The Beauty and the Beast

Un Guerriero della Luce non ha mai fretta.

Il tempo lavora a suo favore:
egli impara a dominare l’impazienza, ed evita gesti avventati.
Procedendo lentamente, nota la saldezza dei propri passi.
E’ consapevole di essere partecipe di un momento decisivo
della storia dell’umanità, e sa che, prima di trasformare il mondo,
deve cambiare se stesso.

“Una rivoluzione ha bisogno di tempo per instaurarsi.”

Un Guerriero non coglie mai il frutto ancora acerbo.

Locanda anonima, Città Bassa.
Presidio Errante, Endlos

Una luce soffusa illuminava appena il volto di una donna, disegnando netti chiaroscuri sul suo bel profilo. Occhi verdi e luminosi erano docilmente posati sulle scie d'inchiostro impresse nelle pergamene strette fra le sue mani sottili e lisce, così diverse da quelle di un guerriero da renderle un paradosso.

Nomi, date, prezzi... l'intero archivio di commerci illegali perpetrati da alcuni membri del Sodalizio era finalmente suo; una volta uscita avrebbe consegnato quelle prove a i suoi Comandanti ed i Capitani di milizia, così da rintracciare gli individui ad essi legati e risolvere la faccenda il prima possibile. Ringraziò con un lieve gesto del capo l'uomo seduto di fronte a lei, a separarli un letto matrimoniale ricoperto di fogli e documenti.

-Un po' in ritardo, ma direi che è stato un ottimo lavoro- commentò neutrale la bella -Tuttavia... non so se potrai essermi ancora utile.

Quell'affermazione cruda e violenta come uno schiaffo in pieno volto fu seguita da un breve silenzio, durante il quale gli smeraldi della fanciulla si levarono nuovamente ad osservare Klaus.



-Ora sono Alfiere del Presidio Errante ed Autocrate di Laputa: la mia parola è legge e questo mi permette un assoluto controllo su queste terre, oltre alla possibilità di placare le agitazioni sul nascere.

Sembrava un addio quello, senza ombra di dubbio. Tuttavia la Dama del Vento non diede tempo all'eversore di lamentarsi -verbalmente o fisicamente poco importava-; incrociando le gambe in un movimento sensuale, avrebbe portato lo sguardo sulla candela accesa al loro fianco. La cera aveva formato un laghetto alla base, segno che presto la fiamma si sarebbe spenta, lasciandoli nel buio della notte in cui avevano scelto di incontrarsi, fingendosi una coppia di amanti.

-Questo però... implica che non posso espormi. E si dà il caso che abbia appena saputo della nascita di una nuova associazione mafiosa nel Bloodrunner del Pentauron, curiosamente con lo stesso nome del Sodalizio ormai sciolto.

Un sorrisetto malizioso apparve sulle labbra carnose e rosse.

-Potrei chiederti qualcosa, ma non so se ne sei capace- lo sguardo audace lo stuzzicò con sfacciataggine, lasciando intendere la sfida -Dimmi, Klaus, sei abbastanza violento per i miei gusti?

In silenzio avrebbe raccolto le pratiche, per poi dirigersi verso l'uscita. Attese sulla soglia, mostrandogli il profilo.

-C'è una baita sul confine occidentale dell'Etlerth. Alla base del pendio troverai un lago ghiacciato: incontriamoci lì fra una settimana. L'alba è particolarmente bella vista da quel punto.

Fu così che scomparve, lasciando il vampiro da solo.

Etlerth, Eterna distesa ghiacciata.
Presidio Settentrionale, Endlos.

Osservando il paesaggio circostante, a rapire involontariamente lo sguardo smeraldino furono i giochi di luce generati dai raggi del sole nascente riflessi sui cristalli di neve e ghiaccio dell'Etlerth. Nonostante il silenzio e la morsa gelata che regnava sovrana, la landa vista in quel momento le sembrò una soffice distesa di nuvole bianche su cui poter camminare, un cielo magnanimamente concesso a chi non era in grado di volare.

Ne rimase sinceramente sorpresa: non aveva scelto il luogo per l'impressione artistica, ma per agire in modo che nessuno potesse vederli. Se avessero combattuto su Laputa, Klaus sarebbe finito agli arresti mentre in contesti abitati avrebbero rischiato di provocare danni su beni ed individui. Sospirò afflitta, sperando che il vampiro si muovesse.

