Il Giullare e la Regina

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    Si dice che su Endlos gli dei non esistano, perché il Maelstrom svilisce e nobilita senza distinzione, eppure... quando gli occhi di uno straniero si posano sull'Est, non importa da dove egli provenga o quale credo abbracci la sua filosofia, perché in quel luogo sembrano concentrarsi tutte le benedizioni: ammantata dal verde di una primavera imperitura, baciata dal sole e cullata dal Canto del Vento -che tesse il proprio incantesimo di armonia tra le sue genti- la valle di Chediya è quanto di più vicino al paradiso una mente umana potrebbe concepire.

    Ma gli umani non sono le sole creature che popolano le strade delle sue ricche e fiorenti città, perché per volontà sovrana della Dama Azzurra tutte le razze sono le benvenute, e un lavoro di integrazione durato secoli ha reso possibile il concretizzarsi dell'utopia: gli orgogliosi Spiriti Silvani, i burloni del Piccolo Popolo, i cocciuti Figli delle Rocce sotto le montagne, le mutevoli Genti della Laguna, gli Scienziati di Garwec, i popoli Nomadi dellAltopiano... anche qualche orco e minotauro, sebbene più rari.

    Incontrate persone di ogni tipo per le stade della capitale, e l'incantesimo che il vento intesse sulla valle sotto forma di canzone sembra rendere tutti estremamente sereni e simpatici anche nei confronti di una straniera in visita come te; solo Sylvanas continua a conservare la sua indole schiva, e anche se accettare che un carro vi offra un passaggio fino al castello -meglio così che arrivarci a piedi-, finite per fare un giro panoramico della città.. anche se l'Elfa pare proprio avere una gran fretta di condurti a destinazione.

    La Capo-Ranger non è certo tipo da improvvisarsi guida turistica, ma quando -lungo la strada- passate davanti a dei grossi edifici dall'aria importante, fa lo sforzo di spiegarti brevemente cosa sono: uno è la Grande Biblioteca di Palanthas -sede di un importante ordine di sapienti e studiosi-, l'altro è la Caserma di Taldor -dove i giovani aspiranti Cavalieri vengono addestrati nel corpo ed istruiti sull'Antico Codice-, e l'ultimo è l'istituto di Miséricorde -dove bimbi e ragazzini sono allevati ed educati per trovare il loro posto nel mondo.

    Sei nel cuore palpitante della città quando il carretto si ferma davanti alle doppie porte delle mura esterne del castello, spalancate in un muto gesto di accoglienza, che invita senza timore, e mentre i tuoi occhi si soffermano sulla coppia di guardie -giovanotti in armatura non tanto più grandi di te-, la Custode di Fanedell li supera dicendo di avere udienza presso l'Alfiere e ti fa cenno di seguirla; i due, si limitano a farsi da parte, augurandovi una buona giornata.

    Percorrendo il viale che attraversa i rigogliosi giardini in fiore, decorati con gusto ed eleganza da siepi scolpite, fontane zampillanti, e bellissime statue di marmo, raggiungete il cortile interno e varcate la soglia del Maniero; l'interno è arredato con un'eleganza sobria, e sono principalmente i fiori -freschi e profumati- a farla da padrone, rallegrando gli ampi anditi e le ricche stanze.

    Paggi e servitori sembrano molto impegnati, mentre -invece- la sorveglianza armata è piuttosto bassa: l'aria pacifica che domina la città sembra al suo culmine tra queste mura, e i lunghi minuti di tragitto già bastano ad allontanare ogni ricordo dei pericoli e delle cattiverie del mondo... come se ci si fosse smarriti in uno di quei reami felici che si trovano solo nelle fiabe dell'infanzia.

    Svoltato un angolo, tu e la tua guida vi immettete in un ultimo corridoio, fiancheggiato da armature complete -simulacri di ferro di varie epoche e foggia- che sembrano vegliare sulla via che conduce alla Regina a cui i loro padroni già dedicarono la vita; anche qui, le doppie porte della Sala del Trono sono spalancate in segno di benvenuto, perciò... non resta che percorrere gli ultimi metri.

