[Quest] L'eredità di Laputa

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    «Adesso basta»

    Ancora indebolito dal massiccio impiego di energie, il Demone delle Tempeste non poté che assistere al sacrificio di uno dei suoi compagni avventurieri senza muovere un dito; di nuovo, cercò di far leva sulle gambe molli, e al terzo tentativo parve riuscire a rimettersi in posizione verticale su piedi un pò traballanti, ma... era troppo tardi per fare qualsiasi cosa.

    «Cercate un modo di continuare mentre li distraggo.»
    lo sentì urlare, mentre misteriosi nemici sciamavano da ogni dove
    «Vi raggiungerò dopo»

    Ma che dici! Non se ne parla!

    In quel momento, divampò ovunque una luce accecante, e -come era già successo alla fine del labirinto- il Raitei si ritrovò trasportato altrove... e pur percependo il suo spirito svincolato dal cascame della materia, sentì -e subì- lo sforzo della fanciulla elfo che procedeva in una corsa a perdifiato in mezzo ai cadaveri che tappezzavano il suolo di un mondo che le stava crollando intorno.

    La pioggia copiosa era una cascata di acqua gelida in cui ogni goccia trafiggeva la pelle come un ago di ghiaccio, e lei era semplicemente esausta, spossata dalle ferite riportate dal duro scontro; quando incespicò e cadde nel fango non ebbe la forza di rialzarsi, e lì giacque... cingendo la sua amata terra in un ultimo abbraccio e irrorandola con sangue e lacrime, mentre i suoi ultimi pensieri andavano ai compagni per cui si era sacrificata.

    Quell'insolita semina dette allora una strana fioritura:
    all'istante, radici e viticci sorsero dal terreno per abbracciarne la salma.

    La visione si interruppe, e con un mesto battito delle palpebre, il gigante si ritrovò nuovamente in una stanza di pietra, che somigliava molto a quella trovata alla fine del labirinto -sempre ammesso che non fosse la stessa-, e nell'ispezionarla con lo sguardo, il Saggio soffermò il tiro degli occhi bigi sulla porta che gli si apriva davanti e sui fregi che la decoravano.


    "Nessuno ne ritrovò mai il corpo.
    Solo un albero sorgeva sulla sua tomba, più grande ed alto di ogni altro.
    "
    recitava la solenne iscrizione
    "Lì riposa la sua anima, ricordo di ciò che è stato, ed emblema di ciò che è rimasto
    e sempre vivrà, anche oltre la morte.
    "

    Ma...ma....
    balbetta il Numerologo, ricordandogli la sua presenza
    Questa che stiamo vivendo è una grande illusione, non è vero?

    Una scintilla azzurrina percorse la lunghezza del corno dorato,
    e le iridi color ardesia si posarono sul viso dell'Aviatore, rigato di lacrime.


    Che sia l'albero casa? Cioè, una ninfa o magari anche qualcosa in più
    nel momento della sua morte si è trasmutata. Scappava ed era ferita, magari...

    ipotizzò il Ningen, ancora piuttosto provato dall'esperienza
    ...scappava da quella stessa distruzione che abbiamo percepito nelle altre visioni, no? Io dico di continuare, velocemente, dobbiamo uscire da questo sogno, ne va del benessere di Jabir

    « E' plausibile, ma non posso confermare: non sono mai stato all'Albero-Casa. »
    assentì l'Amal, frugando la bisaccia e porgendogli un fazzoletto
    « Se Cuvar è divenuto lo Spirito delle Mura, possiamo teorizzare che Mullai sia la Custode della struttura... se il collegamento è corretto, la prossima prova ci mostrerà il Guardiano dei Distaccamenti Industriali. »

    E vagliando quella possibilità, il Figlio della Folgore varcò la soglia.

     
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    Il Tempo su Endlos non scorre sempre allo stesso modo.
    Lì dove si generano "fori" nel diagramma spazio-temporale a quattro dimensioni così da concedere ai viaggiatori del caso di scrutare nel passato e nel futuro, le variabili tendono ad invertirsi, concedendo loro di andare avanti ed indietro nel tempo ma solo avanti nello spazio.
    Curioso, no?
    E pensare che non si tratta nemmeno di magia.
    Questa è scienza.



    Le prove erano state dure, ma Marvick c'era riuscito: diverse da quelle di Brifos ed Augustus ma simili nei contenuti, lentamente lo avevano condotto fino alla terza porta. Quando il mago la spinse, allora si riscoprì in compagnia di qualcuno: un enorme individuo di due metri con un lungo corno crepitante scintille elettriche ed un giovanotto dai capelli scuri ed il volto sconvolto.
    Chi erano e perchè erano lì?
    La stessa cosa accadde per il Saggio e l'Aviatore che, appena entrati, si ritrovarono faccia a faccia con Marvick. Loro, però, sapevano di chi si trattava: Shantotto aveva parlato di un inviato che non era ancora tornato. Possibile che fosse ancora vivo? Come era sopravvissuto a tanti giorni di digiuno?
    Invero tutti e tre avevano trascorso solo poche ore del loro tempo. Un tempo relativo, un tempo volutamente deformato per ottenere informazioni. Chi è lo stolto a dire che si tratta di una costante?

    Clack!
    Entambe le porte che avevano condotto gli eroi fino a quel punto si chiusero di scatto, rendendoli partecipi che no, non sarebbero potuti tornare indietro in nessun modo. Davanti a loro una terza porta... ed un meccanismo di ingranaggi a regolarne l'apertura. Al momento, questi erano fermi: nonostante si provasse a muovere l'ingranaggio più esterno A, creato in modo da girare solo in senso orario, l'ingranaggio B collegato alla porta non sembrava muoversi nel giusto verso. Per come erano disposti gli ingranaggi, infatti, quello collegato all'unica via d'uscita si muoveva in senso orario come l'ingranaggio A. Per aprire la porta, invece, avrebbe dovuto muoversi in senso antiorario.



