[LAM][CC] Due cuori e un Lordaeron

Mozart Von Baltasar
Post Presentazione

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

Dire che eri felice non rendeva giustizia al sorriso gigantesco sul tuo viso.
Il pensiero di quella riunione, organizzata dai Saggi con la compagnia del Magister Saddler, non ti sfiorava nemmeno l'anticamera del cervello; percorrevi i corridoi del palazzo come se la primavera della tua vita fosse, finalmente, giunta. E quindi guardavi gli intarsi, le colonne, le statue e le decorazioni di quei corridoi... neanche fosse la prima volta che tu li vedessi.

E' la prima volta che venite a Lordaeron, madamigella?

Ti voltasti, guardando lei negli occhi. Sapevi che il rosso di quei capelli ti avrebbe colpito, ancor prima d'esser sicuro di avervi posato lo sguardo. Allo stesso modo, sapevi che l'oro della tua corazza avrebbe probabilmente avuto per lei la stessa attrattiva. Certo, un po' di rattristava pensare che, di te, le importasse solo la corazza... Però speravi di sbagliarti, e di scoprire che, invece, era diverso.

Non sono molti gli ospiti che possono varcare il Palazzo. Però non penso che la Dama Azzurra avrà problemi con voi, che siete così amica della Dama del Vento.

Sì, giusto per avere una scusa pronta casomai le cose precipitassero!
Perché nella vita non si sa mai e prevenire, alle volte, era meglio che curare. Già.

Mozart Von Baltasar
Post Presentazione

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

A dire il vero...

Una motivazione c'è. Non son uomo da maschere, preferisco la sincerità.

Facesti, guardandola nei suoi occhi e sfidando quel fuoco ardimentoso che vedevi in essi. Sapevi che dentro di lei c'era un drago -una bestia squamata e famelica, potente e terribile. Allo stesso modo, tu celavi dentro di te qualcosa di altrettanto vasto e tremendo: un sangue corrotto, violento e irascibile, che discendeva direttamente dalla figura oscura e maligna di tuo padre.

Fin da quando sono nato, solo due persone hanno potuto avvicinarmi senza che io temessi per la loro vita. Una di queste è anche la causa della mia maledizione, nonché il solo che non abbia mai conosciuto. Come mio padre, la solitudine è una costante della mia vita.

Dicesti mentre le vostre due figure percorrevano i maestosi corridoio. Intarsi e arabeschi vi salutavano. Le statue sembravano inchinarsi al vostro passaggio. Una strana melodia riempiva l'etere, rendendo quel Canto del Vento una grande opera sinfonica.

Nel mio corpo scorre un veleno potente: un veleno che potrebbe uccidere chiunque mi stia troppo vicino. Eppure, non ha ucciso te.

L'avresti fermata di colpo, facendoti vicino a lei. Le avresti preso una mano, guardandola nei suoi occhi. L'immagine che vi vedesti riflessa faceva di te un uomo in fiamme, eppure sapevi che giammai avresti fatto una tale fine tra le braccia di lei! Avresti avvampato sì, ma di ben altro fuoco.

Tu sei come me. Il drago che è in te avrà messo in fuga i pavidi e i codardi. Il veleno che è in me ha ucciso o allontanato chi era troppo debole per sopportarlo. Forse sono parole al vento le mie, o smancerie che lasceranno il tempo da loro stesse trovato.

E il tuo viso le fu così vicino che, con uno scatto, avresti potuto baciarla. Tuttavia, non osasti oltre. Non adesso, almeno.

Ti ho portata qui perché penso che non avrò altre occasioni come questa. Che sia l'avventura di una notte o la storia di una vita, non m'importa. Voglio stringerti tra le braccia sapendo che il mio sangue non ti ucciderà; e tu potrai stringere me, sapendo che il tuo drago non mi spaventa.

A lei la risposta, dunque!

Mozart Von Baltasar
Post Presentazione

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

Alcuni uomini trascorrono la loro vita alla ricerca di qualcosa.
Un trofeo, forse -una conquista che faccia rabbrividire e sorprendere tutti gli altri. Le imprese eroiche, le gesta leggendarie -i miti sono pieni zeppi di avventure e azioni a imperitura memoria. Eppure a te non importava nulla di quelle cose frivole. Essere ricordato per aver salvato il mondo? Avere una leggenda che raccontasse delle tue gesta? Onore, gloria? Oh no. Decisamente no.
Che cosa poteva valere l'onore e la gloria, quando il tuo essere affondava piacevolmente nelle labbra della Nesrìn?

E mentre vi scambiavate quel bacio, le tue mani corsero per stringerla a te. Niente tocchi particolari, nessuna mano morta -c'era dentro quell'abbraccio un misto di piacere e liberazione. La sensazione di poter stringere qualcuno a te, senza aver paura che morisse o che andasse via. La gioia di avere qualcuno tra le braccia che non fosse già morto o prossimo a morire.
Lei, in qualche modo, era la chiave che apriva la tua prigione.

Felice che ti piaccia.

E tenendole la mano, avresti fatto cenno di seguirti. L'avresti condotta in una delle sale interne del maniero, quella dove generalmente si tenevano i gran gala oppure i balli di corte. Avevi in mente qualcosa di carino, sperando che l'idea le garbasse.

