Ascesa da Asgard

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  1. Lady Sif ©
     
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    Hauz1sa



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    "Ascesa da Asgard."



    “Da quento tempo ormai è sparita? Chissà se è ancora viva…”

    Heimdallr i possente gigante bianco guardiano del Bifrost che era stato ricostruito dopo il Ragnarok, conversava con il grande Thor il Signore del tuono che non si era ancora dato pace per la perdita di colei che era stata sua moglie.

    “Io andrò a cercarla, sono sicura che è ancora viva laggiù”

    Il guardiano del Bifrost lo guardò per un secondo poi espose parola.

    “Abbandonare Asgard sarebbe molto pericoloso, ricordo che i giganti si stanno riorganizzando adesso che Amora ha ritrovato l’anima di Loki.”

    Il Dio del tuono digrignò i denti al solo pensiero del ritorno di Loki, però il Gigante del Bifrost aveva ragione, non poteva andarsene per ora, perché Odino aveva bisogno di riorganizzare le sue truppe, perciò non gli restava altro che sperare che Sif si fosse salvata, ma un giorno sarebbe sceso a prenderla.

    […]



    Lo Jötunheimr, sembrava essere in tumulto, i giganti di roccia e di ghiaccio parevano essere presi da una strana euforia e la capitale Útgarðr festeggiava qualcosa di molto importante.
    Amora la “lecchina preferita” di Loki si prestò ad annunciare novità alle truppe dei giganti . Quella brutta strega era cosciente di sapere che presto Loki sarebbe tornato e con lui i giganti avrebbero marciato su Midegar e su Asgar di nuovo e per poter far rivivere il Dio dell’inganno era davvero necessario sacrificare qualcuno che ormai era molto tempo che era rimasto imprigionato nelle prigioni di ghiaccio dello Jötunheimr.

    “Udite o grandi guardiani dello Jötunheimr quest’oggi è un giorno importante perché il nostro signore finalmente rinascerà e ritornerà con noi!”

    A quelle parole si udì un gran boato di gioia che si sentiva anche nelle fredde prigioni di Útgarðr dove vi era rinchiusa Sif, che ormai si era quasi rassegnata a dover essere lei il sacrificio.

    °Tsk senti come parla quella brutta strega. E’ Ridicola.°

    La Dea di Asgar era incatenata al muro per le braccia con indosso solo la sua armatura, la sua spada era rimasta rifoderata da molto tempo, non poteva pensare neppure di prenderla perché era sempre sorvegliata dai giganti gli stessi che adesso si stavano prestando a venirla a prendere per offrirla a Amora che avrebbe fatto rinascere in lei Loki.
    Si udirono i loro passi, poi le celle si aprirono e due giganti di ghiaccio si videro spiccare nell’uscio, loro liberarono Sif e non ostante lei si dimenasse e cercasse anche di difendersi cercando di arrivare alla spada, non aveva forze sufficienti per poterli battere in quel momento. Ah se solo non fosse così debilitata dopo tutto quel tempo trascorso lì quei giganti avrebbero fatto una brutta fine, invece no non si poteva e quei due la trascinarono verso la sala del Trono del palazzo dove si sarebbe eseguito il rito.
    Amora era rientrata dentro e aveva già preparato tutto, infatti avanti alla strega bionda dalle vesti verdi c’era un altare e sopra di esso c’era una sfera luminosa verde che emanava un energia sinistra.
    Sif fu portata vicino all’altare e legata con delle catene anche se una delle sue mani d’istinto riuscì quasi ad accumulare le ultime forze per cercare di arrivare al collo di quella maledetta puttana, ma non riuscì a nuocerle perché i giganti la tenevano stretta e adesso la bellissima dea Asgardiana era faccia a faccia con quel diabolico spirito.

    “Ah ah ah tutto ciò è molto divertente, non trovi anche tu cara Sif? Tra non molto farai parte del nostro Signore non sei contenta?”

    Amora era insopportabile, si rendeva odiosa proprio al momento giusto, Sif le riservò uno sguardo di ghiaccio, poi parlò.

    “Sei una maledetta giuro che ti farò finire nell’Hel insieme a Loki.”.

    Già quello era il suo desiderio, ma come fare per liberarsi ora, la strega stava recitando già il rito e sentiva chiaramente lo spirito di Loki iniziare a muoversi fastidioso verso di lei.

