A Puffin on the run

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    Le usanze del mondo sono un caleidoscopio a cui piace variare di tonalità. Ogni popolo, ogni uomo assume comportamenti diversi, per semplice consuetudine.
    Sono pochi, quindi, i principi che si assumono come cardini a cui appigliarsi all’interno del grande vortice, quella forza che circonda e unisce tutti gli esseri bizzarri che si incontrano e si scontrano al suo interno.
    Tra questi, il più elementare riguarda la “danza delle ore”: il giorno sorge fulgido per illuminare la strada degli uomini, mentre la notte, benevola e mite, sfodera un velo sul mondo, per concedergli tregua.

    Quella sera, tuttavia, sembrava che i cittadini di Argenstella avessero deciso di stravolgere anche le regole della fisica: fiaccole lungo le strade e lanterne sospese nel cielo illuminavano l’oscurità come l’aurora, banchi di leccornie, danze, frivolezze e caroselli impegnavano grandi e piccoli, spezzando il silenzio della veglia.
    Non era raro che Argenstella indulgesse in sfarzi e galà, i meritati piaceri della buona società del più ricco distretto del Pentauron; ciò che risultava effettivamente insolito era il coinvolgimento della popolazione residente al di fuori dei palazzi.

    Emergeva dal mare soffocante di ebbrezza e risa la Tourmaline , una slanciata torre – già normalmente adorna di cristalli, archi ed avori – trionfante di drappi e festoni di fiori, più turgida di una verbena a maggio.

    Ma… tutto lo splendore e i divertimenti – già largamente sfruttati – sembravano passare inosservati ad una degli attendenti, impegnata più che altro a navigare tra la folla con le sue gambette agili; le suddette appendici inferiori, con rispetto parlando, avevano l’onore di appartenere ad una graziosa bambina vestita a festa, lei come tutti. Ciò che stonava con il contesto era il buffo ombrello al suo seguito, che levitava, cercando di starle dietro, e aveva l’ardire di protestare anche.

    A…Arya-tamaaaaa! La p…prego di non fare così, lero≈


    Lamentò la zucca inserita sul puntale, mentre, agitandosi l’intero attrezzo, la lanterna penzoloni sul manico oscillava pericolosamente avanti e indietro.

    Oh, puffole pigmee, Lero! SHHH!


    Arrivò la risposta seccata della bambina, che, dopo aver risistemato le ciocche ribelli all’interno della sua cuffietta scura, riprese a marciare e scavare nella sua borsetta… arrivando ad affossare il braccino fino alla esile spalla…

    M…ma…ma… Arya-tama!

    Ecco il porta-bonbon, la fiaschetta, le favole… Mr. Minky?? Oh, dove sei Mr. Minky?!


    Occhi sbarrati e disperati iniziarono a guizzare in tutte le direzioni, roba da far venire il torcicollo anche a una civetta… La fanciulla, quasi si fosse trasformata in lepre, prese a correre in una direzione imprecisata…

    Oh, no!”



    QM point! èOé

    Come avrete intuito, vi trovate ad un festival! (Musica a palla tutta la notte, yey!)
    Se state visionando le bancarelle, fate attenzione! Potreste inavvertitamente e malauguratamente calpestare un orso di pezza: circa 40cm di morbidezza assoluta con un fiocco rosso ;)
    Se invece siete amanti del ballo, o state semplicemente vegetando in piedi, potreste ritrovarvi una bambina impanicata tra capo e collo, o tra lo sterno e le tibie…
    Per quanto riguarda la lunghezza della scena non sono del tutto sicura… spero almeno i sindacali 3 post a testa XD
    Per le scadenze, invece, so per certo che saranno molto ariose, visti gli impegni universitari e – ahimè – sociali… grazie ancora per la disponibilità! :*

     
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    Sarah si tastò un paio di volte le orecchie, come se farlo le facesse sentire di nuovo il profumo di quella piccola conquista. Da quando non era più sotto il controllo della nemica aveva finalmente potuto dare un taglio con tutte le assurdità che aveva dovuto sopportare fino a poco tempo prima. Quel giorno infatti aveva richiuso i fori alle orecchie e per essere sicura di farlo bene aveva usato un incantesimo particolarmente potente.
    Forse qualcuno che non conosceva la vicenda avrebbe trovato alquanto strano che si gloriasse di una simile scemenza, ma lei riconosceva in simili dettagli chiari segni della sua libertà. Ise non le permetteva quasi mai di non vestire in abiti prettamente da ragazza e la obbligava a tutte quelle scemenze che, secondo il bizzarro modo di pensare della fata, l'avrebbero poco a poco convinta a comportarsi come una damina delle fiabe.
    La biondina ridacchiò fra sé e sé, scuotendo la testa. Quella piccola traditrice si era sbagliata di grosso: anche se fosse stata ancora viva i suoi poteri non avrebbero più avuto effetto su di lei e le sarebbe bastato menare un po' le mani per spaccarle tutte le ossa. E dire che non aveva dovuto nemmeno affrontarla per riprendersi la propria libertà! Evidentemente si era fatta dei nemici e forse anche per un capriccio analogo a quello per cui l'aveva trasformata principessa.
    Comunque, non era il caso di soffermarsi troppo su quegli eventi. Ne aveva viste tante, forse troppe, ma ormai apparteneva tutto al passato e lei doveva guardare avanti. Infondo era libera e il prossimo passo sarebbe stato tornare alla normalità, prima però voleva concedersi un breve periodo per rilassarsi. Era per questo che quel giorno si era recata a quella festa.

