[EM] Informatrice

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  1. Dracace
     
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    Frustrazione. Frustrazione e un pizzico di disappunto. A una settimana di distanza dal suo ritorno si ritrova con un pugno di mosche in mano. Semplicemente irritante. Gli ultimi giorni li ha passati rastrellando i bassifondi e notando come l’atteggiamento delle persone alla parola eversione è ben diverso dai tempi in cui lui era al potere. Sospetto, paura. Riluttanza a parlare, soprattutto. Nessuno sa niente sui suoi membri, o così hanno detto tutti quelli a cui ha chiesto. Deve ammettere che neppure i suoi più persuasivi metodi di interrogatorio sono stati in grado di fornirgli granché su cui basare le ricerche. A quanto pare le orecchie dell’organizzazione sono ovunque, un’invisibile e fitta rete di informatori dall’anonimo aspetto. Magari quel mercante che esorta a pieni polmoni la folla a comprare la sua merce. O quel borseggiatore, fermo all’angolo di un cunicolo, intento a guardarsi intorno con aria furtiva. O ancora quel mendicante vestito di cenci che porge una logora ciotola di legno. Probabilmente non c’è un solo cantuccio di Merovish in grado di sfuggire alla sistematica raccolta d’informazioni. Motivo in più per muoversi con cautela nel compiere il suo delicato compito. L’ultima cosa che vuole è un Bid’daum arrabbiato che si materializza all’improvviso di fronte a lui dopo aver ricevuto notizia del suo lavoro di investigazione.

    Scuote la testa con veemenza e si stringe un po’ più stretto nel mantello che cerca di sottrarre a occhi indiscreti la vista del suo cadavere in decomposizione. Se c’è una cosa difficile da fare e tentare di camuffare un non morto. Già solo l’olezzo nauseabondo è un indizio sufficiente su cosa si cela oltre ai panni che indossa. Ma non è in grado di fare poi molto al riguardo. Per lo meno la cautela l’ha spesa là dove era necessaria. Per esempio nell’assicurarsi, alla fine dei suoi “colloqui”, che gli interlocutori non andassero in giro a raccontare troppo sul suo conto. Un lavoretto non particolarmente piacevole ma sicuramente necessario. L’ultimo in particolare gli aveva fornito qualcosa di lontanamente simile a una pista. Secondo il tizio una donnaccia con le orecchie a punta e una stella sotto l’occhio destro sta facendo un po’ troppe domande ai propri clienti. Domande riguardanti informazioni nevralgiche quali i fornitori di armi alle organizzazioni criminali, gli equilibri di potere tra i vicoli dell’intricata città del peccato, i cani sciolti degni di suscitare un qualche tipo di interesse. Non è molto come inizio, ne è perfettamente conscio, eppure è cento volte meglio di non avere nulla da cui partire.

    Eccolo qui, dunque. Uno tra i tanti nel quartiere a luci rosse della tana. Chiede in giro, restando nell’ombra, in febbrile ricerca.

     
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    I met a lady in the meads,
    Full beautiful – a faery's child,
    Her hair was long, her foot was light,
    And her eyes were wild.


    Scese le scale e non sembrò nemmeno toccare i gradini.
    Era leggera come una piuma, volteggiò fino al piano di sotto con grazia invidiabile. I suoi capelli azzurrini saltellavano graziosamente insieme al resto del suo sinuoso corpo femminile.
    Chissà dove andava - a prendersi una pausa oppure a fare rapporto?

    Non era un lavoro facile, quello di Lizzy "Stella" Jenkins. Serviva una buona dose di tatto, una compostezza misurata negli atteggiamenti e anche un po’ d’intuito. A Merovish lei non era una donna di malaffare comune, di quelle ce n’erano fin troppe. Lei era una maestra di sguardi, il suo fascino di mezz’elfa trascendeva i normali canoni di bellezza: era una ragazza esotica, magnetica per certi aspetti. L’onta della svendita del proprio corpo non la sfiorava minimamente, e per quanto i tatuaggi e gli abiti fossero quantomeno volgari, nel suo complesso tutti quei tratti si armonizzavano senza stonature.
    Era perfino amabile di carattere, semplice e ingenua a sufficienza da stuzzicare le fantasie più bieche.

    O almeno, questa era la sfaccettatura che aveva assunto quel giorno.
    Perché Stella era soprattutto un’abile trasformista.

    Donna capricciosa, ragazza fragile, femme fatale, intima confidente, e chissà quante altre maschere aveva indossato per compiacere di volta in volta i clienti che si trovava a intrattenere!
    La ricompensa per le sue fatiche non tardava a giungere di solito: giusto una parolina di troppo, o una soffiata sussurrata a cuor leggero, e lei poteva sfoggiare un sorrisino malizioso mentre si rivestiva e si lasciava alle spalle - stremato - il tontolone di turno. Quei poveretti non riuscivano proprio a tener la bocca cucita di fronte a quegli occhi da gatta così penetranti e sbarazzini.

