Incontro × Malkavian × Selvatica

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    §Monte di Montecchio...
    Mondo Hunter X Hunter§



    Alberi secolari si ergevano al cielo scagliandosi contro la luna che pareva timidamente nascondersi dietro una nube. La falce regina della notte, infatti, sembrava non voler posare il suo benevolo sguardo su quel monte maledetto dove lodi, canti e preghiere venivano recitate ad ogni calar del sole.
    Anche quella sera suoni dolci e melodiosi sembravano abbracciare quel territorio intriso di sangue e lacrime in cui pochi uomini aveva avuto il coraggio di posar piede. Tra questi temerari erano ben noti i folli e gli avventurieri, ma misera era la loro fine...

    -Sorelle sia ben amata la nostra terra, lodiamo l’angelo che c’ha create…-

    Urlava una sacerdotessa dalla tunica bianca scossa dal vento mentre teneva tra le mani, unite sopra la testa, un calice d’oro incastonato di diamanti. A circondare la donna vi erano una sessantina di bellissime creature molto simili a lei. Ognuna d’esse aveva la pelle diafana e lunghi capelli biondi o argentati, nonostante ciò la cosa che più le caratterizzava era l’altezza. La più bassa non scendeva sotto il metro e novanta.
    Alcune tenevano tra le mani candele e lampade ad olio profumate, altre invece erano indaffarate a suonare flauti traversi e arpe. I loro volti cerei erano rigati da calde lacrime di gioia e l’atmosfera che si respirava era quella di un culto devoto.

    -…ammirate la volontà di nostro padre…-

    Continuò la dama al centro del gruppo raggiungendo a grandi passi l’altare dietro di lei. Questo era scolpito nel marmo, un piano rettangolare da cui alle quattro punte salivano rami che andavano a intrecciarsi in su come un tetto. Sulla fredda piattaforma vi erano adagiati delle coperte arrotolate e un minaccioso pugnale d’argento. La sacerdotessa prese l’arma e la porto sopra il capo in un segno simbolico…

    -Sia lodata la notte del Triskell!-

    Pronunciò queste parole con tono autoritario, poi andò a colpire il fagotto sull’altare ma quando lo fece il suo volto si coprì d’orrore. L’urlo d’odio dell’esecutrice echeggiò per tutto il bosco, mentre questa scoppiò in un pianto disperato…



    Corri… corri… corri…

    Ecco le tre parole che tuonavano nelle orecchie della ragazzina, mentre attraversava il bosco tenendo stretto al petto un neonato urlante. Per un attimo la giovane, che non dimostrava più di dodici anni, sembrò inciampare ma riprese subito l’equilibrio. Ormai doveva mancare poco all'inizio del culto e se l’avressero scoperta non l’avrebbe salvata l’immortalità. I lunghi cappelli castani della ragazza scendevano ribelli e selvaggi fino alla schiena e andavano a celare le braccia nude, quasi a voler riscaldare quello che la sua tunica grigia a mezze maniche non riusciva a coprire.
    Il suo sguardo scuro avvistò un piccolo orfanotrofio gestito da delle suore. Jester, questo era il suo nome, si fermò un attimo guardando gli occhioni del piccolo. Non poteva credere che le Selvatiche, il popolo di sua madre, avrebbe ucciso quella creatura solo perché maschio. Non voleva credere che sua mamma l’avesse abbandonata lì. Non riusciva neanche a capacitarsi del fatto di essere l’unico ibrido di quella stirpe. Le lacrime incominciarono a scenderle copiose selle guance rosee, ma le ignorò entrando nel cancello e inoltrandosi nel cortile. Il salice piangente sembrava curvarsi tetro su di lei e il gracchiare d’un corvo non le rendeva certo piacevole quella passeggiata. Una volta davanti alla porta baciò il bimbo, che aveva smesso di piangere da qualche minuto, rallegrandosi per la sua salvezza. Bussò alla porta e scappò via. Doveva essere presente al rito se non voleva rischiare una fine peggiore della morte…


    La sacerdotessa era in preda al panico, riversa a terra mentre gridava e si strappava i bei capelli…

    -Il maschio non c’è, l’hanno portato via!-

    Sbraitava diventando paonazza dalla rabbia e il suo viso si trasformava in una maschera d’orrore. Qualche attimo dopo una donna dalla chioma argentea la raggiunse posandole una mano sulla spalla…

    -Non possono essere andati lontano. Gli esseri umani non conoscono questo bosco! Mandiamo la figlia d’uomo a cercarli!-

    Le propose quest’ultima lanciando uno sguardo di disprezzo ad una ragazzina che per tutto il tempo era stata in disparte. A quel punto l’esecutrice, distrutta dal dolore, fece un gesto alla giovane dai capelli scuri…

    -Vai, Jester! Ritrova il bambino e ammazza tutti quelli che sono con lui! SUBITO!-

    La mezza Selvatica fece un inchino e lasciò le fedeli sole a crogiolarsi in quella insensata disperazione. Poco dopo era già a riposare su un ramo d'una quercia, mentre un sorriso soddisfatto le incurvava le belle labbra…

    Edited by Jester - 6/2/2014, 12:53
     
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    Come feed the rain
    'cause I'm thirsty for your love,
    dancing underneath the skies of lust

    Yeah, feed the rain
    'cause without your love my life
    ain't nothing but this carnival of rust...


    png

    Le piacevano le parole della lyric - una richiesta d'amore, disperata come una preghiera.
    Amava il ritmo ipnotico della melodia - struggente, come il pianto di un bambino.
    Sul come la facesse sentire...
    Non ne era troppo sicura.

    C'era qualcosa, in quella canzone, che aveva sempre il potere di toccare qualche corda segreta del suo cuore immoto... qualcosa che le dava l'illusione tutta umana di poterlo ancora sentire suonare in qualche modo: faceva male, perché era solo una bugia, e molti avrebbero trovato masochistico quel consapevole scavare dentro antiche ferite, ma... non riusciva a farne a meno; non era una cosa razionale.

    Il testo scivolò fluido sulla sua lingua come un dolce veleno o un'amara medicina, in un sussurro talmente fragile che finì inghiottito dai tanti piccoli rumori della notte imminente, spazzato via senza sforzo dal fresco venticello che faceva stormire dolcemente il tetto di foglie sopra di lei.

