[LAM] Di Draghi e di Falchi

Post Attivo

~ { Presidio Errante, Latifondo

Ti erano giunte tante voci. Nessuna precisa. Né somiglianti le une alle altre.
Erano voci, come radici che correvano sotto terra -irregolari, spaziose, fantasiose e profonde. Insomma, quando ti giunse la notizia che un drago volasse nei cieli di Laputa avevi pensato subito ad Harium, ad una sua non precisata voglia di abbracciare il cielo. D'altronde, quel Cosmico essere era sempre stato afflitto da mali più grande: avevi sempre trovato il suo ego fin troppo frammentato. Tuttavia, ti concerneva ben più la sua fedeltà e la sua utilità alla causa che le mille sfumature del suo ego immortale.

Desidero controllare queste voci. Me ne occuperò personalmente.

Invero, se si fosse trattato del tuo sergente, non avresti creduto alle voci. Dopotutto, egli era ben più che risaputo nei cieli erranti. A che pro lamentarsene? Ovviamente doveva trattarsi d'altro, qualcosa che il volgo non conosceva come familiare, e che per rimando associava al mistero -quel mistero capace di suscitare paura nel prossimo.

*

Fosti nei cieli della città senza battere ciglio. La magia che sorreggeva il tuo volo proiettava l'aria a gran foga, permettendoti rapide e ripide manovre sui tetti dell'Alto borgo fin giù al Latifondo. Benché solitamente amante dell'azzurro, adesso concentravi la vista alla ricerca di un bagliore smeraldo: qualcosa di squamoso e grosso abbastanza da essere scambiato per un rettile volante.

Per il corno del Kuthiano, è davvero un drago!

Sorpresa. E poi accettazione.
Cercasti di avvicinarlo lentamente, con calma e dovuta pazienza. Al di fuori di Harium, che di quei tremendi rettili aveva foggia e sagoma, l'unico sputafuoco che conoscevi risiedeva dentro al corpo femmineo di Nesrìn. Per tanto, questo era il secondo drago nella sua forma rettile... e il terzo, in generale.

Non aver paura: non sono tuo nemico.

Facesti, sapendo che quella razza -nel bene o nel male- comprendeva la tua lingua più di quanto la comprendessi tu stesso. Tentare l'approccio pacifico era la cosa migliore, specialmente quando non sapevi se fronteggiare un amico o un nemico. Lui, tuttavia, avrebbe potuto scorgere senza problemi i blasoni di Laputa sopra alla tua corazza, così come il simbolo degli aviatori... e di rimando, comprendere che eri in qualche modo legato alla sua mamma.

Post Attivo

~ { Presidio Errante, Latifondo

Un sorriso colse il tuo volto.
Non era una creatura ostile, il che confermava da sempre i tuoi dubbi: le persone amavano parlare delle cose che non sapevano, ed avevano paura di quel poco che era dato loro sapere. Cercasti quindi di confortare il drago.

Sì. Sono un amico della tua mamma.

Non che tu avessi davvero capito a chi si riferiva. Tuttavia, a meno che le cose non avessero richiesto, dubitavi di dover davvero conoscere la sua mamma -e mentire, anche a fin di bene, una volta tanto non era così male. Certo non avrebbe fatto di te un Bid'daum del caso.

A cosa vuoi giocare?

Cogliesti due piccioni con una fava: avresti tenuto il drago sotto controllo e rassicurato, in tal modo, gli stupidi che si preoccupavano per niente.

Post Attivo

~ { Presidio Errante, Latifondo

Non eri proprio un tipo da giochi. Per uno nato e cresciuto sotto uno stampo militaresco, il termine gioco era quasi che sconosciuto. Poco pratico dello stesso, più che del tutto ignorante: avevi visto sempre da lontano questo genere di cose, desiderandole da ragazzino e poi da adulto a trattarle con freddezza.

Vediamo... ti piace volare?

Era l'unica cosa che ti piacesse fare, quando non dovevi estrarre la spada contro qualcosa o qualcuno -e in fondo, volare attorno a Laputa era sempre stato per te un passatempo. Qualcuno, ironia della sorte, aveva pensato che tu giocassi a ricorrere le nuvole.

Facciamo a gara a chi arriva primo.

Indicasti una nuvola, sottile e appiattita. Sarebbe stato il vostro traguardo immaginario, sempre che il draghetto avesse voglia di testare le sue capacità di volo contro un Falco.