    Qualora ad uno dei presenti fosse giunta l'idea di modificare la struttura della catena di ingranaggi, avrebbe presto scoperto che alcuni erano fissi, altri intercambiabili. A quel punto non restava che creare un percorso in modo da far girare l'ingranaggio finale in verso antiorario.



    Qm Point

    Ecco la vostra prossima prova: avete una sequenza di ingranaggi in cui A e B girano in senso orario. Dando per vero che A si muova solo in senso orario, dovete utilizzare i frammenti a, b e c per modificare il percorso così da far girare B in senso antiorario, ed aprire la porta. Potete inserirli come son messi o ruotarli; non è detto che servano tutti.

    E' possibile dare una sola risposta definitiva al termine di ogni turno. Se si sbaglia, pagate tutti e tre l'errore. Potete accordarvi in bacheca o fare più giri di post qui. In ogni caso, il turno termina alla scadenza qui sotto riportata.


    Scadenza: Giovedì 20 (compreso)
     
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    ???



    Nuova stanza, nuovo giro di giostra.
    In realtà sta andando avanti per inerzia. Ogni cosa che vede, fa, pensa, non possono che costringerlo a ripensare a Jabir ed a quello che ha fatto. Però, magari il suo sacrificio ha attivato una via di uscita, magari era quello l'unico modo per sbloccare il passaggio a questo scenario. Continua ad illudersi raccontandosi favolette nella propria mente.
    E' il rumore di una porta che si serra ed il fatto che i suoi spiriti gli comunicano che c'è un'altra presenza che lo riportano alla realtà.
    Ecco, diciamo che l'istinto di autoconservazione per ora non lo ha perso.
    Si volta rapido pronto a manipolare uno spirito per creare nuovamente una barriera o qualcosa del genere. Quello che vede, però, lo lascia qualche istante perplesso. Si aspettava qualche sorta di robot o qualcosa del genere, invece, davanti a sè, c'è solo un tizio che non sembra nemmeno esser pronto allo scontro.
    Inizialmente non gli viene in mente nemmeno che Shantotto aveva parlato di un primo esploratore.
    Chi sei?
    Domanda con tono curioso ma stando sempre ben pronto ad una eventuale reazione. Fa mezzo passo indietro e fissa il compagno corno-munito. Magari lui ha qualche soluzione. Mentre lo fa gli torna in mente la questione del primo inviato, in realtà è Giulietta che gli ventila una simile possibilità.
    Non è che per caso sei...
    Lascia la frase in sospeso, non vuole esporsi troppo, magari è tutto un grande trucco. E' una cospirazione! Tutti stanno cercando di ingannarlo! Attenzione! Attenzione! No, non sta per cedere ad un delirio paranoide, questo gli manca ancora, però il sospetto gli viene e quindi preferisce risolvere così.
    Ah, uno sguardo viene anche dato al tranello che dovranno superare per andare oltre. Ingranaggi che si muovono, la cosa non gli dispiace troppo. Non tanto perchè ne capisca di ingranaggi, ma perchè è convinto di aver creato la regola generale per risolvere simili rompicati, più che altro lui li applicava al moto di pianeti e stelle, con un semplice gioco di pari e dispari.
    Per ora, in ogni caso, preferisce concentrarsi sul tizio neo-giunto.





    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 55%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Scosso
    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]
     
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    Oltrepassata la soglia, il Raitei si guardò attorno con aria assorta eppure attenta, e -convenientemente- notò piuttosto in fretta il fatto che, nel nuovo ambiente, fossero nuovamente in tre; tuttavia il terzo uomo -oltre a sé e al Numerologo- non era Jabir, il compagno lasciato indietro... bensì un giovane ningen mai visto prima.

    Che fosse il precedente inviato -menzionato anche dal Rettore-,

    quello che non aveva ancora fatto ritorno?

    Clack!

    Prima che potesse iniziare la conversazione -il protocollo di interazione sociale che più lo affascinava- per presentarsi allo sconosciuto, la porta che lui e Augustus avevano varcato insieme si chiuse alle loro spalle, generando spontaneo lo sfrigolio perplesso di una scintilla azzurrina lungo il corno dorato; poi, gli occhi bigi del Demone della Tempesta si appuntarono sulla porta davanti a loro, ancora sigillata. E sul meccanismo che sembrava regolarne la serratura.

    Chi sei?
    chiese intanto Augustus, anticipando il distratto gigante
    Non è che per caso sei...

    Nel momento in cui l'Aviatore gettò uno sguardo nella sua direzione, l'Amal reclinò il testone da una parte, cercando di decodificare il senso del suo gesto; non ci riuscì, così pervenne alla conclusione che il giovane fosse una di quelle persone che la Luna chiamava "timidi" - con un'alta percentuale di probabilità, voleva che fosse il Saggio a cominciare il gioco della conversazione.

    « Salve. Il mio nome è Brifos. »
    esordì secondo la classica formula: saluto e presentazione; ora, serviva una domanda
    « Come ti chiami? »

    Bene così!

     
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  5. Marvick
     
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    -Narrato
    -«Parlato»
    -Pensato
    Link alla scheda.


    Luogo SconosciutoOdio. Tanto odio. Non appena fosse uscito da quel posto gliel'avrebbe fatta vedere al lich. O forse no, in effetti non sarebbe stata un'azione così saggia. Però lo odiava lo stesso, per averlo mandato da solo in una dimensione magica dove rischiava in ogni momento di venire fatto a pezzi.
    Represse la sua rabbia, e si preparò

    «Chi sei?»

    a sopravvivere a un'altra stanza. Ma non era da solo.

