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*-Chikuyugi-*.
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" Non credo...però se vuoi posso provare a fare un po' come loro.”
“Potrei prestarti Lero, mi piace quando voliamo!”
Al che, l’ombrello non sapeva se rattristarsi che la bambina volesse darlo via o rallegrarsi per aver ricevuto un complimento; ovviamente, optò per la seconda, svolazzando trionfante vicino alla padroncina.
Poi, per un attimo il semipiano si fermò: era ben giusto lasciare assaporare alla bambina l’anelata riunione.
Paradiso di morbidezza addobbato da un nobile fiocco rosso, quell’orsacchiotto, Mr. Minky, era il suo migliore amico da sempre: bene inteso, ne aveva a frotte di pupazzi e le fila si ingrossavano ad ogni capriccio.
Una volta aveva preteso – e ottenuto – il maialino esposto nella vetrina di una pasticceria rinomata in tutto il Pentauron; ora l’unica cosa che suggeriva le sue origini era il suo nuovo nome: Lady Pompi, perché quel tiramisù le era piaciuto proprio tanto.
Ma… comunque, Mr.Minky era fatto di una pasta diversa: era come le caramelle alla fragola!
Accoccolandosi al suo tesoro ritrovato, si accinse a spiegare la storia del Signor S, il Principe di Halloween, che in occasione della sua festa graziava la regione con dolci e caramelle e, contemporaneamente, la terrorizzava nella Danse Macabre.
" Non credo di conoscerla. Per curiosità, dove si trova Cestiglia? Nel Pentauron o in un altro presidio? “
Ecco, quello era un problema…
L’ombrello, che era sbiancato di paura durante il racconto di fantasmi, riprese animo:
“Lero≈ Arya-tama si riferisce a Chediya, deve essersi confusa, lero≈ ”
L’interessata, nel frattempo, aveva abbassato la testa in maniera imbarazzata, mormorando qualcosa sospettosamente simile a “ Non mi piace la geografia…”
“Arya-tama intende raggiungere la Dama Azzurra, lero≈ Così potrà richiedere una divinazione, lero≈ ”
" Ma soprattutto c'è qualcuno che ti accompagna? Non so, questo ragazzo è per caso un tuo parente o una specie di amico?"
“ Niente di tutto questo, mia lady. Non sono né un parente né un amico. ”
“N-non siamo amici? Waaah”
Gli occhi della bimba si velarono di lacrime, stemperandosi in un colore simile al miele, ed Arya si voltò speranzosamente verso le altre ragazze, stringendo a sé l’orsacchiotto.
“Noi siamo amiche, vero? ”
Lero, ormai, aveva rinunciato a ripeterle che l’amicizia richiede normalmente una presentazione e tacque, guardando con disapprovazione l’uomo che aveva fatto piangere la sua padrona.
Uno a uno, palla al centro.
“ Io sono un Principe. E scorterò lady Arya a costo della vita, questo è certo!”
La ragazzina, con gli occhi ancora umidi, fissò Mercuzio con uno sguardo leggermente perso, gli si avvicinò e disse con fare a metà tra la meraviglia e il confabulatorio:
“Davvero? Allora conosci anche… una principessa? Me la presenti? ”
Come non detto…Come fa un povero ombrello a vincere così? Iniziò allora a fare strada.
“ Lero≈ Sarebbe d’uopo dirigersi verso i cancelli, lero≈ ”
Chissà verso quali guai sarebbe trotterellata la signorina… non vedeva l’ora, lero≈
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Così il luogo non si chiamava Cestiglia, ma Chediya: era stato il brutto ombrello a rivelarlo.
— Ah! E' tutto più chiaro., asserì Mercuzio, annuendo. Ora era sicuro: non aveva assolutamente idea di dove stessero andando.
A quanto pareva, la loro missione era cercare una tale signora che abitava lì e chiederle una divinazione. Certo, pensò, "Dama Azzurra" sembra proprio il nome di una vecchia ciarlatana da quattro soldi... e a Mercuzio, per dirla tutta, le streghe e le sibille non piacevano granché. A Liberty le faceva frustare finché la pelle non si staccava e le loro schiene non schiumavano sangue: oh, les beaux jours!
