Senza Nome

Come un caleidoscopio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. L'Ordine
     
    .

    User deleted


    Trotterellando impettito, un gattino entrava di soppiatto nel grande palazzo di Lordaeron. Beh, di soppiatto...Le guardie che c'erano erano distratte. Sentivano voci nelle orecchie e avevano allucinazioni, o una roba dle genere, e forse qualcuna si era anche ritrovata coi piedi ghiacciati ed era finita a terra mentre cercava di prendere il felino. Solo che la bestia era praticamente un mezzo fantasma, quindi non potettero fare granché. Perché mezzo e non un fantasma completo, dite? Quando era arrivato davanti al portone, con la zampina bussava, ma era una porta grande, e lui era un gattino, quindi nessuno lo sentiva! Allora sbuffò e puf! Passò attraverso! E più o meno fece lo stesso con tutte le porte e i muri che trovava, solo che in alcuni lasciava un alone tiepido, in altri sembrava addirittura aver bagnato la parete!
    Ah, già! Com'era il gatto, non sapete! Non lo sapeva nemmeno lui, perché a volte era cucciolo a volte cresceva, cambiava razza e colore, e una volta sembrò anche fatto d'argento! Fatto sta, che il gatto era più o meno come voelvi vederlo.

    Finalmente arrivò ad una stanza familiare, bussò con la zampona (era diventato una tigre!), e subito passò attraverso al porta, da buon mezzo-fantasma quale era. Solo che, come attraversava, lasciava il corpo grande e ritornava un gatto, che sembrava sforzarsi di restare di dimensioni fisse e di colori fissi: pelo bianco, occhi azzurri. Ma ogni istante qualcosa cambiava! A volte aveva delle macchie verdi sul pelo, a volte gli si allungava il collo, a volte sembrava avere le piume! Quindi, sì, in teoria era un gatto, ed in teoria era bianco.

    -Miao!-

    Sì, aveva detto "Miao". Non aveva miagolato, aveva parlato e aveva detto "miao". Ed era anche un po' cafone, come se avesse detto, in realtà: "Ehi! Non potevi abitare più vicino a noi?". Però aveva detto solo "miao", quindi ognuno ci sentiva quello che voleva sentirci. Che poi, non era neanche un "miao" normale: era strano, come se fosse un po' gatto, un po' umano, un po' bestia generica, un po' tutto e un po' niente, insomma.
    Ricapitoliamo: nella stanza dell'Alfiere c'era una cosa che in teoria era un mezzo-fantasma, in teoria era un gatto, in teoria era bianco, ed in teoria parlava.
    Bell'affare.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    Nel suo stato di dormiveglia, il tonfo proveniente da dietro la porta della stanza le giunse solo cume un'impressione vaga e fugace, tuttavia sufficiente a richiamarla dai flutti soffusi dell'oblio a cui assai raramente si concedeva.

    jpg
    « . . . »
    un mugolio leggero strisciò fuori dalle labbra rosse

    Così come per il cibo, il sonno nella Dama Azzurra non era una necessità fisiologica cui soggiacere per istinto, quanto più una mera reminescenza umana... un piccolo, sacro rito per ricordare a sé stessa quegli insignificanti e preziosissimi istanti in cui non era la Principessa, la senatrice dell'Alleanza, la Regina della Cittadella, l'Alfiere dell'Est... ma una persona normalissima.

    Molti immortali non avrebbero esitato a definirlo un inutile vezzo, persino, ma... con tutte le incombenze che sempre impegnavano il suo tempo per l'ordinaria gestione delle faccende di stato, la tutela del Presidio e di Endlos dalle emergenze che spuntavano come funghi -specie nell'ultimo decennio-, e i doveri di madre che aveva liberamente deciso di non disattendere nei confronti di tutti coloro a cui conservava un posto nel suo cuore, non trovava nulla di male nel dedicare a sé stessa poche ore di riposo settimanale.

    -Miao!-

    Quel suono dolce danzò sulle soglie dell'incoscienza, focalizzando i suoi pensieri e rendendola vigile prima ancora che si fosse destata del tutto... perché, per quanto dolce, una parte di lei l'aveva trovato curioso: non era stato un verso di gatto, ma quasi l'imitazione di un miagolio... E anche se certi bambini del Nido degli Angeli adoravano usare idiomi del genere come intercalare, Kalia ricordava di non trovarsi a Miséricorde.

    Calma come sempre, e di nuovo lucida, la fanciulla celeste schiuse le iridi blu zaffiro; contemplò la penombra soffusa delle sue stanze, e i suoi sensi rilevarono una presenza... ma non si allarmò,
    perché non percepì minaccia.

    jpg
    « ...chi c'è? »

    Un sospetto -una speranza- le cresceva nella mente... ma poteva essere un sogno e nulla più, lo strascico del sogno di un tempo più lieto, così trattenne il fiato e rimase in attesa.

     
    Top
    .
  3. L'Ordine
     
    .