    «Non è che per caso sei...»

    C'erano due persone davanti a lui. Meglio, uno era definibile come persona, l'altro era più un... boh, Marvick non aveva mai visto niente di simile.
    Sguainò immediatamente la nagamaki. Nonostante quello con gli occhiali avesse parlato, e non si stesse mostrando ostile, non gli sembrava il caso di fidarsi. Non lì.

    «Salve. Il mio nome è Brifos. Come ti chiami?»

    Marvick rimase per qualche istante fermo. La mano destra reggeva la lama, mentre la sinistra era pronta a lanciare un incantesimo difensivo. Però quei due... non gli sembravano parte del grande incantesimo che teneva insieme tutte quelle stanze, prove e trabocchetti. Gli sembravano più degli estranei.
    Una parte di lui era veramente stanca, voleva rinfoderare l'arma e fidarsi, contenta che, finalmente, avesse incontrato qualcuno. Ma la parte razionale era diffidente. Ovviamente, Marvick prese quest'ultimo partito.

    «Se vi interessa, io sono Marvick, inviato in questo posto dal Magisterium di Laputa. Mi piacerebbe farlo, ma non posso deporre le armi finché voi non mi dite chi siete. Con una dimostrazione convincente, s'intende.»

    Quel gigante coi capelli blu e il corno lo metteva un po' in soggezione. Rimase in posizione di guardia, pronto a reagire al minimo spostamento dei due. Per quanto sperasse che fossero dalla sua parte.


    Condizioni Fisiche: illeso.
    Condizioni Psicologiche: concentrato, sospettoso.
    Mana: 110%.

    Equipaggiamento
    Lama dei Sogni
    L'unica arma di Marvick è una nagamaki, ovvero una spada di foggia orientale, con un manico troppo lungo per essere considerata una vera spada, ma piuttosto un'arma inastata.
    L'impugnatura è lunga 60 cm, in ebano, ricoperta di pelle e con una piccola elsa d'argento. La lama è monofilare, lunga un metro e leggermente ricurva. La Lama dei Sogni pulsa di una luce azzurra quando Marvick è sul Piano dei Sogni.

    Mantello Planare
    Durante i suoi studi, Marvick ha viaggiato per moltissimi piani di esistenza. Raccogliendo da ognuno diversi materiali, ha cucito questo mantello, con maniche e cappuccio, che ha diverse proprietà magiche.

    Energia Positiva: Il Mantello Planare può attingere dal Piano dell'Energia Positiva, per supportare colui che lo indossa, permettendogli di combattere più a lungo senza stancarsi. [Abilità passiva, fornisce un 10% in più di mana]
    Volare: Il Mantello Planare, grazie al potere del Piano Elementale dell'Aria, permette al possessore di librarsi in aria a volontà, senza bisogno di ali. [Abilità passiva, volo, massimo 5 m di altezza in combattimento]

    Tecniche Passive
    Incantesimi Rapidi
    Dopo anni e anni di studio della magia dei piani, Marvick riesce a lanciare tutti i suoi incantesimi istantaneamente.[Instant casting]
     
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    ???



    No, lui non è timido, cioè, lo è, ma in questo momento si è comportato così per il semplice fatto di non voler rivelare informazioni davanti ad un potenziale nemico.
    Ed invece no, la cosa si rivela essere molto più semplice di quel che pensava.
    Piacere, io sono Augustus, aviatore blu
    Completa così la sua presentazione con un cenno del capo ed un vago sorriso.
    Tecnicamente siamo venuti qui per completare la tua stessa missione. Il Rettore ci ha inviato visto che eri praticamente scomparso...anzi...
    Lo fissa qualche secondo perplesso.
    Come hai fatto a sopravvivere qui?
    Ricorda sguardi piuttosto dubbiosi in tal senso. In ogni caso se è vivo, la cosa è sicuramente positiva. Tre menti sono meglio di due, cioè tre, ma Jabir...
    Eddai, forza, vuoi morire vecchio qui dentro? Io già mi son scocciata di restare qui, muovi quel culo numerologo, veloce
    E' la piccola, cara ed amorevole Giulietta che lo costringe a tornare alla realtà con uno scosse mentale non indifferente.
    Muove il capino a destra e manca, si sistema gli occhiali sul viso e si rivolge ancora una volta a Marvick.
    Forse è il caso di abbassare le armi e collaborare. E' inutile spendere energie così. Piuttosto pensiamo a questa nuova stramba porta

    Con l'indice dinoccolato la indica anche al collega corno-munito.
    Avete qualche idea a riguardo?
    Fissa con attenzione i meccanismi. In pratica devono invertire il movimento rotatorio dell'ultimo ingranaggio. Di meccanica non ne capisce niente, in verità. Di astrologia, astronomia e numerologia, invece, ne conosce abbastanza.
    Gratta il mento con fare pensieroso. Osserva altri frammenti sparsi lì per terra.
    Ora non so se è la stessa cosa
    Comincia così a mò di scusa se dirà una sorta di castroneria o meno.
    Però...se ogni ingranaggio imprime un movimento opposto a quello di cui è dotato, teoricamente un numero di ingranaggi pari si traduce in movimenti opposti, invece se il numero è dispari, come nel nostro caso, il movimento è coordinato. Ovviamente vanno contati solo gli ingranaggi che trasmettono il moto
    Questo è il suo pensiero stupendo. Una sorta di intuizione basata su un paio di prove mentali che ha fatto, non è certo che sia la regola generale, però, ecco, la cosa potrebbe funzionare.
    ???
    Dubbioso fissa gli altri due.