    Non che importasse: quello non era un concerto (altrimenti, l'avrebbero sentita fin nel villaggio a valle), solo un canticchiare distratto, e se ad un certo punto -errando tra gli alberi all'imbrunire- si era distesa tra l'erba alta di quella piccola radura con le cuffie dell'i-pod che le vomitavano musica a tutto volume nelle orecchie, era stato solamente perché la cacofonia di voci nella sua testa era iniziata a divenire fastidiosa.

    Il bello della schizofrenia e che non sei mai da solo, ma... per quanto le piacesse il calore della sua Famiglia, o il chiasso e la socievolezza di una moltitudine di sconosciuti, una parte di lei conservava e nutriva una strana attitudine alla solitudine: forse era semplice bisogno dei propri spazi, o magari malinconia cronica e patologica, ma -al di là della maschera sorridente- avvertiva sempre quel sottile strato di ghiaccio che la separava da tutto e tutti.
    A volte era un'armatura, altre una prigione.

    Ad interrompere il flusso dei suoi pensieri fu una percezione di movimento ai margini dei suoi sensi: qualcuno stava correndo in quella direzione, ma era impossibile che stesse puntando a lei, così si limitò a schiudere le iridi di smeraldo e a rimirare l'intreccio scuro e quasi indistinto di rami e foglie sopra di lei, oltre cui l'arancione del cielo al crepuscolo cedeva il passo ad un indaco quasi fosforescente, dove -sparse qui e là- cominciavano a spuntare le prime stelle.

    Per non rivelare la propria presenza, giacque immobile sulla fredda terra come un cadavere o come parte del paesaggio, limitandosi ad espandere la consapevolezza dell'Auspex per carpire più informazioni possibili sui viandanti... sì, perché quelle che rilevò furono due fonti di energia vitale, anche se i flussi dell'En descrivevano i movimenti di una sola persona; ne dedusse che uno stesse trasportando l'altro.

    Le vibrazioni cadenzate emesse da quei passi alla carica scossero il terreno ad una manciata di metri dalla sua posizione, ma lei non ci badò: i piccoli tonfi si fecero più radi e distanti man mano che il corridore passava oltre a gran velocità, ed ella si concesse di contare mentalmente fino a dieci, prima di tirarsi a sedere, rimuovere gli auricolari dalle orecchie, e gettare uno sguardo verde alla presenza che si allontanava.

    jpgUna semplice tunica grigia che lasciava nudi i bicipiti esili, lunghe chiome castane che frustavano l'aria garrendo dietro di lei, e un fagotto
    -un neonato?- tra le braccia...

    « Una... bambina...? »
    mormorò perplessa, ravviandosi i lunghi capelli biondi
    « Che strano... »

    Spense l'i-pod, arrotolò il filo degli auricolari, e cacciò il tutto in una delle molte tasche dei pantaloni; poi, sollevò le braccia e inarcò la schiena per stiracchiarsi, e infine raccolse le ginocchia al petto e si rimise in piedi con un solo movimento fluido: dato che il silenzio era tornato a regnare -tanto nel bosco quanto nella sua testa-, la giovane giudicò quello il momento perfetto per mettersi in movimento.

    Dopotutto, era lì per un motivo: aveva del lavoro da svolgere.

    E le Streghe della Luna non sarebbero certo uscite allo scoperto da sole!

    png

    Quelli che la conoscono sanno bene quanto lunghe possono essere le ore che appartengono alla notte, perché nell'oscurità il tempo sembra una dimensione irreale e sospesa... e se non hai qualcuno con cui condividerlo, quell'isolamento può farti impazzire col suo silenzio tonante.

    Non che lei temesse di impazzire per quello (cioè: più di così?), ma forse si era un pò pentita di essere andata in missione da sola: parlare con gli animali non è divertente, perché
    capiscono fin troppo, e con loro non si può fingere; una piccola noia, cui però -di contro- si controbilanciava il sincero interesse per l'argomento dell'indagine.

    Vero era che si sarebbe trattato di una ricerca antropologica, ambito di competenza più adatto ad un Hunter Archeologo o ad un Hunter Selvaggio, piuttosto che ad uno Musicale, ma... per qualche ragione -così, a pelle- la bionda si era sentita molto coinvolta da quelle
    Streghe della Luna, una minoranza etnica che abitava le foreste della regione del Monte Montecchio, e che non intratteneva molti contatti con l'esterno.

    Con un sospiro, amplificò di nuovo i suoi sensi e passò al setaccio anche quell'area: dopo aver intravisto quella ragazzina, ne aveva ripercorso i passi fino all'orfanotrofio, e dopo esservi fatta un giro per controllare che non vi fossero situazioni losche, ne era uscita per riprendere la sua scampagnata nei boschi; nel frattempo, il cielo si era fatto nero come inchiostro, una luminosa falce di luna era sorta nel cielo, e doveva ormai doveva essere passata l'una quando l'Auspex rilevò finalmente segni di vita.

    I suoi passi la condussero ad una quercia, e nonostante l'oscurità fitta della notte, riuscì ad individuarla facilmente e senza problemi, perché il buio non è un limite per gli occhi di un vampiro; fu però con una leggera sorpresa che la fanciulla dai capelli d'oro riconobbe nella creaturina addormentata la bambina che aveva incrociato poche ore prima, e -pur col dispiacere di svegliarla mentre dormiva saporitamente- si schiarì la voce per richiamarla, levò le braccia al cielo, e indossò il suo allegro sorriso.


    jpg
    « Pssst! Ehi...? Pssst...! Scusa...? Bambina...? »
    chiamò, con tono alto abbastanza da essere chiaro
    « Tu che dormi sull'albero...! Ehi...? Bambina...? »



    Edited by - Destino - - 5/2/2014, 00:19
     
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    Jester si trovava fra le misericordiose braccia dell'incoscienza, quando una voce argentina la strappò dal regno di Morfeo...