    User deleted


    Zampettando per la stanza, al suono della voce della Signorina Alfiere, quel gatto teoricamente gatto e teoricamente bianco pian piano la raggiungeva, e sembrava più felice di quanto non fosse prima che Kalia avesse parlato: infatti, mentre si muoveva, era come se si dondolasse, dando l'idea di stare...saltellando?

    -Ehh..-

    Sembrò sospirare la bestia trasformista, che già stava diventando mezza leopardo e mezza e mezza falco, in una brutta imitazione di grifone. Ma no, doveva sforzarsi di restare un gatto bianco, e quindi con molta difficoltà, si ridimensionò e fece sparire il piumaggio e tutto il resto: ovviamente non ce la fece, e gli rimase la coda da leopardo e qualche penna sulle zampe davanti.

    -Ci sono io, più morto che vivo, azzurrina del mio cuore.-

    Ora che si era messa a parlare, la creatura era davvero strana: praticamente era come se un gatto stesse miagolando i suoni umani, e ogni tanto usciva fuori un verso acuto da rapace; come tono, alla fine non era neanche questo gran che: una vocetta sbrigativa e pratica, anche se ci si poteva leggere della simpatia nel rivolgersi all'Alfiere.

    -Non ce l'ho fatta a rimanere morto!-
    Le "miagolò", mentre gli spunatava il becco, con sua grande disapprovazione
    -Come adesso non riesco a restare gatto, cazzarola. Odio questi cambiamenti, mi sembra di essere sulle montagne russe...-

    Si contorse per sgranchirsi le vertebre mezze-fantasma; perché, vi ricordate, vero, che quella cosa era anche mezza-fantasma, sì? Beh, facendosi suonare come una nacchera, si risistemò, cercandosi di scrollare becco e piume e coda strana, ma ivece di sparire, cambiarono di nuovo: adesso aveva il becco di un tucano e la coda nera delle pantere. Sbuffando annoiato, cercò di non farci troppo caso e cambiò discorso:

    -Come te la passi, Supremo Pezzo Grosso dell'Est?-

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    -Ehh..-

    Una sorta di mezzo sospiro si levò in risposta alla sua domanda, e mentre la bella Dama faceva leva sulle braccia flessuose per sollevarsi dalle lenzuola fragranti dell'odore dolce dei gigli, gli occhi di zaffiro perlustrarono la stanza per trovarne l'origine... e un cipiglio perplesso le increspò un poco la fronte liscia alla vista della creaturina saltellante che avanzava fino ai piedi del suo letto.

    Non riuscì a capire cosa fosse esattamente, per il semplice fatto che la sostanza che lo componeva sembrava parecchio instabile e costantemente in divenire: prima era un micetto di un bianco cangiante, ora si era espanso e coperto di macchie come se stesse crescendo in un leopardo... tuttavia dotandosi di penne, piume e becco da rapace; poi parve ripensarci, e regredì alla forma di gatto, pur conservando tracce delle ibridazioni.
    Quel caleidoscopio irrequieto sembrava...

    -Ci sono io, più morto che vivo, azzurrina del mio cuore.-

    « ...Amarth? »

    Eppure, il rimescolamento del suo aspetto e dei suoi colori era l'unico elemento che la rimandasse a lui: il Guardiano numero Zero, che era stato suo consigliere e amico; eppure, in tutto il resto -quei modi e quel linguaggio, così diversi dal fare solenne che le aveva sempre mostrato- pareva mescolarsi tratti e caratteristiche delle altre Essenze sue congiunte: la dolcezza di Yang, il fare materno e volitivo di Yoe, e anche qualcosa delle intemperanze di Yin...

    « ...o, forse...Yang? »

    -Non ce l'ho fatta a rimanere morto!-
    miagolò" l'esserino
    -Come adesso non riesco a restare gatto, cazzarola.
    Odio questi cambiamenti, mi sembra di essere sulle montagne russe...-
    brontolò, stiracchiandosi per poi cercare di scrollarsi di dosso becco e piume

    Sorridendo intenerita, la Dama Azzurra si sporse oltre il bordo del soffice materasso per raccogliere la creatura mutaforme -con delicatezza, quasi a domandarle permesso-, e se essa non si fosse opposta l'avrebbe presa tra le braccia e accostata al viso d'angelo per deporle un bacio sulla testolina, ora dotata di un buffo becco da tucano.

    -Come te la passi, Supremo Pezzo Grosso dell'Est?-

    jpg
    « Mi siete mancati... »
    gli rispose solamente, fissandolo con posata dolcezza
    « ...ma cosa vi è capitato? Gli altri stanno bene...? »

     
    Top
    .
  5. L'Ordine
     
    .

