[LAM] Vecchi e fanciulle hanno molto da dire

"Un uomo comincia a credere che sia meglio seguire la Luce. Egli ha già tradito, mentito, deviato dal suo cammino, corteggiato le tenebre. E tutto ha sempre funzionato, come se non fosse accaduto nulla. Nel prendere questa nuova decisione, egli sente quattro commenti:

«Hai sempre agito in maniera errata. Sei troppo vecchio per cambiare. Non sei buono. Non lo meriti».

Allora guarda verso il cielo e una voce dice:

«Bene, mio caro, tutti hanno sbagliato nella loro esistenza. Tu sei perdonato, ma non posso forzare questo perdono. Deciditi».

Il vero Guerriero della Luce accetta il perdono e comincia a prendere alcune precauzioni".

Ufficio del Gran Maestro, Albero Casa.
Presidio Errante, Endlos.

Un rumore di pergamena accompagnò lo spostamento della mano dell'Alfiere su una pila di mappe posata al suo fianco. Sulla destra, molti documenti già firmati erano ordinatamente impilati, in attesa di essere archiviati. Nonostante non amasse quel genere di lavoro, Drusilia si era riscoperta insolitamente solerte quel giorno.
Spazio, aveva bisogno di spazio: Endlos stava impazzendo e lei aveva bisogno di un posto relativamente tranquillo dove posare tutte le sue mappe del semipiano e fare il punto della situazione, ancor prima di convocare il Consiglio. Il suo ufficio all'Albero Casa era così diventato la risposta più ovvia e rapida, se non fosse stato per la fatica di smaltire tutte le pratiche arretrate.
Nel silenzio di quelle quattro mura, la Dama del Vento sorrise all'idea di cosa fosse in grado di fare per proteggere i propri cari.

Poi venne la luce, e Drusilia ne comprese l'origine.
Aveva avvertito il suo arrivo nell'istante esatto in cui il sacerdote si era trasportato nelle vicinanze dell'ufficio. Ne conosceva l'identità ancor prima che varcasse la soglia della porta: infondo era stata proprio lei a convocarlo ed era altrettanto abituata ai suoi spostamenti repentini.
Non restava che dargli il benvenuto.

-Buongiorno, Khatep- pronunciò la bella all'arrivo del Lich, il tono tranquillo e sempre cordiale -Ti stavo aspettando.
Non alzò nemmeno lo sguardo, troppo impegnata a terminare l'ultimo documento. Con un gentile gesto della mano lo invitò ad accomodarsi.

Drusilia, ci sono alcune cose di cui dobbiamo assolutamente discutere.
Riguardano Asaliah.

Giusto, tra le faccende in sospeso c'era anche lei. Quasi se ne era dimenticata, presa com'era dalla situazione generale del semipiano e le stranezze che ultimamente sembravano aumentare a livello esponenziale. Con la piuma intinta nell'inchiostro nero tracciò la propria firma sulla pergamena, dunque la posò sulle altre. Con aria stanca congiunse le mani e, mentre le dita si intrecciavano, sospirò mestamente prima di parlare.



-Certamente: accomodati pure e dimmi tutto.

Sapeva che fare l'Alfiere non fosse affatto facile, lo aveva intuito già da sè nei suoi primi mesi di vita da naufraga e visto con i propri occhi quando era ancora un Ufficiale del precedente Autocrate. Nel momento in cui aveva accettato quella carica al termine delle Nove Giornate sapeva perfettamente a cosa andava incontro.

Ma mai, mai avrebbe pensato che fosse stata così dura.
Ancor meno che i tempi di crisi dovevano ancora arrivare.

Con una calma solo apparente, ascoltò attentamente le parole del Sommo. Era agitata, profondamente, ed i repentini mutamenti delle condizioni politiche degli ultimi mesi non l'avevano aiutata a riacquistare un minimo di pace interiore, a seguito della Guerra Civile.

