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Curioso come una conversazione origliata possa instillare le voglie più morbose.
Ricordi cosa si erano detti quell’avanzo di galera e il suo compagno di bevute, mentre la sera scorsa sedevano in una sporca bettola del Bazar? Suonava tipo: « …la Prigione Abbandonata? Guarda, scommetto tre pezzi d’oro che non arriveresti vivo nemmeno al secondo livello! »
Il tutto poi seguito da risate sguaiate e qualche cazzotto cadenzato dalle bestemmie. Questa è Merovish, caro mio, e nella Tana del Peccato non è raro cogliere notizie interessanti dagli stralci di conversazione. E se per quei due ubriaconi la prospettiva d’immergersi negli abissi più tetri del sottosuolo era poco meno di una millanteria da taverna, per un individuo ambizioso come te era un ottimo modo per capire fino a che punto potevano spingersi le mostruosità di quel nuovo mondo.
Non fu difficile venire a conoscenza dell’ubicazione delle prigioni merovishe, chiunque sembrava conoscerle. Tuttavia gli sguardi sviati in fretta, le smorfie di disgusto e i gesti scaramantici - che accompagnavano ogni indicazione dei locali - erano un biglietto da visita piuttosto eloquente per quel luogo. Ad ogni pupilla dilatata per il terrore cresceva la tua curiosità.
Un cunicolo dopo l’altro, i segni della civiltà si riducevano sempre di più. Giunto alla galleria d’ingresso per il primo livello delle prigioni, la solitudine iniziava a farsi opprimente.
L’antro aperto sul buio emanava un forte sentore di sbagliato. Atrocità indicibili parevano essere acquattate nell’oscurità, pronte a sventrare qualunque malcapitato facesse un passo falso all’interno delle carceri. Una cappa di sensazioni immonde schiacciava ogni singolo pezzetto del tuo corpo. Forse erano solo scherzi dell’immaginazione, ma qualcosa di molto simile alle urla risuonava flebilmente attraverso le arcate di roccia.
Qualunque persona normale sarebbe scappata lontano dalle porte dell’inferno.
Tu cosa avresti fatto?SPOILER (clicca per visualizzare)Ciao, benvenuto in questo tutorial!
Il tipo di giocata in cui stiamo per imbarcarci si chiama Scena Masterata, perché prevede la presenza di un Master (io) che dirige gli avvenimenti e di un partecipante (tu) che vive la storia narrata e collabora col Master per costruirla. Normalmente la conclusione di una scena masterata comporta un punto premio per entrambi.
Ogni giocata inizia con un post che introduce la situazione narrata, ponendo le basi ed eventuali antefatti degli eventi. Per costruire bene una giocata è fondamentale armonizzare gli scritti dei diversi utenti, venendosi incontro reciprocamente: bisogna sempre tener conto delle azioni altrui come dei dati di fatto, non bisogna approfittare dei vuoti narrativi per inventarsi elementi che stravolgono totalmente la situazione (soprattutto se la giocata è diretta da un Master), ma di contro non si deve correre il rischio di ristagnare nelle tre righe di spunto gettate dall’altro giocatore, senza aggiungere nulla d’interessante.
L’arte di costruire una storia insieme non è per nulla immediata e s’impara con l’esperienza, tuttavia si può iniziare il percorso tenendo a mente qualche suggerimento.1) Ognuno ha totale “sovranità” sul proprio alterego, ma ciò non implica che egli dev’essere al centro di tutto in qualunque intervento, altrimenti una giocata scade in una brutta accozzaglia di monologhi.
2) Bisogna aver fantasia e anche un po’ d’intraprendenza nelle interazioni con gli altri e con l’ambiente, rispettando sempre e comunque l’indole del personaggio che si manovra.
3) A meno che non venga dato l’esplicito permesso, ogni utente ha totale libertà di gestione solo sul suo personaggio. In scene libere e concordate si può gestire anche le comparse di contorno come più ci aggrada, ma quando si è in quest con altre persone non si può manovrare né i PNG né tantomeno i personaggi degli altri. Solo il QM ha la possibilità di fare il burattinaio dei pupazzi altrui in determinate situazioni (ad es. in caso di abbandono da parte di un player, oppure per indirizzare la trama verso un binario specifico).
