Laputa: Casa dei Draghi

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    Aveva finalmente imparato a volare decentemente!
    Il piccolo Elesh Nord, due metri di cucciolo di Drago Verde -dal muso alla coda-, si stava deliziando del sole di mezzogiorno sorvolando il latifondo.
    I possenti muscoli della schiena che si flettevano nello sfondo di sbattere le ali nell’aria pura laputense, la brezza che gli sfiorava il muso e lo sosteneva nel suo volo, il grande Albero Casa che si stagliava altissimo sotto di lui e i grifoni che volavano qua e là ma mai troppo vicino al cucciolo.

    Passava lì quasi tutto il tempo in cui non era con sua madre, gli piaceva quella zona immersa nella natura e nel verde molto più di qualsiasi altra nell’Isola nel Cielo, amava sia gli spazi aperti e assolati sia le zone ombrose coperte di alberi, dei quali poteva ascoltare gli incomprensibili sussurri per ore ed ore.
    La mamma aveva detto che prima o poi avrebbe compreso ciò che dicevano, ma per ora non riusciva a capire una sola parola, comunque trovava le loro voci rilassanti e capitava spesso che si addormentasse sotto le fronde di qualche albero particolarmente antico.
    A dire il vero non gli piaceva molto il resto della città, tutti quelli che vi vivevano si spaventavano ogni volta che passava da quelle parti, certo non fuggivano via ma lo guardavano impauriti e la cosa lo indispettiva parecchio, il Latifondo invece era un luogo benedetto e assieme maledetto dalla solitudine.
    Gli sarebbe piaciuto avere qualcuno con cui giocare, ma almeno lì nessuno aveva paura di lui, certamente non gli alberi che lo accoglievano sempre come un amico o almeno così lui riteneva.

    Cominciò a virare abbassandosi di quota, scendendo con ampi cerchi verso uno dei suoi posticini preferiti, sotto un grande albero alla cui ombra amava riposare e sonnecchiare a volte anche tutto il giorno.
    Più di una volta sua mamma, preoccupata perché non lo trovava più, era dovuta andarlo a cercare lì per poi fargli una rapida ramanzina sul fatto che non doveva sparire così e riportarlo a casa nel Grande Castello ma non sapeva cosa farci, quell’albero era il suo unico amico.
    Come da copione atterrò vicino al grande Faggio, non abbastanza da rischiare di danneggiarlo con la sua tecnica ancora grezza, per poi completare gli ultimi metri sulle proprie salde e scagliose zampe, una volta arrivato vicino al tronco vi si appoggiò e appena chiusi gli occhi si addormentò piuttosto profondamente.
    In fondo era un cucciolo e volare lo stancava ancora parecchio.
     
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    Nesrìn
    Nesrìn e Gajeel giunsero al Latifondo con una certa rapidità, spinti dall’irrefrenabile desiderio d’incontrare un drago in carne e ossa ... a maggior ragione se cucciolo! Perché già era difficile vederne uno adulto, figuriamoci uno appena uscito dall’uovo! Un’autentica rarità per due mezzidraghi giramondo, abituati alla vista degl’innumerevoli antichi rettili che trovavano dimora nelle terre d’ogni Presidio, ma tutt’altro che avvezzi alla presenza di un vero drago su quelle stesse lande. Certo, poco tempo addietro avevano sì fatto la conoscenza di un dragone blu che poteva davvero definirsi tale, e questo li rallegrò molto, però restava comunque l’eccezione a conferma della regola; infatti, chissà per quale motivo, sul semipiano parevano scarseggiare tali maestose creature ... e per il borchiato e la rossa, che condividevano con loro il sangue e lo spirito, questo rappresentava una vera e propria sventura. Soli persino entro confini del Maelstrom, dove qualunque bizzarria del creato poteva trovare dimora ... quale ironia della sorte ingrata!

    Il ché spiegava l’incontenibile curiosità della focosa e del moro verso il nuovo arrivato: volevano la conferma che quello fosse sul serio un drago, e non un altro essere dalle fattezze simili, così da poter passare con lui alcuni attimi di sana compagnia reciproca.

    Eccolo, lasssù!
    Urlò Nesrìn a pieni polmoni, colma d’entusiasmo, puntando l’indice verso il cielo.

    Troppo impegnata a vivere spericolate avventure, la dama del fuoco non aveva sin’ora avuto occasione d’andar a trovare il famoso drago verde di Laputa; dunque sì, era emozionata tanto quanto Gajeel all’idea di poterlo infine vedere con i suoi occhi.

    In quel mentre, la figura indicata dalla focosa scomparve fra le fronde degli alberi.
    Decisa a non lasciarsela sfuggire, la rossa partì alla carica.
    Forza, ssbrigati!
    Ordinò al moro, prima di correre nella direzione in cui la bestiola era sparita.