Naturalmente Augustus ha cercato di ricavare qualche informazione, ma oltre al fatto che lei fosse la Ruota della Fortuna e che fosse venuta a Laputa per cercare gli Amanti e un certo Ishtar, non abbiamo scoperto altro.

Aveva ascoltato la prima parte, ma non intervenne subito. Per quanto fosse cosciente di essere un Arcano -e che, a quanto pare, lo era pure Asaliah- non poteva certo ritenersi esperta in quel campo. Infondo la Curtis era un non-luogo quasi impossibile da comprendere totalmente, e perfino fra i singoli Arcani si celava un abisso. Anche i contatti erano sporadici, se non praticamente assenti.

Mentre i due comunicavano il mio aviatore è stato espulso dallo spirito della ragazza, che è stata poi posseduta da una qualche entità dagli occhi gialli, autoproclamatasi estremamente antica.
Ci ha detto solo che se avessimo provato nuovamente con quel procedimento avremmo potuto rischiare di causare un qualche tipo di apocalisse, come se non ne avessimo già avute abbastanza.
Alla richiesta di ulteriori informazioni, l'entità ha dichiarato di essere impossibilitata a fornirne e dopo aver iniziato a parlare le si è tagliata la gola ed ha abbandonato il corpo, Asaliah curiosamente sta bene e senza traccia di ferite.

Tacque ancora la Dama del Vento, intuendo vagamente di chi potesse trattarsi: occhi gialli, impossibilità di parlare e desiderio di salvarli tutti, nonostante i modi non proprio gentili. Che fosse l'altro volto della Luna?

Tuttavia ci sono certe cose di cui vorrei parlare, ad esempio: tu sai chi è Asaliah, non è vero?
O almeno conosci parte della verità, lei cercava il Carro e gli Amanti e tu hai detto che il Carro è strettamente legato all'Isola nel Cielo, ho fatto qualche ipotesi e se è vero che esiste un gruppo di individui che è possibile identificare con i tarocchi, allora è probabile che tu sia uno dei due, anche se direi gli Amanti.
Tu sei legata a questa terra, ma non abbastanza da giustificare una frase come quella detta ad Augustus, il Carro potrebbe essere qualcun altro, ad esempio il primo Autocrate di Laputa, il nostro amichevole goblin, Raylek.
É solo un ipotesi, naturalmente, dimmi se mi sbaglio.

Prima di rispondere, attese qualche secondo. Aveva molte cose da dire, praticamente su tutto, e le sarebbe davvero piaciuto un parere autorevole come quello di Khatep ma... la priorità era un'altra.

-Sei sicuro di volerlo sapere?

La priorità era il benessere di un suo concittadino, un Consigliere ed un suo protetto al tempo stesso. Una confessione a cuor leggero sarebbe stata profondamente egoista da parte sua, ancor più considerando gli ultimi sviluppi della sua ricerca privata. Ormai erano mesi che ballava sul filo di un rasoio... e tendendo la mano a qualcuno avrebbe rischiato di perdere l'equilibrio.

-Te lo chiedo perchè ti stai addentrando in un campo minato: se te ne parlassi finiresti per essere coinvolto in faccende non esattamente piacevoli.

Attese, questa volta seria, fissandolo intensamente.
Avrebbe lasciato a lui la scelta.

Aveva ragione.
Ad esser sincera, Khatep non era mai stato un santo, anzi... ma se c'era una cosa che l'aveva invitata sempre a desistere nel richiamarlo ogni volta che incrociava qualche aviatore terrorizzato a morte, era la sua obbiettiva ed incontestabile utilità all'interno dell'Ordine, come anche nel Consiglio di Laputa e -supponeva- pure al Magisterium. Escludendo i suoi difetti, aveva sempre dato anima e corpo per il bene del Presidio e, nonostante i metodi forse un pò arcaici, alla fine tutto ciò che voleva era solo che la macchina politica funzionasse.
Drusilia lo rispettava come pochi: in lei il senso del gruppo era particolarmente sviluppato, ancor più delle sue tendenze al caos, pertanto trovava rincuorante oltre ogni misura vedere qualcuno lavorare così tanto per l'intera comunità. Khatep non era soltanto saggio; l'Alfiere era profondamente convinto che in lui albergasse un animo nobile, anche se non l'avrebbe mai e poi mai ammesso, considerando il caratteraccio.

