Il Giudizio delle Sabbie

[EM] Building on Ruins ~ Atto Finale I

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    { Arena Nera - Vestibolo }
    Ariste | Wydwen | Klaus | Dimitry | Adam

    Il tempo dei convenevoli è ben poco, e dopo un parco saluto tra commilitoni, il Gerarca prende subito le redini della situazione e domanda un resoconto completo degli eventi di cui il drappello è stato testimone... preziosi tasselli ancora mancanti all'arazzo di avvenimenti in moto nel Sud.

    Con particolare attenzione ad ogni dettaglio fondamentale.
    si raccomanda, squadrando i presenti e posando una mano sulla spalla degli Eversori
    Dopo, non temete, andremo a far rotolare qualche testa.

    Pronto e solerte come solo un uomo con un addestramento militare sa essere, è Dimitry a prendere la parola per fare rapporto: racconta della visita al fortino indicato da quel tale Isaac, del fatto che al loro arrivo fossero già tutti morti e che non fossero nemmeno davvero dei criminali ma dei Carovanieri, riferisce anche del Macellaio ispanico dai capelli fulvi e della sua recita che li ha incastrati al cospetto della Legione delle Sabbie, e del Tedesco che gli ha fornito una scappatoia per scampare a morte certa... e nel ripercorrere quella catena di fatti, una sana collera lo coglie.

    « Da quanto ho capito, l'Agnikai consiste in un antico rituale.
    Combatteremo nell'Arena. E dovremo uccidere, per poter sopravvivere!
    »
    interviene Klaus, mettendo in chiaro le cose con una certa stizza
    « Ucciderò chiunque mi si pari dinanzi.
    E inebrierò la sabbia dell'Arena col sangue dei miei avversari.
    »

    Per fortuna, a stemperare i toni e alleggerire l'atmosfera ci pensa l'arrivo della piccola Wydwen, che -del tutto indifferente alla tensione che vibra nell'aria come una presenza fisica- punta a razzo sull'Assassino, svolazzando alla cieca.

    Sìììì Dimitry che bello vederti!
    Sono Wydwen, sono Cambiata, ti piace? Eh? Eh? Eh? Eh?

    domanda entusiasta, appigliandosi alle ciocche bionde del Russo
    Ora ho anche le tette! …sono un po’ strane… Ma mi piacciono!
    …però l’uomo bislacco ha detto che sono bombe... Ma mi piacciono lo stesso!


    « Ehm..esatto, lo sguattero della Quinta Bolgia per l'esattezza.
    Piacere di conoscervi, sisi.
    »
    si introduce il Camaleonte, che è già stato tirato in ballo poco prima
    « Però mamma mi ha chiamato Venat, se volessi essere così gentile da chiamarmi in modo diverso,
    signor Skrotos.
    »

    Una battuta un po' infelice o un semplice difetto di pronuncia? Dopotutto, Venat -poverino- ha proprio l'aria di uno che ci è, piuttosto che di uno che ci fa... ad ogni modo, prima di prendere qualsiasi provvedimento verso di lui, un nitido squillo di tromba si leva dall'esterno, catalizzando i vostri sguardi sulla porta da dietro il quale è provenuto.

    Vi giunge all'orecchio il suono di fanfare, e di nuovo la tromba risuona in una marcia solenne... una marcia per accompagnare il vostro ingresso, a giudicare da come la monumentale porta metallica -attraverso la quale devono essere transitati i peggio bestioni che potete immaginare- che torreggia su di voi si sta schiudendo, scivolando verso l'alto con un lieve clangore metallico.

    Il chiarore delle lanterne dei cristalli di luce inizia a strisciare all'interno, distendendosi nel vestibolo e allungando le ombre ai vostri piedi man mano che il passaggio di apre, e mentre restate abbacinati dal cambio di illuminazione e venite investiti dal chiacchiericcio confuso di una folla eccitata... e un terzo -ultimo- squillo di tromba dipana il silenzio.

    « Rendiamo onore al nostro nuovo Alfiere con un tributo di sangue! »
    esordisce con tono solenne una voce dagli altoparlanti... e non è del tutto sconosciuta
    « Per riscattare le loro vite dall'onta delle proprie colpe, degli uomini hanno invocato giustizia per l'antico Agnikai, e ora affronteranno il Campione dell'Arena. »
    prosegue l'annunciatore, suscitando strani scambi di occhiate tra le guardie
    « Che vivano o muoiano - da folli o da temerari, sarà l'Arena a deciderlo!
    Aprite i cancelli! Che inizi lo spettacolo! »


    La voce del vostro Giudice sovrasta ogni altro suono, diffondendosi da chissà dove, e voi non resta che avanzare verso il campo di battaglia -grigio come ecnere, in mezzo a nere mura di ossidiana-, mentre le persone che gremiscono le gradinate degli spalti ricominciano ad urlare, ciarlare e mormorare in un cicaleccio indistinto e fastidioso...

    E, d'un tratto, capite come si sentono gli animali allo zoo.

    In a Trail of Fire

    Well: turno tranquillo - per ora dovete solo accomodarvi nell'Arena ;D Inizialmente, ci sarete solo voi - l'avversario entra in scena al prossimo giro =3

    Prossima scadenza: 28 Gennaio, compreso. :kisu:
    Se avete domande, vi aspetto in bacheca ;*



    Edited by Madhatter - 20/1/2014, 11:19
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Dimitriy sperò fino all’ultimo di riuscire a scampare a quella difficile prova, avrebbe pagato qualsiasi cifra per evitare di finire in una situazione simile... potendo se la sarebbe data a gambe, nascondendosi in qualche cunicolo buio piuttosto che trovarsi li in quel momento. Purtroppo era un destino avverso quello che lo perseguitava, un fato talmente birichino che si divertiva a ficcarlo in situazioni spiacevoli proprio come quella. Alla fine non riuscì a sfuggire a quel ciclone alto appena dieci centimetri, che adorava dormire sulla sua testa e sparare fulmini totalmente a caso.
    In un primo momento però la fatina volò nella direzione sbagliata, facendo un incontro parecchio ravvicinato con il muro... ma subito dopo virò, stampandosi dritta in faccia al povero biondino che sospirò sconsolato. Subito dopo lei iniziò a usare i lunghi capelli come liane, urlando con la sua voce squillante tutta la sua contentezza per quel momento... non si poteva dire lo stesso per l’assassino che pensava di essersi lasciato quell’incubo alle spalle, ma che alla fine era tornato per perseguitarlo. Quando le stava vicino poi non riusciva mica a mandarla via, era troppo piccola e tenera... anche se lo era fino a un certo punto, visto che quello era il caos fatto fatina.
    Si... ciao Wydwen.
    Non ci capì molto, ma adesso aveva delle tette esplosive (?) e in effetti era un po’ cambiata, anche se quel preciso dettaglio mica l’aveva notato: insomma, lei per il ragazzo era come un cucciolo. Comunque, visto che la situazione non era poi felicissima, c’era chi non vedeva l’ora di far sgorgare il sangue, Dimitriy indicò la sua testa e fece segno alla piccola Wyd di salirci sopra, così almeno si sarebbe calmata un pochino e non avrebbe causato troppi disastri.
    Essendo un combattimento non penso servano piani particolari, ma hai comunque qualche ordine particolare da impartirci?
    Domandò il russo al suo superiore, per poi continuare.
    Nel caso dovessimo affrontare altri nemici, propongo di restare uniti in modo da avere più possibilità di vittoria.
    Nell’esatto istante in cui il ragazzo finì di parlare, il suono di una tromba attirò lo sguardo di ghiaccio verso la porta da cui proveniva lo squillo. Successivamente le fanfare riempirono l’aria e subito dopo si fece sentire nuovamente la tromba, la quale suonava una specie di marcia... sembrava che il momento di iniziare fosse finalmente giunto. Infatti subito dopo si mossero verso la gigantesca porta, che lentamente venne sollevata per dar modo ai guerrieri di passare, concludendo la sua salita con un possente clangore metallico, quasi a sottolinearne la possanza.
    Un nuovo cambio di luce costrinse il sicario a socchiudere gli occhi, mentre le gemme luminose invadevano la stanza nera. Ma ad investirlo non fu solo quel fastidioso chiarore, oltre a ciò infatti il vociare degli spettatori dell’arena si fece prepotente e predominante, diventando quasi fastidioso... era come un circo quello, e loro erano le belve nella gabbia dell’ammaestratore. Un ultimo squillo di tromba concluse la macabra sinfonia, facendo calare all’improvviso il silenzio.
    Una voce solenne ma allo stesso tempo quasi familiare sovrastò il resto, annunciando l’apertura dei giochi. Per cancellare le loro colpe i guerrieri dovevano affrontare il campione dell’arena, in quello consisteva l’Agnikai, una battaglia all’ultimo sangue contro un unico e implacabile giudice... il sangue. Non appena la voce cessò di parlare, le urla del pubblico tornarono a dominare la scena mentre tutti avanzavano su quell terreno grigio che probabilmente sarebbe divenuto presto rosso.
    Dimitriy non si era mai trovato in una situazione simile, ma comunque non ne era intimidito: il suo era un semplice fastidio, non amava la confusione. Era giunto il momento di affrontare quella prova e lui di certo non si sarebbe tirato indietro, nemmeno nel caso in cui avrebbe dovuto affrontare i suoi stessi compagni... visto che era davvero un rischio concreto quello, anche se sembrava che l’avversario al momento fosse uno solo, ovvero il campione dell’arena. Per scoprire ogni cosa comunque bisognava solo attendere, presto le danze sarebbero davvero iniziate... quel giorno un valzer di sangue e morte attendeva i gladiatori, pronti ad infiammare il pubblico con le loro gesta, il loro sudore... la loro vita.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: ...si comincia.
    Energia: 110%

    Note: :megusta:

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche utilizzate:
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  3. Neidlos
     
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    Il tempo delle chiacchiere era ormai giunto alla fine. Tutto, in quella dannatissima storia piena zeppa di intrighi e misteri, avrebbe avuto molto più senso. Le nubi si sarebbero dissipate, e le macchie scure di quella trama fitta e nera sarebbero state lavate via. Col s a n g u e.

