Il Giudizio delle Sabbie

[EM] Building on Ruins ~ Atto Finale I

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  1. Neidlos
     
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    Una lama, argentea e fredda come il ghiaccio. Tagliente, letale e mortifera. Un colpo secco, alla base del collo, e il corpo senza testa della guardia che cade inerme al suolo. Il capo mozzato, che rotola poco più in là, in una pozza di sangue cremisi, denso e putrido.
    La lingua che passa sul labbro superiore, ad assaporare quel momento.

    ----------

    Trasalì il von Schneider, per poi tornare in sé. Gli sarebbe piaciuto, altroché.
    Ma no, non fece proprio nulla.
    Una vena gonfia, all'altezza della tempia destra, un pugno serrato, quasi a graffiarsi il palmo con le unghie. E poi, niente più.
    Si rilassò, inspirando profondamente, per poi buttare fuori.

    Il tizio misterioso dallo strano accento, venne interrotto sul più bello dall'arrivo delle sentinelle.
    Lo strano ospite concluse anzitempo il suo intervento, dando quasi l'impressione di essere seccato dall'arrivo delle guardie. Queste ultime giunsero rapide alla cella degli Eversori. I passi felpati e l'oscurità ne impedirono l'individuazione certa e univoca.
    Infine, una chiave. E una serratura, che in un clangore metallico si aprì, insieme alle sbarre della gabbia.

    « Finalmente. » berciò, in direzione dei secondini « Vi stavamo aspettando. »
    Mani in tasca, Klaus fece qualche passo in avanti, quasi come a volersi offrire volontario. Per qualsiasi cosa fossero stati destinati.
    Non potevano fare altro che fidarsi di quel tizio. Un eventuale tentativo di fuga era da escludere, almeno per quel momento.
    Certo era che, però, il Malkavian non sarebbe rimasto un secondo di più, in quella dannata cella.



    CITAZIONE
    .::STATS::.

    KLAUS VON SCHNEIDER
    - the malkavian's power -

    10zuxld


    --—---—--



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Psicologiche: Incazzato, confuso. Disposto a tutto pur di uscire vivo dalla prigione.
    Segni Particolari: Occhio sinistro con iride bianca, sclera nera. (Vedasi la Passiva "Kaos")
    Consumi del turno:
    Energia: 110%

    Equipaggiamento:
      Nemesis ~ Black Princess » Nemesis ("Principessa Nera" o "Mannaia Nera") Mannaia 170cm x 40cm. [LiNk]


    Abilità passive:
      perfekte gen » [+50% Forza - +50% Velocità - +10% mana]

      radar » [Auspex Passivo; 30 metri]

      deadpan » [Passiva; Anti-Malia sino a Medio]

      kaos » [Vista supersviluppata - Lettura dei movimenti ; Abilità passiva]

      invisible black » [Passiva Anti-Auspex sino a Medio]


    Tecniche:



    Glossa:
     
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    Forse quel gigante non era molto furbo, infatti non sembrava aver capito la sua richiesta di dolcetti o forse non ne aveva, comunque la piccola spiritella ci rimase un po’ male e si mise a sedere sulla sua spalla, quasi cadendo in avanti a causa del peso che ora si trovava appiccicato al petto.
    Effettivamente era strano non riuscire a guardare oltre il proprio seno, questa volta il cambiamento l’aveva fatta grossa, in tutti i sensi!

    Con aria incuriosita provò a toccarsele con un dito e vide che erano incredibilmente morbide e ondeggiavano, allora presa da un moto di curiosità -ignorando palesemente il resto dell’universo- provò a saltellare da seduta sulla spalla dello spartano e con sua somma meraviglia le tette rimbalzavano su e giù come animate di vita propria!
    Le piacevano un sacco!
    Anche se erano pesanti e un po’ scomode doveva ammettere che sembravano molto divertenti, meglio di prima dato che il suo vecchio corpo praticamente non ne aveva.

    Ritornò alla realtà in tempo per sentir chiedere dallo strano figuro -da dov’era apparso? Boh- al suo nuovo amico se per caso conosceva un certo vampiro e un certo russo.
    Il Russo! Ma certo!
    Non poteva essere altri che lui, era palesemente qualcuno di cui non aveva mai sentito parlare!
    Effettivamente non sapeva nemmeno cosa fosse, un russo, forse qualcosa che si mangia…

    Continuando a infischiarsene dell’altro tipo si alzò in piedi, sempre sulla spalla dello spartano amico di Zimmer, per poi toccargli il viso cercando di attirare la sua attenzione.
    Sia che ci fosse riuscita che altrimenti avrebbe detto, con tutta l’ingenuità possibile e immaginabile in un esserino capace di devastare un intero quartiere solo per noia.

    Secondo te le mie nuove tette sono carine?
    A me piacciono tanto!


    Per terminare la frase con un sorriso tutto denti, perfettamente bianchi e allineati, sebbene disturbantemente aguzzi.
     
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    Troppe cose, e tutte in una volta.
    Prima la fatina impertinente, poi un nuovo sconosciuto emerso dalle ombre.
    La giornata stava iniziando a farsi stressante -e chissà quante ne doveva ancora vedere, il greco.
    « Uno guidato dal Destino. Come te. »
    Il nerboruto rosso si presentò così, in modo sobrio ed esaustivo. In altre circostanze, Ariste avrebbe approvato quel modest biglietto da visita.
    L'oplite non allentò comunque la presa sull'elsa: l'arma sulle spalle del fulvo non invitava certo a rilassarsi.
    Guarda le coincidenze, alle volte...
    Commentò sarcasticamente, permettendosi quantomeno di riprendere la normale stazione eretta. Un ghigno sprezzante rispose al sorriso impertinente del suo interlocutore.
    « Sei un amichetto del Russo e del Vampiro, per caso? »
    Ecco come far passare la voglia di ridere ad un Gerarca degli Eversori di Merovish.
    L'espressione di Aristotelis tornò seria ed impassibile, e la mascella serrata risultava invisibile solo grazie all'oscurità della sala.
    Il silenzio creava una tensione palpabile, mentre il fuoco continuava a crepitare noncurante dei giochi di potere che avvenivano attorno a lui.






    Secondo te le mie nuove tette sono carine?
    A me piacciono tanto!







