FireHeart

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  1. _MajinZ_
     
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    Il buio ti circonda, un’oscurità impenetrabile avvolge il tuo intero essere.
    Ti senti solo, perduto in una notte senza stelle.
    Poi il terreno trema, vedi il nero pavimento riempirsi di crepe, dalle quali filtra prepotente una luce fiammeggiante, dove rosso e arancione si mischiano.
    Infine tutto il terreno si sgretola e tu ti ritrovi su un piccolo lembo di oscurità, sospeso su un mare di magma incandescente. Poco più avanti lo vedi ribollire e una massa informe si leva dal mare di lava, ma vedi solo i suoi occhi che ti fissano... ti chiamano.
    Infine la piattaforma sulla quale ti trovi scompare... e tu precipiti. Il terrore ti pervade, sai di non avere nessuna speranza... poi però ti svegli di soprassalto: era solo un sogno.


    Chediya, Presidio Orientale.


    Ti risvegli nella camera della locanda dove tu e Ted avete trovato alloggio, dopo le vicende accadute appena il giorno prima. Il tuo risveglio però è brusco, lo stesso sogno ti ha perseguitato per tutta la notte e ha reso il riposo quasi impossibile: sei sudato e ti senti più stanco di quando sei andato a letto. Senti anche qualcosa di strano dentro di te, ti manca qualcosa e lo sai bene, un tassello importante di cui senti la mancanza... ma anche il tuo stomaco sente la mancanza di qualcosa: è giunto il momento di fare colazione.
    Vi ritrovate quindi al piano sottostante, nell’ampia sala che fa da sala da pranzo e luogo di ritrovo. La colazione non è differente dalla cena, avete a vostra disposizione del pane e delle salsicce arrostite, oltre ad un pasticcio di patate che ha rischiato di bruciare, visto che l’impasto è pieno di puntini neri, segno che si stava attaccando al fondo. In ogni caso avete il tempo di mangiare e discutere un po’ tra voi, soprattutto Jack ne ha un grande bisogno, visto che quelle immagini notturne continuano a tormentarlo.
    Tuttavia è abbastanza difficile parlare, visto che un’ampia fetta della sala è occupata da quella che sembra una compagnia itinerante... ci sono diverse ballerine, danzatrici del ventre per la precisione, insieme a quelli che sembrano dei giullari. Il gruppo, composto da una ventina di persone, è intento a discutere e c’è anche chi intrattiene il pubblico mattiniero. Riuscite comunque ad udire qualcosa, spesso infatti nominano il Presidio Meridionale... e la parola Sud scatena qualcosa nella mente dello sciamano.

    Vedi l’immagine del deserto, avanzi di qualche passo e sollevi lo sguardo... in lontananza un vulcano erutta, lanciando in aria i suoi lapilli. Non sai perché, ma quel luogo ti attira come una calamita. Vuoi andarci, sai che devi.

    Quando torna in se, Jack si accorge che il gruppo itinerante sta per andare via... il Sud l’attira e quelle persone si stanno dirigendo proprio la. Chissà, magari sono così gentili da permettervi di viaggiare insieme a loro per raggiungere il meridione... in ogni caso è li che lo sciamano sente di doversi recare, probabilmente l’aiuto di un compagno sarà fondamentale. Non resta altro da fare che muoversi, in un modo o nell’altro, non c’è altro tempo da perdere.
    _ __ ___ _____ ___ __ _



    Parla il Master: Benvenuti alla caccia all'Ifrit 8D Intanto mi scuso con Blain, ma questa parte è incentrata su Jack e ho preferito non aggiungere altro. In ogni caso la tua nottata è tranquilla e la trascorri normalmente. Ora potete decidere se andare a Sud da soli o insieme a quelle simpatiche persone :3 Comunque Jack sente la voglia di andare la, qualcosa lo sta chiamando a se :3
     
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  2. Jack BloodHeart
     
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    Cosa strana, gli incubi. Qualcuno dice che i sogni non siano altro che la manifestazione dei propri desideri più reconditi, delle cose che si anelano di più. Certo, questo non può che essere un concetto generale, poiché se davvero sognassimo quello che desideriamo di più nel momento preciso in cui ci mettiamo a letto, ci ritroveremmo tutti a vederci distesi nel letto a dormire. C'è, in tutto questo, chi reputa i sogni - o gli incubi che dir si voglia - cose del tutto prive di ogni significato. Costruzioni e artifici che la nostra mente, scollegata e stanca, mette su mentre il resto del corpo riposa. Ma allora perché fanno questo effetto? Se davvero non ha significato una cosa del genere, perché provocano questa marea di emozioni che, nel peggiore dei casi, continuano a perseguitarti per tutto il giorno seguente? Questo, ovviamente, è un mistero; lo è per le menti razionali almeno, o colore che credono di esserlo. Si, perché ci sono altre menti - razionali anch'esse, eh - che vedono nei sogni tutto e il contrario di tutto. Possono essere un avvertimento, o solo un ricordo che ci perseguita, e, perché no, anche delle premonizioni. A quale tra queste conclusioni pensate possa giungere uno sciamano?