    User deleted


    Ohh! L'altezza è cosa pericolosa! E quel povero gattuccello sembrava soffrire di vertigini...Ah, no, era solo eccitazione per essersi risollevato da terra. E avvennero altre due cose strane, quando Kalia prese la bestiola in braccio: numero uno, dopo un'esitazione, in cui le zampe di dietro erano diventate eteree per un attimo, si indurirono tutte, e si fermarono, restando quelle di un gatto. Un normalissimo gatto dal pelo bianco; numero due, dopo averlo baciato e messo al sicuro, dalla schiena dell'animale cominciarono a spuntare delle piumine arruffate, tutte grigie, a forma di piccole alucce.
    A parte questo, restava buffamente col becco di tucano e la coda di pantera.

    -Stanno come me, mezzi morti e mezzi vivi! Uno sembra una brutta manta viscida e nera, un altro è un serpente col corpo di donna, ed è un mostro, è un altro è una sbobba multicolor, a metà tra fumo e gelatina.-

    Miagolava sempre meno, come se lo stare fra le braccia dell'Alfiere lo stesse stabilizzando. E allora come parlava? Si sentiva la voce in giro, e un po' era un miagolio, un po' quella di una persona diciamo normale. E poi: bum! La fissò un attimo per rispondere, e gli occhi del gatto diventarono blu zaffiro.

    -Anche tu mi sei mancata, ma adesso non riesco a..come dire...dimostrarlo. Mi ricordo che sarei diverso di così..-
    Scese dal grembo di Kalia e le si mise di fornte, miagolando un'altra volta
    -Ti va di darmi una mano a...insomma...farmi ricordare come sarei dovuto essere?-

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    -Stanno come me, mezzi morti e mezzi vivi! Uno sembra una brutta manta viscida e nera, un altro è un serpente col corpo di donna, ed è un mostro, è un altro è una sbobba multicolor, a metà tra fumo e gelatina.-
    raccontò la creaturina, levando verso di lei gli occhietti ora blu
    -Anche tu mi sei mancata, ma adesso non riesco a..come dire...dimostrarlo.
    Mi ricordo che sarei diverso di così..-
    ammise mesto, scendendo dalle sue ginocchia e accoccolandolesi difronte
    -Ti va di darmi una mano a...insomma...farmi ricordare come sarei dovuto essere?-

    Un pò in pensiero, la Dama reclinò la testolina turchina da una parte e lo fissò con apprensione... subito allontanata da un sano pragmatismo che difficilmente la gente le riconosceva, legata com'era alla sua immagine da bambolina di cristallo, perché non c'era motivo di pensare al peggio.

    Se il Guardiano le si era manifestato per porle quella richiesta, era probabilmente perché si trattava di un qualcosa di importante che poteva fare per lui -o per loro-, perciò... non doveva far altro che seguire la via indicata dal Destino come aveva sempre fatto.


    « Ma certo, Yang... Ricordo bene il giorno in cui sei comparso per la prima volta nella mia sala del trono al fianco di Leon... »
    rispose la donna celeste, rivolgendogli un sorriso dolce
    « Eri un bel giovanotto alto, bianco come la neve che cade... con i capelli corti, lisci e sottili, che brillavano d'argento sotto la carezza della luce e la pelle era chiara come porcellana... »
    proseguì, rendendo vivido ogni frammento di quel ricordo
    « ...ma era il blu, il tuo colore - il colore di occhi che avevano la stessa intoccabile purezza dei più limpidi ghiacciai del Nord. Ma non c'era gelo in te... perché ogni male si scioglieva nel calore accogliente del tuo sorriso... »
    sporgendosi un poco in avanti, la Dama elargì una carezza alla sua testolina
    « ...a Drusilia è mancato molto quel sorriso, sai...? »

    Perché, al di là del suo aspetto, il ricordo più bello di quel giorno era ancora l'abbraccio che il Guardiano e l'Angelo si erano scambiati alla fine di una lunga separazione...

     
    Top
    .
  7. L'Ordine
     
    .

    User deleted


    E che, non si muoveva più? Eh, sforzava le zampe ma da terra non si scollava mentre l'Alfiere raccontava; non essendo preparato, tutti quei ricordi lo incastrarono senza che potesse mettersi più comodo. Ma almeno sembrava un gattucano felice a sentire Kalia.
    E poi quando gli diede il bacino, boom. Iniziò a tremare tutto, e anche se era contento (beh, quanto potesse esserlo una creatura come quella), sembrava avere dei tic nervosi.

    -Io...Io..Io non..Io..-
    Faceva fatica ad articolare le parole, che erano spente e incerte
    -...Drusilia...

    Riuscì a dire, con una voce che gli suonava familiare dentro le orecchie. E come disse il nome di quella, i ricordi gli vennero tutti nella testa, e ricordò ogni scena vissuta, e non solo: memore di quanto concesse a Kalia, tempo addietro, aveva visto anche altri ricordi, quelli dell'Ordine e del loro passato comune. E si alzò il vento, in quella stanza.
    Se all'inizio era gelido, poco alla volta si scaldò; ghiacciava un po' dappertutto dove toccava, ma non era freddo: faceva bene al cuore. E di colpo una folata sbalzò il gatto in alto, un po' distante da Kalia; stava appeso come un salame, con le zampe di dietro tese in giù, e quelle davanti stese di fianco, come fosse crocifisso al niente.
    Incredulo ancora, si beccò in pieno muso un'altra folata, che lo investì di finissima polvere cristallina, che come lo toccava gli si attaccava e si allungava per l'aria: una bambolina di cristallo sembrava, grande quanto una persona.
    L'ultima folata distrusse tutto, polverizzando il ghiaccio e facendolo scomparire.
    Se prima c'era una bambolina rozza e grande, adesso davanti all'Alfiere stava un corpo noto.