     
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    1° Capitolo



    La foresta di Fanedell e tutti coloro che ne dimoravano erano ormai alle spalle. Passata ormai qualche ora il sole aveva fatto capolinea nel cielo splendendo sulle case di Chedilya.
    Tutto appariva meraviglioso agli occhi della giovane Jester di cui i campanelli sulle due punte del copricapo giullaresco tintinnavano scossi dal vento. La ragazza aveva fin dal primo momento amato quel luogo e la cosa che la colpiva di più era la varietà. Quella valle incantata brulicava di vita. Personaggi più o meno strani di razze diverse ne invadevano le strade, vi erano delle botteghe d'ogni genere e i vicoli erano pieni zeppi di gagliardi giovincelli che si divertivano con le differenti attività. Il Giullare non aveva mai visto niente di simile fuori all'accademia Hunter. Solitamente le diverse popolazioni se ne stavano per i fatti loro o si facevano la guerra per motivazioni pari a quelle dei bisticci di bimbi e quel posto pacifico riempiva il cuore della giovane di pura gioia.
    La mezza Selvatica non scambiò troppe parole con la sua guida. Sylvanas, un'elfa dalla folta chioma dorata che le incorniciava il viso da cui brillavano incredibili iridi smerldine.
    Alle due donne venne offerto un passaggio ed esse accettano di buon grado. Jester fece un sospiro di sollievo quando salì sul carro. Era contenta di poter far finalmente riposare i piedi. Durante il viaggio la giovane si ritrovò ad ammirare i lineamenti dolci della Capo-Ranger i suoi tratti e le sue movenze le donavano quella leggiadra bellezza tanto comune fra gli angeli. Nonostante questo l'espressione seria dell'Elfa tradiva quell'apparente quiete, dandole l'aria pensierosa di una persona preoccupata da qualcosa. Jester se ne accorse tuttavia quando ella si voltò verso la giovane, la Strega della Luna abbassò gli occhi. E in subordine tutti i pensieri volarono lontani dalla sua mente.
    Mano mano che la meta si avvicinava Sylvanas le indicava diversi edifici parlandogli, qualche volta, della loro storia. La mezza Selvatica pendeva dalle sue labbra con avidità cercando di non sprecare nulla di quel che l'Elfa diceva.
    Ben presto il viaggio finì e le due si ritrovarono difronte ad un imponente castello i cui portoni erano sorvegliati da due guardie. Questi non erano altro che giovanotti. Essi sembrarono illuminarsi alla vista dell'Elfa ma si limitarono a augurarle buona giornata. Questa, schiva come sempre, sembrò non badarci e si limitò nel dire che aveva udienza con l'Alfiere. Il Giullare fece un piccolo inchino prima di seguire la sua guida in quella lussuosa residenza.
    Quando fu dall'altra parte la Strega della Luna era sbalordita. Non credeva ai suoi occhi, difronte ad ella giardini rigogliosi traboccanti di piante in fiore le aprivano la via verso la Dama Azzurra. Questa era colei che, si sperava, avrebbe risposto alle domande del Giullare e forse anche rivelato verità nascoste. Finito il viale le due entrarono nel castello inondato dal profumo delicato dei fiori.
    La ragazza saltellò per i corridoi seguendo la sua guida. Quando arrivò difronte a quella che doveva essere la sala del trono,senza pensarci due volte, la pazzerella vi entrò spedita. Senza alzare il volto fece una profonda riverenza e salutò i presenti, ma non avendo guardato poteva benissimo non esserci nessuno. La giovane parlò con voce chiara e argentina con un po' di paura non essendo mai stata alla presenza di una regina...

    -Em... Buona Giornata ai presenti,
    Naturalmente anche a quelli assenti...-

    Fece una pausa

    -Jester mi potete chiamare,
    Eh... be' sì, sono un Giullare.
    Fare la vostra conoscenza
    E' per me una gran bella esperienza!-


    Jester trattenne il respiro emozionata com'era. A parer suo era stata educata e cortese. Quindi in teoria non avrebbe dovuto aver grane. Fu così che finalmente si decise ad alzare il viso per vedere ciò che la circondava...
     
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    Gli occhi di zaffiro scivolarono con attenzione e senza fretta sulle righe vergate in inchiostro nero del dispaccio: si trattava di una comunicazione di ordinario servizio ricevuta dai suoi funzionari, e sebbene chiunque al suo posto non avrebbe potuto far a meno di trovar noioso tutte quelle notifiche mai rilevanti o degne di nota sul raccolto, il bestiame e le piccole attività delle Sette Sorelle -le più grandi città della Valle del Vento-, la Dama Azzurra traeva sempre una gioia materna nell'informarsi sulle quiete giornate di quei “figli” che abitavano il Presidio.

    In fondo -per come la vedeva lei-, il fatto che fosse una sovrana voleva dire solamente che molte persone facevano affidamento su di lei come loro guida e punto di riferimento, e che -pertanto- il suo impegno nel prendersene cura dovesse rasentare la dedizione assoluta... e quando noioso è sinonimo di serenità e assenza di problemi, in cuor suo ella gioiva di quel tedio.
    Perché voleva dire che tutti stavano bene.

    L'eco della Risonanza la avvisò che uno dei suoi Fratelli fosse entrato nel raggio delle sue percezioni, e indovinando che si trattasse di Sylvanas -l'unica che soleva di tanto in tanto presentarsi al suo cospetto per fare rapporto sul Bosco di Fanedell-, attese che la raggiungesse approfittandone per completare la lettura degli aggiornamenti. Quando udì una vocetta sconosciuta librarsi fino all'alta volta della vasta sala circolare, Kalia rimase sorpresa... e per più di una ragione.

    -Em... Buona Giornata ai presenti | Naturalmente anche a quelli assenti...-
    salutò la nuova arrivata, saltellando all'interno e inchinandosi
    -Jester mi potete chiamare | Eh... be' sì, sono un Giullare.
    Fare la vostra conoscenza | E' per me una gran bella esperienza!-


    Davanti alle doppie porte spalancate stava una fanciulla in abiti da guitto: non l'aveva mai vista prima, quindi fu piuttosto sicura che non fosse di quelle parti, ma... a lasciarla attonita non era stato certo il suo abbigliamento allegro e colorato, né tantomeno la curiosa abilità bardica con cui sembrava venirle naturale parlare sciorinando versi; ciò che aveva catturato lo sguardo blu della castellana era qualcosa che trascendeva la realtà dei sensi -fisici o spirituali che fossero-, e si trattava di una situazione in cui si era già ritrovata di recente.

    « Tranquilla, Kalia. Fa sempre così. »
    esordì il leader dei Falchi di Fanedell, facendo ingresso nella Sala
    « Hai un po' di tempo per noi...? »

    Non era la prima volta che una persona con il Marchio della Luna si presentava al suo maniero accompagnato da un Arcano... ma prima che la Dama Azzurra riuscisse a mettere ordine nei pensieri, le due si scambiarono un'occhiata, e mentre quella dell'Alfiere risultò sulle prime un poco smarrita e interrogativa, lo sguardo eloquente della Ranger bastò a farle capire che non era quello il momento di parlare.
    Non di
    quello, per lo meno.

