visto Ise precipitare nel precipizio, anche se avrebbe dovuto esserne contenta dopo tutto il male che le aveva arrecato.
    " ...ha tutto il diritto di prendersela con noi, come di piangere. Tuttavia l'unica cosa che noi e lei possiamo fare adesso per quelle persone è fermare chi le ha uccise e abbiamo bisogno che lei mantenga la calma per farlo. Non credo che lei voglia che un simile criminale la passi liscia, non dopo quello che ha fatto a sua sorella."
    Forse c'era anche la possibilità di riportare in vita i quattro, ma non accennò alla cosa. Non era certa che le curatrici di Misericorde fossero in grado di ripetere il miracolo che aveva visto. Quanto a lei non credeva proprio di esserne capace: Ise le aveva accennato a un incantesimo di resurrezione, ma non l'aveva mai provato e soprattutto le mancava ancora una parte da imparare, senza contare che era utilizzabile solo su chi si conosceva.
    Ad ogni modo sperò di essere riuscita a motivarla e cercò di sapere di più sul fatto.
    " Desidererei sapere qualche altra cosa sulla vicenda.
    Prima di tutto c'è un aspetto che mi lascia perplessa: il fatto che siano tutti dissanguati. Ho qualche nozione di magia curativa e primo soccorso e credo che non tutte le ferite che lei ha mostrato inducano a dissanguare qualcuno a tali livelli."

    Prima di tutte quella del bambino: colpendo il cuore si arrestava il flusso sanguigno, rendendo quasi impossibile che tutto il sangue fuoriuscisse all'esterno spontaneamente.
    " Vorrei sapere come è avvenuto il dissanguamento e se nei cadaveri ha notato altri particolari. Anche magari trascurabili o non riconducibili direttamente al delitto."
    Magari il colpevole aveva lasciato loro qualche altro indizio.
    " Poi mi piacerebbe sapere chi è questo Michael e dove potrei trovarlo."
    Da come ne aveva parlato sembrava conoscere molto bene la ragazza e forse sarebbe stata una buona idea interrogare anche lui dopo la dottoressa. In fondo le persone più vicine alle vittime spesso erano le uniche a conoscerne a fondo le abitudini e a notarne comportamenti strani quando erano turbate.
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    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.

    La delicatezza di una principessa: Chiunque abbia mai letto un libro per bambini sa che le principesse delle fiabe sono delle creature talmente graziose e delicate che nemmeno il più crudele degli antagonisti ha mai osato alzare un dito su di loro; limitandosi a rinchiuderle nella torre di un qualche castello, piuttosto che far conoscere loro il dolore.
    Tuttavia Sarah un tempo era un ragazzo che sognava (e sogna tutt'ora) di diventare come uno degli eroi storici o, perché no, dei racconti. E si sa che tutti i paladini della giustizia hanno una dote innata a cacciarsi nei guai; tanto che nemmeno il più paziente degli aiutanti non può trattenersi dal dargliene di santa ragione per tutte le disavventure in cui si lasciano coinvolgere.
    Come può Sarah, vista la sua attitudine a mettersi nei pasticci, non conoscere il dolore come tutte le altre principesse? Semplicemente non provandolo.
    Infatti, al suo posto la fanciulla sentirà una sensazione né piacevole, né spiacevole che l'avvertirà di essere stata ferita o colpita in qualche modo. Tuttavia, non sentendo male potrebbe essere indotta ad un'eccessiva spavalderia, col rischio di allargare le ferite, pur essendo consapevolissima del danno.
    Volendo l'abilità può essere disattivata, facendole sentire dolore come tutti. Ma occorre specificarlo all'inizio della scena.