    “No…No…”

    Inutile non serviva nulla il riso di Amora era agghiacciante, non poteva più fermarla dunque era la fine e le dispiaceva di non essere stata più utile ad Asgard e a Thor. Socchiuse gli occhi e in quel momento prima che lo spirito di Loki potesse congiungersi con la Dea guerriera di Asgard accadde qualcosa, la stanza tremò e nel soffitto si andò a creare una crepa che lasciò intravedere una luce abbagliante, che non fece vedere più nulla ai presenti. Un lungo bagliore bianco e subito dopo la scena era diventata più tranquilla perché non c’era più nessuno lì dentro.
    Sif sentì che il suo corpo era finalmente libero, ma sia lei che Amora e i due giganti erano trascinati da una forte emissione di vento che li stava portando chissà dove, in un groviglio di fulmini, sembrava quasi l’effetto del potere temporale del ponte del Bifrost , forse Thor e gli altri erano venuti a salvarla?
    Sif svenne, poi quando riaprì gli occhi si accorse di non essere più nella stanza del rituale e tutto attorno a lei sembrava essere scomparso. Era capitata in un posto che senz’altro era ancora Jötunheimr perché un posto pieno di pianure ghiacciate non poteva essere altro,inoltre c’era anche la visuale di una città stranissima, ma ora che ci pensava anche Útgarðr era molto simile poteva essere ancora lei, ma dov’era finita Amora e i Giganti?
    Non lo sapeva ,ma visto che era libera, sentiva che un po’ d’energia le era tornata quindi sguainò la spada, a terra notò chec’era il simbolo che pareva quello di Asgard, ma se il Bifrost era stato aperto perché non era capitata ad Asgard? Qualcosa era andato storto.

    °Forse ci sono state delle interferenze in ogni caso devo verificarlo…°

    Guardò in alto e urlò.

    “ Heimdallr apri il Bifrost lo Jötunheimr non mi ha preso sono ancora viva. Heimdallr!!!”

    Lasciò andare il suo urlo , mentre ancora si domandava che cosa sarebbe capitato adesso.



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    Riassunto:


    Ok eccomi la mia pg si trova ai confini della città delle stelle e come potete vedere è un pò stordita xd a voi la mossa xd


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    "The Goddness Of Asgard"




    Edited by Lady Sif © - 2/9/2013, 00:34
     
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    Volava per le lande ghiacciate del Nord al massimo della velocità consentita dalle sue ridotte dimensioni, intanto che le pianure innevate le passavano accanto produceva strani rumori con la bocca, qualcosa di assimilabile a un “brum brum! Meeee, meeee!” come aveva sentito fare da alcuni veicoli a motore, da qualche parte, neanche lei ricordava dove o quando.
    A ben pensarci, non era nemmeno sicura del perché si trovava in quel posto, semplicemente dopo alcune allegre e spensierate vicissitudini a Merovish (tra cui sprofondare nei più neri abissi della follia) aveva preso una direzione qualsiasi e aveva cominciato ad andare dritta, la motivazione è che le andava di farlo.

    Così dopo molto tempo era arrivata, tra un’avventura e l’altra di alcun conto e una lunga scia di disastri combinati più o meno casualmente, era finalmente arrivata dalle parti di Najaza e doveva ammettere che quel posto era davvero bello come gliel’avevano descritto le persone che aveva terrorizzato sulla via.
    Perfetto, ora che l’aveva vista poteva anche tornare dai suoi amici nel Sud, in fondo era sicura che Dimitry, Zigoin e il molliccio rosso con il suo bello schiavo avrebbero sicuramente sentito la mancanza della loro spiritella preferita.
    Fece quindi per tornare indietro, sempre rombando come un motorino un po’ scasso, quando un lampo dal cielo sferzò i ghiacci non molto distanti dalla sua posizione, quando la luce si dissipò ecco che era comparsa una persona tutta intenta a mulinare una spada urlando qualcosa riguardo un Bifrost da aprire.
    Forse era roba che si mangiava, magari un dolce!

    Già con la bava sulla piccola boccuccia irta di denti, i dieci centimetri di fatina che costituivano la minuta Wydwen si avvicinarono svolazzando a quella strana persona appena giunta da fuori di Endlos.
    Indubbiamente un accoglienza calorosa era all’ordine del giorno, infatti quando si fermò a poco meno di un metro dalla strada donna sfoderò tutta la sua diplomazia e il suo charme.

    Ciao!
    Cos’è un Bifrost? Si mangia?


    Esatto, lo spiritello era assai carente di entrambi.
     
