L'Appuntamento

"Ma se mai uno di noi ricevesse in dono l’Amore di un mortale,
senza Comando, senza Soggezione, senza coercizione alcuna,
allora questo Amore sarà come la gentile pioggia perfino per il più umile di noi...
E ci alimenterà come se desinassimo alla tavola di nostro Padre,
e ci appagherà dalla nostra Sete più profonda..."

Sala da tè, Mastio.
Presidio Errante, Endlos.

-Credo che dovresti seriamente prendere in considerazione il mio consiglio, Drusilia.

Seduto ad un tavolino di marmo e ferro battuto, un giovane dai lunghi capelli mossi e gli occhi aurei osservava l'Alfiere Errante camminare freneticamente per la sala; fissando a volte il vuoto, altre il cielo aldilà delle finestre, sembrava tormentata dai pensieri al punto da non riuscire a star ferma.

-Per quanto ti ostini a rifiutare la realtà, noi due ci apparteniamo. Il tuo interesse è anche il mio interesse, la tua salvezza è anche la mia: nella Curtis siamo in pochi a condividere la stessa Egida, lo sai. Non avrei motivo di mentirti su questo.

Aveva perfettamente ragione, Drusilia lo sapeva benissimo; se c'era una sola delle doti del gemello che lei apprezzava, questa era certamente la sua astuzia. Quarion Galanodel sapeva come muoversi, sapeva trattare la gente, sapeva far loro pensare di lui ciò che maggiormente desiderava, mascherando il suo io dietro atti gentili o soprusi senza uguali. Il tutto era condito da maschere... la freddezza con cui l'Ambasciatore Orientale sceglieva una strategia e la metteva in atto era a dir poco inquietante, almeno per lei. I suoi piani erano perfetti, ben pensati, elaboratissimi, la messa in atto impeccabile: Drusilia si era trovata più volte a pensare che Quarion non fosse in grado di provare sentimenti. Non c'era altro modo per essere così bravi.

-Capisco le tue ragioni, ma amo questa terra: non mi nasconderò se questo mette a rischio il Presidio Errante.

Il giovane dai caplli turchesi sbuffò sonoramente. A lui non era mai importato molto degli altri... a parte loro due.

-Se è questo che ti preoccupa, Laputa non può essere difesa da un Alfiere morto. Di nuovo...

L'ultima frecciatina la infastidì particolarmente, più che altro perchè era vera.
Era stata quasi uccisa durante la battaglia contro il Drago Divoramondo, e per miracolo si era rialzata dai morti. Al fratello era andata anche peggio.
Stizzita, o forse turbata, Drusilia si voltò per rispondergli ma il tocco leggero sul legno della soglia che li separava dal resto del Mastio la invitò a fermarsi. Li raggiunse un soldato.

-Alfiere, il Magister desidera incontrarla nel suo studio.

Drusilia Galanodel lanciò uno sguardo al fratello, sorridente come al solito nonostante la loro precedente discussione. Decise di rimandarla a dopo: Yoko non era solito chiamarla d'urgenza, quindi doveva essere necessariamente qualcosa di molto importante.

-Riaffronteremo la questione al mio ritorno.
-E sia.

Magisterium, Cttà Alta.
Presidio Errante, Endlos.

Raggiunse lo studio di corsa, nonostante ostentasse tranquillità come ormai le era solito fare da molti mesi. Sorrideva l'Alfiere Errante, sorrideva e parlava di speranza. Eppure sapeva -lo sentiva- quanto le cose stessero precipitando fin troppo rapidamente. Gliel'aveva detto il vento, lo aveva sentito sulle labbra di ufficiali e cari amici. La loro sofferta pace sarebbe durata ben poco: chiunque abbastanza informato aveva intuito che fosse solo l'inizio della tempesta.

-Mi hai fatta chiamare?