     
    Top
    .
  8. Feng Yang Leng
     
    .

    User deleted


    Pure che si voglia piangere il freddo dell'inverno, esso è però lieto se lo si guarda col giusto cuore: fa belli i panorami, invita al calore e alla famiglia, e sotto il sole la neve brilla di diamanti. Così, anche se il gelo ed il vento spazzeranno via fiori e campi, tuttavia porteranno con sé una loro bellezza, che è la migliore, perché il tempo per essa è Giusto.
    Allo stesso modo, che lo spirito fosse tornato ad essere della sua vecchia forma, presso Kalia, era giusto, benché ora non potesse essere come si era manifestato all'inizio: mutevole e schietto. Ma come l'inverno, la bellezza sua era questa, ed era giusta.
    E così il vento nuovo soffiò, e rese al presente ciò che un tempo si chiamò passato, e la creatura si fece umana; alta e snella, avvolta da una lunga tunica candida, splendida come il riflesso del sole sulla neve, i cui bordi erano di un bell'azzurro ricamato, ed il colletto, orlato, era un poco alto. Pareva, la veste, contesta di mille e mille granelli di polvere gelida, sì che tutto, al muoversi, ondeggiava di fresca azzurrità.
    Dietro, alla schiena, le piccoli ali batuffolose erano ormai cresciute; grandi e bianche di purezza, la creatura le portava cadenti sulle spalle, tanto che era facile scambiarle per un bel mantello di piume. Ma era il volto a comunicare tutto il bianco che era in lui, e tutto il fresco benessere: liscio e pulito, non era solcato dal peso del tempo; pareva un ragazzo che sia ancora un po' giovane, e non già che miri ad essere uomo.
    Gli occhi, però, stavano ancora chiusi.
    Come tese la mano, quasi distrattamente, un vento lieto soffiò dal pavimento della stanza, e con sé portava polvere e luce, e quando raggiunse, vorticando, la mano del giovane, chiara nella pelle, si fece solido: un lungo bastone di un diamante avvolto nel gelido riflesso dell'inverno, che in cima aveva una bella sfera azzurra, dove nubi sembravano vorticare lente e serene, e una buona aria spirare.
    Il cielo era nella pietra.
    E dove stelo e sfera si toccavano, il primo avvolgeva questa per un tratto, slargandosi sì che stesse comoda, circondandola di decori che sfumavano nell'intreccio delle due parti.
    Solo allora, quando in mano ebbe l'oggetto, aprì gli occhi e guardò l'Alfiere dell'Est.
    Due pozzi di luce azzurra, belli e senza nubi come il cielo dell'estate, freschi e delicati come l'inverno e la neve leggera.

    -Pure che io sia Bene, ciononostante ho causato sofferenze...-
    Affranto, già una lacrima scendeva, mentre con la mano il giovane si faceva forza sul bastone
    -Chissà se mi si potrà perdonare. Se tutti noi potremo mai esserlo...-

    E la voce era bella, armoniosa e pulita; però lo struggimento l'aveva come appesantita di dolore, ed una nube era passate ad ingrigire il cielo: chi mai avrebbe capito davvero i misteri dei loro Poteri? Scomparsi, morti, perduti. Questo erano stati, per loro stessi e per tutti gli altri. Se, però, sarebbero stati compresi e creduti sinceri nelle motivazioni e nel descrivere lo stato delle cose, neppure la bianca fiducia nel cuore del ragazzo poteva dirlo.

    -Sono tuo, fa' di me ciò che vuoi. Anche solo per morire di nuovo è valsa questa mia venuta a te, dolce Kalia.-

    E le si inginocchiò dinnanzi, penitente.

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    Mentre un vento freddo e pulito si sprigionava nelle sue stanze, proprio sotto lo sguardo blu zaffiro dell'Alfere si compì il prodigio, e la creaturina cangiante -un pò felino e un pò volatile- che era giunta fino a lei nel cuore della notte, trasfigurò nelle sembianze umane del Guardiano, colui che aveva conosciuto come Prima Essenza dell'Ordine.

    In piedi al suo cospetto stava ora Feng Yang Leng, regale quanto ancora non le era capitato di vederlo... rinnovato nel corpo, elegante nella sua tunica blu, e ornato dell'artefato che era emblema del suo potere.
    Ma tormentato come mai il suo sorriso aveva lasciato trapelare prima.

