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Ufficio del Gran Maestro, Albero Casa.
Presidio Errante, Endlos.Sedeva alla sua ampia scrivania controllando la mappa del semipiano. L'Ovest ed il Sud erano ancora in fase d'assestamento, a Nord l'Alfiere sembrava essersi chiuso nella sua rocca mentre l'Est era appena stato invaso: la situazione complessiva non era delle migliori e l'Alfiere era ormai dell'idea che fosse il caso inserire una base della sua gilda lontano da Laputa. Non restava che decidere il dove.
A Nord era praticamente impossibile: aveva inviato Gildarts centinaia di volte, senza ottenere nemmeno una risposta: non avrebbe ceduto a quel punto strategico chiamato Najaza, ma non contava di ottenerlo in tempi brevi. L'Ovest era in guerra ed il Sud troppo pericoloso per tentare alleanze, almeno al momento. Le uniche soluzioni erano l'Est o il Pentauron. Considerando poi l'invasione di Endolas e memore delle vecchie alleanze, la risposta giunse più che ovvia: con la piuma appena intinta nell'inchiostro, lasciò una scia in una regione dell'Est. Shea, la terra dove tutto aveva avuto inizio.
Aviatore Augustus.
Gli occhi smeraldini della Dama del Vento si levarono dal documento per la prima volta dopo tanto tempo, adagiandosi sul volto del suo Aviatore. Non sembrava riposato, e nemmeno particolarmente sereno. Si fissava le scarpe, senza mai alzare lo sguardo.
-Oh, non è necessario presentarsi ogni volta. Ti riconosco.
Spiegò tranquilla, invitandolo con un gesto della mano ad accomodarsi. Senza aggiungere altro, portò una mano alla guantiera di leccornie che aveva esposta di fianco alla scrivania, dunque la posò di fronte a lui.
-Dimmi, caro, di cosa hai bisogno?. -
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Ascoltò le parole del suo Aviatore in religioso silenzio, occhi smeraldini fissi sui suoi, ben attenta a recepire tutto ciò che il giovanotto volesse comunicarle.
La sola introduzione non sembrò particolarmente felice: Augustus accennò all'apparizione Khatep come se fosse un'interruzione al suo lavoro di maestro -opzione probabilissima, considerando i metodi autoritari del lich- ma, nonostante Drusilia conoscesse in parte la natura del Comandante Blu, non diede particolare peso a quel piccolo sfogo. Per quanto non fosse fra i suoi collaboratori più simpatici, era abbastanza certa che agisse sinceramente per il bene di Laputa. Era questo ciò che per lei contava maggiormente, ancor più in tempi ostili e minacciosi come quelli che si prospettavano all'orizzonte.
Ho trovato Asaliah racchiusa in due cerchi che le impediva di muoversi, ma questa è una mia supposizione. Un cerchio recava alcune lettere che riportano ad una possibile raffigurazione del Tarocco della Ruota della fortuna. L'altro cerchio invece ruotava. Qui e lì erano sparse iscrizioni alchemiche ed il tutto era sormontato da due sagome di canidi o forse dei lupi, non saprei distinguerli con certezza.
In un gesto inconsapevole, Drusilia si trovò a fare spallucce. Non sapeva di cose stesse parlando, nè aveva le giuste conoscenze per intuirlo. Infondo, lei, maga non era... e nemmeno numerologa.
Asaliah, inoltre, ha rivelato di essere la Ruota della Fortuna e che doveva venire qui a Laputa per aiutare una certa Ishtar. Questa informazione le è stata data dalla Luna.
Ecco, quello era più interessante.
Anche se Khatep gliene aveva già parlato, era sempre bene ascoltare più versioni per avere una visione completa.
Questo si ricollega, quindi, ai tarocchi che la ragazza mi ha mostrato al nostro primo incontro. La Luna, la mandante e secondo la mia analisi numerologica in qualche modo imparentata con lei, poi abbiamo il Carro, che è legato a Laputa, quindi quel tarocco simboleggia sia il viaggio che la meta. Per concludere abbiamo gli Amanti, immagino si tratti sempre di una persona, il bersaglio in qualche modo, e come detto a mio avviso è una donna imparentata con lei.
Attese che il giovanotto concludesse le sue ipotesi, infine disse la sua.
-Non penso che il Carro intenda il viaggio. Non solo- sospirò profondamente, cercando di trovare le parole più giuste per spiegarglielo -Se si è presentata come la Fortuna, è stata inviata dalla Luna e parla attraverso i tarocchi, penso che appartenga ad un gruppo di persone che conosco, che si fanno appunto chiamare "Arcani".
La mano diafana si allungò sul cesto delle cibarie, estraendone un coniglietto di cioccolata. Gli morse un orecchio e prese a masticare, prima di deglutire con garbo.
