Prigionieri del Metallo

Buio.

E non è un modo di dire: non appena tentate di allontanarvi, scatta un blackout. Poco importa se siete in grado di muovervi comunque al buio senza destar sospetti, o magari siete pronti ad usare metodi alternativi per risolvere la situazione: uno dei vostri protetti -probabilmente l'Ambasciatore- batte la gamba contro qualcosa.

Spaventato, si porta le mani davanti alla bocca per non lanciare urletti, e il rumore prodotto dalla ferraglia urtata è quasi impercettibile, ma il nemico se ne accorge comunque.

In quegli attimi di panico avreste potuto maledire le tempistiche o chi -quasi certamente vostro alleato- avesse avuto l'idea geniale di far partire le luci proprio in quell'istante... ma di una cosa potevate esserne certi: eravate involontariamente diventati testimoni di un furto, ed i ladri difficilmente vi avrebbero lasciato in vita. Soprattutto Grifis che, dopo averli incontrati in passato, non si sarebbe certo fatto dissuadere dall'idea che non li avrebbero più fatti uscire da quella prigione di metallo.

Qualcosa come il rumore di una porta accompagnato da dei passi vi suggerì la loro posizione e, girandovi, nella penombra li avreste visti uscire da una porta. Cosa architettavano? Nulla di buono, comunque.
Mentre vi concedete pochi attimi per riflettere, la proposta di Lancelot è chiara: se non li inseguite voi, saranno loro a dar filo da torcere dopo.

Fu una rapidissima successione di colpi, la loro. Prima l'onda d'urto, poi un attimo di stasi, infine il contrattacco: il Falco tentò invano un'astuta mossa che, se fosse andata a buon fine, avrebbe congelato entrambi i loro nemici. Peccato che da loro si dipanò una successione di onde psion che spezzò l'avanzata del ghiaccio quel tanto che bastava per far superare ai fuggiaschi l'area d'azione di quella magia. Ai successivi attacchi -il fendente di Grifis e la luce del Sommo- tentarono ripetute schivate che tuttavia non si dimostrarono sufficienti. La valigetta che stringevano con cura cadde per terra, rovesciandone il contenuto: provette di sangue, contenitori con liquido grigiastro e barattolini con brani di carne.

Presi alla sprovvista da quello sgradito inconveniente, i due -ancora in corsa- scelsero di attaccare nuovamente; fu così che il gigante lanciò al gruppo degli Alleati un'altra onda d'urto psion identica alla prima, mentre la bambina si gettò per terra a raccogliere il suo piccolo tesoro. Ingoiò per intero le provette una ad una, come anche i contenitori ed i barattoli, prima di riprendere la fuga in braccio al colosso pieno di cicatrici, che intanto aveva aperto una parete che collega all'esterno.

Perchè correre ancora in cerca di porte quando puoi creartele da solo?

Idiota.

Il Falco cadde, perdendo i sensi. Distrutto dalla fatica, dalla spossatezza per gli enormi -forse eccessivi- sforzi con cui aveva tentato di fermare il nemico, cadde in un sonno privo di sogni e fu fortunato in un certo senso nell'essere circondato da alleati. Altrimenti sarebbe potuta giungere la fine.

-Oh, povero picci-pucci!- cinguettò l'Ambasciatore, preoccupato per le sue condizioni. In realtà non lo era per niente, ma si divertiva a recitare la parte della crocerossina -Lance, dici che ce la farà?

Una scrollata di spalle da parte del Cavaliere lo fece sospirare come una principessa timorosa dello stato del suo principe azzurro, ferito ad una giostra o chissà... magari combattendo un drago.

-Oh, qual dolore vedere un così bel viso immobile! Che orrore pensare che una così graziosa creatura abbia rischiato la morte!

Preso da quella pantomima, si avvicinò all'Ushabiti, accarezzando il corpo dell'elfo con movimenti affettuosi.

-Lascia che ti aiuti, prode golem! Permettimi di condividere con te questo peso.

E lo fece, lo fece eccome... si mise alle spalle e lo sostenne in modo che non cadesse. Spingendo con le manine sui glutei del guerriero. Oh, quelli si che erano belli! Da troppo desiderava sfiorarli... ed a quanto ne sapeva, anche la sorella non aveva resistito, durante un combattimento.
Drusilia monella <3

Andiamo.