    -Pure che io sia Bene, ciononostante ho causato sofferenze...-
    furono le sue prime parole, mentre una lacrima silente scendeva dai suoi occhi
    -Chissà se mi si potrà perdonare. Se tutti noi potremo mai esserlo...-

    Nel vederlo così affranto, la Castellana avvertì sul cuore -affilato e grave- il pungolo del dispiacere, e mentre ella lasciava scivolare le caviglie sottili oltre il bordo del materasso per alzarsi in piedi, lui cadde in ginocchio come un penitente.

    -Sono tuo, fa' di me ciò che vuoi. Anche solo per morire di nuovo
    è valsa questa mia venuta a te, dolce Kalia.
    -

    « Non dovresti parlare di morte con tanta leggerezza... né di punizione dove non c'è errore. »
    lo ammonì gentilmente la Dama, raggiungendolo e torreggiando un poco su di lui
    « Nel percorso della vita, deviazioni, soste e fughe sono una cosa normale - è umano;
    è stato triste perdervi, ma non tutto il dolore viene per un male. »

    con la tenerezza di una madre, la donna gli cinse il capo albino in un abbraccio
    « L'importante è avere una ragione per camminare, ritrovare la via e continuare ad andare avanti... due strade divergenti possono tornare ad intrecciarsi di nuovo durante un viaggio. »

    Abbassando lo sguardo, le labbra rosse si schiusero in un sorriso incoraggiante.

    jpg
    « Voi Guardiani siete più che umani, questo è vero, ma...
    Non dovreste essere così duri con voi stessi. »

     
    Top
    .
  10. Feng Yang Leng
     
    .

    User deleted


    -Dobbiamo esserlo, almeno in questo caso.-

    Rispose la bella voce, alzandosi poco a poco per guardare la Dama negli occhi belli; appoggiato al bastone, pareva adesso un freddo angelo, il cui calore interiore brillava di luce rinnovata, e però, come una stella dentro una pietra preziosa, quel lucore era chiuso dalla pelle e dalla fresca forma. Buono ma algido, sorrideva distante, quasi per forma che per intenzione. in quell'istante, Feng Yang leng era davvero una Tempesta, pronta a scoppiare far i ghiacciai.

    -Abbiamo dato inizio ad un processo che ci ha distrutti, togliendoci le forse giorno dopo giorno. Ma adesso, per un incidente del Destino, abbiamo abbracciato Endlos interamente, fondendoci con esso. Siamo liberi come la terra, sconfinati come il cielo.-
    Era calmo e sereno, ma in attesa di riversare i propri venti, e gli occhi di cielo erano più chiari, quasi bianchi
    -Abbiamo, non volendo, ricreato la stessa condizione nella quale siamo entro i nostri Domini, Fuori, dove Possiamo ogni cosa. E abbiamo potuto ogni cosa qui su Endlos, per un brevissimo istante: così ci siamo riuniti. Il Potere che avevamo disperso l'abbiamo fatto riaddensare.-

    Aprì il palmo della mano libera dal bastone, ed il ghiaccio plasmò una miniatura: un gatto fantasma in continua mutazione stava fisso a guardare l'Alfiere.

    -Tuttavia non ricordavamo in che forma dovessimo apparire, perché è il Vascello, il corpo che ci ospita, a dirla. Senza alcuna regola, i Poteri erano male assortiti gli uni con gli altri, e noi spezzati e confusi.-
    Il gatto mutò in vari aspetti, anche quelli che ebbe modo di vedere la Dama dell'Est
    -Dovevamo prendere i ricordi da qualcuno che ci avesse conosciuti come si confacesse, così ci siamo divisi: io sono venuto da te, che serbi i ricordi di tutto il nostro passato, Amarth è con Arthur a Garwec, Yoe è nel bosco di Undarm con Amon, e Yin è in una grotta a Chediya con Kaede.-

    Mentre parlava, oltre al gatto erano comparsi altri oggetti volubili: una mostruosa donna-serpente, un fumo assai denso, spezzato da molti colori e interferenze melmose, ed un'orrenda chiazza nera con enormi occhi gialli da mosca ed un ghigno rosso stampato.

    -Lo so, posso sentirli. Possiamo sentirci. Non c'è il nostro corpo a trattenere il potere. Dormono ancora chiusi nelle loro bare, protetti dall'incantesimo di Arthur. Quando tutti noi avremmo ripreso l'aspetto consueto, torneremo ai Vsscelli, e vedremo cosa fare della nostra eternità.-

    Le figure gelide sul palmo della Tempesta si fecero umane, e poi sparirono colte dal vento. Più che mai, il freddo del potere era dentro Yang, e gli occhi erano vitrei, come se invece delle iridi vi fossero davvero pezzi di ghiaccio. E tuttavia era ancora sereno, ancora in pace, e la stanza dell'Alfiere,, nei pressi del Primo, diveniva sempre più splendida.

