Arrocco

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    Nesrìn
    Persa fra i corridoi infiniti del Mastio, Nesrìn sospirò sollevata, lieta d’essersi infine lasciata alle spalle la seccatura che andava sotto il nome di Yoko. Se l’era tolto dalle scatole! Se l’era davvero tolto dalle scatole! Quasi non ci credeva! Quale liberazione!

    Per tutto il viaggio di ritorno quella fottuta Volpe non aveva fatto altro che romperle le balle, con i suoi noiosi e seccanti sproloqui da innamorato, e in più di un occasione la rossa era stata sul punto d’incenerirlo ... alle fiamme se quello era il compagno di Drusilia!

    È meglio tenerla all’oscuro di tutto, diceva. È la cosa più giusta da fare, ripeteva. Non sappiamo cosa potrebbe succedere se le rivelassimo ciò che abbiamo scoperto, insisteva imperterrito.

    Ma per favore! Si era forse bevuto il cervello?! L’Alfiere, la sua amica, rischiava di lasciarci le penne, e lei doveva starsene zitta?! Starsene senza far nulla ad aspettare che si consumasse la tragedia?! Ma nemmeno per idea! No, l’avrebbe avvisata, anche se questo significava fare a botte col suo fidanzato! La Dama del Vento aveva il diritto di sapere, la metadrago glielo doveva!

    Per la Fiamma, Drusilia le aveva salvato la vita e lei ora la ripagava così? Tacendole il triste e brutale destino che l’attendeva? Nossignore! Manco morta l’avrebbe ingannata in quel modo! E se per risparmiarle quella sorte ingrata e assurda se la sarebbe poi dovuta vedere da sola contro orde di nemici, o chissà cos’altro, non si sarebbe certo tirata indietro!

    D’altronde, s’era cacciata in guai ben peggiori ...
    Già, guai. Erano davvero guai quelli in cui si stava cacciando?

    Yoko e Saggi potevano benissimo essere solo un branco di paranoici, per quel che ne sapeva! Grandi esperti di magia, ma pur sempre paranoici! Un branco di fissati che stavano senza dubbio gonfiando la questione più del dovuto, non vedeva altre spiegazioni. Perché cercare d’aiutare un amico che di lì a poco rischiava di rimetterci la pelle, non poteva essere una cosa sbagliata!
    Quale pazzo potrebbe pensare il contrario?

    L’immenso portone che conduceva alla sala del trono, s’aprì tutto d’un botto.
    Nesrìn entrò di filato nella stanza, il fiato corto per la lunga corsa.
    Drusss- ... ?
    Urlò, ma le parole le morirono in gola.
    Vuoto. Il salone era vuoto.
    Drusilia non sedeva sul trono, dove la focosa s’aspettava di vederla.
    Si guardò in giro, la rossa, espressione perplessa e confusa dipinta sul viso dai tratti ferini.
    Forse è all’Albero-Casa.
    Sì, era una possibilità. Sarebbe andata a dare un’occhiata. Decisa a trovare l’Alfiere a tutti i costi, Nesrìn girò i tacchi e a passo svelto imboccò la strada verso l’uscita.

    ---

    Anima e corpo concentrati sulla missione da compiere, la figlia del fuoco giunse in un lampo di fronte al suo obbiettivo. Non perse tempo a ammirare la maestosità e la bizzarria dell’edificio - o albero, che dir si voglia - e si fiondò al suo interno. Corse a perdifiato lungo centinaia e centinaia di gradini, fino a raggiungere l’ufficio del Gran Maestro degli Aviatori.
    Drussilia!
    Urlò in preda al fiatone, spalancando la porta con una tale foga da rischiare quasi di scardinarla, certa che questa volta avrebbe trovato il grande capo ad attenderla oltre la soglia.
    Non fu così.
    Nesrìn si grattò testa con aria spaesata, insicura sul da farsi.
    E adesso dove la cerco? Per strada?!
    Ti pare se doveva cercare l’Alfiere per le vie di Laputa, al pari di un comune cittadino!
    Sospirò affranta. Uno sbuffo di fumo le sfuggì dalle labbra.
    Forse volando l’avrebbe trovata prima. Così non rischiava di perdere tempo prezioso.

    Annuì risoluta, mentre chiudeva la porta alle sue spalle.
    Poi giù di nuovo per le scale, verso gli intricati vicoli della Città Bassa ...

    ---

    ... e della Città Alta e dei Distaccamenti Industriali.
    Nulla.
    La cercò in lungo e in largo, ma di Drusilia non c’era traccia.
    E dire che l’aveva cercata proprio ovunque!