    Quindi ecco una ragazza dai lunghi capelli biondi, indossante dei pantaloni larghi e una maglietta, aggirarsi per i banchi delle cose da mangiare. Beh, aveva parecchio appetito e poi non voleva rischiare che le code si allungassero troppo. Poi sarebbe andata in giro in cerca di qualche evento interessante. Chissà se avrebbero fatto ciò che la gente del posto chiamava "fuochi artificiali"...
    " Sary, prendi qualcosa anche per me."
    Una fanciulla gracilina, dai capelli bianchi come la neve, raggruppati in due code di cavallo, le corse incontro assieme a un'altra ragazza dalla chioma castana. Non riuscì però a rallentare in tempo e andò a sbattere contro la principessa, che venne spinta un paio di massi più avanti. Fortunatamente la colpita riuscì ad allungare il piede in fretta e a trovare un nuovo appoggio prima di ritrovarsi a terra.
    " Nivea, stai più attenta!"
    Disse un po' arrabbiata alla nuova arrivata, anche se forse non avrebbe dovuto prendersela: sapeva che fosse una persona fragile ed imbranata.
    " Scusami."
    Rispose lei, piuttosto a disagio per il rimprovero.
    " Adesso non preoccuparti, non è successo niente, però cerca di non venirmi addosso di nuovo."
    Nel frattempo la terza fanciulla notò qualcosa di strano sotto il piede che l'aveva salvata dalla caduta.
    " Sary, che cosa stai pestando?"
    Lei guardò in giù e alzò la suola.
    " Sembrerebbe..."
    " Un orsacchiotto di pezza?"
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          Sulla schiena nuda, bianca come neve, fece scivolare il tessuto morbidissimo della camicia. Armeggiò con i polsini e allacciò i bottoni alle asole con movimenti sicuri, di chi ha compiuto quel gesto miriadi di volte — e non senza un certo compiacimento. Gli piaceva il modo in cui mutava la sua figura esile, che si nobilitava di un fascino arcaico. — Mi sta un po' larga sulle spalle. — osservò, voltandosi. — Sta sempre meglio a te che a mio marito, devo dire. — Lei lo guardava dal letto, dove il corpo giaceva, rilassato in una posa assonnata; all'interpellare dell'uomo poggiò il mento sulla mano con aria impaziente, fissandolo a lungo, in silenzio, come a invitarlo a un ulteriore minuetto. Il giovane sorrise, raccogliendo la provocazione. Si avvicinò, dandole un unico bacio sul ventre, là dove la prima peluria si arrampicava in piccole, bionde volute. La donna parve aspettare altro, ma l'assalto era già cessato. — Sei cattivo. Mi prendi in giro. — lo accusò, indispettita. L'altro raccolse con una risata sardonica. La prese per il collo con delicatezza e leccò lì dove il sangue colava in piccoli rivoli bruni, accompagnando quel suggere a un ripetuto cercare. — Meglio. — decretò la bionda con un sospiro, abbandonando la testa indietro. Mercuzio la tirò a sé, sollevandola dall'alcova e aprendo la finestra. Un raggio di luna illuminò il corpo di Ermione, che rabbrividì non appena l'aria fresca della notte le carezzò la pelle. Lui la condusse nel ballo, tenendola per la vita.

         — Dove la porto stasera, mia dolce compagna?

         — Oh, Mercuzio, ti prego, rimaniamo in casa.

         Il vampiro la fece vorticare tra le braccia, pizzicandola ogni tanto per farle dispetto. Scoppiarono in risate ilari, presi dal gioco, dalle strane posizioni che la danza faceva assumere ad entrambi.
         — Devo vedere il mondo. — disse lui, infine, in un tono dolce, ma che non ammetteva repliche.
         E il mondo doveva vederlo per davvero. Da quando era arrivato in quel crocevia dimensionale, l'unico posto che poteva dire di aver visitato era la città errante di Laputa. Se aveva intrecciato il corpo con lei, durante il percorso, si trattava solo di un caso o di uno sbaglio, cosa di cui presto la donna lo avrebbe tacciato.

         — Sei un Principe Capriccioso. — asserì Ermione con rammarico, chiudendo gli occhi.

    ~ ~


         La festa lo colpì col suo vortice di sensazioni esasperate, di grida luci colori odori che si impennavano fino a toccare il cielo, lì dove l'alta torre stagliava la sua figura contro la notte, insolitamente pallida. Quella era una situazione entusiasmante per un umano, figurarsi per un vampiro, i cui sensi acuti gioiscono a ogni stimolo. Tutto ciò che lo circondava era per lui fonte di una goduria estatica, e lo riempiva di un divertimento fanciullesco, decisamente inaspettato per uno che aveva l'aspetto di un elegantissimo signore in marsina. Il Principe si aggirava per le bancarelle, facendo scattare le pupille da un soggetto a un altro, chiedendo talvolta cosa fosse questo o quel dolce, oppure quel particolare balocco, al cui interno si doveva trovare un sofisticato meccanismo. Infine si incantò al centro di una piccola piazzetta a guardare in alto, dove un fuochista aveva fatto librare decine di lanterne volanti. Del piccolo tumulto che seguì il vampiro non si rese praticamente conto.

         — M…ma…ma… Arya-tama!

         — Attento!

         — Oh no!

         Indietreggiò di qualche passo, avvertendo un certo dolore alle gambe, come se qualcuno o qualcosa vi avesse sbattuto contro. Abbassò lo sguardo, sorpreso e un po' contrariato, prima di vedere la deliziosa bambina che gli era letteralmente caduta ai piedi. Si rannicchiò, tendendole la mano e accompagnando il gesto a un sorriso di rara gentilezza.

         — Vi siete fatta male?
     
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    Era orribile, davvero sgradevole.

    Dopo anni di onorato servizio sul campo si meritava davvero un trattamento simile?
    Gli era capitato di essere abbracciato e spupazzato al limite del soffocamento, ma questo… questo oltraggio…? Essere calpestato… no davvero!
    Adesso aveva persino un’impronta di scarpa sulla sua panciotta pelosa! Cosa avrebbe detto la sua bambina?

    La sua bambina, che lo aveva perso…

    Non occorreva sbilanciarsi con la fantasia per capire di chi fosse la colpa: quell’ombrello chiacchierone l’aveva distratta, altrimenti il suo angioletto avrebbe notato subito la sua mancanza; dopotutto era la sua bambina.
    Quella zucca logorroica avrebbe dovuto prendere esempio da lui: un buon amico ascolta, ti offre un abbraccio morbido quando sei solo o hai paura, non ti bercia nelle orecchie: quello è lavoro da grilli, dico.
    Ma adesso cosa avrebbe fatto la sua bambina senza di lui? Si sarebbe rivolta ai suoi altri peluches, certo, i beneficiari del suo testamento…


    " Sembrerebbe..."
    " Un orsacchiotto di pezza?"

