Era sera e camminavo lentamente, stanca dal lungo vagabondeggiare, stanca in quel luogo surreale, che non era di certo come la terra, anzi.
*Un groviglio, una parodia della realtà è questo luogo! Un dedalo grottesco dove nemmeno le ali di Icaro potrebbero salvarmi...*
Sospirai, amareggiata mentre tenevo in mano i rimasugli del mio bottino, in parte mangiato, in parte ancora nel cestino di vimini, non sapendo in quanto tempo avrei trovato la civiltà, conveniva seguire la ferma logica del razionamento.
*e devo ringraziare che quella canaglia avesse una dieta compatibile con la mia... ma non durerò in eterno se continuo così.*
Camminai e camminai, viandante elegante con le scarpe con i tacchi fino a quando la luce non fù oramai scomparsa completamente, sostituita dal fuoco di un focolare.
Le mani tese verso il fuoco, il freddo che si faceva sentire e il sonno che iniziava ad essere più che un lontano pensiero. Tirai fuori la mia agenda e per scacciare il sonno e la leggera fame iniziai a scribacchiare, cullata solamente da quel calore e dai vestiti che avevo addosso.
-Dovevo prendergli il giaccone... almeno mi sarei potuta scaldare meglio. Chissà se a fuoco lento sarebbe stato commestibile...-
E iniziai ad appuntare ciò che avevo vissuto in quella giornata, da quando la mia gattina aveva aperto il portale a quando, aimè, ero ora lì, nei pressi del fiume a percorrerlo, con la logica idea che avrei trovato un centro abitato se avessi seguito il corso del fiume.
Ma cosa c' era di logico in Endlos? Nulla. E, mentre iniziai ad avere uno strano sentimento di arrendevolezza, che alimentò il freddo che potevo involontariamente generare, rimasì lì a scrivere e ad alimentare il fuoco, sciogliendo le mie codine e rimanendo a capelli sciolte.
Sì, mi faceva un' altra faccia quel taglio di capelli, già, ma chi poteva ammirarmi ora se non le fiere spaventate dal freddo che emanavo come protezione? Continuai a fare ciò che facevo sempre più lentamente... ascolando pian piano la voce del sonno, oratore estremamente capace dopo una giornata di fatiche...
L'oscurità stava iniziando a diffondersi tra i monti dell'Est, mentre Sarah percorreva quel sentiero, assorta nelle proprie riflessioni. L'ora tarda non era un problema, né per eventuali animali, né per improbabili incontri con gente poco raccomandabile o almeno lei non li considerava tali. In fondo si trattavano di rischi trascurabili rispetto a certe cose che aveva passato e chi faceva certi discorsi riguardo fosse pericoloso andare in giro di notte a qualcuno che era stata mandato in mezzo a delle battaglie da incubo, tra frecce, sangue e proiettili, si dimostrava solo un cretino. Insomma, giusto per fare un paragone: era un po' come raccomandare a una persona di mettersi il cappello per ripararsi da due gocce di pioggia, poco prima che questa andasse ad immergersi fino al busto nell'acqua gelida. Beh, a pensarci bene però c'era qualcosa che effettivamente rendeva preferibile viaggiare di giorno: a quell'ora si faceva fatica a vedere se si metteva i piedi! Un bel problema, soprattutto se si voleva rimanere immersi nei propri pensieri. In fondo era impossibile dopo quanto era successo quel giorno.