    « Pssst! Ehi...? Pssst...! Scusa...? Bambina...? »
    La mezza Selvatica guardò giù dalla quercia dove riposava e incontrò il sorriso allegro d'una ragazza dalla bionda chioma.
    « Tu che dormi sull'albero...! Ehi...? Bambina...? »

    Continuò la fanciulla provocando un moto di fastidio alla più piccola che scese dalla pianta con un balzo felino. Una volta a terra si issò dalla posizione rannicchiata in cui si trovava e in quell'attimo le si gelò il sangue nelle vene.
    La donna che aveva dinnanzi non era una Strega della Luna! Inizialmente la ragazzina l'aveva confusa a causa dei capelli chiari, ma ora che la guardava da un'altra prospettiva si rendeva conto che non era della sua specie. La giovane dama, pur essendo più alta di Jester, doveva superare di poco il metro e settanta e le Selvatiche non erano mai così basse. Dopo un attimo di contemplazione, all'elegante figura della straniera, la ragazzina dai capelli scuri prese la parola...

    -Vattene ora
    E non venir ancora!-

    Incatenò i suoi occhi scuri in quelli di lei.
    -Non lasciar che ti vedano
    O ti masticheran come sedano!-


    La giovane si portò una mano davanti alla bocca premendola poi sulle rosse labbra e cercando di soffocare una risata. Non c'era nulla di divertente in realtà. Se le Streghe l'avessero trovata a parlare invece di fare il suo lavoro, ovvero uccidere, sarebbero stati dolori. Nonostante ciò la scena gli si sbatteva in faccia in tutta la sua ilarità.
    Era lei, un ibrido, ad essere la guerriera assassina, a detenere i poteri da elementalista che sua madre non aveva mai avuto. La vita a volte poteva riservare belle sorprese, ma quello non era certamente il caso di Jester.

    Questa aveva vissuto una vita normale a York Shin City fino ai quattordici anni. Passava le sue giornate alla corte, assieme a suo padre giullare di professione, o a scuola. Una ragazza come tante altre, se non per il piccolo dettaglio di sembrare sempre molto più giovane di quello che era in realtà.
    Ora immaginatevi il momento in cui sua madre, Selvatica rinnegata, entra nella stanza della figlia trovandola al centro d'una tempesta di neve. E' in quel momento che la donna comprende una cruda realtà, la sua bambina non può più restare in un posto dove il suo potere non ha controllo.
    Uno scherzo della natura!
    Ecco le parole adatte per definire quell'adolescente dai tratti infantili.

    Poi la mezza Selvatica si riprese da quelle risa convulse che aveva invano cercato di trattenere e l'ombra d'un sorriso malvagio le affiorò sulle labbra.

    -Questo monte appartiene alla mia razza
    Se sai chi siamo noi sei una pazza!-


    Le frasi furono sputate come veleno, lei odiava far parte di quel popolo. Poi, come un fulmine a ciel sereno, la giovane si lanciò all'attacco. Non era intenzionata ad uccidere l'intrusa, si trattava solo di un avvertimento. Voleva spaventare la biondina nella speranza di non doversi occupare troppo di lei. Magari, se le cose le fossero andate bene, sarebbe scappata a gambe levate. Quindi caricò un destro mirando al ventre della donzella, mentre la sua aura oscura l'abbracciava con maggiore intensità...

    Energia: 100%
    Stato fisico: Buono
    Stato mentale: Folle

    PASSIVE:

    TERRORE NELL’ORRORE: Per quanto possa esser definita graziosa quando Jester si arrabbia diventa davvero inquietante. Ciò viene amplificato in più casi:
    1 Quando è arrabbiata!
    2 Quando le sciolgono la treccia!
    3 Quando si fa guidare dalla follia!
    4 Quando combatte!

    Jester's Art: Ogni Corte che si rispetti è provvista di un artista pronto a soddisfare, compiacere e divertire le persone che la abitano.
    Beh, nel mondo Hunter x Hunter Jester era quell'artista!
    Infatti il Giullare assieme a suo padre si esibiva non solo nel raccontare storie in rima ma anche in giochi di abilità. E fu così che con il passare del tempo ha sviluppò dei power-up di agilità e velocità del 50%.
     
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    Con quello che le parve uno sbuffo, la piccola saltò agilmente giù dal ramo che aveva reso suo trespolo, atterrando rannicchiata come un gatto; quando tornò ad ergersi nella sua altezza, i suoi occhioni scuri si sbarrarono un poco in un moto di sorpresa, ma -continuando a sorridere raggiante- la Vampira non vi diede minimamente bado: non era certo la prima persona al mondo a fissarla con sguardo stralunato...! E non sarebbe stata l'ultima.

    -Vattene ora | E non venir ancora!-
    esordì la piccola - ma, anche quello glielo dicevano spesso!
    -Non lasciar che ti vedano | O ti masticheran come sedano!-

    ...sedano? Reclinando la testolina dorata da una parte, la Malkavian dovette ammettere che, in effetti, quella era una cosa nuova: nessuno aveva mai pensato di masticarla come sedano - di farla a spezzatino forse sì, e anche di arrostirla qualche volta, e c'era stato quell'episodio in cui un romanticone le aveva inviato un fiore di amaranto per farle presente che avrebbe voluto succhiarsela (ehi: si parla di sangue, e anima compresa, non pensate male!) ma... no: gli sganocchiamenti le mancavano alla lista. E, : stava divagando.

    « Ah... beh... Mi piace il sedano! »
    considerò a voce alta, carezzandosi il mento pensosamente
    « E' bello croccante! »

    Forse per la battuta -pessima- o per qualche altro pensiero -ma altro altro-, la ragazzina si tappò la boccuccia rossa con entrambe le manine e soffocò una risatina; quando smise, sul suo visetto dolce era comparso un sorriso malevolo e un'ombra di follia che nessuno sano di mente avrebbe commesso l'errore di prendere sottogamba... peccato che non fosse quello il caso: non c'è mai nessun savio, quando serve!

    -Questo monte appartiene alla mia razza-
    abbaiò la bambina con un astio incomprensibile
    -Se sai chi siamo noi sei una pazza!-

    jpgAll'improvviso -senza apparente motivo- la piccola si lanciò contro di lei con il chiaro intento di colpirla, e doveva riconoscerle di essere anche veloce - ma non abbastanza da impensierire un Vampiro o un Hunter; considerato, poi, che lei era ambo le cose...