    Lui non era un orso, lui era Monsieur Mèdard Ibe Nannou Kaspar Yves o – come preferiva chiamarlo la sua bambina – Mr Minky: era un orsacchiotto altolocato, non uno straccio da fiera qualsiasi, facile a trovarsi nel sudiciume.

    "Oh, che peccato!


    Magnifico: un altro carnefice?

    Il bambino che lo ha perso sarà disperato, signorine!


    Con lo spirito di osservazione di una patata per di più: era evidente che fosse il pupazzo di una bambina, dico.
    Tuttavia, probabilmente, il commerciante aveva ragione sulla disperazione…
    Magari chi lo aveva calpestato avrebbe potuto portarlo dalla sua bambina!


    oiie



    Vi siete fatta male?

    Era incantevole, decisamente.

    Se non fosse che il naso le pulsava per la collisione avvenuta, avrebbe giurato di star sognando: l’atmosfera c’era, la damigella in difficoltà anche, ma il dettaglio non trascurabile era il bellissimo individuo che le si era parato davanti.
    Ripose nella mano dell’uomo che le sorrideva la sua più piccola, e si perse ad osservare i suoi occhi, che risaltavano magnificamente sul pallido incarnato.
    Certo, erano un po’ diversi dai suoi, ma…

    Sei tu il mio papino?

    … non avrebbe dovuto chiederlo in quel modo, vero?
    "Arya-tama!!"
    No, decisamente non avrebbe dovuto, sua madre non avrebbe mai approvato.
    Waaaaah! Non tocchi Arya-tama, screanzato, lero≈!
    La visuale della ragazzina fu oscurata all’improvviso da quell’impiccione del suo ombrello: che modi, frapporsi tra lei e il suo destino! Dopotutto poteva già aver trovato il suo papà, e per puro caso!
    Un momento… uno dei suoi precettori le aveva spiegato la legge del contrappasso una volta: per trovare una cosa devi perderne un’altra, e lei aveva perso…
    Mr. Minky! Oh, no! Non voglio perdere Mr. Minky!

    Il campiello risuonò dell’angoscia della bambina, nonostante fosse gremito; il labbro le iniziò a tremare e gli occhi ambrati le si velarono di lacrime, accendendosi come la miccia alla fiamma: la catastrofe più temuta di Argenstella.

    QM point! èOé

    Grazie per la pazienza, innanzitutto!
    Tutto quello che vi serve dovrebbe essere nel narrato; se avete domande o problemi potete farmi sapere in bacheca o mandarmi un pm ^^
    Se Kei si dovesse inserire a questo livello non credo ci sarebbero problemi... io aspetto notizie =)
    Scusate se l'impaginazione è un po'... sminchiata XD

     
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    La situazione si stava facendo preoccupante, anzi si poteva dire che si fosse appena presentato un bel problema: quando Nivea si era scontrata con lei le aveva fatto perdere il posto nella coda e ora doveva rimettersi di nuovo in fondo e aspettare che arrivasse il suo turno!
    In altre circostanze un simile pensiero sarebbe stato degno delle peggiori uscite di Sarah, quelle che a momenti la facevano sembrare idiota, ma in quel momento non era imbarcata per chissà quale impresa e la sua preoccupazione più grande era effettivamente quella di non procurarsi subito il cibo. Un bel capovolgimento rispetto ai problemi che l'avevano afflitta fino a poco prima e si poteva ben dire che si meritasse che fosse così. In un certo senso stava avendo una specie di vacanza da tutte le sue peripezie, un periodo nuovo, che le avrebbe riservato più felicità di quanto avrebbe immaginato.

    Così, mentre la biondina di preoccupò di dover aspettare ancora, prima di dover aspettare ancora prima che arrivasse il suo turno, Nivea raccolse il pupazzo, notandone l'incredibile morbidezza. Qualche volta aveva visto simili giocattoli fra le braccia dei bambini e ora capiva perché li trovassero così belli. Adesso che ci pensava anche a lei sarebbe piaciuto averne uno. Si mise quindi a guardarlo, per poi stringerlo un po', fin quando il commerciante del banco non intervenne.
    " Oh, che peccato!"
    Le tre si volessero verso l'uomo, non capendo ancora cosa volesse dire.
    " Il bambino che lo ha perso sarà disperato, signorine!"
    Inutile dire che per Sarah quello fu l'inizio di un dilemma amletico tra due opzioni: " Cerca il proprietario e rimani a pancia vuota" oppure " Fai la scelta sbagliata, ma prenditi una montagna di cibo prima che svuotino la bancherella". Era un problema più serio di quanto potesse sembrare, signori miei. Bastava pensare che i dolci alle nocciole si stessero esaurendo per rendersi conto che tutte quelle merende sarebbero state portate via nel tempo di un'eventuale ricerca. Era sorprendente come Sarah tendesse a ponderare di più le proprie decisioni quando c'era di mezzo qualcosa da mangiare!
    Di fatti la sua pancia si mise a brontolare, emettendo un rumore tremendamente forte, non appena intuì che la principessa avrebbe optato per seguire il consiglio del negoziante. Inutile dire che Lisa scoppiò a ridere, ma tempo qualche secondo anche la sua gorgogliò, quasi volesse dirle che lo stomaco dell'amica avesse ragione.
    L'ancella rise ancora più forte e comprese il problema.
    " Volete che mi occupi io di prendere qualcosa, mentre voi cercate chi lo ha perso?"
    Sarah sorrise. Era come se quella ragazza le avesse letto nel pensiero!
    " Ci faresti un grande favore."
    Era sorprendente come si sentisse ben con quelle ragazze; coloro che fino a poco tempo prima aveva creduto complici della sua nemica.