    « Oh, ma... certo: volentieri...! Accomodatevi...! »

    Riscuotendosi dalla sopresa e dai mille pensieri che esse le aveva suscitato, la Signora dell'Est rivolse un sorriso gentile alla ragazzina mentre già si levava con grazia dal suo scranno per ricambiare l'inchino del Giullare con una riverenza; poi, discese i tre gradini che sopraelevavano il trono e con passi calmi e misurati -che rendevano elegante il suo incedere- le si fece incontro.

    « Benvenuta nelle mie terre e nella mia casa, piccola Jester...! »
    salutò la Castellana, irradiando una dolcezza molto materna
    « C'è qualcosa che posso fare per te? »

    « La ragazza è alla ricerca di qualcuno... »
    anticipò Syl, poggiata a un colonna con le braccia conserte e l'aria di chi non vuol saperne nulla
    « ...ma sarebbe meglio che glielo spiegassi di persona, Jester. »

    Quell'uscita la lasciò -nuovamente- dubbiosa, ma questa volta Kalia non riservò all'amica Elfa più di un'occhiata; l'attenzione dei suoi occhi blu zaffiro e la serena benevolenza del suo sorriso erano tutte per la giovane straniera vestita da Giullare.

    jpg
    « Parla pure liberamente e... »
    la esortò gentilmente la Dama Azzurra, muovendo un cenno ad un paggio defilato
    « ...ti andrebbe di fermarti per il thé? »

     
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    2° Capitolo



    La sala dall'atmosfera calda e accogliente era di una magnificenza e un'eleganza unica, tuttavia quando Jester alzò lo sguardo la cosa che la colpì non furono né i fiori né il trono. Quello che impressionò il Giullare fu la donna che aveva il titolo di Dama Azzurra. La Regina di quel luogo si presentava come una ragazza dai lunghi capelli azzurri che risplendevano su una pelle di porcellana.
    La giovane fu estasiata da così tanta bellezza, un fascino unico del tutto diverso da quello selvaggio, ma altrettanto soave, di Sylvanas e Aisha.
    Per un secondo gli occhi scuri di Jester si persero in quelli blu zaffiro della Regina. Ma ben presto la giovane fu riportata alla realtà dalle parole del Capo-Ranger...

    « Tranquilla, Kalia. Fa sempre così. Hai un po' di tempo per noi...? »

    La Dama Azzurra e la custode della foresta di Fanedell si scambiarono delle occhiate e Jester capì che fra le due doveva esserci un legame molto forte, infatti quelle donne non avevano bisogno di parlare per comunicare. I loro sguardi erano già per loro dei conduttori d'informazioni. La dama dalle iridi blu rispose con dolcezza all'Elfa...

    « Oh, ma... certo: volentieri...! Accomodatevi...! »

    Dopo queste parole la sovrana di quel luogo incantato e pacifico fece una riverenza e scese con grazia i tre gradini posti sotto al trono. Quest'azione sconvolse il Giullare che istintivamente, senza farsi notare, portò la mano destra alla tasca dei pantaloncini a strisce gialle, rosa e blu dove teneva le sue "carte da gioco".
    La mezza Selvatica non riusciva a capire per quale motivo una regina si dovesse abbassare al livello di un suo sottoposto o addirittura di uno sconosciuto. Jester guardò di sottecchi Lady Sylvanas appoggiata ad una colonna che non sembrava affatto sorpresa dal comportamento della dama. In quel preciso momento Jester sbiancò. Se l'avessero voluta attaccare non ce l'avrebbe fatta. Il Giullare si domandò per quale ragione avrebbero dovuto farlo tuttavia non ne ebbe il tempo.
    La Regina con passi leggeri si avvicinava alla Strega della Luna che portò una mano in tasca rilassandosi al contatto con la lama fredda di una delle sue carte. Nel caso estremo avrebbe venduta cara la pelle. La sua barriera di diffidenza si frantumò alle parole della castellana...

    « Benvenuta nelle mie terre e nella mia casa, piccola Jester...! C'è qualcosa che posso fare per te? »

    Il Giullare non rispose e si limitò a guardare gli occhi zaffiro della donna, in suo aiuto però venne l'Elfa che parlò con voce forte e chiara...

    « La ragazza è alla ricerca di qualcuno... ma sarebbe meglio che glielo spiegassi di persona, Jester. »

    Le guance del Giullare si accesero come il fuoco e immediatamente tirò la mano fuori dalla tasca e la strinse a pugno senza distogliere lo sguardo da quelle pozze blu brillanti. La Strega della Luna si diede mentalmente della stupida, solo perché era vissuta con un popolo sanguinario non voleva dire che tutte le persone erano tali e la sua amica non che mentore Kora glielo aveva dimostrato in più si un'occasione. La giovane tirò un sospiro di sollievo e la Dama Azzurra le fece una proposta molto allettante...

    « Parla pure liberamente e ti andrebbe di fermarti per il thé? »

    Jester si calmò e tornò nuovamente docile come una gattina. Ora che ci pensava un bel thé le andava proprio. Annuì e arrossì visibilmente, poi sollevata dal permesso della Regina cominciò a parlare...

    -Sono alla ricerca di una persona
    Kora Lewis, Hunter che suona!
    D'accademia è fondatrice
    E del male è mietitrice!
    E' una vampira dagli occhi verdi
    Ma se s'arrabbia sono d'un oro in cui ti perdi!
    Costei è scomparsa
    e non più apparsa!
    Lei mi sa per caso dire
    che traccia io posso seguire?-


    Chiuse un secondo i suoi occhi simili a due buchi neri che al momento rivelavano tutta la malinconia a quei ricordi poi li riaprì sorridendo in modo dolce e infantile. Dopo di che si voltò un secondo verso l'Elfa e lo sorrise facendole un cenno della testa a mo' di ringraziamento. Senza di lei non sarebbe mai potuta arrivare fin lì e le dispiaceva di aver dubitato della sua buona fede...
     