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  3. Huruk
     
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    Lem aveva deciso di lasciare l’ovest, c’erano troppi ricordi in quella parte di Endlos, troppa tristezza. Prima almeno c’era il fratello a tenerlo lì, l’officina, il lavoro, ma tutte le catene che tenevano Clemenza in quel presidio si erano spezzate. Miki era rimasto a Klemvor, con una ragazza a quel villaggio raider, e, tutto sommato, l’officina sarebbe potuta rimanere chiusa ancora un po’.
    L’uomo aveva deciso che si sarebbe recato al Nord per ricercare qualche lega che di fronte alle temperature estreme avesse un comportamento migliore di quella che attualmente erano in uso per le protesi cibernetiche, così aveva messo tutto quello che gli serviva in un paio di sacche e aveva preso la moto diretto a Najasa.

    Era quasi arrivato in città, quando il cielo si era annuvolato rapidamente, una tempesta di lampi e tuoni. Non ci aveva dato molto peso fino a quando un fulmine non aveva aperto il cielo in due e colpito la fredda terra, coperta di neve e ghiaccio, fuori dalla città.
    Era così dunque che si manifestava il Maelstorm. Ne aveva sentito parlare, e la cosa l’aveva affascinato molto all’epoca, ma non si era mai preso la smania di effettuare ricerche approfondite sull’evento, classificandolo come lontano dalla sua esistenza; lui era nato ad Endlos, il Maelstorm non era una realtà che gli apparteneva.
    Clemenza comunque sapeva che quella manifestazione della capricciosa volontà dell’universo non arrivava mai da sola, portava sempre con se qualcosa da mondi lontani e inaccessibili.

    Fermò la moto ed estrasse il fucile per osservare bene con l’ottica la zona in cui fulmine aveva toccato il suolo. Lì per lì non notò niente di particolare, poi una figura rossa si mise in piedi e sollevò quella che somigliava ad una spada al cielo, come ad aspettarsi qualcosa.

    “Abbiamo un viaggiatore…” si disse. “No, aspetta… mi pare che si dica naufrago.” Concluse.



    Rinfoderò l’arma e, voltando la moto, si avviò nella direzione della figura (inconsapevole della presenza della fatina, troppo piccola per essere vista con l’ottica dalla distanza) sollevando nuvole bianche, con il rombo del motore che si perdeva nell’aria silenziosa dell’innevata tundra.
     
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  4. Lady Sif ©
     
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    Hauz1sa



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    "Amora e i Giganti."



    Sif continuò a guardare il cielo in attesa di un segnale, ma non capiva che diavolo stesse succedendo su Asgard, Heimdallr non rispondeva e tutto stava tacendo in modo fastidioso e terribilmente inquietante, non le piaceva vivere di congetture, ma questa volta aveva la sensazione di essersi cacciata in bel guaio.

    “Dannazione cosa succede? Perché non mi sente nessuno? Accidenti…”

    Stava cercando di capire adesso cosa fare, ma una piccola voce le risuonò all’orecchio.

    [color=red]“Cos’ un Bifrost? Si mangia?”


    Sif spalancò gli occhi e onestamente non riusciva a capire da dove venisse quella voce, poi ecco che vide uno strano esserino volante che svolazzava di fronte a lei. Una piccola fata ad occhio e croce , le conosceva sapeva bene cosa fossero esattamente come gli gnomi o nani, ma creature del genere non erano proprio dell’ “Inferno di ghiaccio” ma ben sì di luoghi come Valhöll, da dove i nani creavano spade e i valorosi spiriti dei guerrieri morti si allenavano che cosa ci faceva lì?

    “Una fata nello Jötunheimr? Che assurdità è mai questa?”


    Sif cercò di capirci qualcosa, ma non era facile. Abbassò la spada e si mise le mani sulla tempia come a massaggiarle per cercare di fare mente locale.

    “Non capisco non siamo nello Jötunheimr? … oh accidenti sto forse perdendo la concezione di dove mi trovo? non ci voleva.”

    Ad un tratto sentì chiaramente dei rumori e un raggio verde cercò di colpirla, e lo schivò per un pelo.

    “E’ colpa tua Sif! Siamo bloccati qui solamente perché tu ti sei ribellata!”

    Sif guardò verso la direzione della foresta e tre ombre apparvero, due erano gigantesche e una più minuta.

    “Non è possibile…”

    Sif aveva capto chi erano e non era per niente contenta, li doveva sistemare, ma senza però coinvolgere la piccola fata perché prima di tutto era l’unica che potevano spiegarle cosa era successo e in secondo luogo non centrava con lei e quei nemici.


    “Va via presto!”


    Intimò alla fata e si mise avanti per proteggerla ,mentre le figure si rivelarono . I due esseri giganteschi erano creature create interamente dal ghiaccio dalla pelle blu e dalle lunghe lance , l’ultima figura invece era una donna dal vestiario sfarzoso di colore verde.

    Sif a quella vista si irrigidì e digrignò i denti.

    “Amora…”

    La donna la guardò anche lei con uno sguardo di fuoco e alzò un dito.