Aeglos, la sua cavalcatura, giaceva accucciata sul proprio ventre e sbadigliava spesso; odiava annoiarsi e l'ambiente circostante non le concedeva possibilità di dilettarsi in uno solo dei suoi passatempi. Non rimaneva che attendere buona e composta il suo momento, possibilmente cercando di non addormentarsi.

Improvvisamente l'aria attorno alla Dama fu smossa da un corpo di molto diverso alla fauna locale ed il rumore dei passi nella neve le suggerì che il Malkavian era nei paraggi. Senza attendere di scorgerne la sagoma, scelse di parlare, la voce ben impostata in modo che potesse raggiungerlo.



-Forza, Klaus- il tono autoritario l'avrebbe raggiunto insieme ad una sferzata d'aria gelida -Non è galante far aspettare una ragazza.

Avrebbe atteso che si mostrasse per rivelargli i propri piani.

Il vampiro avanzava avvolto nel suo lungo soprabito nero schiacciando e smuovendo la neve ad ogni passo, macchiando quel bianco drappo di ombre irregolari. Quando lui si lasciò andare in un commento allusivo, avvicinandosi a lei nonostante le occhiate della bestia alata lì presente, Drusilia non potè fare a meno di ricambiare ancora il suo sguardo, esattamente come era accaduto al loro primo incontro a Merovish.

Klaus era pericoloso quanto egocentrico. Persa nei suoi pensieri, sguardi incatenati in una morsa gelida quanto il vento del Nord, l'Alfiere Errante si costrinse a non cedere alle distrazioni, nemmeno per un attimo, o il Malkavian avrebbe colto l'occasione per trarre profitto dalle sue debolezze. Quando le divenne fin troppo vicino, il volto prossimo alle sue labbra in un tentativo di destabilizzarla, il dubbio che Klaus avrebbe provato qualunque cosa pur di assumere il controllo del rapporto di reciproca convenienza che li legava divenne un'amara certezza.

-Non è necessario che tu lo sappia; non mi pare debba dimostrarti qualcosa.

Un'ennesima prova di forza fu la risposta più ovvia ai suoi modi di fare, decisa più che mai a mantenere una posizione di vantaggio. Altrettanto fu per il linguaggio del corpo; in posa rilassata, le mani docilmente posate sui fianchi, sostenne lo sguardo dell'uomo per tutto il tempo senza distoglierlo un solo attimo. Non indietreggiò, perchè sarebbe stato da deboli, non avanzò perchè non si sarebbe concessa in quel modo, come una puttana di Merovish.

-Ricorda perchè sei qui e con chi stai parlando.
Delle parole non me ne faccio nulla: provami ciò che dici di essere.

Un lieve movimento del braccio ed uno schiocco di dita furono il segnale per catturare l'attenzione della bestia alata al suo fianco. Occhi d'oro spalancati verso la sua signora, la chimera si alzò facendo perno sulle proprie zampe e spalancò le grandi ali bianche, maestosa e fiera come a voler imitare la padrona. In un movimento estremamente aggraziato nonostante la sua mole, Aeglos si levò infine in aria, per poi allontanarsi dai due combattenti e posizionarsi alle palle dell'uomo a circa cinque metri da lui.

Drusilia, intanto, mostrò un sorrisetto sfacciato e si voltò schiaffeggiando lo spazio con la folta chioma castana. Gli diede le spalle, concedendogli solo il profilo del bel volto da silfide ed un'occhiata divertita. Si allontanò con calma, fino a raggiungere anche lei i cinque metri di distanza, ma dalla parte opposta. Nel mentre, impugnò l'arco e sfilò una freccia dalla faretra, segno che era pronta a combattere. Quando si voltò nuovamente nella direzione dell'Eversore, la bella gli concesse il primo passo di quel valzer.

Le labbra erano piegate in un sorriso enigmatico, gli occhi languidi per stuzzicarlo, sicura di poter cedere la prima mossa a chi -nel bene o nel male- aveva stretto un rapporto molto speciale con la guerra e tutti i suoi orrori.



-Avanti Klaus, soddisfami... o perderò interesse nei tuoi confronti.

