Verità Forgiate

[Aurora Occidentale]

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    «Perchè hai lottato contro il mio richiamo?»

    L'oscurità era liquida ed ovunque; l'Atharvaveda non c'entrava nulla con quella percezione di sè e dell'ambiente circostante: era fuori dal proprio corpo e vedeva il suo volto, le palpebre serrate, la bocca sigillata in una smorfia di disappunto.
    La voce lo colpiva con sferzate accusatorie, solcando sull'anima dei sentieri percorsi dai dubbi e dai rimorsi; non c'era aria e l'unica luce sembrava provenire dal corpo stesso del Nagavandari.


    «Dovevi togliere il sigillo, dovevi lasciare a me la situazione.»

    Profonde, le parole giungevano ovattate, distorte, ripetute dentro loro stesse.
    Namas provò a muoversi ma si accorse ben presto che la sagoma davanti a lui non era in realtà la sua, bensì una parte di essa, sopita per lunghissimo tempo e solo recentemente risvegliata dall'esercizio, la ricerca e l'esperienza.


    «Non potevo, non eravamo soli.
    Avresti fatto distinzione fra nemici ed alleati?»


    «Alleati?
    Io sono la sopravvivenza, la tua salvezza.
    Non comprendo quella parola.»


    Le palpebre di quel corpo così simile all'aspetto del Principe si aprirono di scatto e l'intera figura mutò: i capelli, da corvini, crebbero a dismisura fino a raggiungere la schiena ben oltre la sua metà, virando in un bianco spento, tendente al grigiore.
    L'iride venne inghiottita da un bulbo di pece, fissa sul punto che la coscienza del Nagavandari aveva identificato come sua posizione per quel surreale colloquio.
    Scaglie ed artigli presero il loro posto sul corpo tonico e perfetto, mentre due protuberanze ossee fregiarono il capo, a mo' di corna da satanasso, simboli di un retaggio evolutivo perso fra le pieghe del tempo e della realtà.

    «È per questo che non ti ho liberato.
    Non ancora, non sono abbastanza...»


    Si svegliò, riprendendo coscienza.
    Aprì gli occhi e non trovò riferimento visivo tale da fargli capire se fosse mattina oppure la notte fresca, tipica dei picchi rocciosi.


    «...forte.»

    Disse quell'unica parola mentre, a poca distanza dal suo, il viso di Odayaka era intento a scrutare le condizioni di salute dell'uomo-serpente.

     
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    Sotto lo sguardo premuroso della Dama di Undarm, le ciglia scure del Naga fremettero un istante prima che le palpebre si levassero lentamente, schiudendo appena uno spiraglio delle iridi auree -ancora ottenebrate dal sonno- sul microcosmo che il destino aveva riunito all'interno della tenda di comando.

    «...forte.»

    Un frammento di chissà quali pensieri lo seguì oltre le soglie del mondo onirico, indugiando sulle sue labbra come l'ultima parola di un discorso più ampio e complesso , e -non potendo comprenderne il senso- Odayaka si limitò ad accoglierne il risveglio con un sorriso gentile sulle labbra ben disegnate.

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    « Lieta che vi siate ripreso, Principe... »
    mormorò gentile, prima che un fugace sguardo alle proprie spalle la incupisse
    « Pensate di riuscire a sedervi? »

    I mistici dell'Est si erano premurati di risanare completamente il corpo del Serpente, ma forse la sua mente e il suo spirito avrebbero necessitato di un periodo di recupero leggermente più lungo... peccato che le circostanze non lo permettessero; senza tradire le sue emozioni, lo Specchio Tranquillo si fece da parte, così da permettere a Namas una visuale sull'interno dell'ampia tenda e il suo semplice arredamento: oltre alla branda su cui era stato sdraiato, i suoi occhi da rettile avrebbero scorto solo un baule in un angolo, e il semplice e basso tavolo - ingombro di mappe e dispacci.

    Poco più in là, gli altri avventori della tenda stavano riuniti in silente attesa: alcuni erano volti noti, come Sagramor e Beesech -con lo sguardo fisso sul Prescelto dell'Atharvaveda- e altri sconosciuti come l'uomo dal volto serio e non più nel fiore degli anni, che indossava una corazza di metallo e il mantello blu dei Cavalieri dell'Est... e, in mezzo a questi due estremi, il Brahamano avrebbe scorto anche lui: un ricordo talmente lontano nel tempo da sembrare appartenere ad un'altra vita.


