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    L'eco dei suoi passi era l'unica cosa che l'accompagnava sotto le ampie volte della Caserma.
    Gli occhi smeraldini saggiavano ogni curva dell'elegante struttura con interesse, vagamente disorientati dall'inusualità dello stile architettonico che se paragonato a quello del resto di Istvàn le risultava forse un po' fuori luogo.

    Diverse settimane erano trascorse dal giorno in cui il Pentauron era stato oscurato dall'ombra del Divoratore di Mondi, e non sapeva spiegarsi neppure lei perché dopo così tanto tempo aveva infine deciso di prendere in considerazione la proposta del suo capitano di quel giorno, Lancelot Du Lac. Probabilmente il periodo di inattività aveva giocato a favore dell'idea.

    Non era nuova alla sensazione -quasi nevrotica- che le impediva di rilassarsi ogni volta che si trovava per scelta o per costrizione a dover piantare le tende e starsene seduta buona e tranquilla. Era simile a un prurito, come se vi fosse qualcosa di aguzzo che si agitava sotto la pelle alla ricerca di una via di uscita. L'esperienza le aveva insegnato ad accettarlo come parte di sè, a convinverci e a capire quando e in che modo darvi sfogo; ma se continuava a restare senza uno scopo in direzione del quale incanalare i risvolti più feroci della propria natura, si sarebbe presto trovata in seria difficoltà. Ricordava ancora quando nei suoi primi anni nei Tantarus, il quartiermastro della Niobe - un tale dalla parlantina sciolta e dalla spiccata propensione a cacciarsi in guai più grossi di lui - le aveva infilato in tasca una fiala, sussurandole nell'orecchio che avrebbe risolto tutti i suoi problemi. Diceva che sarebbe stato sufficiente che si fosse ricordata di prenderla nel prossimo periodo di calma piatta, e si sarebbe sentita subito meglio. Il tempo gli aveva poi dato ragione, ma quando qualche mese dopo lo ritrovarono disteso sulla tavoletta del cesso con la bava alla bocca e il cuore spalmato sulle pareti della cassa toracica, Rei decise che sarebbe stato più sicuro smetterla. Una delle scelte più difficili della sua vita. Il periodo successivo era stato un inferno ma ne era venuta fuori, e ci teneva a rimanerne fuori.

    Le sue opzioni erano così attualmente limitate.

    Tuttavia, anche se in realtà non avesse ancora deciso sul reclutamento e fosse più che altro giunta a Talmor con l'intenzione di farsi una chiaccherata con Du Lac per schiarirsi le idee, dentro di sè covava la convinzione che quel posto non facesse per lei. Non riusciva a vedersi nei panni della paladina della giustizia, e il solo pensiero che qualcuno potesse considerarla il proprio scudo le faceva annodare lo stomaco. Non aveva mai preso bene la necessità di prendersi responsabilità quando se ne era presentata l'occasione, ma non si trattava solo di quello. Le sue motivazioni erano ben più profonde.

    « ... »

    Si arrestò in prossimità della gargantuesca statua che svettava al centro della sala principale, e fissando il volto di pietra cominciò a riflettere. Forse giungere fino a lì era stato uno sbaglio. Forse avrebbe fatto meglio a girare i tacchi, prendere il poco che possedeva e partire per Merovish. Trovare qualche compagnia di ventura che potesse provvedere ai suoi pressanti bisogni fisici e anche a quelli economici. Si sarebbe sentita più a casa lì, tra spargimenti di sangue e mercenari ubriachi, piuttosto che a pattugliare le strade in un'armatura scintillante...

    CITAZIONE
    Eccoci qua, a te la palla :pazz: Rei indossa qualcosa di simile a questo e non è armata.

     
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    Camminava per il peripato della caserma ben immerso nei propri pensieri, avanzando con la stessa eleganza con cui un volatile scivola sulla superficie di uno specchio d'acqua, incedendo con la regale disinvoltura che gli era valso il nomignolo di "Cigno"; non che lo amasse particolarmente, come soprannome, ma dal momento che era stata la sua Regina la prima a farne uso, non aveva mai potuto trovarvi nulla di sgradevole per considerarlo un motteggio.