    « Nnnno...! »
    obiettò la bionda, schivando con una disinvolta piroetta e portandosi alle spalle dell'altra
    « Qui ci vivono le Streghe della Luna. »

    Parlando, la destra si era infilata in una delle tasche dei pantaloni per frugarne il contenuto, e qualche istante più tardi ne cacciò fuori un taccuino; prese a sfogliarlo con aria gioviale, canticchiando un motivetto allegro a labbra serrate, e quando trovò la pagina che cercava, il viso eburneo si illuminò di un sorriso trionfante.

    « Monte Montecchio: dimora delle misteriose Streghe della Luna, minoranza etnica esclusivamente femminile che abita la foresta. »
    declamò, leggendo i suoi -scarni- appunti
    « Sono tutte alte intorno ai due metri e con capelli di pigmentazione chiara: d'oro o d'argento... Non ci sono foto disponibili e non rilasciano interviste. »
    richiuse l'agendina con un tonfo e tornò a fissare la ragazzina con un sorriso
    « Ecco: non è che ne hai vista qualcuna, per caso? »



    Edited by - Destino - - 9/2/2014, 00:57
     
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    Aria...
    Ecco quello che la ragazzina riuscì a colpire. Alzò lo sguardo profondamente sorpresa e delusa. A quel punto non doveva aver già spaccato qualche osso?! Senza perdersi d'animo cercò l'estranea che, per la cronaca, la stava facendo proprio divertire. Niente. Sembrava sparita nel nulla. La giovane s'imbronciò, non aveva ancora finito di giocare.




    Poi s'illuminò quando sentì il tono cristallino della sua nuova migliore nemica alle spalle. Tuttavia provava un certo imbarazzo, solitamente nessuno schivava i suoi attacchi con tanta facilità...
    « Qui ci vivono le Streghe della Luna. »
    Tirò fuori un libricino dalla tasca e iniziò a leggere a voce alta e chiara.
    « Monte Montecchio: dimora delle misteriose Streghe della Luna, minoranza etnica esclusivamente femminile che abita la foresta. »
    La mezza Selvatica annuì incrociando le braccia al petto.
    « Sono tutte alte intorno ai due metri e con capelli di pigmentazione chiara: d'oro o d'argento... Non ci sono foto disponibili e non rilasciano interviste. »
    La parola 'interviste' fecero scattare nella mente di Jester una scintilla. Forse si trattava di una giornalista?
    « Ecco: non è che ne hai vista qualcuna, per caso? »

    La giovane si mordicchiò un labbro mentre le sue mani iniziarono a torturarsi. Spostò lo sguardo dalla dama a terra chiedendosi ora come avrebbe fatto a spiegarle la situazione. Ma ben presto il suo nervosismo si trasformò in euforia, iniziò a dondolare da un piede all'altro ridacchiando in un modo che ricordava molto un malato mentale. E la verità è che lo era...

    -Indovina indovinello
    Chi è quella col campanello?-


    Non c'era nessun sonaglio, ma lei se li ricordava alla perfezione. Qualche anno prima, quando non era intrappolata in quel posto, li vedeva sempre in continuazione:
    Erano sugli abiti del suo papà quand'era al lavoro, li ricordava mentre sua mamma li attaccava suoi suoi vestitini da Giullare. Piccoli, rotondi, luccicanti e rumorosi.
    Inclinò la testa in un sorriso folle...

    -Sono una Strega della Luna
    Una figlia di nessuna,
    O sono una che si fa un giro
    Magari che dorme come un ghiro?-

    Non la lasciò rispondere facendo una piroetta.
    -Sono tutte è due
    Oca, mucca e bue!-

    Scoppiò in una risata argentina.
    -Se vuoi le Selvatiche ti mostro
    Ma il rischio sarà tutto nostro!-


    Jester iniziò a saltellare attorno alla sconosciuta. Si chiedeva se la donzella l'avrebbe presa per una ciarlatana in caso contrario, be' non poteva darle torto! Non aveva certo i tratti caratteristici della sua razza...

    Edited by Jester - 11/2/2014, 00:14
     
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    Alla sua domanda, la graziosa bambina dai lunghi capelli scuri prese a torcersi le manine e a mordicchiarsi pensosamente il labbro; tutte idiosincrasie che tradivano un certo disagio o nervosismo... e, reclinando la testolina da una parte, la bionda se ne rammaricò un poco, perché non era stata sua intenzione suscitare nella bimba né l'una né l'altra cosa. Poi, però, la piccola prese a dondolare da un piede all'altro.

    -Indovina indovinello | Chi è quella col campanello?-
    domandò d'un tratto, dopo aver indugiato in una risatina deliziosa
    -Sono una Strega della Luna | Una figlia di nessuna,
    O sono una che si fa un giro | Magari che dorme come un ghiro?-


    Prendendosi il mento in una mano, la Vampira schiuse le labbra rosse per dire qualcosa -qualcuno dei suoi soliti commenti fuori luogo, di sicuro-, ma la ragazzina non gliene diede il tempo: fece una piroetta su sé stessa, e riprese a sciorinare la sua allegra filastrocca.

    -Sono tutte è due | Oca, mucca e bue!-
    affermò, scoppiando in un'altra risata argentina
    -Se vuoi le Selvatiche ti mostro | Ma il rischio sarà tutto nostro!-

    « Beh... mi piacciono le oche, le mucche e i buoi: sono carini. ♥ »
    ragionò, ruotando il capo a destra e sinistra per seguire la bimba che le saltellava attorno
    « E -anche se non so cosa sono le Selvatiche- di certo non sei una Strega della Luna, perciò... »
    affermò, cacciando di tasca un metro da sarta e srotolandolo fino a terra
    per fare una stima approssimativa dell'altezza della piccola guida

    « Direi che accetto volentieri la tua offerta! ♥ »

    Con un sorriso raggiante sulle labbra rosse e piene come petali di fiore, la donna dai capelli d'oro riavvolse il nastro centimetrato in uno stretto rocchetto e se lo infilò di nuovo in tasca; poi, con un saltello casuale tagliò la strada alla piccola e -piegando un poco la schiena in avanti- puntellò le mani candide sulle ginocchia, fermando il viso a poca distanza da quello più infantile della ragazzina.

    jpg
    « Maaaaaa prima: le presentazioni! ♥ »
    cinguettò la forestiera con gli occhi verdi
    « Io mi chiamo Kora - tanto piacere! E tu? »

     
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    Un giro attorno alla biondina, al secondo questa iniziò a parlare...