    Gli occhi bruni del greco, totalmente inespressivi, fissavano intensamente l'esserino sulla sua spalla.
    Tenendo conto dei nervi a fior di pelle, era incredibile come non avesse tentato di incenerirla sul posto.
    Anzi, in quella circostanza le fu pure grato: la totale nonchalance della fata aveva permesso all'Eversore di riprendere il controllo delle emozioni, tanto che si concesse una beata risata.
    Sì, non sono male.
    Rispose, scuotendo la testa e sorridendo divertito.
    Conosco un russo, e conosco un vampiro.
    Si mantenne vago, ma era lampante che fosse una risposta limpida. Incrociò le braccia al petto imitando lo sconosciuto, lasciando stare la spada al suo posto.
    E tu? Sei amico loro?
    Avanzò di qualche passo, ondeggiando appena a destra e a sinistra.
    O sei un amico di Isaac?
    Che sfrontatezza! Ma d'altra parte, le strategie da scacchisti erano per Zimmer e Bid'daum, che si trovavano in mezzo alle più alte figure politiche della Tana.
    Ariste, invece, poteva permettersi d'osare molto di più.

    Energia: 110%
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.
    Note:
     
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    { ???? }
    Klaus | Dimitry | Adam

    Nel momento in cui la porta della vostra cella si apre, è come se il tempo si fermasse: il Russo tace e da segnale al collega di non fare nulla di avventato, il Vampiro si perde per un istante dentro fantasie affamate di sangue, e il Camaleonte vaglia le sue possibilità di fuga; alla fine, a spezzare la stasi opprimente di quel frangente è proprio il petulante Tuttofare della Quinta Bolgia.

    « Servizio in camera? Ve la siete presa comoda. »
    comincia Venat, alzandosi in piedi e buttandola lì
    « Sono giorni che aspettavamo l'arrivo del pranzo, sisi. »

    « Finalmente. »
    fece eco Klaus, infastidito, sprofondando le mani in tasca
    « Vi stavamo aspettando. »

    Nessuna risposta. Solo, avete all'improvviso la sensazione di qualcuno alle vostre spalle; poi, vedete la guaina di stoffa di un cappuccio nero calarvi sulla testa, e percepite ceppi di freddo metallo -che puzza di ruggine- che vi si chiudono sui polsi e ve li immobilizzano dietro la schiena, prima di venire indirizzati -spintonati o tirati, come capi di bestiame- lungo dedali ignoti in cui ben presto smarrite ogni senso del tempo e dell'orientamento.

    Iniziate ad avere le gambe indolenzite per il troppo cammino quando vi vengono inflitte delle sferzate dietro le rotule, allora venite fatti crollare in ginocchio sul un pavimento di pietra e vi viene concesso di imprecare, prima che i cappucci vi vengano rimossi.

    Ora, vi trovate all'interno di una piccola stanza di pietra, uno studio dall'aria spartana, immerso nella penombra rischiarata da quattro braceri a stelo lungo, addossati alle pareti: niente fronzoli, niente libri, e niente mobili, ad eccazione di un tavolaccio di legno -più simile ad un piano per gli interrogatori che ad una scrivania da ufficio-, con sopra un tomo dall'aria consunta eun calamaio con una piuma intinta nell'inchiostro.

    Dall'altra parte del banco, su una seggiolina sgangherata, siede un uomo con una maschera -un tipo che solo a guardarlo incute timore e rispetto- e i suoi occhi vi scrutano freddamente per un lungo istante.

    png
    « Siete accusati del Massacro della Carovana della Pietra Nera,
    nominati custodi dell'Oasi dell'Orchidea per volontà dell'Alfiere. »

    annuncia, riassumendo il vostro capo di imputazione
    « ...pertanto, allo spegnersi della sesta lanterna, sarete condannati a morte. »

    No, non è un processo: vi stanno solo facendo una comunicazione di servizio;
    vi conviene inventarvi qualcosa - prima che sia troppo tardi.


    { ???? }
    Ariste | Wydwen

    Guarda le coincidenze, alle volte...

    Il primo commento del Greco giunge accompagnato da un sogghigno -giusto per rompere un po' il ghiaccio-, ma quella smorfia scompare in fretta, restituendo il posto sul viso severo alla maschera della serietà; per un istante, trai due cala il silenzio, finché...

    Secondo te le mie nuove tette sono carine?
    domanda d'un tratto la fatina, alzandosi in piedi sulla spalla dell'oplite
    A me piacciono tanto!

    Gli occhi di Ariste fissarono Wydwen con intensità per un lungo istante; poi, proruppe in una risata... e -con un curioso tempismo- ad essa si sovrappose anche quella scrosciata fuori dalla gola del Fulvo.

    « Sono una bomba! »
    asserì il'Ispanico, sogghignando a sua volta di gusto

    Sì, non sono male.
    rispose il Gerarca, scuotendo il capo e sorridendo
    Conosco un russo, e conosco un vampiro.
    proseguì, tornando in argomento e incrociando le braccia
    E tu? Sei amico loro? O sei un amico di Isaac?

    Ondeggiando col corpo, Ariste avanza di qualche passo, e lo sconosciuto lo lascia fare senza mostrare alcuna preoccupazione: forse è solo una dimostrazione di forza per far capire che non teme nulla... o -più semplicemente-, a dispetto dell'enorme spada che ha sulla schiena, il Macellaio non ha intenzioni ostili.

    « Amico loro, non credo: dopo lo scherzetto che gli ho tirato,
    saranno ancora piuttosto incazzati. »

    risponde lo sconosciuto con un sogghigno ferale, per poi scrollare le spalle
    « Amico di Isaac? Non proprio: è più una specie di parente; in ogni caso... »
    laconico, il suo modo di parlare è spiccio e senza fronzoli inutili
    « Non c'è tempo per fare salotto: la Tana rischia grosso, e ci servi di sopra. »

    In a Trail of Fire

    Turno di gioco semplice; dovrebbe essere tutto nel narrato,
    ma -al solito- se qualcosa non è chiaro, chiedetemelo pure in bacheca =*

    Prossima scadenza: 18 Dicembre, compreso. :kisu:

     
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  5. _MajinZ_
     
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    Avere a che fare con quelle presenze era sempre un po’ strano... sapevi che c’erano, che erano intorno a te, ma allo stesso tempo era come avere a che fare con dei grumi di fumo impossibili da afferrare. Anche l’istinto del biondo faceva fatica a percepire quelle cose, ma riuscì a malapena a rendersi conto di avere qualcuno alle spalle prima che un cappuccio gli venisse calato sul volto, mentre due pesanti manette assicuravano le sue mani dietro la schiena, impedendogli qualsiasi movimento avventato. Non che fosse un problema liberarsi o combattere anche con le mani legate, però non era tipo da fare cose avventate e voleva provare a fidarsi di quel tizio.
    Tanto non aveva nulla da perdere, ormai.
    Successivamente i tre vennero fatti uscire dalla cella, spinti e tirati come si faceva un cavallo restio a muoversi, fino ad inoltrarsi in cunicoli che sembravano senza nessuna fine. E in quel momento il biondo si ritrovò a pensare che forse non era male starsene un po’ buoni, visto che trovare l’uscita da quel labirinto sarebbe stato praticamente impossibile, soprattutto senza una mappa e punti di riferimento. Era tutto buio e senza gli strumenti adatti era un suicidio provare a scappare. Sperava caldamente che i suoi compagni, soprattutto Klaus, la pensassero come lui, altrimenti sarebbero stati dolori.
    Il cammino fu lungo e continuò finché le gambe non iniziarono a fare male, impossibile sapere se erano passati dei minuti o delle ore dall’inizio del percorso, la cosa certa era che avevano macinato diversi metri nella più totale oscurità. Improvvisamente arrivò il dolore dietro le ginocchia, un colpo così forte da costringere il ragazzo a inginocchiarsi sulla fredda pietra, mentre lo spesso cappuccio gli veniva tolto dalla testa, permettendogli nuovamente di vedere.
    ...ublyudok*.
    Dimitriy non si dimenticò comunque di imprecare a denti stretti, non aveva proprio gradito quella gentilezza. Gli occhi azzurri del ragazzo comunque si ritrovarono ad osservare una stanza piccola, spartana, scavata direttamente nella pietra. Al centro era posizionato un tavolaccio di legno che non aveva nulla di rassicurante e dietro di esso sedeva un uomo su di una sedia sgangherata. Quello che doveva essere una sorta di giudice indossava una maschera bianca da cui sbucavano solo gli occhi, erano occhi freddi in grado di incutere un senso di timore e freddezza. Il tizio andò dritto al sodo e lesse il campo di imputazione per raggiungere direttamente la sentenza: Morte.
    Il russo puntò i suoi occhi in direzione di quell’uomo, sempre che fosse tale. Uno schiocco scocciato uscì dalle sue labbra, aveva già visto sentenze come quella nel suo mondo e aveva visto numerose volte degli innocenti venire fucilati... ma solo ora capiva come ci si potesse sentire stando da quel lato, dalla parte dei poveracci che non erano in grado di difendersi.
    Io...
    Però forse lui aveva il modo per scampare a una fine che non voleva, non ancora. Fece solo una piccolissima pausa prima di continuare a parlare.
    ...mi appello all’Agnikai.
    Concluse infine con il suo solito tono gelido, per nulla spaventato dalla situazione spiacevole. Adesso bisognava solo sperare che il consiglio dato dal prussiano funzionasse, altrimenti la prima mossa da fare sarebbe stata quella di uccidere quel giudice, o almeno prenderlo in ostaggio. Probabilmente anche Klaus la pensava come lui, solo che probabilmente nei suoi pensieri c’era molto più sangue. Il russo comunque attese, in silenzio, con i nervi a fior di pelle.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: ...
    Energia: 110%

    Note: *significa bastardo :flwr:

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche utilizzate:
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  6. Neidlos
     
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    Ogni cosa, in quella dannata vicenda, stava andando per il verso sbagliato.
    Il Vampiro se ne era fatto una ragione, ed anche da un bel pezzo, ormai. Quelle manette ai polsi, poi, e quel cappuccio sudicio e nero come la pece, non furono altro che una fottuta conferma.

    Il Malkavian nemmeno si accorse della presenza dei secondini che, in un attimo, dopo aver aperto la cella, lo avevano colto alle spalle - lui come agli altri due - per bloccargli le mani e incappucciarlo per bene.
    Erano furbi, i bastardi. In quel modo i prigionieri non avrebbero potuto vedere nulla, stroncando così sul nascere anche il più misero pensiero di fuga degli Eversori.

    « Levami le mani di dosso! » berciò sguaiato, palesando una certo malcontento, per poi essere strattonato con veemenza, venendo spinto in avanti e praticamente obbligato a camminare.
    Il tragitto non fu dei più brevi, durando più di quanto una persona dalla pazienza nella media potesse sopportare. Se poi si considera che il von Schneider non ne aveva proprio...« Cazzo. »

    I pensieri andarono a mescolarsi tra loro, sfumando in un qualcosa di incolore e di indefinito, così come il tempo e il senso dell'orientamento.
    Poi però, finalmente arrivarono a destinazione.
    « Figlio di puttana. » raschiò, dopo che la guardia gli assestò un colpo preciso, costringendolo sulle ginocchia. Quando gli venne tolto il cappuccio, quasi la sua lingua poteva toccare il pavimento.
    Pavimento in pietra, come del resto l'intera sala in cui erano stati condotti. Gli occhi ci misero qualche istante per riabituarsi alla luce, e quando si stabilizzarono del tutto, il Malkavian non potè fare a meno di farli rimbalzare a destra e a sinistra, nel tentativo disperato di individuare qualche via di fuga.
    Vie di fuga che, però, sembravano non esserci.

    Non poteva far altro che pensare che, semmai fosse uscito vivo da quel posto, la sua vendetta sarebbe stata tremenda.

    « Vi ucciderò tutti. Anzi no, bisogna usare l'immaginazione. Vi ucciderò tutti, tranne uno. Un unico superstite che dovrà sopravvivere, per poi vivere, costruirsi una famiglia, avere dei figli. E io tornerò, ucciderò tutti, lasciandone in vita soltanto uno, per poi distruggere anche la generazione successiva. Per poi farlo ancora, e ancora, e ancora. »

    No, non lo disse. Ma lo avrebbe detto, altrochè!