    Di certo, a giudicare dagli sguardi ammirati che molte reclute gli lanciavano al suo passaggio, quella parola doveva avere un sapore altisonante sulle loro labbra; per loro doveva sembrare appropriato, ma... personalmente, Sir Lancelot du Lac si sentiva assai più affezionato al suo titolo di "Protettore di Shea" -emblema della fiducia della Sovrana nei suoi confronti-, e simpatizzava per lo spregiativo "Esecutore" con cui l'avevano bollato molti nemici o detrattori dell'Est.
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    Quel giorno si trovava a Taldor per sbrigare alcune faccende burocratiche, e presto sarebbe tornato a presidiare la regione di Shea -dove era solitamente di stanza-, ma fu nell'immettersi nel cortile -diretto all'uscita- che gli occhi verde acqua si posarono su una figura che non aveva sperato di rivedere: vuoi per la peculiare colorazione dei suoi capelli, vuoi per qualcos'altro che si irradiava da lei -una sorta di aureola di forza-, finì per catturare la sua attenzione.


    Esattamente come accaduto nella battaglia col DivoraMondo.

    La guerriera dai capelli rosa sostava in piedi davanti alla grande statua dell'ingresso, e con un'espressione assorta e corrucciata ne contemplava il viso, persa in chissà quali pensieri... Così, il Cavaliere del Lago diresse i suoi passi in quella direzione.

    « Buongiorno, milady. »
    interloquì, fermandolesi accanto e accennando un inchino col capo
    « Sembrate esservi ottimamente ripresa dalla caccia al Drago. »
    fece una pausa, per darle il tempo di uscire da se stessa senza sentirsi -troppo- importunata
    « Cosa vi porta qui a Taldor? »


    Lance è l'uomo di latta - come al solito XD [Link]
     
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    Una voce familiare l'aiutò ad emergere dalle sue riflessioni, e la spinse a volgere il capo in direzione del ritrovato Du Lac. Fu colta lievemente di sorpresa dalla sua comparsa, ma non lo diede a vedere.

    « Buongiorno, ser.
    Lieta di vedere che lo stesso vale anche per lei. »

    rispose con un leggero sorriso
    « Vorrei risponderle dicendo di essere solo di passaggio, ma mentirei. »
    non aveva senso tirarsi indietro giunti a quel punto
    « La verità è che sono venuta qui per discutere della proposta che mi avete fatto quel giorno, al termine della battaglia. »

    Lei ricordava bene, e del resto come dimenticare uno scontro simile? Poteva ben dire di non aver mai affrontato un nemico così maestoso prima, tantomeno aveva sperato veramente - sul campo di battaglia, dinanzi all'ombra del Divoratore - di riuscire a vincerlo e ad uscirne tutta intera. Eppure era successo, e il fatto che entrambi si trovavano lì a discuterne come fosse un lavoro passato come un altro, denotava certamente il loro valore e la loro forza d'animo. Du Lac doveva esserne a sua volta consapevole, data la sua decisione di chiederle senza troppi formalismi di entrare a far parte dei protettori del presidio, e lei di certo non era una che amava ostentare falsa modestia. Era conscia delle proprie qualità tanto quanto dei propri difetti, e riteneva che fosse egualmente importante mettere in luce entrambe le cose quando richiesto. Trovava che la situazione presente fosse uno di questi casi, dunque non si perse in chiacchere e andò dritta al punto:

    « Sarò sincera con lei, poiché non amo le mezze verità: ho preso la decisione di venire qui a parlarne principalmente perché ho bisogno di denaro, e ritengo che mettere la mia spada al servizio dei Cavalieri Celesti sia preferibile che svenderla a un gruppo di mercenari a Merovish. »

    La seconda scelta sarebbe stata persino più comoda per un'assassina randagia come lei: si sarebbe sentita a casa, a proprio agio e perfettamente in linea con la propria filosofia di vita. Tuttavia, Rei sentiva ora più che mai il bisogno di evadere dalla propria realtà, trovare una nuova strada come in passato aveva fatto decidendo di lasciare il proprio paese natale e i titoli nobiliari per fuggire da quel male che sentiva corroderla da dentro. I Cavalieri erano una possibilità, e come tale meritavano attenzione.

