La colonna di fumo

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    Il Latifondo era la distesa verde più grande di tutta Laputa. Disseminato di campi, era la sede della produzione agricola della città e quindi fonte di molti beni di prima necessità da cui il presidio dipendeva.
    Tuttavia quelle campagne non erano famose solo per quello: erano il posto che ospitava l'Albero Casa, sede di una gilda assai potente che aveva spesso influito nelle vicende di quell'immensa isola volate, capeggiata dallo stesso Alfiere. Tuttavia c'erano anche fatti storici per cui quelle campagne avevano acquisito fama. Memorie non proprio felici e che forse facevano ancora male, per via del sangue versato di recente: le Nove Giornate di Laputa. Era stata una vera e propria guerra civile, conclusasi in pochi giorni, era pur vero, ma che aveva portato una quantità di morti e devastazione impressionante, fino a che non era stato nominato il nuovo Alfiere. Il Latifondo era stato protagonista principalmente di due eventi del conflitto; era da lì che era partita una piccola rivolta contadina che aveva presagito i combattimenti nei giorni successivi ed era lì che si era svolta una sanguinosa battaglia tra le truppe regolari laputensi e l'esercito assoldato dal Sodalizio.

    Tuttavia ora la pace sembrava essere tornata in quelle terre. Nonostante gli eventi drammatici, le prove che quella terra aveva dovuto superare e lo sforzo economico per riprendersi, di guerra non si parlava più, perlomeno su Laputa.
    Tuttavia, si sa, che l'ombra degli eventi sanguinosi sembra essere sempre pronta a tornare per via di chissà quale nemico e quanto si vedeva salire sul cielo sembrava quasi annunciarlo.

    jpg

    Si trattava di una colonna di fumo, nerissima e lunga, visibile anche dall'Albero Casa. Sembrava quasi una di quelle proveniente dalle ciminiere, ma non c'erano industrie in quella zona. Che fosse la traccia di una bomba appena esplosa? Ci somigliava; tuttavia perché colpire proprio il Latifondo e non un punto più strategico? Che fosse qualcos'altro?
    Difficile a dirsi, forse l'unico modo per scoprirlo era raggiungere l'origine di quel fumo e chiunque l'avrebbe fatto avrebbe iniziato a sentire un odore simile alla polvere da sparo, quando avrebbe iniziato a vederlo più vicino.
    Benvenuto, ho riassunto un po' gli avvenimenti recenti che hanno coinvolto il presidio. Per ora fermati prima di riuscire a raggiungere l'origine del fumo, dato che non ho ancora specificato cosa troverai :P
     
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    Il Fumo Uccide?


    Presidio Errante;
    Laputa, Latifondo;
    Albero Casa




    Ah, Laputa.
    Mi ero ambientato abbastanza bene. Poco dopo essermi arruolato nel ramo degli Aviatori Blu, mi diedero un alloggio direttamente nell'Albero Casa e — fatta eccezione per qualche compito burocratico semplice e qualche lavata di capo — filava tutto talmente liscio che avevo tutto il tempo di dedicarmi con calma alle mie ricerche. Quella mattina — come tutte — venni svegliato dai raggi del sole che, oltrepassando il vetro della finestrella filtrati da una tenda di raso bianca, facevano schiudere i miei occhi ancora assonnati. Mettendomi a sedere sullo scricchiolante materasso retto da una struttura di legno pregiato, sorrisi all'inizio di una nuova giornata. Mi stiracchiai e mi diressi subito alla porta, controllando se qualcuno aveva infilato missive, ordini o tabelle di marcia.
    Niente, una giornata libera. Oh, che bello!
    Tornai tranquillamente sui miei passi, sistemando le lenzuola; poi presi la bottiglia d'acqua che avevo portato lì la sera prima, poggiata sul comò. La posai sulla scrivania e mi sedetti. La guardai intensamente, concentrandomi: ecco! Il caffellatte è pronto. Trasmutare le cose con la forza del pensiero era diventato ormai un hobby — oltre ad essere un simpatico strumento nella vita quotidiana. Sorseggiai direttamente dalla bottiglia, mentre ridacchiavo soddisfatto dei progressi che giorno dopo giorno si rendevano evidenti. Progressi sulle conoscenze, progressi sulle abilità, progredivo rapidamente in ogni campo. Tra una riflessione e l'altra, finita l'energica bevanda, mi diressi lentamente alla finestra, schiudendola ed affacciandomi col corpo.
    Accesi una sigaretta, pensando a cosa avrei potuto studiare in quella giornata di libertà tanto gentilmente concessami. Chissà come poi! Rivoli di fumo salivano al cielo, lingue grigio scuro sfumavano nel chiarore azzurro dell'immenso; mentre la mia mente spaziava tra ricordi e fantasie. Passò giusto qualche minuto prima di accorgermi che non era soltanto mia miscela tabaccosa a produrre fumo. Anzi, la stragrande maggioranza della nuvola, era radunata in un imprecisato punto del latifondo. Gli occhi s'illuminarono alla luce della novità: c'è qualcosa su cui indagare! Gettai la sigaretta nel posacenere della stanza, presi i miei vestiti in fretta e mi precipitai all'uscita degli alloggi ed in pochi istanti fui fuori dall'intera sede dei Liberis.