    -Qualche tempo prima della nostra scomparsa, mi trovai a parlare con Kora, e Amarth con Nemes.-
    Per la prima volta, rivelò ciò che gli era stato detto a qualcuno che non fosse dell'Ordine, e i venti della Tempesta, che per un lungo periodo aveva trattenuto, cominciarono a fluire attraverso le sue parole
    -Mi parlò di Endlos come di una scacchiera, e noi Guardiani ne eravamo fuori. I pezzi bianchi, in minoranza, ci accolsero come nuove pedine; non bianche, ma colorate. Mi disse che alcuni non giocavano secondo le regole, e che è stato necessario piegare alcune leggi e chiedere il nostro aiuto.-
    Scosse il capo, deluso
    -Ecco dove abbiamo sbagliato. Abbiamo atteso, inerti, che le cose si rivelassero, come se potessimo accelerare gli eventi solo al volerlo. Ma come Nemes disse ad Amarth, quando sarà Destino le cose si riveleranno. Eravamo giunti ad una condizione per la quale non vi erano forse né per tornare Fuori, a ricaricarci, per così dire, né per restare ancora nel Mondo. E così ci siamo separati dal corpo e sciolti, ma questo lo sai, io credo.-
    Ancora vitreo, il flusso di parole e ricordi non era giunto al termine. Kalia meritava di sapere.
    -Quiescenti per Endlos, abbiamo scoperto di poterci rinvigorire, e siamo tornati. Non faremo più lo stesso errore. Faremo sì che questo mondo coincida col Fuori, così da essere sempre a casa, sempre forti e sempre vigili. No, cara Kalia, chiunque stia giocando a regole sbagliate non ha compreso cosa siamo, chi siamo. Forse neanche ci ha notati per davvero. Ma è una promessa: se servirà ad Endlos, faremo tutto, tutto il necessario per liberarvi di questi imbroglioni.-

    Stanco del molto parlare, fece per sedersi, e una bella sedia ghiacciata lo sorresse, e venne un'altra sedia, per l'Alfiere, ed un tavolino, sul quale il vento sollevava una brocca riempiendo due tazze, anch'esse di gelido cristallo, col suo tè.

    -Non sono soltanto un bravo cuoco e un bravo domestico. Prima di tutto sono un Guardiano, e il mio Potere è come quello degli altri, anche se non l'ho mai dovuto mostrare per davvero. Per questo mi piace la neve: copre la terra, nascondendo i suoi tesori.-
    La teiera si fermò, poggiata dal vento al centro del tavolo
    -Per questo ti dico, nobile Kalia, fa' di me ciò che vuoi: se presagisci minacce, inviami dove servo, dove noi tutti serviamo. La devozione a te nemmeno la morte la cancella.-

    E come il vento spazza le nubi della Tempesta, placando gli altri turbini molesti, così l'umore gelido si acquietò, lasciando che la luce dentro il corpo frantumasse la pelle di vetro, e tornasse a splendere. Gli occhi erano tornati al loro azzurro cielo, e un sorriso bello e lieto sfiorava le labbra del ragazzo, che già offriva un piatto pieno di cose buone all'Alfiere.

    -Biscottino?-

     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    -Dobbiamo esserlo, almeno in questo caso.-

    Fredda come la brezza del Nord, la voce del Guardiano spazzò via ogni indulgenza... ma con essa parve allontanare da sé anche la debolezza che lo aveva colpito e costretto in ginocchio, spingendolo a reagire e a rialzarsi.

    Ora che si ergeva in tutta la sua statura, Kalia fu costretta a correggere un poco verso l'alto la traiettoria dello sguardo blu, ricambiando con un sorriso mite e caldo quello freddo e distante dell'Essenza, e mentre con attenzione prestava ascolto in silenzio alla spiegazione del Primo, il senso degli eventi occorsi si dispiegava lentamente ai suoi occhi, chiaro come il giorno.

    L'aver costretto in una forma limitata qualcosa che per sua natura non lo è aveva creato in loro uno scompenso che li aveva logorati un pò ogni giorno -questo, glielo aveva detto anche Amarth-, ma a quanto pare qualcosa era intervenuto a cambiare quella situazione, qualcosa legato alla trama stessa del semipiano... che li aveva armonizzati con il creato in cui si erano disciolti,
    e resi più forti.

    Perché anche mentre Yang le mostrava la confusione che aveva sfalsato l'immagine di ciascun Guardiano alla percezione di sé stesso -e la metteva a parte della locazione dei suoi tre Fratelli-, la Dama Azzurra non poté far a meno di trovarlo in qualche modo rinvigorito.

    -Qualche tempo prima della nostra scomparsa,
    mi trovai a parlare con Kora, e Amarth con Nemes.
    -
    rivelò poi la Tempesta, cogliendola sulle prime di sorpresa...
    -Mi parlò di Endlos come di una scacchiera, e noi Guardiani ne eravamo fuori.
    I pezzi bianchi, in minoranza, ci accolsero come nuove pedine; non bianche, ma colorate.
    -
    ...e mentre Yang parlava, la Papessa si ritrovò a visualizzare quelle immagini
    -Mi disse che alcuni non giocavano secondo le regole,
    e che è stato necessario piegare alcune leggi e chiedere il nostro aiuto.
    -

    ...era stata dunque questa la risposta della Luna? Costretta al Silenzio dal patto col Demone, ella aveva dovuto rinunciare ad avvertire in ogni modo i suoi Fratelli del pericolo rappresentato da quell'uomo e dai suoi "affari"... e se questi affari fossero stati correlati -o coincidenti- con la forza misteriosa che Drusilia sosteneva all'opera contro la Corte?