    Fu così che Sarah e Nieva presero a vagare nei paraggi, in cerca di qualcuno che reclamasse l'orsacchiotto.
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          Fra tutte le reazioni possibili, la bambina esibì quella più impensabile. — Sei tu il mio papino? — chiese, infatti, stringendo la mano del Principe. Mercuzio aggrottò le sopracciglia, come se non avesse capito il tema della domanda; poi, con un sorriso malinconico, guardò negli occhi la bellissima creatura che gli stava davanti. — Oh, magari. — disse. — Se voi foste mia figlia sarei un uomo felice. Passerei le giornate a coccolarvi.
         Accanto a lui, sentì Ermione fremere in silenzio, attraversata da un moto di stizza. Era come se già il vampiro l'avesse messa in secondo piano: e infatti, già da un po' non le rivolgeva più alcuna attenzione.

          D'improvviso l'idillio fu interrotto da un ombrello, il quale, non senza prepotenza, si frappose fra di loro. — Waaaaah! Non tocchi Arya-tama, screanzato, lero≈! — gridò, invitandolo a farsi da parte. Mercuzio inclinò il capo sul collo, tentando di capire quale stranezza fosse mai quella. Certo, a Celentir ne aveva viste di tutti i colori, ma finora non aveva mai visto un ombrello parlante: fenomeno affascinante, certo, ma non di meno chiassoso. Quasi a commentare quella tremenda visione, la piccolina si mise a piangere. — Sciocchezze. Non vedete che piange a causa del vostro berciare? — disse, facendo per scostare l'oggetto con un movimento deciso della mano. La piccola Arya, questo sembrava essere il suo nome, lamentava la perdita di un tale Mr. Minky, e la cosa aveva l'aspetto di angosciarla molto. Superò il brutto ombrello, e le si fece accanto offrendole il braccio. — Mia dolce bambina, lo ritroveremo. Andiamo a cercarlo. — asserì, tentando di rassicurarla con una carezza sulla testolina. — Che aspetto ha, questo signor Minky?

         Si guardò attorno, e l'unica cosa che vide fu lo sguardo furibondo di Ermione. Il vampiro le fece un cenno col capo, come per salutarla. Lei rispose andandosene, in un fruscio di sottane.
     
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    Oh, magari. Se voi foste mia figlia sarei un uomo felice. Passerei le giornate a coccolarvi.”
    Quello era scontato: sarebbe stato il minimo vista la sua bellezza.
    Non era ancora uscita da Argenstella, per trovare il suo papino avrebbe dovuto incamminarsi ad Est...
    Aveva sentito le storie sulla Dama Azzurra: era dolcissima e bravissima e amava tanto i bimbi ed era azzurrissima e la piccina avrebbe tanto voluto avere dei capelli morbidi e profumosi come sicuramente dovevano essere i suoi! Era sicura che fosse una principessa magica e l’avrebbe aiutata a cercare il suo papino!
    …Ma prima le cose importanti!

    jpg
    "Che aspetto ha, questo signor Minky?"
    Si asciugò le lacrime con un fazzoletto ricamato e prese fiato come un nuotatore olimpico prima di buttarsi a capofitto nella descrizione:

    Ha un musetto carino e delle orecchie carine e una coda carina e un fiocco rosso e carino…E’ il mio Capo Orsacchiotto! Ed è tanto carino!
    Esclamò di getto, come solo i bambini hanno la forza di fare, guardando speranzosa il suo ammaliante nuovo amico.
    Dobbiamo tornare indietro, zietto!

    No, no, no e poi no, lero≈! Gli sconosciuti sono pericolosi, lero≈! Torniamo a casa, lero≈!
    Il suo ombrello aveva il vizio di offrire buon senso non richiesto, ma era tanto carino e rosa…
    Lo stesso arnese stava divincolandosi a mezz’aria, sempre con la benedetta lanterna penzoloni, spostando la sua zuccosa testa verso il bel salvatore della fanciulla.
    E io non bercio, signooore, lero≈! Proteggerò Arya-tama, lero≈!

    Bel discorso, se non fosse che il fifone era corso subito a galleggiare alle spalle della sua padrona.
    Ufficio complicazioni affari semplici, ecco cos’era quell’ombrello.
    … però era rosa e cariiiiiino!
    Prima ho fatto rifornimento di dolci: torneremo verso i chioschi!

    Decretò prima di afferrare la mano dell’uomo e strattonarlo nella direzione da cui provenivano i profumi ghiotti.
    L’ombrello, ovviamente, si fiondò all’inseguimento.

    Ma non sa nemmeno come si chiama, lerooo≈!
    La ragazzina non gli prestò attenzione e seguitò a seguire il suo naso, tirandosi dietro lo sconosciuto.
    Ben presto, però, dovette rinunciare ai suoi sforzi, perché con quella foresta di gambe e piedi, gonne e merletti, riusciva a stento a vedere la strada.
    Uffaaa! Così non va!” Mise il broncio e si voltò verso il compagno, nella sua gloria di zucchero filato: “Non vedo niente! Mi prendi in braccio?

    Ah! Forse lo vedo! lero≈
    Il suo amico – no, non quello bello, l’altro – aveva il vantaggio di poter vedere dall’alto, da molto più in alto di lei, quindi sfrecciò in aria prima di ricevere istruzioni e sparì dalla sua vista.

    png


    Erano i capelli argentei di una ragazza che, dall’alto, avevano attirato la sua attenzione per primi, non tardò quindi a notare l’orsacchiotto tronfio nelle braccia della sua bionda compagna.
    Si precipitò quindi verso le due ragazze, una saetta rosa tra le luci della festa, e si parò davanti a loro, zucca parlante e tutto.