    Si trovò a camminare per quel vicolo tutta sola.
    Una stellina ammiccante brillava sotto al suo occhio destro.



     
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  3. Dracace
     
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    Deve arrivare al punto di arrendersi e rimandare la ricerca al giorno successivo prima di incontrare finalmente la persona a cui è interessato. Voci di strada lo hanno indirizzato verso un tunnel periferici della tana, luogo poco frequentato del quartiere a luci rosse. Strano che una prostituta non bazzichi in zone più affollate. D’altronde se lei è un’informatrice degli eversori, potrebbe essere più interessata ad andare in contro a determinati clienti piuttosto che attendere che questi vengano da lei. Comunque sia la questione, ora che l’ha trovata deve decidere come comportarsi. Aveva pensato come primo approccio il cercare di portarla in un luogo appartato, dove l’uso di inevitabili forzature durante il colloquio sarebbero passate inosservate. Non aveva però calcolato che la situazione iniziale avrebbe potuto posizionarli già lontano da occhi indiscreti. È poco propenso a metterle subito le mani addosso, provando a estorcerle a suon di botte le informazioni a cui è interessato. Nello scenario di un eventuale suo ritorno tra gli eversori picchiare a sangue una loro informatrice può essere tutto meno che un buon biglietto da visita. Sì, qualcuno potrebbe pensare che un atteggiamento simile conferisca un certo alone di rispettabile brutalità. Ma in fin dei conti si tratta di una giovane donna. Chi si è mai costruito una nomea picchiando fragili prostitute? Forse qualche serial killer, a pensarci bene.

    Si ferma a una ventina di metri dall’altra, il volto ridotto a una maschera intorno agli occhi, coperto per la maggior parte dallo spesso manto. Spera vivamente che il suo olezzo non la raggiunga troppo presto. Se ha anche solo sentito parlare del presunto perduto fondatore della compagnia di mercenari, non dovrebbe metterci molto a collegare quell’odore di decomposizione e le sue domande mirate a carpire i segreti della gilda. Le riflessioni che ha fatto però sono fin troppe. Se non dice qualcosa al più presto la meretrice comincerà a chiedersi perché un oscuro figuro si è imbambolato in mezzo alla strada fissandola.

    Posso disturbarti?



    Sul serio? Tutta questa attesa e ti esce una cosa simile dalla bocca? Va bene che non hai avuto troppo tempo per pensarci sopra ma andiamo, potevi inventarti frasi migliori. A questo punto tanto valeva arrivarle alle spalle, darle una bella botta in testa, trascinarla in un tugurio abbandonato e iniziare a seviziarla finche non fosse stata disposta a parlare. Un approccio che tra l’altro non si sente di escludere qualora questo pacato formalismo dovesse risultare un buco nell’acqua.

    La sua mente è in fermento nel tentativo di immaginarsi nell’affrontare l’argomento. Avrebbe dovuto minacciarla? Una simile strategia è però più efficace se la vittima ha poche alternative, come nel caso di un rapimento ai fini di un interrogatorio. Avrebbe allora provato a comprarla? D’altronde era una prostituta, non aveva una morale troppo rigida. Ma in tal caso cosa avrebbe potuto offrirle? I pochi soldi racimolati negli ultimi giorni difficilmente avrebbero potuto competere con le ricompense offerte dagli eversori per il suo lavoro, a prescindere da quanto poco cospicue queste potessero essere. Più ci pensa e meno la giusta strada da intraprendere gli appare chiara.
     
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    j5CVqOq Lungo la via si parò davanti un figuro incappucciato, il cui atteggiamento ambiguo mise all’erta la ragazza.
    La semplice domanda che quello proferì per rompere il ghiaccio la tranquillizzò in parte, ma d’altro canto acuì una certa curiosità nei suoi confronti. Non si espose troppo, mostrando in risposta il suo visino docile che sfumava in un sorriso.
    Apparentemente non fece caso al lezzo di morte che l’altro si trascinava con sé.

    « Certamente: come posso servirla, mio signore? »

    La sua vocina delicata si mostrava disponibile e servizievole.

    La fretta che sembrava avere mentre sbalzellava giù per la strada era svanita del tutto: si sarebbe concentrata anima e corpo per soddisfare quello straniero, lasciando in secondo piano qualunque altra cosa. Si badi bene, non aveva fatto alcun gesto esplicito o allusione velata. Si era limitata a fissare il suo interlocutore coi suoi languidi occhi da gatta, forse cercando d’intravederne le fattezze.

    Il suo modo di fare non era per niente rozzo o volgare, non le si sarebbe attribuita nemmeno quella professione da donnacce decadute; pareva piuttosto di trovarsi al cospetto di una principessa smarritasi nel volgo.