Entrò nello studio del Magister di corsa, spalancando la porta e richiudendola dietro di lei. Gli avrebbe sorriso, lo avrebbe baciato. Gli avrebbe domandato il perchè dell'urgenza, ma ciò che l'accolse fu solo il buio.

Da quando aveva rimesso piede nel Presidio Errante, il Magisterium era diventata l'ossessione del Demone-Volpe.
Non trascorreva ora, giorno o notte che fosse, in cui non andasse a verificare personalmente la sua presenza fra le mura dell'Accademia.
Ma il suo nome, chiaramente, non era più comparso nel registro delle presenze.
In qualche modo se lo sarebbe dovuto aspettare: fin dall'inizio di quella vicenda, del momento in cui gli venne consegnato quel libro maledetto. A ben pensarci, avrebbe dovuto avere qualche sospetto fin dal momento in cui l'aveva conosciuto.

Vi era un'immensa pila di libri sparsa tutta intorno a lui; avvenimenti storici, razza angelica, maledizioni.
Migliaia di libri, e non una singola parola che potesse riguardare anche solo lontanamente quella vicenda.
Adam, Dan, i Galanodel... non solo era impossibile trovare una correlazione fra le tre cose, era come se non fossero mai esistiti.



Detestava quella sensazione, e quel silenzio tremendamente assordante che proveniva da Palanthas.
La consapevolezza della minaccia che gravava sulla vita della sua amata, e quelle maledettissime mani legate... era frustrante, oltre ogni possibile immaginazione.
Non sapeva nemmeno se e quando sarebbe potuto accadere ancora...

- Magister, c'è qualcuno che l'aspetta nel suo ufficio

Balzò in piedi ad una velocità impressionante; era stata una sua precisa richiesta: che nessuno lo contattasse o lo disturbasse, se non fosse per una ragione che riguardava in qualche modo il suo assistente. Sapevano che lo cercava con estrema urgenza, ma ne ignoravano apertamente le ragioni.
Abbandonò la biblioteca senza curarsi di riporre i libri finora rovesciati, rivolgendosi di gran corsa verso il corridoio laddove l'avrebbe atteso la sua porta.

« Drusilia..? »

Si riscoprì più spiazzato di quanto non potesse immaginare.
Era appena entrata nel suo ufficio, nonostante questo sarebbe dovuto essere chiuso a chiave; accelerò il passo, spalancando la porta una seconda volta qualche secondo più tardi.

« Si può sapere che cosa sta succedendo qu- »

Ed un insolito buio l'avvolse completamente.

Magisterium, Cttà Alta.
Presidio Errante, Endlos.

Quando fu raggiunta da Yoko, un brutto presentimento la colse impreparata. Nulla d'istintivo o puramente dettato dai suoi sentimenti, ma più sottile... e complicato. Aveva saputo che il Magister l'aveva convocata d'urgenza, ma quando lo vide entrare nel proprio ufficio con la medesima aria interrogativa che aveva stampata sul bel volto di silfide, allora comprese che erano caduti in una trappola. Chi mai avrebbe desiderato attirarli lì, insieme e con una scusa? Cosa nascondeva?

« Non so cosa Yoko possa aver detto - perché non ho dubbi che sia tutta colpa sua... »

Lo sguardo smeraldino di Drusilia si levò su Owl, evidentemente smarrito.

« ...ma so tutto: mi hanno riferito quello che è successo la notte del Ballo d'Inverno. »

A quella rivelazione -a tratti agghiacciante- gli occhi di giada si sbarrarono per lo sgomento e, sebbene in un primo momento la Dama del Vento fosse letteralmente sbiancata, la reazione successiva fu un naturale arrossamento delle belle gote, che ben presto sarebbe degenerato in un evidentissimo bordeaux. Si girò verso Yoko, spaventata a morte.
Il loro segreto era stato svelato?
Non che temesse riguardo la loro relazione: ormai si sapeva che erano una coppia ma... a quei tempi Drusilia era ancora un Ufficiale e... si erano imboscati nella camera da letto dell'Alfiere!!!