    Jack si sveglia di soprassalto. Fa un piccolo scatto in avanti, non abbastanza poderoso da alzarsi dallo scomodo letto in cui ha dormito quella maledettissima notte. Si guarda intorno, ma ha la vista ancora annebbiata; non abbastanza, tuttavia, per non permettergli di tirare un sospiro di sollievo per la flebile luce irradiata dal sole mattutino, malamente oscurato dalle rovinate finestre di quel posto. Si appoggia di nuovo sul cuscino, sospirando. Guarda per un po' il soffitto, ripercorrendo il proprio incubo, lasciando che il terrore provato fino a qualche istante, lentamente, svanisca.

    « Era Ifrit. Lo sai vero? » commenta Bahamuth. Evidente anche i suoi spiriti hanno avuto la stessa visione; in fondo non c'è di che stupirsi: il legame di uno sciamano con le proprio evocazioni è cosi stretto che probabilmente anche i sogni sono condivisi. « Si. Lo so. » risponde Jack con la voce smorzata dallo sforzo di alzarsi. Si mette a sedere per un attimo sul letto, taciturno. Si alza, si prepara, si riveste pensando sempre e comunque a quella dannatissima scena. Cosa vuol dire tutto quello? Davvero Ifri è andato a finire in un luogo così infernale? Non che questo sia eccessivamente strano: stiamo sempre parlando di un castiga-demoni.

    La colazione in quel posto è quanto di più rivoltante abbia mai assaggiato in vita sua, probabilmente. Come si fa a mangiare quella roba all'alba? Che stomaco hanno gli avventori di quella catapecchia? Probabilmente tutto quelo serve a dare energia ai viaggiatori, o forse sono solo gli avanzi della sera prima, chissà. Fatto sta che, più che gli strani sapori mattutini, quello che più infastidisce l'evocatore è il chiasso prodotto dalle persone presenti in quella sala. « Beh, ecco: c'era lava, fuoco... tanto fuoco. E poi lui, il mio spirito. Non so davvero cosa significhi. » urla il giovane, cercando di farsi sentire da Ted, il suo compagno di viaggio, che siede di fronte a lui. Il trambusto è troppo: se potesse evocherebbe di nuovo Bahamuth, giusto per far tacere tutti e poter parlare in pace, ma, non trovandosi di fronte ad assassini - almeno non ufficialmente - probabilmente questo gesto risulterebbe un po' fuori luogo. In ogni caso non tutto il male vien per nuocere. Poco più in là rispetto al posto in cui siedono, si trova probabilmente il motivo principale del chiasso presente in quella sottospecie di atrio: una compagnia itinerante che sembra parlare esattamente dal posto sognato da Jack. Il giovane si gira, catturato dalle parole del narratore. Guarda per un attimo il pugile seduto vicino a lui, lanciandogli un'occhiata più che esaustiva; in realtà sta di nuovo sognando. Si perde nelle parole udite, ritrovandosi, per un attimo, di fronte ad un vulcano; quel posto sa di già visto: assomiglia terribilmente al luogo in cui si è svegliato dopo essere arrivato sul semipiano. Si alza, iniziando ad avanzare verso quei ragazzi che, ormai, sembrano sul punto di lasciare la locanda. Le tavolate di quel posto sono posizionate così male che, per evitarle tutte, il caster rischia di perdere l'attimo e di lasciarsi sfuggire l'unico appiglio che, in quel momento, ha.

    « S-salve! » dice urla il giovane, quasi afferrando e strattonando il primo tizio della compagnia che gli capita a tiro. « Vi ho sentiti parlare di un posto vicino Merovish. Ecco, io vorrei sapere di più riguardo questo posto. O meglio... » continua, cercando di rallentare il ritmo della propria voce: probabilmente all'inizio è sembrato un pazzo in piena regola. «... vorrei più informazioni su un posto con.. fuoco e.. lava. Vicino Merovish. » conclude, pensando solo dopo a quello che ha appena detto; probabilmente non sta facendo esattamente bella figura. « Chiedi se possono accompagnarci, non vorrai rischiare di perderti di nuovo come nel bosco. » suggerisce, a quel punto, Fenrir. E' stato in silenzio fino a quel momento, pensandoci: beh, almeno per una volta uno dei suoi spiriti non è sarcastico. Almeno non evidentemente.