    « Beh... mi piacciono le oche, le mucche e i buoi: sono carini. ♥ »
    Terzo giro.
    « E -anche se non so cosa sono le Selvatiche- di certo non sei una Strega della Luna, perciò... »

    La ragazzina rise, era ovvio che l'estranea non sapesse che Strega della Luna era il modo in cui gli esterni identificavano il popolo delle Selvatiche. Ed era ancor più ovvio che lei non immaginasse la sua vera natura. Comunque non disse nulla al riguardo...

    « Direi che accetto volentieri la tua offerta! ♥ »
    Jester non riuscì a finire il quarto giro perché la signorina le si parò davanti.
    « Maaaaaa prima: le presentazioni! ♥ »
    La bionda si inclinò verso la più piccola eliminando la disparità d'altezza.
    « Io mi chiamo Kora - tanto piacere! E tu? »

    La mezza Selvatica si tramutò in una statua di sale, da quanto tempo qualcuno non le rivolgeva la parola in quel modo?!
    Durò solo un attimo...

    -Jester sono io
    Segui il passo mio!
    Fallo piano piano
    Se ci sentono non è sano!


    La ragazzina parlò ermeticamente ma quello che intendeva era che se le avessero scoperte le avrebbero fatte a pezzi. Detto questo girò sui tacchi e molto silenziosamente iniziò a camminare.
    Il panorama non cambiò ma dopo un quarto d'ora di cammino la ragazzina si sedette dietro un cespuglio facendo segno a Kora di seguire il suo esempio. Poi indicò in alto dove vi erano delle case sugli alberi collegate fra loro da dei ponti...

    -Se vedi bene c'è una donna
    E' mia zia quella con la gonna!-


    Su una delle infrastrutture vi era un'altissima amazzone armata di lancia dai lunghissimi capelli argentati.

    -Non mi vuole molto bene
    Anche se abbiamo stesso sangue nelle vene!
    Sono una di loro solo in parte
    Puoi non credermi ma ciò non mi fa venire da Marte
    Sono per metà della Luna
    E questo non lo è nessuna-


    Detto ciò sorrise, forse ora l'avrebbe creduta. Anche se in realtà non le importava molto!
     
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    Per un istante, le parve che la ragazzina trasalisse shockata, ma la Vampira non ci fece troppo caso: in parte perché faceva spesso quell'effetto alle persone -magari...boh: le dava fastidio che si invadesse il suo spazio personale-, in parte perché quella le volse le spalle e si incamminò nella foresta.

    -Jester sono io | Segui il passo mio!
    la invitò, muovendosi per farle strada
    -Fallo piano piano | Se ci sentono non è sano!

    « Awww! Jester è un nome cariiino! Ti chiamerò Jessy! ♥ »
    cinguettò allegramente, mettendosi in marcia per seguirla
    « Posso chiamarti Jessy? ...o anche Jecchan... »

    Una quindicina di minuti più tardi, la bionda vide la sua piccola guida fermarsi e acquattarsi in un cespuglio; sulle prime, pensò a qualche bisognino fisiologico improvviso ed impellente -cose di cui, ormai, lei non aveva invece più bisogno di preoccuparsi-, e fece per voltare la schiena per concederle quel poco di privacy che la situazione consentiva, ma...

    La bimba le fece cenno di avvicinarsi; reclinando la testolina dorata da una parte con perplessità, la donna obbedì e si accoccolò nella siepe, accanto a lei; quando Jester additò un punto tra le cime degli alberi, Kora sollevò curiosa gli occhi verdi, seguendo la traiettoria del ditino dell'altra fino alle dimore in legno che erano state costruite tra gli alti rami degli alberi, e collegate tra loro per mezzo di pontili sospesi.


    « Wow... che figata! ♥ »

    -Se vedi bene c'è una donna | E' mia zia quella con la gonna!-
    proseguì la piccina, indicando un'altissima donna albina armata di lancia
    -Non mi vuole molto bene | Anche se abbiamo stesso sangue nelle vene!-

    jpg
    « . . . »

    -Sono una di loro solo in parte | Puoi non credermi ma ciò non mi fa venire da Marte-
    concluse con un sorriso disinvolto la ragazzina
    -Sono per metà della Luna | E questo non lo è nessuna-

    Ah.... ecco. Le stava dicendo di essere un ibrido? Perché sembrava proprio averle confessato di essere un ibrido -"per metà della Luna"-, e tra l'altro anche l'unico in circolazione -"non lo è nessuna"-; dal momento che le Streghe della Luna erano un popolo esclusivamente femminile e che quella di guardia sull'albero era sua zia, di certo il retaggio le discendeva da parte materna, e...

    Il cuore morto le si strinse in una morsa dolorosa nel sentire un pensiero farsi largo nella sua mente infranta: il sospetto che Jester avesse potuto avere qualche problema a casa le era già venuto -dopotutto, quale bambina dorme su un albero nel cuore della notte?-, ma certamente non si era immaginata niente di così complicato.

    Perché non ci voleva molto per arrivarci: come poteva venir visto un mezzo-sangue così diverso dagli altri della sua stirpe, se guardato con gli occhi di una comunità chiusa come quella? Certamente non bene... Doveva essere così, se preferiva starsene in disparte su un ramo, anziché in mezzo ai suoi simili, con un tetto sopra la testa...

    E... passi per il padre, a cui probabilmente l'avevano sottratta (perché... sì, cioè: serve un uomo per fare "certe cose", no? E per "certe cose" intendeva le bambine... o i bambini... già: e i bambini? Che succedeva se nasceva un maschio? Si appuntò mentalmente di chiederlo alla Signora Zia e chiuse quella parentesi), ma la madre?

    Che razza di madre lascerebbe sua figlia sola, a dormir fuori di casa? Una pessima, ecco quale! ....a meno che, fosse impossibilitata a badare a sua figlia per qualche motivo... Già... E se nel frattempo era morta e non era rimasto più nessuno ad occuparsi di lei? E se se ne era andata via lasciando la piccola alla sorella, che la trascurava?
    Quanti film passano nella testa di un Malkavian...!