    « Tuttavia non mi ritengo idonea per questo genere di... lavoro. »
    inclinò lievemente lo sguardo da un lato
    « Non mi fraintenda, sono consapevole di avere le competenze per servire come un buon soldato, ma il mio cuore giace in un posto probabilmente molto differente dal vostro. Non sono la persona giusta a cui affidare la vita della gente di Istvàn. »

     
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    « Buongiorno, ser. Lieta di vedere che lo stesso vale anche per lei. »
    la voce della dama guerriera giunse lesta, accompagnata persino da un sorriso
    « Vorrei risponderle dicendo di essere solo di passaggio, ma mentirei. La verità è che sono venuta qui per discutere della proposta che mi avete fatto quel giorno, al termine della battaglia. »

    Mettendo da parte i fronzoli, la fanciulla gli stava parlando con la massima onestà, e anche se non trovava nulla di male nel ricambiarle la cortesia non tacendole il fatto di esser lieto di quella sua decisione, Lance preferì peccare di omissione; nella battaglia al Drago, quella lady si era dimostrata alquanto suscettibile alla cortesia prevista dal Codice cui lui aveva prestato giuramento, quando si era preso la libertà di coprirle le spalle... così -come al solito quieto in volto-, il Cavaliere del Lago rimase in silenzio, preferendo ascoltare e null'altro.

    « Sarò sincera con lei, poiché non amo le mezze verità: ho preso la decisione di venire qui a parlarne principalmente perché ho bisogno di denaro, e ritengo che mettere la mia spada al servizio dei Cavalieri Celesti sia preferibile che svenderla a un gruppo di mercenari a Merovish. »

    Gli venne quasi da sorridere, ma si astenne: magari, la cavalleria le stava invisa quanto aveva avuto modo di capire quella volta sul campo di scontro, ma... davvero non riusciva ad immaginarsela in mezzo alla feccia merovisha; non per una questione di femminilità, quanto di dignità, una delle prime cose che i tagliagole del Sud sono disposti a svendere per denaro -prima ancora delle proprie lame e dei propri servigi-, e che ella sembrava invece indossare con disinvoltura.

    « Tuttavia non mi ritengo idonea per questo genere di... lavoro. Non mi fraintenda, sono consapevole di avere le competenze per servire come un buon soldato, ma... »
    concluse la giovane in una confessione, evadendo altrove lo sguardo
    « ...il mio cuore giace in un posto probabilmente molto differente dal vostro.
    Non sono la persona giusta a cui affidare la vita della gente di Istvàn. »


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    « Non pretendo di comprendere le vostre ragioni, ma...
    Raramente la vita ci porta quel che vogliamo o quello che crediamo di meritare. »

    esordì con tono neutro il Cavaliere, prendendo una pausa per un sospiro
    « In un modo o nell'altro, però, ci mette davanti a quello di cui abbiamo bisogno. »

    Certo, il più delle volte sembra farlo con il solo preciso intento di renderci ironicamente -e crudelmente- consapevoli di quel che ci manca e che non potremo mai avere, eppure... anche quello aiutava nel trovare una direzione nel vasto mondo.