    Buonasera lero≈! Il mio nome è Lero≈! ” Le buone maniere prima di tutto con le signore! “E quello è l’orsacchiotto di Arya-tama! lero≈

    Si, era proprio Mr. Minky, non c’erano dubbi! E lui era un super ombrello detective! Arya-tama sarebbe sicuramente stata contenta di lui e lo avrebbe ascoltato, invece di stare a sentire quel losco sconosciuto…!
    Lero≈! Sola con quella persona! Speriamo che non le succeda niente! Lerolerolero≈≈≈!”
    Stava girando in tondo alle due signorine, nel panico, quando gli venne un’idea!

    Devo riportare quel giocattolo a una bambina graziosa: indossa una cuffietta e un vestito borgogna, lero≈!”

    Sembravano delle ragazze a modo, lo avrebbero aiutato, vero?
    Vogliate aiutarmi, lero, sì? Io andrò in alto, dovrebbero vedermi con questa lanterna, lero≈
    Fece roteare con enfasi il manico a cui era appeso l’oggetto e salì leggermente di quota.

    Era un ombrello intelligente, mica bubbole!



    QM point! èOé

    Again: grazie per la pazienza! sono sotto esame e voglio morì
    Appena uniamo il party e sbrighiamo i convenevoli possiamo metterci in viaggio per Chediya :win:
    Per quel che riguarda Arya, sono in uso
    Carineria: malia di pucchume;
    Naso Pizzuto: auspex olfattivo;
    Cotton Candy: profuma di dolci;
    Zainetto di Mary Poppins e ovviamente Lero, che ha la passiva di volo.
    E... Fatto il misfatto!

     
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    Su Endlos le stranezze erano comuni, ma nonostante ciò Sarah e le sue amiche non riuscivano mai ad abituarcisi. E lo si poté vedere da come reagirono all'arrivo di quella specie di zucca volante. Si, perché se pensate che avrebbero afferrato all'istante la situazione, rispondendo alle presentazioni e mostrandosi perfettamente collaborative, vi sbagliate di grosso.
    Quando infatti l'ombrello parlante iniziò a fare i convenevoli, le due non avevano capito cosa stesse succedendo. Ciò che avevano afferrato era che uno strano "oggetto rosa" fosse piovuto davanti loro ad una notevole velocità. Inutile dire l'unica cosa che furono in grado di fare fu constatare che stesse succedendo qualcosa di assurdo e guardare il tutto ad occhi sbarrati, senza osservare veramente cosa stesse accadendo, quasi fossero sotto shock.
    Alle loro orecchie le frasi del simpatico accessorio giunsero come suoni indistinti, passivamente accumulati e senza venir in alcun modo analizzati.
    " Nivea, ti è mai capitato di sentire come un punto di domanda gigante comparire sopra di te, per poi cadere e colpirti col suo peso?"
    Sì, quella era una delle tipiche uscite idiote che Sarah tendeva a fare quando si sentiva piuttosto bene e, vista la frequenza con cui ultimamente le stavano venendo, si poteva dire che le cose stessero andando alla grande. Tuttavia era vero che provasse quella sensazione ogni volta che era sbalordita e se ora stava rivelando quel dettaglio alla sua amica, allora era segno che stesse iniziando a fidarsi di quelle ragazze.
    " Che?"
    Rispose capelli bianchi, ancor più confusa dopo le parole della biondina. Intanto Lero aveva preso a girare intorno a loro, evidentemente nel panico, spaventando tra l'altro l'ancella che scambiò quel movimento come una manifestazione ostile e si avvicinò alla principessa, cercando protezione.
    " Che sia un'attrazione della festa?"
    Eh sì, aveva capito tutto Sarah! Come no...
    Fortunatamente parte dello stupore stava scemando sulla giovane fanciulla e poté ascoltare meglio l'ombrello e richiamare alla mente le parole a cui non aveva dato bada.
    Aspetta, forse c'entrava in qualche modo con l'orsacchiotto che avevano trovato! Sì e proprio in quel momento glielo stava confermando.
    " Seguiamolo."
    Disse, cercando di non perderlo di vista, seguita da una Nivea poco convinta.


    Proprio in quel momento Lisa era riuscita a procurare "qualche" (nel senso di chili e chili) dolce per il gruppo e vide le due mettersi a correre in una direzione.
    " Sary, Nivea..."
    Ma non si voltarono; forse non l'avevano sentita. Sospirò e si fece strada tra la folla per cercare di raggiungerle.
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          Dalla descrizione che ne fece la bambina, questo signor Minky sembrava caratterizzato da una carineria pervicace: poco altro se ne sarebbe potuto dire, a parte tesserne le lodi. Certo, chiunque avrebbe trovato quel ritratto un po' scarno, ma non fu così per Mercuzio, che annuì con convinzione alle parole della piccola. — Ho ben presente il soggetto, disse, infine, come se se lo ritrovasse dinanzi. Non stette nemmeno ad ascoltare le obiezioni dell'ombrello, limitandosi a scacciare la sua voce fastidiosa con un gesto risoluto della mano. Ciò che era essenziale, ora, era ritrovare sir Minky: non era il momento di litigare circa convenienze e buone maniere. Quindi rispose alla stretta della bimba e si gettò alla ricerca dell'orsacchiotto, incurante del bailamme intorno. Se la folla non era un problema per lui, tuttavia, forse lo era per la sua nuova amica: — Uffaaa! Così non va!, lamentò dopo un po'. Il vampiro approfittò della pausa per guardare in giro, chiedendosi dove potesse cacciarsi un tipo carino, che posti frequentasse. Lui, che ragionava da charmant, trovava difficile calarsi in una situazione del genere. — Non vedo niente! Mi prendi in braccio?, chiese la piccola, spezzando il fluire dei suoi pensieri. Il Principe sorrise, accogliendo quella richiesta con gioia. — Ma certo, mia cara., rispose.
          L'umana gli piaceva molto. Profumava di infanzia, di ricordi troppo lontani per lui, profumava di dolci e di allegria; insomma, profumava di innocenza. Per cui, quando la issò sulle spalle, non poté fare a meno di saggiare la consistenza dell'abitino che vestiva, la morbidezza della carne, dalla quale non si intravvedeva nemmeno l'ombra della decadenza. Avvertì una fragranza di sangue giovane, vivo e bollente, che lo stordì.
          — Ah! Forse lo vedo! lero≈, proclamò il brutto ombrello, distogliendolo da quei pensieri. Fortunatamente non era passato molto dal suo ultimo pasto: fu come scacciare una mosca insolente. — Stringiti forte., asserì Mercuzio rivolto alla bambina, correndo dietro alla macchia rosa che fendeva la folla. L'utensile, sebbene orrendo, sapeva il fatto suo in fatto di volo; e ora — ne era quasi sicuro — stava forse disturbando delle signorine?