    La perseveranza di una principessa: Nelle fiabe classiche questa caratteristica non è certo comune in questi personaggi, invece lo è maggiormente in quelle moderne, in cui il ruolo di queste ragazze non si limita a quello di "bella damigella in pericolo".
    Sarah si avvicina di più al secondo caso, ma non persevera solo nel perseguire un particolare progetto o nel rispettare ciò in cui crede, ma in quasi in tutto ciò che fa. È una fanciulla parecchio testarda. Qualcuno afferma, spesso per scherzo, che questo genere di persone (talvolta perseveranti al limite dell'esasperazione), sia in grado di abbattere un muro a suon di sbatterci addosso, se si impuntano di dover passare per forza di lì.
    Tralasciando però tutto lo spreco di tempo ed energie che questo atteggiamento, chi è perseverante spesso riesce dove altri falliscono, per il semplice fatto di essere andato avanti, quando il resto si è già arreso. A volte è questione di provare e riprovare e di imparare a conservare le energie per farlo, ad aver tenuto da parte quel poco che serve per compiere quell'ultimo tratto, che gli altri non hanno potuto percorrere perché sfiniti o perché hanno abbandonato prima.
    Proprio facendo così; andando testardamente avanti, conservando sempre un po' di forze da usare alla fine e cercando di attingerne comunque un po' quando sembrava esserne a corto, Sarah ha fatto aumentare l'energia magica a sua disposizione (quasi l'avesse "allenata"). Permettendole così di andare avanti ancora di più, avendo a disposizione maggiori risorse.
    In termini di gioco, questa passiva fa si che la ragazza abbia il 110% di energia all'inizio di ogni scena, si tratti di quest, duelli o altro.

    La volontà di una principessa: Ancora una volta si può notare il netto contrasto di questa figura nelle fiabe classiche, o che si rifanno a tale filone, e in quelle moderne. Mentre nel primo caso di volontà non si può quasi parlare, dato che queste dame non posseggono alcuna difesa e possono solo farsi salvare dalle minacce di turno, mentre nel secondo è quasi una costanza. Certo, viene considerata più una dote psichica, che consiste nell'essere capaci di rimanere fermi e fedeli ai propri ideali, indipendentemente dalla forza delle pressioni esterne, che come la capacità di ignorare i lamenti del proprio corpo, come invece viene considerata nel caso dei guerrieri.
    Anche Sarah possiede questa qualità, tipica delle principesse delle fiabe moderne, che in lei è particolarmente potente. Soprattutto dopo aver affrontato diverse influenze mentali, tra cui una di particolarmente ostica e inizialmente solida, che però col tempo iniziò a venir lentamente aggirata, minata e infine schiacciata e totalmente sconfitta via via che il volere della ragazza si rafforzava.
    Proprio perciò ora ogni volta che un attacco psionico tenta di farsi strada nell'animo della fanciulla questo ha decisamente più difficoltà del solito. Innanzitutto trova una naturale resistenza da parte della fanciulla, che rende certa Sarah di essere sotto un'influenza mentale sin da quando questa inizi ad agire su di lei e in brevissimo tempo sarà capace di capire in cosa consista e quali falle sfruttare per rimuoverla.
    Certo, essere consapevoli di essere sotto un attacco psionico non basta per evitarlo, ma a tal punto basta investire un po' di energie per liberarsene.
    In termini di gioco questa passiva permette a Sarah di capire di subire un'influenza, identificarla e intuire come fare a dissolverla, anche in termini di energia da impiegare.
     
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    Ma per tutti gli stramaledetti dei e semidei di Endlos! Io è da tre giorni che chiamo i Cavalieri Celesti, tre giorni! E tutto quello che riescono a fare è mandarmi una degli spostati della foresta e per giunta una buffona senza cervello!?


    Il sorriso non lasciò mai il viso statuario dell’Arlecchina, ma lo sguardo si indurì in pochi millesimi di secondo a causa di quella piccola creatura inferiore che aveva avuto il coraggio di chiamarla “buffona senza cervello” con una pochezza di cautela che la lasciava a dir poco sconvolta.
    Forse non si rendeva conto che avrebbe potuto fare a pezzi il suo corpo con una facilità disarmante e poi andarsene come se nulla fosse, l’unica cosa che la tratteneva era la sua indole essenzialmente buona e pacifica, sebbene non le piacesse per nulla essere abusata verbalmente in quel modo.
    Non da una semplice umana

    Seguì poi un rapido giro delle vittime: un taglialegna con la gola tagliata, un garzone con una perforazione alla giugulare, un bambino colpito al cuore da dietro con arma a punta e una ragazzina con una ferita da penetrazione alla femorale sinistra.
    Tutti erano stati dissanguati fino all’ultima goccia di sangue, questo era strano.