    Il suono delle trombe fu come un fulmine a ciel sereno, andando a squarciare l'atmosfera di quiete e indecisione che aleggiava nel vestibolo dell'Arena. Poi un rumore stridente, che accompagnò l'apertura della grossa porta che faceva da ingresso al ring di sabbia.

    « Ci siamo. » sibilò il von Schneider a fil di labbra, quasi divertito. Piccoli passi, netti e decisi, scanditi nel tempo da quella voce così solenne - eppure familiare - che annunciava l'inizio dei giochi. Infine, pochi attimi di silenzio, che stesero il tappeto rosso al boato del pubblico. Urla, striduli, un vociare assurdo e incessante. Tutti erano ansiosi di assistere allo spettacolo che avrebbe offerto l'Arena Nera.

    « ... »
    Non una parola. Il Malkavian fece il suo ingresso in quella bolgia in religioso silenzio. Uno sguardo, verso l'alto, per ammirare gli spalti gremiti, concedendo ai raggi del sole di ammantargli il viso. Si posizionò al fianco del Russo, alla sua destra, qualche metro più avanti rispetto a dove erano entrati. Infine, si chinò, andando a inabissare la destrorsa nella rena grigia. Ne afferrò un pugno, per poi rialzarsi, e farla scivolare via, lentamente, tra le dita.

    E del Campione dell'Arena che avrebbero dovuto - stando alle parole dell'annunciatore - affrontare poco gli importava. Quello sarebbe stato uno spettacolo epico, e lui una fottutissima star.

    2hwl844

    « Mi sento un Dio! »
    Dell'Arena.



    CITAZIONE
    .::STATS::.

    KLAUS VON SCHNEIDER
    - the malkavian's power -

    10zuxld


    --—---—--



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Psicologiche: Confuso, incazzato. Pronto a uccidere chiunque gli si pari davanti nell'Arena.
    Segni Particolari: Occhio sinistro con iride bianca, sclera nera. (Vedasi la Passiva "Kaos")
    Consumi del turno:
    Energia: 110%

    Equipaggiamento:
      Nemesis ~ Black Princess » Nemesis ("Principessa Nera" o "Mannaia Nera") Mannaia 170cm x 40cm. [LiNk]

      monstre » Unghie retrattili e canini da Vampiro da 15 cm. [Armi naturali]


    Abilità passive:
      perfekte gen » [+50% Forza - +50% Velocità - +10% mana]

      radar » [Auspex Passivo; 30 metri]

      deadpan » [Passiva; Anti-Malia sino a Medio]

      kaos » [Vista supersviluppata - Lettura dei movimenti ; Abilità passiva]

      invisible black » [Passiva Anti-Auspex sino a Medio]


    Tecniche:



    Glossa: Piccolo omaggio e richiamo alla serie Spartacus - The God of The Arena :luv:
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Le piaceva tanto dondolarsi ai capelli del suo superamico Dimitry!
    Erano così lunghi e gialli e, bleah!, sporchi!
    Ma non le importava niente, era divertente perché lui la lasciava fare e poi erano lunghi, quindi poteva dondolarsi un sacco, Dimy era proprio divertente.

    Lui la salutò con entusiasmo, o almeno lei in preda all’euforia di averlo ritrovato dopo tanto tempo lo percepì e come tale e quando le indicò la cima della sua testa lei non se lo fece ripetere due volte, svolazzandogli allegramente sopra fino a sedervicisi.
    Fu allora che trovò un gioco nuovo, prendendo i lunghi capelli del Biondo decise che sarebbe stato estremamente divertente annodarli tutti e così cominciò a lavorare alacremente con le sue manine sulle ciocche, in modo da intrecciarle strettamente le une alle altre e far sì che per lui sarebbe stato poi un vero incubo districarle.
    Sarebbe stato uno scherzo fantastico!

    Mentre lavorava però, in assoluto silenzio e perfetta concentrazione, non si accorse di nulla di ciò che stava accadendo all’esterno, né il cambio di luce né la voce del giudice riuscirono a trapassare la sua impenetrabile coltre di concentrata stupidità.
    Solo quando ebbe finito di creare una treccia di nodi alta quanto lei, a dire il vero ci mise assai poco, alzò la testolina per accorgersi che si trovavano tutti nell’arena e che c’era un sacco di gente da tutte le parti che urlava ed esultava.
    Come sarebbe stato divertente sguinzagliare in mezzo a loro Jaja e ucciderli e farli scappare tutti quanti, però cominciava a venirle fame e quando usava Jaja spesso le veniva ancora più fame.
    Appendendosi alla corda di capelli e nodi si calò accanto al viso del suo scorbutico amico.

    Dimyyyyyyy ho fame.
    Voglio un dolcetto!


    Nell’aria purtroppo non c’era odore di cose da mangiare, soltanto sabbia, sudore e sporcizia, insomma soltanto i tipici odori di Merovish.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il Gerarca ascoltò concentrato ciò che i sottoposti avevano da riferirgli.
    Alcuni tasselli del puzzle andarono ad incastrarsi al proprio posto, ed il quadro generale stava assumendo man mano una forma più definita all'interno della mente del greco.
    Agnikai, uh?
    Proferì quella parola con uno sguardo dubbioso.
    Mai sentito.
    Una cosa, invece, la sapeva bene.
    Io mi trovo qui per mano dello stesso uomo che vi ha gabbati.
    Sghignazzò, facendo spallucce. C'era poco da scherzare, ma almeno l'ironia del Fato s'era rivelata vantaggiosa, per una volta.
    La domanda era, piuttosto: il Fato stava comandando i burattinai, o erano i burattinai a piegarlo al volere loro?
    Venat.
    Disse, riferendosi allo sguattero.
    Ti chiamerò così, allora.
    Lasciò scivolare via la frecciatina dell'uomo -sempre se di un velato insulto si fosse trattato-, avendo però l'accortezza di precisare, una volta per tutte.
    Il mio nome è Aristotelis. Usa Ariste, se preferisci.
    Sottintendendo di non storpiare il suo cognome, quantomeno.
    Aristotelis, questa catena di eventi non lascia presagire alcunché di positivo. È evidente che poteri più grandi si stiano prendendo gioco di voi.
    Il greco sgranò gli occhi. Magari gli altri Eversori non l'avrebbero preso come un buon segno.
    La sorpresa non stava certo in quanto detto dallo Spirito: l'oplite non aveva lesinato ragionamenti al riguardo, ed aveva accettato di andare fino in fondo a prescindere da tutto.
    Non avrebbe permesso a nessuno di mandare in fumo anni e anni di lavoro certosino e faticoso, che si trattasse di manipolatori nell'ombra così come del nuovo Alfiere.
    A farlo meravigliare, invece, fu la premura di Aítnē nei suoi confronti.
    Poche volte aveva dimostrato apprensione, ma mai s'era lasciata andare a considerazioni di tale e diretto interesse.
    All'ellenico fece certamente piacere, comunque.
    A portare di nuovo l'attenzione su questioni più incombenti ci pensarono gli ottoni d'annunciazione.
    Quelli, e la gigantesca porta che s'aprì, facendo riversare la luce artificiale all'interno della sala.
    Quella, ed un urlare euforico, confuso e convulso di una moltitudine di persone.
    Quelle, ed una voce che risuonò imperiosa, all'esterno dell'anticamera in cui si trovavano.