    « Era ora che ti svegliassi, Ragazzo! »
    esordì quell'uomo basso e tarchiato

    L'occhio sano -l'altro era coperto da una benda-, verde come il peridoto, venne strizzato in una sorta di occhiolino in direzione dell'ex-compagno di cella, ma la deformità del labbro inferiore -da cui affioravano alcuni denti più simili a zanne- rese un po' sghembo quel sorriso: purtroppo, la natura era stata ingrata con lui... ma -dopotutto- non era quella la prima volta in cui gli occhi d'oro del Naga si posavano sullo sgraziato viso dai lineamenti aspri ed irregolari, sulla pelle ruvida e maculata, sul cranio calvo, e sulle folte ed ispide basette rosso scuro, che gli arrivavano fin dietro le orecchie appuntite, dove si univano nella parodia di una corona d'alloro.

    «Hai fatto qualche bel sogno? »

    Non si vedevano dal giorno della cattura -prima- e della fuga dall'Enclave -poi-, ma non era cambiato di una virgola: quello era Eric. E indossava l'argento delle Milizie di Rivenore.



    Edited by Madhatter - 4/11/2013, 10:08
     
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    «Eric...»

    Puntò i palmi sul giaciglio sopra al quale aveva riposato per un tempo che non avrebbe saputo quantificare.
    Fece poco sforzo nell'issarsi in una posizione seduta, segno che i curatori dei picchi

    -aiutati dai rinforzi-
    erano riusciti a stabilizzare le sue ferite ed a risanare parte della fatica accumulata.

    Guardò l'uomo con la benda senza far trasparire emozioni, tornando poi ad accarezzare con lo sguardo la fragilità che era il viso di Odayaka, immutato dalle circostanze ma

    (secondo il Nagavandari)
    parzialmente incrinato dalle vicissitudini: era provata, tanto quanto lui.
    Se non di più.


    «Gli altri, sono stati medicati?
    Devo assicurarmi che...»


    Provò ad alzarsi e la realtà di rendere conto ancora a qualche fitta di dolore ammutolì immediatamente il resto della frase; si bloccò, in una posa che evidenziava la sua struttura muscolare, perfetta e bella come la pelle d'alabastro.
    Le iridi vennero eclissate per un attimo dalle palpebre, assecondando un sospiro lungo e profondo.


    «Eric, Beesech, Sagramor.
    Voglio delle spiegazioni.»

     
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    «Eric...»

    Il nome che lasciò le labbra del Principe Naga aleggiò su di loro come uno spettro,
    e -nel tirarsi a sedere- lo sguardo pacato delle iridi d'oro indugiò lungamente sullo sfregiato.


    «Gli altri, sono stati medicati? Devo assicurarmi che...»

    Una spasmo di dolore lo costrinse a tacere, facendolo trasalire per poi abbandonarsi ad un lungo sospiro, e le braccia di Odayaka lo sostennero prontamente -con premura-, mentre le parole già affioravano tra le pieghe del suo calmo sorriso, pronte a fugare il suo dubbio e rassicurare quei timori.

    « Non temete, Principe: tutti i feriti hanno prontamente ricevuto cure adeguate... »
    lo informò la donna, con discrezione, senza dilungarsi troppo
    « ...i suoi compagni riposano ora in una tenda qui vicino.
    I morti stanno venendo radunati e sepolti. »


    «Eric, Beesech, Sagramor. Voglio delle spiegazioni.»

    « Mi sembra giusto, Ragazzo: direi che ne hai diritto e te le meriti. »
    assentì l'ometto basso e tarchiato, annuendo con vigore
    « Immagino ti stia chiedendo chi siamo e perché ti abbiamo aiutato...
    Quindi, iniziamo con le presentazioni. »

    tirò ad indovinare, battendo un indice sulla sua corazza chiassosamente spaiata
    « Il mio nome è Sir Eric Durdander, Tenente delle Milizie d'Argento di Rivenore, al servizio di Lord Aeon e bla bla bla – chiacchiere pompose, che non ci interessano. »
    agitò la mano come allontanando una mosca, poi indicò la Rossa e la Montagna
    « Il Fiorellino è Beseech Synnøve, il nostro Capitano – mentre Sagramor Dwayne appartiene all'elite. Quanto alla nostra presenza su questo campo di battaglia...