Un Malkavian.
Fra tutti coloro che nel bene e nel male ricevettero la maledizione di Caino, i Folli erano certamente quelli che Drusilia poteva vantarsi di conoscere maggiormente. Ne aveva incontrati molti durante i "soli" ventiquattro anni di vita, alcuni militavano perfino nella Curtis come suoi Fratelli. Anche l'unica figura materna che le restava, la Luna dai due volti, era una di loro.
Fu per questa sua confidenza che, quando scoprì in passato la natura di Klaus, la Dama del Vento ne restò interdetta. Sinceramente, l'Eversore non somigliava ad un Malkavian, neanche lontanamente. Sembrava lucido, paziente, estremamente lontano dall'immagine di un veggente o di un giullare. Nonostante la loro corrispondenza, non le era nemmeno risultato particolarmente chiaro quale fosse la sua Ossessione.

Desiderio di potere?
In molti ne erano soggiogati, non solo i vampiri. Nonostante tutti gli indizi portassero a quella risposta, la bella ne restò titubante fino alla fine. Era troppo facile per essere quella giusta, troppo aliena al proprio modo di sentire il mondo per essere compresa. In un certo senso, Drusilia era stata tratta in inganno dalla sua stessa natura.

« Quindi è questo... quello che vuoi da me!?! »

Scorgendo il peccato nel sorriso da iena, i denti da cacciatore in bella vista, all'Alfiere Errante fu concesso di assaggiare la realtà dei fatti a piccole dosi.

Quale era il confine fra ossessione e maledizione?
La linea sottile fra la terra ed il baratro era già stata superata? E quando?

Con movimenti rudi di chi è pronto a violare l'integrità di una vergine, il mercenario si liberò del soprabito, lasciandolo scivolare sulla neve bianca come una macchia indelebile. A quella vista la mano di Drusilia affondò fra le pieghe dell'abito, tradendo la maschera trasudante malizia -incautamente posata sul proprio volto- con il sintomo di un profondo disagio.
In momenti come quello avrebbe desiderato scambiare il proprio coraggio con qualche altra dote, possibilmente in grado di tenerla al sicuro: sapeva di giocare con il fuoco, era perfettamente cosciente che tentare fino a quel punto un uomo -un vampiro, un guerriero dall'esperienza millenaria- le avrebbe concesso un controllo limitato a quella situazione e che nel resto del tempo sarebbe stata esposta ad un rischio enorme. Scrutando negli occhi assetati di sangue di chi la fissava con appetito, Drusilia temette realmente le conseguenze di un fallimento. Se avesse mostrato a Klaus la sua debolezza... non si sarebbe posto alcun freno nel farle del male.
Lui era un mostro.

Un buon motivo per non perdere.

In una posa ancora apparentemente rilassata, Drusilia attese il concretizzarsi di un primo attacco con la sfacciataggine di chi sottovalutava il proprio nemico. Non era così.
Klaus le serviva per indagare ancora sul Sodalizio e tutti i loro commerci illegali. A Laputa era bastato infiltrarsi perchè, in una legalità adattata a scudo, perfino quei criminali preferivano non ricorrere frequentemente alla forza. Nel Pentauron, nel Bloodrunner, sarebbe servito molto altro. Astuzia, attenzione, cinismo... ma soprattutto forza, brutalità ed un pizzico di sadismo.
Per questo aveva scelto lui.
Per questo voleva accertarsene sulla propria pelle.

« Bhè...ti farò godere talmente tanto... che implorerai di fermarmi!!! »

Alla sua dichiarazione, una bordata di mercurio tossico la raggiunse, travolgendola con tutta la sua violenza: a stento Drusilia riuscì a reggersi sulle proprie gambe, le braccia portate davanti al volto quel tanto che bastava per proteggere gli occhi. A dire il vero, a nube estinta, ella si stupì di non provare dolore; si rese conto del problema solo quando, avvertito un secondo attacco da dietro, scoprì di non poter muovere le gambe.
Mossa ingegnosa, che molti paladini avrebbero potuto reputar vile. Per quanto le riguardava, era esattamente ciò che desiderava da lui. Peccato che Klaus non ci fosse andato particolarmente pesante; se sperava davvero di farle del male con un giochetto simile -a lei che aveva conquistato l'Alfierato attraverso il sangue, le bugie e la guerra- allora aveva peccato di arroganza.
Quello non era un buon segno.

Senza dargli modo di attaccarla ad oltranza, un vortice circondò la donna, sferzando l'aria già presente e spezzando gli spuntoni appena generati dal vampiro. A vederli ora, ridotti a coriandoli di cristallo gettati qua e là dal vento vorticante, tutto assumeva le sfumature di un gioco, uno spettacolo, un vezzo per soddisfare i capricci della Dama.