    Al Cappio di Bronzo (anche se lì c’era andata più per bersi una birra che per altro), al Santuario delle Spine e al Giardino dei Dimenticati: al cimitero, insomma. Aveva persino dato un occhiata alla Città del Riposo! Le Cripte Inviolabili, invece, le aveva escluse a priori. Drusilia non poteva essere così pazza d’avventurarsi in quel luogo tutta da sola! Al contrario di lei.
    Poi era passata al setaccio del Mercato, nella zona industriale, pieno di gente come sempre; aveva addirittura buttato un occhio al Porto, giusto perché era sulla strada ... e perché li era attraccata la Sbriciolacielo. Quella nave era uno spettacolo!

    Infine, la Città Alta si rivelò più ostica da ispezionare.
    Primo, perché c’erano un sacco di posti dove Drusilia poteva essere andata a curiosare. Secondo, perché ... stava facendo notte e Nesrìn cominciava ad accusare la stanchezza.

    Crollò a sedere su una panchina, avvolta nel verde, nervosa ed esausta.
    Merda.
    Esclamò esasperata. Come poteva aiutare Drusilia, se questa non si faceva trovare?
    Le sfuggì una fiammata.
    Avrebbe tanto voluto dare fuoco a quel giardino. Così, giusto per sfogare la tensione!
     
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  2. Dan Mihai Simion
     
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    L'aveva osservata per tutto il tempo.
    Dal suo naufragio nei ricordi di Romeo alla tragedia di Ecatl, occhi azzurri come il cielo estivo non avevano smesso di seguirla. Sapeva che non sarebbe bastato per lei quel viaggio fra onirico e tempi antichi, spirito caotico ed incontenibile come le fiamme che dominava, che i sentimenti l'avrebbero trascinata alla deriva, spingendola a fare scelte giuste per gli standard umani di amicizia, onore o vendetta, ma improduttive e deleterie per quello che era il Suo Grande Piano.

    Non si trattava soltanto di Drusilia, ma di ristabilire equilibri andati perduti da millenni.
    Da quella lunga avventura -iniziata per l'appunto da Lui- due fra le pedine prescelte avevano già iniziato a muoversi verso Laputa, una terza si era separata in attesa della Sua chiamata. Fu così che Adam, dall'eterno cielo in cui risplendeva, concesse all'isola volante un frammento della Sua Luce e Dan -fantoccio di carne a lui simile per aspetto e ed animato dall'Eremita stesso- apparve fra la foschia nascendo per l'ennesima volta. Nella mente i ricordi che il Serafita aveva scelto per quella precisa occasione, sulle labbra parole semplici, rassicuranti ed al tempo stesso ispirate.

    Nesrìn l'avrebbe visto passeggiare lungo il selciato come un normale passante, o per meglio dire come un Magister di ritorno alla propria dimora.
    Oltrepassando la figura della bella rossa, gettata di peso sulla panchina e visibilmente alterata, i lineamenti duri ed esasperati di chi era ormai al limite, il giovanotto dai capelli biondi si fermò di scatto, fissandola con sguardo curioso.

    Le si avvicinò, apparentemente ignaro di tutta la situazione.

    -So che non dovrei immischiarmi negli affari di una gentil donzella- la premessa fu importante, giusto per farle notare che non era lì per provarci, forse -Ma ha tutta l'aria di essere in difficoltà. Posso esserle in qualche modo d'aiuto?

    Sollevando lo sguardo su di lui, Nesrìn l'avrebbe visto sorridere pacifico, il volto angelico di chi sembrava realmente preoccupato per lei. In un certo senso, la sua espressione somigliava molto a quella che usava Drusilia quando si adoperava per confortare i suoi Aviatori nei momenti difficili.
    Inoltre non sembrava un nemico: nonostante potesse non averlo mai conosciuto come l'assistente di Yoko al Magisterium, era evidente che fosse un Magister: gli abiti eleganti, la giacca a quadri dai colori sgargianti, gli orecchini ed il pendente in pietre mistiche ne erano la prova più che evidente.

    -Il mio nome è Dan, felice di conoscerti.


    Scheda di Dan [link]
     
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    Nesrìn
    Magari avrebbe davvero dato fuoco a quel giardino sospeso!
    Così, giusto per schiarirsi un po’ le idee e, sì, forse anche per porre fine a quell’atmosfera fin troppo calma - quasi romantica, visto il sole ormai prossimo al
    tramonto - che ora stava sul serio iniziando a darle sui nervi!

    Perché, appunto, vedere il Presidio Errante tanto sereno e tranquillo, quando invece una reale minaccia - seppur ancora lontana (lo sperava proprio!) - stava per abbattersi su Laputa, sull’Alfiere, mandava in bestia la focosa. Nel vero senso della parola!

    Il drago scalpitava, moriva dalla voglia d’incenerire il responsabile di tutto quelle macchinazioni - a cui persino adesso la rossa faticava ad attribuire un senso - ai danni della Dama del Vento, ai danni di Drusilia: la sua amica.

    Già ... amica.