    La sua attenzione, però, venne catturata dalla strana figura di un uomo(?), seduto al centro della stanza, col viso coperto da una maschera. Probabilmente, si trattava del giudice di cui parlava il tizio in precedenza.
    Un giudice, sì, che non tardò ad emettere la sua sentenza definitiva: Condanna a morte!

    jpklrd

    « Agnikai... » sibilò, seguendo a ruota Kozlov, scorticando l'aria col suo timbro sporco e graffiato. Infine, uno sguardo scoccato al mascherato, con l'occhio corrotto che tentava di scrutare lo sguardo dell'altro.
    « Mi appello all'Agnikai. »



    CITAZIONE
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    KLAUS VON SCHNEIDER
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  7. Ja¢k
     
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    ___ _ ___

    La violenza con cui le guardie incappucciarono e trascinarono il Camaleonte al cospetto del giudice mascherato interruppe ogni forma della sua eloquenza. Il povero aviatore, effettivamente, non ebbe tempo neanche per pesare a qualcosa da dire. Si limitò ad ascoltare la sentenza di morte annunciata da sin troppo tempo, e gli appelli dei suoi compagni prigionieri. Agnikai. Qualsiasi cosa volesse significare quel cacofonico termine, il Camaleonte non avedeva l'ora di scoprirlo.

    « Anch'io, sisi. »

    Berciò con apparente noncuranza, levando in alto una mano.


     
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    Osservò incuriosita lo strano tipo con cui stava parlando il suo nuovo amico, davvero non riusciva a capire e anche se il suo visino appariva concentrato nello sforzo di comprendere…proprio non ne veniva fuori con nulla.

    Ma no, le bombe scoppiano, no?
    Mi piacciono le cose che scoppiano, ma non se sono le mie tette!


    Un’espressione preoccupata, forse per la prima volta in vita sua, passò rapida come un’ombra sul volto in miniatura ma fu subito sostituito da una forte curiosità per lo strano uomo che si trovava nella stanza con loro.
    La sua attenzione vagante non ci mise molto ad essere catturata da quella cosa che stava al centro della stanza, forse incastonata nel pavimento, tutta bombata che rifletteva la luce delle torce come una gemma gigante.
    Si mosse con cautela avvicinandosi allo strano oggetto, o almeno così avrebbe fatto qualsiasi essere senziente, lei invece abbandonò la spalla dello spartano e si lanciò sulla cosa, qualsiasi cosa fosse, a tutta velocità con in testa l’unico scopo di mettercisi sopra in piedi.
    Magari avrebbe anche provato a specchiarcisi, nel caso sarebbe stato divertente fare qualche boccaccia a quella pietra e vederne il riflesso.

    Sperava davvero di fare le boccacce!
     
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    « Sono una bomba! »
    Ma no, le bombe scoppiano, no?
    Mi piacciono le cose che scoppiano, ma non se sono le mie tette!

    Giustamente la fatina si preoccupava dell'incolumità del suo voluminoso -in scala- seno.
    Stavolta il greco preferì passar oltre, lo humour non era proprio adatto alla situazione.
    « Amico loro, non credo: dopo lo scherzetto che gli ho tirato,
    saranno ancora piuttosto incazzati. »

    Anche il rosso s'avvicinò, mentre la creatura favorita da Madre Natura andò a curiosare sull'oggetto misterioso attorniato dal focolare.
    « Amico di Isaac? Non proprio: è più una specie di parente; in ogni caso... »
    Ariste non distolse lo sguardo dallo sconosciuto, ma aveva come la sensazione che non volesse ingaggiare alcuno scontro.
    Al momento, quantomeno.
    « Non c'è tempo per fare salotto: la Tana rischia grosso, e ci servi di sopra. »
    L'oplite aggrottò la fronte.
    Sopra?
    Gli fece da eco, con un tono sarcastico.
    Rilassò le spalle, poi, cambiando discorso con naturalezza.
    Quindi è grazie a te che i miei colleghi non siano tornati indietro.
    Un paio di passi verso destra, mani dietro la schiena, prima di volgere le terga al suo interlocutore.
    Normalmente, sarei alquanto furioso per tutto ciò.
    Si girò, allargando le braccia e sorridendo.
    Ma oggi è un giorno speciale, e sono sicuro che tu avrai quanto meno la gentilezza di delucidarmi su un paio di questioni.
    Senza indugiare, si mosse verso il fulvo, schioccando le dita.
    Signorina, lei è libera di fare quel che meglio crede. Io vado sopra.


    Energia: 110%
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.
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    { ???? }
    Klaus | Dimitry | Adam

    La sentenza di morte pronunciata dall'uomo mascherato aleggia per un istante nella piccola stanza, raggelando l'aria e gravandola di un peso quasi tangibile... come se il sudario della sepoltura fosse già stato calato su di voi: ma voi siete Guerrieri -siete Eversori-, e quei sentimenti d'impotenza e disperazione che lascerebbero sgomenti e sopraffatti i pavidi e gli uomini comuni in quella stessa situazione non riescono a ghermirvi. Dopotutto, una possibilità per sfuggire a questo destino vi è stata promessa.

    Io...
    esordisce il Russo, sostenendo impavido lo sguardo del Giudice
    ...mi appello all’Agnikai.

    « Agnikai... »
    lo segue a ruota il Vampiro con un sibilo graffiante
    « Mi appello all'Agnikai. »

    « Anch'io, sisi. »
    si aggrega il Camaleonte, alzando una manina

    ...e gli occhi al di là della maschera di pietra si sbarrano in un genuino moto di sorpresa. Il Giudice tace, e non riuscite assolutamente a capire cosa gli passi per la testa; qualcuno alle vostre spalle, invece, rumoreggia a metà tra l'indignato e il divertito.

    « Miserabili cani...! Come osate..?! »
    sbotta il primo

    « Non durereste cinque minuti...! »
    gli fa eco ridacchiando un secondo

    « Concesso. »

    Quella semplice parola, proferita con tono solenne dalla Maschera è sufficiente a dipanare un silenzio attonito tra i suoi sottoposti; ora, i suoi occhi sono socchiusi al di là dell'inespressiva faccia di pietra, e mentre le dita sono congiunte davanti alle labbra scolpite in un gesto pensoso, nei recessi del suo sguardo giurereste di vedere persino un barlume di ammirazione e rispetto.

    « Ma... Capo... c'è l'incoronazione oggi... »
    si permette di far notare dubbiosamente uno dei Blockers
    « Come la mettiamo con l'Alfiere e i suoi ospiti...? »

    « La legge del più forte è la legge dell'Arena – ed è l'Arena a legittimare il nostro re. »
    ribatte categorico il Giudice, sciogliendo il nodo delle mani e facendo per alzarsi
    « I prigionieri hanno richiesto il processo per combattimento,
    secondo la più antica delle nostre tradizioni, ed è ciò che avranno. »

    ora che si erge in piedi sopra lo scrittoio sgangherato notate meglio la sua possanza
    « Non mi importa come la prenderanno quelle chiappe grasse dei Pasha,
    ma se il neo-Alfiere è degno del suo titolo non avrà nulla da ridire. »


    Di nuovo una pausa, e il silenzio intorno a voi si fa denso mentre il guerriero dal volto coperto vi passa in rassegna con un'occhiata penetrante e severa.