    « Rendiamo onore al nostro nuovo Alfiere con un tributo di sangue!
    Per riscattare le loro vite dall'onta delle proprie colpe, degli uomini hanno invocato giustizia per l'antico Agnikai, e ora affronteranno il Campione dell'Arena. Che vivano o muoiano - da folli o da temerari, sarà l'Arena a deciderlo!
    Aprite i cancelli! Che inizi lo spettacolo! »


    E tutte le incertezze vennero così fugate.
    Erano davvero nell'Arena Nera.
    Improvvisamente, la panoplia divenne leggerissima.
    Non morite. Tanto basta.
    Fu la risposta fugace rivolta al russo. Ariste, da parte sua, era ormai calato nella parte del guerriero cieco, sordo e muto di fronte alle sofferenze del prossimo.
    L'adrenalina viaggiava rapidissima attraverso le sue membra, donandogli quella carica indispensabile per poter uccidere qualcuno -ed impegnarsi nel farlo.
    Se proprio doveste lasciarci le cuoia, fate in modo di portare con voi quelle nemiche.
    Assicurò l'elmo, allacciò a dovere lo scudo e fece brillare il filo della spada sotto i raggi che illuminavano il corridoio.
    Ogni cosa sembrava essere già decisa, ma ci pensò lo Spirito dell'Etna a riportare il Gerarca sulla retta linea di pensiero.
    Non è lo Sfregiato il vero nemico.
    Quell'avviso, ricalcante le parole del fulvo, agirono da vero e proprio calmante.
    Non aveva avuto modo di chiedere ulteriori spiegazioni in merito: cosa intendeva, l'energumeno?
    Era una precauzione di cui tener conto, o stava semplicemente mentendo?
    In vero, difficile pensare che avesse voluto avvertirlo senza un reale tornaconto personale.
    L'oplite iniziò ad incamminarsi verso l'entrata che dava sul campo.
    Ah, il vostro amico mi ha lasciato un messaggio.
    Superò l'uscio, bagnandosi di luce e grida degli spettatori che, soltanto in quel momento, poté finalmente scrutare con occhi di fuoco, come fossero un'unica massa informe e senz'anima.
    L'Arena Nera, signori.
    Che spettacolo.
    Cercate di non affaticarvi più dello stretto necessario.
    Alzò le braccia al cielo, in una posa di possanza degna dell'ambiente in cui si trovava.
    D'altronde, un po' di scena per i paganti doveva pur farla.
    Non è lo Sfregiato, il vero nemico.
    Per la terza volta quella frase venne scandita nella sua mente, a mo' di monito insindacabile.
    Si rivolse velocemente pure allo sguattero.
    Venat, non ho idea di cosa tu sia in grado di fare. Ti consiglio di renderti utile, se vuoi assicurarti la sopravvivenza.
    Batté la spada sullo scudo, avanzando al centro della formazione costituita dal trio Eversore.
    Ora, amici, divertiamoci.
    E con un urlo disumano, un boato di battaglia feroce, rispose al rumore proveniente dagli spalti.

    Energia: 110%
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.
    Note:
     
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  6. Ja¢k
     
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    ___ _ ___

    Un pubblico e un'arena: ecco cos'era il fantomatico Agnikai. Fiancheggiato da quell'orda di bruti di Merovish, il povero sguattero della Quinta Bolgia non poté che farsi piccolo piccolo, lasciando il proscenio a chi, più di lui, era avvezzo a simili teatrini di sangue.
    Persino allora una vocina insorse da un remoto antro della sua mente, ricordandogli che era ancora in tempo per fuggire, in barba agli Eversori e all'Agnikai, lasciandosi alle spalle quella fogna infestata da topi di nome Merovish. Se c'era una cosa che il Camaleonte sapeva far bene era sparire, confondersi tra la gente, fuggire da ogni pericolo. Ma avrebbe dovuto dire addio a una valida copertura presso la Quinta Bolgia, così come a un pezzo della sua dignità. Che figura avrebbe fatto di fronte a Drusilia se uno dei suoi aviatori fosse fuggito di fronte allo scontro, lasciando tutto sulle spalle di quella feccia degli Eversori?

    Annuì seccamente di fronte ai consigli di Ariste, un armadio di muscoli pronto, con arma e scudo, ad affrontare qualsiasi avversario fosse comparso dalla parte opposta dell'Arena. L'unico modo per ottenere la libertà era sconfiggere i propri nemici sulla sabbia. Ucciderli. Ucciderli tutti.

    « Farò del mio meglio, Ariste. »

    Assicurò Venat, chinando il capo. Lui non impugnava alcuna arma, al contrario degli altri, né poteva vantare di un grande scudo come quello di Ariste Skotos. Il Camaleonte non era un guerriero, né un soldato, né un eroe. Non lo era mai stato. In quel momento si sentiva soltanto un bugiardo, un lestofante, un briccone. Perché aveva sempre mentito e avrebbe sempre dovuto continuare a mentire agli stessi uomini con i quali, quel giorno, avrebbe lottato sino alla fine. Forse quello strano senso di colpa, a lui così estraneo, era stato infuso dallo spirito dell'Arena Nera, o forse dall'indomito coraggio che tutti gli Eversori avevano dimostrato dinanzi al pericolo, e che un aviatore aveva il preciso dovere di eguagliare.
    Il tempo delle menzogne era finito. O si prendeva una pausa, perlomeno.
    Perché se la brutale Arena Nera aveva un pregio, doveva essere quello di mostrare a tutti chi fossero i suoi gladiatori.

    « Quando il sangue della battaglia la sabbia avrà tinto,
    lasciate che gli eroi prevalgano, contro il briccone estinto.

    E nonostante io sia un briccone.
    ti accompagno dannazione.
    »

    Disse infine ad Ariste, per poi posizionarsi al suo fianco, in modo che il trigono costituito dagli eversori divenisse un quadrato. Piegò il capo a sinistra e poi a destra, lasciando schioccare sonoramente le vertebre cervicali. Sogghignò, pronto ad affrontare qualsiasi cosa avrebbe dovuto affrontare.
    Se doveva tornare con una storia da raccontare, nella stanza del Gran Maestro di Laputa, che questa fosse una gran storia.

    xfc1hd

    « Mostriamogli i nostri cuori..e poi mostriamogli i loro, sisi! »






    Edited by Ja¢k - 27/1/2014, 12:18
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    { Arena Nera - Altare del Sangue }
    Ariste | Wydwen | Klaus | Dimitry | Adam

    Agnikai, uh? Mai sentito.
    commenta Ariste, prima di rivelare ai compagni una coincidenza curiosa
    Io mi trovo qui per mano dello stesso uomo che vi ha gabbati.

    Il breve momento che ospita l'inaspettata riunione degli Eversori nel più improbabile dei luoghi è per i loro spiriti stanchi come balsamo sulle ferite della mente, logorata per ciascuno da tormenti diversi: chi per gli stenti della protratta prigionia, chi a causa del sempre più selvaggio istinto di sopravvivenza, chi per i dubbi nei confronti di un Destino nebuloso, e chi per reiterata astinenza da dolci... tutti hanno avuto di che crucciarsi, ma ora possono concedersi un sospiro di sollievo dalle proprie preoccupazioni personali -di egual dignità nel loro piccolo- e concedersi lo svago di un basilare rapporto umano.

    Venat. Ti chiamerò così, allora.
    l'Oplite ultima così le presentazioni con lo sguattero della Bolgia
    Il mio nome è Aristotelis. Usa Ariste, se preferisci.

    Ma non c'è tempo per rilassarsi: il Giudizio delle Sabbie incombe su di voi, e mentre il portale si apre sull'anello entro cui verrà decisa la vostra sorte, nell'aria si odono squilli di tromba e fanfare che intonano un ritmo di marcia...

    Essendo un combattimento non penso servano piani particolari,
    ma hai comunque qualche ordine da impartirci?

    il Russo, da bravo soldato, chiede istruzioni al suo superiore
    Nel caso dovessimo affrontare altri nemici, propongo di restare uniti,
    in modo da avere più possibilità di vittoria.


    Non morite. Tanto basta.
    sono le uniche consegne dell'Ellenico, già impegnato ad armarsi
    Se proprio doveste lasciarci le cuoia, fate in modo di portare con voi quelle nemiche.

    La musica è il segnale che vi sprona ad avanzare verso il campo di battaglia, e anche se sarebbe utile decidere il da farsi come gruppo, la riunione strategica dura poco e non porta a nulla; in fondo, senza sapere che tipo di prova vi si parerà davanti, è pressoché impossibile stabilire un piano d'azione...

    « Ci siamo. »
    sibila il Malkavian, quasi entusiasta

    La voce dell'annunciatore si spegne, il chiosare della folla cresce sulle gradinate, e con l'incedere calmo e posato di chi si incammina verso il pericolo come se stesse tornando a casa propria, il quartetto (con annessa Fatina passeggera) lascia il riparo del vestibolo, esce allo scoperto, e calca il suolo grigio di quel circo della violenza.