    CITAZIONE
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    Nel vedere lo sconosciuto snudare le armi, il Demone delle Tempeste reclinò la testa da una parte, e una crepitante scintilla azzurrina danzò sulla punta del corno dorato; non sembrava certamente impensierito dal gesto di muta minaccia, quanto -piuttosto- vagamente confuso dalla reazione del ningen: sembrava in qualche modo ostile, eppure -di contro- il Saggio era certo di non aver errato il protocollo delle modalità di presentazione...

    Il pensiero che -al pari di Augustus- qualcuno potesse trovare scombussolante la visita guidata in quell'area del Magisterium e la somministrazione di quei ricordi alieni era lontanissimo dai suoi pensieri; probabilmente, a dirla tutta, il Raitei doveva essere l'unico a non aver fretta di andarsene.
    Inconvenienti di un'empatia confusa.

    «Se vi interessa, io sono Marvick, inviato in questo posto dal Magisterium di Laputa.»
    replicò il giovane Ningen dopo un momento
    «Mi piacerebbe farlo, ma non posso deporre le armi
    finché voi non mi dite chi siete. Con una dimostrazione convincente, s'intende.»


    Gli occhi bigi e fissi dell'Amal rimasero fissi in quelli del giovane -ancora in posizione di guardia-, e un nuovo guizzo elettrico si arrampicò lungo il corno aureo come unica esternazione della sua perplessità... perché quello, effettivamente, era un quesito a cui non gli era mai stato chiesto di rispondere: come dimostrare di essere sé stesso?

    Sollevando lentamente la destra, così da prendersi il mento in una mano, la Corona di Regalia si prese un momento per pensarci; intanto, il Numerologo si fece avanti, presentandosi e qualificandosi.

    Piacere, io sono Augustus, aviatore blu.
    Tecnicamente siamo venuti qui per completare la tua stessa missione.

    proferì con un leggero inchino del capo ed un sorriso
    Il Rettore ci ha inviato visto che eri praticamente scomparso...anzi...
    Come hai fatto a sopravvivere qui?

    ci fu una pausa di silenzio; poi, si riscosse e si sistemò gli occhiali
    Forse è il caso di abbassare le armi e collaborare. E' inutile spendere energie così.
    Piuttosto pensiamo a questa nuova stramba porta... Avete qualche idea a riguardo?


    ...ecco un quesito che gli piaceva: sollevando appena il testone dal suo riflessivo rimuginare, il Figlio della Folgore riportò le iridi color ardesia sulla porta e sul meccanismo che la sigillava, lasciando che gli ingranaggi si mettessero in moto nella sua testa.

    Ora non so se è la stessa cosa, però...se ogni ingranaggio imprime un movimento opposto a quello di cui è dotato, teoricamente un numero di ingranaggi pari si traduce in movimenti opposti, invece se il numero è dispari, come nel nostro caso, il movimento è coordinato. Ovviamente vanno contati solo gli ingranaggi che trasmettono il moto

    « Sì... Come ragionamento è corretto. »
    assentì il gigante, con fare assorto
    « ...se sostituissimo la sezione mobile con quella a terra, sulla sinistra,
    dovrebbe funzionare. »


    Propongo la B come soluzione - ai miei compagni la parola òwò/
     
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  8. Marvick
     
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    Luogo SconosciutoPerché il Magisterium aveva inviato altre due persone per quella missione? Non poteva sicuramente lamentarsi di aver ricevuto dei rinforzi, per carità, ma perché allora non erano partiti insieme da subito?

    «Come hai fatto a sopravvivere qui?»

    «In che sen...?»

    Si interruppe: aveva capito. Probabilmente, su quel piano di esistenza, il tempo scorreva molto lentamente. E, dopo diversi giorni di assenza, a Laputa avevano pensato bene di sostituirlo. Sarà divertente vedere la faccia del lich, quando tornerò.
    Stava per comunicare la grande intuizione ai due, ma questi avevano già cambiato discorso, e stavano discutendo della prova. Possibile che fossero così imprudenti? Comunque, quel comportamento sconsiderato costituiva una prova sufficiente per Marvick: non erano ostili.

    Si girò allora verso la porta, verso cui Brifos e l'altro, che ancora non aveva rivelato il suo nome, stavano guardando. Abbassò lentamente la lama, continuando a chiedersi come riuscissero a dare fiducia al primo sconosciuto in un posto del genere, ma non la rimise nel fodero. Il meccanismo di apertura era costituito da una serie di ingranaggi, ma, a quanto pareva, si muovevano nel verso sbagliato.

    «Ora non so se è la stessa cosa, però...se ogni ingranaggio imprime un movimento opposto a quello di cui è dotato, teoricamente un numero di ingranaggi pari si traduce in movimenti opposti, invece se il numero è dispari, come nel nostro caso, il movimento è coordinato. Ovviamente vanno contati solo gli ingranaggi che trasmettono il moto.»

    Si avvicinò lentamente, per osservare meglio il meccanismo. Sì, il suo ragionamento era certamente corretto, bastava solo rendere il numero di ingranaggi pari, invece che dispari. E a terra c'era un frammento di meccanismo che faceva al caso loro.

    «... Se sostituissimo la sezione mobile con quella a terra, sulla sinistra,
    dovrebbe funzionare.»


    Marvick si chinò a raccogliere gli ingranaggi, e li rigirò nella mano: erano quattro, mentre quelli mobili erano tre più uno inutile.

    «Sì, dovrebbe funzionare.»

    Staccò la sezione mobile dalla porta, e la infilò in tasca. Poi incastrò quelli che aveva raccolto, in modo che riempissero lo spazio a quel punto lasciato vuoto.



    Secondo i suoi calcoli, avrebbe funzionato. Era matematico. Ruotò l'ingranaggio esterno, in modo che trasmettesse il moto a tutti gli altri pezzi del meccanismo.
    La porta si sarebbe aperta, ne era sicuro.