    ~

    Passeggiando, sfilai ancora il portatabacchi dalla tasca interna del soprabito. Giravo la testa a destra e a manca, curioso di ogni cosa, perdendo quasi di vista l'obiettivo principale: la nerissima colonna di fumo che saliva sempre più in alto nel cielo. Portai un'altra sigaretta alle labbra, la prima l'avevo giusto assaggiata e aveva dato poca soddisfazione. L'accesi con decisione, mentre acceleravo sempre di più il passo. La fantasia elencava tutti i vari motivi che potessero scatenare una combustione tale da far evaporare gas così scuri. Avrei dovuto studiare quella nube, sì! Veloce, più veloce, finché — sebbene il naso offuscato dall'odore della sigaretta non lo sentisse — avvertii una flebile presenza di carbonio, qualche molecola di zolfo ed alcuni composti organici. La curiosità era ben visibile sul mio volto, gli occhi sgranati puntavano dritti al fumo, il sorriso era diventato ormai indelebile.
    Chissà quale nuova avventura aveva scritto il fato per me?





    R e s o c o n t o


    Ferite riportate: Nessuna.
    Stato mentale: Curioso, Esaltato.
    Quantità di energia residua: 100%
    Tecniche utilizzate:
    La mente intrisa di infomazioni
    [Passiva - Memoria potenziata]
    Il sesto senso
    [Passiva - Auspex]

    Note:
    Editato, come comandato dal Master :flwr:




    Edited by -D_Dragon- - 14/9/2013, 16:39
     
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    E mentre il vento soffiava nella direzione del ragazzo, portandogli una piccola parte di quella strana nube nera, costui ne analizzava i componenti. Quasi la brezza volesse aiutarlo fornendogli tasselli che, assieme a quanto poteva scorgere viva via che si sarebbe avvicinato, gli avrebbero fornito un quadro via via più nitido.
    Chissà se si sarebbe azzardato a fare delle ipotesi o se avrebbe preferito direttamente andare incontro a ciò che lo aspettava lì? In fondo non aveva molto senso scervellarsi su una questione, per poi andare a vedere la risposta che magari dimostrava false le conclusioni di quei ragionamenti. Tuttavia se si teneva conto dei rischi il discorso cambiava: se dietro quel fumo si fosse nascosta un'insidia sarebbe stato ben poco saggio gettarsi a testa bassa, senza aver cercato di vederci più chiaro.
    In ogni caso sarebbero arrivati nuovi indizi, infatti una volta raggiunto un campo incolto avrebbe facilmente intravisto una massa bianca che dopo poco si sarebbe rivelato un lungo striscione tenuto su da due bastoni ricavati da rami, probabilmente da alberi dello stesso Latifondo.

    Base segreta
    Vietato entrare!!!?!

    Già, scrivere a caratteri cubitali che un luogo fosse segreto era sicuramente una mossa geniale! Per la serie: "potete star sicuri che questo posto passerà inosservato e nessuno ci ficcherà il naso". Se poi ci aggiungi anche un "super" in mezzo alle prime due parole (con una V per aggiungere le parole, ovviamente) nessuno la noterà! A completare quel bizzarro quadretto c'era la pessima calligrafia della scritta, segno che doveva essere stata realizzata in un attimo, senza badare all'aspetto... e alla figura. Si, perché ci mancava un errore ortografico, magari accompagnato da un'orribile correzione, per essere a posto.
    Ad ogni modo, oltre alla piccola altura su cui si innalzava lo striscione, si potevano vedere due tende. Fuori da esse una persona, ad occhio e croce una ragazza, stava trafficando proprio all'origine della colonna fumogena; forse una rudimentale fornace. Altro particolare interessante una faretra posta nelle vicinanze di una delle due tende, segno che fossero armati.
    A fronte di ciò come avrebbe reagito il ragazzo?