-Voi uomini siete sempre così pieni di promesse...

Un ghigno carnoso andò ad allungarsi sul volto dai lineamenti gentili. Ancora rivolto al vampiro, le labbra rosse si schiusero, lo sedussero, si mossero con simmetria danzando lungo la pelle candida, istigatrici di ogni genere di appetiti.

-...ma faresti bene a mantenerle, se non vuoi indispettirmi.

La chioma castana alle sue spalle si mosse appena, lasciando spazio a tre bianche ali d'angelo. Prima semplice luce, ora concrete come non mai; si spalancarono come quelle del bianco grifone, ancora alle spalle del mercenario, e le permisero di levarsi appena da terra.
Le gambe? Non le servivano per fargli del male.



-Non sottovalutarmi, Klaus: l'ultimo che l'ha fatto se ne è pentito amaramente.

Preso fermamente l'arco, la bella applicò la corda nella cocca della freccia, lentamente, così che lui avesse tempo per guardarla. Se era abituato a shivare i colpi, sapeva perfettamente di dover prevederne la traiettoria partendo dallo sguardo dell'arciere... ed era esattamente ciò che lei voleva.
Immediatamente prima di scagliare il dardo, la pelle avrebbe iniziato ad emanare un curioso bagliore che, in pochi istanti, sarebbe diventato insostenibile da guardare. Perfino gli umani ne restavano accecati... non osava nemmeno immaginare gli effetti su una creatura della notte come lui.

Approfittando dell'ipotetica cecità del vampiro, il primo dardo sarebbe giunto diretto a lui. Un secondo alla sua destra, un terzo alla sinistra, tutti e tre all'altezza del cuore.
Infine un quarto più ravvicinato ed un quinto, dalla gittata superiore, così da precludergli ogni possibilità di fuga.

Klaus non era il solo cacciatore, e lo avrebbe scoperto a sue spese.

« Troppo lenta. »

L'affermazione di Klaus non la sorprese affatto, più che altro perchè aveva scelto quella mossa azzardata proprio in virtù del carattere di quel vampiro eccessivamente sicuro di sè ed egocentrico sotto ogni punto di vista.
Un comune guerriero, infatti, si sarebbe posto qualche dubbio in più riguardo l'evidente lentezza della Dama del Vento... ma Klaus era diverso.
Non era un guerriero qualunque: nonostante avesse avuto poche occasioni per comprenderne il valore, Drusilia era sempre più convinta di quanto fosse abile e pericoloso. A dire il vero, temeva un pò di dovergli ricambiare tutti quei favori: averlo fra le cariche di potere a Sud poteva essere proficuo sotto molti punti di vista, ma non era sicura che si sarebbe limitato a quello.
Se avesse continuato la sua scalata? Se avesse conquistato Endlos?
Che ne sarebbe stato del suo Presidio? Dei suoi cari? Della libertà che tanto amava preservare e difendere?
Cosa ne sarebbe stato di lei?

« Puttana! »

Fortunatamente Klaus aveva ancora molta strada da fare: l'Alfiere Errante aveva modo di osservarlo, controllarlo, ed intanto continuare la corsa agli armamenti già iniziata per altre ragioni, non meno importanti. Pertanto non rispose agli insulti, crogiolandosi nell'inveire nemico e mostrando un sorriso enigmatico che tuttavia sarebbe rimasto a lei soltanto.

« Pentirmi...io!?! Non so cosa voglia dire. »

Lanciando una nube tossica in direzione della Dama del Vento, Klaus le fece intendere implicitamente che fosse a conoscenza della sua posizione. Che si trattasse solo di memoria, Drusilia lo escludeva: per quanto irascibile dubitava si mettesse a lanciare attacchi a destra e manca, senza un'indicazione precisa. La spiegazione più logica fu che avesse una qualche abilità in grado di percepire la sua presenza nello spazio.
La nube scomparve, inghiottita misteriosamente da un gioco di correnti, e la Dama sorrise, questa volta di gusto, sempre pronta a rimbeccarlo con un'altra delle sue frecciatine.



-Mi stai dicendo che sarei la tua prima volta?