Nella maggior parte dei casi, comunque, puoi muovere solo il tuo pg.
Avrai notato che ho iniziato a usare la seconda persona per rivolgermi al tuo personaggio: molti QM lo fanno, solitamente è lo stile con cui un master narra la storia, come se fosse un dialogo. Ma venendo a noi, hai massima libertà d’azione: puoi descrivere cosa stava facendo il personaggio poco prima di mettersi sulle tracce della Prigione, puoi descriverne i sentimenti, i dubbi, e puoi fargli fare quello che vuoi. Tieni sempre a mente la situazione in cui si trova e chiediti sempre “questo individuo che ho creato, in questa reale situazione, cosa farebbe?”
Spoiler: Per quanto riguarda le quest, in spoiler vengono inserite tutte le abilità passive, l'equipaggiamento che si ha con sé, la riserva di mana disponibile e lo status fisico/mentale (le ferite o, nel caso, l'essere ancora illeso). E' gradito (ma non obbligatorio) anche un riassunto sintetico delle azioni se queste sono particolarmente lunghe e complesse.
Altro: Quando si hanno dubbi, generalmente si pongono domande in bacheca (qualora vi sia una discussione apposita aperta dal QM) oppure via MP.
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NinGia.
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Nuova dimensione, nuovo mondo.
Nuove usanze, nuove popolazioni, nuove creature, nuovi carismi.
Nuovi punti di vista, nuove emozioni, nuove sensazioni, nuove carneficine.
Per questi motivi, il Mercante decise di stanziarvi quanto più a lungo possibile. Nelle poche occhiate che aveva potuto gettare qui e lì, si era fatto un'interessante idea di Merovish: un conglomerato di tutto ciò che egli stesso incarnava nel suo Etereo animo.
Una passeggiata di avanscoperta lo portò direttamente ad una sudicia taverna. Si sedette al bancone, fissando l'oste, senza pronunziare una sola parola. Il piano, in principio, era quello di infiltrarsi nella mente di qualche povero malcapitato per poterne trarre qualcosa di interessante.
Ma non ve ne fu bisogno.
Prigione Abbandonata
...
Scommessa
...
Livelli
...
Terrore
I suoni delle parole e gli odori delle emozioni di quelle due anime povere di intelletto, gli rimasero particolarmente impresse. Lasciò dunque perdere l'oste e l'osteria, uscendo seguito da qualche insulto cui non diede il minimo peso. Avaro, stronzo! gli gridò contro qualcuno. Nemmeno si degnò di voltarsi.
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Ognuno che sentisse pronunciare Prigione Abbandonata, aveva un diverso modo di scaricare la tensione. Ed ogni gesto di quel genere, dallo scaramantico alla bassezza idiota, fomentava l'Etereo, sempre più curioso di addentrarsi nei pericoli che si celavano dietro il nome di Prigione.
Più si avvicinava alla meta, più il tanfo di morte si faceva intenso.
Più si avvicinava alla meta, più la sua curiosità si faceva pressante.
Era ormai solo, quando arrivò ad essere sulla soglia del cunicolo d'ingresso.
Gettò una rapida occhiata intorno a sé, sorridendo soddisfatto. Riprendendo immediatamente il controllo sulla propria emotività, però, ritorno con la sua canonica espressione: freddo come il ghiaccio, completamente indifferente.
Avanzò, senza esitazione.
Chissà se laggiù avrebbe davvero trovato qualche nuovo stimolo.SPOILER (clicca per visualizzare)• Abilità Passive:
Etereo: Di fatto soltanto un Etereo sa cos'è un Etereo. Essi sono in verità un'incarnazione di puro spirito.
Uno spirito Etereo nasce dalle emozioni o dalle non emozioni delle altre creature e si sviluppa poco a poco in base alle varie sfumature emotive che ogni soggetto emana. Quello spirito, accrescendosi, comincia a prendere consapevolezza di sé e a desiderare un corpo. Poco a poco dunque comincia a prendere le sembianze che più sono adatte ai suoi scopi, ai suoi ideali; ma mantiene sempre una componente speciale che varia di Etereo in Etereo.