Mozart Von Baltasar
Post Attivo

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

Dalla sua espressione si evinse che non era mai stata in una gran sala da ballo, né che nessuno avesse mai pensato di condurla in una di esse. Davi per scontato che la madamigella non fosse una donna comunque, di quelle che amano la vita mondana e i pettegolezzi; leggevi nei suoi occhi un ardore intenso, qualcosa che faceva di lei uno spirito fin troppo libero da ingabbiare.
Ma tu non avresti mai osato farle un torto del genere.

Una gemma si tiene su di un anello, ad imperituro vanto.
Un abito prezioso si tiene indosso, per far sfoggio di chissà cosa.
Ma non lei: Nesrìn non era una gemma, né un abito prezioso.
Lei era semplicemente se stessa e tu dovevi solo starle affianco.

Mi concederesti questo ballo?

E la tua voce, nell'immensità della sala, rimbombò gradevole...
ma non troppo smielata.

Mozart Von Baltasar
Post Attivo

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

Lentamente le fosti vicino.
Senza osare più di quanto potevi, sperando più di quanto ti era concesso.
Ammirandola senza sporcarla, e volendo possederla pur senza toglierle la sua libertà.
I desideri di un uomo si mescolavano alle sensazioni di un galante Cavaliere, creando qualcosa che non sapevi descrivere.

Che mai avevi provato prima.

Così, elegantemente, le facevi vedere passi e mosse varie.
Le mostravi dove andare, cosa fare e come fare... il tutto con pazienza, attento che lei mantenesse viva la sua attenzione; senza che la sua fiamma si spegnesse nel tedio.
E intanto cantavi, intonando una melodia che conoscevi molto bene.

Una sinfonia che ricordavi da tempi immemori.
Qualcosa che ti aveva rasserenato quando sereno non eri..
...di un posto che avevi sempre potuto chiamare casa.

Post Attivo

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

Guardavi lei e, anche quando sbagliava, non aggiungevi alcun rimprovero.
Lasciavi che capisse, che seguisse il suo istinto e, infine, riuscisse in quella danza.

E non smettevi di ammirarla.
Era una strana sensazione, profonda come un abisso e intensa come tempesta.
Qualcuno descriveva così l'amore e, sì forse dentro una parte di te eri innamorato di lei, a tal punto da dimenticare tutto il resto.

La sua libertà, la sua forza d'animo, il suo carattere ardente.
Tutte cose che tu avevi perso e che, fosse anche egoisticamente, sapevi di non poter ritrovare se non grazie a lei. E cosa importava se magari non foste destinati alla classica fiaba d'amore.

Ad ogni modo, un sorriso sbocciò sul tuo viso al termine di quel bacio.
E dio, quando mai avevi sorriso così genuinamente?

Non ho mai danzato che nei campi di battaglia. E non ho mai cantato, se non per fare del male.

La guardasti negli occhi.
Nessun maelstrom non ti avrebbe mai rapito allo stesso modo.

Per la prima volta ho danzato senza un'arma, né il mio canto è stato causa di quiete fatale...

La stringesti più vicino, perdendoti nei dettagli del suo viso.

...e ci sono riuscito solo grazie a te.

Perché non importava che suono avesse la sua voce.
La melodia che sentivi provenire da lei era tutt'altra.



Ed era stupenda.

Post Attivo

~ { Presidio Est, Palazzo dell'Alfiere

L'attimo si fermò, come cristallizzato.
Qualcosa nelle tue parole aveva risvegliato nella Draghessa un senso d'inquietudine. Vi si scosse come per liberarsene, lasciandosi fermare da dubbi e incertezze. Era evidente, da come parlava, che il passato avesse un grande effetto sulla sua vita. Certi demoni, d'altronde, non erano facili da sconfiggere.

Lei parlava di guai, di persone morte, di regni caduti; nulla di nuovo, niente che tu non avessi vissuto sulla tua pelle. Non eri a tua volta stato causa di grandi mali? Tua madre impiccatasi, tuo padre disperso, la tua nobile casata decaduta, il castello dato alle fiamme, l'addestramento mortale, la schiavitù e le persone uccise dalla tua Lancia.

Non eri nemmeno sicuro d'essere così diverso da quel Mozart sanguinario.
Lo saresti mai stato?

Sì, lo penso.

Un sorriso accese una oscura fiamma nei tuoi occhi. Eri una creatura delle tenebre: nato nel sangue e vissuto per esso. Addestrato ad uccidere. Costruito per fare del male. Poco conoscevi dell'amore, che non fosse la paura di perdere chi ritenevi caro.

Vorrei poterti esprimere cosa sento ma, oltre a stupide lusinghe, non saprei come iniziare. La verità è che non so cosa ti renda così speciale ma mi basta il fatto che solo tu, fra mille e più persone, faccia sentire speciale me.

Niente giri di parole. Niente lusinghe.

E che in qualche modo nessuno dei nostri guai sarà mai sufficiente a sconfiggerci, finché saremo fianco a fianco. Questo è ciò in cui io voglio credere.

Ed era lì che si giocò il tutto per tutto.
Da lì poteva dipendere o meno il destino della vostra vita.