Lasciando che una leggera risata accompagnasse i suoi spostamenti, la bella Drusilia si abbassò di quota fino a toccare quasi il suolo e prese a girargli intorno con la volontà di destabilizzarlo ancora una volta, approfittando della propria velocità ampiamente superiore alla media.
Se davvero poteva percepirla, allora l'eversore si sarebbe certamente preparato ad incassare un attacco fisico che non sarebbe mai giunto.

Di contro, un fulmine sarebbe caduto dal cielo.
Rapido, implacabile; una punizione divina.
O forse un avvertimento.

Klaus, folle di rabbia, prese ad inveire ed attaccare come previsto: se da un lato mostrò un potere ampiamente al di sopra di quello che la Dama del Vento si aspettava, dall'altro le diede un forte dispiacere. Drusilia sapeva di non esser stata gentile con lui; si era costretta a recitare una parte non completamente sua nella speranza di trovare un calcolatore in grado di afferrare ogni pugnalata, ogni frase al vetriolo, e di rivoltargliela contro con la maestria di un giocoliere.

Ma Klaus non era così: lui esisteva per combattere.
In un certo senso, riflettè la fanciulla, loro due si somigliavano molto e, per quanto apprezzasse quella tempra da guerriero, Drusilia sapeva quanto il suo orgoglio lo esponesse alle trappole del Sodalizio. L'aveva vissuto lei per prima sulla propria pelle... fargli provare gli stessi tormenti della Guerra Civile era l'ultimo dei suoi intenti, anche se di fatto non era nè un cittadino di Laputa e nemmeno un Aviatore.

Si diede della stupida a pensarlo... ma si era affezionata a quel vampiro.

Sospirando afflitta e lasciandosi scivolare di dosso ogni insulto perchè perfettamente cosciente di quanto fosse alterato, Drusilia levò un braccio con pigrizia e le dita della mano affusolata si aprirono come i raggi di un sole sfuggente, così lontano dai ghiacci dell'Etlerth da non poterne percepire nemmeno il tepore.



-Ho sempre ammirato il coraggio ed il disprezzo delle regole, ancor più se inaccettabili ed offensive: io per prima ho aggredito il precedente Alfiere Errante, durante le guerre di Klemvor, e non mi pento di ciò che ho fatto.

Sorrise, e la malizia presente sul suo volto scivolò via come l'acqua dal letto di un fiume. I lineamenti si addolcirono, i muscoli tornarono distesi: mentre la bestia del Malkavian andava a frantumarsi contro una barriera invisibile, generando una cacofonia dalle note distorte, l'Alfiere Errante scelse di liberarsi dalla propria maschera, generata nel rimpianto, temprata dalle bugie.

-Però ti chiedo di placare i tuoi spiriti perchè non sono io il nemico.

Quando tutto fu finito, il pericolo neutralizzato, la bella si adagiò al suolo e le grandi ali bianche presero a brillare, per poi disperdersi nell'aria in frammenti di luce iridescente.

-Sei uno dei guerrieri più capaci che io abbia mai incontrato... ma non basta. Loro sono infidi, furbi, crudeli: i miei atteggiamenti son poca cosa rispetto a quello che potrebbero farti. Non voglio che tu cada in una trappola.

Ormai senza forze, il sospiro affannato, si trascinò nella neve zoppicando fino a raggiungerlo. Nonostante fosse rimasta quasi completamente illesa, si riscoprì debole, spossata, affamata e sul punto di svenire. Anche lei aveva dei limiti, come tutti del resto. Perfino la voce aveva perso il suo vigore, la sua forza; leggera e vacillante come i gemiti di una fanciulla resa schiava dalla malattia, ora si faceva strada fra le correnti con fatica, raggiungendolo a stento.

-Il Pentauron non è un presidio senza Alfiere o con dominatori invisibili come il Sud. Lì c'è Lord Aeon: questo significa che, se ti trovassi in difficoltà, io non potrò salvarti.

Gli smeraldi si strinsero in due piccole fessure, mentre le palpebre faticavano a rimanere alzate. Eppure lo guardò con tenerezza, tutta quella che, fino a quell'istante, non gli aveva mai concesso.



-Ti chiedo perdono per gli affronti subiti ma queste parole, questa verità, questo insegnamento ... sono gli unici doni che mi è concesso offrirti. Siamo nemici naturali, Klaus, ma non voglio che tu muoia.

Se il vampiro lo avesse concesso, ormai abbastanza vicini per sfiorarsi, Drusilia avrebbe nuovamente levato un braccio. Non per infliggere tormenti, non per umiliarlo... solo una carezza.