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    Dapprima, Jester parve irrigidirsi un poco per la diffidenza e la preoccupazione, salvo poi cedere ad un accesso di timidezza che le imporporò le lisce guance di fanciulla; quando estrasse la mano dalla tasca, Kalia la vide stringerla a pugno -quasi tremante nella tensione dei muscoli-, e dette in un sospiro prima di rilassarsi un poco e iniziare il suo racconto.

    -Sono alla ricerca di una persona Kora Lewis, Hunter che suona!

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    « . . . »

    -D'accademia è fondatrice | E del male è mietitrice!
    E' una vampira dagli occhi verdi | Ma se s'arrabbia sono d'un oro in cui ti perdi!-


    La Luna. Ancora lei. Al suono di quel nome, la Castellana non poté evitare che un moto di sorpresa le sbarrasse gli occhi blu e le schiudesse le belle labbra rosse; la giovane Jester aveva dunque avuto modo di conoscere anche la Bestia del Sangue...?

    -Costei è scomparsa | e non più apparsa!
    Lei mi sa per caso dire | che traccia io posso seguire?-


    C'era qualcosa che si agitava all'ombra dei in meccanismi in movimento della Corte, qualcosa che ne alterava i ritmi e i risultati... un'anomalia, e alcuni degli indizi portavano a lei, che aveva barattato la salvezza di un città col proprio silenzio, e di cui ben due protetti -individui Marchiati col suo emblema- erano giunti alla ricerca. Poteva Kalia, che del Destino era araldo al pari dei suoi Fratelli, credere che fosse tutto solo una coincidenza...? No davvero...

    Alle spalle di Jester, un paio di paggi apparecchiarono un tavolino pieghevole con una tovaglia bianca lavata di fresco, e vi deposero sopra le porcellane del set da thé, un paio di guantiere di biscotti, e una fragrante torta al limone -una creazione dell'Alfiere di quella stessa mattina-; poi, si congedarono dalla Regina con un inchino e si lasciarono alle spalle la Sala delle Udienze mentre la ragazzina chiudeva gli occhi scuri in un istante di mesta e assorta riflessione.

    jpgAnche se al momento di riaprirli svelò un sorriso dolce,
    la Dama non seppe trattenersi dal deporre una carezza sul capo del Giullare.


    « Conosco la donna che chiami Kora... »
    confessò Kalia, mentre il viso d'angelo tradiva una certa amarezza
    « ...e ti racconterò quello che so, ma... »
    delicatamente, la donna prese le mani della ragazzina nelle sue
    « ...sarebbe il caso che ti sedessi. »

    Non era certo intenzione della Castellana spaventarla, ma -in coscienza- non poteva neppure far finta che non sapesse nulla o che la situazione non fosse grave; parlare della Corte a chi non vi apparteneva era sempre sconvolgente, e anche se i Marchiati della Luna non erano persone comuni, Jester sembrava così giovane... Non l'avrebbe lasciata sola ad affrontare la verità.

    « Non sarà piacevole... »

     
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    3° Capitolo



    Gli occhi color zaffiro della castellana si riempirono di stupore alle parole di Jester che sorrideva rapita dall'entusiasmo. Quando la donna dai lunghi capelli azzurri parlò la mezza Selvatica saltò quasi dalla felicità...

    « Conosco la donna che chiami Kora... »

    Gli occhi della giovane erano sfavillanti e il cuore le tamburellava nel petto a ritmo frenetico. La ragazza si ripromise che non appena avrebbe saputo dove la sua amica vampiretta fosse nascosta sarebbe corsa da lei.
    Non vedeva l'ora di riacciuffarla e riempirla di botte. Sì, proprio così! Il Giullare desiderava ardentemente tirarle quei meravigliosi capelli biondi e farla volare fuori da una finestra al settimo piano. Questo per il semplice fatto che era scomparsa senza avvisarla. Quella birbante prima le parlava di educazione e poi se ne andava senza salutare, bah!
    Tuttavia le successive parole della Dama Azzurra non furono altrettanto incoraggianti...

    « ...e ti racconterò quello che so, ma... »

    Quando la Regina pronunciò "ma" Jester capì che c'era qualcosa che non andava. D'altro canto la ragazza non lasciò che l'euforia che la invadeva crollasse, dopo anni di ricerche vedeva finalmente uno spiraglio di luce. Prima di parlare la castellana prese le mani della mezza Selvatica e questa sorrise dolcemente per invitarla a continuare...

    « ...sarebbe il caso che ti sedessi. »

    Jester annuì e continuando a tenere la donna dai lunghi capelli per una mano saltellò dirigendosi verso il tavolo che avevano apparecchiato un paio di paggi poco prima. Mentre il Giullare ammirava la tavola bandita di varie leccornie, tra cui ammirò una torta farcita al limone, svolazzarono per la stanza le ultime parole della Regina...

    « Non sarà piacevole... »

    Al suono melodioso di quella voce la mezza Selvatica sorrise e prima di sedersi si girò verso la castellana a cui teneva ancora una mano. Si stupì di tutta la dolcezza e anche dell'amarezza di cui il suo profondo sguardo blu era carico.
    I suoi lineamenti delicati catturarono l'attenzione di Jester che ne rimase incantata. La Strega della Luna inclinò la testa di lato e un tenero arco si disegnò sulle sue labbra. La giovane usò la mano libera per prendere una lunga ciocca azzurra tra le dita. L'ammirò per un secondo e poi lasciò spazio alle parole...

