Prima Escursione

Percorreva ormai quel sentiero da circa due ore, tre se considerava anche la radura superata di corsa nel disperato tentativo di riacchiappare il suo grifone. Ultimamente, doveva ammettere di averlo notato abbastanza agitato; durante gli allenamenti era distratto, a tratti distante: non le rispondeva più come prima e passava buona parte del suo tempo ad osservare gli altri suoi simili, appollaiati sui rami più alti dell'Albero Casa. Solo giorni dopo la novizia aveva scoperto che nel mirino dello sguardo del suo rapace rientrava sempre il grifone di Firion, splendido esemplare maschio dal piumaggio bruno.

-E' innamorata!- aveva spiegato Drusilia con voce sognante, quando la suora le aveva accennato del problema di comunicazione con la cavalcatura -Lasciate loro più tempo libero: così avranno modo di conoscersi!
In quei deliri romantici Virginia era rimasta in silenzio, più che altro perchè non ancora riusciva a concepire qualcosa che andasse oltre il dovere o la fede in una Volontà superiore. Per carità, amava le altre creature perchè doni del Creatore, parti di Lui, ma tutta quell'enfasi verso un maschio proprio non la capiva.
-...sono sicura che sarà un ottima occasione per far nascere nuovi esemplari in Gilda! Infondo tutti hanno diritto a completarsi, anche loro!

Per la prima volta nella sua vita non aveva dato ascolto al Gran Maestro, da lei considerata al pari di una sorella. Non era stato per dispetto, cattiveria o modi di pensare diversi ma... per disagio. Si, disagio, perchè alle parole della Dama del Vento Virginia aveva inspiegabilmente iniziato a pensare a 23, suo amico dai tempi del Ballo d'Inverno. Non seppe spiegarsi cosa aveva spinto il suo cervello verso quell'associazione di idee, ma si era sentita improvvisamente sporca.
Non le piaceva sentirsi sporca.

-Uffa...

Sta di fatto che aveva allontanato con forza quei pensieri dalla sua mente, ed i sensi di colpa avevano trascinato nel baratro della solitudine anche la sua bestia, tenuta volutamente distante dalle altre per colpa dei complessi della padrona.
Inutile dire quale fu il risultato.

-Quando l'acchiappo mi sente!

Mosse i pugni nel vuoto, come a voler mimare una minaccia a tutti e nessuno; non erano bastati ricatti, scongiuri o preghiere per far desistere la sua chimera dall'abbandonarla nel bel mezzo di una fortesta... e considerando il suo senso d'orientamento, Virginia non poteva dire di essere in una situazione piacevole.



Per fortuna che incontrò il primo essere parlante della giornata proprio in quell'istante.
Si avvicinò piano, a passettini insicuri. Poi cercò di catturare la sua attenzione schiarendosi la voce.

-Ehm... mi scusi. E' questo il sentiero per Istvàn?

-Oh, capisco.

Disse la suorina sconsolata, non più tanto sicura di riuscire a trovare la strada entro il tramonto. Non che temesse realmente qualcosa a Fanedell: era meno aspro ed inospitale del bosco di Undarm, ad esempio. Sicuramente c'erano anche meno malfattori, tuttavia... aveva promesso a Drusilia di non girare da sola nelle ore buie, perchè il pericolo per una fanciulla era sempre dietro l'angolo. Ed ora? Che fare? Non conosceva nemmeno centri abitati nelle vicinanze.

-Vedi io provengo dal Sud, da Merovish e sono praticamente nuovo di questo mondo..In effetti ho iniziato da poco a girovagare per conoscerlo, prendendomi una vacanza dagli impegni dattebayo!
Permetti di presentarmi! Mi chiamo Uzamaki Naruto per servirti-tebayo!-

Si era lasciata distrarre dai suoi pensieri, ma la presentazione del giovanotto la lasciò spiazzata. Veniva da Merovish??? Lei era stata lì! Non erano poi cattive persone come li dipingevano fuori dai confini, almeno dal suo punto di vista, ma solo povere anime dimenticate da Dio che avevano ben presto appreso l'arte dell'arrangiarsi.

-Conosci 23? Lavora alla Quinta Bolgia! E' un mio amico!

Animata da una gioia contagiosa saltellò al suo fianco come una bambina in attesa di un giocattolo dal padre. Congiunse le mani e lo guardò sorridente finchè.... non si incupì nuovamente, per un non ben precisato motivo.

-Perchè parli in questo modo? Ti ho offeso?

Gli domandò con vocina leggera leggera e tremolante, fissandolo con grandi occhi color nocciola, sinceri quanto lucidi. Che fosse un comportamento strano era evidente, ma stava al ragazzo comprenderne le ragioni.

-No no che dci nandattebayo?! Sc-scusa se ho usato parole sbagliate! Non sono offeso ne avevo intenzione di offenderti...-

La fanciullina sembrò tranquillizzarsi alle parole dello sconosciuto, e con la manina candida si strofinò gli occhioni lucidi da cerbiatto che da sempre la rendevano tenera ed indifesa agli occhi del mondo. Lo osservò, insicura, reclinando leggermente la testolina su di un lato. Poi cercò di dar sfogo alle sue perplessità.

-Forse è solo la tua lingua... sei un naufrago?