    La dottoressa sembrava particolarmente sconvolta dalla morte della propria sorellina, molto più che dalla morte di tutti gli altri messi assieme quel comportamento pareva all’Arlecchina estremamente disdicevole, già dispiacersi per i morti era una stupida perdita di tempo, fare anche dei favoritismi poi era il peggio del peggio.
    Leggermente disgustata dal comportamento irrazionale della dottoressa l’Eldar avrebbe aperto bocca ma venne preceduta dall’altro Cavaliere Celeste lì presente, la ragazza si profuse in una serie di moine sul “so cosa prova”, “certo che può prendersela con noi” e altre cose simili che a Isha sembravano insensate.
    Non era colpa loro se erano morti, la sorella della donna non era più importante degli altri solo per il fatto di essere sua parente quindi non capiva questo sconvolgimento particolare.
    Alzando visibilmente le spalle decise che la cultura in quel mondo le era ancora essenzialmente sconosciuta e quindi lasciò continuare la sua compagna, cominciando poi ad esaminare da vicino i cadaveri nella speranza di scorgere qualcosa di particolare, mentre con le sue orecchie visibilmente a punta continuava ad ascoltare con attenzione.
     
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    La giovane dottoressa non comprese il significato di quel sorriso e non decifrò l’espressione degli occhi dell’Eldar, ma fu anzi stizzita dal suo continuo sorriso, al punto che forse avrebbe inveito ancora contro quella “damascata naturopate” con insulti ancora peggiori e tali forse da costarle la testa e un viaggio di sola andata per ricongiungersi con la sorella. Per fortuna tuttavia così non fu, perché Sarah fu anche l’unica ad intervenire e ad usare la propria educazione e le arti persuasive che le erano state fornite per risollevare abbastanza la dottoressa per farla parlare di nuovo, dopo aver reagito in maniera convulsa ancora per qualche tempo.
    Io… Avete… avete ragione, non deve passarla liscia quel bastardo!
    Poi rispose agli interrogativi della bionda, a cominciare dal punto riguardante le condizioni dei cadaveri: “Non lo so: ognuno di loro era già senza sangue quando è arrivato qui. Non ci sono segni particolari su nessuno, se non quelli della loro morte. Ci sono altri piccoli segni, come piccoli tagli, pellicine strappate o altre inezie ancora… mia sorella no, salvo la perforazione dell’imene. Tutte cose che possono provocare sanguinamenti di piccola entità, del tutto trascurabili rispetto alle ferite letali subite. Ma la cosa strana è che non è stato ritrovato sangue nemmeno nei luoghi dei ritrovamenti… niente di niente!
    Trasse un sospiro piuttosto confuso e sconsolato, prima di continuare: “Michael… Michael è un ragazzo che ronzava da un po’ di tempo a Michaela, mia sorella. Lui le piaceva, me lo descriveva come un tipo aitante, bello, forte… aveva una bella cotta per lui,ma non pensavo che… che potesse… cedergli la sua verginità… Da quello che so, non viveva a Freibhurg come mia sorella, ma se qualcuno lo conosce, sarà al villaggio.
    Quindi le due donne dei Cavalieri Celesti avevano una prima traccia da seguire: il villaggio di Freibhurg alla ricerca di un vicino.
    Prima che partissero, la dottoressa diede a Sarah anche un elenco dei luoghi dei ritrovamenti delle varie vittime e congedò entrambe dicendo: “Prendete quel bastardo, arrestatelo o giustiziatelo, non mi importa: basta che non faccia altri danni!

    Angolo di Narrazione


    La dottoressa pare aver esaurito la sua utilità, a meno che non abbiate altre domande da rivolgerle o vogliate soffermarvi ad analizzare ulteriormente le vittime.
    Consultando l’elenco noterete inoltre come tra le varie zone ci siano più punti in comune che non tra le vittime: tutte sono relativamente vicine a dei centri abitati, nello specifico villaggi di piccole dimensioni, tutti collocati tra la Valle di Chediya e la Foresta di Fanedell. Non sembra esserci una predilezione particolare per un posto, quanto per le caratteristiche di semi-isolamento e della ridotta densità abitativa delle varie zone: il fiume, i boschi della capanna del taglialegna, i campi del villaggio del garzone e le colline di Freibhurg, oltre a tale villaggio stesso, sono tutti posti visitabili in cerca di indizi.
    A voi decidere dove andare e come comportarvi una volta sul posto, compresa l’ipotesi di indagini separate (in questa fase).
    Turni liberi, prossimo intervento il 17 agosto.
     