Il caso di Naraac è del tutto singolare, anche tra gli Eterei. Difatti essi tendono a scegliere forme che lasciano intendere la loro bizzarra natura e le loro capacità particolari, lui ha scelto invece di assumere le fattezze di un comunissimo essere umano con tutti i pro ed i contro. Il suo spirito è però sempre presente all'interno delle carni e può manifestarsi in ogni momento come un'alone nerastro intorno al suo corpo che prende forme differenti a seconda degli scopi diventando tangibile. Inoltre il suo spirito non può essere rilevato da poteri sensoriali che hanno a che fare con una normale anima.
Descrizione scenica dello Spirito (Energia Psionica) che è tramite per alcune tecniche
Anti-auspex
Chiaroveggenza: I suoi occhi riescono a scrutare ogni cosa come se avesse un campo visivo esteso. Naraac lo chiama "terzo occhio" o, appunto, "chiaroveggenza" perché riesce a percepire un campo di 30 metri intorno a sé in ogni particolare come se stesse effettivamente guardando ogni punto in quel raggio d'azione. Inoltre, con una buona dose di concentrazione, può a scrutare a fondo in un obbiettivo preciso venendo a conoscenza di particolari episodi della storia passata, alcune volte di pensieri del presente, degli intenti, dell'aspetto psicologico e così via.
Auspex di tipo visivo
Tecnica di "lettura della mente", consumo Variabile
Trasformista: Sarà perché è Etereo e il suo spirito plasma i pensieri di coloro che hanno a che fare con lui o sarà semplicemente la sua maestria nell'utilizzo delle parole, ma tutti coloro che lo guardano o che gli parlano sono convinti in tutto e per tutto di ciò che lascia intendere implicitamente o esplicitamente. E se è intenzionato davvero a plasmare un pensiero può, fissando un target, entrare nei suoi pensieri di soppiatto per impiantare l'idea, il ragionamento o anche soltanto l'input; il soggetto interessato la riconoscerà come sua senza batter ciglio.
Malia di persuasione
Tecnica di persuasione, consumo Variabile
• Condizione Fisica: Illeso
• Condizione Psicologica: Curioso
• Equip: ND
• Riassunto Post: Breve descrizione di ciò che Naraac stava facendo prima di venire a conoscenza della Prigione. Spezzone del tragitto e conseguente ingresso nel cunicolo che porta al primo livello.
Spero di essermi attenuto a tutto ^^. -
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Quel complesso penitenziario derelitto veniva chiamato Emblema del Fallimento dalle personalità più romantiche di Merovish. Era un germoglio di giustizia che era stato brutalmente abortito, era la prova inconfutabile che il Bene non trionfa sempre, checché ne pensino i vecchi cantastorie. Le luci che diradano le tenebre sono soltanto stucchevoli favolette di speranza, la cruda realtà è ben diversa.
Lungo quel lastricato sconnesso e schizzato di sangue in diversi punti come poteva esserci la speranza?
Negli androni e nelle celle che si diramavamo sotto ai tuoi piedi, dove gli strilli inascoltati si erano persi oltre le soglie del dolore sopportabile, era ancora possibile parlare di umanità?
Ma tu, che umano non eri, riuscisti a mantenere un certo controllo.
Trovandoti nelle viscere del primo livello, i tuoi sensi furono aggrediti dagli sgradevoli olezzi locali: le polveri che si sollevavano ad ogni movimento erano intrise di muffa, i muri scrostati sembravano lo sfogo cutaneo di un arto incancrenito. Sbirciando nelle celle abbandonate s’intravedeva immondizia o poco più.
Ogni passo metteva una certa soggezione giacché, risuonando nel silenzio, ogni battito di suola poteva ricordare ai residenti delle carceri che un estraneo si aggirava per i loro corridoi.
Ma per alcuni interminabili minuti non incontrasti anima viva.
Poi i tuoi occhi inquadrarono una figura, probabilmente umanoide.
