La ragazza della Luce

« E' un onore rivedervi, Lady Kalia.
La guerra è finalmente finita, e la pace è tornata sia su Endlos che su Endolas. »

Con un mite sorriso a ridisegnare la curva delle labbra rosse, la Dama Azzurra se ne stava al cospetto di Drusilia Zimmerwald, Principessa di un regno lontano -al di là del Maelstorm-, di cui ricordava bene le peripezie e i dolori: sapeva quante difficoltà l'albina avesse dovuto superare per fuggire dal dittatore che aveva provato a toglierle la sua libertà, il suo mondo, i suoi affetti, e persino la vita... E non riusciva nemmeno ad immaginare quale terribile dissidio interiore le avesse provocato doversi mettere contro la sua stessa gente pur di scongiurare una guerra ingiusta ed insensata.

« Mi spiace solo di non essere riuscita a fermare tutto con le mie sole forze. »
si rammaricò la fanciulla, rimirando il thè ambrato nella propria tazza
« Vi avrei evitato parecchie sofferenze. »


« Posso capire, come vi sentite... »
mormorò l'Alfiere Orientale, annuendo con un'ombra mesta sul viso

Ed era vero, perché -per un governante che ama il suo paese- ogni conflitto armato rappresenta di per sé una sconfitta già solo per il fatto di non essere riuscito a pervenire nessun'altra soluzione: la felicità o il malcontento di ciascun uomo onesto è una responsabilità che grava sulle tue spalle, il dolore di ogni vita segnata, spezzata o distrutta è nero che sporca le tue mani... così dovrebbe essere, per chi abbraccia il destino del Guardiano.

« ...perciò non vi dirò di non rammaricarvi.
Nessuna guerra è mai colpa di una sola persona, ma un sovrano non può fermarsi a questo. »
proseguì, col tono tranquillo ma solenne di chi esprime una verità amara
« Sicuramente sarà esistito un modo per fare di più o di meglio, e io stessa nutro il dubbio che se fossi intervenuta prima o con più audacia le cose sarebbero potute andare diversamente. »
confessò l'Alfiere in un mormorio, posando la candida mano su quella di Drusilia
« Per rispetto a tutti coloro che hanno perso e sacrificato molto, l'unica richiesta e promessa che possiamo offrire in pegno è che una simile sciagura non abbia più a ripetersi. »

Sollevando lo sguardo dalle loro mani strette, la Dama Azzurra cercò con gli occhi di zaffiro le iridi chiare e limipide della Principessa -ora Regina- di Endolas, e piegando le labbra rosse e morbide nella curva dolce di un malinconico sorriso, fece tutto quanto poté per apparire incoraggiante... nonostante il suo cuore sanguinasse ancora.

« ...perché questo sia possibile, la pace non è sufficiente.
Vorrei che ci fosse amicizia. »

« Un'alleanza, voi dite? Ma certo! »
la risposta giunse pronta, e l'albina si alzò in piedi con una mano sul cuore
« Lady Kalia, per me sarebbe un onore e una gioia poter stringere un'alleanza con Voi. »

Nel vedere l'entusiasmo della giovane Drusilia, la Dama Azzurra non poté che restare per un momento abbagliata dalla luce che brillava dentro di lei: la neo-Regina di Endolas era la speranza per un futuro di armonia e concordia per il proprio mondo e anche per il suo...

E, proprio per questo, Kalia sentì il dovere istintivo e materno di dimostrarle la sua amicizia fornendole non solo fiducia e appoggio, ma anche la propria esperienza, perché gli animi più puri sono quelli più predisposti ai peccati di ingenuità... ma non è mai giusto biasimarli, quando nessuno prende a cuore il compito di trasmettere loro la saggezza.

« La gioia che leggo nel tuo viso e nel tuo cuore è il dono più prezioso che potessi farmi... »
esordì con sincerità, guardando la fanciulla con affetto
« ...ma un'alleanza -come ogni legame- va costruito a piccoli passi, senza fretta, e con l'impegno di tutti. »
con voce delicata, abbassò il capo, pensierosa
« Parla con i tuoi sudditi, chiedi il loro consenso... e dì loro che, se volessero attraversare nuovamente i portali -stavolta in pace-, l'Est li accoglierà sempre come amici. »

« Lady Kalia, mi presento: il mio nome è Farore, e sono la Dea di Endolas. »
una nuova luce si accese nei suoi occhi, e la Drusilia di Endolas non fu più la stessa
« Il nostro popolo ha già accettato di stringere un'alleanza con l'Est
per riscattarsi dalle atrocità che hanno commesso in tempo di guerra. »
seguitò a spiegare Farore, fugando tutti i dubbi della Dama e stringendole le mani
« Questa è la loro volontà... nonché la nostra. »

Nella calda e radiosa luce di quel sorriso, la linea delle labbra ben disegnate di Kalia assunse una curva più mite e commossa, e l'Alfiere Orientale sentì venir meno ogni incertezza; se tale era il desiderio delle genti di Endolas, allora l'Est l'avrebbe condiviso... perché il perdono -e non le punizioni- sono la medicina in grado di risanare le ferite che le bassezze dell'umana natura sono in grado di compiere.

Certo, perdonare non è facile, così come -d'altronde- non lo è redimersi, e certe cicatrici non si cancellano mai davvero, ma -talvolta- anche solo la volontà di affrontare quell'irto percorso insieme può far nascere un miracolo: basta un pensiero che infonda coraggio, la presenza di qualcuno al nostro fianco in un lungo sentiero periglioso, lo stringersi di due mani che portano le cicatrici delle avversità della vita... allacciate in un nodo gentile, così come lo erano le loro in quel momento.


« Sentire questo mi rincuora, Lady Farore,
e quand'è così, non ho più remore o dubbi... »
rispose la Dama Azzurra dopo un momento
« L'alleanza tra i nostri regni nasce oggi:
che possa essere lunga e felice. »