    -Qualunque cosa lei mi dirà
    Il mio pensiero non cambierà!-

    Si rigirò i capelli della castellana fra le dita...

    -La ringrazio davvero tanto
    Averla conosciuto sarà per me vanto!-

    La guardò nuovamente negli occhi

    -Non si preoccupi e mi dica tutto
    Così che la mia ricerca porti buon frutto!-


    Jester finì la frase lasciando la ciocca e la mano della Regina girando poi sui tacchi raggiante di gioia. La giovane si mise seduta come le aveva consigliato poco prima la Dama Azzurra e ammirò lo splendido dolce sulla tavola. Infine guardò Sylvanas che era stata in disparte per tutto il tempo e si chiese per quale motivo non parlasse...
     
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    Nonostante la forza d'animo che vide nel sorriso gentile della fanciulla e nel suo sguardo entusiasta, il tenero cuore della Regina non riuscì a trovare quel compito meno gravoso... perché è sempre difficile dover dare cattive notizie a qualcuno, specie quando si tratta di una creaturina energica e solare; tuttavia, non poteva sottrarsi a quell'onere, perché quando le parole possono ferire più di un coltello, è necessario mostrare la mano ferma di un chirurgo. E si trattava di qualcosa che solo lei poteva fare.

    Saltellando disinvolta, il Giullare si avvicinò al tavolino tenendo sempre la Castellana per mano, e -voltandosi indietro- rimase a fissarla con gli occhi scuri, imperturbabile... con una maturità e una calma che sembravano eccedere i suoi verdi anni.

    -Qualunque cosa lei mi dirà | Il mio pensiero non cambierà!
    La ringrazio davvero tanto | Averla conosciuto sarà per me vanto!-

    dichiarò la piccola, prendendo tra dita sottili una ciocca dei capelli azzurri della Dama
    -Non si preoccupi e mi dica tutto | Così che la mia ricerca porti buon frutto!-

    Quando la sua ospite si accomodò sulla seggiolina, Kalia trovò nei modi volitivi della ragazzina la forza per riscuotersi dall'ansia e la tristezza in cui quella situazione oscura e misteriosa era capace di gettarla ogni volta che vi volgeva il pensiero, e -raggiungendo a sua volta il tavolinetto- ritrovò la fermezza e la determinazione per affrontare la faccenda a mente fredda; innanzitutto: le buone maniere.

    « Vediamo di cominciare con ordine... »
    esordì, servendo a Jester una tazza di thè con una grossa fetta di torta, e sedendole difronte
    « ...tu credi nel Destino, Jester? »

     
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    4° Capitolo



    La voce della Dama Azzurra risuonò melodiosa nella stanza riscuotendo Jester dai suoi pensieri...

    « Vediamo di cominciare con ordine... »

    Jester osservò la gigantesca fetta di torta che gentilmente le veniva offerta dalla Castellana e la sua mente venne trascinata lontano da tutto il resto. Prese il cucchiaino e si fiondò sul dolciume, come aveva pensato era una vera prelibatezza. Era soffice e la fragranza al limone era delicata e forte allo stesso tempo. Il Giullare era in estasi...

    « ...tu credi nel Destino, Jester? »

    La mezza Selvatica guardò la Regina e sgranò un po' gli occhi. Non si aspettava una domanda del genere, fortunatamente aveva la risposta. Si pulì la bocca con un tovagliolo e dandosi un contegno accavallò le gambe assumendo una posizione più dignitosa. Prima di parlare si concesse un secondo per trovare le parole giuste, la donna che aveva difronte era pur sempre una Regina...

    -Io non credo nel destino
    Ma nella coincidenza d'ogni mattino.
    Una visione Machiavellistica
    Dove la Fortuna non è mistica.
    Il destino è una coincidenza
    E strade ne abbiamo più che a sufficienza.
    Credo che il Destino sia il Fato
    Che non è ancora disegnato.
    Il Fato è la Fortuna
    E cambia per ognuna
    Fattori possono essere la Natura
    "Per modificarla è cosa dura"
    Ma un altro è anche l'Ingegno
    Più ne hai e più si sottomette la Fortuna senz'impegno!-


    La Strega della Luna sorrise enigmatica, spiegare una cosa così complicata in versi non era molto semplice. Sperava che la filastrocca non risultasse ermetica alla dolce Dama.
    In teoria aveva solo detto che non credeva nel Destino ma che le condizioni d'ogni giorno fossero dettate dalla Fortuna intesa come coincidenza e con l'ingegno le persone potevano modificarla. Naturalmente fattore importante di ciò era anche la Natura che era il caso d'ogni singolo per esempio razza e diritti di nascita ecc...

    Edited by Jester - 6/1/2014, 02:24
     
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    All'udire la sua domanda, la ragazzina sollevò il faccino dalla fetta di fragrante torta al limone contro cui si era gettata all'arrembaggio, e -appuntando lo sguardo nel suo- sgranò con sorpresa gli occhioni vivaci e intelligenti; parve rifletterci su un istante, poi si pulì la boccuccia con un tovagliolo, si raddrizzò contro lo schienale, e prese la parola.

    -Io non credo nel destino | Ma nella coincidenza d'ogni mattino.
    Una visione Machiavellistica | Dove la Fortuna non è mistica.
    Il destino è una coincidenza | E strade ne abbiamo più che a sufficienza.-

    esordì la fanciulla – e, forse, quella sua visione semplificava un poco le cose
    -Credo che il Destino sia il Fato | Che non è ancora disegnato.
    Il Fato è la Fortuna | E cambia per ognuna-

    sciorinò ancora la sua ospite, prima di concludere con un sorriso ambivalente
    -Fattori possono essere la Natura | "Per modificarla è cosa dura"
    Ma un altro è anche l'Ingegno | Più ne hai e più si sottomette la Fortuna senz'impegno!-


    Quando il fraseggio dell'ospite si fu concluso, Kalia si prese un momento per ordinare le idee, pesare le parole, e scegliere il bandolo di quell'ingarbugliata matassa da cui cominciare a filare la storia di quella folle faccenda.