    « Mi sento un Dio! »
    commenta solenne Klaus , stringendo nel pugno un po' di sabbia grigia

    Dimyyyyyyy ho fame. Voglio un dolcetto!
    cinguetta invece allegra Wydwen, non paga di aver annodato i capelli del Russo

    Ah, il vostro amico mi ha lasciato un messaggio.
    lascia cadere il Greco dietro di sé, prendendo la posizione di testa
    Cercate di non affaticarvi più dello stretto necessario.
    rivela, mentre -levate le braccia al cielo- si offre allo sguardo del pubblico
    Non è lo Sfregiato, il vero nemico.

    Fatto tutte le raccomandazioni del caso, da buon capitano, il Greco scambia anche qualche parola con lo Sguattero, ed è strano vedere quanto è facile instaurare del cameratismo quando si è tutti stretti in una situazione di pericolo...

    « Quando il sangue della battaglia la sabbia avrà tinto,
    lasciate che gli eroi prevalgano, contro il briccone estinto.
    »
    recita il Camaleonte, prendendo posto al fianco del Greco
    « E nonostante io sia un briccone.
    ti accompagno dannazione.
    »
    sogghigna, scrocchia le ossa, e prende posizione, carico come non mai
    « Mostriamogli i nostri cuori..e poi mostriamogli i loro, sisi! »

    Perché possono non essere tutti compagni Eversori,
    ma quel giorno combatteranno insieme come bravi camerati.


    { Arena Nera - Cabinato di Controllo }
    ???

    Pigia un tasto e chiude la comunicazione con gli altoparlanti, sistemando il microfono sul ripiano della postazione assieme con le altre apparecchiature -un misto tecnologie perdute e magia obsoleta- un tempo utilizzate dai cronisti, e lasciando vagare lo sguardo per gli spalti d'ossidiana, gremiti come non li ricordava da lungo tempo -da prima dei giorni dell'Alfiere Impiccato.

    png
    « . . . »

    Severo e marziale quanto il volto scolpito sulla sua maschera, il Capitano della Legione sosta in cabina con l'aria di un generale in attesa delle ultime dal fronte, probabilmente domandandosi se e cosa gli costerà quel suo spirito di iniziativa, non autorizzato; dopotutto, dal misconosciuto Alfiere -un tale che non si è guadagnato il suo rispetto né come leader né come guerriero, e che non ha nemmeno il coraggio di mostrare il volto- non sa cosa aspettarsi.

    Non è riuscito a scoprire nulla sul suo conto, e neppure a capire quali siano le sue intenzioni, ma fintanto che si dimostra in grado di sovrastare il caos in cui la Tana è piombata dopo la Notte del Giudizio -e rinuncia a mettere becco nel riassetto della Legione-, per lui non ci sono problemi.

    Lo scatto leggero della serratura spezza il flusso dei suoi pensieri, inducendolo a gettare un'occhiata da sopra una spalla al suo subordinato, appena avanzato oltre la soglia dell'uscio con un paio di passi titubanti, .

    « Allora? E' tutto pronto? »
    domanda laconico il Capitano, notando l'esitazione dell'altro
    « Avete avvertito lo Sfregiato? »

    « Ecco... In realtà... No, Capo. »
    confessa il soldato con evidente disagio
    « Non riusciamo a trovarlo... »

    Silenzio. Per un lungo istante, nella piccola cabina non si sente altro che l'eco lontano delle urla impazienti del pubblico; poi, il leader della Legione delle Sabbie si volta per avvicinarsi al suo sottoposto... e superarlo, diretto alla porta.

    « Abbiamo promesso uno spettacolo all'Arena, e uno spettacolo ci sarà. »
    lascia cadere con calma risoluta l'uomo con la maschera
    « Tra i Rinnegati, c'è sempre qualcuno
    disposto a barattare una sfida con qualche ora d'aria. »

    In a Trail of Fire

    Dopo il presente, seguirà un secondo post del vostro avversario per i prossimi turni - attendete quello prima di rispondere; per info, commenti e domande di qualsiasi natura preannuncio che la bacheca è a disposizione come al solito. =*

    La scadenza resta fissata per il 11 Febbraio, compreso. :8D:



    Edited by - Destino - - 3/2/2014, 00:51
     
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    Un nome è tutto.
    E’ ciò che ci viene dato, è ciò che ci accompagna dall’inizio alla fine. Un dono ed un fardello. Ci condiziona nelle nostre scelte e ci sussurra che via seguire. Il mio mi segnò fin dal principio.
    Abdel Majid.
    Servo dell’Immenso.
    Servo.
    Una persona al servizio di un’altra.

    Questo ero io ed era la mia famiglia. C’è chi lo considera un disonore, ma un mondo di soli padroni sarebbe ridicolo. Non vi è vergogna nel servire chi muove persino il cielo con uno sguardo. Ma questo era il passato. Tanto tempo fa ho perso tutto ed ora niente ha più un senso. La catena a cui era allacciato il mio collare si è rotta con il mio fallimento ed ormai seguo solo il mio istinto e mi lascio trascinare dalla rabbia.

    Ora non sono altro che un cane senza padrone.

    Blood And Glory
    christian-martyrs-colosrenaseum-x_zps4c61cd25

    Tanti che ogni giorno attraversano questo corridoio si vantano di come non sentano la paura. Idioti. Quello è solo un modo per esser certi di crepare nello scontro. Ogni vero guerriero sa che la paura non va ignorata perché è l’unica cosa che ti fa capire di essere vivo e ti fa evitare di fare immani cazzate. Anche oggi, nonostante ormai sia rassegnato alla mia vita, sento le gambe tremare ed un brivido freddo strisciarmi sulla schiena. Avanzo lentamente, chiedendomi se questo giorno sarà l’ultimo per me. Esito, accarezzandomi con il pollice la cicatrice che mi attraversa il volto dal sopracciglio destro allo zigomo. Anche quella, a modo suo, mi ricorda i miei sbagli. Uno particolarmente grosso.

    «Ehi Mastino, muovi il culo!» mi intima uno della Legione di guardia all’entrata. Gli ringhio di rimando. Ho voglia di sbranargli la faccia a quello stronzo ed ai suoi compari. E’ tutta colpa loro se sono finito in questa situazione di merda, ad elemosinare la benevolenza del pubblico per poter vivere un altro schifoso giorno. Uno scarto al posto del grande campione, osannato da tutti. Nient’altro che carne da macello per queste teste di cazzo sperando che vada loro bene e che lo spettacolo sia decente. Prendendomi un ultimo respiro e degnandolo di un’altra occhiataccia compio i restanti passi che separano il buio dalla luce della capitale del Sud.

    La luminosità mi brucia gli occhi ed il caldo è asfissiante. Migliaia di odori diversi mi si mescolano nelle narici facendomi risalire la bile nello stomaco. Il confortante aroma del cibo consumato nei banchetti va a braccetto con il pungente odore del sudore sotto quelle vesti raffinate; un mix nauseabondo a cui presto si aggiungerà quello salato e ferroso del sangue. Un boato mi accoglie; forse di stupore o davvero di gioia. In fondo a loro interessa davvero chi io sia? Loro vogliono vedere un massacro in piena regola. E chi sono io per deluderli?

    Davanti a me la carne da macello. Un classico errore è sottovalutare il nemico: ognuno, in condizioni di vita o di morte, è pronto a dare il massimo. Eppure, questa volta, non serve che me li immagini incazzati e pronti a farmi il culo. Sembrano tutti dei tipi tosti. Allargo le narici e mi abbevero del loro odore. Un biondo magrolino che sa di neve e ghiaccio, trasuda sicurezza. Accanto un folle che ride e scherza come fosse la più divertente delle attrazioni seguito da uno che forse vuole strappare il soprannome di Sfregiato al Campione. Insicuro o dannatamente intenzionato a combattere fino alla morte? Umori contrastanti. Gli stessi che dovrei emanare io quando mi accorgo della fatina maggiorata che svolazza intorno al biondo. Mai lasciarsi fregare dalle apparenze. Però, diamine, farmi fottere da un insetto sarebbe ridicolo. Meglio morire per mano di gente un minimo più credibile, come quello barbuto dallo scudo enorme. Il mio a confronto pare guano di uccello. Ecco, quello dalla carnagione olivastra è il genere di avversario che non vorrei mai combattere. Troppo umano. Quindi troppo imprevedibile.

    La mano si cinge con forza intorno all’asta della scure e la spingo in alto per incitare il pubblico. Il mio piccolo attimo di gloria. Da quel momento in poi spingo ogni problema nei recessi della mente. Sopravvivrò? Lo scudo basterà come protezione? Avrei dovuto scegliere un’armatura più leggera? Tutto scivola via. Ci sono io ed i miei nemici.

    « Mi sento un Dio! »
    Esclama il folle.
    «Qui non c’è posto per gli Dei.»
    Gli rispondo.
    Le mie prime ed ultime parole.
    «Solo per gli uomini.»