    Condizioni Fisiche: illeso.
    Condizioni Psicologiche: calmo.
    Mana: 110%.

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    L'impugnatura è lunga 60 cm, in ebano, ricoperta di pelle e con una piccola elsa d'argento. La lama è monofilare, lunga un metro e leggermente ricurva. La Lama dei Sogni pulsa di una luce azzurra quando Marvick è sul Piano dei Sogni.

    Mantello Planare
    Durante i suoi studi, Marvick ha viaggiato per moltissimi piani di esistenza. Raccogliendo da ognuno diversi materiali, ha cucito questo mantello, con maniche e cappuccio, che ha diverse proprietà magiche.

    Energia Positiva: Il Mantello Planare può attingere dal Piano dell'Energia Positiva, per supportare colui che lo indossa, permettendogli di combattere più a lungo senza stancarsi. [Abilità passiva, fornisce un 10% in più di mana]
    Volare: Il Mantello Planare, grazie al potere del Piano Elementale dell'Aria, permette al possessore di librarsi in aria a volontà, senza bisogno di ali. [Abilità passiva, volo, massimo 5 m di altezza in combattimento]

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    Pensava.
    Tuoni e lampi straziavano il cielo cupo e piangente, addolorato ed inerme alla lenta agonia di una terra ormai in rovina. I capelli scuri, quasi attaccati alla fronte imperlata di pioggia e sudore, coprivano in parte lo sguardo basso di un uomo gravemente ferito eppure lucido, trascinato come un ferito da esserini alti quanto bambini.

    Un uomo pensava. Infondo era quello che sapeva fare meglio: diversamente dagli altri suoi compagni, non brillava nè in forza nè in destrezza... ed il dono della magia era ben lontano dal suo sangue. Se era diventato ciò che era, era solo grazie al suo ingegno. E grazie al suo ingegno lo stavano trascinando fino al cuore dell'isola, perchè suo era stato il piano per arrestarne la caduta. Eppure... trovava tutto profondamente sbagliato. Era sempre stato un peso, ecco cosa: ormai incapace anche di piccoli spostamenti a causa delle ferite profonde, aveva costretto l'intero gruppo a rallentare. Ma il crollo di interi gironi non era certo intenzionato ad attendere i loro comodi: esso continuava implacabile la sua avanzata, e se avessero continuato in quel modo, anche l'unica speranza sarebbe andata perduta.

    Con uno strattone si liberò dalla presa dei compagni, cadendo al suolo in un tonfo secco. Al loro tentativo di rialzarlo, lui li fermò con la mano. Poi si strappò la camicia, rivelando incastonato al petto un curioso macchinario luminescente.

    -Lasciatemi qui- sentite la sua voce profonda e dolente, mentre si tasta quella placca metallica in mezzo al petto -usate l'energia di questa mia invenzione: si rigenera da sè stessa ed è inesauribile. Può alimentare la nostra terra per i secoli a venire.

    Nonostante gli esserini fossero di spalle, avreste ben compreso la loro faccia sorpresa.

    -Andate prima che crolli tutto: usate il mio cuore.

    png

    Nel momento in cui incastraste quel piccolo ingranaggio nella posizione da voi decisa, un lampo di luce anticipò una nuova visione. La terza, ad esser precisi, per altrettanti personaggi. Due ne restavano per ciò che potevano essere sino a quel momento le vostre conoscenze; ma altrettanto sarebbero state dunque le prove? A breve l'avreste scoperto.
    Nel mentre, una nuova scritta prese forma nell'aria sopra le vostre teste.

    "Quando tutto fu finito, il suo corpo fu cremato. Le ceneri alimentarono il fuoco di una forgia."

    La serratura che sigillava la porta viene dunque liberata, e l'imponente anta si aprì leggermente, restando socchiusa.
    A voi, ancora una volta, la decisione: procedere o temporeggiare.

    Qm Point

    Goob job, avete superato anche la terza prova!
    Come per le prove precedenti, avete un istante di pausa in cui vi è concesso parlare, confrontarvi e (terminare di) presentarvi, qualora ne sentiste il bisogno. In caso contrario, non dovete far altro che spingere l'anta ed oltrepassare definitivamente la porta.
    Una nuova prova (forse l'ultima?) vi attende.

    Scadenza: Lunedì 10 Marzo
     
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    ???



    Ennesima prova. Ennessimo flash.
    Assiste a quella scena come ha recuperato le altre. Aggiunge alla memoria quel dolore, quei frammenti, quegli spezzoni che lo disturbano e non poco, invero.
    Vorrebbe poter fare qualcosa, agire, salvare almeno una di queste vittime, ma questi sono solo ricordi?
    Giulietta gli dice che a suo avviso è così, non può esserne certo. Magari si trova immerso in un loop che può essere spezzato.
    Si sente inerme e spiazzato.
    Tornato alla realtà lancia il suo solito sguardo dubbioso sui due. No, ormai non chiede nemmeno più se hanno visto anche loro, è così, è la prassi.
    Aggiunge solo con uno sbuffo.
    Questa storia, quella che ci stanno raccontando, non mi piace.

    Disperazione ovunque, non gli piace proprio.
    Ed immagino che la fine sarà ancora peggiore

    Smorfia sul viso a condimento di quel suo pensiero.
    Un lungo sospiro prima di andare oltre. Spera, spera veramente in un colpo di scena, ma non ci crede nessuno, spiriti compresi.
    Si passa una mano tra i capelli e si sistema gli occhialetti.
    Attenzione su quanto avviene intorno e passa oltre la porta appena sbloccata.
    Andiam
    Si sprona ad avanzare.