     
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    Essere scorrazzati in giro non era così male, considerato che un orso della sua razza non ha altro modo per spostarsi. E’ brutto dipendere dalla carità altrui, però, quando quel qualcuno non è la tua bambina…
    Gli mancava terribilmente, dico, e si sentiva solo in quella folla sconosciuta.
    Lui non aveva scelto lei, ma era stato il destino, vestito di broccato rosso, a dargliela.

    Un giorno sua madre, la sarta, gli cucì gli occhi – semplici biglie di vetro, ma tanto bastavano a vederci – e si rese conto di esistere, di avere una casa su quel suo scaffale lucido. Aveva anche delle sorelle, dei fratelli e dei cugini con le orecchie più lunghe delle sue.
    Poi le mani che gli avevano dato la luce lo infilarono in una scatola buia, e quando ne uscì era già in un altro posto: la donna rossa che lo aveva comprato la chiamava culla.
    A lui, con quelle sbarre, sembrava più una gabbia per la cosina rosa e paffuta che si muoveva tra le lenzuola bianche, facendole sospirare di tepore.
    Quella sarebbe stata la sua bambina: tutta zucchero e capricci, con quegli occhi troppo grandi per il suo faccino, più preziosi delle monete che lo avevano acquistato, pur conservando lo stesso colore.
    Lui era stato il suo primo giocattolo, anche se era stata la signora a dargli nome e cavalierato, contornati dal fiocco rosso che celava il nome della bambina di cui era responsabile: Arya.
    Non riusciva ad abbracciarlo tutto, come faceva adesso, e quasi scompariva nel suo pelo, ma era lui a non farla piangere: alcune cose non sono cambiate, dico, perché lui è Monsieur Mèdard e lei è ancora la sua piccola Arya, anche se più alta.

    Veniva spesso definita capricciosa o viziata dalle cameriere che rassettavano le sue stanze, ma non avrebbero mai compreso la sua bambina: solo loro – il reggimento di pupazzi e bambole sotto il suo generalissimo comando – potevano; nelle lunghe giornate in cui la sua mamma aveva tempo solo per il buongiorno e il bacio della buona notte, la loggia di stoffa e porcellana le teneva compagnia e prestava orecchio, silenziosamente, alle sue fantasie.
    La sua bambina, dopotutto, doveva sopportare il tedio di precettori e abecedari vari, alle volte senza poter mettere il naso fuori dalla porta di casa.
    Si era convinta che suo padre non l’avrebbe lasciata sola tutto il giorno e avrebbe potuto avere tanti amici ad Est, che detestavano i sussidiari anche loro, e giocare tutti assieme, con i libri in un angolo e i fiori tutti intorno.
    E quello è l’orsacchiotto di Arya-tama! lero≈
    E quello era il parasole: sgargiante e parlante, come al solito…

    Ma lei dov’è? Lui era stato calpestato...
    Che essere inutile quell'ombrello… perché a lui, invece, non era permesso di muoversi? Avrebbe fatto meno danni, dico.
    " Che sia un'attrazione della festa?"
    Quel fenomeno da baraccone? Solo perché sapeva parlare e svolazzare in giro?
    Lero≈! Sola con quella persona! Speriamo che non le succeda niente! Lerolerolero≈≈≈!

    Chi,dico? Chi? Favella, zucca steccata! Ecco cosa succede se non è un orso a montare la guardia! E…DOVE STAI ANDANDO ADESSO?!
    Seguiamolo.
    Sì, per l’ago e il filo! Portatemi dalla mia bambina!

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    Insubordinazioneeee!
    Arya sbuffò, abbracciando la testa di Mercuzio.
    Corrugò la fronte: perché i suoi giocattoli avevano deciso di sparire proprio oggi?
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    Arya-tama! Lero ha trovato-
    Tu sei fortunato ad essere rosa, lo sai, vero?
    Disse imbronciata la ragazzina: esisteva una corte marziale per gli ombrelli che abbandonano il proprio ufficio? Ma…

    jpg

    Mr. Minky!!
    Si era appena accorta dell’oggetto della sua ricerca, che stava bellamente in braccio a qualcun altro.
    Lei, dal suo trespolo, dipanò le braccine in direzione del suo pupazzo.
    Guarda, zietto! E' lui! E' lui!
    Intanto, in sottofondo, un povero ombrello sottopagato borbottava.
    "Ma Lero voleva solo aiutare, lero≈"



    QM point! èOé

    I'msorryI'msorryI'msorry! La mia unica scusa è che sono in depressione post-esame... Le passive sono le stesse di prima! Come scadenza può andare bene il 23 o il 24? °w°

     
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    " Sary, Sary..."
    Gridava la fanciulla, cercando di farsi strada tra la gente, ma evidentemente la sua voce non riusciva ad arrivare alle orecchie dell'amica, già impegnate con tutti i suoni prodotti dalla gente attorno a lei. Beh, l'unica cosa che poteva fare allora era accelerare il passo e provare a spingere un po' nella calca, sperando che nessuno se la prendesse e sembrò funzionare.
    In breve tempo riuscì a raggiungere le due, sebbene un po' col fiatone, Nivea fu la prima ad accorgersi della sua presenza, seguita dalla biondina. Tempo di riprendere un attimo il fiato e la ragazza prese a parlare.
    " Finalmente vi ho trovate! Ma dove stavate andando?"
    La risposta arrivò subito dopo.
    " Forse sappiamo dove andare per trovare chi a perso l'orsacchiotto."
    Seppur un po' stupita, Lisa prese a camminare assieme alle amiche, fino a che il gruppo non incontrò una bambina assieme ad un ragazzo.
    " Mr. Minky!!"
    Disse la piccola al settimo cielo.
    " Guarda, zietto! E' lui! E' lui!"
    Fu un attimo, poi il volto di Lisa si illuminò di uno splendido sorriso.
    " È troppo carina!"
    E le corse incontro cercando di abbracciarla, seguita da Sarah. Nivea purtroppo non fu abbastanza rapida e rimase lì a guardare.
    Le mie pg vengono a contatto con la malia di Arya