-Esistono due tipi di Arcani: i Maggiori ed i Minori- iniziò con sguardo basso, cercando di esprimere per bene un concetto che, notti prima, le era stato spiegato dalla Luna in un sogno -Gli Arcani Maggiori sono frammenti dell'anima di una creatura antica, la cui coscienza è caduta in pezzi. Sono fuori dal mondo e pertanto unici in tutte le dimensioni: il loro compito è di cambiare qualcosa dove sono stati inviati.

Non sapeva il perchè, nè il come... ma forse non era importante.

-Il loro regno, la Curtis Arcana, è una dimensione che non esiste ed è al tempo stesso. I Minori, invece, sono creature appartenenti alla realtà che, per qualche ragione, sono stati assoldati dall'Asso del rispettivo seme al fine di compiere una missione. Anzi, ad essere più precisa, gli Arcani Minori sono la missione stessa, non chi la deve compiere.

Si concesse alcuni attimi per pensare.

-Raylek era un Arcano Minore: la sua missione era di spacciarsi per il Carro ed avere molta visibilità.

Poi sospirò, profondamente malinconica.

-Credo che la sua scomparsa sia dovuta proprio a questo: se doveva fingersi qualcuno, vuol dire che che il suo compito consisteva nel fungere da mirino. Il mio terrore è che abbia subito le conseguenze del suo contratto.

Si portò la mano alle labbra, socchiudendo gli occhi in una espressione affranta: sapeva che erano in molti a volerli morti e... non sopportava l'idea che un quasi-estraneo avesse pagato le conseguenze delle loro azioni. Se solo l'avesse saputo a tempo debito... forse non sarebbe finita in quel modo.

-Il vero Carro è mio figlio Ryusang; dallo scontro con il Drago Divoramondo è caduto in un sonno innaturale e non accenna a svegliarsi. E non si tratta di un normale coma, ne sono certa perchè l'ho vissuto anche io: presto rinascerà come Arcano, ed i suoi poteri saranno completamente attivi.

Tacque, sollevando lentamente lo sguardo sull'Antico.

-Solo che non posso sapere quanto durerà questa condizione: per ciascuno è diversa.

Nonostante avesse sentito fin troppo bene la prima parte di quella discussione, l'Alfiere Errante tacque, tenendo lo sguardo basso. La verità è che non ne sapeva molto: quasi ogni informazione riguardante la Corte le era giunta solo dopo ricerca e fatica nonostante di fatto fossero tutti Fratelli e... per quanto riguardava la loro storia passata, ne sapeva più o meno quanto il Lich. Ancor più si sentì addolorata quando il Sacerdote la rimbeccò sui suoi tentennamenti riguardo il precedente Alfiere; come una bambina sgridata da un genitore ristette in silenzio e con espressione mortificata.

Tralasciando ciò che non è di immediata utilità, tu sai chi era quella “entità” che ha posseduto Asaliah?
Ma soprattutto, se la conosci, ritieni che i suoi avvertimenti possano essere fondati?
Questo è un punto molto importante, definirà con ogni probabilità le nostre prossime mosse.

Si concesse ancora del silenzio, rimuginando sul da farsi. Per quanto volesse essere d'aiuto, doveva ammettere che, in quel caso specifico, il campo del "se" e del "ma" era troppo vasto per dare le certezze che il Sommo necessitava.

-Non ero presente, quindi non posso dirlo con esattezza. Però, se è come la descrivi... potrebbe essere mia madre. La Luna dai due volti.