Domandò curiosa ed in parte intimorita per quella domanda così personale. Sperò solo di non sembrargli oppressiva... o fastidiosa. Drusilia diceva sempre che i giovanotti raramente gradivano la presenza ossessiva di una fanciulla, quindi doveva andarci piano con l'amore fra creature e la missione di diffondere la Parola. Pertanto, avrebbe dovuto cercare di rendersi interessante e disposta a condividere una discussione fra pari.

-Comunque sono Virginia, sono una naufraga e mi sono persa.

Disse semplicemente, per poi osservare il mondo attorno a lei, fatto di legno, aria e foglie.

-Mi aiuteresti a ritrovare la strada? Ho paura a viaggiare di notte, e presto si farà buio.

SPOILER (clicca per visualizzare)

Scusa per il ritardo.
Scusascusascusascusascusascusascusascusascusascusa

La suorina lo osservò per tutto il tempo, curiosa ed al tempo stesso perplessa. Certo, sapeva che a Sud fossero tutti un pò svitati -il padrone di 23, ad esempio, o gli avventori della Quinta Bolgia- ma non certo fino a questo punto. Quando poi iniziò a parlare dopo aver tirato fuori la lingua, Virginia dovette trattenersi a stento dal ridere.

-Sc..scusa! E' che è da un sacco che non mangio...Non è che ti andrebbe di mangiare qualcosa per poi partire-ttebayo? Poi ti scorto sino in capo a Endlos!-

Ma le bizzarrie non erano finite, ed a quell'ultima battuta la suorina si trovò a ridacchiare, volente o nolente poco importava.

-Mpfh... come sei buffo!

Non era una presa in giro, piuttosto un gesto spontaneo; infondo era pur sempre solo una ragazzina.

-Ho dei panini con me! Se lo desideri possiamo mangiarne qualcuno insieme!

Propose infine, contenta di aver trovato un nuovo amico.

-Oh, no, non sono di Merovish!- la ragazzina scosse la testolina coperta dal velo blu dell'abito monacale con aria dispiaciuta Conosco quei luoghi perchè lì vive una persona a cui voglio tanto bene.

A quelle parole, lo sguardo si abbassò per poi fissare un imprecisato punto alla punta delle proprie scarpe. Parlare di 23 le donava una gioia al cuore indescrivibile, il solo immaginare che stesse bene e fosse felice -come non poteva, in fondo, se quando lo vedeva sorrideva sempre?- la cullava al pari di un abbraccio materno.

-Io vengo dal Presidio Errante- spiegò risollevando lo sguardo, una serenità rinnovata splendeva nei suoi occhioni da cerbiatto -E' più o meno dall'altra parte di Endlos.

Sorrise imbarazzata, portandosi una mano alla testa.
Infine scelse di cambiare argomento.

-Perchè non mangiamo sotto quella quercia? Fa ombra e ci sono i fiori!

Il ditino andò rapidamente ad indicare una radura non molto distante. Se lui avesse accettato, sarebbe corsa a sedersi, circondata da margherite, e gli avrebbe offerto tutto ciò che aveva.

Ecco, prendi ciò che desideri!

Avvicinò il suo cestino verso di lui, così da permettergli di infilare il braccio e scegliere.

Il suo simpatico interlocutore, afferrati i panini, prese ad ingolfarsi come se non ci fosse stato un domani. Oltre a ciò, faceva anche versi strani; una qualunque persona normale, probabilmente ne sarebbe rimasta inorridita: a prescindere dal bon-ton, quel suo modo di fare aveva un che di bestiale. Altri, ancora, si sarebbero semplicemente messi a ridere. Virginia, invece, rimase buona buona sull'erba, posa composta a tener ferma la lunga gonna. Sorrideva serafica, la ragazzina, felice di poter dare del cibo ad un affamato.

Poi, improvvisamente, lo straniero cambiò.
La postura divenne più elegante, e perfino le parole sembravano pronunziate da un essere comune... che fosse la mancanza di cibo il motivo della sua stranezza?

Ovviamente, alla giovane suorina non passò nemmeno lontanamente dal cervello che fosse posseduto: i demoni che conosceva erano brutti, cattivi, urlavano e sbavavano. Nulla di quello che invece era accaduto in quel preciso istante.

-Beh... veramente non lo so- ammise con naturalezza -...forse perchè vola.

E poi -diciamocelo- non era nemmeno un'attenta osservatrice.

Si dice che un insulto non recepito sia anche un insulto fallito... e forse per la prima volta quel dio così pieno di sè si sarebbe trovato di fronte ad un muro imprevisto e da sempre sottovalutato. Chi aveva detto che l'innocenza non fosse anch'essa un'arma? Probabilmente uno stolto.

-Oh, che carine le scimmie! Sono così abbracciose!

Il volto tondo e gentile della ragazzina si illuminò a quella parola, ignorando tutto ciò che venne dopo. Era un'amante della natura e degli animali, opera del suo Dio perfetta e meravigliosa. Oltre a ciò non brillava di arguzia, la suorina: probabilmente non aveva nemmeno capito che il suo interlocutore la stesse insultando. Un bel problema, no?

-Sono molto intelligenti! Lo sai che aprono le banane dal culetto?

Ecco, appunto.