    Alla fine, semplicemente assecondò l'istinto: sollevò le braccia per agguantare la bimbetta dai capelli scuri, la cinse in un abbraccio, e se la strinse al petto morbido, posando il mento sulla sua testolina e chiudendo gli occhi di smeraldo.

    « Grazie del tuo aiuto, piccola Jes... »
    mormorò, cullandola un poco prima di lasciarla andare e scostarsi un po'
    « Credo che per oggi sia sufficiente: la fase di osservazione si è conclusa con successo,
    e sarà meglio che io torni alla stanza che ho preso al villaggio. »

    poi reclinando la testolina bionda da una parte, tese la sua trappola
    « E tu...? Non torni a casa? Si sta facendo tardi...
    La tua famiglia non si preoccuperà a non vederti rincasare...? »

     
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    La signorina dai capelli biondi alzo il viso dai tratti delicati verso il punto in cui la Strega della Luna stava indicando. Fu così che quest'ultima, alla flebile luce d'una torcia accesa nella residenza Selvatica, poté notare gli occhi smeraldini dell'estranea. Per un attimo si perse in quella bellezza eterea e quando la ragazza più grande l'abbracciò rimase di sasso. Quasi sconvolta da quel contatto.

    48lv



    Istintivamente fece per allontanarsi, ma poi restò ad assaporare ogni istante di quel momento.
    Non sapeva di preciso quanto tempo fosse passato da quando era arrivata in quel luogo, ma poteva giurare fossero anni che nessuno l'abbracciava più. Solitamente i suoi genitori lo facevano di continuo, e poi? E poi più niente!

    Chiuse gli occhi per poi riaprirli. Stava bene stretta a quella figura raggiante e candida come la luna, tuttavia c'era qualcosa che non andava. Era solo una sua impressione o il cuore non batteva? Nonostante ciò le parole della creatura dalle iridi smeraldine distolsero la sua attenzione da quel pensiero...

    « Grazie del tuo aiuto, piccola Jes... »
    Disse a bassa voce la donna mentre scioglieva la ragazzina dall'abbraccio.
    « Credo che per oggi sia sufficiente: la fase di osservazione si è conclusa con successo, e sarà meglio che io torni alla stanza che ho preso al villaggio. »
    Jester si morse il labbro alle parole 'per oggi'. Non doveva lasciarsi andare in quel modo. Ora come cavolo avrebbe fatto a cacciarla?
    « E tu...? Non torni a casa? Si sta facendo tardi... La tua famiglia non si preoccuperà a non vederti rincasare...? »
    La mezza Selvatica si portò il mento alle ginocchia cingendo le gambe con le braccia.
    -Non stasera
    E' una notte nera!-

    Disse rabbrividendo al ricordo dell'ordine di uccidere chi fosse sospettato d'aver salvato il bimbo. Abbastanza difficile farlo dato che era stata lei stessa.
    -Sono la sorveglianza
    E' mia mansione l'osservanza!-

    Sorrise in direzione della sconosciuta.
    -Se torni dovrò ammazzarti
    Quindi non farlo o sarà come avvelenarti!
    Ti indico del bosco l'uscita
    Dove la vegetazione sarà finita.-


    Detto questo s'alzò pian piano per poi inoltrarsi nuovamente fra il fitto degli alberi. L'avrebbe condotta ai margini del bosco e se fosse stato necessario l'avrebbe costretta con la forza a non ripresentarsi. Anche se in cuor suo sapeva che, da come aveva schivato il suo pugno, non sarebbe stata una passeggiata.
     
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    In reazione alle sue parole, la bimba si morse un labbro con aria afflitta; la bionda non ne capì completamente la ragione, ma nel vederla rannicchiarsi con le ginocchia al petto le parve ancora più piccola e carina -come una bambolina o un pupazzetto da abbracciare-; che avesse toccato un tasto dolente era piuttosto palese, ma... dopotutto, quello era stato il suo sospetto fin dall'inzio - aveva solo bisogno di una conferma prima di passare all'azione.

    -Non stasera | E' una notte nera!-
    asserì con un brivido a scuoterle il corpicino sottile
    -Sono la sorveglianza | E' mia mansione l'osservanza!-
    spiegò Jester, rivolgendole un sorriso, per poi aggiungere altro
    -Se torni dovrò ammazzarti | Quindi non farlo o sarà come avvelenarti!
    Ti indico del bosco l'uscita | Dove la vegetazione sarà finita.-


    jpgEra una dichiarazione che avrebbe colto molti in contropiede: alcuni avrebbero potuto sentirsene minacciati e restarci basiti, altri ci avrebbero riso su trovandolo uno strano scherzo, e probabilmente c'era anche qualcuno che avrebbe potuto offendersi o adirarsi... la Malkavian si limitò a sorridere di rimando, intenerita. Che dolce: voleva ucciderla! Era un tantino in ritardo per quello, ma non glielo disse.

    « Starò attenta, allora...! ♥ »
    gorgheggiò allegramente, senza specificare a cosa si riferisse

    La sua piccola guida si rimise in piedi e si inoltrò ancora nella vegetazione, e la bionda la seguì con le mani intrecciate dietro la schiena e sulle labbra rosse e ben disegnate un sorrisino sornione e soddisfatto; sembrava decisamente di buon umore.

    « Senti, Jessy... non è che mi accompagneresti al villaggio? »
    esordì con disinvoltura, mentre raggiungevano il limitare della foresta
    « Sai: non conosco bene la strada, e ho paura di perdermi...
    anche solo fino all'istituto dove sei stata oggi, mi andrebbe bene. »

     
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    « Starò attenta, allora...! ♥ »

    Furono le uniche parole che Jester sentì per tutto il tragitto prima che le due si ritrovassero quasi fuori dalla 'residenza' Selvatica. Con un inchino la più piccola fece per mostrare la strada a Kora prima di muoversi in direzione opposta. Stava quasi per sorpassarla quando la visitatrice dalla chioma dorata parlò...

    « Senti, Jessy... non è che mi accompagneresti al villaggio? »
    La Strega della Luna guardò l'ospite sorridendo.