    Arrivata ai piedi del Faggio, Nesrìn si fermò di scatto, sguardo fisso a contemplare ciò che gli stava davanti. Senza proferire parola, s’accovacciò allora accanto al cucciolo, attenta a non fare rumore.
    È cossì carino!
    Sussurrò in un filo di voce, per non disturbare il piccolo Elesh Norn.
    Due metri di zanne, artigli affilati come rasoi, ali da pipistrello e scaglie impenetrabili: davvero adorabile!
    Poi avrebbe appoggiato la destra ad accarezzare la testolina del rettile, cercando di svegliarlo nella maniera più dolce e rassicurante possibile ... non voleva certo finire con una mano mozzata!



    Edited by Jaðe - 11/9/2013, 09:48
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Una volta abbandonata la trattoria, i due mezzidraghi ritornarono sui loro passi e si diressero nuovamente verso il latifondo, visto che il cucciolo di drago adorava bighellonare in quelle zone. E come si poteva biasimarlo? Quel posto era verde, enorme e piano di alberi da cui planare senza fatica, insomma, era il luogo ideale per un essere così nobile... e poi visto che era un cucciolo, poteva allenare le sue ali al volo e crescere sano e forte.
    Tenendo fisso il naso all’insù per i due ragazzi non fu difficile individuare il loro bersaglio, con un cielo così azzurro era impossibile non notare quel puntino che si faceva sempre più grande. Alla fine esso divenne abbastanza visibile e il suo colore era il verde, per il resto era del tutto simile a ogni altro membro della sua specie, anche se aveva comunque un certo fascino.
    Lo vedo!
    Urlò il giovane mentre ancora una volta puntava il dito verso l’alto, indicando quella creatura che tanto faceva ribollire la sua curiosità. Non importava se appena qualche ora prima ne aveva visto uno più grosso e blu, ogni volta che ne vedeva uno era come la prima volta: ne era talmente affascinato che poteva stare in mezzo a loro per ore intere, senza mai stancarsi. Il “piccolo” drago comunque ad un certo punto fece una virata, sparendo in un piccolo boschetto... e ovviamente anche Gajeel e Nesrin si mossero in quella direzione, per non perderlo di vista.
    Alla fine raggiunsero la zona ombrosa creata dalle fronde... seguendone l’odore il moro individuò subito il cucciolo che riposava a qualche metro di distanza. Lentamente si avvicinò insieme alla rossa, la quale iniziò ad accarezzarlo lentamente per farlo svegliare... mentre il borchiato si accucciò accanto a lui e iniziò a toccarlo senza metterci molta attenzione. Ne studiava le ali, la coda e tutto ciò che rendeva un drago così temuto e rispettato.
    Dev’essere forte!
    Esordì invece il ferroso fissando il cucciolo con eccitazione, sperava che questo riuscisse a parlare così da provare a imparare qualcosa da lui... anche se di strada ne aveva ancora davvero tanta da fare e per crescere aveva tutto il tempo che voleva.

     
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    Stava correndo in luoghi sconosciuti e meravigliosi, no, stava volando sopra una foresta sterminata e grandissima, splendida in tutta la sua maestosa possanza e poteva sentirli, gli alberi gli parlavano e capiva le loro voci!
    Era bellissimo, si sentiva libero di poter andare in qualsiasi luogo avesse voluto e le querce, i faggi e i pini si stendevano in ogni dove senza alcun limite visibile.
    Due odori diversi gli arrivarono allora alle narici, il suo istinto gli disse subito che quelli erano gli odori di due draghi; draghi grandi e pericolosi, infatti come prima cosa si abbassò di quota per nascondersi tra le fronde solo per poi accorgersi che il bosco era stato sostituito da un paesaggio dagli anfratti metallici e dai fiumi di lava fusa.
    Il cielo da limpido e cristallino si era trasformato in una massa di nubi oscure generata dalla cenere dei vulcani in lontananza, due figure draconiche immense volteggiavano oscure in quel mare di cenere e lapilli, una era d’un rosso più rosso delle fiamme stesse dell’inferno mentre l’altro aveva le scaglie più lucenti dell’oro ma dal tipico colore del ferro.
    Fu il tocco indelicato delle ali, punto abbastanza sensibile, a risvegliarlo di soprassalto dal suo incubo.