    « Francamente, nemmeno io sono particolarmente portato per la cura del prossimo:
    in molti mi hanno chiamato Esecutore o Boia, alle mie spalle... »

    con voce piatta, il Cigno si strinse nelle spalle
    « ...ma la mia Regina nutre la convinzione che chiunque sia prezioso - ciascuno secondo le proprie inclinazioni-, perciò sono sicuro che troverà un incarico che possa esservi consono, se lo vorrete. »
    poi, tacque per un istante, indugiando negli occhi di lei con uno sguardo indecifrabile
    « Corrono strani tempi per il semipiano - e ci fa comodo tutto l'aiuto possibile. »

     
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    Non poteva che percepire una certa affinità con le parole del cavaliere.
    Aveva imparato con le cattive come funzionava la vita, e a modo suo aveva sempre escogitato soluzioni e compromessi per riuscire a fronteggiare ogni giorno al meglio possibile. Aveva rinunciato a stringere legami per non sentirne il fardello sulle spalle ad ogni decisione a ogni pensiero; aveva imparato a badare solo a sè stessa in momenti di emergenza, poiché soltanto così si poteva uscire vivi dal vortice della vita mercenaria; aveva cercato di non guardarsi mai alle spalle per osservare quanto si fosse lasciata nel passato, così da poter sempre puntare gli occhi all'orizzonte - al domani - con serenità. Così pensava di voler proseguire la sua strada, e così si era convinta fosse l'unico modo per cui proseguire una strada come la sua: quella dell'avventuriera che non desiderava riposare prima di esser finita nella bara.

    Eppure in un momento di crisi come quello presente sentiva che era necessario affrontare il problema in una prospettiva diversa. Doveva adattarsi alla nuova situazione, cogliere al balzo l'opportunità e provare a trasformarla in qualcosa di gratificante e - chissà - forse anche illuminante. L'alternativa era consumarsi in silenzio.

    « Forse avete ragione. »
    replicò con un leggero sorriso - riprendendo il contatto di sguardi
    « Immagino che tentare non costi nulla, e del resto oggi sono venuta fin qui per un motivo... »
    senza ingannarsi troppo, sapeva anche lei di volerci provare
    « ...quindi mi piacerebbe senz'altro poterne discutere meglio con Lady Kalia. »

    Doveva ammetterlo: il fatto che avesse citato sin da subito la possibilità di un incontro diretto con l'Alfiere la rincuorava circa l'esito della vicenda. Aveva una piacevole memoria del breve incontro con Kalia avvenuto durante gli eventi che avevano interessato il fato di Gradia, e certamente le garbava l'idea di poterne discutere con lei. Non aveva pensato oltrettutto che i suoi impegni da reggente le consentissero di disquisire di un reclutamento come un altro in prima persona. Preferì a tal proposito avere chiarezza:

    « Sempre se è possibile organizzare un incontro, chiaramente. Sono certa che - in quanto Alfiere - sia oberata dai suoi impegni, e io non ho certo intenzione di aggiungerne un altro alla lista, se questo dovesse rappresentare un problema. »



     
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    « Forse avete ragione. Immagino che tentare non costi nulla,
    e del resto oggi sono venuta fin qui per un motivo... »

    concesse la donna, fissandolo in viso e abbozzando persino un sorriso
    « ...quindi mi piacerebbe senz'altro poterne discutere meglio con Lady Kalia.
    Sempre se è possibile organizzare un incontro, chiaramente. »

    ebbe cura di specificare Rei, forse temendo di risultare invadente
    « Sono certa che - in quanto Alfiere - sia oberata dai suoi impegni, e io non ho certo intenzione di aggiungerne un altro alla lista, se questo dovesse rappresentare un problema. »

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    « Stavo proprio recandomi al Maniero della Dama,
    così da prestare omaggio alla mia Regina prima di ripartire alla volta di Shea... »

    esordì il Cavaliere, abbassando le palpebre per il tempo di un sospiro
    « Dubito sorgano problemi di sorta se approfittate dell'occasione per chiederle consiglio: la Dama Azzurra non rifiuta mai udienza... e ho il sentore che non faticherete a trovarvi d'accordo. »
    così dicendo, volse le spalle all'interlocutrice per farle strada
    « Vogliate seguirmi. »

     
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