    -Mi spiace, da qui non posso proseguire,
    Le Selvatiche non possono uscire!-


    Mentì la ragazzina con la professionalità di chi era abituata a dire bugie. Certo la regola era vera, tuttavia ciò non toglieva che Jester la infrangeva quasi ogni giorno per i più svariati motivi: Bighellonare in giro, vedere le persone del paese o, come quella sera, salvare qualcuno. Nonostante ciò la biondina ignorò il suo commento e continuò...

    « Sai: non conosco bene la strada, e ho paura di perdermi...
    anche solo fino all'istituto dove sei stata oggi, mi andrebbe bene. »


    A quelle parole Jester fece automaticamente qualche passo indietro mentre un turbine di domande iniziò a vorticarle in testa. Da quanto tempo la stava pedinando? Perché lo stava facendo?
    Poi tutto quel frastuono che le invadeva il cervello si dissolse, cancellato da una strana euforia. La Strega cominciò a ridacchiare mentre una folle ed insana sensazione l'avvolse. Quei pensieri erano ben troppi per la sua fragile psiche...

    -Allora andiamo!
    Dove ti porto strano umano?-


    Mentre diceva ciò la pazza iniziò a girare su se stessa come una trottola...

    A te la scelta di come proseguire <3
     
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    -Mi spiace, da qui non posso proseguire | Le Selvatiche non possono uscire!-

    La bimba dai capelli scuri aveva risposto a bruciapelo, senza nemmeno lasciarla finire di parlare: le aveva rivolto un sorriso con le labbrucce rosee, e... naturalmente, stava mentendo; in quanto virtuosa dell'inganno ella stessa, la Vampira se ne accorse all'istante, ma non c'era ragione di scomporsi.

    Quando la piccola udì anche il resto delle sue parole, i battiti del cuore di Jester -la melodia che essi intonavano al suo orecchio da musicista- le raccontarono la sua sorpresa: doveva averla presa in contropiede, di questo era certa, ma l'unica reazione della ragazzina fu uno scroscio di risatine.
    Che cariiiiiiina. ♥

    -Allora andiamo!-
    stabilì la Selvatica, iniziando a vorticare su sé stessa
    -Dove ti porto strano umano?-
    jpg
    « Al villaggio di Bagnaia, ai piedi del monte. »
    cinguettò allegra la bionda, intrecciando la mani dietro la schiena
    « Ho preso una stanza nell'ostello "la Luna nel Pozzo"...! »

    png
    Raggiungere la valle non aveva richiesto molto tempo: seguendo le scorciatoie della piccola erano giunti al villaggio in poco tempo, e nonostante le vie fossero deserte a quell'ora, erano comunque arrivate alla piccola pensione senza problemi. Ovviamente, la Malkavian conosceva perfettamente la strada, ma... cos'era mai una piccola bugia? E poi, fare la strada in compagnia è più divertente che farla da soli.

    « Eccoci qua...! »
    gongolò la Hunter, contemplando l'insegna del posto
    « Visto che sei stata così gentile da accompagnarmi, ti va di venir dentro? »
    propose, voltandosi a guardarla con il suo miglior sorriso stampato in faccia
    « Voglio offrirti una ricompensa...!. ♥ »

     
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    Il mondo iniziò a roteare attorno a Jester ma quando la ragazzina si fermò capì che era stata lei a girare. Barcollò un po' prima di ritrovare l'equilibrio e con questo arrivò anche la risposta della Malkavian...

    « Al villaggio di Bagnaia, ai piedi del monte. »
    La donna assunse una posa bambinesca e la più piccola le fece la linguaccia.
    « Ho preso una stanza nell'ostello "la Luna nel Pozzo"...! »
    La mezza Selvatica sorrise facendo una giravolta.
    -Ti faccio strada, vieni!
    La mia via poi a mente tieni!-


    La Strega della Luna percorse ogni singola scorciatoia di sua conoscenza, cunicoli, strade di campagna etc etc... Lo fece con la speranza che la bionda perdesse ogni minimo riferimento che fosse riuscita ad accumulare arrivando al monte. Ogni tanto Jester guardava di sottecchi la visitatrice. Il viso pallido e bello come quello d'una dea era incorniciato dalla chioma lunga e dorata. Questa sembrava trattenere in ogni sua ciocca i raggi della luna che facevano risplendere la sua silhouette perfetta.
    Poi la mezza Selvatica si girò e continuò a camminare...

    « Eccoci qua...! »
    Cinguettò allegra Kora facendo sobbalzare la ragazzina.
    « Visto che sei stata così gentile da accompagnarmi, ti va di venir dentro? »
    La signorina sorrise e la Strega della Luna fece lo stesso inclinando la testa d'un lato.
    « Voglio offrirti una ricompensa...!. ♥ »

    Il sorriso di Jester divenne sornione, era sorpresa e felice da quella proposta, tuttavia la rendeva anche diffidente. Poi la giovane folle, come mossa da una mano invisibile, si avvicinò alla donna dagli occhi smeraldo in cui le sue iridi scure si persero. Le prese la mano e si lasciò guidare.
    In fondo non era cattiva... era stata una delle poche ad averla abbracciata! Era sì una nemica, ma anche qualcosa in più...

     
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    « Prego, accomodati! ♥ »
    invitò allegramente, aprendo la porta con una chiave pescata dalle tasche
    « ...e scusa se c'è un po' di disordine, ma non ho ancora disfatto i bagagli...! »

    Il "disordine" a cui la bionda si riferiva constava in una giacca di pelle bianca buttata sullo schienale di una sedia e un borsone da palestra abbandonato per terra; a parte quello, la stanza era piccola, pulita e praticamente vuota... certamente modesta rispetto a quello che avrebbe potuto permettersi con i suoi guadagni di Hunter, eppure meravigliosamente perfetta per le sue limitate esigenze vitali.

    La sala principale era arredata con un armadio a quattro ante, una cassettiera decorata con un centrino lavorato a maglia, un tavolo di legno con quattro seggiole -vecchie, ma ancora solide- e un divano probabilmente trasformabile in letto; c'era anche una TV piuttosto grande e vecchia, ma Kora non si era ancora dedicata a scoprire se funzionasse o meno.