    Status psichico: felice
    Status fisico: ottimale
    Energia: 110%
    Famigli: Nivea, Lisa
    Passive in uso: aura di charme, immunità al dolore, percezione attacchi psionici, percezione illusioni
     
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       Non appena si avvicinarono al gruppo, la bimba, per prima cosa, rimproverò l'ombrello, con sommo compiacimento del principe.

        — Tu sei fortunato ad essere rosa, lo sai, vero?, osservò, alquanto seccata dalla sua improvvisa diserzione.

      Mercuzio non mise bocca nella questione, ma rivolse un sorriso piuttosto eloquente al brutto giocattolo, come di chi ha vinto una scommessa. Si sentiva un passo più vicino a conquistare l'amicizia della lady: se per ottenerla avesse dovuto far fuori un parasole, non avrebbe esitato. Fu solo in un secondo momento che la piccola si accorse che Minky si trovava poco più in là, ma stretto da altre braccia, sottili come le sue. In un attimo il vampiro si ritrovò circondato: fra la bimba sulle spalle e le altre che si avvicinavano, esultanti, chiunque si sarebbe confuso.

        — Mr. Minky! Guarda, zietto! E' lui! E' lui!, gridava l'una da una parte.

        — È troppo carina!, le faceva eco una ragazzina, dall'altra.

      Il principe rivolse a tutte un sorriso cordiale —anche a quella che era rimasta indietro, quasi invitandola a farsi avanti. Era affascinato dalla compresenza di tutte quelle fanciulle: c'era un che di bellissimo e di gioioso in ognuna di loro. Era forse nel paese dei balocchi? Si sentiva coinvolto nel profondo da quella situazione, quasi ne fosse uno strambissimo giudice.

      — Scusate, mie care, esordì, affabile e galante come era solito essere. La sua voce era flautata, incantevole come miele che cade su altro miele, e gli dava una certa autorevolezza. — La mia piccola amica, qui, ha smarrito il suo orsacchiotto: il valoroso mr. Minky. Sareste così gentili da restituirglielo? Era molto preoccupata per lui.

      E, mentre diceva queste parole, fece scendere la bimba dalle spalle, così che le altre potessero ammirarla... a patto che le restituissero l'orsacchiotto, era ovvio.

    CITAZIONE
    Passiva: Dono di Malkav (malia legata alla parola).
     
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    Due ragazze si stavano dirigendo verso di loro.

    E’ troppo carina!

    Esclamò una di loro. Naturale: Arya era uno dei gioielli della sua mamma; ne aveva tanti… di gioielli, non di bambini carini.
    Adesso avrebbe potuto averne però… non quanto lei, certo…
    Ma quel tizio puzzolente, quello che doveva sposare sua madre, proprio non le piaceva…
    Mentre Lero piagnucolava, inveendo contro il suo alto amico, quest’ultimo la ripose al suolo.

    La mia piccola amica, qui, ha smarrito il suo orsacchiotto: il valoroso mr. Minky. Sareste così gentili da restituirglielo? Era molto preoccupata per lui.

    Ci puoi giurare, occhi belli.
    Le dispiaceva un po’ non torreggiare più sul resto del mondo, ma presto – forse – avrebbero potuto giocare al totem di nuovo: un totem di persone bellissime…!
    Le sue gambette, però, non ebbero il tempo di riacclimatarsi con la gravità, perché una delle signorine la travolse per spupazzarla.
    E quando uno ti abbraccia, se non puzza di sigarette o rabarbaro, l’unica cosa che puoi fare è ricambiare!

    Una volta ho fatto un pupazzo di neve che amava i caldi abbracci!
    Disse candidamente la bambina.
    La neve non era vera, perché lì non nevicava mai - noia -, ma quell’esserino stortignaccolo era simpatico!

    Poi levò gli occhi al di sopra della spalla spupazzante…
    Sei un angelo?
    Era l’unica spiegazione sensata per quella fanciulla: bionda, biondissima che più bionda non si può e occhi blu e sprofondevoli che facevano luccichio-luccichio…!
    Anche se i vestiti non avevano granchè di angelico…
    Sai volare anche tu come Lero?

    Quando si parla del diavolo possono apparire diverse cose: fiamme, fulmini, carte da gioco e…
    Arya-tama! Lero≈ Le signorine sono state tanto gentili da portarle il suo orsacchiotto, lero≈
    …zucche.

    Distolse lo sguardo con riluttanza, ma, questa volta, doveva prestare ascolto al suo ombrello: la ragazza che custodiva Mr. Minky era poco distante.

    La indicò: “Mio.

    Si accorse che la detentrice del suo cavaliere peloso aveva dei capelli bianchi come il latte della colazione, e si rivolse alle due fanciulle più vicine.
    La vostra amichetta ha visto il signor S.?
    Arya-tamaaaaaaaaa! Non lo nomini, lerolero≈≈! Porta sfortuna!lero≈! Cioè… non volevo dire, lero… solo cose belle, lero≈ sì, sì…
    La zucca si guardò intorno con fare circospetto, avvicinandosi alla sua padrona.
    Coooooomunque…! Non posso partire senza il mio orsacchiotto primo! Devo andare a Ce…Ce…
    Fece una pausa imbarazzata: odiava la geografia… i nomi erano difficili e antipatici!
    Cestiglia! Devo andare a Cestiglia per cercare il mio papino!