Era seduto in disparte, con la schiena contro il muro. Un cappuccio calato sul volto non permetteva di capire se fosse sveglio o stesse dormendo. Avvicinandoti a lui avresti iniziato a sentire una strana cantilena.
Era un balbettio confuso, ripetuto all’infinito.
Ancora più vicino, e finalmente avresti colto le singole parole.
« Fiori del Male non toccatemi… Fiori del Male non toccatemi… »
Nella penombra della prigione s’udiva una preghiera delirante, recitata da una voce traumatizzata. Si ripeteva sempre uguale a se stessa.SPOILER (clicca per visualizzare)Buon inizio, niente da segnalare.
Il personaggio si trova all’interno del primo livello della Prigione e ha l’occasione d’interagire (o meno) con un PNG. Non essere autoconclusivo se hai intenzione di svolgere un’azione nei suoi confronti, per il resto hai carta bianca.
P.S. Con “Autoconclusività” intendiamo un’azione compiuta da un PG che impedisce ad altri personaggi di reagire per contrastare la manovra; una caratteristica condannata come fortemente scorretta in sede di gioco.. -
NinGia.
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Presidio del Sud
Merovish
Prigione Abbandonata
Livello ICon entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni, il Mercante vagabondava tranquillo in quella che sembrava essere una discarica abbandonata - piuttosto che una prigione. Si guardava intorno senza muovere minimamente il capo né gli occhi. No, lui poteva vedere ogni cosa si trovasse intorno al suo corpo. Diede un'occhiata in alcune celle, o ciò che ne rimaneva. Nulla di interessante, soltanto qualche inutile avanzo ammuffito, qualche resto in decomposizione.
Il tanfo nel frattempo, cominciava ad intensificarsi sempre di più: un luogo interrato ed oltretutto lasciato in balia della sabbia, delle polveri, oltre che di creature di chissà quale provenienza.
Mentre il fastidio e la delusione si facevano largo nella sfera emotiva, l'Etereo cercava di fare quanto più rumore possibile con i suoi passi, solleticato dall'idea che potesse essere come bussare ad una porta. Magari, sperava di incontrare qualcuno, o qualcosa.
Un lasso di tempo pressoché interminabile trascorse. Nulla di interessante da esaminare, niente di curioso. Fatta ovviamente eccezione per gli odori molesti. A dire il vero nemmeno l'arredamento era di suo gradimento, anzi. L'avrebbe ben volentieri definito un pugno nell'occhio.
Ma poi, intravide una figura incappucciata - la seconda da quando era giunto ad Endlos.
Se ne stava ranicchiato contro un muro. Per quanto non sembrasse nulla di stimolante, Naraac si avvicinò, interessato. Ad ogni passo che muoveva verso il misterioso figuro, sentiva sempre più distintamente alcune parole ripetute quasi psicoticamente. Ma l'Etereo camminava molto lentamente giacché stava pregustando il momento in cui avrebbe scoperto qualcosa in più.
Balbettando, si parlava di fiori.
Il Mercante si fermo a qualche metro di distanza, senza mai distogliere gli occhi dall'individuo col cappuccio. Si chinò lievemente con la schiena, ma non proferì parola. Lo osservò per qualche minuto, memorizzando l'insensata cantilena.
Poi, decise di prendere parola.
«Chi sei, tu?». -
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Continuavi a fissarlo, e lui continuava a mormorare il suo delirio.
La cadenza delle parole era vagamente ipnotica, rapiva l’attenzione senza condurla in nessun luogo in particolare. Si perdeva tra quelle vecchie mura di pietra, irreali e fuori dal mondo.
La tua visione periferica scorse qualcosa strisciare nell’oscurità alle tue spalle… o forse era solo un altro scherzo della fantasia?
La tua domanda colse alla sprovvista quel disgraziato, tormentato da chissà quali paranoie. Quello sollevò lentamente il mento, in cerca del tuo sguardo. Si alzò poi di scatto, con un moto impulsivo fin troppo brusco. Le sue mani scarnificate cercarono di appoggiarsi sulle tue spalle, stringendo poi compulsivamente la carne.