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    " Prendete quel bastardo, arrestatelo o giustiziatelo, non mi importa: basta che non faccia altri danni!"
    La fanciulla si limitò ad annuire. Avrebbe voluto dirle che l'avrebbero fatto, ma la verità era che erano solo in due e cercare e non sarebbe stato affatto facile. Comunque, prima di congedarsi, chiese un ulteriore dettaglio.
    " Se possibile mi piacerebbe sapere chi sono coloro che hanno trovato i corpi e li hanno portati qui."
    Quelle persone avrebbero potuto portarle nei punti esatti dove si erano svolti i delitti, risparmiando a lei e alla sua collega il tempo di cercarli.
    Nel frattempo riesaminò mentalmente tutte le informazioni. Dunque, le vittime sembravano tutte aver riportato piccole emorragie, oltre a quella della ferita mortale, il che era un particolare interessante e da tenere a mente, ma che forse non aveva niente a che fare con quella storia. Dettaglio particolarmente importante era invece la mancanza di sangue sul luogo del ritrovamento, il che voleva dire due cose: o l'assassino uccideva le proprie vittime distruggendo i loro fluidi con un qualche potere o era proprio il loro sangue ciò che bramava.
    Un vampiro? Improbabile; si sarebbero notati i canini del suo morso se fosse stato uno di quegli individui e poi c'erano una miriade di altre persone, tra scienziati pazzi, folli e naufraghi di razze sconosciute a cui poteva interessare quel componente del corpo.
    Infine si poteva facilmente notare che tutti gli omicidi fossero avvenuti all'infuori del contesto cittadino, particolare che, unito alla mancanza di segni di lotta nei corpi, poteva indicare che l'omicida possedesse doti di furtività tipiche degli assassini e cacciatori.

    Una volta concluso di parlare con la dottoressa si sarebbe rivolta alla collega, per decidere sul da farsi.
    " Penso che mi recherò al villaggio di Freibhurg. Se Michael è davvero l'ultima persona ad aver visto viva una delle vittime, forse potrà dirci qualcosa in più."
    Forse aveva visto qualcuno di sospetto aggirarsi nei paraggi o magari sapeva perfettamente chi fosse il colpevole, solo che aveva paura a parlare, se erano fortunate.
    " Se vuoi puoi venire con me. In questo modo potremmo chiedere in due di lui, oppure una di noi potrebbe recarsi direttamente sul luogo del delitto, mentre l'altra indaga al villaggio.
    Se invece preferisci recarti in un altro logo, forse dovremmo decidere un posto dove darci appuntamento. Lascio a te la scelta."

    A dire la verità avrebbe preferito non separarsi dall'altra, più che altro perché se una delle due avesse trovato qualcosa avrebbe potuto avvertire subito la compagna.
    C'era però da dire che recarsi in due luoghi distanti aumentava la probabilità di trovare presto una buona pista, ma rendeva difficilissimo mettere al corrente la collega. Inconveniente che si sarebbe risolto se qualcun altro avesse lavorato assieme a loro. Quasi quasi rimpiangeva di non avere al suo fianco Lisa, come l'altra volta!
    Ma che stava pensando? Rimpiangere di non aver tra i piedi quelle stupide ancelle? Quelle erano le persone che odiava di più, dopo Ise, ed era meglio fare tutto da sola piuttosto che farsi aiutare dalle marionette della fata. A breve avrebbe definitivamente tagliato i ponti con loro, magari facendogliela pagare in qualche modo.