    Beh, siamo qui per te. »

     
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    Sondò lo sguardo di Odayaka, leggendovi tutta la verità che si aspettava
    -con la massima fiducia-
    di trovare.
    Si sedette in maniera tale da non sforzare quella parte del costato che ancora gli doleva, acquisendo la capacità di ascoltare le parole del trio senza esibire troppe smorfie di fastidio dovuto alle ferite procuratosi sul campo di battaglia.


    «Vi sono, anzi, vi siamo grati che siate venuti ad aiutarci.
    Sono grato del fatto che siate qui per me.»


    Come il tono della voce lasciava intendere, il Principe era tutto fuorchè sazio di conoscere le reali intenzioni dietro le loro gesta.

    «Ma ora voglio capire perchè le forze di Rivenore erano all'Enclave, perchè prima ancora dello scontro di questo giorno voi eravate presenti sul mio Cammino.»

     
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    «Vi sono, anzi, vi siamo grati che siate venuti ad aiutarci.
    Sono grato del fatto che siate qui per me.»

    nonostante l'impellente bisogno della verità, il Naga non accantonò i convenevoli
    «Ma ora voglio capire perchè le forze di Rivenore erano all'Enclave, perchè prima ancora dello scontro di questo giorno voi eravate presenti sul mio Cammino.»

    « Perché abbiamo avuto ordine di tirarti fuori da quella prigione,
    di osservarti da vicino e di proteggerti. »

    prese la parola Beesech, sciogliendo il nodo delle braccia sul petto
    « Il Signore della Chiave ha identificato in te una volontà di pace forte quanto la follia di Kikio Ho, l'Unificatore di Sequerus che ha scatenato il genocidio nel Presidio, e in te confida per restituire stabilità all'Occidente. »

    « Lord Aeon vuole che tu sieda sul trono di Sequerus:
    crede che tu sia una delle speranze di Endlos e il futuro dell'Ovest. »

    tagliò corto Eric, scrollando le spalle
    « ...te la senti di prenderti la responsabilità di riportare equilibrio in queste terre? »

     
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    L'Atharvaveda si risvegliò in ritardo rispetto ai normali sensi del Principe: lentamente, la stanza per lui svanì, venne sostituita da un'oscurità eterna illuminata in cinque punti distinti fra di loro.
    Un leone ferito, uno specchio incrinato, una rosa nera sanguinante, una montagna silenziosa ed una roccia lucida come il metallo.
    Squadrò ognuno dei presenti, finendo per guardarsi le ginocchia, sospirando vistosamente.


    «Non conosco Lord Aeon.
    È la prima volta che sento questo nome ed altre domande affiorano dal mio istinto.»


    Poi accadde una cosa che nessuno mai avrebbe potuto prevedere: qualche goccia bagnò il tessuto dei pantaloni del guerriero, quel pregiato incrocio di sete e stoffe così resistenti da venir lacerati esclusivamente nelle situazioni più difficili.
    Stava piangendo, con un controllo tale del proprio corpo da non subire alcuna alterazione nella respirazione o nei movimenti del diaframma.
    Solo lacrime, gelide, profonde, diverse.


    «Ma se uno sconosciuto, qualcuno che non ho mai toccato o visto, ha avuto il coraggio di riporre tali speranze in me...
    ...chi sono io, per tradirle?
    Chi sono io per abbandonare la mia gente, queste terre, l'intera Endlos?»

     
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    «Non conosco Lord Aeon.»
    esordì con un sospiro il Naga, dopo averli osservati uno per uno
    «È la prima volta che sento questo nome ed altre domande affiorano dal mio istinto.»

    In quel solenne e rispettoso momento di comprensione, nessuno osò fiatare all'interno della tenda di comando, e mentre molti sguardi -umani- si posavano sul Serpente con le più diverse aspettative, non un muscolo infranse la maschera composta che sempre dimorava su quel viso d'alabastro; erano tutti in attesa di scoprire quale sarebbe stata la reazione del Prescelto nel venire a conoscenza di aver passato un anno sotto sorveglianza, ma... non erano preparati a vedere lacrime fluire lentre dai suoi aurei occhi di rettile per scivolare lungo le guance di alabastro.

    «Ma se uno sconosciuto, qualcuno che non ho mai toccato o visto,
    ha avuto il coraggio di riporre tali speranze in me...chi sono io, per tradirle?»

    domandò Namas, a loro e a sé stesso, svelando ancora una volta le sue qualità più alte
    «Chi sono io per abbandonare la mia gente, queste terre, l'intera Endlos?»