    “Ci hai ficcato in questo guaio e adesso se non mi riporti ad Asgard ti uccido seduta stante sia te che quell’ esserino che stai cercando di proteggere.”

    Amora lanciò un altro raggio e Sif riuscì a schivarlo per tempo, ma dato che dopotutto quel casino ci mancava essere finiti in un posto sconosciuto per di più con quella strega puttana, si apprestò a farla finita personalmente con lei, mentre i giganti intanto puntavano forse verso la fata.

    “Uccideteli tutti”

    Sif non poteva riuscire a difendere anche quella nuova arrivata.

    “Se non te ne vai al presto gli Jötunn ti uccideranno!Sono molto pericolosi”

    Amora iniziò a scambiare colpo con la Dea.

    “Sta zitta Sif preoccupati di te stessa piuttosto!”

    Sif parò un colpo della strega con la spada.

    °Maledizione°.






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    dunque innanzi tutto chedo scusa per il ritardo ma ho avuto alcune priorità a cui pensare tra cui la gestione anche degli altri due pg che ho comunque per questo post come d'accordo ecco un pò di azione.

    gli Jötunn sono i giganti di ghiaccio e hanno come arma ddelle lunghe lance di ghiaccio e poteri legati alla mitologia terrena che li rende molto simili quasi alla neve che vi circonda.

    ecco il loro aspetto :)

    2Rhvz4C

    Amora è una stregaccia con poteri magici ma me ne occupo io :)

    lei è così
    2C8lMHf


    ho editato senza citare il pg di Huruk perchè non lo vedo :)

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    "The Goddness Of Asgard"




    Edited by Lady Sif © - 15/9/2013, 18:39
     
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  5. Huruk
     
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    Lem stava ancora avvicinandosi quando improvvisamente vide uscire dalla foresta alle spalle del naufrago con l’armatura rossa due colossi di ghiaccio. Erano enormi, incazzosi e armati di lunghe lancie, insieme a loro poté vedere anche una figura più minuta vestita di verde. Lem fermò la moto e scostandosi appena il cappuccio disse:

    “… E quelli ora che cazzo sono?”



    La figura rossa e quella verde si scambiarono una serie di battute molto rapide, alle orecchie di Lem non arrivarono le parole, ma non ci volle molto per far intuire all’uomo che la situazione sarebbe rapidamente scaduta in uno scontro.

    “Chi me l’ha fatto fare? Dovevo farmi i fatti miei e trovarmi una locanda…”



    Normalmente Clemenza se ne sarebbe andato lasciandoli alle loro diatribe, ma era sicuro di essere stato visto e sentito (a causa la moto) e sapeva che chiunque fosse stato a vincere quello scontro, lui sarebbe potuto essere la prossima tappa.
    Estrasse il fucile dalla sacca vicino alla sella.

    “Che giornata del cazzo…”



    Prese di mira la testa di uno dei giganti.

    “Vediamo se ti piace il mio 12mm… ”



    Considerò il vento, trattenne il fiato, premette il grilletto. Avvertì il colpo duro del rinculo sulla spalla e il boato sordo che si diffuse nell’aria insieme all’odore della polvere da sparo, ma già il proiettile aveva colpito in pieno il bersaglio, viaggiando quasi a Mach3.
    Sulla testa del gigante si aprì un buco dal diametro di almeno venti centimetri col proiettile che lo passò da parte a parte e continuò la sua corsa verso la foresta.


    Edited by Huruk - 16/9/2013, 14:49
     
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    Jötunheimr?
    Forse quello sì che si mangiava, doveva ammettere di essere un po’ confusa, mentre svolazzava all’altezza del viso della donna con un ditino appoggiato alle labbra corrucciate attorniare da un’espressione che inequivocabilmente intendeva che la piccola non aveva capito assolutamente niente.
    Stranamente.

    Wydwen stava ancora lì a cercare di raccapezzarcisi in quei discorsi senza senso per una volta non suoi, quando improvvisamente uno strano raggio verde quasi colpì la sua nuova amica ma questa riuscì a evitarlo per un soffio, poi una strana tipa vestita di verde spuntò dalla neve urlando qualcosa.
    Poi la nuova amica, presumibilmente di nome Sif, si piazzò davanti alla piccola con fare protettivo mentre due enormi giganti che sembravano fatti tutti di ghiaccio armati con lunghe lance e sembravano amici della tipa verde.

    Va via presto!



    Sif voleva tutto il divertimento per lei, non era affatto giusto!
    Era arrivata lì in quel posto sperduto e finalmente c’era qualcuno con cui giocare, si mosse quindi un poco per avere la visuale libera prima di esplodere in una poderosa pernacchia contro la ragazza vestita di rosso.