-Il Carro si trova a Laputa, mentre la Luna è in un posto esterno ad Endlos. Li conosco entrambi- tirò un altro morso -Ma non ho idea di chi siano gli Amanti... e nemmeno questa Ishtar. Forse è un altro nome in codice.
Si concesse alcuni attimi di silenzio, occhi chiusi e volto concentrato.
-Cosa ne pensi di tutta questa faccenda?. -
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Sembrano simpatici.
La Dama del Vento non annuì, ma sorrise.
In un certo senso era vero.
A volte no.
Bhè, per quanto riguarda questa Ishtar ho intenzione di indagare. Scriverò all'avamposto per venire a conoscenza se si trova ancora qui o meno, ed ovviamente chiederò in giro. Dubito faccia parte di questi Arcani, altrimenti perchè non chiamarla con il nome del tarocco corrispondente? Lo ha fatto per se stessa, per la Luna, perchè per lei no?
Ascoltò l'idea del Numerologo e ne fu abbastanza concorde. Si limitò ad un piccolo appunto, giusto per esser sicura che il giovanotto non escludesse troppe possibilità.
-Ciò che dici ha senso, ma ci sono alcune persone che preferiscono indicare un loro caro col nome piuttosto che col titolo. Quindi non escluderei l'ipotesi che anche questa Ishtar possa essere un Arcano- sospirò, affranta -In ogni caso, io non la conosco.
A quel punto ascoltò paziente anche l'idea del giovanotto sulla remota possibilità che Asaliah o l'entità che l'aveva posseduta stessero mentendo. Di base non lo trovò un problema: lei era in grado di capirlo, dunque le sarebbe bastato parlarci. Il problema era un altro: aveva già ascoltato dichiarazioni simili provenire da un'altra persona, e questo significava di aver trovato un altro nodo da sbrigliare. Al diavolo i ricatti, poi! Se si fosse mostrata furba abbastanza non avrebbe indugiato a superare l'ostacolo in modi alternativi ma, se fosse stata costretta ad agire alla luce del sole, non si sarebbe comunque tirata indietro.
Il mondo, per quanto le riguardava, non era mai stato buono, ancor meno gentile: se avesse avuto il timore di ripercussioni, non avrebbe mai risolto la situazione in cui si trovavano tutti loro e che già li metteva in pericolo. Non aveva alcuna intenzione di farsi ammazzare da un nemico senza volto.
In ogni caso, a prescindere di tutto questo, Asaliah è implicata in qualcosa di più grande di quello che pensavamo, o per lo meno che io immaginavo. Trovare questa Ishtar penso sia la nostra attuale priorità, oltre permettere ad Asaliah si parlare, per quanto se vige questa costrizione sarebbe potenzialmente inutile.
Si potrebbe cercare qualche rituale per disgiungere questa sorta di guardiana da Asaliah, ma ancora una volta trovo la cosa non utile al momento, con le nostre attuali conoscenze. Ah, inoltre dovremmo cercare di comprendere chi siano gli Amanti.
Non c'è possibilità di parlare con il Carro o con la Luna, visto che li conosce, magari potrebbero darci qualche indizio?
Prima di rispondere ad Augustus, Drusilia si concesse una pausa.
-Temo di no- disse semplicemente, mortificata -Allo stato attuale delle cose, la Luna è scomparsa ed il Carro è in coma dall'incidente del Drago Divoramondo. Come se non bastasse, nemmeno gli Amanti sono reperibili: ci ho già provato, fallendo miseramente.
Se da un lato non si trattava di buone notizie, dall'altro riducevano il campo d'azione su cui indagare.
-Occupati ancora di Asaliah e della sua istruzione. Se è un Arcano ed è stata portata qui dalla Luna, allora è venuta in nostro aiuto, quindi ci serve- comandò infine, alzandosi dalla poltrona ed avvicinandoglisi -Inoltre cerca informazioni su questa Ishtar. Qualunque tipo di informazione, anche quelle palesemente assurde o le leggende narrate dal popolino. Ricorda che potrebbe essere qualunque cosa.
Una volta raggiunto, gli mise una mano sul capo come se stesse parlando con suo figlio.
-Infine rendimi partecipe delle novità ogni volta, esattamente come fai col tuo Comandante. Lui è un uomo dalla cultura immensa, ma in fatto di Arcani credo di saperne qualcosa in più io.
Lo lasciò andare, dunque si voltò ad osservare il Latifondo aldilà dei vetri delle ampie finestre del suo studio. Il suo sguardo era stanco, ma la fiamma non si era ancora spenta.
-Se non hai altro da aggiungere, sei libero di andare.
Edited by Drusilia Galanodel - 7/2/2014, 09:18. -
.CITAZIONEUscita.