    Gli occhi si aprirono di scatto rivelando un paio di iridi del colore del cielo, la pupilla dilatata dal sonno che riprese presto la sua consueta forma verticale si mosse per individuare le due persone che gli si erano avvicinate nel sonno e lo stavano toccando.
    Con stupore notò che l’odore di drago adulto non era ancora svanito come il resto del suo sogno, ma anzi proveniva proprio dai due individui vicino a lui, il suo istinto gli diceva che i gli individui adulti delle altre razze erano pericolosi e per questo scattò in piedi e indietro, sottraendosi al tocco gentile della Rossa e a quello meno delicato della faccia col metallo.
    Un ringhio sommesso gli uscì dalla gola mentre osservava i due individui, non li aveva mai visti e non aveva idea di chi fossero, sapeva solo che possedevano un odore molto pericoloso e che gli erano avvicinati mentre dormiva per toccarlo.
    Ad ogni respiro un poco di gas violaceo fuoriusciva dalle fauci semichiuse del piccolo drago mentre li osservava ostile.
    Ancora un poco stordito dal suo incubo si azzardò a parlare con quei due.

    Chi siete?
    Perché vi siete avvicinati mentre dormivo?


    Anche se cercava di non mostrarlo era decisamente spaventato, si poteva notare dal movimento frenetico degli occhi dall’uno all’altro dei due individui, se la mamma fosse stata lì avrebbe potuto proteggerlo ma contro due draghi adulti non aveva nessuna possibilità.
    Forse avrebbe dovuto fuggire, aveva ancora vivida in mente l’immagine terrificante del suo sogno, aprì le ampie pronto a spiccare il volo al primo segnale di pericolo.

    Edited by Settra - 11/9/2013, 10:23
     
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    Nesrìn

    Fiasco totale.

    Per quanto Nesrìn avesse cercato d’adottare un approccio il più possibile pacifico e rassicurante, al cucciolo non era affatto piaciuto il suo gesto, anzi, s’era svegliato di soprassalto e con uno scatto s’era allontanato spaventato, forse terrorizzato dalla comparsa improvvisa nel suo spazio vitale non di uno, bensì di due figure dal sangue draconico che l’osservavano colme di stupore e meraviglia. Gajeel s’era messo addirittura a toccarlo con ben poca grazia, trasportato dall'entusiasmo di vedere infine con i suoi occhi un drago in carne e ossa ... e con molta probabilità fu proprio per questo se il piccolo reagì così male. Mai abituato a relazionarsi con altri membri della sua specie, non sapeva come comportarsi con loro, e di conseguenza li percepiva come una minaccia; normale, infondo era stata Drusilia a prendersi cura di lui fin dal giorno in cui era uscito dall’uovo, non la sua vera madre. In caso contrario, ne era certa, avrebbe di sicuro accolto la rossa e il borchiato ad ali spiegate!

    La focosa ritrasse la mano in un gesto istintivo, nient’affatto intimorita, ma ben conscia che sì, il drago che le stava di fronte era solo un cucciolo, però con quelle zanne affilate poteva benissimo staccarle un braccio a morsi! In più, ora dalle sue fauci serpeggiava fuori un miasma violaceo ... velenoso? Chissà. Comunque meglio evitare di fare mosse azzardate, soprattutto perché dalla postura difensiva che aveva assunto il piccolo erano chiare le sue intenzioni poco amichevoli. Un solo passo falso e potevano ritrovarsi in un attimo ridotti a brandelli, o in poltiglia, nel caso la roba che gli usciva dalla bocca si fosse rivelata acido.

    Sstai calmo, piccolino, non hai nulla da temere.

    Per la prima volta dopo tanti secoli passati all’insegna dell’avventura e del pericolo, il drago sempre lì a ruggirle di scatenare l’inferno, Nesrìn si sentiva calma e rilassata; il lato draconico pareva avere riconosciuto la creatura che gli stava di fronte come un suo simile, e sembrava lieto di vederlo, mosso quasi da istinti materni nei suoi riguardi. La focosa provò infatti il bizzarro e repentino desiderio di stringerlo a sé e riempirlo di coccole, un impulso che di rado aveva provato nel corso degli anni e che per un attimo le fece dubitare circa le sue effettive condizioni di salute mentale.

    Magari l’avrebbe fatto davvero. Più avanti, però, adesso era meglio andare per gradi e conquistare la fiducia del cucciolo. Ironia della sorte, non era il suo lato umano a suggerirle d’agire così, bensì lo spirito draconico, che davanti a piccolo s’era acquietato d’incanto.
    Ssono Nessrìn, un’amica della mamma.
    Sorrise. Poi indicò con un cenno del capo il moro che le sedeva accanto.
    Lui è Gajeel, un mio amico ...
    Una breve pausa, occhi che le brillavano dall’emozione.
    ... e ama i draghi quanto me!
    Il ché spiegava perché erano venuti a trovarlo.