    In ogni caso si sarebbe recata al paesino fra le colline, iniziando a chiedere del ragazzo alle guardie locali o alla gente che gestiva luoghi frequentati da tutti, come taverne o negozi. Nei centri piccoli centri abitati era molto probabile che le persone si conoscessero tutte, come che ci fossero solo uno o due posti di ritrovo, per esempio taverne, il che rendeva più facili le ricerche.
    Status psichico: Abbastanza determinata, leggero senso di vuoto
    Status fisico: Ottimale
    Energia: 110
    Equipaggiamento: La punta d'Argento (spada), uniforme da cavaliere celeste (abiti), Mantello dell'anonimato (Piegato e riposto nello zaino)
    Attive utilizzate: -
    Passive in uso: Il carisma di una principessa, La delicatezza di una principessa, La perseveranza di una principessa, La volontà di una principessa
     
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    Mentre ascoltava la donna dell’obitorio non poteva che pensare alla quantità immani di chiacchiere inutili con cui stava condendo le informazioni, oltre che l’inefficienza inutile.
    Intanto che la donna parlava era riuscita a mala pena a resistere all’impulso di prenderla in giro, nonostante ne avesse proprio una gran voglia anche dato ciò che le aveva detto prima, il suo sorriso enigmatico continuava a campeggiarle sul volto.
    Apprendeva e osservava i cadaveri, man mano che la donna parlava dei vari segni ritrovati sugli stessi, quando finì attese che fosse la sua compagna a commentare, sicuramente più esperta di quel mondo di quanto avrebbe potuto esserlo lei.
    Anche se si era già fatta una prima idea della linea d’azione da seguire.

    Penso che mi recherò al villaggio di Freibhurg. Se Michael è davvero l'ultima persona ad aver visto viva una delle vittime, forse potrà dirci qualcosa in più.
    Se vuoi puoi venire con me. In questo modo potremmo chiedere in due di lui, oppure una di noi potrebbe recarsi direttamente sul luogo del delitto, mentre l'altra indaga al villaggio.
    Se invece preferisci recarti in un altro logo, forse dovremmo decidere un posto dove darci appuntamento. Lascio a te la scelta.


    Separarsi era indubbiamente un’idea sciocca, tanto più che ci avrebbe messo un eternità a trovare da sola tutti i luoghi in cui avrebbe dovuto cercare dato che ancora non aveva imparato la geografia di quell’enorme presidio.

    Credo che rimanere unite sia l’idea più consona, per quanto Falco di Fanedell non sono su Endlos da molto tempo e non ne conosco tutti i luoghi e tutte le creature, avrei piacere che una compagna Cavaliere mi facesse quindi da guida, mentre svolgiamo questa missione.
    Posso sapere il tuo nome?


    Il sorriso le dava un aspetto quasi sensuale, unito al vestito che le aderiva al corpo quasi come una seconda pelle e che come una seconda pelle non la impediva minimamente nei movimenti.
    La domanda però era lecita, l’altra ragazza non aveva fatto a nessuno la cortesia di presentarsi.
     
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    Non c’erano molte altre informazioni da parte della dottoressa e l’ultima domanda di Sarah venne in un certo senso frustrata dal fatto che a trovare i vari corpi erano stati gli stessi abitanti dei villaggi vicini, i quali avevano poi riportato la notizia ai distaccamenti locali delle guardie dell’Est. A quanto pareva, quindi, avrebbero dovuto rivolgersi ai locali per essere portate sui luoghi dei vari ritrovamenti, se ne avessero avuto l’esigenza…

    Il villaggio di Freibhurg era un piccolo centro abitato come tanti altri, tipicamente collinare e dominato sulla collina più alta da una costruzione solitaria, ma non tanto imponente. L’atmosfera ridente in altri tempi, ma la notizia della morte di Michaela doveva aver già fato il giro del piccolo villaggio e chiunque fosse in giro guardava le nuove arrivate, in particolare Isha, ma non sembrava essere particolarmente propenso a parlare. Una casa nella parte orientale sembrava meta di un viavai continuo e ad avvicinari i discorsi sarebbero stati tetri e di condoglianze. Niente di più facile che quella fosse la casa della famiglia dell’ultima vittima.
    Altrimenti le due donne che avevano deciso di indagare sul caso avrebbero potuto chiedere in giro chi avesse trovato il corpo di Michaela per farsi portare lì o andare a cercare notizie alla taverna, all’emporio del villaggio, dal fabbro ferraio oppure a quella casa dominane, che aveva l’aria di essere più importante delle altre.

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    Giro abbastanza neutro, dove dovete decidere ancora se stare assieme, ma soprattutto cosa fare.
    Turni liberi, prossimo intervento il 25 agosto.
     
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    " Mi chiamo Sarah Graniv. "
    Rispose la fanciulla alla collega, per poi incamminarsi con lei verso la destinazione.