    « Non so se sia coraggio o follia, ma è più di quanto mi aspettassi da della feccia. »
    esordisce, rivolgendosi direttamente a voi
    « Combattete con valore... o morite con onore. »

    Ad un suo cenno del capo, i cappucci neri vi vengono di nuovo calati in viso, e mentre i soldati vi risollevano da terra di malagrazia e vi spintonano fuori, sentite la porta richiudersi alle vostre spalle; di nuovo venite costretti in marcia – e di nuovo perdete ogni concezione del tempo e dello spazio.


    { ???? }
    Ariste | Wydwen

    Ma no, le bombe scoppiano, no?
    domanda legittimamente preoccupata Wydwen
    Mi piacciono le cose che scoppiano, ma non se sono le mie tette!

    L'involontaria battuta della creaturina cade nel vuoto, perché i due uomini lì presenti sembrano presi da tutt'altri discorsi (chiacchiere seriose e poco divertenti) e così -mentre il Greco espone le sue perplessità al Fulvo- la Fatina pensa bene di andare ad esaminare lo strano fregio gemmato che decora il pavimento, mettendocisi in piedi sopra, e iniziando a giocare col riflesso che la lucida superficie le restituisce.

    Sopra? Quindi è grazie a te che i miei colleghi non siano tornati indietro.
    domanda con tono sarcastico Ariste, accigliandosi
    Normalmente, sarei alquanto furioso per tutto ciò, ma oggi è un giorno speciale...
    prosegue l'Oplite, scegluiendo ancora una volta di prenderla con filosofia
    ...e sono sicuro che tu avrai quanto meno la gentilezza di delucidarmi su un paio di questioni.

    « Senti... non sono tagliato per le manfrine: io so solamente che c'è qualche stronzone che mira all'Alfiere e a fare un gran casino qui a Sud. »
    sentenzia l'energumeno, stringendosi -si fa per dire- nelle spalle larghe
    « Ci è stato ordinato di trovare qualcuno che potesse essere d'aiuto perché ha a cuore questo posto, e voi avete vinto la bambolina... »
    sciogliendo il nodo delle braccia sul petto, indica il Greco con un cenno della mano
    « ...quindi, mettiamola così: tu cerchi di non tirare le cuoia -e di non farle tirare ai tuoi amichetti- e dopo ti faccio parlare con Isaac – lui è bravo con le parole. »

    Con uno scatto veloce ed improvviso del braccio, del tutto inaspettato, il Macellaio acchiappa Ariste per il bavero e lo solleva da terra, sballottandolo un po' mentre si volta per tenerlo sospeso al di sopra della strana gemma... e la pietra inizia a risplendere di una luce bianca; prima che i due Eversori abbiano modo di reagire, una colonna di luce li ingloba.

    jpg
    « Cercate di non sputtanarvi tutte le energie subito. »
    la voce del Fulvo concede un ultimo avvertimento, prima di ritrarre l'arto
    « Non è lo Sfregiato il vero nemico. »

    Poi, il mondo svanisce nel bianco accecante.


    { Vestibolo }
    Tutti

    Il cigolio sinistro di cardini arrugginiti è il primo sgradevole suono a spezzare il silenzio tonante che ha accompagnato tanto il viaggio del Greco quanto la marcia dei tre prigionieri; ma se il buon Ariste si ritrova semplicemente in piedi -con Wydwen in mezzo ad essi- in una sorta di nicchia di nera ossidiana, Dimitry, Klaus e Venat vengono gettati nello stanzone attiguo con spintone: un rituale colpo dietro le rotule li fa cadere in ginocchio -classico modo di fare dei Blockers della Legione, per quel che vi pare di capire- e mentre i ceppi ai polsi cadono sul suolo di roccia, allo sferragliare si sovrappone un tonfo pesante di cui non è possibile capire la causa.

    Con le mani libere, potete finalmente strapparvi quegli asfissianti cappucci resi fetidi dal ristagno del vostro fiato -sempre ammesso che le vostre teste siano state le uniche a finirci, ma avete forti dubbi- e, dando il tempo agli occhi di abituarsi alla fioca luce di torce tremolanti in quell'ambiente chiuso, riconoscete i contorni di una stanza a pianta rettangolare: i due lati minori sono costituiti da nude pareti di pietra nera -così liscia e perfetta che non sembra esser stata levigata da mani umane-, mentre quelli maggiori sono intervallati da archi che ricordano porte... ma già al primo esame scoprite che si tratta di alcove a fondo cieco.

    Ed è da una di queste che sbuca fuori all'improvviso il Gerarca.

    In a Trail of Fire

    Ed eccoci finalmente riuniti =D Avete il turno per fare il punto della situazione tra voi, quindi -per risparmiare tempo- vorrei che Pyt postasse per primo ^w^/

    Prossima scadenza: 8 Gennaio, compreso. :kisu:
    Se avete domande, vi aspetto in bacheca ;*