    Edited by ..Daiki.. - 14/9/2013, 22:33
     
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    Leggere le Avvertenze


    Presidio Errante;
    Laputa, Latifondo




    Man mano che il passo si faceva più rapido e il cuore sempre più tumultuoso, venivo a conoscenza di nuovi componenti della colonna fumosa e di ciò che la generava. Era presto per formulare ipotesi; finché non avrei visto con i miei occhi ciò che stava accadendo, non mi sarei permesso nemmeno di azzardare idee. Come ogni studioso ben sa, è pericoloso formulare ipotesi prima di aver studiato il fenomeno, giacché fa nascere pregiudizi, condizionando inevitabilmente il risultato ultimo dell'analisi della scoperta stessa. Perciò non mutai l'espressione affabile e se si fosse trattato di una trappola, beh... avevo imparato a cavarmela in qualche situazione ostile, forse. D'altronde non potevo lasciarmi scappare una così ghiotta occasione di studiare il Presidio in cui mi ero ormai stabilito. A passo svelto, dunque, mi facevo sempre più vicino all'origine della nube scura, mentre terminavo gli ultimi tiri di una sigaretta fumata per celebrare l'avventura intrapresa.
    Arrivai dunque in prossimità della colonna, trovandomi in una situazione alquanto bizzarra. Guardai il grosso striscione con espressione interrogativa, chinando il capo ora da un lato, ora dall'altro. Gli occhi sgranati notarono sin dal primo momento il disordine e la fretta con cui era stata realizzata quell'insegna. Ma la cosa più curiosa era senza dubbio la sua natura ed il motivo per cui era stata posta così in bella vista. Però, per saperne di più, sarei dovuto andare oltre. Ecco, è per questo che non ci si crea pregiudizi. Ora, la faretra posta accanto alla tenda era senz'altro segnale di pericolo. Se la mia mente fosse stata da subito indirizzata all'idea di imboscata, non sarebbe di certo stata la scienza ad avere la meglio. E la scienza deve trionfare, sempre.
    Allora mi avvicinai di soppiatto, tentando di non fare rumore, per saperne di più. Una volta arrivato ad una giusta distanza, per sicurezza mi sarei concentrato in modo tale da espandere le mie onde celebrali, captando quante più informazioni sarei riuscito ad avere. Poteva trattarsi di una semplice cacciatrice che aveva catturato qualche strano animale e lo stava cucinando, o di una pericolosa attentatrice che stava sperimentando un letale ordigno. In ogni caso, sarei stato lieto di fare la sua conoscenza.





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    Ferite riportate: Nessuna.
    Stato mentale: Curioso.
    Quantità di energia residua: 100% - 10%
    90%
    Tecniche utilizzate:
    La mente intrisa di infomazioni
    [Passiva - Memoria potenziata]
    Il sesto senso
    [Passiva - Auspex]
    La conoscenza è tutto
    ► Note: Raggio d'azione: 30 metri.
    Conoscenza sugli intenti, allineamenti, linea di pensiero, età, razza, nome, capacità generiche.
    [Attiva - Auspex conoscitivo Medio - Consumo: Medio]


     
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    Il ragazzo allungò le proprie percezioni sulla fanciulla dai capelli castani ordinati in una treccia, ma anche in questo caso le informazioni raccolte sembrarono essere piuttosto confusionarie.
    Prima di tutto constatò che fosse un'umana e che avesse una grande affinità con la magia, anche se sembrava anche capace di combattere con l'arco, anche se non si poteva dire che fosse una guerriera esperta.
    Il resto delle informazioni fu piuttosto confuso e frammentario, di fatto ci volle un po' per riuscire ad accumulare sufficienti dati per concludere che si chiamasse Susan e che la sua aura tendesse al positivo. Sembrava comunque che i suoi intenti fossero quelli di cucinare qualcosa o comunque che fosse convinta di farlo. Riguardo alla piccola fornace, ciò che aveva raccolto sembrava contraddire le deduzioni: di certo ciò che era sopra alle fiamme, non conteneva qualcosa di commestibile. Forse si trattava di qualcosa che lo era un tempo, ma ora non si poteva dire che fosse qualcosa di innocuo. Di fatto quel fumo era troppo intendo per essere quello di un normale falò che cucinava una pietanza e di certo la colonna che usciva dal contenitore non era di certo qualcosa che faceva molto bene... figurarsi il contenuto!
    Però andando oltre quel semplice atto, chiedendosi il perché lei fosse lì e quale fosse il suo scopo, avrebbe scoperto che si era accampata lì per fare una sorta di ricognizione, il cui obiettivo era l'Albero Casa.
    Le deduzioni ora spettavano al ragazzo, ma una cosa era certa: era davvero convinta che quell'accampamento fosse segreto.
    Proprio in quel momento uscì però un ragazzo dalla tenda più vicina. Sembrava essere un coetaneo di quella con la treccia, e aveva i capelli argentati e l'espressione assonnata.
    " Ma che?"
    Jâbir era stato scoperto!
    " Ce ci fai qui? Ci sei?"
    Il tono non era dei più minacciosi, più simile a qualcuno che era appena uscito dai torpori del sonno, che da una sentinella. Tuttavia rimaneva il fatto che ora lo avevano visto e che qualsiasi cosa avesse dovuto fare, avrebbe dovuto tener conto dei due.
     