    Fate ciao con la manina al simpatico Mastino. Di aspetto è LUI solo con carnagione olivastra. Indosso un'armatura completa (senza elmo) graffiata/rovinata e composta da tante parti diverse per forma assemblate tra loro insieme a pezzi di pelliccia. Nella sinistra ha uno scudo rotondo (più piccolo di quello dell'oplita) su cui vi è il disegno ormai consumato in rosso della faccia di una bestia (lupo/cane/etc). Nella destra ha invece una scure (tipo QUESTA).
     
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  9. _MajinZ_
     
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    Dimitriy non l’avrebbe mai ammesso, ma in un certo senso amava la sua folta chioma bionda e quando poteva cercava di tenerla sempre in ordine... ma con quella treccia di mezzo sarebbe stato un incubo districare quei nodi. Sospirò, al momento non poteva farci proprio nulla. Avrebbe preferito di gran lunga avere qualche dolcetto, almeno la fatina non avrebbe stuprato i suoi capelli. Però quello adesso era il problema minore, anzi, era un pensiero quasi inutile.
    Non ho dolcetti...
    Rispose il ragazzo senza dare troppa importanza a quella richiesta, la sua mente infatti ripensava alle parole dell’Oplite. Non è lo Sfregiato, il vero nemico. Cosa significano quelle parole? Di certo all’interno di quell’arena non si poteva fare amicizia con qualcuno, qualsiasi avversario combatteva per salvare la propria vita strappandola agli altri e compiacere il pubblico, quindi alla fine erano tutti nemici. Non domandò altre spiegazioni comunque, il russo rimase in silenzio e si limitò a lanciare qualche occhiata ai compagni e agli spalti... vagamente infastidito da quegli schiamazzi.
    Contrariamente ai pensieri dei suoi colleghi, a lui non importava nulla della gloria o del compiacere il pubblico, erano cose totalmente estranee al suo essere. Per come la pensava il biondo non c’era divertimento in quella giostra, in quel momento loro erano soltanto carne da macello pronta a far divertire tutti quegli occhi che non aspettavano altro che il sangue, lo stesso che presto avrebbe macchiato quella sabbia grigia. Dimitriy invece si sarebbe semplicemente attenuto all’ordine impartito da Ariste, ovvero il non morire. Ecco, almeno in quello concordava con gli altri: non aveva nessuna intenzione di lasciarci le penne, questo era poco ma sicuro.
    Ad un tratto il boato del pubblico si fece ancora più alto, quando dalla parte opposta dell’arena spuntò una figura, quello doveva essere il Campione. Impugnava una scure che sollevò in alto, caricando ancora di più la gente sugli spalti... impugnava anche un piccolo scudo, con un consumato disegno che rappresentava una bestia. Indossava un’armatura costituita da numerosi pezzi di metallo, intervallati da strati di spessa pelliccia e cuoio. Infine l’assassino notò l’ultimo dettaglio, forse quello più importante: una cicatrice. Che fosse lui lo sfregiato? Secondo il primo sguardo non vi erano dubbi, ma sarebbe stato davvero quell’unico uomo il loro avversario? No, sicuramente c’era dell’altro.
    Il sicario lanciò qualche sguardo a destra e a sinistra, ma nell’arena non c’era nessun altro a parte loro e quell’uomo con la cicatrice. Certo, quell’esperienza avuta con il rosso gli era rimasta impressa, quel tizio aveva resistito contro quattro Eversori, anche se alla fine aveva ceduto. Ma adesso la questione era differente... a meno che quel tizio non fosse davvero un mostro. E se non era un nemico... come dovevano comportarsi con lui? Dimitriy storse la bocca, per nulla contento di tutto ciò. Magari affrontandoli uno alla volta poteva avere qualche possibilità, ma così la battaglia sembrava davvero impari.
    L’assassino quindi attese, mantenendo lo sguardo fisso sul guerriero per studiarlo e comprenderne le sue mosse... anche se finché non avesse iniziato a mulinare quella scure, era difficile capirne la strategia e soprattutto le intenzioni.
    Qualcosa non torna.
    Sussurrò in modo tale da farsi sentire dagli altri, anche se in qualche modo era solo un pensiero detto ad alta voce... ma non era una novità che lui non si fidasse delle apparenze, aveva sempre tanti dubbi e quella situazione non era così diversa da tutte le altre. Meglio essere sospettosi, che morti.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Ottimale
    Stato mentale: ...si comincia.
    Energia: 110%

    Note: :megusta:

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    ₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche utilizzate:
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    La piccola Wydwen sinceramente non capiva, erano tutti lì in quello strano posto, circondati da gente che urlava cose che lei non riusciva a distinguere.
    Anche gli altri che erano lì dicevano cose strane e non sembravano divertirsi per niente, mentre l'unica che avrebbe dovuto essere triste era lei, e forse Dimy, dato che lui non aveva nessun dolcetto!
    Uffa era una vera ingiustizia e lei aveva voglia di smangiucchiare qualcosa, non che avesse fame, era solo una microscopica golosona.

    Provò anche a mettersi in bocca i capelli del biondo, ma erano tanto sporchi e sudici che li tolse subito e iniziò invece a sputacchiare sulla sua guancia, visto che era ancora appesa alla treccia, e fare versacci e mugugnii perchè non aveva avuto ciò che voleva.
    Stava anzi per cominciare a fargli i dispetti per ripicca quando arrivò un'altra persona, dal suo punto di vista comunque un gigante anche se era più piccolo del suo amico dal mantello comodo per dormire.
    Girò la testolina da un lato per capire chi fosse e cosa volesse da loro, ma forse erano tutti lì per giocare assieme e la gente attorno voleva imparare il gioco!
    Era sicuramente così, anche nella Landa Tenebrosa si tenevano spesso eventi di questo tipo, soprattutto durante le enormi feste che riducevano il piano a un cumulo di macerie e costringevano la mamma a ricostruirlo quasi daccapo.
    Che gran divertimento!

    All'improvviso le venne un'idea e staccandosi dal suo super amico svolazzò svelta fin davanti al nuovo arrivato, osservandolo bene si sarebbe detto sicuramente un tipo simpatico e pronto allo scherzo.
    Già le piaceva.

    Tu mi sembri uno simpatico.
    Hai mica un dolcetto?


    Valeva sicuramente la pena di chiederlo anche a lui.
    Magari sarebbe stata fortunata.
     
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  11. Ja¢k
     
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    ___ _ ___

    Quando dinanzi agli occhi del Camaleonte comparve un solo, misero avversario appartenente alla umana stirpe, gli si formò nello stomaco un nodo stretto come un cappio.Non aveva alcun senso. L'Agnikai era uno spettacolo di sangue, uesto l'aveva capito, ma credeva che loro dovessero esserne le vittime, non un povero sventurato male armato mandato a morire contro l'intero gruppo degli eversori di Merovish. Aveva visto in passato di cosa gente come Klaus e Dimitryi, mostri il cui aspetto umano era solo un osceno inganno, fossero capaci. Da soli erano in grado di provocare un'ecatombe. Figurarsi in quale stato potevano ridurre un povero soldato dallo sguardo cupo come quello.

    E così dopo aver incitato alla battaglia, fiancheggiando un prode guerriero dello stampo di Ariste, Venat si sentì completamente spaesato. Non se la sentiva di muovere la prima mossa. Non in quelle condizioni. Fece spallucce e, muovendo un passo verso il loro avversario, scosse lentamente la testa.

    « Devono averci parecchio sottovalutato i tuoi padroni, amico. »




     
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  12. Neidlos
     
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    Un attimo, infinitesimale, di calma.
    Una linea retta, piatta, che non voleva saperne di deviare nemmeno per un centimetro. Un vento caldo, che fece alzare i granelli di sabbia dell'Arena, avvolgendo i mostri che avrebbero dovuto mettere in scena lo spettacolo dell'anno.
    La quiete prima della tempesta. Il mare che si ritira, prima dell'onda anomala.
    Il preludio alla guerra.

    Schneider osservò molto attentamente l'ingresso del Campione. Un umano, carnagione olivastra, munito di scudo e ascia. Un'armatura segnata dal tempo e dagli scontri. No. non dava l'impressione di essere un Campione, almeno non nel senso classico del termine..
    « Dici? » berciò divertito il Malkavian, guardando in cagnesco il nuovo arrivato. « Allora credo che dovrò cambiare le regole. »
    Uno sguardo rapido, ad osservare i suoi compagni. Kozlov sembrava non avesse intenzione di attaccare, e stesso discorso poteva dirsi per lo sguattero.
    « Dilettanti. » biascicò tra sé, a fil di labbra, maledicendoli entrambi per non aver colto l'occasione. « Skotos! »
    Un cenno d'intesa col Greco, e si capirono al volo, come sempre. Pochi passi - giusto due - in avanti, per ridurre la già poca distanza che lo separava dall'avversario. Raggiunti i cinque metri, le mani si mossero fulminee, andando a condensare l'energia accumulata in due agglomerati nerastri. Arti melmosi e grondanti, saturi d'argento vivo.

    b9dsux

    Le braccia d'idrargirio si mossero veloci e letali. Come prolungamenti degli arti reali, si diressero verso il nemico sbranando metri e aria, nel tentativo di afferrare le caviglie del Campione in una presa di ferro, per impedirgli i movimenti, e magari rompergli anche qualche osso. Il tutto per permettere ad Aristotelis di farlo fuori.