« No: non mi importa quel che è stato.
Non conta il problema, ma la soluzione...! »

Totalmente ignara a cosa Owl stesse realmente alludendo, iniziò a fissarlo con la vana speranza che fosse lì per mettere a tacere quella sgradita fuga d'informazioni.

« Perciò, ascoltatemi bene: voglio che ricordiate i bei momenti,
che pensiate ai vostri bambini, e che passiate una splendida giornata! ♥ »

...
No, un momento.
...Cosa?!

« Bon voyage...! ♪ »

Luna Park.
Presidio Centrale, Endlos.

Quando l'Alfiere Errante ebbe modo di capire cosa le fosse appena accaduto, era ormai troppo tardi: si ritrovò in un ambiente aperto, totalmente diverso da Laputa. Lo inquadrò subito come il Pentauron; un Presidio in festa, un quartiere allietato dalla presenza di un Luna Park. Tutto magnifico, se solo centrasse qualcosa con quello che Owl aveva detto -o che Drusilia aveva capito.

-Yoko...- voltandosi di scatto, cercò disperata il suo sguardo -Ma che voleva? Come l'avrà saputo?

In quelle semplici domande si nascondeva tutta la sua confusione, e la paura di essere mal giudicata. Perchè si sa, avere per amica Virginia non è il massimo per disinibirsi, o farsi passare fobie passate.

-Perchè ci ha portati qui?

Avesse tardato di un solo secondo nell'accendere la luce, l'avrebbe istantaneamente appeso ad una parete con un incantesimo tutt'altro che delicato. Si fosse trattato di Dan od un intruso qualsiasi, non si sarebbe comportato diversamente. Di certo non nell'umore che lo caratterizzava in quegli istanti.
Invece, si ritrovò costretto a fissare quel terzo individuo con un'aria terribilmente spaesata: l'ultima persona che si sarebbe mai aspettato di trovare infiltrata nel suo ufficio, era proprio

« ...Owl. »

Non fece nemmeno in tempo a domandargli cosa diavolo ci facesse nella stanza del Prorettore, che come suo solito il Gufo iniziò a sommergerli con un fiume inarrestabile di parole.

« Non so cosa Yoko possa aver detto - perché non ho dubbi che sia tutta colpa sua... »

Inarcò un sopracciglio con fare perplesso: sapeva che era solito dare la colpa alla Volpe per qualsiasi sciocchezza accadesse, ma in quel momento, davvero, non era il momento più adatto per stare a sentire delle sue stupidaggini.

« ...ma so tutto: mi hanno riferito quello che è successo la notte del Ballo d'Inverno. »

Stavolta, però, le orecchie animali si tesero ben volentieri all'ascolto, aumentando ancor di più la curvatura sopra l'occhio.
Certo era che gli aveva tolto ogni parola di bocca; non per imbarazzo -a dispetto dell'innocenza della sua amata, semmai, avrebbe potuto mostrare una puntina di vanto ed orgoglio-, ma non riusciva davvero ad inquadrare quale fosse il punto della situazione.
Ascoltò le parole che seguirono

« Ma di cosa diavolo stai parla- »

sino a quando le sue percezioni magiche non segnalarono la presenza di un incanto pronto ad investire entrambi.

« Bon voyage...! ♪ »

Comprese troppo tardi.



« Accidenti! »

Le luci di una nuova città avvolsero entrambi.
Non ci mise molto a realizzare di essere stato catapultata dritto nel cuore di Endlos, nel Presidio Centrale del Pentauron.

« Ma che diavolo gli salta in mente.. »

Parlare di pessimo tempismo sarebbe stato riduttivo oltre ogni modo. Non poteva e non doveva allontanarsi dal Magisterium, non fino a quanto

-Yoko... Ma che voleva? Come l'avrà saputo?