    « Per molti versi è come dici tu, piccola Jester: non esiste un futuro già scritto...
    Il Destino è qualcosa che si determina in base alla scelta delle persone e alla casualità degli eventi, e per le infinite variabili che da queste nascono, può cambiare ad ogni istante.»

    iniziò serafica la Dama, rimirando la superficie ambrata della propria tazza di thè
    « ...eppure, a volte, capita che qualcosa alteri questi meccanismi naturali, e le conseguenze che si dipanano da quel gesto possono portare a stravolgimenti disastrosi. »
    gli occhi di zaffiro si levarono ad incontrare quelli del Giullare con delicata fermezza
    « Un solo chicco di riso può squilibrare la bilancia. Una scelta sbagliata può sconvolgere interi mondi... e quando queste situazioni di emergenza si verificano, gli agenti del Destino operano dietro le quinte per cercare di mettere le cose a posto. »

    Fissandola con intensità, la Regina fece una pausa per permetterle di ponderare sulla cosa.

    jpg
    « La persona che cerchi, quella che tu chiami Kora Lewis, è una di questi agenti. »

     
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    5° Capitolo



    La Castellana dagli occhi zaffiro sembrò esitare un attimo prima di parlare come se dovesse riordinare le idee. Jester non disse nulla e aspettando la risposta addentò un biscotto al cacao che era deposto in un piatto di ceramica al centro del tavolo. Poi ascoltò la melodiosa voce della Regina mentre si gustava una tazza di buon thé...

    « Per molti versi è come dici tu, piccola Jester: non esiste un futuro già scritto... Il Destino è qualcosa che si determina in base alla scelta delle persone e alla casualità degli eventi, e per le infinite variabili che da queste nascono, può cambiare ad ogni istante... eppure, a volte, capita che qualcosa alteri questi meccanismi naturali, e le conseguenze che si dipanano da quel gesto possono portare a stravolgimenti disastrosi. Un solo chicco di riso può squilibrare la bilancia. Una scelta sbagliata può sconvolgere interi mondi... e quando queste situazioni di emergenza si verificano, gli agenti del Destino operano dietro le quinte per cercare di mettere le cose a posto. »
    Dopo una breve pausa come per dar il tempo al Giullare di seguire il concetto la donna continuò...

    « La persona che cerchi, quella che tu chiami Kora Lewis, è una di questi agenti. »

    Poco ci mancò che Jester non sputasse tutto il thé. Ingoiò cercando di non darlo a vedere e infine scoppiò in una risata portando una mano alla bocca. La Strega della Luna sapeva quanto la sua amica Kora fosse speciale ma non si aspettava che fosse un "agente del Destino". Cercò di darsi un contegno e sorrise amorevolmente alla Dama Azzurra...

    -In dubbio non lo metto
    Quella pazzerella io l'affetto!-

    Portò i gomiti al tavolo tenendosi il mento con le mani con aria sognante...

    -Ed ora dove si trova,
    Può dirmi dove ella si muova?-


    La ragazza inclinò la testa di lato mentre le sue labbra si inclinavano in un sorriso genuino e pieno di speranze. Jester non si sentiva più così vicina alla sua amichetta da anni e poter avere sue notizie le pareva un sogno che quasi la intimoriva...
     
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    Come prevedibile, alla rivelazione della Dama Azzurra il Giullare scoppiò in una fragorosa risata; dopotutto, quale persona avrebbe potuto prenderla sul serio sentendole raccontare una storia del genere? Di certo non in molti, specie se estranei alla loro Famiglia ma... chissà: i protetti della Luna non erano mai persone comuni.

    -In dubbio non lo metto | Quella pazzerella io l'affetto!-
    ...difatti, la fanciulla parve accettare quelle informazioni senza proteste o illazioni
    -Ed ora dove si trova | Può dirmi dove ella si muova?-

    ...ed eccoli arrivati alle dolenti note: mentre contemplava con iridi di zaffiro gli occhi trasognati della giovane, la Castellana si lasciò sfuggire un mesto sospiro.

    « Beh... so che suonerà strano, ma... si è nascosta in un sogno:
    non c'è un luogo in cui sia possibile raggiungerla o trovarla - ed ella si mostra di rado. »

    affermò l'Alfiere, immalinconendosi a quel pensiero
    « Per lungo tempo non abbiamo saputo cosa l'avesse spinta ad abbandonare tutto: le poche informazioni lasciavano pensare che le fosse successo qualcosa di brutto, e che per il dolore si fosse rinchiusa da sola da qualche parte, ma... »
    le dita bianche che le riposavano in grembo si serrarono con forza sulla stoffa dell'abito
    « ...di recente abbiamo scoperto che le cose potrebbero non stare proprio così; tuttavia, quello che siamo riusciti ad apprendere è solo che qualcuno ha ordito un inganno per isolarla, imponendole di non parlare di lui con nessuno. »
    le labbra rosse si serrarono in una linea sottile, e gli occhi cerulei si abbassarono intristiti
    « Come se non bastasse, non abbiamo assolutamente indizi su chi sia lui. »

    Un nuovo sospiro le evase dal petto morbido, e un'idea -una speranza- si fece largo tra i suoi pensieri:
    la sua presenza lì poteva essere un segno o solo una coincidenza?