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    Allarme?


    Presidio Errante;
    Laputa, Latifondo;
    Accampamento "Segreto"




    Vagai in lungo ed in largo nei ricordi degli oggetti intorno a me, sondando ogni singola molecola di ciò che li componeva. Mi concentrai particolarmente sulla ragazza che era indaffarata alla base della colonna fumosa. Guardandola di spalle non sembrava avere intenti minacciosi, anzi. L'innocua creatura risultò essere un'umana e, grazie a qualche spettro di emozione proveniente probabilmente dal suo passato, capii che non doveva essere affatto una persona malvagia. Ma non potevo fermarmi alle apparenze. Scavando più infondo trovai qualche altra informazione utile. Dapprima, avevo appurato che quella colonna di fumo enorme era senza dubbio una fornace, anche se le abilità culinarie della donna non erano proprio delle migliori. Poi continuai. Immagini confuse, ricordi sbiaditi, flebili emozioni, ruotavano intorno alla mia mente, infondendo alle mie percezioni ipotesi e sicurezze. Ci misi un po' per poter scorgere il fine ultimo della castana: informazioni riguardo l'Albero Casa.
    Sussultai, terminando così l'ispezione Psialkemica. Sgranai gli occhi e decisi immediatamente di indagare più a fondo. Sfilai allora l'anello dal dito, mettendolo frettolosamente in tasca. Quello, avrebbe potuto mettermi nei guai, se la donna aveva intenzioni ostili nei confronti dei Liberis Aeris Milites. Cercai di mettermi ben eretto, sistemandomi il soprabito, pronto ad avere un colloquio pacifico, ma non ne ebbi tutto il tempo. Uscì infatti un uomo da una tenda li vicino, che subito mi vide. Con mia enorme sorpresa, non diede alcun genere di allarme, anzi. Mi domando, alquanto assonnato, chi fossi e come mi trovassi lì. Ora, chi erano quei due strambi individui? La base doveva essere segreta, ma non si erano nascosti, non si erano presi la briga di non lanciare segnali - quell'enorme colonna di fumo non passava affatto inosservata - e soprattutto, una volta scoperto un intruso, non si allarmarono nemmeno!
    Beh, una situazione singolare, senza dubbio. Una situazione su cui avrei dovuto far luce per bene.

    «...Ehm...»
    Presi un secondo fiato, poi mi schiarii la voce.
    «Buongiorno! Passavo di qui e notando quello strano fumo - indicai l'enorme colonna grigiastra, tentando di spostare l'attenzione del ragazzo - sono venuto a controllare. Sapete, se ci fosse un incendio nella zona del Latifondo, sarebbe un bel problema per il presidio.»

    Un bel sorriso diplomatico ed innocente stampato in viso. Bravo Jâbir, questa è proprio una bella mossa! Finsi di non essere minimamente in contatto con la Gilda né con l'Albero Casa, avvicinandomi ai due semplicemente per fare conoscenza. Passo tranquillo, espressione amichevole, mente rilassata. Questa poteva essere un'ottima prima volta per prepararsi alle future esperienze diplomatiche della Squadra Blu.