    Edited by Jaðe - 23/9/2013, 18:36
     
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  6. _MajinZ_
     
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    Il piccolo drago verde non sembrò gradire molto le attenzioni rivoltegli, soprattutto quelle irruenti di Gajeel che la delicatezza non sapeva neanche cosa fosse. Magari l’avevano semplicemente disturbato mentre faceva il suo sonnellino e in effetti era una motivazione abbastanza attendibile, anche il moro diventava intrattabile da appena sveglio.
    Potevano esserci tanti motivi, ma il rettile istintivamente scattò all’indietro, frapponendo diversi metri tra lui e i due rompiscatole. I suoi occhi in un attimo si fecero minacciosi, mentre un ringhio sommesso fuoriusciva dalle sue fauci insieme a un miasma violaceo, ciò faceva presupporre la composizione del suo fiato: magari era velenoso. Comunque era visibilmente spaventato, infatti il suo sguardo passava in rassegna i due umani dall’odore draconico in modo ostile, come se si trovasse davanti a due mostri pronti ad attaccarlo per non dargli scampo.
    Per fortuna ci pensò Nesrin a sistemare un poco le cose, facendo le presentazioni in modo tale da rassicurare il piccolo... che in effetti non era poi così piccolo, insomma, era un cucciolo solo nel nome, visto che le dimensioni sembravano dire il contrario. Gajeel sorrise, salutando il verde con un cenno della mano e assumendo un viso non troppo minaccioso, anche se sapeva bene che con tutti quei piercing non era facile apparire tranquillo. Insomma, si vedeva lontano un miglio che era un teppista, solo che spesso le apparenze potevano davvero ingannare.
    Un Drago mi ha cresciuto, forse è quello l’odore che stai sentendo.
    L’olfatto fino del capellone percepiva distintamente sia il proprio odore che quello del cucciolo, persino quello della rossa era molto simile, anche se tutti avevano qualcosa di diverso. Uno infatti aveva un aroma acido, quello della ragazza invece aveva un che di bruciato e ovviamente quello del borchiato che aveva un odore metallico.
    Scusa se ti ho disturbato!
    Chiese comunque scusa il ragazzo, grattandosi la testa un po’ imbarazzato... non voleva dargli fastidio, purtroppo la curiosità aveva vinto e non era riuscito a controllarsi. Sperava che il draghetto non si fosse arrabbiato troppo, non voleva di certo che lo mordesse!

     
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    Un’amica della mamma?
    Un amico di un’amica della mamma?

    Beh allora era tutto a posto, suppose il piccolo Elesh che ancora non aveva imparato a non fidarsi degli estranei, per un attimo si era fortemente spaventato per nulla ma si rilassò non appena i due ebbero finito di parlare.
    Le ali si ripiegarono lentamente lungo i fianchi e il miasma violaceo che gli fuoriusciva pigro dalle fauci si arrestò quando il draghetto decise che i due strani figuri che l’avevano svegliato non rappresentavano una minaccia, anche se continuava ad essere turbato dal suo sogno terrificante.
    Sul fatto che “amassero i draghi” non era una frase che riusciva a capire molto chiaramente, in fondo quei due avevano l’odore di due draghi adulti e molto forti quindi era naturale che lo fossero, persino la mamma che stranamente non odorava di drago lo era, il che era ovvio dato che era la sua mamma.
    Comunque fosse lo sguardo impaurito venne sostituito da uno colmo di curiosità, dato che non erano pericolosi forse gli avrebbero tenuto compagnia per un po’ e la cosa gli avrebbe fatto molto piacere dato che a parto quando era a passeggiare con sua madre o pochi altri momenti, tendeva ad essere sempre solo in giro per Laputa e la cosa lo dispiaceva molto.

    Beh se siete amici della mamma allora è diverso, è che non avevo mai sentito l’odore di altri draghi e la cosa mi ha colto di sorpresa…
    Volete stare un po’ con me?


    La voce colma di speranza, mentre si avvicinava alla rossa con curiosità per annusarla un po’ più da vicino e scoprire che odori emanava oltre all’inconfondibile aroma di fuoco e magma tipico dei draghi rossi, informazioni che gli venivano alla mente per istinto come se le avesse sempre sapute.
    Se lei avesse deciso di sfiorarlo non si sarebbe ritratto dal suo tocco gentile, ma avrebbe lanciato un’occhiataccia a viso-di-metallo, dato che si ricordava che poco fa era stato assai poco delicato con le sue squame, cosa che aveva contribuito a svegliarlo di soprassalto.