    Un fischio di apprezzamento lasciò le labbra deformi di Eric, ma prima che egli potesse condire quel grossolano gesto di apprezzamento con qualche battuta delle sue, Beesech gli assestò uno spintone e un'occhiataccia che lo fecero desistere; Odayaka, invece, tornò a farglisi più vicina per inginocchiarglisi davanti, e le mani bianche e delicate dello Specchio Tranquillo gli scivolarono sulle gote con tenera gentilezza, tergendo via le scie salate che lo rigavano.
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    « Posso solo immaginare quanto possiate sentirvi provato, Principe... »
    esordì con voce dolcem carezzandogli il volto con un tocco lieve
    « I rastrellamenti, la prigionia e la fuga... Le battaglie, la guerra, e ora...
    Il peso delle responsabilità sulle vostre spalle è enorme,
    ma non dovete portarlo da solo. »

    gli sorrise nel modo per cui era famosa, con serenità inamovibile, e proseguì
    « L'ultima cosa che vorrei è darvi pensiero proprio in questo frangente,
    ma il Tempo è un tiranno di cui non si può aver ragione
    – si può solo venirvi a patti. »


    Nel tempo di un respiro, scoccò uno sguardo fugace ai Generali di Rivenore con la coda dell'occhio; un battito di palpebre dopo, l'attenzione dei suoi occhi era tutta per il Nagavandari.

    « Dobbiamo organizzare le nostre prossime mosse – e dobbiamo farlo subito.
    Siete in condizione di sostenere un Consiglio di Guerra...? »

     
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    Quasi a voler dare adito alle dicerie su come i miracoli si manifestino nei momenti più difficili, il Nagavandari offrì un altro insolito spettacolo ai presenti: guardò Odayaka dritta nelle iridi terse, insondabili, e sorrise con la forza di un bambino perso nel suo gioco preferito.

    «Il peso sarà su ciascuno perchè di ciascuno sarà poi la ricompensa.
    Io farò solo da perno!»


    Si scostò con delicatezza e rispetto, scendendo dalla branda sulla quale aveva riposato ed effettuando qualche lento e misurato movimento per sciogliere le articolazioni.
    Un paio di saltelli sul posto anticiparono cinque secondi di silenzio assoluto, reso più solenne dalle palpebre serrate.
    I pugni stretti, ma non abbastanza da sbiancare le nocche, vennero aperti al termine di quel breve lasso di tempo...
    ...ed ai presenti sarebbe parso di vedere la stanchezza del Nagavandari sublimare in un etereo sbuffo d'energia, diffuso su tutta la superficie del suo corpo.


    «Che venga organizzato al più presto.
    Sequerus verrà liberata prima che calino altri otto soli.»

     
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    «Il peso sarà su ciascuno perchè di ciascuno sarà poi la ricompensa.
    Io farò solo da perno!»


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    « . . . »

    Dopo aver versato calde lacrime per la sua terra e il destino dell'Ovest, il Nagavandari sorprese nuovamente tutti i presenti illuminandosi in volto di un sorriso dal candore infantile e dal calore invincibile, e mentre Odayaka rimaneva a fissarlo affascinata dalla fiamma che ardeva così pura nel suo spirito, Namas si rimise in piedi, stiracchiandosi lentamente per testare l'avvenuto recupero e l'effettiva efficienza della propria prestanza marziale.

    «Che venga organizzato al più presto.»
    asserì con fiducia il Principe, mentre uno sbuffo etereo lasciava il suo corpo
    «Sequerus verrà liberata prima che calino altri otto soli.»

    Determinati a concepire un piano d'azione nel più breve tempo possibile, i sei leader alleati presero posto attorno al basso tavolino, ingombro di mappe della città -delle sue vie e dei suoi palazzi più importanti- e di appunti -informazioni strappate ai prigionieri-; tuttavia, il meeting non era iniziato che da pochi minuti quando, annunciato da una certa concitazione tra i soldati di guardia- una settima persona sgusciò all'interno, varcando i confini della tenda di comando.

    « Ah... ehm... scusate l'intrusione. »
    principiò Chase Stein, il pilota che aveva condotto sul campo l'avanguardia dell'Est
    « ...Signora... Signori... Capitano Gawain... »
    un po' a disagio, il giovanotto si grattò la nuca e rivolse un inchino a ciasun astante
    « Qua fuori ci sono un paio di ospiti che dovreste davvero ricevere... »

    Nel silenzio che seguì, gli Alleati si scambiarono occhiate interrogative.

     
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9 replies since 3/11/2013, 15:40   174 views
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