    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 55%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Concentrato
    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]

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    Risolto l'enigma, gli ingranaggi presero a girare per il giusto verso, e mentre la porta si apriva davanti a loro in uno spiraglio, Brifos si ritrovò in mezzo alla pioggia battente, e l'ennesima visione gli attraversò l'anima... e nel contemplare e rivivere gli ultimi istanti dell'uomo mortalmente ferito, una parte di lui si sentì triste per la perdita che una mente così brillante.

    -Lasciatemi qui
    Usate l'energia di questa mia invenzione: si rigenera da sè stessa ed è inesauribile.-

    pregò o comandò, sottraendosi al sostegno dei compagni e mostrando il metallo nel petto
    -Può alimentare la nostra terra per i secoli a venire.
    Andate prima che crolli tutto: usate il mio cuore.


    Certo, nessuna delle morti a cui aveva fin ora assistito era stato uno spettacolo piacevole, ma... forse era per la spassionata stima con cui l'accademico riconosce un degno collega, o forse per l'infantile pensiero che l'aveva sfiorato davanti alla prospettiva che -se fosse vissuto- l'inventore sarebbe potuto essere un amico, ma indugiare con le iridi color ardesia sulla scritta comparsa sul muro antistante gli strappò persino un mesto sospiro.

    "Quando tutto fu finito, il suo corpo fu cremato.
    Le ceneri alimentarono il fuoco di una forgia.
    "

    Questa storia, quella che ci stanno raccontando, non mi piace.
    commentò amaramente il Numerologo, ravviandosi i capelli e sistemando gli occhiali
    Ed immagino che la fine sarà ancora peggiore. Andiamo.

    « Vista la ricorrenza dei temi della morte e del sacrificio,
    le probabilità che il finale della storia se ne discosti, sono esigue. »

    assentì l'Amal, muovendo un passo avanti e varcando l'uscio a sua volta
    « Tuttavia, se grazie alle loro morti Laputa è ancora in piedi ai giorni nostri,
    queste creature non la troverebbero una buona conclusione? »


    Sarebbe potuto suonare insensibile -quasi crudele- ad udirsi,
    ma la verità era che -al di là della calma serafica del volto inespressivo-,

    Brifos poteva capirli meglio di chiunque altro.

     
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  12. Marvick
     
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    Luogo Sconosciuto«Vista la ricorrenza dei temi della morte e del sacrificio, le probabilità che il finale della storia se ne discosti, sono esigue. Tuttavia, se grazie alle loro morti Laputa è ancora in piedi ai giorni nostri, queste creature non la troverebbero una buona conclusione?»

    «Mh.»

    Marvick non era molto interessato alla storia. Aveva assistito alla visione quasi annoiato: sì, ok, Laputa prima era molto più grande, poi era successo un casino e metà era crollata giù. In effetti, non era lì per studiare la storia del Presidio Errante.
    Era solo una questione di carriera, dunque? No, il successo non importava al mago. Il Magisterium, però, era l'unico luogo in cui avrebbe potuto fare quello che più gli piaceva, e non aveva intenzione di privarsi di una tale opportunità a causa di una mummia un po' troppo suscettibile.

    Comunque, annotò mentalmente quello che aveva appena visto. Forse gli sarebbe tornato utile, più avanti.
    Guardò la porta sbloccarsi, e sorrise compiaciuto. Veramente la consideravano una prova, un giochetto del genere? Beh, meglio per loro. Sarebbero arrivati alla fine più in fretta.

    «Andiam.»

    Marvick seguì il compagno, pronto ad affrontare la prova successiva.


    Condizioni Fisiche: illeso.
    Condizioni Psicologiche: calmo.
    Mana: 110%.

    Equipaggiamento
    Lama dei Sogni
    L'unica arma di Marvick è una nagamaki, ovvero una spada di foggia orientale, con un manico troppo lungo per essere considerata una vera spada, ma piuttosto un'arma inastata.
    L'impugnatura è lunga 60 cm, in ebano, ricoperta di pelle e con una piccola elsa d'argento. La lama è monofilare, lunga un metro e leggermente ricurva. La Lama dei Sogni pulsa di una luce azzurra quando Marvick è sul Piano dei Sogni.

    Mantello Planare
    Durante i suoi studi, Marvick ha viaggiato per moltissimi piani di esistenza. Raccogliendo da ognuno diversi materiali, ha cucito questo mantello, con maniche e cappuccio, che ha diverse proprietà magiche.

    Energia Positiva: Il Mantello Planare può attingere dal Piano dell'Energia Positiva, per supportare colui che lo indossa, permettendogli di combattere più a lungo senza stancarsi. [Abilità passiva, fornisce un 10% in più di mana]
    Volare: Il Mantello Planare, grazie al potere del Piano Elementale dell'Aria, permette al possessore di librarsi in aria a volontà, senza bisogno di ali. [Abilità passiva, volo, massimo 5 m di altezza in combattimento]

    Tecniche Passive
    Incantesimi Rapidi
    Dopo anni e anni di studio della magia dei piani, Marvick riesce a lanciare tutti i suoi incantesimi istantaneamente.[Instant casting]

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    Il cammino era stato lungo, la strada costantemente in salita.
    Tre le prove affrontate, altrettante quelle superate con successo.
    Le deduzioni degli avventurieri erano state corrette, fino a quel punto: un gigante per i bassifondi, un'elfa per il latifondo, ed un umano per i distaccamenti industriali. Tre sacrifici differenti, ma una sola storia, una sola ragione in comune; quale, purtroppo, l'avreste per ora potuta solo supporre.
    Vi era un altro numero, però, di cui voi eravate ancora forti: il quattro. L'attuale numero dei gironi del Presidio Errante.
    La successiva - e di conseguenza quarta prova, quella dedicata alla Città Alta, sarebbe stata dunque finalmente l'ultima.
    Quattro i gironi, quattro le prove.
    Cinque, però, erano i protagonisti da voi intravisti finora in quell'intera vicenda.