    Certo. Tanto amica che, nell’istante esatto in cui era entrata negli Aviatori, Nesrìn non aveva perso tempo a ignorare! Troppo impegnata a carbonizzare scheletri, abbrustolire - con pessimi risultati - giganti schiaffeggiatori, duellare - e perdere - contro colleghi Aviatori, e altre varie ed eventuali avventure, fra le quali l’affannosa fuga nel deserto da una Merovish in fiamme per aver liberato - per dovere o per capriccio, chissà - uno naufrago/schiavo qualunque; per non parlare, poi, delle vicissitudini nei mari dell’Undarm! Fra scontri con draghi interiori e mostri marini, se l’era davvero vista brutta!

    Epico! Proprio, ma proprio, epico ... ed egoista.

    Forse era colpa della dea fortuna, che si stava divertendo a metterla in difficoltà, a farle perdere la pazienza; o forse era solo colpa di qualcuno che - dall’alto dei cieli - desiderava vederla, se non morta, per lo meno in crisi. D’altronde, la focosa di nemici se n’era fatti a bizzeffe durante la sua secolare esistenza! Cacciarsi - e combinare - guai era il divenuto ormai il suo mestiere. Normale che ora qualcuno tramasse contro di lei per farle tirare le cuoia! O in questo caso, non farle trovare Drusilia.

    O forse era tutta questione di karma ...
    Oh, sì, ecco svelato l’arcano! Il fato voleva farla impazzire, ecco cosa!

    Questo, o la rossa era una vera frana nelle operazioni di salvataggio.

    In effetti, a parte far terreno bruciato di ogni ostacolo che si era parato di fronte al suo cammino, Nesrìn non poteva dirsi un’esperta in materia di buone azioni ... giacché preferiva risolvere i problemi con il fuoco, andando alla radice della “questione spinosa”
    per poi ridurla in cenere. Punto. Fine.

    Un metodo semplice ed efficacie con cui affrontare la vita, ma inutile quando non si ha la minima idea di chi o cosa sia il problema, ne di dove andarlo a scovare!

    Merda.” Imprecò fra sé e sé, seccata all’idea di dover aggiungere un altro “errore di calcolo” alla già lunga - kilometrica - lista.

    So che non dovrei immischiarmi negli affari di una gentil donzella.
    Eh?
    Strabuzzò gli occhi, Nesrìn, mentre alzava lo sguardo dal selciato e lo fissava sulle iridi celesti del biondo di fronte a lei.
    Ma ha tutta l'aria di essere in difficoltà. Posso esserle in qualche modo d'aiuto?
    Déjà vu. Lo conosceva?
    Sbatté più volte le palpebre, come a voler mettere meglio a fuoco la figura del magister.
    Il mio nome è Dan, felice di conoscerti.
    Dan ... din, don dan.
    No, no, no. Doveva restare concentrata!
    Perché conosceva quel tizio. Oh sì che lo conosceva! ... All’incirca.
    L’aveva incontrato quand’era nel ciondolo.
    In quella cattedrale e poi in quel mortorio di sala da ballo.
    Nessrìn.
    Rispose in tono meccanico. Frettoloso.
    Quale coincidenza! O era fortuna? Destino? O magari disgrazia?
    Non sapeva cosa pensare.
    Espressione corrucciata dallo stupore, la figlia del fuoco lo squadrò stranita.
    Ssto cercando Drussilia.
    Esordì con fare incerto.
    Cosa ci faceva quel tipo, lì davanti a lei?
    Era un fantasma del passato, o una mera illusione?
    Ssai dove possso trovarla?
    In ogni caso, chiedere non faceva male a nessuno.



    Edited by Cât - 8/1/2014, 20:17
     
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  4. Dan Mihai Simion
     
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    -Oh, so che la stai cercando.

    L'aveva vista.
    Aveva osservato ogni suo spostamento, ogni sensazione provata dal suo cuore indomabile ed al tempo stesso gentile. Infondo era Lui ad aver dato inizio a tutto: perfino il loro arrivo a Laputa e l'irascibilità della Metadrago erano ampiamente previste nei Suoi piani, stilati ancor prima che i protagonisti nascessero. Era per questo che aveva fatto coincidere il loro ritorno con la partenza della Dama del Vento.
    Era stato tutto calcolato, come sempre.

    -Apprezzo molto ciò che provi per lei. La fedeltà, l'amicizia... sono sentimenti davvero molto importanti e fanno di te una brava persona- Con nonchalance si accomodò sulla panchina dove sedeva anche la rossa, accavallando le gambe e sorridendole serafico. -Ma temo che non potrai trovarla, nè ora nè mai.

    jpg

    -A meno che non sia io a deciderlo.

    Affondò quella verità come un pugnale, l'espressione del volto ancora gentile e pacata di chi, in quel caso, discorreva piacevolmente con una bella fanciulla. Nessuno avrebbe avvertito la ben che minima minaccia provenire dalla sua persona... nemmeno Nesrìn.