    Il giovane annuisce alle parole del proprio spirito, ma probabilmente per chiunque lo osserva da fuori sembra che annuisca al nulla. « Si, beh... nel caso stiate andando lì, che ne direste se io ed il mio amico ci aggregassimo a voi? Cercheremo di non essere un peso, ovviamente. » conclude, deciso. Adesso non resta che aspettare l'eventuale risposta dell'interlocutore, anche se, pensandoci, chi accetterebbe di viaggiare con uno sconosciuto che, a primo acchito, sembra avere tutte le carte in regola per andare al manicomio?

     
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    Passai una notte tranquilla.
    Certo che se il letto fosse stato un po più grande, ci sarei entrato meglio e se proprio mi devo lamentare anche l’ insonnia di Jack non mi aiutò molto nel mio riposo.
    Ma siccome riuscì ad arrivare indenne fino alla mattina dopo mi accontentai.
    La colazione fu quasi come la dormita.
    Tranquilla e piena di piatti insipidi, per fortuna un’ allegra compagnia di giullari teneva alto il morale della locanda.
    C’era talmente tanto casino che Jack provò a dirmi qualcosa, ma riuscii a cogliere solamente la parola: Lava.
    Subito i dubbi mi assaltarono.
    Se noi fossimo andati in una zona piena di lava, sarebbe stati guai.
    La lava non si poteva picchiare, come avrei fatto a sopravvivere in caso di incontro ravvicinato con un mostro liquefatto?
    Forse era giunto il momento di imparare una mossa che ghiacciasse.
    Un bel pugno che congelava le cose e magari uno che le bruciava.
    Si esatto, un pugno di fuoco.
    Misi le gambe sul tavolo, sperando che mi arrivasse più sangue al cervello per pensare a come creare quelle due nuove mosse.
    Ero sicuramente immerso nella meditazione di come fare, ma ancora non tanto da non accorgermi della mancanza di Jack.
    Quel picoletto era andato a parlare con i giullari.
    Chissà cosa ci aveva visto in loro. Mi alzai anche io e andai a fargli compagnia.
    Quando arrivai sentii solamente “Merovish e passaggio” e se la memoria non mi ingannava pensai subito a quel posto del sud dove avevo incontrato Jack, che nel mentre sembrava aver finito di parlare.
    Quindi voleva tornare laggiù per cosa … forse per la lava?
    Era comunque meglio presentarsi, erano veramente in tanti, sicuramente sarei riuscito ad raccattare qualche Fans.

    ”Ehilà Gente … sono Ted Carter, il campione mondiale di Boxe.Spero che il passaggio per Merovish sia disponibile per entrambi ” .
    Non sapevo quello che stava succedendo, ma provai a giocarmela come meglio potevo.
     
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  4. _MajinZ_
     
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    Chediya, Presidio Orientale.


    Non è un tizio quello che fermate, si tratta invece di una bella ragazza dalla pelle ambrata e i capelli scuri, che indossa un vestitino abbastanza succinto... che lascia poco all’immaginazione, così come le sue forme tutte al loro posto. Appena vede Jack inarca un sopracciglio e l’avvicinamento di Ted la rende un pochino inquieta, i vostri modi infatti sono un po’ bruschi e in un attimo vi ritrovate addosso gli occhi dell’intera compagnia. Quando però la gemella viene a darle manforte, la timida ragazza si tranquillizza un poco.
    A Geisine c’è tanta lava!
    Esclama la nuova arrivata, molto più coraggiosa della sorella che quasi le si nasconde dietro... e vi fissa da dietro le spalle dell’altra.
    E ci sono diversi vulcani attivi.
    Conclude infine la giovane, che poi vi fissa con occhio critico, anzi, è lo sciamano che fissa... visto che sembra un po’ fuori di testa: hai appena annuito al nulla, come se stai parlando con il tuo amico immaginario. Quando però domandate di aggregarvi, le due fanciulle si fanno da parte e un uomo mingherlino si fa avanti... veste con abiti da giullare e sembra il capo della compagnia. Vi fissa e vi studia per diversi secondi, restando in silenzio. Sembra quasi che vi stia leggendo dentro, avete proprio quella sensazione. Infine le campanelle sul cappello risuonano, sembra aver preso una decisione.
    Va bene, stranieri.
    Potete unirvi a noi... ma vi avverto.