Qualche ora prima, su Einheit
Rachel aveva spesso meditato su come fosse nata e su cosa comportasse ciò. In fondo era successo più o meno in quel modo: Sarah aveva espresso il desiderio di essere una dama, qualcuno o qualcosa lo aveva esaudito ed aveva fatto nascere quella terra assieme a tutti i suoi abitanti. Ciò però voleva dire che tutte le persone lì fossero schiavette di una principessina e non avessero la libertà di scegliere se seguirla o meno? Difficile a dirsi, ma non era così illogico viste le premesse. Tuttavia le volte che aveva viaggiato con quella biondina aveva avuto l'impressione che non fosse così, di non doverle ubbidire e di poter andarsene quando avrebbe voluto. L'idea di damigella egoista che si era fatta di lei era andata poco a poco sfumando, così come la conclusione che uccidere la presunta padrona fosse sensato. Così aveva deciso di sottoporre Sarah a un'ultima prova, per capire se fosse o meno la sua nemica: le avrebbe semplicemente chiesto di andarsene e osservato la sua reazione. " Sarah, c'è qualcosa di importante che devo dirti." Erano cambiate molte cose durante i mesi in cui si era spesso recata sul semipiano. Come il modo in cui si rivolgeva a lei e persino il modo di vestire della principessa: negli ultimi giorni aveva preso a vestirsi in abiti mascolini persino al castello, seppur eleganti. " Si?" E dunque ecco lì, il momento della verità. " Quando mi sono recata con te su Endols, sono rimasta profondamente colpita da quel mondo. Sento di appartenere più a lui che a quello in cui mi trovo ora o a questa nazione. Perciò vorrei lasciarvi e stabilirmi lì." La scusa era plausibile e Sarah ci stava credendo, anche se sembrava presa parecchio alla sprovvista. " Ovvio che puoi. Ma dimmi, non è che per caso io o qualcun altro ti abbaiamo fatto un torto?" Ed iniziò una lunga discussione, nella quale l'ancella spiegò che nessuno le avesse mai fatto nulla e che voleva andarsene semplicemente perché le piaceva più endlos del mondo dove attualmente risiedeva. Per il resto ci furono solo saluti più o meno calorosi e la promessa che si sarebbero sempre fatti trovare se avesse avuto desiderio o bisogno di incontrarli. E fu così che Rachel trovò la sua risposta: Sarah non era la padrona a cui doveva sottostare, ma semplicemente una ragazza che una notte aveva espresso un desiderio, ignara che si sarebbe avverato. Ora non le rimaneva altro che salutare anche gli altri e recarsi su Endlos, per cercare di capire come volesse vivere la propria vita.
Il fatto che Rachel avesse deciso di andarsene spingeva la biondina a riflettere e a chiedersi cosa sarebbe successo ad Einheit adesso che Ise non c'era più. Prima o poi tutti se ne sarebbero andati per la loro strada e la nazione, nata dal capriccio di quella fata, si sarebbe sfaldata? Era difficile dirlo, come era difficile capire cosa fosse giusto fare.
La principessa sospirò, concedendosi una pausa in quella lunga meditazione per orientarsi meglio. Infatti un'altra sua ancella, Saline, aveva chiesto di incontrarla lì perché sosteneva di aver scoperto qualcosa di molto interessante, che si poteva collegare alla misteriosa assalitrice che aveva ucciso Lisa poche settimane prima. Quindi andò avanti, fino a che non iniziò a sentire freddo, il che la portò ad avvicinarsi ad un focolare, acceso da una persona nei paraggio. " Mi scusi, le dispiace se mi scaldo anch'io?" Però c'era qualcosa di strano in quella sensazione. Aveva come la sensazione che non ci fosse stato un vero abbassamento della temperatura.
Alzai lo sguardo posando gli occhi sulla nuova figura. Umana, almeno quello. Era una strega o una semplice donna che adorava passeggiare al chiaro di luna?
La scrutai attntamente, non sembrava affatto una persona malvagia o pericolosa, abbozzai un sorriso facendo posto in quell' angusto terreno spoglio.
*Sicuramente non sarà malvagia, glielo leggo negli occhi*
Era davvero così o era la sua malia ad aver effetto? Chissà, non ci pensai, ero stregata da quella sua influenza inconsapevolmente, ero accomodante per una ragione di cui avrei volentieri fatto a meno.
Sarei stata lo stesso accomodante senza quella sua particolarità? Probabilmente sì, ma oramai era fatta e forse era meglio così; essere guidati da una forte volontà e farsi trascinare era ben gradito ora, che le forze erano poche e il viaggio verso il nulla appena iniziato.
Attesi quindi qualche minuto, minuto che mi sarei lasciata per reputare la sua presenza un pericolo e, se non avesse fatto qualche cosa di particolarmente rilevante in quel tempo, avrei provato ad intavolare il discorso dicendo con il mio tono di voce freddo e distaccato, ma chiaro e limpido come solamente una docente negli anni sapeva fare:
-Anche lei sperduta e sola i questi strani boschi?-
Me lo lasciai sfuggire, ma mi fidavo di quella persona, anche se la conoscevo da circa un minuto, chissà perchè le stavo dicendo quelle cose...