La voce di Drusilia lo destò bruscamente dai suoi pensieri.
Quanto tempo avevano trascorso insieme, nell'ultimo periodo..? Era stato via per quasi tutto il tempo.

-Perchè ci ha portati qui?



« Non ne ho idea... »

Sospirò afflitto in risposta, sforzandosi di guardarla dritto in volto con scarso successo.

Ricordava la prima volta in cui si erano incontrati.
Le cascate di Shea erano uno spettacolo ridicolo, confrontato allo smeraldo dei suoi occhi.
Non poteva immaginare che quel giorno avrebbe cambiato completamente la sua esistenza. Che quella donna che un tempo gli urlava contro pretendendo di poter giocare con la sua coda e le sue orecchie, sarebbe diventata un giorno il tesoro più prezioso che avesse mai avuto fra le mani.
Detto da un Ladro millenario, avrebbe dovuto rappresentare un bel complimento..
Ed ora, faticava persino a sostenere quello sguardo in cui ogni giorno adorava perdersi ed annegare.

« ... »

Stava davvero facendo la cosa giusta..?
Cercò la forza di sollevare ancora una volta il proprio volto, dedicandole la dolcezza delle sue iridi dorate.
Non poteva privarsi di quel sorriso..

« Ultimamente non siamo riusciti a trascorrere molto tempo insieme »

La colpa era stata la sua, e questo lo sapeva fin troppo bene.

« Ti va se... »

Si avvicinò per stringerle le dita intorno alla mano morbida di lei.



« ...oggi stiamo un po' soli, io e te? »

Se non poteva trovare Adam, poteva doveva almeno starle vicino.
Ed assicurarsi che fosse al sicuro.

Luna Park.
Presidio Centrale, Endlos.

In parte confusi dalle dichiarazioni e l'improvviso cambio di scena, il Demone Volpe e la Dama del Vento rimasero per lungo tempo in silenzio. Perfino lei, che non esitava di aprir bocca nei momenti d'imbarazzo, rimase per una volta buona buona ed in disparte, nell'attesa di qualche segno da parte del Magister dai lunghi capelli d'argento. Aveva notato il suo sguardo, aveva intuito che fosse tormentato da settimane... eppure non aveva mai osato introdurre la questione, un pò perchè ultimamente era difficile parlargli ed un pò per vigliaccheria. Si, vigliaccheria... ed anche stupidità: nei lunghi giorni trascorsi in solitudine si era riscoperta terrorizzata alla sola idea che Yoko avesse perso l'affetto che nutriva nei suoi confronti, interesse verso ciò che faceva o, peggio, che si fosse innamorato di un'altra fanciulla. Trascorreva infatti molto tempo lontano da casa, giornate intere al Magisterium nelle quali spesso non si ritirava nemmeno per dormire. Non era normale, non lo era per niente...

« Ultimamente non siamo riusciti a trascorrere molto tempo insieme... »

La voce del Demone la riscosse dai pensieri infausti. L'Alfiere arrossì lievemente nel momento in cui le prese la mano e la tenne stretta ed al caldo fra le sue.

« Ti va se... oggi stiamo un po' soli, io e te? »

A quelle parole, ogni paura sembrò abbandonare lo sguardo smeraldino della Dama che, straripante di gioia come non si vedeva da un sacco, gli si gettò addosso in un abbraccio, incassando la testolina castana sul suo petto. Infondo le bastava poco per essere felice.

-Awwwww ♥

In un moto di tenerezza rimase a stringerlo con tutte le sue forze per un paio di minuti buoni finchè, elettrizzata, non prese ad indicare l'ingresso del Luna Park come una bambina nel mondo dei balocchi. Inutile dire che la povera volpe fu trascinata di peso, anche se le aveva detto di si e che dovevano rispettare la fila.