    Si avvicina fino ad arrivarvi a pochi centimetri dalla faccia.
    State lontani dalle mie bambine!
    Subito dopo scoppia a ridere e dopo avervi dato due pacche sulle spalle, vi trascina fuori. Una volta li vedete diverse carrozze trainate da cavalli, i classici carretti ricoperti di teli bianchi. Il giullare vi indica l’ultimo convoglio, uno di quelli dove ci sono alcuni animali di scena: una capra di nome Beatrice e un furetto di nome Pedro, chiuso nella gabbietta. Non vi è dato sapere in che modo vengano utilizzati, però sembrano contenti.
    Partiamo fra cinque minuti, state pronti.
    Comunica il capo, mentre le due gemelle vi osservano ancora un po’ prima di sparire in uno dei carri per le persone... non hanno più di sedici anni. Comunque non siete nelle condizioni di rifiutare, se volete andare a Sud quello è il mezzo più veloce, anche perché la sensazione di vuoto dentro Jack non accenna a diminuire, anzi, si fa sempre più pesante.
    _ __ ___ _____ ___ __ _



    Parla il Master: Per l'arredamento fate un po' voi, usate il buonsenso e gg XD
     
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  5. Jack BloodHeart
     
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    La ragazzina, spaventata in un primo momento, non sembra propensa a fornire le informazioni richieste dal ragazzo che l'ha appena afferrata. Beh, in fondo non le si può dar mica torto. « Cavolo però, carina. » commenta Fenrir, un attimo prima dell'arrivo della gemella della malcapitata. Nel frattempo anche Ted è riuscito a farsi spazio tra la folla, anche se, conoscendolo, avrà quasi sicuramente rovesciato qualche tavolo per riuscire ad arrivare lì. In ogni caso, le due - che insieme sembrano pronte ad affrontare anche un drago - dicono qualcosa riguardo un luogo del sud in cui sono presenti vari vulcani attivi. A quelle - poche, per la verità - parole, l'animo di Jack ha una sorta di sobbalzo. Si, è quello il posto che sta cercando: in qualche modo lo sente. A quel punto resta da capire come arrivarci, o, meglio: bisogna sperare chela compagnia accetti nuovi membri al suo interno.

    A tal proposito si avvicina al gruppo quello che sembra un giullare; è, a suo modo, strano. Mingherlino, ma allo stesso tempo deciso, incute una specie di timore reverenziale nel giovane evocatore, che, per un attimo, pensa addirittura di non riuscire a sostenere il suo sguardo. La compagnia, in quegli istanti, cade in un silenzio che ha dell'imbarazzante: tutti ad aspettare la risposta del loro.

    Si avvia verso l'esterno, seguendo il resto delle persone che, da quel momento, diventano nuovi compagni di viaggio. Una volta uscito si accorge che il gruppo ha a disposizione una vera e propria carovana. Carri merci, bestiame, per trasporto persone; per un attimo balena nella mente dell'evocatore che il viaggio in loro compagnia non sarà nemmeno così male, ma questo pensiero è destinato - ovviamente - ad estinguersi; per la precisione ogni ombra di speranza e sollievo scompare quando viene loro indicato il carro sul quale viaggeranno. E' un carro bestiame, e, a giudicare dall'enfasi che pone la loro guida nel dire i nomi del furetto e della capra, probabilmente in quel momento i due viaggiatori aggiunti possono ritenersi fortunati se vengono considerati allo stesso livello di quegli animaletti.

    Jack sospira, iniziando a salire sul carro. I gradini sono abbastanza alti, ma in fondo salire su quel convoglio non si rivela un problema. Una volta su, si guarda intorno: sinceramente si aspettava di sentire chissà quali odori infernali, invece c'è da dire che quei cosi vengono tenuti abbastanza bene, anche se il viaggio non è nemmeno iniziato. Questo, insomma, si vedrà nel momento in cui bisognerà pulire quel posto, dal momento che di certo non ci vorranno meno di un paio di giorni di viaggio per ritornare nel sud: all'andata ci hanno messo una settimana.