    La biblioteca del Magisterium.



    Probabilmente sareste stati colti da stupore, ma quello era il luogo in cui vi sareste ritrovati una volta oltrepassata la soglia di quell'ennesimo portone. Distese e distese di scaffali, montagne di libri, e librerie sconfinate.
    Identica in ogni singolo particolare, al punto che sarebbe stato assai difficile discernerla dall'originale. Unico particolare, eravate le sole persone presenti al suo interno; una stanza priva di porte, o di qualsivoglia via di uscita.
    O per lo meno, questo era quello che avreste pensato per i primi cinque minuti, tempo che avreste -presumibilmente- speso ad esplorare i dintorni. Ma non vi ci sarebbe voluta molta strada, per giungere al cospetto di quella che sarebbe stato per voi il confine della stanza, nonché inizio di un'ennesima prova.

    Vi era un portone, sospeso nell'aria. Con vostro grande stupore, stavolta spalancato: nessun serratura vi ostacolava l'avanzata, né un enigma - o dei nemici, vi separavano nel cammino.
    Mancava la scala, tuttavia, il solo mezzo che sarebbe stato in grado di condurvi ad un'altezza così elevata.
    Il solo, esatto: qualora avreste tentato di ricorrere ai vostri poteri magici, vi sareste resi conto di non essere momentaneamente in grado di utilizzarli. Non un incantesimo, non una percezione.
    Ai vostri lati avreste però trovato due piccoli pilastri, ove il simbolo di una mano era ben inciso nel marmo che li definiva.

    « Questa è la vostra ultima prova. »

    Fu una voce atona a spezzare d'improvviso il silenzio della biblioteca.
    Giunse dalle vostre spalle, da un costrutto energetico -volteggiante a mezz'aria- simile ad una sfera di pura essenza magica, dalla forma assolutamente indefinita.

    « Ed avete un solo modo per superarla. »

    Proseguì, avvicinandosi lentamente in vostra direzione.
    Quando giunse infine al centro delle due colonne, il costrutto si scisse in due. Il primo alimentò della sua energia la colonna alla sinistra; il secondo, in maniera del tutto speculare, donò la propria energia alla colonna destra.
    Entrambi si dissolsero come se mai fossero esistiti, ed una scala magica comparve d'improvviso a supportare il lungo cammino che vi separava dal portone.
    Durò un istante, ed immediatamente svanì dinnanzi ai vostri occhi.

    « A colui che sarà in grado di superare questa prova »

    Il costrutto ricomparve poco più lontano, sulla soglia della porta che era il vostro solo ed unico obbiettivo.

    « io racconterò la nostra storia. »

    Ed infine svanì, lasciandovi ancora una volta soli.
    Con i vostri dubbi, con le vostre discussioni, con la vostra ultima prova.

    Qm Point

    Siete infine arrivati alla vostra ultima prova: la più semplice ed al tempo stesso la più difficile.
    Come vi ha mostrato il misterioso costrutto energetico, esiste un solo modo per costruire la scala che vi condurrà sino al portone: è donare la vostra energia magica.
    Non una parte, tutta.

    La soluzione della prova è molto semplice: due di voi devono poggiare una mano in corrispondenza delle colonne. Chi lo farà, si vedrà prosciugare l'intera riserva energetica del mana. Questo, come voi sapete secondo il regolamento di Endlos, comporta la morte del personaggio.
    Il terzo rimasto, invece, potrà percorrere la scalinata, ed arrivare dunque al termine della dimensione magica.

    Alcune precisazioni di cui dovrete tenere conto:
    - vi ricordo che il PK, per questa quest, è ON;
    - siete completamente spogli dei vostri poteri. Non avete tecniche, né le vostre passive hanno valenza alcuna.

    La vostra quarta prova è iniziata: buon divertimento :8D:

    Scadenza: 26 Marzo (incluso)
     
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    La marcia fu lunga, ma né quello né il silenzio dei suoi compagni lo disturbò; dopotutto, il Raitei per primo non spiccava per loquacità, e la sua scarsa dimestichezza con le norme di comportamento e le emozioni umane relegavano la conversazione alla pura e semplice funzione comunicativa: trasmettere informazioni; certo, quando visitava posti nuovi e incontrava gente nuova, ci si dilettava talvolta in una sorta di esercizio di dialettica -uno scambio verbale a scopo ludico-, ma... in quel frangente, non aveva molta voglia di giocare.

    Quando finalmente sbucarono da qualche parte, il suo umore si risollevò, e mentre una crepitante scintilla azzurrina percorreva la lunghezza del corno dorato, il Demone delle Tempeste contemplò con un barlume di meraviglia negli occhi bigi la sua personale idea di paradiso. Pareti di scaffalature e libri ovunque.

    Rapito, il gigante non parve preoccuparsi del fatto che quell'enorme antro non avesse né porte né finestre -in fondo, che bisogno c'era di uscire?-, e fece per muovere qualche passo verso i volumi quando la sua attenzione fu dirottata verso l'alto... sul portone insolitamente spalancato che dominava tutta la biblioteca da una piattaforma priva di qualsivoglia collegamento architettonico: niente scale, pontili né corridoi... Non era nemmeno sicuro che ci fosse una base di appoggio, e quella familiare bizzarria gli ricordò la Curtis.

    Forse, sarebbe riuscito a portare tutto il gruppo a destinazione in un singolo viaggio, caricandoseli in spalla -entrambi i ningen avevano un aspetto piuttosto gracile rispetto a lui-, ma... quando la sua mente si focalizzò sul tradurre in azione quel pensiero, Brifos scoprì con una certa perplessità di non riuscire a staccarsi levitando dal suolo.