A interrompere queste divagazioni fu la disperazione di Arya, che credeva di essere stata allontanata dal suo cuore. — N-non siamo amici? Waaah!, esclamò, piangendo e volgendosi alle altre bimbe, in cerca di approvazione. Mercuzio giurò che l'ombrello lo stava guardando male, ma lui non capì da dove provenisse tanta disapprovazione. Le donne piangono sempre, specie quando le lasci: non c'era mica da farne un dramma. Terminò la frase con eleganza, recuperando in pieno l'affetto della piccola e facendo spallucce a Lero, come a dire: "troppo facile".
— Davvero? Allora conosci anche… una principessa? Me la presenti?
— Una sola?, esclamò Mercuzio, ridendo. — Ne ho conosciute molte, sai? Giusto pochi giorni fa prendevo il tè con la principessa di un'isola volante. Se te la presentassi, lei ti amerebbe di certo.
Fece una pausa, incamminandosi mentre offriva la mano alla sua piccola amica. Amava raccontare storie, così si preparò a intrattenere le compagne di viaggio.
— Ha una cascata di capelli di rame. Ma aspetta, non è l'unica cosa: in essi sono intrappolate perle di rugiada, così che sembra che emani una luce nella quale ti riscaldi. I suoi occhi sono foglie verdi, ogni tanto le vedi tremare... e la sua pelle è bianca come i fiori delle piante che chiamano campanellino...
E ne avrebbe avuto da lì a Cestiglia, probabilmente.CITAZIONEPassiva: Dono di Malkav (malia legata alla parola).. -
." Noi siamo amiche, vero?"
Le tre ricevettero come una scossa quando la videro con le lacrime agli occhi, mentre chiedeva conferma della loro amicizia. Contraddire una creaturina sull'orlo del pianto era difficile e loro non avevano la ben che minima intenzione di farlo. Anzi, erano al settimo cielo di essere già considerate come tali.
" Ma certo che lo siamo."
Disse Lisa, anticipando le altre due, mentre Mercuzio spiegò di essere un principe, per poi rispondere alla piccola che conoscesse anche diverse principesse.
" Se è per questo... aglia!"
La povera ancella spostò il piede schiacciato da quello della collega.
" Scusami, non lo ho fatto apposta."
Eccome se lo aveva fatto di proposito: sapeva benissimo che Nivea avrebbe continuato con "... ce ne hai una davanti" e ciò non sarebbe stato un bene. Sin da quando erano arrivate su Endlos avevano deciso di tenere nascosto che Sarah fosse una principessa e fino a quel momento ci erano riuscite. Tuttavia capelli candidi aveva una discreta propensione a rivelare ingenuamente o impulsivamente particolari che dovevano rimanere segreti, perciò dovevano essere tutti pronti a fermarla ogni volta che arrivava su Endlos.
Nel frattempo Sarah sospirò, ripensando allo scopo del viaggio di Arya.
Sebbene non credesse più nella Dama Azzurra, né intendesse rimanere al suo servizio, decise di aiutare la bambina. Non le costava niente farlo e poi se voleva solo una divinazione, non pensava che ci sarebbero stati particolari problemi; sempre se l'alfiere accettava di darle una mano.
" Se vuoi posso accompagnarti. Conosco abbastanza bene Chediya."
In fondo lo faceva solo per Arya, no?
" Ah, adesso che ci penso, non ci siamo ancora presentate. Mi chiamo Sarah."
" Lisa."
" Io Nivea.". -
*-Chikuyugi-*.
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La nostra minuta eroina accettò felicemente l’aiuto che le era stato offerto e, come imponeva la sua educazione, rispose di rimando alle presentazioni con una piccola riverenza.
Dopo le gentili rassicurazioni delle sue nuove amichette, la bambina prese per mano Mercuzio e il gruppetto si incamminò verso i cancelli.
Prima di raggiungerli, tuttavia, la piccola ritenne necessario mettere via le cose importanti: così aprì la borsetta che portava e vi ripose il redivivo orsacchiotto e il suo ombrello, dopo un numero di proteste ininfluenti.
I suoi compagni di viaggio avrebbero potuto trovare strana quell’operazione, ma non se ne preoccupò.
Continuò ad ascoltare di buon grado i racconti del Principe - era stato a Laputa? Aveva volato su un grifone? Drusilia Galanodel era interessante come le era parso a lezione? - e ad interromperlo quasi ad ogni frase.
Giunti ai cancelli, i compagni di viaggio avrebbero potuto notare l’irrigidirsi di Arya – come se trattenesse il fiato – che si rilassò soltanto una volta attraversati gli stessi.
Dicono che sia pericoloso uscire dalla porta…
I Ran So Far Away - Part I
Fin∼
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A Puffin on the run |