« Buongiorno, Signori...! In quanti sie... »

Una signorina dai capelli rosa alle biglietterie si incantò nell'osservare il suo compagno. Drusilia levò un sopracciglio, perplessa, per poi aprire il palmo della mano e sventolarglielo di fronte alla faccia. Non avrebbe fatto altro, ma era un brutto momento per farla diventare gelosa!

« Harleen. Che modi sono? »

Un giovanotto venne a rimproverarla, e lei scese dalle nuvole.

« Ah! Scu-scusate...! Eh eh eh...! Siete in due, già! Una bella coppietta felice...! ♥ Come me e il mio amoruccio! »

Oh, bene, almeno era fidanzata... ciò non la risparmiò da un'occhiataccia acida. Drusilia si strinse ancora più forte al braccio della volpe, e mise il broncio.

« Harleen. Ai signori non interessa. Mi scuso per il disagio... In risarcimento del contrattempo, l'accesso per voi è gratuito. »

Fu così che, finalmente, riuscirono a passare. Le luci, i profumi ed il chiacchiericcio attorno a loro era un allegro sottofondo che li separava dal resto del mondo, dai problemi ed i doveri che le loro cariche comportavano, permettendo così ad entrambi di fingersi persone comuni, per quanto una donna bellissima ed un Demone-Volpe potessero sembrarlo.

-Quando scappai di casa a quattordici anni, Alhandra mi portò al luna park: mi fece assaggiare una cosa chiamata "zucchero filato"- si fermò un attimo, cercando di ricordare se il nome fosse proprio quello -Sembrava una nuvola rosa, ed era buonissimo!

Fu così che si separò dal suo braccio -pur non lasciandogli la mano- ed andò ad indicare uno dei cartelli posti ad indicare le attrazioni.

-Magari anche qui lo fanno! Ti prego, andiamo al chioschetto dei dolci?

L'intensità di quel suo abbraccio fu talmente forte da fargli male.
Non per la forza che la sua amata riversò in quel gesto affetto, ma per il senso di colpa che ne venne generato. Era talmente ossessionato dal cercare una soluzione, che era finito per trascurare la cosa più importante...

Perdonami

Non ebbe il coraggio di pronunciare quella parola. Se lei avesse domandato le ragioni, non le avrebbe voluto mentire. Non ne sarebbe stato capace, non guardandola dritto negli occhi.
La strinse solo più forte fra le proprie braccia, poggiando delicatamente le labbra ad accarezzare la sua fronte.
E quando fu lei stessa ad allentare d'improvviso la presa, indicando con l'entusiasmo di un bambino il parco divertimenti poco più lontano



non poté fare a meno di sorriderle. Non riusciva a ricordare l'ultima volta in cui l'aveva potuta ammirare così spensierata.

« Andiamo, andiamo »

Non gli era mai piaciuto fare la fila, però.
E probabilmente se n'era accorta anche quella tipetta che si era ammutolita fissandolo con sguardo bieco, una volta giunti al suo cospetto: d'altronde, se le persone davanti a loro avevano iniziato d'improvviso a prender un'altra direzione, doveva pur esser colpa di qualcuno.
O di qualcosa, magari. Come un incantesimo illusorio, che mostrava la scritta "biglietti esauriti" al botteghino lì di fronte, invitandoli a spostarsi in quell'altro un pochino più in là. Che non esisteva, chiaramente.
Dettagli.
L'avevano sgamato, dunque..?

« In risarcimento del contrattempo, l'accesso per voi è gratuito. »

No, se l'era scampata per questa stavolta. E si era pure guadagnato l'ingresso totalmente gratuito..! Non che ne avesse ben compreso il motivo, ma in fin dei conti, perché preoccuparsene?
Quattro cartelli sfidavano dunque ora la loro indecisione.
..."indecisione". Gli bastò leggere la descrizione delle destinazioni, che già aveva compreso dove sarebbero andati a finire.

-Quando scappai di casa a quattordici anni, Alhandra mi portò al luna park: mi fece assaggiare una cosa chiamata "zucchero filato"-

Ecco, non fece nemmeno in tempo a finire di pensarlo!