    Prendendo per buona quell'ipotesi, la Papessa riusciva a vedere un senso più profondo nella presenza dei Guardiani -entità potenti ed immutabili- su Endlos... e, d'un tratto, si ritrovò a chiedersi che cosa passasse nella testa della Luna: stando ai ricordi della Corte, non era mai stato tipo da restarsene a guardare senza muovere un dito, perciò...


    -No, cara Kalia, chiunque stia giocando a regole sbagliate non ha compreso cosa siamo, chi siamo. Forse neanche ci ha notati per davvero.-
    enunciò il Primo, e l'Alfiere si sentì fiera di avere alleati simili
    -Ma è una promessa: se servirà ad Endlos, faremo tutto,
    tutto il necessario per liberarvi di questi imbroglioni.
    -

    Come se quel lungo discorso l'avesse lasciato esausto, il giovane scivolò seduto su una poltroncina levigata nel ghiaccio ed evocata dal suo potere, cui ne seguì una seconda copia -che intuì essere per lei- e un grazioso tavolino apparecchiato per il thé.

    -Non sono soltanto un bravo cuoco e un bravo domestico. Prima di tutto sono un Guardiano, e il mio Potere è come quello degli altri, anche se non l'ho mai dovuto mostrare per davvero. Per questo mi piace la neve: copre la terra, nascondendo i suoi tesori.-
    sedendo di fronte a lui, Kalia si limitò ad annuire: conosceva il peso dei pregiudizi
    -Per questo ti dico, nobile Kalia, fa' di me ciò che vuoi: se presagisci minacce, inviami dove servo, dove noi tutti serviamo. La devozione a te nemmeno la morte la cancella. ...Biscottino?-

    « Ti ringrazio, Yang... »
    mormorò lei con voce dolce, senza bisogno di specificare a cosa si riferisse
    « La cosa più saggia da fare sarebbe organizzare una riunione per fare il punto della situazione di quello che sappiamo, ma... al momento, ciò che mi sta più a cuore sarebbe saperti riunito a Drusilia. »
    con un sospiro, la fanciulla celeste sorbì educatamente il thè dalla sua tazza
    « Sei il suo più vecchio e caro amico... e sono sicura che vorrebbe riabbracciarti tanto quanto avrebbe voluto salutarti prima che ti addormentassi... »

     
    Top
    .
  12. Feng Yang Leng
     
    .

    User deleted


    Udite quelle parole, per un momento sembrò che lo spirito avesse vacillato e che la tazza, fra le mani sue, avesse tremato un poco. Non vi fu un dolore tanto grande, per il Primo, quanto l'aver lasciato la sua Drusilia, e però non era stato il distacco a lacerargli il cuore di neve, bensì l'agonizzante evoluzione della consapevolezza del rapporto di entrambi: l'una un fiore che sbocci, l'altro un'immutabile dipinto di un fiore.
    Ora che il Destino, operando imprevisto, aveva concesso loro un vantaggio più che consistente, la Tempesta apriva gli occhi su Endlos come se non l'avesse fatto mai.

    -Sarà difficile parlare con lei, ma devo e voglio farlo.-
    Sorridendo malinconicamente, smise di bere e posò la tazzina sul piatto
    -Benché sia la mia anima Affine, diversi sono i Destini che seguiamo, e l'immortalità non è un vantaggio.-
    Scosse la testa, per togliersi quei tristi pensieri, e tornò a sorridere all'Alfiere
    -Piuttosto, dolce Kalia: una volta che avrò assolto il mio dovere di amico, cosa vuoi che faccia? Kora, Nemes o altri Arcani ti hanno lasciato qualche indizio? O ti hanno rivelato quale sia la nostra missione? -

    Con quella domanda, l'epoca del Bianco Yang si era conclusa. Ora l'Essenza, libera da qualsivoglia vincolo, tornava più che mai a se stessa.
    Il Primo era Luce, era Vento, ed era Ghiaccio di diamante. E così riprese appieno il proprio titolo, e a Kalia lo ufficializzò.