     
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  5. Dracace
     
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    Al diavolo la prudenza. Non c’è speranza di farle rivelare quelle informazioni semplicemente inciampandoci nel corso di una pacata conversazione occasionale. L’unica approccio degno di essere preso in considerazione è quello diretto. Calare la maschera fin da subito, senza girarci troppo attorno. Dritto e immediato, un fendente verbale a brucia pelo. Deve lasciarla sorpresa e confusa, più vulnerabile alle sue domande successive.

    Cosa sai dirmi del defunto fondatore degli Eversori di Merovish, il non morto funambolo?



    Accompagna queste parole con un rapido gesto atto a liberarsi di tutto quel vestiario superfluo, rivelando alla donna la sua vera fisionomia. Dal suo canto il circense è pronto a scattare al minimo cenno di fuga dell’altra, fiducioso della propria velocità fuori dal comune e della superiorità detenuta in un eventuale scontro fisico.
    Mentre si rivela in questo modo alla prostituta, il suo sguardo non abbandona mai il viso di lei, pronto a carpire il segno di un eventuale cedimento in quella superficiale cortesia e disponibilità.
     
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    Un’azione inconsueta quella che seguì, possibile che quell’altro fosse un esibizionista o un maniaco?
    Gettò via la mantella per mostrarsi in tutto il suo putridume, ma la ragazza non mostrò alcun segno di repulsione o disgusto. Osservò il tutto come se fosse la cosa più anonima di questo mondo.
    Con altrettanta leggerezza rispose alla sua domanda mirata. Evidentemente stava raccogliendo delle informazioni su di un certo “Funambolo”, purtroppo il visino di Stella assunse un’espressione leggermente dispiaciuta.

    « Mi spiace, ma non conosco questa persona. »

    A dirla tutta, la stessa richiesta era stata un po’ confusionaria: infatti come può qualcuno essere “defunto” e “non-morto” al tempo stesso? Ad ogni modo, continuò a conversare col cadavere senza perdersi in strani pensieri e senza fargli notare quanto fosse stato vago.
    Le sarebbe veramente spiaciuto non essere d’aiuto, perciò si rese comunque disponibile per un nuovo sforzo di memoria, magari aiutata da altre informazioni-chiave.

    « Potrebbe aggiungere qualche dettaglio, mio signore? Magari potrebbe venirmi in mente qualcuno: sa, c’è così tanta gente in questa città… ♥ »

    Non lo diede a vedere, ma un dubbio particolarmente pesante stava stuzzicando le sue celluline grigie: possibile che esistesse un’organizzazione nella Tana - Eversori di Merovish l’aveva chiamata l’altro - che una come lei non conoscesse?

     
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  7. Dracace
     
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    Scruta attentamente il volto della giovane. Nessun campanello di allarme alla parola Eversori. Si trova davanti forse un’abile bugiarda, qualcuna in grado di controllare fino a quel punto la mimica facciale? Possibile che nulla di ciò che ha detto o fatto abbiano messo in allarme l’interlocutrice? Eppure il suo stupito tono di voce sembra in qualche modo genuino. Una vocina lontana dentro di lui gli insinua un sospetto che inizialmente mette violentemente da parte. Un dubbio atroce che potrebbe significare l’aver perso tempo fino a quel punto. In fondo niente gli garantisce che quella con cui parla è di fatto un’informatrice dei suoi vecchi compagni. Niente se non l’ostinazione nel volersi aggrappare all’unica traccia a sua disposizione. Non può pensare di aver rincorso l’ombra di un infondato pensiero. Non lui. Deve trattarsi della persona giusta. Tutto sta solo nel farla tradire.
    Senza perdersi d’amino passa all’argomento successivo, portando avanti quell’interrogatorio alla ricerca della ben che minima traccia di esitazione.

    Non importa. Cosa sai dirmi invece di un Boggart? Un Molliccio abile nella compravendita, un truffatore che si porta dietro un pachiderma e uno schiavetto umano.



    Avanti, dagli una traccia, un appiglio qualsiasi. Passare un’altra settimana in un infruttuosa ricerca è fuori discussione. Deve spremere per bene quella donna, cavargli di bocca anche i più minuti collegamenti con le persone che vuole ritrovare.
     
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    Di colpo non sembrava interessargli più del primo tizio, forse l’altro riteneva che fosse più proficuo intraprendere un’altra strada per la conversazione. Ed ebbe successo in fin dei conti, giacché il volto di Elizabeth s’illuminò di gioia quando sentì una richiesta a cui poteva rispondere.