    No! Voglio giocare anche io con la donna verde e i suoi amichetti!
    Adesso chiamo Jaja, perché avere amici in più per giocare assieme è sempre meglio, dovresti imparare a condividere il divertimento e non tenerlo tutto per te!



    Finì quell’importante discorso pieno di retorica e poesia con una linguaccia che rischiò quasi di congelarle la piccola, rosea e appuntita linguetta che per fortuna venne ritirata in tempo in quelle sue piccole fauci ripiene di innocui dentini appuntiti.
    Con uno schiocco di dita lo spiritello generò una scintilla che si mosse rapida in aria, dividendosi in due per andare a stazionarsi nel vuoto, mentre attorno ad esse si formava la figura spettrale di un grosso drago dall’aspetto tanto famelico quanto incorporeo e fumoso, le scintille si rivelarono essere gli occhi della bestia fantasma.

    Una volta che fu completamente evocato, la piccola Wydwen si lanciò in una serie di gridolini eccitati, tutta contenta che il suo amico immaginario fosse venuto a farle visita dopo il suo richiamo, le bastò indicare uno dei giganti del gelo perché il drago vi si scagliasse contro.
    Era piuttosto evidente che intendeva piombargli addosso per cercare di staccagli la faccia a morsi mentre cercava di tenerlo fermo con il resto degli arti spettrali, fatti di fumo e menzogne ma comunque più che letali.

    Status Fisico: ha freddo
    Status Mentale: Yeeeee!
    Mana: 100-20= 80%

    Passive

    Spiritello
    Beh, per natura estremamente piccola e dotata di ali, Wydwen è in grado di utilizzare le seconde per svolazzare in lungo e in largo come più le pare, ella trova anzi molto sciocche le creature di terra poiché pur essendo il mondo dotato di tre dimensioni, esse ne utilizzano soltanto due.
    [Passiva: Dimensioni piccole (alta 10cm), volo (in combattimento mai oltre i 5m d’altezza)]

    Tecniche

    Drago Fantasma
    Anche se plasmato da nebbia e bugie, la sua fame e la sua collera non sono certo trascurabili.
    Grosso, enormemente grosso, questo drago spettrale semitrasparente è lungo almeno dieci metri e alto tre, un apertura alare colossale, nelle sue dimensioni massime è creato apposta per incutere quanta più paura e soggezione possibile in tutti coloro che siano così sfortunati da trovarsi ad osservarlo, sebbene quando sia in questo stato sia troppo massiccio per lanciarsi in un combattimento corpo a corpo rimanendo al contempo integro, può utilizzare solo il suo soffio.
    Altra questione invece, se si decide di evocarlo piccolo o ridurre le sue dimensioni durante la battaglia, in questo caso il drago fantasma diventerà lungo quattro metri e alto uno e mezzo, e sarà più che capace di scagliarsi contro gli avversari di Wydwen per farli a brandelli con le proprie mascelle tonanti, le corna appuntite, i rostri ossei acuminati, gli artigli affilati o qualsiasi altra appendice incredibilmente letale possa disporre.
    Il Drago Fantasma è però in grado, sia nella sua forma spaventosa che in quella da combattimento, di utilizzare il proprio soffio, sostanzialmente a costo di non attaccare fisicamente il nemico (che consta un gran dispendio delle energie che lo tengono assieme) esso è in grado di scagliare dalla bocca un fulmine con una gittata di sette metri che, se colpisse l’avversario, causerebbe danni non proprio leggeri.
    Consumo: Alto
    Durata: 2 turni
    Altro: possibilità di rinunciare all’attacco fisico per scagliare un fulmine di livello Medio dalla bocca, ciò conta come attacco per quel turno, possibilità di passare dalla forma da combattimento a quella spaventosa (è grande ma non può scagliare assalti fisici) e viceversa.
     
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  7. Lady Sif ©
     
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    "Amora e i Giganti."



    Sif e Amora erano di nuovo faccia a faccia come lo potevano essere ad Asgard, tuttavia benché la forza di Sif fosse invidiata anche dagli uomini Asagard Amora aveva dalla sua parte i suoi incantesimi e quasi non era stata colpita per niente, mentre Sif iniziava a stancarsi.

    “Ah ah ah Sif che ti succede non hai più voglia di combattere?”

    Amora concentrò un grosso agglomerato d’energia e lo sparò su Sif la quale cercò di parlo e deviarlo, ci riuscì ,ma rimase ferita alle braccia.