     
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    Nesrìn
    Ecco, la battuta che il biondo rinfacciò alla focosa rientrava alla perfezione nella categoria “come scatenare le ire di una donna in una frazione di secondo.” Per la Fiamma, si conoscevano da cinque minuti scarsi e già erano ai ferri corti?! Senza che lei facesse nulla, poi! Strano, di solito era lei a dare inizio alle ostilità ... ma non è questo il punto.

    Parole ambigue, quelle del mago, pronunciate in tono tanto serafico e bonario da risultare quasi calorose, che - proprio per questa loro peculiarità - lì per lì manco destarono l’attenzione dalla rossa; forse perché addirittura accompagnate, fino a poco prima, da espressioni gentili ed educate - melense, in pratica - che bene o male finivano sempre con l’annoiarla ... Ora che ci pensava, che fosse tutto un trucco per tenerla buona? Riempire di moine il drago per confonderlo o farselo amico, forse?

    Comunque sia, fu solo quando il magister affondò la verità al pari di un pugnale, con quel sorriso così dolce da far persino paura, che Nesrìn si degnò d’ascoltarlo, occhi fuori dalle orbite dallo stupore. Dunque, in un gesto convulso, la figlia del fuoco s’allontanò di scatto dall’uomo che le si era seduto accanto, come se davanti a lei si fosse materializzata dal nulla una vipera pronta a morderla, e squadrò l’interessato con espressione adesso
    colma d’incertezza, sfiducia ... e rabbia.

    A meno che non sia io a deciderlo.” Cosa per la Fiamma voleva insinuare, quel damerino?!
    Era una minaccia, forse? O magari la stava mettendo alla prova, le stava lanciando una sfida? ... Che la stesse solo prendendo per il culo?! “Temo che non potrai mai trovarla, ne ora ne mai.” Le diceva, con quel sorrisino da antipatico stampato in faccia. Certo ... ma che si fotta, per la miseria! E dire che al loro primo incontro le aveva pure chiesto di ballare! BALLARE! Ah, se solo allora non fosse stata troppo impegnata a far ingelosire Mozart, forse ... forse cosa? Tanto, confusa com’era, non avrebbe comunque capito granché.

    Cosa tramava, quel tizio? Che razza d’intenzioni aveva? Che stesse cercando d’impedirle di trovare Drusilia? Ma perché? Cosa c’entrava lui in tutta quella vicenda? ...
    E chi lo sapeva. Sarebbe dovuta stare più attenta alle parole di Ecatl, quando ne aveva avuto l’occasione, invece di perdere tempo a sbuffare annoiata. Chissà, magari la sua ignoranza era davvero un deficit dell’attenzione ... o forse era solo iperattiva.

    Ad ogni modo, ora non era il caso di preoccuparsene,
    giacché c’erano altre questioni che le premeva di risolvere.
    Ah, davvero?
    Esclamò in tono di sfida, sorriso malizioso in bella mostra.
    E cossa può fare una umile metadrago per convincerti ad aiutarla?
    Quella di Nesrìn, invece, eccome se era una minaccia! Lo si poteva notare dalle scintille che le saettavano fra le dita, ansiose d’incenerire il damerino ... anche solo per semplice sfizio.

    Le parole del magister non le erano parse ostili, ma comunque l’avevano innervosita.
    La focosa non era in vena di scherzi, quel giorno.

     
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  6. Dan Mihai Simion
     
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    La vide soffermarsi qualche attimo con sguardo perso, forse smarrita, magari distratta dal netto contrasto fra i suoi modi di fare e ciò che il Magister aveva da dirle.
    Che gli umani amassero i sorrisi era evidente: gli bastava piegare le labbra sottili in quel semplice gesto per ottenere concessioni, favori, gentilezze. Con un sorriso aveva conquistato il cuore della bella Galanodel, madre di Ecatl, e con la medesima espressione aveva strappato il cuore del figlio, prima che si reincarnasse.
    Gli umani amavano i sorrisi, si sentivano rassicurati.

    Ah, davvero?

    E lei?
    Beh, non cambiava molto. Sarà stata anche in parte drago, ma la materia prima era inconfutabilmente umana. Non a caso si sentiva così confusa. Ciò nonostante il suo carattere battagliero riuscì a riscuoterla con maggiore rapidità rispetto ad una donna comune e la risposta a quella pugnalata fu quasi repentina, anche se un pò repressa.

    E cossa può fare una umile metadrago per convincerti ad aiutarla?

    Seguirono lunghi attimi di silenzio, durante i quali Dan l'osservò in silenzio, come incantato.

    -Mhpf

    Poi scoppiò a ridere, semplicemente.
    Una risata cristallina, simpatica e piacevole, nonostante la situazione.
    Perchè infondo lui era l'Eremita Leggendario; nonostante reprimesse i suoi poteri, la scintilla divina lo rendeva comunque ammaliante agli occhi degli umani.