Il volto, d’un tratto a pochi centimetri dal tuo, era piagato e ferito orribilmente. Il setto nasale era totalmente maciullato, un taglio infetto era inciso sull’occhio sinistro. Perfino i capelli unti parevano tuttora sanguinanti. L’odore di carne morta era insopportabile.
Strillò fortissimo.
« NO, LASCIATEMI STARE! VI PREGO, NON HO FATTO NULLA! »
L’ombra di un ricordo passò di riflesso nella tua mente, come se il forte rilascio emotivo dell’altro avesse fatto entrare in risonanza il tuo subconscio. Dalla sua memoria scorgesti delle sagome indistinte, terrificanti oltre ogni dire. Loro erano i responsabili della paura. Loro l’avevano ridotto in fin di vita.
Quegli abomini si trovavano nei livelli inferiori, potevi esserne certo.SPOILER (clicca per visualizzare)Mi piace la nuova impostazione grafica dei tuoi post.
Il PNG ti è quasi saltato addosso, senza intenzioni realmente ostili, ma sicuramente può farti prendere un bello spavento. Un ricordo indotto è passato confusamente attraverso la tua testa.
Reagisci come meglio credi, ovviamente senza essere autoconclusivo. Per qualsiasi domanda, sai dove trovarmi.. -
NinGia.
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Presidio del Sud
MerovishPrigione Abbandonata
Livello ILa cantilena continuò insistente per qualche altro secondo.
Frattanto il terz’occhio scorse qualcosa di lugubre strisciare dietro le spalle del Mercante.
Lì dentro accadevano cose strane, e per questo interessanti agli immondi occhi di un Etereo.
Per quanto la pelle non gli si accapponasse, nemmeno lui voleva morire. Nell’istante stesso in cui pensò a cosa poter fare in quell’oscuro frangente, il folle balzò in piedi vomitando il suo terrore.
Certo, poteva sembrare una domanda poco opportuna, e – detta col tono con cui solitamente parla il Trasformista – ben poco rassicurante per uno che versava in quella situazione psicologica; ma certo non c’era da scomporsi in quel modo!
Sì, perché inizialmente l’Etereo rimase impassibile, come comanda la sua natura; ma quando i sensi misero bene a fuoco ciò che gli si parava davanti, un brivido gli percorse tutta la spina dorsale.
Una scossa elettrica provocata dall’obbrobriosa visione di una vita spezzata, distrutta e maciullata, masticata e dopo sputata. Quell’essere aveva perso ogni cosa potesse dire di possedere. E di questo il Mercante ebbe esperienza nella propria mente: veloci, fugaci, in un attimo immagini raccapriccianti di esseri tanto immondi quanto brutali si istillarono nella sua mente, erano sotto i suoi piedi.
Il gelo lo pervase, sgranò gli occhi.
Un fastidioso ronzio gli impediva di concentrarsi, le mani si mossero d’istinto tentando di afferrare gli avambracci dello psicopatico.
Il tanfo di morte e sangue gli faceva ribrezzo – pareva potesse mischiargli qualche letale malanno, uno strattone con la schiena per provare ad allontanarsi dall’oscuro individuo.
Niente, niente.
Non è successo niente,
e seppure fosse successo, a noi che importa?
La voce dell’indifferenza si era finalmente risvegliata.
Il suo cranio pulsante fu calmato dalla sensuale vocina melodica, alla quale basto parlare una volta sola. Nascosta nel miasma di oscurità che il Mercante nasconde sotto la pelle, gli permetteva di mantenere integra la sanità mentale, in quella macabra circostanza.
Lo sguardo del Trasformista tornò glaciale, dopo brevi attimi di panico. Tenne tutti gli occhi ben puntati sulle zone d’interesse – di fronte a lui e dietro, dove qualche altra anomalia poteva prendere piede.
Realizzò in pochi altri istanti quanto fosse inutile trattenersi con questo individuo; ma adesso che era scattato in piedi, una creatura tanto terrorizzata, di cosa poteva essere capace?
«Tranquillizzati.»
Affermò con tono secco, quasi comprensivo.
«Nessuno qui vuole farti del male.
Devi curarti queste ferite, perché non esci?»