    °Maledizione, che Odino mi aiuti!°

    La strega emise ancora risate poi riattaccò , ma questa volta Sif quando la vide avvicinarsi riuscì finalmente a colpirla con un poderoso pugno diretto allo stomaco .

    °Finalmente era da tempo che non vedevo l’ora di questo momento.°

    Amora indietreggiò e ispirò affaticando il passo guardando con astio la sua rivale, mentre sentiva in lontananza le grida dei suoi giganti.

    “Che cosa? Come hanno fatto sconfiggerli? Scommetto che opera tua vero Sif?”

    Onestamente anche Sif nel guardare con quanta facilità i giganti del gelo erano stati abbattuti rimase stupita anche lei specialmente della fata , così piccola, ma davvero micidiale, mentre per l’altro non aveva capito da dove avessero tirato il dardo per ucciderlo, ma forse dopo lo avrebbe saputo, ma prima era il momento di farla finta con Amora. Si lanciò contro la strega con un urlo di battaglia tuonante .

    “PER ASGARD!”

    “Non ci riuscirai tu diverrai il corpo del grande Loki devi rassegnarti!”

    La strega sgranò gli occhi, poi anche lei con un urlo di guerra caricò un possente colpo nelle mani, poi le due dee si scontrarono e per un attimo tutto rimase fermo mentre con le loro figure perfettamente in piedi, nessuno poteva sapere chi avesse vinto.
    Una folata di vento gelido e poi qualcosa si mosse . Il corpo di Amora cadde a terra privo di testa, mentre schizzi e macchie di sangue colorano l’immacolato manto bianco e Sif in Piedi ad alzare la testa di Amora al cielo come un vero trofeo mentre il sangue gli colava trala mano, finalmente urlando in maniera soddisfatta. Quel maledetto incubo era finito, nessuno avrebbe più tentato di resuscitare Loki o di usare lei come involucro,anche se tutta via si vedeva che aveva una ferita verso il petto e fu quella a farle sputare sangue e cadere sul ginocchio destro,lasciando la testa di Amora rotolare a terra.

    °Finalmente è tutto finito…°

    Guardò in direzione della fata.

    "Per essere una creatura tanto piccola sei forte dimmi sai fare anche magie di guarigione? Ne avrei bisogno come puoi vedere.Amora non c'è andata leggera."

    Disse tossendo, poi cercò di capire chi mai avesse ucciso l'altro gigante da lontano , non riusciva a vedere ancora nessuno, ma sperò che non volesse combattere anche quello non avrebbe retto.







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    ecco se mi indicate un medico o un posto dove potermi curare è meglio xd

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    Yeeee!
    Jaja aveva assalito il grosso coso ghiaccioloso e l’aveva smembrato facilmente, sicuramente divertendosi un mondo nel farlo, lei almeno si era divertita, anche se quel gioco era finito sicuramente troppo presto e lei aveva ancora voglia di distruggere qualcosa.
    Si girò di scatto verso la donna vestita di verde, sperando di poter giocare anche con lei ma la sua nuova superamica l’aveva già decapitata e adesso stava a terra ferita, con uno sbuffo di delusione le si avvicinò dato che cominciava ad avere piuttosto freddo, ascoltò distrattamente le parole della donna intanto che cercava un posto in cui rintanarsi per stare più al caldo.

    Per essere una creatura tanto piccola sei forte dimmi sai fare anche magie di guarigione? Ne avrei bisogno come puoi vedere, Amora non c'è andata leggera.


    Ha! Trovato!
    Come una scheggia si fiondò nella pelliccia di qualcosa che copriva le spalle della sua nuova amica e lì si appallottolò comodamente, nel calduccio generato dal gigantesco corpo della ragazza tutta vestita di rosso.

    No! Ho visto gente che le fa ma non so come si fa…ma posso ucciderti così non farà più male!


    Effettivamente le sembrava, tutto sommato, una buona idea.
     
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  9. Huruk
     
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    Lem scarrellò, il bossolo saltò fuori incandescente per andare a stemperarsi sulla neve, mentre un altro proiettile si mise ordinato a disposizione del percussore, ma quello che Lem vide lo portò ad abbandonare l’idea di un secondo colpo.
    L’enorme gigante di ghiaccio che aveva colpito, cadde al suolo senza possibilità di replica, con un fragore e uno sbuffo di neve che tolsero la visuale al cecchino per qualche secondo.
    Quel bianco indistinto fu attraversato da bagliori verdastri, fin quando un drago comparì come dal nulla.

    “Quello è un drago… quello è un cazzo di drago!”