    Edited by Madhatter - 30/12/2013, 09:13
     
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    Ariste aveva parlato chiaramente.
    In qualche senso, anche la risposta del fulvo fu piuttosto inequivocabile.
    « Senti... non sono tagliato per le manfrine: io so solamente che c'è qualche stronzone che mira all'Alfiere e a fare un gran casino qui a Sud. »
    Inarcando un sopracciglio, il greco si chiese se non stesse parlando proprio di loro, degli Eversori. In vero, però, immaginava che il rosso stesse riferendosi a qualcun altro.
    Il che rendeva il tutto ancora più pericoloso.
    « Ci è stato ordinato di trovare qualcuno che potesse essere d'aiuto perché ha a cuore questo posto, e voi avete vinto la bambolina... »
    Per l'appunto.
    « ...quindi, mettiamola così: tu cerchi di non tirare le cuoia -e di non farle tirare ai tuoi amichetti- e dopo ti faccio parlare con Isaac – lui è bravo con le parole. »
    Nemmeno il tempo di porre ulteriori domande -e l'oplite ne aveva in serbo ancora molte, nemmeno il tempo di reclamare ulteriori delucidazioni -e in fondo, vivere in prima persona un evento è il miglior modo per conoscerlo, l'energumeno saettò verso il Gerarca, catturandolo nella sua presa d'acciaio attraverso il mantello dello stesso, e mettendolo sopra la gemma protetta dalle fiamme.
    Un'azione così veloce ed inaspettata che all'Eversore non restò altro da fare, se non corrugare il volto in un'espressione tra il preoccupato e l'infastidito.
    Tentò anche di afferrare il polso del fulvo per farlo desistere dal suo intento, ma era ben chiaro che stesse agendo a favore del greco.
    Per così dire, almeno.
    Ma cosa-
    « Cercate di non sputtanarvi tutte le energie subito. »
    Di tutta la discussione, quello forse sarebbe stato il messaggio più importante.
    « Non è lo Sfregiato il vero nemico. »
    Chi sarebbe...
    Un vortice di luce, un battito di ciglia, ed il rosso non fu più. Così anche l'ampio salone d'ossidiana, così anche il braciere, così anche tutto quello che fino ad un istante prima il greco poteva contemplare.
    ... lasciamo stare.
    Avanzò qualche passo nella nuova stanza in cui si trovava, ben attento di non schiacciare la fatina ai suoi piedi, percepita grazie ai suoi sensi sovrannaturali.
    Mmh.
    Elmo penzolante sulla schiena, l'oplite squadrava lo spazio circostante con attenzione. Niente di interessante, a parte degli archi comunicanti con altre stanze.
    Abbiamo compagnia.
    La voce dello Spirito risaltò particolarmente in quel silenzio, specie dopo esser rimasta quieta a lungo. Anche l'Essenza dell'Etna aveva preso il suo tempo per valutare con dovizia lo svolgersi degli eventi.
    Rumori di catenacci risuonarono nell'aria ferma, riecheggiando tra le pareti nere.
    Il greco si preoccupò di non farsi vedere, rimanendo acquattato nell'ombra. Qualcuno era entrato nell'atrio adiacente, e qualcun altro se n'era andato.
    L'alone di cenere impercettibile andò a sondare il vestibolo, identificando tre uomini inginocchiati.
    Aleggiava il mistero.
    Attento, possono muoversi.
    Questo posso farlo anch'io.
    Senza perdersi in ulteriori chiacchiere, il Gerarca apparve dalle tenebre.
    Già al primo passo fuori dall'alcova, un ampio sorriso nacque dalla folta barba.
    Ma che gradita sorpresa!
    Commentò, allargando le braccia: di fronte a lui, vivi, seppur un po' malridotti, si stagliavano le figure dei due Eversori andati scomparsi in missione.
    Il russo Dimitriy Kozlov ed il vampiro Klaus von Schneider, proprio davanti ai suoi occhi.
    Nessuna illusione.
    La falcata si fece più ampia, mantenendo quella posa da abbraccio, fermandosi ad un paio di metri scarsi dal duo.
    Tutta la felicità scomparve in una maschera glaciale.
    Non siete morti, il che è tutto ciò che mi premeva verificare circa la vostra condizione fisica.
    Incrociò le braccia al petto.
    Con un cenno del capo, indicò il terzo prigioniero.
    Lui chi sarebbe?
    Scuotendo la testa, poi, continuò.
    Come se si fossero incontrati già da ore, come se avessero esultato per quel ritrovamento quasi miracoloso, come se non si trovassero in una situazione a dir poco imprevedibile.
    Ma, per l'appunto, loro si trovavano in una situazione a dir poco imprevedibile. Motivo per cui, ogni minuto impegnato in frivolezze equivaleva ad energie sprecate.
    Avremo tempo per i convenevoli. Ora, piuttosto, esigo un resoconto laconico, e chiaramente esaustivo, di quanto accadutovi in missione, e di quanto vissuto da allora fino a... adesso.
    Uno sguardo severo, forse addirittura esagerato -quasi forzato- marchiò i presenti.
    Con particolare attenzione ad ogni dettaglio fondamentale.
    E, a dimostrazione di quanto stesse cercando di risultare più austero del dovuto, non poté trattenere oltre un sorrisetto, accompagnato da una mano poggiata sulla spalla di ogni Eversore.
    Dopo, non temete, andremo a far rotolare qualche testa.

    Energia: 110%
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.
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  12. _MajinZ_
     