    -Come devi convincermi, dici? Beh, non sono famoso per la mia elasticità di giudizio, mettiamola così.

    Cercò di contenersi, asciugandosi lievemente una lacrima con il dorso della mano candida.

    -E' che sto lavorando ad un progetto che mi dura da qualche migliaio d'anni. Mi seccherebbe alquanto che qualcuno affrettasse i tempi. Spero che tu capisca... anche se quel qualcuno sei proprio tu.

    Infine tornò serio, gli occhi azzurri come il cielo fissi su quelli del Drago.

    -Questa vicenda è perfino più seria di quanto tu possa pensare. Quindi non dannarti troppo: il gioco non vale la candela. Ti consiglio di arrenderti e dedicarti a qualcos'altro.

     
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    Nesrìn
    “Non sono famoso per la mia elasticità di giudizio.” A quella risposta quasi derisoria, gli occhi di Nesrìn si ridussero a due fessure, espressione ostile in bella mostra sul viso ferino. Fiamme iniziarono a danzarle fra le dita, segno del suo crescente nervosismo. Vista la tensione che non accennava a diminuire, il suo autocontrollo si sarebbe presto dissolto di fronte alla sempre più pressante ira della bestia. “Non sono famoso per la mia elasticità di giudizio,” le veniva a dire. "Ma vaffanculo!" Fu lì lì per dirgli.

    E si metteva pure a riderle in faccia, il biondino!
    E io non ssono famossa per la mia pazienza!
    Ringhiò all’interessato, gli occhi che le ardevano colmi di rabbia.

    Già ... faccia. Quanto avrebbe voluto spalmarlo a suolo quel suo bel visino da schiaffi! Parlava di elasticità, parlava. Ma che aveva capito? Cosa gliene fregava a lei della sua elasticità! Buttarlo a terra e pestarlo a sangue fino a fargli sputare il rospo, ecco cosa intendeva dire con la parola “convincere,” altroché! Se quel bastardo credeva davvero di vederla prostrarsi ai suoi piedi e supplicarlo d’aiutarla, si sbagliava di grosso! Avrebbe ottenuto le informazioni di cui aveva bisogno usando una tecnica a lei più congeniale: la forza. Un metodo semplice ed efficacie, che in tutta la sua lunga esistenza mai l’aveva lasciata con l’amaro in bocca ... e che senza dubbio non le sarebbe dispiaciuto usare proprio in quel mentre. Perché sì, cominciava a stancarsi di tutte quelle frecciatine ben poco velate che l’antipatico continuava a lanciarle! Se il damerino voleva la guerra, doveva solo dirlo a chiare lettere, e lei non avrebbe esitato a scatenare l’inferno!

    A ridurlo in cenere!
    È che sto lavorando ad un progetto che mi dura da qualche migliaio d'anni [...]
    Lo squadrò confusa, la rossa, ma comunque con espressione vigile e pronta allo scontro.

    Ma chi si credeva di essere, quello lì? Un dio? Una mente superiore che s’avvaleva del diritto di dire e fare qualsiasi cosa e non guardare in faccia nessuno solo perché, per la Fiamma, era una fottuta divinità? Giacché quale pazzo avrebbe mai messo in discussione il volere di un dio? ... O forse era solo un contaballe e uno sbruffone! Un megalomane divorato dalla superbia e con manie di protagonismo, che si divertiva a farle perdere tempo dietro frasi senza senso per distrarla dal suo obbiettivo?

    Se davvero le cose stavano così, allora il mago faceva bene a togliersi di mezzo,
    se ci teneva alla pelle!
    [...] Ti consiglio di arrenderti e dedicarti a qualcos'altro.
    La figlia del fuoco lo fissò incredula, il viso corrucciato in una smorfia d’ilarità mista a offesa.

    Arrendersi? ARRENDERSI?! Il drago non si arrendeva! Riconosceva la superiorità dell’avversario e fuggiva per aver salva la vita, forse. Ma non tornava sui suoi passi solo perché glielo diceva il primo tizio che passava per strada! Cosa sapeva di lei, quel mago? Nulla! Proprio non aveva la benché minima idea di quello che era capace di fare, di fargli, se non si fosse fatto da parte!

    Sorrise maliziosa. Se intendeva metterla fuori gioco, doveva impegnarsi di più.
    Perché sse no cossa mi fai?
    Gli rispose in tono capriccioso, carico di sprezzo e di sfida, le fiamme che ancora le danzavano fra le dita.



    Edited by Cât - 18/1/2014, 18:20
     
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  8. Dan Mihai Simion
     
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    Perché sse no cossa mi fai?