    Ripeté Clemenza sgranando gli occhi incredulo. La bestia fantasma sopraffece con estrema facilità l’altro gigante del ghiaccio e nuove nuvole di neve si sollevarono, azzerando completamente la visuale del cecchino.
    Quando poté tornare a vedere, lo scontro sembrava finito. Lem scorse la figura rossa in ginocchio che si accasciava a terra e qualcosa di troppo simile ad una testa che le rotolava accanto.

    “Se anche fossero tutti morti, potrebbe esserci qualcosa da recuperare…”



    Si disse mentre montava in sella alla motoslitta e si avviava in direzione dello scontro.

    ***



    Giunse in prossimità dei corpi, la neve era rossa di sangue e i corpi di due donne erano distesi e immoti. Il fatto che una delle due donne fosse senza testa non fu per Clemenza una rivelazione particolarmente sconvolgente, in fondo col suo calibro.50 riusciva a ridurre le persone in stati peggiori. Entrambe le donne vestivano con dei pezzi di armatura, una verde e una rossa, ma, per il clima del presidio Nord, si poteva dire che fossero entrambe pressoché nude.
    L’umano si avvicinò alla donna in rosso, respirava ancora, era decisamente piacente e dal fisico tonico e atletico, una vera guerriera, rimase a guardarla per qualche secondo, ma subito l’occhio clinico del Cyberchirurgo colse una ferita piuttosto seria al petto della donna.
    Clemenza portò una mano al volto, sotto il cappuccio foderato di pelliccia e attivò il sensore termico per controllare la temperatura della donna, stava precipitando.

    “Devo stabilizzarti e portarti in città… e devo essere veloce!”



    Disse alla donna cercando di mantenerla cosciente.

    “Ascolta la mia voce e resta sveglia, sveglia, intesi?”



    Prese una delle sacche dalla moto con i suoi strumenti e si ritornò alla donna.

    “Io sono Clemenza, come ti chiami? Da dove vieni?”



    Parlò per tenerla impegnata. Aprì una coperta termica sulla neve e ve la adagiò di sopra, quindi slacciò il corpetto della donna. Agì rapido e chirurgico. Aprì una capsula di garze sterili e le pressò sulla ferita, quindi isolò i margini della garza per evitare che la pressione esterna comprimesse i polmoni della donna.
    Quando finì di avvolgerla nella coperta notò un esserino nella pelliccia del mantello della donna. Guardò la fatina per un attimo, poi procedette a caricare la donna sulla moto.
    Montò in sella dietro di lei e si avviò verso la città.

    “Parla, continua a parlare! Non ti addormentare, non devi farlo!”

     
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    " Il mio nome è Sif."



    Sif aveva riportato una ferita, ma nulla che la potesse abbattere quindi se fosse stata in pericolo si sarebbe difesa e onestamente la voglia di schiacciare quel piccolo demonio della fatina che voleva a quanto pare ucciderla sarebbe stata legittima, quasi come quando udì quel rombo e vide quel “cavallo di ferro” e quell’uomo strano che la stava toccando. Come si permetteva di toccare una Dea ?

    “Ehi come ti permetti di toccare una Dea vuoi forse che ti passi a fino sul filo di lama della mia spada?...non toccare …argh…”

    Sif stava per afferrarlo alla gola anche se si sentiva debole la forza di Asgard era possente in lei, ma le ferite erano veramente strazianti poi quell’uomo la stava curando,non avvertì energia malvagia, poi la caricò sul “cavallo di metallo” forse voleva portarla in un posto dove si guariva la gente, poi avvertì muoversi sotto il suo mantello . Il piccolo demonio si era nascosto, ma non aveva forza per scacciarla lasciò pure che si mettesse comoda.

    “Spero che ti senta comoda piccolo demone, ma non tirare brutti scherzi o l’ira degli dei si abbatterà anche su di te. Dopo tutto non sono ancora morta e in me il sangue di Heimdallr scorre ancora furioso in me.”

    Continuarono il loro viaggio e per non pensare al dolore e anche alla sensazione di svenire per la perdita di sangue continuò a cercare informazioni.

    “Non chiuderò gli occhi comunque mi volete spiegare dove sono? Non so esattamente come sia successo, ma prima ero nello Jötunheimr e anche i Giganti e Amora mi hanno seguito a quanto pare, ma hanno visto la stessa cosa: una luce intensa e abbagliante e poi più niente, ho sentito solo un continuo ronzio di Tuoni che mi hanno lasciato quasi pensare Che Thor e Heimdallr avessero trovato il modo di riaprire il Bifrost, ma poi mi sono trovata qui e non mi hanno risposto quindi immagino di non essere più ne nello Jötunheimr ne ad Asgard. Che posto è questo?Esigo una spiegazione.”