    Chiedo scusa per il ritardo, non mi era arrivato il messaggio con la risposta di Majin e non ho mai controllato di persona fino ad oggi -.-
    Scusate davvero ^^
     
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  8. _MajinZ_
     
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    Gajeel si grattò la testa un po’ imbarazzato, in effetti non era stato molto gentile con il piccolo Drago e il suo fare irruento aveva contribuito allo spavento del cucciolo, il quale aveva ragione a fissare il moro con diffidenza. Però il ragazzo non aveva fatto tutto ciò con cattiveria, la sua era semplice curiosità anche se in effetti aveva un po’ esagerato... ma sperava che il rettile non provasse rancore nei suoi confronti, visto che avere un drago come nemico non era per nulla una bella cosa.
    Siamo venuti qui apposta per te!
    Rispose sorridente il Dragonslayer mentre si sedeva sull’erba, con le braccia incrociate e lo sguardo fisso sul suo nuovo “amico”. Era troppo curioso di conoscere le capacità della creatura, prima aveva sentito uno strano odore fuoriuscire dalle sue fauci... era di sicuro qualcosa di tossico, magari il suo ruggito era velenoso e quindi molto più insidioso di un ruggito carico di fiamme o frammenti metallici. Se da essi si poteva difendere con una barriera o qualcosa di simile, contro il veleno tutto ciò non serviva... solo con una forte costituzione si poteva resistere in qualche modo.
    Che sai fare di bello? Io ad esempio mangio il metallo!
    Domandò poi il capellone senza nascondere la sua grande curiosità. Non poteva farci nulla, ammirava così tanto i draghi che doveva per forza sapere di più, conoscere i segreti che ognuno di loro custodiva... infondo lui era come loro, il suo dono era di apprendere quei segreti e farli suoi. Così come Metallicana gli aveva trasmesso i suoi poteri, probabilmente la stessa cosa funzionava con gli altri appartenenti a quella specie. Era comunque ancora presto per spingersi così lontano, prima di tutto doveva riconquistare la fiducia del piccolo. Sperava che con i suoi modi gentili quest’ultimo cambiasse opinione, altrimenti pazienza, l’importare era aver incontrato il cucciolo di Drago.

     
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    Nesrìn
    Fortuna volle che le parole gentili della rossa, e le scuse sentite del borchiato, sortirono gli effetti sperati. Infatti il cucciolo parve rilassarsi, ripiegando le ali sul dorso e assumendo una posa più calma, piena di fiducia verso coloro che, sì, ai suoi occhi restavano pur sempre degli emeriti sconosciuti, ma forse non erano poi tanto male se dicevano d’essere amici della mamma.

    L’ingenuità del piccolo fece sorridere la focosa, che lanciò al drago in miniatura uno sguardo dolce e comprensivo, quasi materno.

    Nominare Drusilia: ecco come Nesrìn vinse la fiducia di Elesh Norn ... si vedeva proprio che era appena uscito dall’uovo; infatti, tutti, a Laputa, sapevano chi era Drusilia! L’Alfiere del Presidio Errante, per la Fiamma! Il Gran Maestro degli Aviatori aveva fatto carriera, bisognava riconoscerlo. Molto più di lei, in ogni caso, e non certo perché la metadrago era l’ultima arrivata! Su Àedùn il passaggio di grado se l’era sempre sognato. Combinava troppi guai. Certo, forse la ragione era da cercare nel sangue draconico che le scorreva nelle vene, davvero impegnativo da gestire, o nelle sue scarse capacità di leadership, o nella sua mente poco avvezza alla vita politica e alle trame di potere, o ... ma di cosa si lagnava? Tanto non le interessava fare strada!

    Volete stare un po’ con me?

    Chiese il verde, osservando i nuovi arrivati colmo di curiosità; si poteva percepire nell’aria la felicità del cucciolo nell’aver infine incontrato altri membri della sua specie, così rara sulle terre di Endlos. Normale, dunque, vederlo desiderare un po’ di compagnia dagli unici individui che, seppur estranei, erano le sole figure familiari a calcare le vie della città fra le nubi.

    La figlia del fuoco si trovò a ribattere all’unisono col moro accanto a lei.
    Certo, ssiamo qui proprio per quessto!
    Esclamò entusiasta, sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
    Vuoi giocare?
    Avrebbe chiesto al cucciolo, mentre accarezzava affettuosa il suo muso scaglioso.
    Che sai fare di bello? Io, ad esempio, mangio il metallo!
    Una battuta pronunciata senza preavviso. Nesrìn fissò Gajeel con fare spaesato.
    Hai davvero uno sstomaco di ferro!
    Rise ironica, a quel gioco di parole.
    Comunque, tale notizia non meravigliò affatto la focosa; d’altronde, al Cappio di Bronzo, aveva visto il moro mangiare una posata!