    -Dimmi ciò che sai, perché io sono Feng Yang Leng detto Sildrinalagos il Gelido Splendore dell'Uragano,Primo fra le Essenze Guardiane, e il mio compito è iniziato.-

     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Cherish

    Group
    Alfiere
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    -Sarà difficile parlare con lei, ma devo e voglio farlo. Benché sia la mia anima Affine, diversi sono i Destini che seguiamo, e l'immortalità non è un vantaggio.-
    rispose il Guardiano, con una malinconia che tradì l'intimo tumulto del suo cuore
    -Piuttosto, dolce Kalia: una volta che avrò assolto il mio dovere di amico, cosa vuoi che faccia? Kora, Nemes o altri Arcani ti hanno lasciato qualche indizio? O ti hanno rivelato quale sia la nostra missione? -
    le si appellò infine, mettendo da parte il thé e fissandola con gli occhi blu
    -Dimmi ciò che sai, perché io sono Feng Yang Leng detto Sildrinalagos il Gelido Splendore dell'Uragano, Primo fra le Essenze Guardiane, e il mio compito è iniziato.-

    Un pò a disagio per quella domanda, Kalia si sentì colta alla sprovvista: così come non si sarebbe mai immaginata la visita del redivivo Guardiano -o del suo fantasma-, non era neppure consapevole della sua chiacchierata avuta con Kora... né si ritrovò preparata a quella richiesta.

    Yang le stava domandando istruzioni, e la Castellana si scoprì del tutto impreparata: neppure lei che era la Custode dei Segreti poteva penentrare la mente dei suoi Fratelli, e né l'anomala bruciatura nell'Arazzo -la cui cura era solitamente competenza di Nemes- né il mistero che gravava sul fato della Luna -di cui ora potevano spiegarsi l'isolamento- le permettevano di farsi un'idea anche solamente vaga del ruolo delle Essenze in quella partita a scacchi...

    « Confesso di non avere idea di come procedere da qui in avanti... »
    ammise con onestà, trovando sciocco cercare di negare la realtà
    « L'intero semipiano continua ad inciampare in attacchi, problemi e disastri, e... forse ci sono dei collegamenti: Drusilia è certa che ci sia qualcuno che ci minaccia, ma... »
    un sospiro afflitto evase dal petto morbido, e il cruccio le adombrò gli occhi
    « Non abbiamo alcun indizio su chi possa essere, sembra tirare i fili da dietro le quinte, e per quanto vasto sia il suo campo d'azione, non riesco a vedere lo schema. »

    Mestamente, la fanciulla celeste abbandonò la tazza di thè ormai vuota sul bel tavolino di ghiaccio -perfetto come cristallo- ed intrecciò le mani candide in grembo.

    « Cercherò di interrogare la Corte per qualche informazione sulla vostra presenza qui, ma... »
    affermò dopo un istante di meditabonda riflessione
    « Reputo che, per prima cosa, sarebbe meglio cercare di capire chi vi abbia convocati. »
    poi levò lo sguardo verso l'altro e gli sorrise, cercando di essere incoraggiante
    « Sono sicura che qualcosa ne verrà fuori...!
    Dopotutto, il Destino non lascia niente al caso... »

     
    Top
    .
  14. Feng Yang Leng
     
    .

    User deleted


    Non vi fu, in quel momento, più chiaro modo d'agire: benché il Primo desiderasse intraprendere una missione, la sua missione, aveva dimenticato la prassi: pure, le circostanze erano strane ed intricate, e molti dubbi gli stavano nel cuore, e rimestava pensieri continuamente, finché non poi organizzò uno schema da seguire.

    -D'accordo. Mi fido della ricerca, Dama Azzurra.-
    Le disse, con un sorriso benevolo e per certi versi allegro
    -Quanto a me, riferirò agli altri ciò che ho appreso. E' una momento complesso, per noi Quattro: camminiamo per una strada che non abbiamo visto iniziare, ma sappiamo di averla percorsa dall'inizio.-

    Spiegava, ora che aveva ritrovato la serenità, sembrò quasi divertito. Piano, si alò dalla gelida sedia, fece come a pulirsi la veste, togliendo le pieghe; stretto il bastone nella destra, raccomandava le ultima cose all'Alfiere:

    -Quando avremo tutti ripreso il corpo, scopriremo chi ci ha chiamati. Per fortuna, ora possiamo spingerci un poco Oltre certe leggi, poiché Endlos è- e lo disse con enfasi -davvero, come casa nostra.
    Se avessi notizie da riferire, non esitare: chiamaci per nome, e verremo. Come sai, ti demmo questa possibilità quando ti parlammo, appena dopo esserci disciolti.
    -

    Alto nella sua bianca statura, la Buona Tempesta appariva come un Ministro accorto, un comandante di un esercito alleato. Inchinandosi leggermente, omaggiò l'Alfiere; poi le sorrise, come se, nonostante il pericolo tutto intorno, la speranza fosse viva e bella, i cuori leggeri.

    -Grazie di tutto!-
    Cinguettò allegro
    -E a presto, cara, carissima fanciulla!-

    E soffiò un venticello fresco, quasi che cantava; come toccava il corpo del Primo Potere, questo si faceva ghiaccio e poi polvere finissima, perdendosi nel vento ora luminoso di stelle, e poi sparì. A Lordaeron, nella camera di Kalia, restava la bella Dama, ed il chiaro tavolino.

     
    Top
    .
13 replies since 9/1/2014, 16:59   161 views
  Share  
.