Laciando andare i fuggiaschi, si diressero verso l'uscita, ma giunse qualcos'altro ad interrompere la loro marcia. Contrattempi, maledetti contrattempi! Questa volta, però, la situazione era un pelino più seria di quanto ci si potesse aspettare; non appena varcarono la soglia che li separava dall'uscita, si ritrovarono circondati da un gruppo di soldati in divisa nera. Non sembravano amichevoli, e puntavano loro contro delle armi.
I Governativi.

All'arrivo del nemico, bastò uno schiocco di dita del Sommo per provocare una violenta reazione da parte del colosso di pietra che trasportava il Falco dormiente. Con un colpo di spalla se ne liberò e nulla potè il povero Quarion che, nel tentativo di prenderlo fra le braccia, capitombolò insieme a lui sotto il peso dell'armatura. Inaspettatamente, lanciò gridolini eccitati (segno quantomai evidente che si era fatto malissimo).

Lancelot, so che sei stato appena liberato, ma se avessi voglia di sgranchirti un po’ contro questi soldati sarebbe sicuramente cosa gradita.
Il mio costrutto da solo dovrebbe bastare, ma nessuno è mai morto di prudenza.

L'invito del Magister e la momentanea indisposizione del compagno di gilda spronò il Cavaliere del Lago ad intervenire, dunque sguainò prontamente la spada affinchè facesse il suo dovere e rimarcasse colpo dopo colpo il significato della parola "esecutore" con cui tutti lo indicavano.
Infondo, non era un appellativo comune o banale per un Cavaliere Celeste.

Nella furia della battaglia, lentamente il numero di individui ammassati in quella carneficina prese ad aumentare e ben presto sia Lancelot che il golem si trovarono circondati da cadaveri in veste nera ed un copioso ed eterogeneo gruppo di samurai e cavalieri: nei volti di alcuni, Lancelot riconobbe amici. La Resistenza era giunta a salvarli... loro erano gli Alleati.

-Non abbiate quegli sguardi, compagni- disse uno di loro, il volto sorridente. Un sorriso amaro, tuttavia una liberazione necessaria a ciò che avevano appena affrontato -Il Palazzo del Governo è stato espugnato!

Alla richiesta dell'Antico, quello che doveva essere il capo del piccolo gruppo di resistenti giunti a loro, rispose con un lieve cenno d'assenso. Gli occhi a mandorla vagarono sui presenti, notando comunque che l'elfo non era il solo a riportare ferite: anche un uomo dai capelli turchini sembrava messo abbastanza male, nonostante non sembrasse soffrirne più di tanto.

-Spero che ci siano delle limette: ho le unghie tutte rovinate!

Levando un braccio ad indicare di seguirlo, l'uomo sembrò ignorare le frasi al vento dell'Ambasciatore, giovanotto dai lineamenti femminili e totalmente alieni rispetto ai nativi della sua terra, per di più con uno strano piccione appollaiato sulla spalla. Pensandoci, poteva benissimo aver battuto la testa e, considerando i lividi ed i tagli che portava su tutto il corpo, non gli era andata nemmeno troppo male.

-Continuate in quella direzione ed uscite da Sequerus. Appena fuori troverete un campo dove medicare il vostro compagno.

Non ci sarebbe stato bisogno di presentazioni: un elfo, un lich e due uomini dai tratti somatici sicuramente diversi a quelli dell'Ovest sarebbero apparsi ai loro occhi come palesi dissidenti del Governo ormai in rovina, dunque parte della Resistenza. Nessuno avrebbe fatto troppe domande, piuttosto curato e confortato i feriti come solo un popolo che per anni ha vissuto di stenti, ingiustizie e sofferenza sapeva fare. E così sarebbe finita la loro missione: una volta ripresi non avrebbero perso tempo per tornare prima al Presidio Errante e poi, per Lancelot, Quarion e Poppy, memori di quella brutta vicenda e uniti come mai in quel passato di sofferenza, al Presidio Orientale dalla loro Dama Azzurra.