    Dan la guardò intenerito, per nulla spaventato dalle sue minacce.
    Avrebbe potuto farla sparire in quel medesimo istante, senza darle nemmeno tempo per capire cosa le stesse accadendo. Oppure, semplicemente, avrebbe potuto gettarla in un ciclo di eventi infinito in cui non avrebbe mai raggiunto la sua destinazione.
    Perchè lui poteva.
    Infondo era l'Eremita Leggendario.

    -Oh, io nulla- commentò sincero, il tono della voce completamente neutrale -Tu non sei fatta per entrare nel mio esercito. Non vedo perchè dovrei interessarmi più del necessario a quelle che sono le tue scelte.

    Infondo non era una bugia. Lui era in cerca di paladini, di eroi disciplinati e dalla fede incrollabile nei confronti di Dio, il Bene o qualunque altra forza che si batteva per l'Ordine Universale. In quella donna, invece, albergava il caos, l'istinto primordiale. No, lei non era fatta per seguirlo. Sinceramente non capiva nemmeno perchè era lì a cercare Drusilia: cosa la spingeva ad imbarcarsi in un'impresa simile? Irrazionalità? Amicizia? Follia? Amore?
    Davvero non lo capiva.

    -Dico solo che da sola ti sarà impossibile proseguire... ed è una partita con poche vincite e troppi perdenti. E' davvero questo ciò che vuoi?

    Nessuna ironia, nessuna presa in giro. Solo un invito a riflettere.
    Non era un'avventura come le altre, quella.

    -Questa è l'unica creatura che può realmente aiutarti- disse infine, estraendo dalla manica della giacca una carta di tarocchi ed avvicinandogliela, così che la prendesse -Sai come si evoca un Arcano?

    Abbassando lo sguardo su quell'artefatto, Nesrìn avrebbe intravisto la figura di un bastone.
    Un Asso, per l'esattezza.

     
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    Nesrìn
    Nulla. Nulla, per la Fiamma! Nessuna reazione alla battuta sprezzante della rossa. NULLA! Il bel damerino era rimasto impassibile, fermo nel suo giudizio, nient’affatto intimorito dalle minacce della focosa. Per la miseria, aveva osato addirittura guardarla con fare intenerito. INTENERITO! Ma come si permetteva?! Come per la Fiamma faceva lei a suscitargli tenerezza? COME?! Lei, che non aspettava altro che l’occasione giusta per ridurlo in cenere e fargli sputare il rospo! Fargli rivelare dove fosse finita Drusilia! Perché ormai era ovvio che quel tizio sapesse benissimo dove s’era cacciato l’Alfiere! E a lei serviva solo una scusa buona per scatenare l’inferno, una scusa qualunque ... allora sì, oh sì che il biondino avrebbe cantato!

    Invece quel tizio s’ostinava a deriderla. A deridere il drago! IL DRAGO! Era un folle, ecco cosa! Stava giocando col fuoco e prima o poi si sarebbe bruciato, ne era certa. O forse si credeva tanto furbo, tanto superiore a lei d’arrogarsi il diritto di trattarla in quel modo? Certo ... ma cos’era, un’idiota, a prendersi gioco così della figlia del fuoco?! Un idiota che ignorava la sua natura e che aveva fatto male i conti, non vedeva altra spiegazione. Perché quale persona sana di mente potrebbe mai avere il coraggio di mettersi contro un drago? ... Oppure era solo un povero disperato, che stava cercando un modo per togliersi la vita? In un modo un po’ pittoresco, magari, ma chi era lei per giudicare? Se davvero quel tipo desiderava così tanto morire carbonizzato, la focosa non si sarebbe certo fatta degli scrupoli ad eseguire il suo volere; anche perché ormai l’aveva iscritto sotto la categoria degli antipatici ... e le persone che Nesrìn reputa fastidiose spesso fanno una brutta fine. Davvero brutta.

    Oh, io nulla.
    COSA?!

    La focosa lo fissò inebetita. Seccata e allo stesso tempo confusa da quella affermazione.
    Le scintille che le danzavano fra le dita più vigorose di prima, ansiose incenerire quel pazzo, quel mago di cui non aveva ancora carpito appieno gli scopi.

    Tu non sei fatta per entrare nel mio esercito. [...]
    E vaffanculo! Questo come doveva interpretarlo?!

    Stava dalla sua, o cosa? Prima cercava di distoglierla dal suo obbiettivo e ora le veniva a dire che non aveva la benché minima intenzione di fermarla?! ... Era pazzo davvero, perché quello che le stava dicendo non aveva proprio alcun senso!

    Sse le mie scelte non ti interesssano, allora levati di mezzo ... sse ci tieni alla vita!
    S’alzò dalla panchina in un gesto nervoso.
    L’adrenalina le rendeva difficile starsene seduta in tutta tranquillità.

    [...] È davvero questo ciò che vuoi?
    Abbassò lo sguardo, la rossa, dando sfoggio di una calma quasi innaturale.