    Il ragazzo si accomoda su una delle panche laterali del carro, poco più in là c'è del fieno e quelle che probabilmente sono le cibarie degli animali: una sottospecie di erbetta per la capra, e un qualcosa di non meglio identificato per il furetto. I due cosi sono silenziosi per il momento, anzi: il furetto è quasi carino. L'evocatore lo guarda, e lui per un attimo ricambia, dolcemente, lo sguardo. « Se lo guardi ancora mi vien voglia di mangiarlo. » esclama Fenrir, rompendo il breve idillio. Il caster distoglie lo sguardo, guardandosi ancora un po' intorno. Si trovano in un normalissimo carro da viaggio, il telo sembra fatto di stoffa, buona stoffa a dir la verità. Probabilmente tutto quello non sarà terribile come se lo è immaginato; o, almeno, non lo sarà fin quando avrà a che fare solo con Ted e gli animali. Il resto delle persone di quella compagnia sembrano a dir poco strane, ma solo il tempo potrà confermare o smentire quest'impressione.

    « Beh, siamo stati fortunati, in fondo. » conclude, sospirando, rivolgendosi a Ted. Si mette comodo, aspettando la partenza.

     
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    Sulle prime la ragazza sobbalzò dallo spavento o dallo stupore, ma l’ immediato arrivo della sorella risolse tutti i nostri problemi e anzi ci spiegò per filo e per segno, quello che volevamo sapere.
    Erano molto carine, nonostante la giovane età che sembrava oscillare sui quindici anni, sicuramente di li a poco sarebbero arrivati anche i genitori a sentire di che cosa avevamo bisogno.
    Un vecchio giullare, se così si poteva definire, si fece largo tra la folla per arrivare fino a noi e quando arrivò ci diede il permesso di proseguire il viaggio con loro.
    Per un attimo ci mise perfino in guardia e ci consigliò vivamente di stare lontano dalle sue bambine.
    Sorrisi inquietato dal’ avvertimento.
    Subito io e Jack ci accampammo su quello che sembrava l’ ultimo dei carretti del circo.
    Vi era una capra, che per semplicità l’ avevo chiamata capra e un furetto che per semplicità avevo chiamato capra due.
    Ma non appena riuscimmo ad adattarci allo strano ambiente, Jack trovò riposo su di un telo messo li probabilmente per noi.
    Neanche io rifiutai e mi misi comodo come a casa.

    <<beh, siamo stati fortunati, in fondo. »

    Le parole di Jack non erano del tutto sbagliate, avevamo avuto la così detta “botta di culo” e eravamo riusciti a trovare un comodo e forse divertente passaggio.
    Siccome saremmo partiti di li a poco, chiesi al compagno maggiori informazioni riguardanti la nostra missione.

    ”Cosa dovremmo andare a prendere questa volta? Un castiga demoni … giusto?!”, chiesi tutto curioso.
     
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  7. _MajinZ_
     
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    Yuzrab, Presidio Meridionale.


    Cinque minuti dopo i preparativi terminano e, come vi era stato detto, la carovana inizia a muoversi verso Sud in un modo che non passa di certo inosservato. Si sento infatti le musiche dei bardi e i loro canti, oltre a risate che si levano dai vari carri... solo il vostro sembra silenzioso, ma rimane così solo per qualche minuto, visto che mica cammina da solo un carro, no? Ci vuole qualcuno che guidi i due cavalli e quel qualcuno fa capolino dalle tende alle sue spalle.
    Spero che la sistemazione sia di vostro gradimento, purtroppo non abbiamo davvero di meglio.
    E’ un vecchietto arzillo quello che vi parla, indossa una specie di turbante e dei vestiti molto allegri, anche se dal viso fa un po’ paura. Le sue sopracciglia infatti sono folte ed è evidente che gli manca qualche dente a causa dell’età, però sembra comunque simpatico. Dev’essere lui quello che si occupa degli animali, visto che la capra sottolinea la cosa con un bel belato quasi contento. Il viaggio comunque è iniziato e adesso non dovete fare altro che portare pazienza, visto che ci vorrà un bel po’... ma non tanto per il viaggio in se, quanto per le varie tappe della carovana. Vi fermate due o tre volte nei villaggi lungo il percorso e in quegli spettacoli partecipate anche voi.
    Una volta abbandonato l’Est le esibizioni finiscono e vi inoltrate nel deserto. Passate tre notti sotto le stelle e siete costretti a fare i turni di guardia perché riposare nello Yuzrab può essere letale... si corre il rischio di riposare per sempre. Vi ritrovate immersi in quella grande famiglia per almeno dieci giorni e in qualche modo vi affezionate a loro, i quali vi trattano a loro volta come membri del loro gruppo e non vi sentite per nulla degli estranei. Per qualche strana ragione il furetto Pedro si affeziona in particolar modo a Ted, anche se questo lo chiama capra due... Infine comunque giungete quasi a destinazione: si vede una zona scura in lontananza, quella è la vostra meta.
    Quando gli occhi di Jack si posano su quella lontana visione, qualcosa si accende nella sua mente... per un attimo si ritrova in piedi sue delle rocce nere, davanti a lui una pozza di magma che ribolle. Ad un tratto una bolla più grande si genera e cresce, trasformandosi in un guscio che subito dopo si spezza e finalmente lo vedi: Ifrit.
    Sei un debole!
    Ti ruggisce contro pieno di rabbia, sferrando un pugno alla pozza di lava che genera un’onda che ti travolge... proprio in quel momento ti risvegli. Che cosa significano quelle parole? Magari il Cacciatore di Demoni si è offeso per quel distacco. L’unico che può dirlo con certezza è solo lo sciamano, ma dovrà attendere ancora un po’ prima di conoscere la verità.
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    Parla il Master: Avete dieci giorni, più o meno, da descrivere e a parte le linee guida potete fare un po' quel che volete :3 senza esagerare ovviamente. Dal prossimo giro inizia la scena vera e propria, portate ancora un pochino di pazienza :3
     