    Una scintilla interrogativa sfrigolò lungo il corno aureo, e al ripetersi dell'esperimento, la Corona Indaco registrò sempre il medesimo effetto; quando scoprì che quel problema si estendeva anche a qualsiasi altro suo potere, il Saggio ebbe abbastanza dati per prendere quella privazione come un dato di fatto, perché il metodo scientifico parla chiaro: un qualsiasi fenomeno che riprodotto genera gli stessi effetti
    è qualcosa di oggettivo.

    « I nostri poteri sono sospesi. »
    annunciò ai due compagni di viaggio, sollevando lo sguardo verso la porta
    « Credo che potrebbe trattarsi di qualche meccanismo difensivo.
    Ne abbiamo uno simile anche a Palanthas. »


    ...e, quindi, come raggiungere la meta? Le iridi color ardesia notarono i due piccoli pilastri e al bassorilievo a forma di mano che spiccava su di essi; in quel momento, una voce risuonò alle loro spalle.

    « Questa è la vostra ultima prova. »
    profetizzò il costrutto spiritico, immobile ora davanti ai loro occhi
    « Ed avete un solo modo per superarla. »

    Lo spettro si fece loro incontro, ma -non percependo in quello nessuna ostilità- l'Amal rimase quieto al suo posto, osservandolo con curiosità mentre si scindeva in due per raggiungere entrambe le colonne; la sua energia si estinse in quel contatto, e la scala che conduceva alla porta si materializzò... ma fu solo per pochi, fugaci istanti: svanì come bruma al mattino, esattamente come si era manifestata.

    « A colui che sarà in grado di superare questa prova... »
    rivelò il fantasma, pontificando dalla soglia sospesa
    « ...io racconterò la nostra storia. »

    L'emanazione scomparve nel nulla, e mentre anche l'eco delle sue parole si spegneva, il Raitei seppe cosa andava fatto; dopotutto, era il leitmotiv di ogni visione che gli era stata offerta...

    « Chiunque prosegua, porti questa storia fuori di qui. »
    esortò senza voltarsi indietro

    Mentre raggiungeva a grandi passi solenni la colonna di destra e posava sopra il calco la manona, il suo unico rammarico fu che non avrebbe potuto salvare quei ningen da solo, e che -almeno per quella vita-
    non avrebbe udito il resto della storia.

     
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    ???



    La strada, a differenza delle altre volte, fu piuttosto lungo rispetto ai precedenti. Abbastanza lungo da poter riflettere riguardo quanto avevano vissuto sin ora. Una visione in retrospettiva, uno studio delle esperienze vissute da sè ma cosa ancor più importante uno studio riguardo le visioni che hanno visto.
    Arrivati a destinazione, poi, non può che rimanere seriamente perplesso.
    La Biblioteca del Magisterium?
    Domanda dubbioso. In realtà la ha vista giusto un paio di volte per alcune sue ricerche su Asaliah e ciò che riguardava la piccola demonessa. Osserva gli altri due compagni di sventure, attende una loro risposta, un loro parere.
    Ci dividiamo?
    Non aspetta nemmeno una risposta che comincia ad aggirarsi per la struttura. Si ferma a leggere qualche titolo qui e lì, ma niente di troppo interessante. Con la coda tra le gambe torna dal gruppo. Riferisce quanto ha visto e continua l'esplorazione in compagnia degli altri. Ricerca che porta, infine, a quella che sembra essere l'ultima prova.
    Assiste a quella divisione, a quell'energia che viene divisa lungo le colonne, l'apparizione della scalinata e così via.
    Decide che utilizzare i suoi poteri sia la cosa più semplice da fare. Peccato che appena cerca di richiamare uno spirito quello che ottiene è solo un silenzio assordante.
    Si limita ad annuire al cornuto che decide in autonomia di sacrificarsi, a quanto pare.
    Fissa il mago, il quasi del tutto sconosciuto che è giunto in questo meta-luogo ben prima di loro. Uno di loro due si dovrà sacrificare.
    Gli si avvicina con estrema tranquillità. Lo guarda negli occhi, deglutisce. Mentalmente si volta ad osservare il proprio passato quindi il suo presente.
    Augustus, praticamente senza famiglia. Si, ha un padre immerso nei ghiacci del Nord, ma da quando si è avvicinato alla Numerologia il rapporto tra loro si è fatto via via più distante. Chi altro ha nella propria vita? La Gilda, certo. Peccato che sia entrata in questa da poco più di qualche mese, al momento. Conosce a stento il suo superiore che cerca terrorizzarlo in mille e più modi. Ha qualche vaga conoscenza di ex-sconosciuti, ma niente di troppo "importante" da un punto di vista affettivo. Insomma, facendo un'analisi della situazione si rende conto che la sua vita non è che sia così piena come ha sempre sperato che fosse.
    Sospira.
    Da una pacca sulla spalla al ragazzo. Abbozza un sorriso macchiato di tristezza.
    Porta questa storia fuori di qui
    Fa da eco al collega, ma a sua differenza ha una postilla da fargli.
    Cerca il comandante Khatep. Promettimi che ti dedicherai anima e corpo alla protezione di una persona. Il suo nome è Asaliah. Ha bisogno di aiuto, e tu la dovrai aiutare.

    La voce è perentoria e non ammette scuse di sorta.
    Me lo devi
    Non è carina da cosa da dire, ma realmente questo è l'unico scrupolo che allo stato attuale ha.
    Senza attendere volutamente risposta si allontana verso la colonna libera.
    Poggia la mano e lascia fluire fuori dal suo corpo tutte le sue energia.
    E così sia.





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