    Su Àedùn tutti l’avevano sempre vista alla stregua di un abominio ... persino gli stessi membri dell’Ordine. Non sarebbe dovuta nascere, e invece eccola lì, il drago più forte in lei che in qualunque altro novizio. Selvaggia, ribelle fin dalla nascita. Indomabile e pericolosa. L’esilio fu la diretta conseguenza di questa sua natura. I Primi la usarono finché fu necessario, e poi si sbarazzarono di lei senza alcun rancore, quando si resero conto che cercare di domare quel drago non gli avrebbe aiutati granché contro la Sacra Marcia che ambiva a sciogliere l’Ordine e cancellare i metadraghi dall’esistenza.

    Strinse i pugni. Aodhàn ... era solo colpa loro se Aodhàn era morto!
    Invece Drusilia ... Drusilia l’aveva salvata.

    Sì, salvata. Perché sarebbe senza dubbio morta, se il giorno di quella sua “caduta nel cielo” l’Alfiere non si fosse trovata proprio lì col suo amato grifone per afferrarla giusto in tempo! L’aveva osservata stranita per una manciata di secondi, è vero, ma non vide nei suoi occhi ambrati alcun mostro, ne percepì la natura del drago in quel suo bizzarro accento serpentino; anzi, ne fu incuriosita, e non esitò nemmeno per un attimo a darle il benvenuto come ospite all’Albero-Casa, quasi già fosse divenuta un Aviatrice. L’accolse al pari di un’amica: con gentilezza e libera da pregiudizi; e poi, senza chiedere nulla in cambio, senza ancora sapere alcunché di lei, le offrì una casa e un nuovo ordine da servire.
    Una gilda dove nessuno era visto come un mostro.

    Drussilia è mia amica. Io non le volterò le sspalle.
    Espressione seria, decisa. Inamovibile.

    Persino il drago rispettava l’Alfiere e lo considerava un valido alleato. Un capo forte nel corpo e nello spirito, che non perdeva tempo a compilare scartoffie, se non era necessario, ma che anzi, sapeva scendere in campo al fianco del suo esercito e lottare assieme ad esso per conquistare la vittoria ... proprio come un vero guerriero, proprio come un vero leader. Per questa ragione, seppur con qualche riserva in merito a delle decisioni un po’ troppo bonarie e complicate per i suoi gusti, il drago era tutto sommato felice e onorato di servire gli Aviatori.

    Lei merita di ssapere ... E TU NON MI FERMERAI!
    Le ultime parole suonarono come un ruggito.

    Da quando era entrata negli Aviatori, Nesrìn ne aveva viste di cotte e di crude. Aveva affrontato creature della peggior specie: da giganti a mostri marini. Se per salvare Drusilia da una sorte infausta ora doveva carbonizzarne altri e pure di più grossi e cattivi, allora l’avrebbe fatto senza esitare. Lo doveva alla Dama del Vento, per tutto quello che aveva fatto per lei.

    Sai come si evoca un Arcano?
    La rossa squadrò il biondo con espressione confusa e restia.

    Perché adesso, così tutto d’un tratto, desiderava aiutarla? Poteva davvero riporre la sua fiducia in quel tizio? Il drago le diceva di no ... ma aveva forse altra scelta?

    No. Coss’è un Arcano?
    Chiese al mago, prendendo la carta e rigirandosela fra le dita con fare scettico.
    Una carta. UNA FOTTUTA CARTA! La stava forse prendendo di nuovo per il culo?!



    Edited by Cât - 20/1/2014, 15:24
     
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  10. Dan Mihai Simion
     
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    Come al solito, Dan non si scompose, nè per la dichiarazione di Nesrìn, l'enfasi con cui metteva tutta sè stessa in quelle parole, e nemmeno per le minacce neanche lontanamente velate. Che fosse un tipo freddo nonostante i frequenti sorrisi era ormai evidente.

    -Cosa sono?- domandò, portando una mano al mento con fare pensoso -Sono creature al di fuori del tempo e dei mondi. Si dice che in passato fossero tutti parte della medesima entità, ma di certo si sa soltanto che non possono esistere più versioni di ciascuno in due universi distinti.

    La osservò attentamente. Non sapeva se l'avrebbe capito... ma infondo non importava.

    -Alcuni di loro agiscono nel mondo per un fine comune, altri sono in cerca di seguaci per creare un esercito. Agiscono in segreto e sono difficili da incontrare. Per questo, a volte, vanno evocati.

    Con un gesto elegante indicò la carta fra le mani della figlia del fuoco. Gli occhi azzurri fissi su quelli della fanciulla, spogli di decori ed ornamenti quali intenzioni o sentimenti. Solo pura e semplice verità... un dato di fatto.