Magari anche qui lo fanno! Ti prego, andiamo al chioschetto dei dolci?

Cercò di immaginarsi mentre mangiava una nuvola rosa. A differenza della sua amata non era particolarmente ferrato in materia di dolci.

« Un nome bizzarro, ma sembra interessante...
E sia, direzione chiosco! »

Giusto per far finta di possedere un qualche minimo potere decisionale!

Luna Park.
Presidio Centrale, Endlos.

Adorava i Luna Park.
Felice come una Pasqua, Drusilia si era lanciata nel dedalo di persone e bancarelle, seguendo tracce ed istinto col solo fine di raggiungere il chioschetto dei dolci. A quanto pareva, Yoko non era particolarmente erudito per quanto riguardava lo zucchero e le sue deliziose applicazioni, pertanto aveva acconsentito ad accompagnarla senza problema alcuno, guidato dalla curiosità. Oh, non se ne sarebbe affatto pentito... nossignore!

Nel mentre avevano perfino incrociato alcune bancarelle di contraffattori che vendevano un pò di tutto: peluche di sottomarca, oggetti casuali... ed orecchie finte! Si, le aveva puntate, quelle orecchie da volpe rossa proprio lì, sopra al terzo scaffale. Costavano un pò troppo per quello che rendevano, ma erano pur sempre orecchie da volpe!

-Le prendo!

Avrebbe esclamato gioiosa, indossandole.
Poi, ovviamente, avrebbe chiesto un parere al suo cavaliere.

-Come sto?

Si mise in posa da vamp, come se delle orecchie peluchose -tra l'altro fatte anche male- fossero state chissà che gioiello incredibile. Forse, nella sua testolina svitata, era davvero così.
Fu così che la loro passeggiata durò alcuni minuti, durante i quali l'allegra coppietta gironzolò un pò a caso finchè, finalmente, non raggiunsero il loro Eldorado. Caramelle, cioccolata, zucchero, zucchero ovunque: tutto quel ben di Dio esposto con la sola intenzione di tentarli fu la ragione dello sguardo raggiante della Dama del Vento. Sembrava tutto così squisito! Era davvero un peccato dover scegliere una cosa soltanto...

« Che cosa desiderano i signori? »

Domandò un vecchietto in carrozzella, tutto sorridente. Nel vedere la sua condizione, si sentì leggermente intristita, ma il sorriso divenne presto contagioso e lei finì per ricambiarlo con dolcezza.

« Panini, patatine, pizzette o pop-corn?
Magari delle merendine o buona frutta secca? Abbiamo anche bibite fresche!
Prego, assaggiate! Quelli coi bitorzoli sono mandole nel cioccolato,
e quelli tondi si chiamano “Baci di Dama”, eh eh...! »

Ne porse uno a Yoko, facendogli l'occhiolino.

« Anche se a te non devono mancare, giovanotto...! »

Eppure lei aveva già fatto la sua scelta, infondo era la ragione per cui era lì...



-Potrei avere dello zucchero filato, per favore? ♥

Roba da sentirsi offesi? Macché!
Al massimo avrebbe potuto sfruttare quelle povere e scarse imitazioni delle bancarelle per darsi ulteriore vanto. D’altronde, una bellezza come la sua non sarebbe stata certo riproducibile…

« Mpfh! »

Si limitò a commentare con aria altezzosa, mentre accarezzava -per metter ancor più in mostra- il sofficiume dettato dalla morbidezza di un autentico paio di orecchie da Volpe. Argentate, per di più.
Mica bigiotteria da quattro soldi, la sua.