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    Sorpresa, stupore e divertimento accolse quella semplice e sconosciuta parola. Il giudice per primo sgranò gli occhi a quell’affermazione, sembrava proprio che non si aspettasse una simile svolta, probabilmente non pensava neanche che quei tre fossero a conoscenza di quel particolare termine. Però doveva essere qualcosa di molto importane a giudicare dai commenti che le guardie stavano lanciando, come se fosse qualcosa di sacro. In seguito a qualche attimo di smarrimento, comunque, il giudice pronunciò una singola parola per accordare quella richiesta.
    In quel momento il silenzio calò nella sala, ma presto fu spezzato dalle parole dei sottoposti... avevano proprio stravolto i loro piani. Alla fine però Dimitriy capì cos’era l’Agnikai, era pur sempre un processo per differiva abbastanza nella messa in atto. Un processo per combattimento era qualcosa di antico, pieno di significati e tradizione, dove l’assoluzione o la condanna ricadevano sulle mani dell’imputato. Per dichiararsi innocenti bisognava combattere e vincere, in caso contrario c’era solo la morte. E quale luogo migliore se non un’arena, sotto gli sguardi di tutti? Non bisognava faticare molto per capire che, quando nella Tana si nomina un’arena, ci si riferiva senza ombra di dubbio a quella Nera.
    Non vi darò la soddisfazione di vedermi morto.
    Aggiunse il biondo assassino osservando la figura possente del giudice, prima non sembrava così grosso. E comunque con le sue parole il ragazzo fu abbastanza chiaro, non aveva nessuna intenzione di lasciarci le penne, avrebbe fatto di tutto per riottenere la libertà che aveva cercato e trovato, ma che adesso gli era stata ingiustamente tolta. Il tempo dei colloqui era comunque giunto al termine, visto che con la solita gentilezza i secondini strattonarono nuovamente i prigionieri, solo dopo aver calato i cappucci sui volti, ovviamente. E come prima iniziarono a camminare per un tempo lunghissimo, un tempo che però non poteva essere assolutamente calcolato.
    Uno spintone più forte degli altri avvisò il sicario della fine della camminata, seguito a ruota dall’ormai familiare colpo dietro le ginocchia che lo fece cadere su di esse... gliel’avrebbe fatta pagare un giorno, doveva parlare con Mizael di una tortura come quella. Per fortuna i polsi furono liberati nello stesso istante e quel suono metallico fu quasi un sollievo. Con le mani finalmente libere, Dimitriy si tirò via dal capo quel dannato e puzzolente cappuccio: colui che l’aveva indossato in precedenza aveva l’alito di un cadavere. La stanza era spartana, agghindata da torce tremolanti sulle pareti, nere, lisce e levigate sul lato piccolo mentre quello più lungo era intervallato da archi e colonne. Sembravano quasi delle porte che però non conducevano in nessun luogo... ma in quel momento da una di esse fuoriuscì una figura familiare, che fece inarcare al ragazzo un sopracciglio.
    Ariste, l’Oplite e suo superiore stava avanzando nella loro direzione, mostrando un’espressione sollevata come se fosse contento di vedere i dispersi ancora vivi. Insieme a lui per qualche motivo c’era anche Wyd... e ciò fece preoccupare un poco il russo. Le lanciò uno sguardo piccolo, sperando che non si ricordasse di lui e sperando ancora di più che non facesse casini. Dimitriy comunque si tirò su e si spolverò la giacca, osservando poi il greco assumere un’espressione glaciale... non c’era tempo per il cameratismo. In tutto ciò non passò inosservata la presenza del terzo incomodo.
    Lui è uno sguattero, non farci caso.
    Lo guardò male, anzi, malissimo.
    Piuttosto tu che ci fai qui?
    Domandò il sicario osservando il Gerarca, era davvero strano vederlo li, in quella particolare situazione... il destino non gli aveva totalmente abbandonati, visto che aveva permesso a una frangia dell’eversione di riunirsi in quel luogo così ostile. Si respirava la violenza li dentro, sembrava traspirare dalle spesse pareti d’ossidiana. Comunque l’Oplite fece una domanda legittima, sapere come erano andate le cose era fondamentale, soprattutto perché potevano raccontarlo.
    Quando siamo arrivati sul posto, per svolgere la missione... ci siamo resi conto che non c’era nessuna missione da svolgere.
    Iniziò a spiegare il biondo, massaggiandosi ancora i polsi doloranti.
    I seguaci del Loto erano già tutti morti, decapitati per la precisione. Ad accoglierci però c’era un tizio ispanico, dai capelli fulvi... ci ha dato del filo da torcere, ma alla fine siamo riusciti a batterlo... quel bastardo.
    E' per colpa sua che siamo finiti qua, ci ha incastrati e siamo stati accusati di quegli omicidi... eravamo stanchi, i tizi incappucciati giunti sul posto, e che lavorano qui, ci hanno catturato con facilità. Infine... dopo questi giorni di prigionia, un tizio dall’accento tedesco ci ha detto di appellarci all’Agnikai.
    Ed eccoci qua.

    Ripercorrere la vicenda fece salire la rabbia nell’Eversore, non vedeva l’ora di incontrare nuovamente quel tizio e fargliela pagare... e fu un verso sollievo quando Ariste promise di far rotolare qualche testa. Per dei mercenari quello sport era davvero un toccasana, per far sbollire la rabbia e distendere i nervi. Soprattutto quando si trattava di feccia della peggior specie... che poteva essere schiacciata solo da una feccia peggiore... dovevano temere gli Eversori di Merovish.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: ...
    Energia: 110%

    Note: *significa bastardo :flwr:

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche utilizzate:
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  13. Neidlos
     
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    L'Arena Nera.
    Miti e leggende aleggiavano intorno al quel nome tanto roboante quanto misterioso. Klaus ne aveva sentito spesso parlare, senza però poter tastare le parole con le proprie dita. Storie di guerrieri, sangue e combattimenti.
    Un luogo epico, del quale però era rimasto soltanto il nome, essendo stata chiusa poco prima del suo arrivo su Endlos.

    Ma no, non se lo sarebbe mai aspettato.

    La legge del più forte era la legge dell'Arena Nera. Mai parole furono meglio accolte dalle orecchie del von Schneider. Quei versi, uniti in una frase di senso compiuto, andarono a riecheggiare nella sua testa più e più volte. Come un rombo di tuono, andarono a squarciare il cielo, e a dissipare i dubbi su cosa diamine fosse l'Agnikai.

    Stando alle parole del tizio mascherato, il Malkavian - come del resto gli altri due - capì che avrebbero dovuto combattere. Uccidere nell'Arena, per salvarsi la vita.
    Sì, ma contro chi?
    E se avessero dovuto affrontarsi l'un l'altro?
    No, non sarebbe stato un problema. Di certo, non per lui.

    Nemmeno il tempo di rimuginare sulla questione, che i secondini gli infilarono nuovamente il cappuccio, per poi "aiutarlo" ad alzarsi, invitandolo molto poco elegantemente a camminare.
    Come in precedenza, il Vampiro perse senso dell'orientamento e cognizione del tempo. Ne aveva le palle piene, delle manette e del sacco sul capo che puzzava di piscio e merda.
    Non finì di pensarlo, che un altro colpo de carceriere lo costrinse sulle ginocchia. Un clangore metallico, e le manette vennero aperte.
    Infine, il silenzio più tombale.

    Non ci volle molto, giusto qualche istante, e gli occhi si riabituarono alla luce, per l'ennesima volta. Dopo essersi strappato dalla faccia quel panno lercio, il Malkavian non potè fare a meno di notare la stanza in cui erano stati condotti. Pareti lisce, levigate e nere. Poi delle porte. Che fosse l'ingresso all'Arena?

    Le risposte vennero battute sul tempo da un'entrata in scena inaspettata, che andò ad aumentare le già consistenti perplessità.
    « Skotos! » biascicò, « Cosa ci fai tu qui? »
    Ma quello non era proprio il tempo per una sana rimpatriata. Il Greco, sbucato da dietro una delle colonne che costeggiavano la sala, e proveniente da chissà dove, pretese un rapporto chiaro e dettagliato, dopo un iniziale cenno di contentezza.
    Fortuna volle che il Russo fosse un ex soldato nel suo mondo, indi espose tutto con particolare zelo. Schneider, da par suo, avrebbe volentieri mandato a cagare il Gerarca, vista la situazione assurda che si era andata a creare.
    « Da quanto ho capito, l'Agnikai consiste in un antico rituale. » chiosò, con aria stizzita trattenuta a stento, rialzandosi poi lentamente e scrollandosi la polvere dal completo, « Combatteremo nell'Arena. E dovremo uccidere, per poter sopravvivere! »

    Combattere con valore o morire con onore.
    Il giudice li aveva congedati così. Ma no, lui non avrebbe preso in considerazione la seconda ipotesi.
    « Ucciderò chiunque mi si pari dinanzi. » sentenziò, con occhi che ribollivano, come lava incandescente.
    La sete di vendetta ormai aveva raggiunto l'apice.
    « E inebrierò la sabbia dell'Arena col sangue dei miei avversari. »



    CITAZIONE
    .::STATS::.