    Edited by Jaðe - 6/12/2013, 12:38
     
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    Guardò Faccia di metallo con un espressione un poco stranita, soprattutto quando gli disse di essere in grado di mangiare il metallo, era piuttosto strano.
    Anche lui una volta, spinto dalla curiosità aveva provato a masticare un pezzo di ferro ma l’aveva sputato quasi subito, non era per niente buono e quindi se n’era andato a fare a pezzi e mangiarsi una mucca, quella sì che era buona!

    Non so, non ci sono cose particolari che mangio.
    Mucche, altre cose che si muovono e la mamma mi ha detto si possono mangiare, quando ho veramente fame qualche albero ma a loro non piace.
    Poi non lo so, a volte il mio fiato scioglie le cose o paralizza gli animali, dipende.


    Allora avrebbe scoccato un timido sorriso alla coppia, provando ad imitare la mamma quando era contenta, ma il risultato fu l’esposizione della sua fila di denti impressionantemente aguzzi e affilati.
    Spinto da un improvviso moto di curiosità, usò la lingua biforcuta per leccare Nesrìn, voleva tanto sapere che sapore poteva avere un drago del fuoco.
    Era strano, ma buono, le piaceva quella ragazza-drago, era carina e simpatica con lui.
    Anche Faccia di Metallo non era male, ma continuava a starci non troppo vicino.
     
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  11. _MajinZ_
     
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    Il Dragonslayer continuava a fissare con occhi curiosi il draghetto, lo scrutava con attenzione come se si trovasse davanti a un preziosissimo tesoro... e in effetti per certi versi era proprio così. Ovviamente non lo considerava un oggetto o un animaletto da compagnia, tutt’altro, però stare davanti a una creatura maestosa come quella, che rappresentava il coraggio e la nobiltà d’animo, era come immergersi in un enorme forziere pieno di pietre preziose. Però forse era più giusto definirlo come un dono, non a tutti infatti era concesso di poter discutere con un Drago.
    Comunque il piccolo spiegò che la sua dieta era abbastanza normale, insomma, non mangiava cose strane come aveva pensato Gajeel vista la sua esperienza... anzi, non vi erano cose velenose in ciò che mangiava: le mucche erano abbastanza normali, anche se il ragazzo preferiva cuocerle prima di mangiarsele.
    Gli alberi? Non mi piace la verdura...
    Ammise il ferroso incrociando le braccia. Praticamente lui mangiava solo carne o pesce, insieme a tonnellate di ferro... e non chiedetemi come faccia quando deve andare al bagno, non ho nessuna intenzione di scoprirlo. Comunque il cucciolo spiegò gli effetti del suo fiato ed era proprio come il moro aveva sospettato. Infine sorrise o almeno provò a farlo, visto che il risultato non era proprio rassicurante, con quei denti appuntiti in bella mostra... anche se Gajeel stava facendo esattamente la stessa cosa, con tanto di denti a punta.
    Il mio fiato invece è più tagliente... quello di Nesrin brucia!
    Cercò di fare il simpatico, ma ancora il draghetto non si fidava ad avvicinarsi... magari assaggiandolo avrebbe capito che era un tizio apposto, anche se aveva la faccia piena di metallo. Purtroppo però in lui non vi era molto di rassicurante, sembrava davvero un teppista e la gente a volte scappava impaurita quando lo vedeva... ma a lui non importava mica, non aveva mai fatto caso al parere degli altri.

     
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    Nesrìn
    Il cucciolo di drago parve ignorare l’invito della rossa al gioco, forse più interessato a conoscere meglio i nuovi arrivati, che a dedicarsi allo svago: un passatempo già noto al piccolo e dunque di ben poco conto in quel mentre.

    Nesrìn sorrise, lasciando correre la mancanza del giovane rettile, concentrandosi invece sulla discussione culinaria che, non si sa come, s’erano trovati ad affrontare. Prese quindi posto accanto al cucciolo e si mise ad accarezzargli il muso con dolcezza.

    I gusti tutt’altro che raffinati di Gajeel colsero di sorpresa il piccolo, che prima di rispondere lanciò al ferroso uno sguardo stranito. La focosa venne così a sapere della dieta del giovane drago. Una dieta, al contrario del borchiato, pressoché normale ... seppur l’immagine di un antico rettile che si nutre di alberi, stonava un po’ con l’idea che nei secoli la rossa s’era fatta di tali maestose e feroci creature.

    Persino il moro ne rimase colpito, tanto che non esitò a sottolinearlo col suo solito fare brusco, braccia conserte al petto. La figlia del fuoco, a quella battuta, non riuscì a trattenere una risata. Chissà perché, quella rivelazione non la meravigliò affatto.