- Uaaaaaao…

Commentò con immenso -e comprensibile- stupore un piccolo bambino che era loro vicino. Portava sulla testa giusto un paio di quelle riproduzioni farlocche, probabilmente acquistate pochi minuti prima in quella bancarella. Si avvicinò al Demone con passo insicuro, proprio di chi aveva pronta una bella domanda ma era troppo timido per dar piena libertà alle parole.
Ah, ma lui già sapeva; sapeva quanto ardente fosse in quel cucciolo di umano il desiderio di poterle accarezzare, e per questo non ebbe alcun problema a

- …facciamo scambio?

abbassarsi all’altezza del piccolo innocente bambino, per consentire lui di…

« Ma cer- »

…no, un momento.

« …cosa? »

Aveva detto scambiare? E gli stava realmente allungando la sua controparte farlocca speranzoso di…

« No! Ma… no! Queste non sono mica un giocattolo, non posso scambiarle! »

- Ma che razza di persona potrebbe mai dire di no ad un bambino!

Gli mancava solo quella, poi: la mamma! Che lo raggiungeva a grandi falcate ed urlava in sua direzione. Aveva quasi schiacciato il suo naso contro quello del Magister, quando l'aveva raggiunto adirata, in evidente tono di sfida.

« Ehm… guardi, non è per qualcosa, è che proprio… cioè, queste sono autentiche e »

- Oh certo! Ora mi crede anche stupida! Guardi, ha fatto piangere il bambino. Complimenti, davvero!
Ma che razza di persone si trovano in giro… vieni Robertos, andiamo via!

« Ma… »

Rimase interdetto per qualche istante, come se fosse in attesa che tutti iniziassero a ridere facendo spuntare un cartellone che indicava un qualche scherzo programmato.
...
No, era accaduto per davvero.

« Ma... che gente! »

Robe da matti, letteralmente.
Ed aveva pure perso di vista Drusilia! Chissà dove si era andata a cacciare in tutta quella confusion-

- Come sto?

Ecco, quello era decisamente un bel modo per far schizzare alle stelle il valore di quelle orecchie finte.

« Bene, direi... »



« Decisamente bene. »

Di sicuro si era fatto una bella idea sul dove sarebbero potuti andare una volta terminato con la zona dolci...

« Che cosa desiderano i signori? »

Ma fu un vecchietto per il momento ad invitare il Demone a metter da parte le sue buone intenzioni, interrompendo -per il momento- eventuali pensierini.

« Panini, patatine, pizzette o pop-corn?
Magari delle merendine o buona frutta secca? Abbiamo anche bibite fresche!
Prego, assaggiate! Quelli coi bitorzoli sono mandole nel cioccolato,
e quelli tondi si chiamano “Baci di Dama”, eh eh...! »

Accolse fra le mani il dolcetto che gli venne regalato, degustandolo poi con una certa diffidenza.
Sembrava buono, sì...

« Anche se a te non devono mancare, giovanotto...! »

« Ah, ci puoi giurare! »

Replicò senza nascondere un certo orgoglio, ricambiando l'occhiolino precedente con uno altrettanto malizioso. Fra uomini, d'altronde, ci si intendeva.

-Potrei avere dello zucchero filato, per favore? ♥

Sì, ecco, quasi si dimenticava:

« Uno anche per me, grazie! E... »

Lanciò un'occhiatina alla sua compagna. Se la conosceva abbastanza bene...

« ...un bel bustone di dolcetti vari. »

...era certo che avrebbe ben più che gradito!

« Grazie! »

Disse col sorriso il Magister, salutando dunque il vecchietto ed il suo assistente -che era sicuro in qualche modo di aver già visto da qualche parte...- solo dopo aver afferrato tutto il ben di Dio che gli era stato preparato e confezionato. Forse aveva un pochino esagerato..?
...naaah.