Le labbra rosse si strinsero per poi deformarsi a causa di un morso appena accennato, dettato più che altro dal nervosismo. In effetti le sarebbe piaciuto essere più decisa, ma la Curtis aveva le sue leggi a parte.

-Se è lei, allora ho piena fiducia in quello che fa.

Ascoltò le parole dell'Antico con aria compassata.
Immaginava che prendesse la notizia dell'instabilità della Curtis in quel modo, e non gliene dava certo una colpa: perfino fra gli stessi Fratelli, alcuni finivano per darci di matto. Nonostante fosse la loro casa, era e restava uno dei non-luoghi più criptici che potesse mai anche solo immaginare.

-Che sia frustrante, lo so anche io: differentemente da voi non ho scelto di essere un Arcano. Lo sono e basta: questo significa che, qualunque cosa accada, ne sarò coinvolta. Volente o nolente.

Ci tenne a fare quella precisazione perchè, a scanso di equivoci, non voleva che Khatep pensasse a lei come un'opportunista. Non era nella Curtis per trarne profitto, ma perchè era davvero la sua famiglia. E si sa, non si nasce in una famiglia per scelta.

-A tal proposito, sto procedendo io stessa con le ricerche: la Curtis Arcana funziona con regole molto particolari, e solo un altro Arcano ha la possibilità di ottenere qualcosa. Ti chiedo quindi di non proseguire le ricerche su questa direzione e convergere le indagini su campi meno... "controllati"- la voce calcò maggiormente l'ultima parola, come a voler fargli capire che no, nemmeno lei rinunciava a alla conoscenza. Se non c'erano vie d'uscita a quella situazione ristagnante, lei ne avrebbe create delle altre -Ad esempio... la caduta del Drago Divoramondo. Ad esser sincera, ci sono ancora troppi punti oscuri sia sulla ragione della sua presenza su Endlos che sul come sia stato evocato. Forse è rimasto qualcosa in lui o fra le rovine dove è stato eseguito il rituale. Non credo che ci sia qualcuno o qualcosa a sorvegliarli. Potresti organizzare una spedizione: so che Harium voleva tornarci.

Chiuse l'argomento lì perchè, di fatto, non vi era altro da aggiungere.

-In ogni caso, tornando alla ragione per cui ti cercavo, ho bisogno che ti presenti domani alla Sala del Trono in tarda mattinata. Ho un annuncio importante da fare: sarai lì?

-No, non parlavo dell'immortalità.

Un lungo silenzio li avvolse e l'Alfiere si soffermò a fissare un imprecisato punto di fronte a lei. Infondo, la questione era molto complicata e, per quanto lei credesse di sapere tutto -almeno per ciò che la riguardava- la realtà poteva essere ancora peggio di quanto pensasse. Ma non erano questioni dell'Antico: suo interesse era concentrato sul Presidio Errante, e l'essenza di Drusilia gli sarebbe importata solo quel tanto che bastava per non avere "sorpresine" sull'isola volante. Quindi poteva non approfondire ulteriormente la faccenda.

Quanto alla tua ultima domanda, sarò lì, se la mia presenza è richiesta ma vorrei sapere il perchè, dato che sarò molto impegnato a organizzare la missione.

Lo sguardo smeraldino tornò a fissare il Lich, scegliendo tuttavia di rimanere sibillino.

-Ti sarà rivelato a tempo debito. L'unica cosa che devi sapere è che la tua presenza al Mastio ha una priorità superiore alla missione che ti ho appena assegnato, quindi mi aspetto che accetti l'invito.

Non disse altro, semplicemente tornò al suo posto, impugnando le scartoffie su cui stava precedentemente lavorando.

-Ora ho parecchie cose di cui occuparmi, al Mastio avrai tutto il tempo per espormi ciò che desideri. Puoi tornare alle tue mansioni.

E con ciò, tornò a concentrarsi sugli arretrati.