-Ti fidi di me?- avrebbe domandato, gli occhi color smeraldo fissi su quelli di Klaus -Posso fidarmi di te?

Una nuvola di vapore accarezzò le labbra rosse e piene fino a raggiungere l'uomo. Il vento si placò, la distesa cadde in un religioso silenzio.

Dalla risposta di Klaus sarebbero dipese molte cose.
Il loro rapporto, il futuro dell'Eversore nel Sud.
Forse, anche la vita dell'Alfiere Errante.

Klaus von Schneider VS Drusilia Galanodel

Klaus

Narrazione [4]

Citazione.

Descrivi il tuo vampiro come un personaggio istintivo, fanatico e schizzato. Fondamentalmente una persona deviata, quotando parola per parola dalla tua scheda. Ebbene: lo stile adottato nei tuoi post rispecchia e trasmette con cura ciascuno di questi aspetti; la lunghezza dei periodi, la scelta delle parole e le spaziature aiutano ad osservare un ritmo nella lettura adeguato al personaggio. Le azioni e le reazioni rispecchiano fedelmente la sua psiche, sia nell'inizio che nell'evoluzione del combattimento.
Si vede che giochi Klaus da parecchio tempo, una prova sicuramente all'altezza, mi è piaciuta.

Citazione.

Uno stile teatrale, sempre teso a immortalare la posa corretta, i giusti contrasti e il ritmo più adatto per il parlato. La prova raggiunge un ottimo livello di coinvolgimento - sia tra gli sfidanti, sia per i lettori - eccezion fatta per qualche caduta di stile nel narrato, dovuta all’utilizzo poco controllato dei termini ricercati, che non sempre riescono nel loro compito d’impreziosire lo scritto. Sono apprezzabili i momenti in cui raccogli e controbatti gli spunti di riflessione gettati dalla tua avversaria, meno apprezzabile è la ridotta capacità di gettare riflessioni del tutto tue: il personaggio si è fatto ammaliare dalla forte personalità della rivale, e forse per induzione anche il giocatore non è riuscito a esprimere tutto quello che avrebbe potuto. La corsa per il potere -in bilico tra la strada offerta dagli Eversori e le scorciatoie calate da Laputa-, magari l’ipotesi di cambiare vita o fazione, e tanto altro ancora che sarebbe stato magnifico approfondire in un’occasione come questa. Klaus l’hai fatto tuo in buona parte, ma una spinta in più per l’interpretazione è tuttora a portata di mano, sta a te coglierla.

Strategia [2.875]

Citazione.

La prova è sì sufficiente, ma non molto convincente. Ti presenti bene: una combinazione di attacchi volti a limitare il personaggio per poi colpirlo. L'idea è buona, la realizzazione purtroppo no: troppo semplice da eludere per il tuo avversario; immobilizzare le gambe ad un pg dotato di ali... è servito a ben poco, per non dire nulla. Nel proseguo ti sei inoltre limitato ad attacchi molto frontali, più un botta e risposta che una strategia elaborata e mirata a qualcosa. C'è stato un momento in cui avresti potuto prendere il sopravvento, ma forse non ti sei accorto dell'occasione: quando Drusilia ti acceca e ti attacca con delle semplici frecce. Un'idea sarebbe potuta essere quella di non usare una tecnica a consumo basso per difenderti, ma incassare il danno (comunque limitato) per conservare non uno ma ben due slot nuovamente per la sola fase offensiva. Avresti potuto chiuderle il gioco! Certo, eri limitato nella vista e di conseguenza nelle scelte, ma con la tua passiva di percezione penso che avresti potuto comunque escogitare qualcosa.

Citazione.

Hai lasciato troppo margine d’azione a un avversario che punta molto sullo scontro a distanza. Una buona idea sarebbe stata quella di sfruttare i power up fisici e la grossa mannaia per cercare di portare lo scontro sul corpo a corpo, piano d’azione in cui probabilmente Klaus poteva aumentare le proprie probabilità di vittoria. La combo iniziale non è stata abbastanza incisiva, e ciò ha influenzato di rimbalzo tutte le mosse successive. All’ultimo turno sarebbe stato meglio calcare di più la mano sui consumi, visto il divario energetico creatosi. Ti consiglio di fornire qualche passiva utile e/o subdola al mercurio manipolato dal Malkavian, di non vincolare l’esecuzione delle tecniche a gesti di mano che invece ne tradiscono l’arrivo, e di slegare il più possibile le passive dall’occhio corrotto: come hai visto, basta intaccare quest’ultimo per toglierti una fetta di poteri.