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  8. Jack BloodHeart
     
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    Ted si mette comodo, mentre il resto del gruppo va a prendere posto nelle proprie carovane. Il compagno sembra interessato alla tipologia di spirito che stanno cercando: strano, di solito non chiede. Poco male, almeno stavolta saprà cosa aspettarsi; anche perché andare ad incontrare Ifrit senza sapere cosa aspettarsi potrebbe risultare fatale per chiunque, anche per lui. Soprattutto per lui. « Si, ted. Ifrit è un demone.. castiga-demoni. Diciamo che non è molto ben voluto dai suoi simili. » spiega Jack, mentre il vecchio carrettiere introduce il viaggio. Il giovane si guarda per un attimo intorno: quella scena ha un che di strano, ma non riesce a coglierlo. La carovana parte, mentre ancora il ragazzo si guarda intorno, un po' spaesato. C'è qualcosa che non va in tutto quello, ma cos'è? E' in viaggio con un furetto, una capra, Ted, e il carrettiere, cosa potrebbe esserci di così strano in tutto quello. E' tutto normale. Ma forse è proprio questo a turbarlo: la tranquillità. Dopo quasi venti giorni passati tra pericoli mortali, boschi incantati e la mafia del Merovish - quest'ultima a dargli il benvenuto sul semipiano, praticamente - probabilmente quella situazione è così banalmente tranquilla da risultargli quasi inquietante. Beh, che dire: dovrà rifarci l'abitudine, sempre che sia stato mai abituato a star tranquillo.

    Il carretto parte, e, con esso, anche il loro viaggio di ritorno (a questo punto) verso il Sud. Le ore si susseguono lentamente, ma mai noiosamente; il primo giorno di viaggio è quello che passa più in fretta. Bastano poche ore a far amicizia con quegli animaletti, Fenrir permettendo ovviamente. Quel furetto ha un qualcosa che lo attira, ma da quando i lupi mangiano furetti? Beh, questa risposta non è alla portata delle conoscenze di Jack, che, poverino, deve pure sorbirsi i vari sfottò reciproci di un drago che si atteggia a saggio ed un lupo che adesso si vuol atteggiare a re della foresta, dopo aver protetto perfino dei conigli nei giorni precedenti. Pensandoci: forse è per questo che il giovane risulta strano a tutti a primo acchito, anche i suoi spiriti lo sono; sembrano tante donnicciole afflitte da crisi di mezz'età. Certo, però, questo può valere solo per i due che ha già recuperato: Ifrit è diverso; continuando sulla falsa riga di questi paragoni, il demone non può assolutamente essere paragonato ad una donna in crisi, anzi; il paragone più adatto sarebbe quello con una donna con un'altro tipo di malattia, di quelle che piacciono agli uomini. Ma lasciamo perdere.