     
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    6° Capitolo



    La Regina si lasciò sfuggire un sospiro preoccupato e a Jester sembrò quasi vederla irrigidirsi. Tuttavia il Giullare non disse nulla e trattenne il fiato aspettando le prossime parole della Dama Azzurra, pronta a memorizzare ogni nozione...

    « Beh... so che suonerà strano, ma... si è nascosta in un sogno:
    non c'è un luogo in cui sia possibile raggiungerla o trovarla - ed ella si mostra di rado. Per lungo tempo non abbiamo saputo cosa l'avesse spinta ad abbandonare tutto: le poche informazioni lasciavano pensare che le fosse successo qualcosa di brutto, e che per il dolore si fosse rinchiusa da sola da qualche parte, ma... di recente abbiamo scoperto che le cose potrebbero non stare proprio così; tuttavia, quello che siamo riusciti ad apprendere è solo che qualcuno ha ordito un inganno per isolarla, imponendole di non parlare di lui con nessuno. Come se non bastasse, non abbiamo assolutamente indizi su chi sia lui. »


    Jester ascoltò ogni parola, ogni sillaba con evidente avidità mentre il suo database personale si riempiva di quelle nuove informazioni. Quando ne capì il significato la mezza Selvatica serrò le labbra e strinse forte gli occhi per poi riaprirli mentre calde lacrime le inumidivano le guance. Tuttavia non era un pianto di tristezza o disperazione, assolutamente no! Si trattava di gioia egoistica. Finalmente la mezza Selvatica avrebbe potuto aiutare la sua Kora-Chan, così che questa si trovasse in debito con lei e dopo anni avrebbe accettato di combattere seriamente in un duello.
    La Strega della Luna alzò lo sguardo che splendeva di una luce furbetta ed eccitata. Non le importava che si trovasse in un sogno o all'inferno, l'avrebbe trovata. Le sue iridi scure incontrarono quelle oceaniche della Castellana e la giovane sorrise raggiante...

    -Non si preoccupi lo troverò
    Ancora come non lo so
    Mi dica cosa posso fare
    Così che io possa collaborare!-


    Jester frugò nelle tasche e armeggiò un pacchetto di fazzoletti finché non ne estrasse uno. Era importante portarne sempre qualcuno con sé per eventuali necessità. Purtroppo era un po' bagnato, dato che la sera prima era stata trasportata da un "portale sotto fontana" fino a giungere ad un fiume in una foresta. Dettagli.
    Jester non era così serena da molto tempo e già stava decidendo come cercare e punire quella persona tanto cattiva che aveva dato fastidio alla sua vampiretta. A quel pensiero un'espressione quasi sadica e compiaciuta le si disegnò in volto. Certo non si poteva dire che quella ragazza avesse tutte le rotelle al posto giusto...

    Edited by Jester - 8/1/2014, 12:42
     
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    Immersa in un attento silenzio, la ragazzina prestò ascolto ad ogni parola della Dama Azzurra, e quando la sua voce si spense, ella vide che il Giullare aveva calde lacrime che le cadevano dagli occhi e le rotolavano sulle guance.

    Naturalmente, Kalia non potè indovinare i suoi pensieri, ma ne comprese lo stato d'animo - e la cosa la intenerì: i bambini della Luna (Abel, Owl, Drusilia, Adam, Miaka, e la stessa Jester) erano legati a lei come ad una madre, e saperla in difficoltà destava forte in loro il desiderio di proteggerla, ma... sentimenti così violenti rischiavano di rivoltarglisi contro;
    dopotutto, era stato questo a far cadere la Luna in quel sordido inganno.

    Con sua sorpresa, però, alla Castellana sembrò che la sua ospite stesse prendendo stranamente bene quella notizia: nessuno scatto, nessuna crisi... e, sebbene fosse quasi certa che il motivo fosse semplicemente il fatto che Jester non si rendesse pienamente conto di tutte le implicazioni correlate a quella situazione, Kalia se ne sentì sollevata.

    -Non si preoccupi lo troverò | Ancora come non lo so-
    con un sorriso raggiante, la piccola incatenò lo sguardo al suo
    -Mi dica cosa posso fare | Così che io possa collaborare!-

    l fatto che la fanciulla le stesse chiedendo indicazioni voleva dire che si fidava di lei, e che -almeno marginalmente- le avrebbe dato ascolto... e non si trattava certo di qualcosa da poco, tanto per il raggiungimento dello scopo comune, quanto per la sua stessa incolumità: l'Alfiere dell'Est ricordava ancora lo scambio avuto con la sua amica e collega Laputense su quanto importante fosse muoversi con cognizione di causa in tutta quella storia...

    Perché sentirsi indignati per quello che era accaduto alla Luna era lecito -in vero, quasi inevitabile-, ma la lungimiranza della Papessa -quella barriera invisibile che spesso si elevava tra lei e le vivide emozioni del suo cuore troppo tenero- non le permetteva di ignorare le conseguenze di un umorale moto di avventatezza: quanto disastroso sarebbe potuto essere andare allo sbaraglio contro qualcuno che era stato capace di mettere spalle al muro uno degli Arcani più potenti della Corte?


    jpg« Ti dirò che non sei la prima che incontro ad avere il Marchio della Luna, e... Poco fa hai detto che credi alle coincidenze, ma... Non ti sembra strano che le "persone speciali" di Kora si stiano radunando su Endlos? »
    chiese la Signora dell'Est, cercando di sorridere alla fanciulla che si soffiava il nasino
    « Sarà un ragionamento infondato, ma... la cosa mi spingerebbe ad una teoria: forse, dal momento che lei non può parlarcene, voi siete un suo messaggio... Magari avete visto o sentito qualcosa, o vi è stato lasciato qualche indizio: non lo so, ma...
    ...potrebbe essere una pista... »

    gentilmente, le porse un fazzoletto asciutto e -pensosamente- si mordicchiò un labbro
    « Perciò... ecco... saresti disposta a mostrarmi i tuoi ricordi...? »

     
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    7° Capitolo



    Jester notò che la Castellana sembrava sollevata dalla sue parole ma la giovane non ne capì il motivo...