Lasciai quindi la mia domanda cadere nelle fiamme crepitanti, alimentate da un nuovo bastone, mentre ne prendevo un secondo con le dita infreddolite così da ravvivare un po' le fiamme crepitanti e scoppiettanti.
La sconosciuta iniziò ad alimentare il fuoco e Sarah ne fu piuttosto felice. Sì, perché se c'era qualcosa che le stava dando fastidio era il freddo e fortunatamente quel fuoco riusciva ad attenuarlo. Tuttavia era piuttosto insolito che la temperatura fosse scesa di colpo e soprattutto che facesse più fatica ad ignorarla di quella del presidio settentrionale. Che fosse la donna stessa ad emanarla? Beh, non era impossibile: infondo aveva incontrato diverse persone che emanavano aure particolari e poi sembrava quasi che tale sensazione fosse collegata con i modi della donna non molto calorosi, seppur gentili. " Oh no, non mi sono persa. Mi sono recata qui semplicemente per incontrare un'altra persona." Rispose abbozzando un sorriso, continuando a tenere le mani verso il falò. In effetti qualcuno avrebbe trovato un po' strano vederla vagare per dei sentieri montani a notte fonda, ma da quando aveva imparato a spostarsi da un punto all'altro in breve tempo, non faceva più molto caso a molti elementi a cui una volta avrebbe fatto attenzione. Da quando aveva assaggiato quel tipo di libertà, desiderava avercela sempre, senza alcun limite di sorta. Un bel capovolgimento: passare dalla prigionia impostale da Ise, al poter fare ciò che voleva, persino di viaggiare tra i mondi! " Ma mi dica, lei invece si è per caso smarrita qui? In tal caso potrei aiutarla a ritrovare la strada o almeno portarla in un un rifugio dove passare la notte."
Sentenziai così alle sue parole, lasciando che il bosco si ripopolasse per un momento dei suoi rumori più classici e... perchè no, osservando ancora una volta la mia interlocutrice.
Nulla da fare la sua voce e i suoi modi di fare erano come una lieta melodia in quel mondo lercio e sporco dall' insensatezza e dalle leggi fisiche stravolte completamente e, riprendendo il discorso, le risposi.
-Mi sembra giusto precisarlo, visto che potrebbe darmi una mano. Più che smarrita qui, potremmo dire che mi sono smarrita e basta. Sono in cerca del Reame Stregonesco e... non ho idea di come arrivarsi senza una guida. Sapreste indicarmi la strada?-
Avevo una voce fredda ma levigata da un sottile e lieve retrogusto di carineria e, chissà come mai, non riuscivo a trattenere quelle parole, parole che solitamente avrei tenuto dentro di me per spalmarle al momento giusto. Alla fine non si faceva così in teoria?
Vabbè, non che mi importasse più di tanto, avevo come il presentimento che fosse una creatura così gentile e così ammaliante che era impossibile dirle di no o nasconderle qualche cosa; cosa che fra l' altro era impossibile da nascondere, considerata quella specie di magia che permeava le sue parole e i suoi gesti.
Non potevo farci nulla, finchè la mia anima non avesse sviluppato un' antidoto a quel dolce veleno sarei rimasto succube di tali trucchetti, trucchetti che in quel caso stavano funzionando a meraviglia fra l' altro.
Di nuovo Sarah provò a scaldarsi e attenuare il freddo. Forse avrebbe meglio semplicemente ad ignorarlo e provare a pensare ad altro, in fondo un po' di fresco poteva benissimo sopportarlo. Di lì a poco la donna, con fare parecchio pignolo, specificò di essersi "smarrita e basta", facendole capire di essere una naufraga dimensionale. Aveva l'aria di essere una persona un po' bisbetica, non cattiva o meschina, ma comunque una con cui era facile litigare o che tendevano ad assillare gli altri. Non che la cosa le dispiacesse particolarmente; in fondo si era abituata in fretta a quel genere di gente. Bastava pensare a tutte le sberle che aveva preso da Elisabeth per farsi un'idea. " Il Reame Stregonesco..." Ripeté, portandosi un dito sulle labbra e guardando in alto. " ... Un nome un po' generico, se sapessi qualcosa di più specifico forse potrei aiutarla. Suppongo però che non si trovi in questo mondo." Quindi torno a guardarla negli occhi e sorrise, forse per volerla incoraggiare. " In questo caso sarebbe meglio prima recarsi o al Magisterium o a Palanthas. Si tratta di due luoghi dove scienziati e intellettuali studiano e divulgano varie discipline, tra cui la conoscenza delle dimensioni. Lì le sarebbe più facile identificare il mondo in cui vuole andare e nel caso sia conosciuto, potrebbe recarsi con grande facilità. Per quanto ne so, basterebbe saperne le coordinate." Per poi aggiungere. " Se vuole posso portarla anche subito in una di queste due biblioteche." D'accordo che una era più un istituto scolastico, ma non bisognava essere così pignoli.