E così quella specie di batuffolo colorato rappresentava il tanto decantato zucchero filato.
Fu sincero nell'osservarlo, e non nascose un'espressione di perplessità quando accolse la stecchetta fra le proprie dita: sembrava... del cotone! Erano sicuri che fosse veramente commestibile..? Lanciò un'occhiatina indispettita in direzione della sua amata, sperando di comprendere quale fosse l'approccio migliore per assaggiarlo; ne staccava piccoli pezzetti con le dita e li avvicinava alla bocca, ok...
...cosa che, si rese presto conto, era a lui impossibilitata: una mano reggeva il bastoncino, e l'altra manteneva la busta ripiena nel frattempo di chissà quanti e quali altri dolci.
Va bene, serviva una soluzione alternativa.

« Mhmm... »

Un cosciotto di pollo.
In qualche modo ci assomigliava, no?
...no, in realtà no. Però avrebbe potuto mangiarlo allo stesso modo! Ne teneva ben ferma la base, avvicinava il tutto pian piano ai suoi denti aguzzi, e poi ne avrebbe strappato un pezzetto piccolo; un'idea geniale!
Peccato che qualche secondo più tardi si ritrovò a chiedere -mugugnando, vista la bocca piena- il supporto della Dama del Vento: se l'era praticamente tirato via tutto intero. E come se non bastasse, una bella ciocca argentata di capelli era finita per appiccicarsi a quella diabolica trappola zuccherata.

« Non sono sicuro che sia il mio dolce preferito... »

Commentò, una volta liberato, frugando con la mano ora libera nella sacca dei dolciumi.
C'era talmente tanta di quella roba che... no, ecco: quella Volpe sapeva benissimo quale sarebbe stata la sua pescata.
Biscotti di cioccolato e meringa.
Quelli li riconosceva, e se la memoria non gli giocava brutti scherzi, beh...

« Vuoi? »

Domandò, con l'espressione vispa e maliziosa di chi già conosceva la risposta.
Ah, non immaginava nemmeno, la povera ed innocente Drusilia. Non poteva proprio sospettare!
Quei dolcetti erano davvero l'esca migliore che gli potesse capitare sotto le mani...
...per distrarla e trascinarla zitto zitto e di soppiatto all'interno della casa degli specchi.
Oh, se aveva una vaga idea di come avrebbero potuto utilizzarli...

Luna Park.
Presidio Centrale, Endlos.

« Non sono sicuro che sia il mio dolce preferito... »

A quell'esclamazione Drusilia si voltò distratta, la sinistra ben stretta attorno al rametto dello zucchero filato ancora integro e la destra intenta a portarle alla bocca il biscottino che si era permessa di prendere dalla busta dei dolciumi pochi attimi prima.

« Vuoi? »

Il Magister esibì dei dolcetti, totalmente incurante dei capelli impiastricciati di zucchero, come parte della faccia. Un sorriso dolce marcò le belle labbra della Dama che, intenerita, prese il fazzoletto che portava con sè e lo inumidì ad una fontanella lì vicino. Gli avrebbe pulito il volto ed i capelli, così che si sentisse maggiormente a suo agio.

-Non si mangia così lo zucchero filato- spiegò con la gentile voce di una maestra al suo piccolo discepolo, che in questo caso era più vecchio di lei di qualche centinaio d'anni -si strappa un pezzettino con le dita, e poi si porta alla bocca. Così...

Ripetendo quasi meccanicamente tutto ciò che aveva detto, strappò parte della sua leccornia ed imboccò l'amato, non prima di posare dolcemente le labbra sulle sue e sorridergli tutta contenta. Era così tanto che non trascorrevano del tempo insieme... e lei era felice.



-Porti quel sacco di dolci come se fosse un bambino... saresti un padre perfetto!

Scherzò con innocenza, ma neanche tanto.
Quella visione le aveva ricordato qualcosa, qualcosa che non gli aveva ancora detto. Da un pò Yoko sembrava stressato e questo aveva reso quella situazione ancora più complicata. Avrebbe dovuto renderlo partecipe della sua scoperta? Oppure... avrebbe dovuto aspettare?

-Ti piacerebbe?- domandò, arrossendo -Ti piacerebbe diventare papà?