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    [Anello di Gilda]
    Frammento di AI
    [Oggetto di Gilda]
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    Il ragazzo si sfilò l'anello dalla mano per evitare di venir riconosciuto come membro della gilda e nessuno lo vide. Tuttavia forse non poteva esserne sicuro, perché quello appena uscito lo guardò con un'espressione sospettosa, come se avesse notato qualcosa di strano in quanto aveva detto o fatto.
    Per qualche secondo nessuno proferì parola. Poi iniziò lui, alzando significativamente la voce.
    " Ma che incendio, qui da qualche parte ci dev'essere una ciminiera che sta bruciando qualcosa. Cavoli che puzza!"
    Susan parve stupita e prese a guardarsi intorno, dapprima focalizzando gli elementi vicini, poi quelli più lontani.
    " Una ciminiera? Dove?"
    La fanciulla era parecchio confusa e sperò che il commilitone venisse in suo soccorso, cosa che avvenne. Capelli argentati si voltò e prontamente individuò la sorgente della cortina tossica nera.
    " Ma ce l'hai davanti!"
    Solo dopo qualche secondo l'altra riuscì a fare il collegamento.
    " Ma questa è la nostra colazione!"
    Davvero pensava di dare agli altri ciò che era sul fuoco? Non si rendeva conto di quello che stava facendo? Se non era malvagità era follia! Non c'era altro modo per spiegare i comportamenti di quella ragazza.
    " Ma la piantate di fare tutto questo baccano?
    Una voce partì dalla tenda più lontana, dalla quale uscì un'altra umana; una fanciulla con i capelli rossi. Sembrava particolarmente arrabbiata, tanto che gli altri due sembrarono andare subito sulla difensiva.
    " Chi sarebbe costui?"
    Guardava il ragazzo, che si affrettò a rispondere subito a quella che più di una domanda, sembrava essere la minaccia di qualcosa di terribile, nel caso la risposta non fosse arrivata subito.
    " Ha detto che era venuto a controllare che non ci fosse un incendio.."
    L'altra urlò con quanto fiato aveva.
    " IDIOTI! Non solo lo avete lasciato avvicinare, ma non mi avete neanche avvertita!"
    Era il colmo! Non si sarebbe mai aspettata di dover scoprire da sola che qualcuno si fosse spinto fino a lì.
    " Scusa, scusa."
    " Scusa, scusa."
    Dissero entrambi in contemporanea, sperando che l'altra non si arrabbiasse ancora di più e lei, senza badarli, avanzò verso Jâbir. Era a dir poco adirata, questo era ovvio.
    " E ora veniamo a te, intruso. Non sai leggere? Devo forse spiegarti il significato della parola "segreto"?
    Spero che tu abbia una buona scusa per discolparti dall'essere qui."


    Edited by ..Daiki.. - 19/9/2013, 15:55
     
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    Ma in quanti siete?


    Presidio Errante;
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    Accampamento "Segreto"




    La scena che mi trovai davanti fu davvero una delle più divertenti mai viste in vita mia. La ragazza che stava armeggiando con la colonna di fumo a dir poco velenosa, non s'era minimamente accorta che poteva intossicare i suoi compagni con la colazione, oltre che l'aria e tutta la zona circostante. Mi scappò un sorriso, sebbene fui abbastanza inquietato dal fatto che i due erano particolarmente diffidenti nei miei confronti. Ovvio, visto quello che stavano facendo e la "segretezza" di quel campo base.
    Come se non bastasse, mentre tentai di avvicinarmi alla brace per cercare il modo di fargli avere un pasto ed estinguere la causa del fumo, un'altra umana — molto più autoritaria — uscì dalla tenda. Inveì dapprima contro i due, rimproverandoli; poi si rivolse a me, mantenendo costante i suoi minacciosi toni.

    «Suvvia non c'è bisogno di scaldarsi tanto.»
    Le rivolsi la parola in tono pacato, inchinandomi in segno di scuse.
    «Chiedo perdono se ho mancato di rispettare il segnale di segretezza, ma ero effettivamente preoccupato per l'inquinamento prodotto dalla ...emh... vostra colazione?»
    Rialzai la testa sorridendo tranquillamente, per cercare un accordo.
    «Diciamo che per scusarmi potrei diradare questo fumo che vi rende così visibili e prepararvi una sana colazione. Sa, la cucina è la mia specialità.»

    Abbisognavo di ulteriori informazioni, dovevo essere diplomatico. Chissà se ci stavo riuscendo davvero. Avrei scoperto in quell'occasione quante possibilità avevo di essere un buon militante della Squadra Blu.





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    Frammento di AI
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    " Chiedo perdono se ho mancato di rispettare il segnale di segretezza, ma ero effettivamente preoccupato per l'inquinamento prodotto dalla ...emh... vostra colazione?"
    Capelli rossi si voltò per un attimo verso l'origine della cortina e fece una smorfia disgustata. Mandò un'occhiataccia a Susan, che ovviamente non ne capì il motivo, voltandosi nuovamente verso il ragazzo.
    " Diciamo che per scusarmi potrei diradare questo fumo che vi rende così visibili e prepararvi una sana colazione. Sa, la cucina è la mia specialità."
    La fanciulla parve calmarsi un minimo (sia chiaro: solo un minimo) e riprese a parlare.
    " Se qualcosa è segreto, tu non devi ficcarci il naso. E non dire: ma ho visto un'esplosione, un tornado, un grifone che cacciava bracconieri...
    Fece qualche esempio in tono meramente sarcastico, tipico di qualcuno che vuole imitare i piagnistei delle lagne.
    " Se c'è scritto segreto, non sono affari tuoi.
    Ora dobbiamo accertarci che tu non dica niente, come se non avessi visto questo posto. Altrimenti..."