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    QM point! èOé

    Eccoci qua! Siamo quasi alla fine della scena nel Pentauron! Penso uno o due turni… :)
    Scadenza: 7 Gennaio.
    Passive attive: Carineria, Naso Pizzuto e Cotton Candy (descritte brevemente al turno precedente)
    Passive subite: Aura di charme (Sarah) e Dono di Malkav (Mercuzio)

    P.S: Il signor S. è una figura folkloristica del Pentauron :guru:

     
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    " La mia piccola amica, qui, ha smarrito il suo orsacchiotto: il valoroso mr. Minky. Sareste così gentili da restituirglielo? Era molto preoccupata per lui."
    Non ci volle molto che le presenti si accorsero la presenza di un'altra persona, un ragazzo. Sarebbe stato impossibile non notarlo, soprattutto quando prese la parola. Difficile capire il perché, ma sembrava incredibilmente bravo a farsi ascoltare, tanto da esercitare un certo fascino. Nivea fu quella maggiormente colpita da lui e le dispiacque persino un po' non aver ancora restituito l'orsacchiotto alla bambina.
    Intanto Sarah e Lisa allentarono un po' il loro abbraccio, mentre l'abbracciata si volse verso la principessa.
    " Sei un angelo?"
    La fanciulla rimase un attimo in silenzio al sentire un simile complimento. Cioè, non era la prima volta che qualcuno le diceva una cosa del genere, ma era la prima che si sentiva felice a sentirlo, anziché a disagio o imbarazzata. Beh, probabilmente doveva trattarsi della situazione: un conto era che glielo dicesse una bambina innocente, un altro che parole simili venissero da uno scocciatore che voleva provarci con lei.
    " Sai volare anche tu come Lero?"
    Avrebbe voluto dirle che lo era e che sapeva volare, ma purtroppo non era così.
    " Non credo..."
    Rispose, un po' dispiaciuta di aver probabilmente deluso la piccola.
    " ...però se vuoi posso provare a fare un po' come loro."
    Intanto Nivea le consegnò l'orsacchiotto, dicendo che non aveva mai incontrato qualcuno con un nome simile.


    " Coooooomunque…! Non posso partire senza il mio orsacchiotto primo! Devo andare a Ce…Ce…"
    Fece un attimo una pausa.
    " Cestiglia! Devo andare a Cestiglia per cercare il mio papino!"

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    Dove? No, non si ricordava di aver sentito mai un nome del genere. Che fosse una città famosa per la produzione delle ceste? No, non le sembrava che su Endlos scegliessero i nomi delle località con simili criteri.
    Così, mentre Nivea le consegnava l'orsacchiotto, dicendo che non aveva mai incontrato qualcuno con un nome simile, la biondina cercò meglio nella propria memoria. Tuttavia la soluzione migliore le sembrò semplicemente chiedere delle delucidazioni.
    " Non credo di conoscerla. Per curiosità, dove si trova Cestiglia? Nel Pentauron o in un altro presidio?
    Poi le venne in mente qualcosa di più importante.
    " Ma soprattutto c'è qualcuno che ti accompagna? Non so, questo ragazzo è per caso un tuo parente o una specie di amico?"
    Insomma, il pensiero che una bambina stesse viaggiando da sola, la faceva preoccupare un po'.
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    L'incontro tra le bimbe fu quanto di più tenero potesse immaginare: si strinsero, condividendo un lungo e candido abbraccio. Mercuzio rimase a guardare, stupito da tanto trasporto. A pensarci bene, le piccole non si conoscevano, e non avevano nemmeno motivo di scambiarsi un affetto così sincero. Dedusse, quindi, che doveva essere un messaggio in codice con cui riconoscevano l'una le bellezze dell'altra. Le bimbe di Endlos, ne era quasi certo, si facevano i complimenti così.

    Oh!, sussurrò, meravigliato da quella stessa scoperta.

    Si sarebbe volentieri unito a quella bolgia di braccia e corpicini; purtroppo, nel momento in cui prese la decisione, era già troppo tardi. L'abbraccio si sciolse davanti ai suoi occhi verde-oro. Non gli rimase che sospirare, agognando anche lui una qualche forma di tenerezza. Forse lo consideravano troppo cresciuto, ma avrebbe fatto ricredere tutte loro: sapeva essere molto infantile. E poi aveva sempre adorato i bambini, a parte quelli deboli e piagnucolosi come Hamlet, che era meglio picchiare.

    Coooooomunque…! Non posso partire senza il mio orsacchiotto primo! Devo andare a Ce…Ce…, sbottò Arya di un colpo, tartagliando per recuperare la parola mancante. — Cestiglia! Devo andare a Cestiglia per cercare il mio papino!, concluse, trionfante, mentre il maltolto le veniva restituito.

       — Non credo di conoscerla. Per curiosità, dove si trova Cestiglia? Nel Pentauron o in un altro presidio?, domandò a sua volta la biondina, cercando di capire dove fosse situata la fantomatica Cestiglia.
      Mercuzio, da parte sua, era arrivato nel semipiano da pochissimo, e non aveva assolutamente idea che un luogo del genere esistesse, figurarsi di dove si trovasse. Quel nome buffo, poi, non aiutava affatto. Quindi fece finta di nulla, almeno finché la ragazzina non lo tirò nuovamente in ballo:

    Ma soprattutto c'è qualcuno che ti accompagna? Non so, questo ragazzo è per caso un tuo parente o una specie di amico?

    Niente di tutto questo, mia lady. Non sono né un parente né un amico., disse, intervenendo nella discussione come se fosse stato interpellato direttamente.
    Io sono un Principe.

    Asserì, non tradendo un attimo di esitazione. Nessun galateo, invero, lo costringeva a fare una cosa del genere, ma era certo che nelle favole che aveva letto qualche volta — distrattamente, a dire la verità — funzionasse così. E non aveva la benché minima intenzione di tirarsi indietro.
    E scorterò lady Arya a costo della vita, questo è certo!, esclamò, permettendosi la licenza di una piccola, cavalleresca esagerazione.

    CITAZIONE
    Passiva: Dono di Malkav (malia legata alla parola).
     
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