    « Ti dirò che non sei la prima che incontro ad avere il Marchio della Luna, e... Poco fa hai detto che credi alle coincidenze, ma... Non ti sembra strano che le "persone speciali" di Kora si stiano radunando su Endlos? »

    Al sentire le parole Marchio della Luna la giovane sgranò gli occhi dicendosi che probabilmente la Dama Azzurra si confondeva con le Streghe della Luna. Tuttavia questo la fece rabbrividire, lei era molto diversa dalle altre componenti del suo popolo e neanche l'occhio più acuto avrebbe capito che ne faceva parte. Giungendo a questa conclusione pensò che doveva trattarsi di qualcos'altro, ma allora chi erano le altre "persone speciali"? La Regina sembrò non accorgersi del trambusto che affollava la mente della mezza Selvatica e continuò a parlare sorridendogli.
    'Wow se era bella!'

    « Sarà un ragionamento infondato, ma... la cosa mi spingerebbe ad una teoria: forse, dal momento che lei non può parlarcene, voi siete un suo messaggio... Magari avete visto o sentito qualcosa, o vi è stato lasciato qualche indizio: non lo so, ma... potrebbe essere una pista... »

    Il Giullare accettò il fazzoletto che le veniva gentilmente offerto dalla padrona di "casa" rimanendo ammutolita da tutte quelle nuove informazioni. Si chiese se non fosse stata veramente la sua Kora-Chan a mandarla in quel mondo e questo la riempì d'orgoglio. Se l'aveva chiamata si fidava di lei. Infine dopo un attimo di silenzio la Dama Azzurra si mordicchiò le labbra con evidente nervosismo e poi parlò...

    «Perciò... ecco... saresti disposta a mostrarmi i tuoi ricordi...?

    La mezza Selvatica si alzò dalla sedia di scatto con le mani sulla tavola allungandosi con il busto verso di lei e parlò con l'aria di una bambina che aveva scoperto un nuoco gioco...

    -Waaaaa!-
    Fece uno strilletto incredulo

    -Sai vedere nella mente?
    Davvero, veramente?! -


    La Strega della Luna fece un saltello di pura gioia infantile, poi si fermò di botto. Si stava scordando di una cosa importante. Fece mente locale...

    -Mmm... Ah! Me ne Dimenticavo una,
    Cos'è il Marchio della Luna?-


    La ragazza inclinò la testa di lato sorridendo in un modo davvero infantile, tenero e di scuse...
     
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    Assorta com'era nei fitti ragionamenti in corso nella propria mente, la Dama Azzurra si lasciò inconsciamente sfuggire più di qualcosa: non aveva notato lo stupore della giovane nel sentir menzionare il Marchio della Luna, né si accorse subito di aver saltato qualche passaggio nel suo discorso, omettendo una spiegazione anche sommaria di quel concetto dato per scontato; una svista certamente da poco, ma a cui non si può sfuggire quando si parla della Corte.
    jpg
    Dal canto suo, Jester era stata molto discreta a non interromperla per farglielo notare, restando ad ascoltarla finché non ebbe terminato, ma la reazione che ebbe subito dopo bilanciò ampiamente: con un'irruenza che la fece trasalire sulle prime, Kalia la vide balzare dalla sedia e far leva sulle braccia sottili per protendersi sul tavolo, contemplando con iridi di zaffiro i vivaci occhioni scuri della ragazza da una distanza davvero breve.

    -Waaaaa! Sai vedere nella mente? | Davvero, veramente?! -
    esplose allegramente la ragazzina, dopo aver trillato un urletto entusiasta
    -Mmm... Ah! Me ne Dimenticavo una | Cos'è il Marchio della Luna?-

    « Oh...! Scusami: ho scordato di dirlo...! »
    fu il primo commento della donna nell'accorgersi della svista
    « Il Marchio è un segno invisibile che la Luna mette su alcune persone per... »
    parve rifletterci con indecisione un istante prima di scrollare le spalle
    « ...beh, i motivi più diversi, ma solo noi -suoi Fratelli e Sorelle- possiamo vederlo.
    Credo sia un modo per dirci che siete sotto la sua protezione. »


    Ricambiò il sorriso di Jester e -sollevando la destra- elargì una lieve carezza gentile alla sua guancia eburnea con le dita affusolate.

    « Quanto all'altra domanda... ognuno degli agenti del Destino è associato ad una carta dei Tarocchi: quello di Kora è la Luna, la mia è quella della Papessa. La tradizione magica le attribuisce il titolo di "Custode dei Segreti", e forse è per questo che alcuni poteri mi permettono di cogliere le cose nascoste.»
    cominciò, cercando di esplicare quel concetto nel modo più semplice possibile
    « Non si tratta solo di guardare dentro la tua mente,
    ma di entrare nel tuo spirito e ripercorrere insieme a te i tuoi ricordi...
    Perciò non lo farò senza il tuo espresso consenso. »

    allora, però, la sua espressione si fece seria e preoccupata
    « Non è una cosa invasiva né dolorosa; in vero, non ti accorgeresti neppure di me, però...
    I ricordi sono qualcosa di intimo, quasi sacro, e devi pensarci molto attentamente.
    Se non desidererai condividerli, lo capirò. »

     
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