    Non era lo Sfregiato il vero nemico.
    Il Gerarca glielo aveva detto. Un avvertimento però non molto chiaro. Nemmeno il Greco, fondamentalmente, sapeva cosa volesse dire in realtà.
    Ma no, a Klaus non importava poi più di tanto. Avrebbe seguito il consiglio. A modo suo, però.
    Perchè le regole, lo aveva già detto, era lui a scriverle.
    Con sangue e mercurio.



    CITAZIONE
    .::STATS::.

    KLAUS VON SCHNEIDER
    - the malkavian's power -

    10zuxld


    --—---—--



    Condizioni Fisiche: Ottimali
    Condizioni Psicologiche: Deciso ad aprire le danze
    Segni Particolari: Occhio sinistro con iride bianca, sclera nera. (Vedasi la Passiva "Kaos")
    Consumi del turno: 5% + 5% = 10%
    Energia: 110% - 10% = 100%

    Equipaggiamento:
      NEMESIS Nemesis ("Principessa Nera" o "Mannaia Nera") Mannaia 170cm x 40cm. [LiNk]

      MONSTRE Unghie retrattili e canini da Vampiro da 15 cm. [Armi naturali]


    Abilità passive:
      PERFEKTE GEN [+50% Forza - +50% Velocità - +10% mana]

      SENSOREN [Auspex Passivo; 30 metri]

      DEADPAN [Passiva; Individuazione attacchi psionici]

      KAOS [Vista supersviluppata - Lettura dei movimenti ; Abilità passiva]

      INVISIBLE BLACK [Passiva Anti-Auspex sino a Medio]


    Tecniche:
      HYDRARGYROS
      Mercurio, praticamente Schneider ne è pervaso in tutto il suo essere. Essendo stato da bambino una cavia da laboratorio, veniva sottoposto a parecchi esperimenti e, proprio durante uno di questi, ottenne quello che poi è diventato il suo potere più grande. Sopravvissuto ad un esplosione dovuta alla negligenza di alcuni scienziati, venne a contatto con una quantità sproporzionata di mercurio tossico che avrebbe dovuto ucciderlo. Avrebbe dovuto, appunto. Da quel giorno la sua vita cambiò radicalmente. Si accorse che soltanto volendolo, era in grado di creare e manipolare il mercurio che come energia vitale scorreva e pulsava dentro di lui. Stato liquido, solido, gassoso e persino sotto forma di energia eterea, il Malkavian può plasmare il suo terribile elemento come meglio crede. (Per le materializzazioni liquide e gassose dell'elemento sono necessarie tecniche apposite) Grazie alla sua abilità può creare, lame, lance, artigli, sfere, addirittura arti eterei e chi più ne ha più ne metta, dando forma e consistenza al suo elemento corrotto. Ovviamente il tutto secondo la massima correttezza e sportività in-gdr. (Attiva di attacco)
      »CONSUMO: Variabile Basso x2


    Glossa: Utilizzo la manipolazione elementale del mercurio per creare due arti eterei - ciascuno con potenza bassa - per tentare di afferrare le gambe del nemico e bloccarlo, permettendo ad Ariste di concludere l'offensiva.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    E così, iniziavano i giochi.
    Il nemico presentatosi non deluse le aspettative del greco. In vero, le smentì del tutto.
    L'oplite credeva che avrebbe dovuto affrontare un bestione immondo, senza alcuna scintilla di razionalità negli occhi. Una fiera per il pubblico troglodita.
    Sorrise soddisfatto, quindi, quando di fronte a lui si stagliò la figura di un semplice uomo: armatura, scure, scudo e cicatrice sul volto imbrunito dal sole -o forse già naturalmente tendente al colore della terra.
    Sarebbe stato divertente, ne era convinto.
    Avrebbe anche giurato d'aver sentito Zimmer urlare qualcosa come "SKOOTOOOOOOOOOS! HAI FINITO DI CAGARE??", ma volle convincersi che si fosse trattato di un'allucinazione uditiva.
    Avanzò di un paio di passi, distaccandosi dal gruppo. Klaus aveva già avuto modo di scambiare delle battute con l'avversario, il quale mostrò un senso della realtà alquanto caro al Gerarca.
    Il pennacchio dell'elmo vibrava, con le crine nere a sventolare nell'aria elettrica dell'Arena.
    «Qui non c’è posto per gli Dei. Solo per gli uomini.»
    Queste erano state le parole di presentazione e congedo dello Sfregiato.
    Un ghigno, ed Ariste batté la spada sullo scudo.
    Sono gli uomini a scrivere la storia, soldato.
    In quel momento, partì l'offensiva del Vampiro.
    « Skotos! »
    Non doveva certo far pronunciare il suo nome un'altra volta, per seguitare alle mosse del sottoposto. L'ex-Mascherato produsse due arti artificiali di mercurio, intenzionato a bloccare i movimenti del gladiatore per lasciare al greco l'onore del primo sangue.
    Non farti ingannare dalle apparenze.
    Che sciocchezze. Non esistevano apparenze in battaglia, e chi si fermava ad esse, poteva considerarsi già morto.
    Avanzando di un passo, alle spalle dell'oplite nacquero quattro lance di nera ossidiana, che saettarono immediatamente verso il corpo dello Sfregiato: due per ogni arto, mirate alle articolazioni principali di spalle e coxofemorali.
    Rendiamo tributo all'Arena.
    Non finiva lì, però. D'altronde, visto come ben tre dei presenti non vollero -inspiegabilmente- prendere parte all'offensiva, bisognava intrattenere a dovere l'avversario.
    Portò la spada d'innanzi a sé, stendendola in tutta la sua lunghezza.
    Il tuo nome, Sfregiato! Quale che sia, assicurati di rivelarmelo prima che qualcuno di noi faccia visita ad Hades sovrano.
    Poi, con il gesto di uno sparo, eiettò dalla punta di questa una bomba vulcanica, indirizzata in pieno petto dell'olivastro.
    Infine, un avvertimento per i suoi compagni di combattimento.
    Non abbiate la tracotanza di sottovalutare il nemico! Rispettatelo con un degno scontro.
    Anche perché, in guerra, ogni avversario ancora in grado di muoversi -e non solo- potrebbe ucciderti da un momento all'altro.

    Energia: 95% (1B + 1M)
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.

    Tecniche Attive: Giavellotto d'Ossidiana
    Grazie al potere dello Spirito dell'Etna, Aristotelis ha accesso alle infinite risorse dei maestosi vulcani, in particolare quello siciliano: tra queste, vi è l'ossidiana, famosissimo vetro vulcanico nero come la pece ed assai utilizzato sin dalle prime civiltà umane.
    Attingendo alle sue riserve energetiche che vengono controllate da Aítnē, l'oplite può creare in un'area attorno a sé un numero variabile di giavellotti di ossidiana, fluttuanti nell'aria, ognuno lungo due metri e con un diametro di una decina di centimetri.
    Una volta create, le armi vengono lanciate contro l'avversario ad un comando del greco, con lo scopo di trafiggerlo in luoghi a scelta dell'oplite, oppure possono essere lasciate sospese in aria, in attesa di essere lanciate a loro volta in altri momenti; ogni giavellotto è altamente perforante ed estremamente tagliente, tanto che ci può ferire su tutta la sua superficie senza il minimo preavviso.
    Per la loro natura, i giavellotti perforeranno tutte le barriere (di consumo inferiore a quello speso da Ariste) frapposte tra loro e l'obiettivo, mentre, in caso di barriera di consumo pari o superiore, si infrangeranno in mille pezzi che svaniranno nell'aria, senza causare alcun danno.
    [Attiva di Giavellotti d'Ossidiana ; Basso max 4 pz/5 m ; Medio max 6 pz/7 m ; Alto max 8 pz/10 m ; Critico max 10 pz/15 m ; Consumo Variabile ; Durata Massima 2 Turni]

    Proiettili Piroclastici
    Quando un vulcano erutta, non è solo la cenere ad essere eiettata a grandi distanze. Oltre ad essa, infatti, vi sono numerosi prodotti di scarto, chiamati generalmente piroclasti.
    Sebbene la cenere faccia parte della suddetta categoria, l'abilità di Ariste in questione si basa sugli altri materiali, ossia lapilli e bombe.
    Nel caso dei lapilli, al greco basterà consumare una quantità bassa d'energia per creare, sulla punta delle dita, fino a un massimo di quattro proiettili sferoidali di diametro variabile tra i tre ed i sei centimetri. Questi verranno poi sparati contro il nemico a grande velocità, acquisendo una notevole capacità perforante favorita dalle piccole dimensioni dei clasti.
    Impegnando il doppio delle energie, invece, l'oplite potrà dar vita a una bomba vulcanica, prodotto ben più grande dei lapilli (fino a dieci centimetri di diametro) che, una volta eiettata ed entrata in contatto con qualsiasi superficie, esploderà riversando il contenuto magmatico al suo interno.
    In entrambi i casi, i piroclasti dovranno essere utilizzati entro la fine del turno in cui sono stai creati, altrimenti si dissolveranno nell'aria senza effetto alcuno.
    [Doppia Attiva, Consumo Basso e Consumo Medio; Lapilli Multicolpo per un massimo di 4 proiettili e Bomba Piroclastica singola]

    Note: e niente, 4 giavellotti + 1 bomba, tutto facile.
     