    Come si aspettava, il villaggio era abbastanza piccolo e ciò avrebbe senza dubbio facilitato loro le cose. Una magra consolazione però: erano solo loro che si stavano occupando del caso!
    Beh, forse non doveva essere così pessimista, in fondo erano probabilmente due contro uno... Eh, ma che cretinata aveva pensato? Ogni tanto Sarah pensava o persino diceva stupidaggini più o meno grosse, ma quella era troppo persino per lei: ovvio che erano in maggioranza, ma l'assassino aveva tutta Chediya per nascondersi e un paio di persone non potevano certo pattugliare tutta la valle!
    Già, non era facile. Dovevano usare il cervello se volevano arrivare a lui e sperare che avesse commesso abbastanza errori da lasciar loro una pista. Chissà, magari aveva lasciato persino delle tracce sul luogo del delitto che le avrebbero condotte al loro rifugio. In fondo aveva funzionato quando avevano indagato sulla mezz'elfa, valeva la pena provare.
    Per farlo però avevano bisogno di sapere quale fosse il punto preciso dove avevano trovato la ragazza.
    Beh, potevano chiedere in giro e di posti ce ne erano. Primo tra tutti la locanda, il posto dove si socializzava. Molto probabilmente il delitto doveva essere sulla bocca di tutti e avrebbero potuto trovare una guida o forse anche qualcuno che sapeva un po' di più sul fatto. Tuttavia era meglio se non entrava la dentro: aveva addosso l'uniforme da cavaliere celeste e se i presenti avessero capito che il loro ordine stava indagando sul fatto, la voce si sarebbe sparsa in fretta, magari giungendo alle orecchie dell'assassinio.
    " Penso che sia meglio se ci dividiamo per cercare informazioni. Andrò alla casa della vittima, sperando che sappiano dove è stato trovato il cadavere o chi ha visto la ragazza per ultimo. Ci diamo appuntamento a quella casa li, se ti va bene."
    Disse, indicando l'abitazione dominante. Probabilmente il posto più facile da raggiungere e da trovare.
    Quindi si diresse verso la dimora della fanciulla uccisa. Certo, c'erano molti altri posti interessanti, tra cui il fabbro dove forse il criminale si era rifornito, tuttavia poteva visitarne solo uno alla volta.
     
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    Sarah.
    Era evidente che il capo del loro piccolo duo di cavalieri celesti era lei, se non altro perché sapeva abbastanza bene dove muoversi e conosceva la cultura del luogo meglio di quanto l’Eldar avrebbe potuto, essendo arrivata da poco ancora si stupiva del fatto che non ci fossero battaglie a destra e a manca come nel suo mondo d’origine.
    Endlos era quasi noiosamente pacifico.

    Comunque fosse arrivarono presto al piccolo villaggio in cui era stata uccisa la ragazzina, evidentemente la notizia doveva essersi sparsa piuttosto in fretta dato tutto il villaggio sembrava abbastanza in fermento, molte facce tristi che entravano e uscivano da una casupola in particolare, probabilmente la casa della vittima.
    La sua compagna decise che sarebbe stato meglio andare a controllare la casa della vittima, trovare il luogo in cui era stata uccisa la ragazza sembrava la sua priorità e anche se Isha pensava che se qualcuno poteva dissanguare completamente un umano, allora non doveva essere così stupido da lasciare tracce acconsentì comunque.
    Era possibile che il loro bersaglio avesse commesso comunque qualche errore, quindi valeva la pena di controllare, con un gesto le fece capire che si sarebbe diretta alla locanda, sperando che nessuno di quegli umani trogloditi cercasse di toccarla.

    Non restava che salutarsi con un inchino e dirigersi ognuna alla propria destinazione, in testa un solo pensiero: “speriamo bene”.
     
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    Dopo essere arrivate al villaggio, le due tutrici dell’Est che si erano prese in carico quel caso bizzarro e ancora oscuro si separarono, ognuna in cerca di indizi ed informazioni con ottiche diverse.