Le labbra si stirarono davanti a quella risposta; più ne parlavo, peggio la situazione volgeva, mi sentii mancare, grazie a quella risposta troppo vaga.
Come poteva non essere in quel mondo? Coordinate? Non avevo idea di come arrivarci, potete immaginare le coordinate!
Sospirai e mi strizzai gli occhi con la mano, levandomi in precedenza la montatura degli occhiali. Avevo bisogno di riprendermi un' attimo da quella sensazione di sconforto.
*Maledetta la mia gattina! Guarda in che situazione mi ha lasciato!*
Pensai e ripensai ad un modo per aiutare nella ricerca: parole, racconti, elementi caratteristici ma... nulla, non c' era nulla di importante nella mia mente, nulla di essenzialmente riconducibile ad una soluzione utile.
Però, c'è un però, la soluzione a parte del problema l' aveva esplicitata lei stessa, perchè se non poteva lei... forse una di quelle due struttura potrebbero fare al caso mio!
Attesi quindi un momento, provando a riprendere il giusto colorito, così da essere sicura di poter parlare con un tono di voce adatto e, con quel tono gelido e formale, le risposi:
-Non ho grandi elementi per dare un contributo rilevante ma, se vuole accompagnarmi in uno di questi luoghi... gliene sarei davvero grata.-
Molto semplicemente le risposi così e mi stupii nuovamente di come le parole venivano fuori senza remora, di come la sua sola figura potesse darmi tanta serenità da poterle confessare ogni cosa, lasciando forse trasparire più di quello che avrei mai voluto portare allo scoperto.
Feci sprofondare quel pensiero nei meandri della mia mente, forse era meglio non pensarci troppo, alla fine si era offerta di darmi una mano, ragion per cui non aveva senso pensare a ciò.
La biondina sorrise all'idea di spiegare alla nuova arrivata cosa intendesse per "portarla". Voleva vedere come avrebbe reagito non appena fattole vedere l'incantesimo che dava così tanta libertà di muoversi attraverso lo spazio. Ricordava molto bene le prime esperienze che aveva fatto con i balzi dimensionali di Ise. Ma se viaggiare con delle simili magie era qualcosa di emozionante, conoscerle e saperle usare era almeno dieci volte meglio. Se ne stava rendendo conto proprio in quel periodo, dato che stava iniziando a farne uso. " Purtroppo devo rimanere qui per incontrare qualcuno, quindi non posso accompagnarla personalmente. Intendevo qualcosa di diverso..." Fece una piccola pausa, forse per tentare di catalizzare l'attenzione della donna. " Posso aprire una specie di tunnel e se lo prenderà in pochi secondi si ritroverà a destinazione. Fondamentalmente è lo stesso incantesimo che potrebbe portarla nel "Reame Stregonesco". Comunque non si preoccupi: anche se non sarò con lei sono certa che saprà come muoversi. Quando prenderà il passaggio verrà teletrasportata all'ingresso della biblioteca di Palanthas. Una volta entrata all'interno della costruzione, basterà chiedere aiuto al personale." Quindi le chiese se era disposta a spostarsi in quel modo. " Le andrebbe bene andarci anche così?"
Una punta di rammarico si potrà percepire nella mia voce, voce forse troppo strana per la mia indole, troppo morbida contro una sconosciuta.
Però la sua gentilezza non poteva che farmi quell' effetto, la sua gentilezza e quella sua malia strana che mi stava rendendo come un pezzo di ghiaccio sciolto al sole, con l' anima offuscata e non più limpida come dovrebbe essere.