    A questo punto, in ogni caso, sarebbe legittimo pensare che il giovane, sa ora in poi, si godrà il viaggio rilassandosi ed osservando gli sporadici spettacoli di quella sottospecie di compagnia teatrale che li sta ospitando. Certo, sarebbe bellissimo se fosse così, peccato che questo idillio duri giusto il tempo di una sosta. Arrivata la sera del primo giorno di viaggio, dopo aver macinato chissà quante miglia in compagnia di Pedro e della capra della quale l'evocatore dimentica sempre lo strano nome, il convoglio di ferma, iniziando ad arrangiare una sottospecie di accampamento per la notte. Si danno tutti da fare, dal più piccolo al più anziano, e per un attimo, e solo per un attimo, al giovane sembra di essere fin troppo scortese nel non dare una mano. Perché questa sensazione dura solo un attimo? Beh, semplice: perché una delle gemelle incontrate la mattina nella taverna - quella più carina - gli si fa presto in contro chiedendogli di aiutarlo con della legna. Spinto dalla "hola" dei suoi spiriti, l'evocatore si lancia verso la ragazza, aiutandola nei lavori che per lei sarebbero stati fin troppo pesanti. In realtà lui non è così forte, ma che dire? Quando si cerca di impressionare una ragazza anche quello che il momento prima sembrava impossibile diventa, d'un tratto, una bazzacola. Il ragazzo inizia a spostare pesi come fossero ramoscelli, apprestando ben presto quello che sarebbe stato il fuoco che, per quella notte, avrebbe riascaldato l'intera compagnia. L'ambiente è senza dubbio particolare: all'interno di quel gruppo ci sono le personalità più disparate; si va da vecchi decrepiti a donne dal fisico mozzafiato, tutti accomunati, però, da uno spiccato senso di collaborazione e gioia che, ben presto, finisce per influenzare anche Jack. Il giovane per un po' si dimentica di ogni tipo di problema, dagli spiriti alla memoria scomparsa, dai sogni che lo turbano alle ferite che gli dolgono: tutto sembra passare in secondo piano quando ci si trova in compagnia di un qualcosa che, in un modo o nell'altro, si può identificare come famiglia. Che strano: non è nemmeno sicuro di essersi mai sentito cosi in vita sua, eppure gli è bastata mezza giornata con quel gruppo di sconosciuti per sentirsi davvero accolto. Quel viaggio sarà bello. Se lo sente.

    Come l'esperienza insegna, però, dietro ogni cosa piacevole si nasconde una scocciatura: in fondo come potremmo apprezzare i momenti di pace se non ci fossero quelli di stress? Semplice: non potremmo, e forse il capo di quella sottospecie di circo ne è consapevole, visto che, in quello che sembra il momento più bello della serata, annuncia al - quanto meno - particolare pubblico che allo spettacolo del giorno dopo avrebbero partecipato anche i due nuovi arrivati. In un primo momento c'è da dire che il ragazzo non capisce. Si ritrova quasi a pensare che sia uno scherzo, chiedendo anche le conferme del caso, che, purtroppo, non arrivano. « Il capo su queste cose non scherza. » gli viene riferito, distruggendo, così, tutti i suoi sogni di un viaggio tranquillo. Esibirsi? In cosa, poi? Lui non sa fare praticamente nulla, oltre evocare spiriti e combattere, e, di certo, quelle persone non possono sapere di questa sua qualità. O forse sì? Gli attimi che seguono l'annuncio, comunque, sono di quelli di silenzio imbarazzante che possono essere interrotti solo con evidenti cambi di discorso. O rincalzi dello stesso. Dipende da quanto si è bastardi o sfortunati, insomma.

    Il giorno seguente, comunque, arriva, e ancora nessuno ha comunicato nulla a Jack, che, preso da un'insana quanto ingiustificata speranza, inizia a pensare che quello della sera prima fosse davvero uno scherzo. In fondo dai, ci sta sfottere un po' i novellini, anche per rompere il ghiaccio. Anche se questa è un'espressione alquanto eufemica per qualcuno che sta cercando un demone delle fiamme, ma vabbè. In ogni caso, quella giornata passa tra preparativi e lavoretti vari: entro il tramonto il tendone deve essere pronto, con tutto quello che ne consegue. Qualche ora prima dello spettacolo gli artisti si ritirano, la manovalanza no; altro indizio che porta l'evocatore a pensare di non doversi esibire è il fatto che nessuno gli dice di smettere di lavorare per prepararsi a fare qualsiasi altra cosa. Com'è dolce illudersi.