    Io, invece, non la digerissco.
    Era la verità. Ogni volta che Nesrìn mangiava vegetariano, dava di stomaco.
    Molto meglio i cibi piccanti. Sì: cibi piccanti, carne al sangue e alcolici a non finire!
    Davano al drago della forgia la giusta carica per affrontare la giornata!
    Poi non lo so, a volte il mio fiato scioglie le cose o paralizza gli animali ... dipende.
    La metadrago gli lanciò un occhiata curiosa.
    Questo sì che suscitava il suo interesse: parlare dei propri poteri!
    Altro che bruciare, Gajeel, il mio fiato incenerisce!
    Puntualizzò scherzosa la rossa, in un finto moto d’orgoglio, per poi scoppiare a ridere quando vide il cucciolo tentare di regalar loro un timido sorriso.
    Che carino!
    L’avrebbe quindi abbracciato, esordendo con voce squillante, intenerita da quel gesto.

    L’espressione che doveva risultare gioiosa s’era trasformata in un ringhio feroce, reso ancor più terribile dalla fila di denti aguzzi di cui fece mostra, ma Nesrìn sapeva bene che le intenzioni del piccolo erano tutt’altro che ostili - come si vedeva da quegli occhioni dolci - e di conseguenza il drago che era in lei non ne rimase affatto turbato.

    Dimmi un po’ ... come ssta la mamma? Ti piace sstare con lei?

    Avrebbe infine chiesto al cucciolo, cambiando discorso. Sapeva che crescere un drago non era davvero come tenere un cane, e la rossa non aveva potuto fare a meno di chiedersi se Drusilia stava facendo bene il lavoro di madre adottiva. Poiché un drago in preda a crisi d’identità, era l’ultima cosa con cui voleva aver a che fare!

    Ora che ci pensava, poteva andare dall’Alfiere a parlarne di persona ...
    e chissà, forse la Dama del Vento le avrebbe addirittura dato la possibilità d'aiutarla a prendersi cura del piccolo!
     
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    I due strani draghi che erano venuti a trovarlo erano tanto simpatici e doveva ammettere che gli piacevano!
    Soprattutto il drago rosso suscitava la sua fiducia, forse perché era una femmina o forse perché non era stata così brusca con lui, però doveva ammettere che anche l’altro non era male, era solo poco un po’ sbrigativo e ora che aveva capito che non erano pericolosi e ogni traccia di timore era svanita, non lo intimidivano nemmeno tutti i pezzi di metallo che quello aveva in volto.
    Emise quasi le fusa quando la Rossa lo abbracciò, quindi non potè far altro che leccarla ancora un pochino perché capisse che ricambiava volentieri il gesto d’affetto.

    Sì, voglio molto bene alla mamma, anche se è sempre tanto impegnata trova il tempo di stare a giocare con me e poi mi da sempre da mangiare cose buone.


    Detto questo si rese conto che, effettivamente, gli era venuta una gran fame.
    La mamma gli aveva insegnato che le persone non si potevano mangiare anche se non capiva bene perché, dato che dall’odore sembravano tanto buone, ma lui faceva ciò che lei diceva e quindi non c’erano stati incidenti, però le mucche le poteva mangiare ed erano squisite.
    Una volta scioltosi dall’abbraccio della Rossa fece schioccare le mascelle.

    Ho fame.

     
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    In quel momento Gajeel capì una cosa fondamentale, per avere a che fare con un cucciolo bisognava essere delle donne. Loro erano tenere e dolci, mentre lui era rozzo e privo di tatto, quindi era anche abbastanza normale che quel drago lo guardasse con diffidenza... infondo l’aveva anche toccato senza permesso, nonostante non fosse sua intenzione fargli del male. Alla fine comunque il rettile superò il piccolo trauma e accettò la presenza del ferroso senza fare storie.
    Il capellone sorrise quando il draghetto fece quel suono particolare, gli ricordava suo padre che anche se non era un cucciolo, ogni tanto produceva quel rumore simile a delle fusa... anche se un essere lungo più di venti metri faceva tremare letteralmente il suolo. Il peggio arrivava quando si arrabbiava, ecco, in quei momenti non si poteva fare altro che scappare via e nascondersi, anche se nessuno poteva nascondersi alla furia di un drago adulto.
    Comunque al sentir nominare cose buone, lo stomaco del borchiato parve svegliarsi all’improvviso e lanciò un gorgoglio profondo, segno che ormai era irrimediabilmente vuoto. Il ragazzo posò la mano sullo stomaco e rise, visto che era d’accordo con il piccolo drago. Il problema era che aveva mangiato appena qualche ora prima, forse era l’aria di Laputa a fargli venire fame.
    Sono un po’ affamato anche io... ghihi!
    Ammise Gajeel sentendosi quasi in colpa, ma non poteva farci nulla se all’improvviso gli era tornata la fame... ma di certo non potevano andarsene in giro a mangiare mucche. Per un vero drago magari era anche normale, ma vedere due umani assaltare dei bovini non era una cosa tanto normale, gli avrebbero sicuramente arrestati.
    Qualche idea?
    Domandò infine il giovane, sperando che la rossa conoscesse un luogo vicino dove rifocillarsi un po’, un posto dove magari anche un essere come Elesh potesse sfamarsi... senza mangiare il proprietario, possibilmente.