Presi un momento per pensare se accettare o meno il suo aiuto e, infine, muovendo un momento la bocca e le gambe, così da alzarmi, le risposi:
-Se vuole farmi questa cortesia le sarei grata. Però non saprei come sdebitarmi per la sua cortesia. Aimè non ho oggetti di particolare valore o interesse con me...-
In realtà uno ne avevo, ma non avevo alcuna intenzione di separarmene, alla fine era un qualche cosa che aveva un valore affettivo così importante che difficilmente me ne sarei separata. Oramai in piedi attesi che la donna facesse qualche cosa, mentre con la mia mente già pensavo a cosa sarebbe successo, al dolore di quegli spostami, alla casualità dello spostamento.
E se fossi finita da un' altra parte ancora? No... non era possibile, le sue parole erano troppo dolci per potermi non dire che era sicuro al 100% quel portale che avrebbe creato.
Attesi quindi, attesi un suo gesto o una sua parola, così da agire poi di conseguenza.
//OFF: Prima di tutto scusa per l' enorme ritardo e per il post frettoloso, aimè nei giorni a venire sarò un po' lentuccio a risponderti, quindi prenditi tutto il tempo che ti serve per replicare a questo post.
La donna reagì con compostezza alla spiegazione della principessa, senza esternare troppo le emozioni. Beh, in fondo aveva fatto così anche così anche prima, sebbene la dama avesse sperato di vedere un po' più entusiasmo o stupore per quell'incantesimo che lei praticamente adorava. Comunque la cosa più importante era che aveva finalmente l'occasione di mostrarlo a qualcuno. Le avevano consigliato infatti di non usarlo davanti a troppe persone, ma essendo solo in due, non ci vedeva alcun male nell'attivarlo. " Solo un momento." Si alzò in piedi e tese un braccio verso una direzione. Iniziarono a comparire alcune strane crepe nell'aria, come se in realtà ci fosse un vetro trasparente, che convergettero verso un punto. Poi, come se quel vetro avesse ceduto strutturalmente, si aprì una specie di breccia, oltre la quale sembrava esserci una sorta di tunnel di luce blu. " Ecco fatto. Se si sente trascinata in avanti quando entra nel passaggio non si preoccupi, è tutto normale. In meno di un minuto dovrebbe raggiungere la destinazione." Spiegò, sperando che l'altra fosse rimasta colpita positivamente. Aveva resto la cosa un po' più scenica perché la donna potesse essere almeno un po' impressionata: non c'era nessun bisogno di tendere il braccio per attivare l'incantesimo. " Non si preoccupi di sdebitarsi, perché non c'è motivo per falo: non mi è costato niente aiutarla. Comunque temo di non essermi ancora presentata: il mio nome è Sarah." Disse, inchinandosi lievemente, prima che l'altra prendesse il portale che aveva appena aperto.
Breccia dimensionale: Come si può intuire dal nome, questa tecnica è in grado di aprire passaggi dimensionali per passare da una all'altra o teletrasportarsi in un punto diverso del mondo in cui ci si trova. Ideata dagli enling e inizialmente concepita per essere attivata dalla loro energia magica, il Bagliore Blu, si è mostrata compatibile a molte altre forme di magia, tra cui quella Bianca. Rispetto al Balzo dimensionale ha il vantaggio di essere più stabile e quindi scongiura il rischio che eventuali turbolenze portino gli utilizzatori in un punto diverso dalla destinazione prevista, di contro richiede di conoscere con maggior precisione il posto in cui si vuole arrivare, perciò occorre o saperne le coordinate esatte o che averlo già visto. In termini di gioco Sarah potrà aprire un passaggio che permetterà a chiunque vi entri di entrare in uno strano luogo in cui si verrà spinti verso un'uscita che corrisponderà alla zona in cui avrà deciso di arrivare. La breccia rimarrà aperta un turno o anche meno se deciderà di chiudere in anticipo l'entrata per non far passare qualcuno di indesiderato e talvolta potrebbe comparire un abitante di Einheit che lo aprirà al suo posto (ciò però avrà una semplice funzione scenica). La tecnica non potrà essere usata in combattimento, ma sarà comunque possibile ricorrerci durante una fuga. Oltre a ciò, durante una quest, se si deciderà di muoversi da una dimensione all'altra occorrerà il consenso del master, invece non sarà necessario per spostamenti all'interno di un mondo. Questa tecnica permetterà quindi di percorrere grandi distanze in tempi irrisori, di viaggiare da un mondo all'altro e di uscire da luoghi in cui da cui è difficile farlo, come prigioni, fortezze e altri posti pieni di impedimenti fisici o magie che svolgono una funzione analoga, purché meno potenti di questa. Consumo: Critico
Non dissi nulla, perchè non c' era molto da dire in effetti. Alla fine la sua gentilezza aveva fatto breccia nel mio gelido cuore e, per evitare di farmi vedere con le goti leggermente arrossate, mi sbrigai ad alzarmi e a dirigermi davanti al portale.