    Fece un attimo una pausa.
    " ...altrimenti..."
    " Altrimenti dovremo ucciderti. Penso che si faccia così in questi casi."
    " ALTRIMENTI DOVREMO UCCIDERTI. Lo sapevo già."
    La interruppe l'ultima arrivata, palesemente irritata dall'intervento della fanciulla e non mancò di puntualizzare che sapesse benissimo quel che doveva fare.
    " Se è per questo potrei farmene carico io."
    Si propose lui come artefice di dell'eventuale esecuzione. Ma capelli rosse sembrava parecchio dubbiosa.
    " Ma almeno le armi le sai usare?"
    " Più o meno."
    Sospirò. Beh, era pur sempre meglio che niente e poi non ci voleva chissà quale abilità per uccidere qualcuno. Bastava legarlo e poi colpire con la spada finché non schiattava o magari provare con le frecce.

    Poi cambiò improvvisamente argomento, ritornando sulla proposta dell'intruso.
    " Per quanto riguarda il fumo, penseremo noi a diradarlo e a prepararci una nuova colazione."
    Spiegò, sotto gli occhi increduli di Sasan. Quello sguardo parlava da solo e diceva: " Come nuova colazione? Ma abbiamo già questa."
    " Se vuoi però darci qualcosa da mangiare, se ne può parlare."
    A quel punto alla ragazza dai capelli castani, memore di quanto aveva appena sentito dall'altra sulla possibile pericolosità dell'individuo, venne in mente che potesse essere effettivamente qualcuno venuto lì per spiarli o persino attaccarli.
    " Aspetta, magari è una spia che sta cercando di avvelenarci tutti con un inganno."
    La compagna di squadra si voltò un attimo.
    " Senti da che pulpito."
    Per poi fissarlo di nuovo.
    " Il cibo... ce lo hai qui?
     
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    Suspicion


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    Accampamento "Segreto"




    Parole taglienti mi vennero rivolte, quegli individui erano davvero troppo diffidenti per non nascondere qualcosa. E se si fosse trattato di qualcosa di grosso era mio dovere scoprirlo. Anche a costo della vita. Dunque, sorrisi e sorrisi ancora, malgrado le loro minacce e i loro eventuali intenti aggressivi.

    «Capisco.»
    Dissi con tono pacato ed espressione gentile, alzando le mani come sotto minaccia.
    «Non allarmatevi amici, sto per prendere una sigaretta. Controllate pure se volete.»
    Mossi lentamente la destra all'interno del soprabito, estraendo il portasigarette in acciaio. Premendo il bottone non lo feci scattare, per evitare di andare incontro ad una reazione istintiva degli interlocutori. Dunque, misi una sigaretta tra le labbra e l'accesi con calma.
    «No, non ho cibo con me, era mia intenzione tentare di salvare ciò che si può ancora salvare su quella brace. Oppure cacciare insieme qualche altro pasto.»

    Sorrisi ancora, tentando di dimostrarmi amichevole. Riposi con altrettanta calma il portasigarette.
    Nuvolette di fumo venivano prodotte a ripetizione, segno che stavo pensando ben più di una sola cosa! Apparentemente poteva essere un modo per procurargli cibo, ma dentro me riflettevo, ponendomi domande su quanti altri uomini o donne potessero essere nascosti in tenda, sul fatto che non avrei mai potuto sottovalutarli e su come uscire da quella situazione che si faceva istante dopo istante sempre più spiacevole.

    «Fate di me ciò che volete, io sono soltanto un umile ricercatore e non vedo con chi potrei parlare di questo.»

    D'altra parte non avevo ancora scoperto nulla di importante se non l'esatta ubicazione del loro nascondiglio. Ehm... come non detto. Sono proprio nei guai.





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    L'interlocutrice non parve gradire molto di respirarsi il fumo della sua sigaretta, lo si poteva facilmente intuire da come volgeva la faccia ogni volta che la scia fumogena le si avvicinava al naso. Un po' strano, data la "ciminiera" che stava bruciando a pochi metri da lei.
    " No, non ho cibo con me, era mia intenzione tentare di salvare ciò che si può ancora salvare su quella brace. Oppure cacciare insieme qualche altro pasto."
    Parve guardarlo in maniera incredula, come se non credesse alle sue orecchie. Rimase muta, mentre l'altro proseguiva a spiegare che fosse un semplice ricercatore e che non avesse motivo a rivelare la posizione della loro base.
    Lei non disse nulla, né mentre parlava, né per diversi secondi dopo che ebbe finito. Nel momento in cui nessuno aprì bocca sembrava che la tensione si fosse sciolta, regnava una pace apparente. Ma quella tranquillità era solo una pausa effimera, che precedeva la deflagrazione in arrivo.
    " SEI INUTILE! Non hai nemmeno il cibo!"
    Evidentemente non sembrava particolarmente interessata a qualcuno che potesse aiutarli a cucinare, né a cacciare. Fortunatamente la rabbia presto sbollì, lasciando il passo a un atteggiamento più stanco e deluso.
    " Almeno ce li hai dei soldi con cui potremmo comprare altra roba da mangiare? Possibilmente non denaro/carta igienica."
    Chiese, con l'aria di chi non si aspettava in realtà niente dalla persona che aveva davanti, mentre l'altro ragazzo aveva preso a guardarla un po' confuso. Era evidente che non avesse capito cosa fosse il "denaro/carta igienica".
     