    Sif rimase per un attimo in silenzio poi udì che l’uomo che si faceva chiamare Clemenza nome curioso per un mortale gli chiese del suo e che fare dunque se non dirglielo almeno per educazione e ringraziamento per quello che stava facendo.

    “Hai un nome strano per essere solo un mortale anche se ho notato che hai delle forme diverse dai mortali che ho visto io e anche un cavallo diverso , va molto veloce deve essere alimentato da qualche magia immagino, forse qualche nano te le ha insegnate. Comunque il mio nome è Sif e provengo dalla città degli Dei Asgard e sono una Dea Guerriera scelta dal Dio Odino. Sono onorata di conoscerti.”




    heI7jxO








    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi Parlato Esterno





    Dati & Riassunti[/size]

    Nome:Lady Sif.
    Stato fisico:buono.
    Stato Psicologico:buono.
    ________________________________

    schema uso e consumo mana:
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    Riassunto:



    Azioni:








    "The Goddness Of Asgard"


     
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    Spero che ti senta comoda piccolo demone, ma non tirare brutti scherzi o l’ira degli dei si abbatterà anche su di te. Dopo tutto non sono ancora morta e in me il sangue di Heimdallr scorre ancora furioso in me.


    Stava parlando con lei?
    Quella tipa grande, grossa e ferita le aveva dato del “piccolo demone” e poi aveva anche avuto il coraggio di minacciarla e la cosa non potè che scatenare una sola reazione nella piccola e caotica Wydwen, una grassa risata che le proruppe direttamente dal suo minuscolo petto, seguito da tanto di pernacchia quasi direttamente nell’orecchio della sedicente divinità.
    L’unica dea che la piccola riconosceva era la sua adorata mammina e di tutte le altre, anche se ci fossero state, non le fregava poi assolutamente niente dato che non portavano dolcetti, però per il momento se ne stava comodamente al calduccio nella pelliccia di quella donna e quindi del resto del mondo non poteva interessarle di meno.
    Anzi quasi si addormentò intanto che viaggiavano.

    Quando la donna ebbe finito di parlare la piccola fatina non potè trattenere una risatina sommessa, per qualche motivo noto solo a lei la parola Asgard le causava un’ilarità soverchiante ma comunque si risolse nel rispondere alle domande della tal dea.

    Sei su Endlos, non certo nello jotur…k…f…quello che anzi non ho proprio idea di dove possa essere, in ogni caso non sei lì.
    Questo è Naj…mmm…uza o qualcosa del genere, sono capitata qui per caso quindi non ricordo molto bene i nomi, io vengo da Merovish e prima ancora dalla Landa Tenebrosa, piacere, mi chiamo Wydwen o come alcuni preferiscono chiamarmi “oddio eccola, scappiamo!”


    La piccola si era convinta che quello fosse il suo soprannome in quando molto spesso, nei luoghi che visitava, la gente finiva per urlare quella frase quando la incontrava, quindi era logico pensare che quello fosse niente più che un modo cordiale e gentile per chiamarla.
    Anche se non capiva perché fosse tanto lungo.
     
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  12. Huruk
     
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    Divinità, folletti, cavalli di ferro, nani e magia erano un mix niente male per una qualunque storia da taverna se non fosse stato per gli impronunciabili nomi scaturiti dalla bocca della sedicente divinità.
    In tutta onestà Clemenza se le immaginava più coriacee e imponenti le divinità, ne aveva sentito parlare spesso, ma vivere al di qua di un evento eccezionale come il Maelstorm ti faceva prendere tutto con molta meno serietà ed era comune il pensiero che le divinità erano solamente gli abitanti di uno dei tanti universi esistenti viste dagli occhi di popoli arretrati e ottusi.

    Divinità o meno, questa Sif era ovviamente confusa sull’accaduto, meno di altri forse, ma necessitava di spiegazioni e anche in fretta prima di giungere in città.

    “Ci sono due o tre cose che è bene che ti spieghi…”



    Esordì l’umano senza distogliere gli occhi dal tracciato.

    “Punto uno. Non sei in nessuno dei posti che hai detto e non conosco nessuno di tutti quelli che hai nominato. Sei su Endlos e ci sei arrivata per colpa di una specie di tempesta che crea scompensi spazio-temporali sugli universi che casualmente collidono col nostro. Da queste parti la chiamiamo Maelstorm e per quel che ne sono la cosa è difficilmente reversibile, ma dovrebbero esistere macchine o magie in grado di rispedirti a casa.

    Punto due. Da queste parti nessuno esige niente, bellezza…

    Punto tre. Da queste parti nessuno esige niente, bellezza…


    Concluse l’umano sorvolando sull’appunto della donna sul suo nome e sulle fattezze del suo volto.
     
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