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    Parole. I bastardi sputano sul sacro suolo dell’Arena preferendo tenersi in disparte e chiacchierare, neanche ci si trovasse ad un bazar. Il biondo si tiene distante, come se ci fosse qualche sorpresa. L’insetto viene a molestarmi con chiacchiere e ronzii costringendomi a scacciarla con la mano come si fa con una zanzara. Lo sfregiato si concede persino il lusso di insultarmi. Padroni? No, pomposo sciocco, io non ne ho alcuno. «Codardi…» sibilo tra i denti. Ma per fortuna c’è chi ha capito dove ci troviamo e che cosa serve fare. Altre chiacchiere da parte del pazzo – cambiare le regole dell’Arena? Coerente con la sua follia – solo che questa volta vengono accompagnate da qualcosa di concreto.

    Mi lascio afferrare le caviglie senza oppormi ad una stretta che sento già molle, ansioso di sapere cosa stanno macchinando. E’ quel brivido, quella sensazione che attraversa la carne nell’attimo in cui si lascia la propria vota alla mercé degli altri. Rispetto, tributo, belle parole. Mostramela! Mostrami la tua forza! Mostrami la tua determinazione! Spalanco le braccia ed accolgo le quattro lance nel mio corpo. Sento la loro struttura che scava nella carne, sento quel corpo estraneo che diventa un tutt’uno con me. No, non è abbastanza. «Ancora!» gli urlo. L’esplosione mi squarcia il pettorale e mi costringe a concedere due passi all’indietro. Tossisco sangue mentre gli occhi mi bruciano per il fumo acre eruttato dal petto. Si, così! Era questo l’odore che ricordo, l’odore della morte.

    Chiudo gli occhi.

    Sotto uno spesso strato di marmo ogni singolo muscolo del mio corpo è teso fino a scoppiare. Gocce di sudore scivolano sul mio corpo nudo per l’immane sforzo che sto compiendo. Quando infine la lastra viene scostata posso finalmente tornare a respirare. Divoro l’aria avidamente crogiolandomi nella sensazione di essere vivo. Di nuovo. Nell’oscurità del sepolcro ho avuto tempo per pensare, molto tempo. L’ho speso per realizzare se si tratta di un sogno o se mi è stata data davvero una seconda possibilità. Ricordo tutto, ricordo il mio fallimento ed il dolore della sconfitta. Ricordo la mia morte, ma soprattutto ricordo come ho perso ciò che avevo di più prezioso. Emergo dalla bara con il cuore che batte all’impazzata ed il torace che si contrae ai ritmi del mio respiro. Se io sono la vita tutto ciò che mi circonda è morte. Decine di corpi riversi al suolo grondanti sangue ed interiora. Contorti in pose ridicole, infilzati da spade e lance in più punti. La morte non ti lascia addosso neppure la dignità. Mi faccio strada a passi incerti tra i cadaveri con i piedi che affondano nella melma creata da fango e sangue cieco nell’oscurità che mi circonda. E’ allora che sento un debole mugolio, non troppo distante. Mi chino verso l’uomo e senza troppi complimenti lo afferro per il collo. Le domande mi fioriscono sulle labbra come un fiume in piena: chi sei, dove siamo, perché mi trovo qui. Ma a nessuna di esse risponde. “Sta arrivando…” mi dice mentre sputa sangue e con il suo ultimo rantolo, spronato da un’altra mia domanda, aggiunge “…la Legione delle Sabbie.”

    Quando li riapro l’odore non è cambiato. E’ sempre lo stesso: un lezzo dolciastro di cadaveri che non se n’è più andato da quel giorno. E quale posto più adatto se non l’Arena Nera, dove vengono creati giorno dopo giorno fino a saturare i disgustosi cunicoli di Merovish. Davanti a me non ho uomini, solo corpi morti che si degnano ancora di camminare.

    « Abdel Majid. Ma ormai non sono più servo di nessuno.»

    Il mio primo dono e l’ultimo che posso loro concedere. Che assaporino anche loro cosa si prova a fallire. Che sentano sul loro corpo il gelido tocco della morte. Qui, non vi è catena che mi possa trattenere. Non vi è ostacolo che mi possa fermare. La stretta sulla caviglie svanisce, i giavellotti scompaiono. Gonfio i muscoli del collo e trattengo l’aria nei polmoni. Ora è il mio turno. Ora è tempo del mio di saluto.

    Il mio urlo squarcia l’aria e fa tremare l’Arena aggiungendo caos al caos. Il grido di un guerriero in grado di insinuarsi nel cuore dei presenti e covare le proprie uova fino a far schiudere la nidiata della codardia. Che tutti ricordino dove ci si trova e qual è la fine che gli spetta. Il resto mi viene naturale. Il primo un semplice gesto con il mancino; lo scudo saetta in avanti in un movimento che nel corpo a corpo serva a respingere l’arma nemica ma che nel loro caso ha lo scopo di frantumare ossa e scagliarli con il culo all’aria. Per terra a strisciare come vermi. Il secondo è qualcosa di più complesso, l’inizio di qualcosa di più grande. Per ora è solo un leggero insinuarsi nella coscienza, come un sogno ad occhi aperti. Quando alzo il braccio destro e l’ascia risplende al sole, sottili filamenti neri stanno già risalendo il braccio ed intrecciandosi tra loro. Sento la mente che vacilla, ma non è ancora il momento.

    Un combattente d’altri tempi aveva chiesto ad i suoi arcieri di scagliare così tante frecce da nascondere il sole. Se un prigioniero come me non può vederlo ogni giorno allora è giusto che nessuno possa. Che ricordino cosa vuol dire combattere e mettere sul campo la propria vita. Migliaia di frecce nere piovono dall’alto in un’ondata che, per chi si trova nell’arena, cancella la luce diurna. Il segno che lo scontro ha davvero avuto inizio. E da adesso tutto non può che peggiorare.

    L’Arena lo reclama.

    Blood And Glory II



    » Fisico: ferite leggere causate dai giavellotti e dalle "mani" di Klaus, ferita media al petto dall'esplosione.

    » Mana: 210% / 300%

    » Consumi: 10%, 40%, 40%


    » Passive

    طوق (Il Collare) | Auspex Olfattivo + Empatia

    المحارب (Il Guerriero) | + 50% Forza, Resistenza, Velocità, Agilità + Insensibilità al Dolore

    الخراب من السحرة (La Rovina dei Maghi) | Resistenza alle Malie + Identificazione Intrusioni Psion e Illusioni + Auspex Energetico

    » Equip

    أدوات المحارب (Gli Strumenti del Guerriero): Armatura Completa, Ascia, Scudo e Pugnale

    » Tecniche

    فنون المحارب (Le Arti del Guerriero)| Consumo Critico (ad Area)

    Lo scudo non è solo un mezzo con il quale difendersi, ma per un guerriero esperto può divenire un utile strumento d’offensiva. Il Mastino, convogliando nel proprio scudo il mana, può usarlo per generare una potente onda d’urto con lo scopo di rompere le ossa dei malcapitati e scagliarli lontano. Essendo un attacco ad area, ciascuno degli avversari lo tratterà come un attacco a Consumo Alto diretto verso la propria persona.

    ظل المطر (Pioggia dell’Ombra)| Consumo Critico (ad Area)

    Ad un cenno del Mastino l’Ombra prende forma e crea uno squarcio nel cielo atto ad oscurare il sole. Da questo squarcio, in un secondo momento, migliaia di frecce nere scendono come uno sciame atte ad infilzare i nemici sottostanti rendendoli dei puntaspilli umani. L’area colpita è così vasta ed il numero di frecce così ampio da risultare pressoché impossibile schivare il colpo ed anche le più solide difese rischiano di infrangersi nel sopportare un’offesa così imponente. Essendo un attacco ad area, ciascuno degli avversari lo tratterà come un attacco a Consumo Alto diretto verso la propria persona.