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    La rossa parve estremamente infastidita dal vizio della sigaretta, e dall'inebriante olezzo che emanava quell'ammasso crepitante di tabacco. Chinai il capo, sorridendo alla sua invettiva. Era una persona piuttosto divertente quella donna-comandante. Però almeno ero arrivato ad una vittoria parziale: sembravano aver accantonato l'idea di ammazzarmi, per il momento.
    Feci un'altro tiro, poi scostai la sigaretta dalle labbra con la mano sinistra, espirando una colonnina di fumo stando attento a non entrare nel campo olfattivo dei presenti, cercando di evitare di irritarli ulteriormente. Poi, rovistai nella borsa per cercare di assolvere le loro richieste. Lavoravo da poco per i Blu, ma ero comunque riuscito a mettere qualche soldino utile da parte.

    «In verità sì, dovrei avere qualcosa da spendere su Endlos.»

    Mentre la destra scavava in cerca del minuto malloppo, mi domandai se non fosse conveniente buttare lì un paio di domande a casaccio, giusto per sondare le loro reazioni.

    «Ma quindi... Cos'è che state combinando in questo Campo Segreto?»

    Nemmeno attesi la loro risposta, dovevo cercare di dare poco nell'occhio, doveva sembrare una domanda atta semplicemente a colloquiare, non ad indagare.

    «Oh, eccoli qui!»

    Una volta trovato il poco denaro che avevo, rialzai la testa verso gli interlocutori. Soddisfatto in viso, ripresi a parlare con tono gentile e pacato.

    «Allora, vogliamo andare a fare spese?»





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    Il ragazzo trafficò un po' nei suoi vestiti, cercando i soldi che gli sconosciuti gli avevano chiesto. Sperò di riuscire ad ottenere così la loro fiducia e contemporaneamente distrarli con una domanda apparentemente di pura e semplice curiosità.
    " Ma quindi... Cos'è che state combinando in questo Campo Segreto?"
    Però, appena pronunciata la frase, subito capelli rossi parve diventare più attenta, sia alle sue parole, che alle sue azioni. Attenzione che rimase alta, a parte quando esibì di avere effettivamente qualcosa per procurarsi il cibo.
    " Oh, eccoli qui!"
    Distrazione che però durò per poco. Infatti subito le rivenne in mente il quesito presentatole e trovò finalmente modo di controbattere.
    " Se te lo dicessi non sarebbe più un segreto."
    Rispose col solito tono, non proprio amichevole, che aveva caratterizzato buona parte della sua conversazione. Tuttavia era visibilmente stupita che avesse i soldi; dopo la delusione precedente non si aspettava praticamente niente da lui.
    " Allora, vogliamo andare a fare spese?"
    A momenti sembrò quasi di buon umore e acconsentì all'istante.
    " Va bene."
    Susan però non sembrava aver concluso i ragionamenti indotti proprio dall'altra e andò avanti ad esporre le sue perplessità, che questa volta ebbero presa sulla rossa.
    " Attenta: magari vuole condurci nel covo delle spie per poi attaccarci."
    Rimase per un attimo immobile, come se stesse riflettendo.
    " Ha ragione! Meglio se ci dai solo i soldi e per il resto ci arrangiamo noi."
    Che glieli o non glieli avesse dati una cosa era certa, non gli avrebbero rivelato una parola di più sul motivo per cui fossero lì. Tuttavia aveva pur sempre scoperto qualcosa quando si era avvicinato a quelle tende.
     