Provò a persuaderlo con la sua arte oratoria. E in realtà aveva anche implicitamente chiesto informazioni sulla Prigione, con la seconda affermazione. In modo velato, ovvio. Meglio non giocare in una mente tanto lacerata.
Era la scelta più saggia che potesse prendere.. -
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Tentasti di risollevare quello squallido dall’incubo in cui era ancora immerso.
Un moto istintivo ti aveva fatto arretrare, e l’interesse a capire di più ti fece articolare qualche frase. L’altro restò immobile, con le braccia cadenti lungo i fianchi e lo sguardo perso nel vuoto. Accennò un movimento delle labbra, forse stava per dire qualcosa.
Un secondo dopo crollò al suolo, inerme e senza vita. Un uomo era appena morto davanti ai tuoi occhi.
Il suo cadavere era diventato uno dei tanti rifiuti umani che ingombravano quei corridoi. Era tornato un silenzio tombale…
… subito infranto da una nuova voce.
« Male, male, molto male, ragazzo. »
Qualcuno parlò dietro di te. Era comparso dal nulla nella tua sfera percettiva. Girandoti avresti visto un uomo di mezza età ben piazzato, che accarezzava distrattamente il calcio di una .44 magnum argentea.
« Si vede proprio che non sei di qui. Purtroppo la tua inesperienza ti è costata cara. »
Indicò qualcosa in tua direzione, facendoti cenno con la canna della rivoltella. Probabilmente t’invitava a guardarti le mani. In effetti, sentivi uno strano formicolio sulle palme.
Abbassando gli occhi avresti scoperto l’orrore.
Piaghe dai colori della cancrena stavano lentamente eruttando sulla cute delle tue mani, le stesse mani che avevano tanto imprudentemente toccato il moribondo. Un bruciore fastidioso perforava ogni singola piega della tua pelle infetta.
L’altro ti rivolse uno sguardo a metà fra indulgenza e derisione.
« Nel giro di qualche ora quella merda ti riempirà il corpo, e così potrai far compagnia al simpaticone che te l’ha passata. »
Senza vita, riverso sul pavimento di una prigione dimenticata.
« Ma se davvero ci tieni a vivere, potresti provare a estorcermi delle informazioni su come trovare una cura. »
Ti lanciò uno sguardo di sfida. Quel tizio stava letteralmente giocando con la tua vita, pur sapendo che il tuo tempo era agli sgoccioli. Tuttavia non sembrava totalmente restio ad aiutarti, dovevi solo trovare un modo per convincerlo.
Intanto il marciume esfoliava e consumava la tua carne.SPOILER (clicca per visualizzare)La situazione si complica: toccando gli avambracci del reietto sei stato infettato da qualcosa. Fortunatamente il mercenario che è comparso improvvisamente sembra conoscere abbastanza bene quel decadimento indotto… il problema sarà convincerlo ad aiutarti.
Il dolore che proviene dai tuoi palmi è d’intensità bassa.. -
NinGia.
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MerovishPrigione Abbandonata
Livello IQuando ebbe finito di pronunciare quelle brevi parole, l’Etereo fissò l’inquietante essere che gli stava di fronte. Cadeva a pezzi, letteralmente.
Più che essersi calmato, sembrava essersi spento.
Le braccia penzoloni furono richiamate dalla forza di gravità in modo quasi innaturale, gli occhi sgranati lasciavano intravedere un’anima nera, densa di un terrore profondamente radicato.
Le sue labbra sanguinolente si sfiorarono, ma prima di poter emettere suono, stramazzò al suolo.
Morto.
Il Mercante prese atto della vicenda, nient'altro. Per sua immonda natura, era estremamente freddo ed osservava ogni situazione in modo oggettivo nonché indifferente.
Macabra, senza dubbio. Per certi versi, inquietante.
Ma la morte di un essere che si era rivelato inutile, anzi, forse addirittura ostacolo, non poteva che fargli quasi piacere. Non aveva però avuto informazioni su ciò che lo stava riducendo così; questo era forse l’unico rimpianto.
Ed ecco: accadde l’imprevisto.
Nulla era mai sfuggito agli occhi del Trasformista, prima d’ora.