    -L'essere di cui hai bisogno è un Arcano. Affinchè tu possa stabilire un contatto, ti occorre un luogo dove raccoglierti in te stessa e la carta corrispettiva all'Arcano che cerchi.

    Spiegò con calma, lo sguardo quieto e pacato, placido come le limpide acque dei ruscelli.

    -Strappala o bruciala, non fa differenza.

    Sorrise soddisfatto, felice di poter essere in qualche modo d'aiuto. Di chi e per quale ragione, poi, restava un mistero. Sicuramente Nesrìn non l'avrebbe mai saputo.

    -Ti consiglio di farlo a Geisine, è il luogo migliore sia per te che per chi devi chiamare.

    Annuì convinto, poi si alzò e guardò il cielo di fronte a loro, direzione Sud. Che la Metadrago volesse o meno seguire quelle indicazioni, poco gli importava: certamente non avrebbe avuto altro modo di incontrare la Dama del Vento.
    Lui glielo avrebbe impedito, fino alla fine dei suoi giorni.

    -Non ringraziarmi, ho fatto solo il mio dovere- concluse sbrigativo, come se l'altra volesse davvero farlo -Alla prossima, Milady.

    E puff, scomparve.
    Come un'allucinazione, come se non fosse mai esistito.

    Concludi pure tu la giocata. Appena finisci metto in valutazione. Per la seconda giocata, dovrai iniziarla tu. Intitolala: "il Signore del Valore". :flwr:


    Edited by Drusilia Galanodel - 20/1/2014, 02:04
     
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    Nesrìn
    Creature al di fuori del tempo? Al di fuori dei mondi? Parte di una medesima entità? Di cui non può essercene più di una medesima versione in una data dimensione? ... Eh? Cosa per la Fiamma significava tutto quell’insieme di parole gettate lì alla rinfusa?! Un miscuglio di suoni senza senso, ecco cos’era! Ma per la miseria, non poteva darle una spiegazione più semplice e meno filosofeggiante?! Gli costava tanto?! A quanto pare, sì! Il ghiacciolo dalla faccia da schiaffi pareva goderci un sacco a vederla in difficoltà! Dunque perché non infierire! Se prima l’aveva oltremodo spiazzata con quella che tanto le era sembrata una minaccia, per poi invece offrirle il suo aiuto, allora perché non continuare a blaterare per un altro po’ su ... chissà che cosa? Giusto per confonderle ancor di più le idee! Affari suoi, però, se poi finiva ridotto a un misero mucchietto di cenere!

    Uno sbuffo di fumo le sfuggì dalle labbra, braccia ora conserte al petto. Avrebbe tanto voluto interromperlo per fargli spiegare tutta la faccenda in maniera più comprensibile, ma preferì evitare. Era lì per capire come rintracciare Drusilia, il resto non le interessava. Certo, se solo il “caro” mago avesse speso un po’ di frasi in più per farle comprendere meglio la situazione, non le sarebbe comunque per nulla dispiaciuto! Per non parlare poi del fatto che aveva iniziato a parlare di eserciti (?!) ed evocazioni, così tutto d’un tratto, come se fosse roba da tutti i giorni! ... Eh, certo! Perché lei aveva tantissima familiarità con le evocazioni!

    Alzò gli occhi al cielo con fare plateale. Ma con chi credeva di avere a che fare? Con un’esperta arcanista?! Per la Fiamma, lei era solo una comunissima piromante! Dominava il fuoco come nessun altro, ma sapeva ben poco su ... tutto il resto. E ora lui la istruiva sul da farsi manco stesse disquisendo con suo collega! Dando per scontato le basi dell’incantesimo, che però lei proprio non conosceva! ... E come faceva, d’altronde? Non le era mai fregato nulla dell’arte dell’evocazione! Troppo noiosa per i suoi gusti. E adesso invece, le toccava impararla, e pure in fretta, se desiderava rivedere Drusilia!

    “Devi raccoglierti in te stessa.” Le diceva. Ma vaffanculo, spiegati meglio! “Strappala o bruciala, non fa differenza.” Cosa? COSA?! Non aveva senso, perché doveva bruciarla?
    Perché doveva raccogliersi in sé stessa?

    Perché quel damerino da strapazzo non riusciva a essere più chiaro?!
    Attimi di panico, occhi fuori dalle orbite.
    Come faceva a trovare l’Alfiere se lui parlava per enigmi?!

    Ti consiglio di farlo a Geisine, è il luogo migliore sia per te che per chi devi chiamare.
    Il mago s’alzò dalla panchina, e Nesrìn, riflessi pronti, fece per fermarlo.

    Asspetta! Come faccio a evocare quessto cosso? Non ho capi-
    Troppo tardi, il biondo svanì in una nuvoletta di fumo.
    -to.
    Sbatté più volte la palpebre, la focosa, con fare spaesato.

    Sarebbe andata a Geisine, non vedeva altra scelta.

     
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