Sportività [2.75]

Citazione.

Il voto è leggermente insufficiente per un motivo: lo stratagemma escogitato per percepire il fulmine che cadeva dal cielo non è affatto convincente. Prima accenni al suono da esso prodotto: in realtà il tuono (seppur generato nello stesso istante) arriva dopo l'impatto del fulmine. Secondo, se ho ben capito ti servi anche della passiva radar per percepire l'accumulo di energia sopra la tua testa. Cito dalla descrizione: "Klaus è in grado di percepire e captare l'aura spirituale ed energetica altrui". Credo che ci sia stato un gioco troppo largo sulla parte evidenziata. Perché sebbene questa possa far pensare ad una percezione anche sugli attacchi energetici, nella spiegazione in realtà non citi altro se non la possibilità di rilevare individui. Per cui l'uso non risulterebbe corretto.
In ogni caso: il problema è l'essersela scampata da un critico (colpo che avrebbe messo ko) in una maniera non proprio convincente...

Citazione.

La condotta in questa campo non è sempre stata trasparente. Già le mosse immediatamente successive all’accecamento sono poco convincenti, perché il personaggio ha innalzato una difesa senza sapere in realtà cosa gli stesse per arrivare contro. Molto più irreale è la reazione al fulmine in caduta: ignorando l’instant casting nemico, Klaus si prende tutto il tempo per sfoderare la mannaia e frapporla alla caduta della saetta. Non si tratta ovviamente di errori madornali, ma sono comunque scivoloni che abbassano il realismo dello scontro. Avresti potuto tenere in considerazione anche il freddo dell’ambiente in cui siete inseriti, di cui invece ti dimentichi subito dopo il primo post.

Drusilia

Narrazione [4.125]

Citazione.

C'è un aspetto che ho apprezzato molto in questa prova: la dimostrazione della crescita del personaggio. La nomina ad Alfiere non è servita solo a conferire a Drusilia un potere che le mancava; ne ha segnato l'animo, la psiche e gli interessi. E questo viene evidenziato in due passi: nelle motivazioni che la spingono a mantenere un legame così pericoloso -ma necessario-, e l'astuzia (l'arroganza) con cui studia (e sfrutta) le reazioni del suo interlocutore. Mosse che ben si addicono alla figura autoritaria assunta. Il tutto (ed è qui che rientra il merito) senza perdere nulla della sua personalità: più volte vengono sottolineate la paura ed i timori nascosti ma ben insiti nel personaggio, così come emerge alla fine la bontà, la sua debolezza, che la porta a chiedere scusa e a dare delle motivazioni a colui che lei stessa definisce un nemico naturale.
Drusilia è stata nominata da poco nuovo Alfiere: la strada per diventarlo, però, è assai lunga, e non viene data affatto per scontata.

Citazione.

L’utente punta su di uno stile semplice ma non banale, rinunciando a fronzoli gotici o barocchi. La narrazione riesce a cambiare tono senza salti bruschi, riuscendo ad essere delicata e decisa al tempo stesso. La forma è molto curata, il personaggio è consolidato, e gli spunti narrativi vengono tutti portati a galla dalla giocatrice. Su questi ultimi si potrebbe fare un ulteriore lavoro di approfondimento, fino a raggiungere la sottile linea di confine che separa l’excursus dalla divagazione.

Strategia [4]

Citazione.

La realizzazione strategica è impeccabile: nel primo turno decidi di subire una tecnica -senza grosse conseguenze- per guadagnarci sulla riserva energetica. L'attacco è più un disturbo, l'interesse è quello di distrarre ed apparecchiare la strategia privandolo della vista. Klaus ci cade in pieno, e questo ti consente al secondo turno di lanciare immediatamente un colpo letale. Manovra estremamente rischiosa (dispendio energetico enorme in pochissimo tempo), ma a dir poco magistrale: in 2 soli turni sei stata praticamente in grado di fregarlo assestando un colpo pesantissimo.
Mi verrebbe da fare un solo appunto: il grifone? Non è stato impiegato, se ne sarebbe potuto trarre ulteriore vantaggio. E' vero, alla fine non ce n'è stato bisogno, ma perché non approfittarne?