    Sarah, tornata a volere guai abbastanza da infilarsi in quella storia, entrò nella modesta casa della famiglia della vittima. Non c’erano molte stanze e trovare quello che doveva essere il salotto non fu difficile: sprofondata in una poltrona campagnola vicino al camino spento c’era una donna vestita a lutto ancora profondamente triste, che poteva avere forse cinquant’anni e che stava venendo vanamente consolata da una comare della stessa età china vicino a lei.
    Proprio quest’ultima si accorse dell’arrivo della nuova venuta e lo segnalò all’altra: “Guarda Chloe, i Cavalieri Celesti sono qui.
    La donna si ricompose in qualche modo e si alzò dalla poltrona. “Benvenuta, giovane signora. Cosa posso fare per i nostri guardiani? Siete qui anche voi per… per… per mia figlia?

    Isha arrivò in poco tempo alla locanda del villaggio… dall’originale nome “L’allegra locanda” riportato sull’insegna insieme ad una classica maschera teatrale sorridente. Il motivo di quella stramberia poco originale era presto detto: una volta entrata, l’Eldar avrebbe notato un piccolo palco artigianale grezzo, ma solido sulla parte est della grande sala della taverna, ad una buona distanza dal bancone e ancora di più dalla scala che conduceva al secondo piano.
    In quel momento non c’erano avventori, tutti impegnati in qualche lavoro o in qualche altra attività, perciò venne ricevuta subito da una cameriera bruna sulla ventina, dal viso molto vispo, che smise di lucidare il bancone e sistemare i edili per andarle incontro. “Salve straniera, accomodatevi. Coa poso portarvi?” Dopo che Isha avesse preso qualcosa o declinato l’offerta, la ragazza avrebbe continuato, approfittando del fatto che non c’era nessuno “Scusate la domanda forse indiscreta, ma siete un’artista professionista? Non so se avete saputo cos’è successo qui al villaggio, ma la gente è molto giù di morale e anche spaventata… un po’ di distrazione sarebbe forse d’aiuto. Posso pagarvi, anche di tasca mia, e farvi offrire vitto e alloggio.

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    Ora di rompere il ghiaccio e cercare di scoprire qualcosa. Agite come meglio preferite.
    Turni liberi, prossimo intervento l’1 settembre.
     
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    Chissà dove aveva scelto di recarsi la collega? Per quanto piccolo, in quel paesino vi erano parecchi posti in cui sarebbe stato possibile trovare indizi. Ora che ci pensava anche andando dal fabbro avrebbero potuto ricevere delle informazioni; che l'assassino non avesse acquistato da lui l'arma del delitto? Possibile, ma purtroppo lei poteva visitare un posto alla volta, come Isha.
    Di nuovo sospirò, lamentandosi tra sé e sé del loro modesto numero. Se solo avessero avuto anche una o due persone in più ad aiutarle si sarebbe rivelato tutto molto più facile. Quasi quasi rimpiangeva quella volta in cui Lisa l'aveva aiutata... Eh? Me che cosa stava pensando? Rimpiangere i burattini di Ise? Doveva aver sbattuto la testa da qualche parte; era meglio essere da sola, piuttosto che farsi aiutare dai propri nemici, era poco ma sicuro.
    Ad ogni modo, per quanto fosse vero che non fosse facile svolgere le indagini in due, l'unica cosa che poteva fare era concentrarsi si ciò che stava accadendo in quel momento e fare lo stesso del suo meglio.
    Entrò dentro la piccola abitazione, trovando in una specie di salotto due donne, una delle quali consumata da dolore; evidentemente la madre della vittima.