Era ben diverso dal portale che avevo attraversato il giorno prima e... sì, mi fece un' attimo riflettere questa cosa, ma non troppo, perchè la donna si presentò e io... girandomi, la guardai leggermente imbarazzata.
Dissi con un certo orgoglio, come al solito d' altronde per poi guardarla ancora un momento e correggermi, con la voce un po' meno coincisa e più vaga:
-Ex Professoressa a dire il vero...-
Già, alla fine mi dimenticavo sempre che avevo smesso da tempo di lavorare alla Shibusen, anche se il vizio di presentarmi in quella maniera era ben rimasto, visto che in quell' istituto le presentazioni venivano fatte più volte al giorno e, dopo un po' diventava una specie di prassi dire quelle parole.
Era come se il mio nome fosse sempre stato quello e... sì, dovevo farci l' abitudine a levare quel Professoressa, anche se era più forte di me.
Un colpo di tosse veloce, per levarmi da quel momentaneo imbarazzo e un' ultima frase detta prima di avventurarmi veloce nel tunnel, prima di scomparire da quel bosco, così da salutarla, forse per sempre.
-e... grazie infinite Sarah.-
E via, dentro il tunnel, scomparendo dalla sua vista e forse dalla sua memoria, nel caso non ci fossimo mai più incontrate.
Alla fine non me la sentivo di sbilanciarmi con un' addio o con un' arrivederci, ragion per cui le lasciai un grazie, parola che difficilmente donavo con quel zelo, parola che per me valeva più di mille parole.
Tutto qui, mentre avanzavo nel tunnel creato per incanto, sparendo piano piano, come la malia della ragazza, sostituita però da un leggero tepore nel cuore.
Alla fine la gentilezza era la peggior malia presente nell' universo, perchè non c' era protezione contro un sorriso e una mano tesa.
Scossi la testa e camminai più velocemente, così da finire dall' altra parte dello squarcio e trovarmi dall' altra parte ma questa... beh... è un' altra storia.
La fanciulla osservò la professoressa entrare nel passaggio appena aperto da lei e ricambiò i saluti. " È stato un piacere. Faccia buon viaggio." Quindi attese di vedere la breccia richiudersi e quando ciò accadde, probabilmente a quel punto la donna doveva essere già dall'altra parte del passaggio o quasi. Sarebbe stata curiosa di sapere cosa le avrebbe riservato la sua permanenza su Endlos e soprattutto se alla biblioteca avrebbero potuto aiutarla. Ciò che però la stupì maggiormente fu constatare che la sensazione di freddo fosse sparita. Che fosse stata davvero lei la causa? Beh, se non altro in quel modo avrebbe incarnato perfettamente lo stereotipo della professoressa severa: una persona che raramente lasciava trasparire le proprie emozioni agli studenti, a tal punto da rendere l'atmosfera della classe gelida. Ammetteva però che incontrarla in quelle circostanze l'aveva divertita. Tuttavia la tranquillità della biondina durò poco, dato che presto sentì una voce familiare rimbombarle in testa. « Sary, mi sono addosso! Maledizione!» Chi? Cosa la stava inseguendo? Ah, che importava, in quel momento doveva solo pensare ad aiutarla. « Dimmi dove sei. Cercherò di essere da te il prima possibile.» Quindi corse verso il luogo indicato e nel proteggere l'amica avrebbe scoperto quanto poco piacevole fosse procurarsi una ferita da arma da fuoco, ma questa è un'altra storia.