    « Oh sì, penso si riferisca al signor Zimmer! È il nanerottolo rosso proprietario della Quinta Bolgia, la taverna nel Distretto della Fame! »

    Tra i tanti rastrellamenti d’informatori che aveva operato sul territorio, le era capitato qualche volta di passare la notte nelle camere di quel posto. Non era malaccio, aveva visto posti molto più luridi nei ghetti periferici della città.
    Si ritrovò a pensare a quanto fosse strano che un individuo del genere cercasse con così tanta imprudenza degli abitanti di Merovish. Di solito andarsene in giro a fare domande era il primo passo che conduceva i più ingenui alla forca. Doveva essere uno straniero, forse un creditore del mercante e di quel Funambolo che stava cercando.

    Qualunque fosse la verità, di sicuro non avrebbe avuto problemi a trovare il locale: la Bolgia era una delle bettole più popolari del distretto, sempre piena di gentaglia e ubriaconi.
    Ma una punta di dubbio, affilata come le orecchie della meretrice, avrebbe dovuto pungere quel cervello putrefatto: possibile che fosse tutto così facile?

     
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  9. Dracace
     
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    Accecato dalla propria arroganza Veret gioisce quando infine riceve ciò per cui tanto ha faticato. Il boggart si è quindi trasferito nel distretto della criminalità organizzata, portandosi dietro con tutta probabilità l’allegra combriccola. Ha fatto bene a non perdere tempo controllando il loro vecchio quartier generale. Sarà diventato quasi sicuramente un dimenticato covo di bestie randagie o di perdigiorno senza dimora. Poco gli importa. La sua mente, ora quasi dimentica della donna, vola in avanti verso la mossa successiva. Il Flagello è stato chiaro nell’esporgli la sua opinione. Crede si sia rammollito nell’ozio e l’inattività forzata. Forse ha ragione. Un punto però gli sfugge. Ciò che era è ancora presente in lui. Col giusto allenamento, ha a sua disposizione la capacità di recuperare il vecchio splendore e di raggiungere perfino vette più alte. Deve solo trovare il biglietto da visita più adeguato per la presentazione. Con Zimmer tutto sarebbe stato facile. Una pietra preziosa grande come il palmo di una mano rubacchiata in giro e il Rossiccio avrebbe dimenticato in un baleno il tempo passato. Anche il bonario oplite molto probabilmente non gli avrebbe portato rancore per l’accaduto. In fin dei conti due su tre non è una percentuale così malvagia.

    Ancora la voce lo mette in guardia. Questa volta a parlare è però non la sua coscienza, ma bensì il dotto, che cerca di ammonirlo di fronte ai pericoli di una possibile imboscata. Niente, non ne vuole sapere. Sicuro nella sua convinzione, fruga nelle tasche dei vestiti per allungare una manciata di monete in direzione della prostituta, come ringraziamento per le utili informazioni. Non ha molto con sé, eppure se tutto va come deve andare questo problema si risolverà a breve.
     
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    « Troppo gentile, mio signore, per così poco! »

    Accettò senza opporsi le monete che l’altro gli porse. Poi lo salutò con un sorriso, immaginandosi quale sarebbe stata la sua prossima destinazione.
    Stella continuò per la sua strada.

    ~ ~ ~

    Sempre la stessa storia: fare rapporto a quell’amalgama di buio, che ogni volta si generava in una catapecchia diversa, era fin troppo irreale. Certo, era una precauzione doverosa adottata dai suoi datori di lavoro, di cui nemmeno conosceva il numero e l’identità. Da quella fitta melassa plasmata con la magia emergeva solo una voce impersonale e fredda, filtrata per chissà quante miglia fino a lei, Voce di un organismo invisibile.

    « …era proprio come aveva detto lei, signore. Un cadavere vivente che puzzava come il culo di un Wyrm! Si è messo a fare domande, ha chiesto di un certo Funambolo, poi di tali Eversori di Merovish e infine ha chiesto di quel Boggart che gestisce la Quinta Bolgia. »

    Lo disse con tono schifato, come se avesse ancora addosso quell’olezzo di morte.

    « Io ho fatto come mi avevate ordinato: mi sono comportata normalmente e ho risposto ad ogni sua richiesta. Quello schifoso mi ha pure dato un pugno di monetine, come se fossi una barbona. »

    Dall’altro capo della conversazione, rintanato in chissà quale edificio putrescente, un essere diabolico rispose alla spia.

    « Molto bene, prendi pure congedo. Ti contatteremo domani per assegnarti nuovi bersagli. »

    La Voce abbozzò un inchino verso la matassa d’oscurità che aveva riportato con tonalità distorta le parole del suo superiore, poi se ne andò.
    Un diavolo con un corno solo ghignò divertito nel buio dei suoi appartamenti, parlando tra sé dopo aver interrotto le comunicazioni con la matricola.

    « Ti diverti a giocare con la mia pazienza, vero Raem? Mi chiedo fino a quando riuscirai a resistere… »

     
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9 replies since 16/2/2014, 11:29   154 views
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