Citazione.

Una tattica del tutto vincente. Non c’è momento in cui la situazione sembra sfuggirle di mano, anche se certe scelte possono sembrare di efficacia sopravvalutata. Un esempio è la cinquina di frecce scagliate per chiudere i movimenti al nemico: dato che lo scoccare dei dardi non è stato in parallelo ma in successione, l’intenzione di chiudere le vie di fuga è solo abbozzata (Klaus avrebbe potuto saltare ben prima che arrivasse l’ultima freccia). Tutto il resto funziona molto bene, pur non facendo leva né sull’ambiente circostante, né sul famiglio Aeglos.

Sportività [3.125]

Citazione.

C'è stata una scorrettezza anche da parte tua, anche se meno influente. Ti becchi in pieno la nube tossica lanciata da un avversario che si presenta fin dall'inizio un folle capace di tutto. E' un rischio a dir poco sconsiderato che dubito il tuo personaggio avrebbe assunto così a cuor leggero, seppur per una prova di forza. Quella nube avrebbe potuto far di tutto: avvelenarti, addormentarti, Drusilia non aveva poteri per conoscerne le conseguenze... il riceverla a cuor leggero spinge a pensare ad un po' di metagame da parte del giocatore.

Citazione.

Un’ottima condotta in generale, di sicuro l’inalazione del mercurio poteva essere meno disinvolta, e il gelo dell’Etlerth poteva essere tenuto in considerazione per un guadagno di realismo. Non penalizzo il mancato svenimento finale comprendendone le motivazioni narrative.

Alla luce dei risultati attribuiti sia ai voti che in-GDR, decreto Drusilia Galanodel vincitrice dello scontro, ed assegno 1pt ad entrambi i partecipanti.

« Drusilia. » il vampiro stava ancora là, immobile, ferito nel corpo e nello spirito da quella punizione celeste « Sei tu?! »
Lo sguardo stanco dell'Alfiere si posò sulle sue ferite, e gli specchi d'acqua color smeraldo furono lambiti da una brezza malinconica ma priva di colpe. Era lì per educarlo, non solo per insegnargli a come difendersi dal Sodalizio ed i suoi tranelli. Che Klaus non la rispettasse abbastanza, l'aveva compreso dal loro primo incontro e lo stesso vampiro lo aveva confermato pochi attimi prima, quando era andato di matto; usare la forza era l'unica soluzione possibile nei confronti di una creatura che fondava il suo codice di valori sull'esercizio della violenza.
Lei lo aveva fatto, anche se nolente.
Aveva usato la forza, si era sporcata le mani per un fine più alto.
Era questo, forse, l'aspetto che più la distingueva da Kalia.

« Nemmeno un graffio. »

Con fatica, l'uomo si levò sui propri avambracci, rotolando sulla neve per darle le spalle. Evidentemente non l'aveva presa bene, ma infondo era quello il fine della Dama del Vento. Se non fosse rimasto ferito non si sarebbe mai messo in discussione e non avrebbe mai realmente ascoltato i suoi consigli. In un certo senso, era riuscita nel suo intento, per quanto le facesse male al cuore.

« Sì! »

L'affermazione finale giunse senza che lui le rivolgesse lo sguardo. Drusilia comprese il suo disagio e rimase al proprio posto, concedendogli alcuni attimi di silenzio. Infine cadde in ginocchio, ormai impossibilitata a reggersi sulle proprie gambe. Era arrivata al limite.



-La pelle più resistente è dove si trovano le cicatrici- la voce divenne ancora più leggera, quasi un sussurro della sua stessa anima -Volevi il segreto del mio potere... io te lo sto dando.

Il sole fu coperto dalla sagoma di un'ala, prima una piccola ombra e poi sempre più grande. La bestia alata planò verso i due avversari, adagiandosi al fianco della sua Signora. Le avvicinò il capo e con il becco le spostò una ciocca di capelli dal volto. Drusilia sorrise intenerita, premiandola di una carezza.
Infine l'ordine.

-Aeglos, portaci a casa.

SPOILER (clicca per visualizzare)

Grazie a te, puccino.

Giocare con Klaus mi piace terribilmente, come accade con pochi personaggi, e ti sei dimostrato un tipo di giocatore perfetto per la mia concezione di gdr: spero di continuare questa trama di bg con te, perchè la trovo molto interessante per i risvolti futuri dei presidi