    " Benvenuta, giovane signora. Cosa posso fare per i nostri guardiani? Siete qui anche voi per… per… per mia figlia?"
    Un po' la infastidì la manifestazione di riverenza nei suoi confronti, anche perché non era certa che il suo ordine lo meritasse e come ulteriore prova c'era il fatto che i "valorosi" Cavalieri Celesti fossero arrivati solo in quel momento. Avrebbe preferito che la rimproverasse come aveva fatto la sorella, anche se doveva ammettere che l'atteggiamento della donna avrebbe potuto rendere le cose più veloci.
    " Si, sappiamo cosa le è successo."
    Disse annuendo. Doveva capire come porse per farla rimanere collaborativa e probabilmente non poteva usare lo stesso atteggiamento con cui aveva dialogato con la dottoressa. Il fatto l'aveva probabilmente sconvolta ed alimentare un eventuale desiderio di rivalsa nei confronti del colpevole le avrebbe fatto solo male. Era meglio parlarle pacatamente e farle capire che erano lì per scongiurare che tragedie del genere si ripetessero.
    " Pare che sua figlia non sia stata l'unica. In questi giorni altre persone sono state uccise in maniera analoga, anche se non posso entrare nei dettagli."
    Iniziò ad introdurre la questione.
    " Al momento la nostra priorità è cercare di impedire che cose del genere si verifichino e perciò stiamo cercando l'assassino."
    Doveva andare per gradi, per prepararla mentalmente.
    " So che il momento non è dei migliori, ma devo chiederle di fare uno sforzo per aiutarci."
    Ora sarebbe partita con le domande.
    " Devo sapere alcune cose. Prima di tutto dove è stata trovata sua figlia. Basta che me lo indichi su una cartina.
    Poi vorrei sapere chi è l'ultima persona che l'ha vista viva e dove posso trovarla. Oltre se negli ultimi tempi non abbiate notato qualcosa di strano, sia in lei e nel modo in cui si comportava, sia nella gente del villaggio; tipo stranieri che hanno sostato qui per un po' di tempo o comportamenti anomali in un qualche abitante.
    Infine vorrei sapere dove posso trovare Michael. Mi è stato detto che era molto vicino a lei e potrebbe aver notato o visto qualcosa che a noi sfuggirebbe."

    Allora tacque, dando tempo alla donna di rispondere con calma.
     
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    L’Allegra Locanda era, doveva ammetterlo, il nome peggiore che avesse mai visto per un luogo di quel tipo, persino l’Ubriacone Assonnato aveva un nome più originale ma ci si poteva fare ben poco.
    Nota piacevole era la maschera teatrale sorridente che campeggiava accanto al nome, anche se la mancanza della gemella lasciava intuire quanto poco il proprietario e generalmente i cittadini capissero dell’Arte e della vita in generale, ma anche su questo non si poteva fare niente e la povera Eldar assistette a se stesse che entrava sbuffando nel locale.

    Una ragazza bruna che sembrava essere la locandiera smise di lucidare il bancone per venire ad accogliere quella che pareva essere l’unica cliente, offrendo di portarle qualcosa, offerta che Isha rifiutò con un cortese ma secco gesto della mano mentre ancora si guardava attorno.
    Varie sedie e tavoli, un bancone, scale per il piano di sopra e un palco in cui evidentemente qualcuno avrebbe potuto esibirsi, era probabile che il mascherone teatrale e il nome della locanda derivasse dalle prestazione concesse a quel luogo dai vari artisti ambulanti che passavano da quelle parti.
    Scusate la domanda forse indiscreta, ma siete un’artista professionista? Non so se avete saputo cos’è successo qui al villaggio, ma la gente è molto giù di morale e anche spaventata… un po’ di distrazione sarebbe forse d’aiuto. Posso pagarvi, anche di tasca mia, e farvi offrire vitto e alloggio.
    La osservò qualche istante, forse era fortunosamente naufragata nel luogo giusto, poteva esibirsi un poco e venire pagata in informazioni dato che quelle le servivano molto più di qualsiasi tipo di denaro, vitto o alloggio.

    Dici bene, sono un’artista di strada per l’onore e la gloria di Cegorath, immagino di poter rallegrare un poco questo luogo con l’uso delle mie abilità e come pagamento non chiedo beni materiali dopo, ma informazioni prima.
    Ho particolarmente a cuore la sorte della povera ragazzina trovata deceduta e dissanguata, in particolare si è per caso presentato qualcuno di sospetto precedentemente all’omicidio?
    Mi interesserebbe inoltre sapere cose come: il luogo preciso del ritrovamento, se girano voci curiose nel folklore della zona, in fondo sappiamo che la gente che beve tende a straparlare e una locandiera attenta e graziosa come te sicuramente avrà sentito qualcosa.


    Una strizzatina dell’occhio completamente nero accompagnò le ultime parole, mentre con le mani prese cinque boccali cominciando a giostrarli con abilità.

    Inoltre mi incuriosisce particolarmente la casa più grande del villaggio, mi chiedo se ci vive il sindaco o qualche altro tipo di autorità locale.

     
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