    هدير المحارب (Il Ruggito del Guerriero)| Consumo Medio (ad Area)

    Persino il più docile dei cani può ringhiare quando fronteggia un nemico. Non stupisce quindi che il Mastino possa creare un ruggito degno del Re della Foresta, il leone, in grado di smuovere l’aria e far tremare la terra. Il ruggito è da considerarsi un attacco psionico ad area (quindi Consumo Basso per ognuno) propagato attraverso il suono e che è in grado di causare un leggero stordimento spaventando il bersaglio ed impedendogli di effettuare una pronta reazione negli attimi seguenti.



    » Note&Riassunto

    Si, tre tecniche, 300% del mana e due critici. Non sono sbronzo =3

    La scadenza è il 22 Febbraio


     
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  15. _MajinZ_
     
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    Restare ad osservare non si rivelò una mossa molto furba, quel tizio non era di certo normale e fin da subito serviva qualcosa per metterlo in difficoltà, come un implacabile assalto globale. Dimitriy aveva peccato troppo di presunzione, o forse aveva avuto troppa fiducia nelle capacità dei compagni... in ogni caso il risultato fu molto sotto le aspettative, quel tizio aveva una resistenza fuori dal comune e nonostante la varietà di colpi scagliati, non fece una piega e restò dritto in piedi.
    La presa di mercurio giunse a destinazione senza intoppi, afferrando le caviglie del guerriero con fin troppa facilità... il nemico di sicuro non si sarebbe mosso lo stesso. Poi giunsero le lance d’ossidiana che aprirono una breccia nella carne, ma non bastarono: anzi, l’uomo ne chiedeva ancora. Arrivò dunque l’esplosione piroclastica che squarciò il pettorale e costrinse quella bestia ad arretrare di due passi, due singoli passi... chiudendo poi gli occhi. Che fosse il segno della svolta? Assolutamente no. Quello si stava semplicemente prendendo una piccola pausa, quando i suoi occhi si riaprono... scatenò l’inferno.
    Il biondo non fece neanche in tempo a prepararsi, che il nemico prese aria e subito dopo scatenò un ruggito degno del re della foresta. Esso si insinuò nella mente del ragazzo che si ritrovò a indietreggiare senza neanche rendersene conto e dovette dar fondo a tutto il suo autocontrollo per non iniziare a tremare. Strinse i pugni e alzò lo sguardo, rendendosi conto che ormai era troppo tardi. L’onda d’urto esplose come un fiume in piena, travolgendo qualsiasi cosa si trovasse sul suo cammino... l’assassino riuscì a percepire solo la sfocatura nell’aria ed ebbe solo il tempo necessario per accucciarsi, cercando di farsi piccolo piccolo e posizionare la braccia a difesa del capo. Poi venne letteralmente spazzato via.
    Volò indietro di qualche metro ricadendo pesantemente sulla schiena un attimo dopo, strisciando sulla sabbia grigia. La vista risultò poi annebbiata e il fiato spezzato venne recuperato a fatica, Dimitriy si ritrovò a boccheggiare per recuperare vitale ossigeno. Si girò sul fianco piegato in due dal dolore e tossì qualcosa dal sapore metallico, era sangue.
    Ah... merda...
    Tossicchiò un paio di volte, stringendo i denti quando tastò le costole: qualcuna era proprio andata. Inoltre sentiva che nella schiena c’era qualcosa che non andava, però ignorò quei dolori grazie alla sua resistenza in quel senso... avrebbe pensato a loro dopo. Imprecò quando notò che quel “dopo” poteva anche non arrivare mai.
    Non è possibile...
    Il ragazzo sollevò lo sguardo al cielo e subito sgranò gli occhi. Un’ombra oscura squarciò l’azzurro e cancellò il sole... subito dopo una pioggia di frecce iniziò a cadere, erano migliaia e portavano solo morte, disperazione. Dimitriy si acquattò nuovamente al suolo e questa volta fu lesto a difendersi, ricoprendo il suo corpo di uno strato di energia vitale che fece da scudo a tutte quelle punte acuminate, le quali rimbalzarono via. Quando il biondo tornò seduto, attorno a lui si era formata una foresta di dardi... e lanciò uno sguardo ai compagni, sperando che stessero bene. Soprattutto cercò Wydwen, si era scordato che lei era sulla sua testa.
    Wyd? ...coff... dobbiamo reagire.
    Senza mostrare segni di cedimento il russo si tirò su, ripulendosi la bocca dal sangue che macchiò il guanto bianco... lo fissò, poi sputò a terra. Che diamine, non aveva nessuna intenzione di morire. Nascondendo il dolore si mosse, nonostante le fratture e i danni vari camminò fino a portarsi a circa cinque o sei metri da quel mostro. In quel momento flesse le gambe e una venne portata indietro, il corpo posizionato lateralmente. Quasi immediatamente qualcosa iniziò a traspirare dal corpo, sembrava una sottile nebbiolina, vapore che usciva dal corpo... che iniziò a scorrere lungo il braccio disteso in direzione del bersaglio, condensandosi intorno al pugno. No, non aveva nessuna intenzione di arrendersi senza prima combattere, senza dare fondo ad ogni briciolo di energia.
    Un lampo attraversò gli occhi del sicario e subito dopo colpì con forza l’aria davanti a se, lasciando dipartire un proiettile di energia accumulata nel pugno che mirava a colpire la zona già lesa dal proiettile piroclastico. Assunse proprio la forma del pugno, attraversando l’aria come una saetta pronta a far sentire a quel mostro anche la sua energia: non voleva essere definito un codardo. Nonostante un corpo duramente provato, voleva provare a restituire ciò che aveva incassato, perché Dimitriy Kozlov voleva uscire trionfante da quell’arena. Arrendersi al momento era una parole che il suo vocabolario non contemplava, l’unico vocabolo contenuto la dentro era uno solo: vincere.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni.
    Stato mentale: ...
    Energia: 70%

    Note: Mi becco l'attacco psionico e di conseguenza anche l'onda d'urto, poi uso Vy ne mozhete mne bolʹno per difendermi dalle frecce e infine lancio Zheleznyy Kulak sempre a consumo alto.

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    ₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche utilizzate:
    ₪ Vy ne mozhete mne bolʹno ~ Non puoi ferirmi
    Alla fine dell'addestramento nelle arti omicide, Dimitriy era stato tra i migliori graduati per un ottimo motivo: sapeva mantenere la calma. Il suo sangue freddo lo rendeva una macchina perfetta, anche se ciò era dato principalmente dal fatto che nelle pause, il biondo meditava. Lo faceva sempre, chiudeva gli occhi e guardava dentro di se alla ricerca di qualcosa, di quell'energia interiore di cui aveva sentito parlare; il "Ki" nascosto all'interno di ogni essere umano, ma che forse era qualcosa di inarrivabile, motivo per cui accantonò ben presto quella pratica.
    Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, finendo su Endlos.
    Forse il contatto con la corrente dimensionale non fu innocuo e probabilmente interferì in qualche modo, facendo si che dentro di lui si risvegliasse quel qualcosa che nel suo mondo era troppo piccolo e debole per essere sfruttato. Da quel momento, infatti, chiudendosi in meditazione il giovane scoprì che dentro di lui si agitava una nuova energia. Provò quindi a sfruttare la forza interiore e ben presto comprese il beneficio che avrebbe avuto una volta sfruttata a dovere, così iniziò ad affinarne l'uso fino a creare qualcosa che gli permettesse di difendersi dalle molte minacce osti8li di cui è popolato Endlos.
    Concentrandosi, l'assassino riesce e far muovere il suo Ki fino a cospargere l'esterno del corpo di uno strato protettivo, dal colore leggermente opaco. In questo modo il ragazzo sarà in grado di frapporre la sua energia a un eventuale assalto fisico, il quale troverà una resistenza non indifferente. Fungendo come un cuscinetto, infatti, la forza vitale assorbe l'energia dell'impatto come un muro di gomma con efficacia crescente in base al consumo.
    [Consumo Variabile: Alto]

    ₪ Zheleznyy Kulak ~ Pugno di Ferro
    Quando un uomo sferra un pugno, per forza di cose quest'ultimo non può superare la gittata del braccio, come prevede l'anatomia di un corpo umano. In alcuni casi ciò può rivelarsi un grosso impedimento, soprattutto quando un nemico è troppo lontano per essere colpito. Per ovviare a questo problema, Dimitriy ha pensato bene di creare un pugno capace di superare le distanze, superando il problema dell'arto.
    Concentrando una quantità variabile di Ki in un braccio, il russo non farà altro che colpire con forza l'aria davanti come per sferrare un normalissimo pugno... solo che da quel semplice colpo dipartira un attacco a base di Ki che prenderà la forma di un diretto e causerà danni di tipo contundente all'impatto. Ciò è possibile grazie alla sinergia che si crea tra l'energia vitale, la forza del colpo e la conseguente pressione esercitata sull'aria circostante. Tutte queste cose unite insieme rendono questo colpo davvero potente.
    [Consumo Variabile: Alto]
     
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60 replies since 6/11/2013, 11:21   1578 views
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