    KLAUS VON SCHNEIDER
    - the malkavian's power -

    10zuxld


    --—---—--



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Psicologiche: Confuso, incazzato. Pronto a uccidere chiunque gli si pari davanti nell'Arena.
    Segni Particolari: Occhio sinistro con iride bianca, sclera nera. (Vedasi la Passiva "Kaos")
    Consumi del turno:
    Energia: 110%

    Equipaggiamento:
      Nemesis ~ Black Princess » Nemesis ("Principessa Nera" o "Mannaia Nera") Mannaia 170cm x 40cm. [LiNk]

      monstre » Unghie retrattili e canini da Vampiro da 15 cm. [Armi naturali]


    Abilità passive:
      perfekte gen » [+50% Forza - +50% Velocità - +10% mana]

      radar » [Auspex Passivo; 30 metri]

      deadpan » [Passiva; Anti-Malia sino a Medio]

      kaos » [Vista supersviluppata - Lettura dei movimenti ; Abilità passiva]

      invisible black » [Passiva Anti-Auspex sino a Medio]


    Tecniche:



    Glossa:
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Le piaceva quella grande pietra lisca e tonda perché quando ci si mise sopra questa le restituì il suo riflesso tutto deformato dalla convessità.
    La sua immagine aveva una bocca grandissima!

    La piccola fata passò tutto il tempo in cui i due omoni giganteschi, lei arrivava a poco più delle loro caviglie, a specchiarsi e fare le boccacce al suo riflesso, ignorandoli nel modo più completo per isolarsi involontariamente nel proprio piccolo mondo mentale fatto di caos e poco altro.
    A un certo punto cominciò anche a saltellare su e giù per vedere che effetto aveva sulla sua immagine nello specchio, era così divertente!

    Si riebbe soltanto quando notò i piedoni giganteschi del suo nuovo amico strisciare sul suo specchio-gioco, alzò la testolina verso l’alto per vedere cosa stava succedendo ma non notò altro che il cavallo dei pantaloni di quello, incuriosita fece allora per spiccare il volo quando una luce intensissima proveniente dal basso (che non riuscì a trattenersi dal guardare direttamente) la accecò completamente.

    Potè sentire sotto i piedi che ora si trovava su un pavimento diverso, mentre metteva le mani avanti e camminava in circolo senza vedere praticamente niente di dove stava andando, finì giustamente per sbattere contro i piedi di Ariste e ritrovarsi col sederino per terra, gli occhi pieni di lacrime per la luce il magone che le saliva la gola.
    Non le piaceva non vedere niente!

    Sentì che il suo gigante si muoveva ma lei rimase dov’era a piangere e piagnucolare, non le piaceva quel posto, non vedeva ed era triste perché il suo specchio le era stato portato via.
    Continuò così per un po’, ignorando la voce dell’uomo col mantello mentre era tutta presa dalla sua depressione fatata che però scomparve all’istante quando sentì una voce rispondergli, era Dimy!
    Ancora accecata si alzò in volo e si diresse a tutta velocità nel punto da cui venivano quei suoni familiari sbattendo il naso contro un muro, senza darsi per vinta aggirò l’ostacolo e si fiondò nuovamente in avanti arrivando a schiantarsi questa volta contro il volto del suo primo superamicissimo su quello strano piano.

    Cominciava ora a riacquistare la vista, ma non era importante, perché si appese ai capelli del biondo -che forse non l’avrebbe riconosciuta dato il Cambiamento- per poi urlargli, con la voce che probabilmente il Russo aveva imparato a conoscere bene.

    Sìììì Dimitry che bello vederti!
    Sono Wydwen, sono Cambiata, ti piace? Eh? Eh? Eh? Eh?
    Ora ho anche le tette!
    …sono un po’ strane…
    Ma mi piacciono!
    …però l’uomo bislacco ha detto che sono bombe…
    Ma mi piacciono lo stesso!


    Poi la piccola fatina si lasciò dondolare sui lunghi capelli dell’altro, un po’ sudici forse ma a lei non importava minimamente.
    Delle altre presenze nella stanza, a parte l’uomo nel cui mantello si era addormentata, non le fregava assolutamente niente.
     
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  15. Ja¢k
     
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    Il fatto che al gruppo si fossero aggiunti altri due elementi assolutamente pittoreschi -una ragazza alata moltodipocovestita e un armadio in procinto di una esplosione di muscoli- non sconvolse il Camaleonte più di tanto, o almeno non più di venire a sapere che a breve tutti loro avrebbero dovuto sostenere un duello all'ultima sangue nella celeberrima Arena Nera. Aveva sentito parlare di quel luogo sin troppe volte dagli avventori della Quinta Bolgia, che tra un bicchiere e un altro ricordavano i gloriosi giorni in cui l'Arena Nera donava ai bravi cittadini di Merovish spettacoli fatti di sangue e sabbia, durante i quali due o più valorosi campioni -o vittime totalmente sacrificabili, a seconda dei punti di vista- si sbudellavano a vicenda o affrontavano aberrazioni mostruose.
    Un palcoscenico sul quale il Camaleonte avrebbe volentieri evitato di mettere piede. Stramaledetto Agnikai.

    « Ehm..esatto, lo sguattero della Quinta Bolgia per l'esattezza. Piacere di conoscervi, sisi. »

    Assenti a seguito dell'intervento di Dimitriy, abbassando lo sguardo sotto l'occhiataccia rivoltagli da quest'ultimo. Non sapeva spiegarsi perché gli Eversori lo maltrattassero in quel modo così ostile -probabilmente perché si trattava di una masnada di bruti macellai senza cervello- ma tutte le loro piccole umiliazioni avevano poca importanza rispetto alla sua missione principale. Il Camaleonte sapeva mascherare bene il suo odio. Assieme a tutto il resto. Infine, sorrise affabile al guerriero che Klaus aveva chiamato..aveva chiamato..?

    « Però mamma mi ha chiamato Venat, se volessi essere così gentile da chiamarmi in modo diverso, signor Skrotos. »



     
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