Parole di rimprovero alle sue spalle. Eppure non vide nulla finché non ebbe modo di girarsi.
Strano.
Tremendamente strano!
Indicò le mani del Mercante con una grossa arma da fuoco.
Il battito cardiaco accelerò istantaneamente e gli occhi si sgranarono alla tremenda visione dei suoi palmi segnati da un’infezione. La trasmissione era avvenuta al contatto impulsivo con il morto, poco prima.
Quanto odia l’impulsività, Naraac.
È stupida, immensamente stupida, e l'infezione non era altro che la prova. Un gesto impulsivo, aveva instillato in lui una malattia sconosciuta, e la paura di morire.
Quante volte sarà capitato?
Un paio, forse, non di più.
Ed è come quella volta? A me non sembra.
Reagisci.
Prima che il panico potesse prendere piede, eccola nuovamente.
L’Etereo alzò gli occhi all’omone che si trovava ormai davanti a lui. Quello conosceva la cura. Il tempo era scarso: i palmi bruciavano, le dita cominciavano a formicolare. L’infezione si espandeva rapidamente.
«Bene, allora …»
Gli sguardi s’incrociarono.
«… Mercanteggiamo.»
Un sorriso sprezzante si dipinse sul volto del Mercante, intento a svolgere il suo mestiere.
«Che cosa posso fare io per lei?»
Breve inchino, cercando di non perderlo mai di vista.
Quelle parole, dal tono sicuro, freddo e distaccato, erano sì un modo per cominciare a scavare nei motivi reconditi che avevano spinto quell’uomo a non lasciarlo totalmente al suo destino – se aveva la capacità di rendersi invisibile agli occhi del Mille Facce, perché mostrarsi e dirgli di sapere come curarlo? – ma anche e soprattutto un tramite.
Un brandello della sua anima si sarebbe staccato ed avrebbe viaggiato attraverso sguardi e suoni nel tentativo di proiettarsi direttamente nella mente del mercenario. Una volta lì, sarebbe andato alla strenua ricerca delle conoscenze riguardanti malattia, cura – ma soprattutto – scopi.. -
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Riuscisti a non cedere al panico, mantenendo la tua freddezza con uno sforzo di volontà.
Di diverso avviso erano i tuoi nervi: lo stress che giungeva dalla zona infetta era massacrante anche per la psiche, sentivi una pressione anomala tra le pieghe del cervello, come se d’improvviso tutte le tue priorità si fossero riorganizzate. Era forse quella la paura di morire?
Di colpo ti sembrava di essere disposto a sacrificare qualunque cosa per non perdere la vita, anche se cercavi di sopprimere quelle pulsioni sotto una scorza d’imperturbabilità.
« La paura porta a gesti inconsulti. Ti darò una seconda possibilità, bada bene però: sarà l’ultima. »
Nessuno dei tuoi assalti mentali sembrò avere successo: c’era come una barriera invisibile dentro la testa dell’altro, e contro di questa si erano schiantate le tue onde psichiche, smaniose di avere risposte per vie traverse. Evidentemente il tuo interlocutore esigeva ben altri approcci.
« Se vuoi sapere cosa puoi fare, te lo dico subito: potresti iniziare facendomi un’offerta. Ma ti avviso subito: odio portare avanti trattative poco interessanti. Il più delle volte tronco ogni contatto con chi non riesce a fare delle buone offerte. »
Cosa mettere sui piatti della bilancia, dunque?
Quel maledetto bruciore - che ormai ti aveva fatto perdere sensibilità alle dita - non aiutava molto il raziocinio.SPOILER (clicca per visualizzare)I ragionamenti che hai fatto sono stati corretti e arguti, tuttavia l’approccio si è rivelato fallimentare. In generale non è una buona idea prendere alla lettera o usare la coercizione contro individui che sembrano saperla più lunga del tuo PG, soprattutto se quest’ultimo si trova in una posizione di svantaggio e di dipendenza da quelli che aggredisce.
Ora tocca a te inventarti qualcosa per guadagnare il favore del pistolero. Pensaci bene.
Il dolore è sempre d’intensità bassa..
Facing Hell, Down to Earth |