     
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    Nesrìn
    La rossa strinse più forte a sé il piccolo Elesh Norn.

    Le fusa. Il cucciolo di drago aveva iniziato a fare le fusa! Ma quanto era carino? Un gesto che la focosa non si aspettava, è vero, ma per la Fiamma se era tenero e adorabile! Già ... forse un po’ troppo tenero e adorabile, per un drago in carne e ossa; o meglio: squame e alito velenifero.

    Per quanto le suscitasse simpatia, infatti, Nesrìn doveva ammettere che il giovane rettile era assai diverso dai cuccioli di drago della forgia con cui s’era trovata ad aver a che fare, quando ancora era una novizia alle prime armi. Molto diverso. Innanzitutto perché quelli, nell’istante esatto in cui posarono gli occhi su di lei, la scambiarono per il pranzo; e secondo perché si mostrarono, senz’ombra di dubbio, più aggressivi e selvaggi del cucciolino che stringeva fra le braccia, ora tutto impegnato a leccarle il dorso della mano con fare affettuoso.

    Che fosse tutta opera di Drusilia, che l’aveva trovato quand’era ancora nell’uovo? Che gli aveva insegnato a vivere da umano, ma non da drago? Probabile, ma d’altronde, in che altro modo avrebbe dovuto agire? Per la miseria, nessuno vuole crescere un cucciolo, legarsi a lui come ad un figlio, per poi essere costretto ad ucciderlo una volta adulto, perché ormai divenuto troppo pericoloso da gestire! Tanto vale cercare di domarlo, allora ... un po’ come aveva fatto lei con il suo drago interiore.

    Così era più semplice, nulla in contrario, però ... per la Fiamma, se solo fosse stata lei a trovare l’uovo invece di Drusilia! Al contrario della Dama del Vento, lei non avrebbe certo esitato a mostrare al giovane rettile com’era essere un vero drago! Fiera forza della natura, caos primordiale incarnato! Forte, selvaggio, temuto e stimato in ogni angolo di Endlos! Sotto la sua giuda, Elesh Norn sarebbe sul serio divenuto un degno membro della nobile stirpe da cui discendeva, e non un banale - e fin troppo gentile e affabile - lucertolone che soccombe al primo cavaliere che vuole fargli la pelle!

    Ok, forse stava esagerando, ma comunque fosse, era certa che l’Alfiere avesse ben altri progetti in mente per lui. Già ... chissà, però, se era possibile farle cambiare idea su un paio di punti.

    Ho fame.
    Eh?
    Nel frattempo, il cucciolo s’era liberato dalla sua stretta e aveva fatto schioccare le mascelle, giusto per sottolineare il concetto.

    Sono un po’ affamato anch’io ...
    Distolta all’improvviso dai suoi pensieri, Nesrìn fissò i suoi interlocutori con aria spaesata.

    Sbatté più volte la palpebre, la focosa, prima di ricordarsi che ...
    Ma sse hai appena mangiato!
    Esclamò allibita, già lì a scervellarsi su quale fosse il posto migliore dove rifocillarsi in compagnia di un drago, senza dare troppo nell’occhio.

    Il Cappio di Bronzo? No, era solo una semplice locanda, dagli spazi un po’ stretti per un drago di due metri e con porzioni più adatte a una clientela umana che draconica. Perché di certo la rossa e il moro potevano accontentarsi di un paio di bistecche, ma non un cucciolo di drago in piena fase di crescita, che non esitava a divorarsi una mucca intera!

    Dunque, cosa restava? Il Moon Light Grill? ... No. Per quanto fosse sotto l’Albero-Casa e quindi in piena sicurezza, no. Amava quel locale, ma no. Davvero non riusciva ad immaginarsi un drago seduto a tavola fermo e composto che si mangia il suo filetto di carne al sangue da un quintale, senza suscitare l’ilarità e l’orrore generale! Proprio no!

    Che ne dite di un barbecue?
    Suggerì, con tanto di dito indice alzato.
    Io pensso alla brace, Elesh alla caccia e tu, Gajeel, allo sspiedo.
    Concluse, sorriso a trentadue denti stampato in faccia, sperando che la sua idea venisse accolta con entusiasmo.



    Edited by Cât - 31/1/2014, 12:37
     
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