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    Diffidenti al massimo, i loschi individui.
    Per l'ennesima volta mi diedero della spia e capii che non c'era altro da fare lì. Mi guardavano con sguardo cupo, sospettoso, sempre all'erta perfino quando misi la mano in tasca, rovistando in cerca dei soldi che loro mi avevano chiesto. E poi, quando glieli stavo offrendo per sperare ancora una volta di conquistarmi la loro benevolenza, si fecero prendere nuovamente dalla sfiducia! Che gente...
    Dopotutto avevano ragione. Ero uno di quelli che loro considerano cattivi. Ero uno dell'Albero Casa, un Liber Aeris Milites della Squadra Blu. Ed in quanto tale non mi sarei arreso così facilmente. Difatti, mentre consideravo la loro richiesta, tenendo in mano le banconote, mi concentrai — sperando di non dare nell'occhio. L'energia psichica passava dalla mia mente ad uno di quei pezzi di carta, attraverso le mie dita. In un solo istante, in una di quelle carta-moneta, avevo iniettato la mia microcamera. Un minuscolo, invisibile concentrato di energia che, una volta allontanatomi, mi avrebbe trasmesso tutto ciò che accadeva, come se io fossi rimasto esattamente nelle loro mani.
    Perciò, mi avvicinai gentile, porgendo alla rossa un terzo del mio capitale. Poco, ma gli sarebbe bastato.

    «Ecco qui.»
    Sorrisi sinceramente.
    «Questo è tutto quello che posso darvi.»
    Misi il resto in tasca, facendo attenzione che la banconota con la microcamera finisse nelle mani delle "spie".
    «Visto che qui siete un po' troppo diffidenti, io vado. Non vi disturberò oltre.»
    Sorrisi ancora, poi mi voltai tranquillamente.

    Tirando e ritirando dalla sigaretta, disegnavo cerchietti di denso fumo grigiastro che si dissipavano nell'aria; misi la mano destra in tasca, infilando di nuovo l'anello di Gilda al dito, mentre facevo per allontanarmi placidamente dall'insediamento segreto.





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    Sebbene un po' seccato dall'atteggiamento di quei ragazzi, Jâbir acconsentì a cedere la somma.
    Poi si allontanò, senza che nessuno di loro dicesse niente o lo ostacolasse in qualche modo. In breve tempo fu fuori dal loro raggio visivo e poté tranquillamente andare dove voleva.

    Comunque, attraverso la banconota, la prima cosa che vide sarebbe stata la faccia delusa della rossa. Come se si fosse aspettata qualcosa di meglio da ciò che aveva in mano o forse qualcosa di più. Poco dopo noto arrivare anche un quarto elemento della squadra: un ragazzo che si era allontanato dall'accampamento. Aveva in mano un binocolo.
    Subito capelli rossi prese a raccontargli quanto successo, aiutata dagli altri due.
    Seguì poi un dialogo simile a quello che aveva sostenuto poco prima con loro, in cui si alternarono frasi sensate e ponderate, ad altre apparentemente assurde. Fino ad arrivare ad una parte davvero interessante.
    " Dite allora che ci hanno scoperti?"
    L'altra parve riflettere un po'.
    " Non è detto, magari non lo dice a nessuno e possiamo continuare.
    " E se non è così? Se uno è arrivato, probabilmente ne seguiranno altri."
    " Forse solo per il fumo. Magari basta spegnere tutto e appena vedranno il cartello capiranno che non devono ficcare il naso."
    " Magari chiama tutti i suoi amici che se ne fregano dell'avvertimento."
    " Siamo nei guai?"
    " Non lo so, ma nel caso lo fossimo devo ringraziare i due imbecilli che lo hanno fatto avvicinare qui."
    " Ovvero?"
    " Voi, razza di idioti!"
    L'altra si seccò.
    " Non siamo imbecilli, lo abbiamo fatto entrare, ma non siamo imbecilli."
    Specificò.
    " Forse non sarebbe il caso di lasciare questa postazione? In fondo ci hanno notato una volta, ci possono notare ancora."
    Seguì poi uno scambio di parole, alla fine del quale si misero d'accordo.
    " Va bene, noi tre smontiamo tutto. Tu invece vedi di procurarti il cibo con i soldi che ci hanno appena dato.
    " Vado."
    E si allontanò. Così l'aviatore avrebbe potuto osservarlo mentre raggiunse un gruppo di case, dove si trovava un posto dove si vendevano generi alimentari. Di certo non badò a prendere i beni primari, prediligendo i dolci o il mangiare salato che avesse un buon sapore. Una volta pagato tornò indietro e il ricercatore non poté più vederlo.

    Se avesse rifatto ritorno sul posto, Jâbir non avrebbe più trovato le tende, né i quattro, ma solo qualche segno che qualcuno si fosse accampato lì. In più se avesse chiesto in giro, avrebbe trovato qualche testimone che sosteneva di aver visto il ragazzo mentre prendeva da mangiare, per poi tornare da dov'era venuto, ma nessuno avrebbe detto di aver visto i quattro lasciare Laputa.
     
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