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    « Accomodati pure dove vuoi...! »
    la esortò con un sorriso, dirigendosi verso una sorta di rientranza nel muro
    « Ci vorrà solo un attimo...! ♥ »

    Attigui a quell'ambiente ampio, reso luminoso nelle ore diurne dalla finestra bella grande che occupava quasi una parete intera -ideale per entrare ed uscire come le pareva- c'erano solo un bagno piccolo e funzionale e un cubicolo adibito ad angolo cottura... ed era lì che la bionda si era diretta.

    « Jessy, ma... tu quanti anni hai? »

    La voce da usignolo della donna giungeva dai fornelli, e intanto si sentiva nell'aria un profumino invitante e dolce, e lo sfrigolare del burro su una padella arroventata; tra poco, probabilmente, avrebbe anche iniziato a canticchiare.

    Cucinare la metteva di buon umore -anche se erano pochine le cose che sapeva preparare-, ma era soprattutto contenta di aver trovato qualcuno a cui far consumare le sue derrate alimentari: la padrona di casa era stata tanto gentile a pensare di procurarle qualche provvista di prima necessità per il suo soggiorno, che già solo l'idea di dover far avariare tutto e poi buttarlo via l'aveva fatta sentire una pessima persona per tutto il pomeriggio...


    « E c'è solo tua zia ad occuparsi di te? »

    Lei, dopotutto, era morta: il cibo dei vivi non era solo inutile, ma talvolta persino dannoso, e anche se in alcune occasioni aveva fatto lo sforzo di ingurgitare qualcosa per fare contenti ospiti e commensali, passare ore della sua non-vita piegata su un gabinetto a vomitare ceneri non era esattamente un'attività piacevole: avete idea di quanto è fastidioso vomitare cenere? Insomma: è cenere! Ti si attacca alla trachea e al palato, ha un saporaccio in bocca, e se non stai attenta torna su come una nuvoletta e ti fa pure starnutire!

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    « Oh, e spero ti piacciano i pancake...! »
    aggiunse, tornando nella saletta con un grembiule da cuoco e un piatto da portata
    « Credo mi sia scappata troppa scorza di limone nel composto... »

    Come avesse fatto a preparare tutto in così poco tempo,
    era un segreto che solo la cucina poteva raccontare.

     
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    Sull'uscio della porta Jester ebbe un attimo d'esitazione, in fondo non sapeva nulla di quella sconosciuta, forse avrebbe dovuto inventare una scusa e scappare via. Ma la voce argentina di Kora la rincuorò un poco...

    « Prego, accomodati! ♥ »
    La ragazza dalla chioma castana entrò.
    « ...e scusa se c'è un po' di disordine, ma non ho ancora disfatto i bagagli...! »

    Gli occhi scuri scrutarono la stanza, e non pote non alzare un sopracciglio, conosceva il caos e quello non lo era. Naturalmente quello che conosceva non era un caos fisico_ pur vivendo in un bosco le sue zie erano ottime casalinghe_ si parlava di uno mentale. La sua testa era quella di una matta anche se al momento, rime a parte, non sembrava.

    « Accomodati pure dove vuoi...! »
    La ragazza si sedette su un divano e constato con piacere che era abbastanza comodo.
    « Ci vorrà solo un attimo...! ♥ »

    La giovane mezza Selvatica si sdraiò un attimo sul divano chiudendo gli occhi e strinse un cuscino, si era svegliata all'alba ed ora dovevano essere le due del mattino. Sentì la visitatrice armeggiare con qualche pentola mentre un profumino invitante le arrivava alle narici...

    « Jessy, ma... tu quanti anni hai? »

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    Le parole della bionda la raggiunse dalla cucina, un tono così melodioso che le avrebbe potuto conciliare il sonno se solo la domanda non l'avesse fatta sedere di botto. Jester guardò il suo riflesso impresso sulla finestra. Il suo sguardo era un misto di imbarazzo e paura. I capelli lunghi e arruffati avvolgevano il corpo esile che pareva quello d'una dodicenne.
    Ricordava d'essere stata portata dalle Selvatiche quando aveva 14 anni, ma ora quanti anni aveva? Quanto tempo era passato?
    Si torturò le mani per poi mordicchiarsi il labbro inferiore...

    -Ehm... Quindici, sedici non lo so di preciso,
    Forse diciassette numero indeciso!?-

    Cercò di sorridere ma riuscì a fare solo una specie di smorfia...
    « E c'è solo tua zia ad occuparsi di te? »

    La smorfia della Strega della Luna si trasformò in un broncio.
    Voleva solo spiegarle che erano tutte sue zie perché tutte sorelle. Lei era nata da un uomo quindi un gradino più in basso, era la nipote. Le Selvatiche non procreavano come nelle altre razze, i maschi erano del tutto inutili. Quando nascevano bambini venivano uccisi, strano ma vero, non avevano il dono dell'immortalità che era innato nelle donne erano del tutto umani. Alla nascita di Jester, frutto d'un amore proibito, erano subito state prese le precauzioni. La bimba era stata pugnalata al cuore, tuttavia non era andata come le 'zie' avevano sperato e la bimba si rigenerò. Poi la madre e il padre l'avevano presa e portata lontano da quel luogo. Le Selvatiche, che non scendevano mai dal monte, non inseguirono
    la famigliola e il resto era storia ormai...

    -In realtà sono tutte sorelle
    Vengono dalla luna e sono belle!
    Se tu nasci per rito come loro sei
    Ma se nasci come me non lo sei!-


    L'ibrido non aggiunse altro e si limitò a sorridere in modo malinconico, poi tutto venne spazzato via dalla 'bionda' visione, una vera dolcezza. _No, non stiamo parlando della Malkavian-...

    « Oh, e spero ti piacciano i pancake...! »
    La signorina col grembiule da cuoca fu investita da una luce celeste, un angelo?
    « Credo mi sia scappata troppa scorza di limone nel composto... »

    Ormai la pazza dai capelli scuri era partita all'attacco. Scattò in piedi e, letteralmente, rubò quelle leccornie dal piatto per poi divorarle andando a sedersi nuovamente sul divano. Era delizioso. E il limone, sì il limone si sentiva davvero! <3 La ragazzina si accanì sul cibo le piaceva da morire.
    Una volta finito, a pancia piena, Jester alzò gli occhi sulla nemica-amica...

    -E tu quanti anni hai?
    Perché qui stai?-


    Chiese soddisfatta dalla mangiata...
     
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