    Lo spettacolo inizia: è arrivata più gente di quanto si potesse immaginare, in effetti; sembra andare tutto a meraviglia: la donna barbuta ha appena finito di esibirsi, ora tocca ad un tizio che farà apparire un lupo gigante dal nulla. Il caster si avvicina agli spalti, mettendosi all'altezza delle gabbie dei leoni che, stranamente, non ringhiano, quasi resi mansueti dalla presenza stessa del giovane. Si guarda intorno, il pubblico sta cominciando a rumoreggiare, ma non capisce perché. Guarda l'arena: vuota. Ecco perché il pubblico rumoreggia: lo spettacolo tarda ad iniziare. Ma dov'è il tizio che deve evoc-

    « Oh. » si lascia scappare il giovane, vedendo il capo della baracca avvicinarsi a lui con fare minaccioso. Ha appena capito. « Cosa? Sono diventato anche un animale da circo adesso? » protesta Fenrir, mentre il suo padrone viene preso quasi di forza dal nanerottolo e buttato al centro del palco. E' sporco, sudicio, sudato: non è nelle condizioni di esibirsi, ma, a questo punto, non si può che pensare che questa cosa sia evidentemente voluta. Guarda il pubblico, ci sono davvero tante persone. Arrossisce, mentre i suoi sguardi vengono ricambiati da altri mille circa. Cosa deve fare? Evocarlo? Ma non può. Fenrir n- « Stanno aspettando me queste persone? » inizia lo spirito provocando lo sgomento del caster. « Oh beh, se aspettano il grande, mitico, potente re Fenrir, perché non darglielo? » continua, mentre gli occhi di Jack sembrano quasi voler uscire dalle orbite. Ma da quando il lupo è diventato così... simile a Ted? In ogni caso, quella situazione non gli piace, e se per uscirne deve mostrare il suo spirito facendolo passare per un giochetto di prestigio, poco male, soprattutto considerando il fatto che quest'ultimo vuole, stranamente, esibirsi.

    Il resto succede abbastanza in fretta. Il giovane si porta una mano alla fronte, mentre allunga l'altra verso uno spazio vuoto che, pochi secondi dopo, tra gli applausi del pubblico, viene riempito dal lupo che quella gente tanto acclamava. Lo spettacolo finisce, e il caster lascia il palco con una punta di soddisfazione forse infusagli da Fenrir stesso. Le domande non tardano ad arrivare, ed ovviamente Jack non tarda a mentire spudoratamente sulla bontà della sua magia. Ma come diavolo fa quel tizio a sapere di cosa è capace? E se lo sapessero già tutti. Mentre rientra nella tenda gli sguardi dei due si incrociano, ma per quella sera la storia finisce lì.

    I giorni continuano a trascorrere, e, ogni sera, il giovane continua ad esibirsi, incrementando le domande. Non può continuare a far passare tutto quello come uno stupido trucco: si trova in mezzo a gente esperta di queste cose, quelli lì non se la bevono mica. E' per questo che, dopo una bella serata di spettacoli, Jack decide di non tornare subito in tenda com'era ormai solito fare, ma di intrattenersi col resto del gruppo. In fondo quelle persone sembrano simpatiche: ha raccontato tutto a Ted che appena l'ha visto gli ha fracassato due costole, adesso perché non potrebbe raccontarsi a quella gente? Lo fa, e, stranamente, nessuno è stupito, anzi: sembrano tutti felici della confessione appena estorta.

    I giorni continuano a passare, finché il nanerottolo non annuncia alla compagnia che da quel momento non ci sarebbero più stati spettacoli: sono arrivati nel sud, e non avranno pubblico almeno finché non arriveranno a Merovish, la tana degli Eversori.

    Il viaggio continua nel caldo deserto del sud, finché, finalmente, in lontananza non appare quello che tutti gli altri gli indicano come il posto che deve raggiungere. Il giovane lo guarda, e per un momento gli sembra di stare lì: sente il calore lacerante, accompagnato da un senso di terrore e di angoscia che, probabilmente, non ha eguali al mondo. Perché si sente così? Per il posto? Beh, è abituato di peggio. Si guarda intorno, scorgendo uno strano movimento nella lava. Ne emerge qualcosa. E' Ifrit, che gli urla qualcosa. Gli dice che è debole. Ma... perché?

    Riapre gli occhi, e si ritrova faccia a faccia con Pedro. E' svenuto. Si rialza, faticando un po' e cercando Ted con lo sguardo. « Siamo vicini. » annuncia, mettendosi a sedere al suo solito posto. Dopodiché cade in uno strano silenzio meditativo. Che vuol dire quello che ha visto?



    Edited by Jack BloodHeart - 22/4/2014, 23:23
     
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    La carrozza mia e di Jack veniva guidata da un vecchio cocchiere, che sembrò essere simpatico e che fece tutto quello che era necessario per farci stare al meglio.
    Si vedeva che lo avevo ammagliato con il mio poderoso Charme da pugile e sicuramente non era stato l’ unico.
    Difatti il viaggio fu assai tranquillo, rilassante e nessuno ebbe da ridire durante la nostra permanenza, tanto che, la prima notte che ci fermammo, sia io che il compagno caster demmo una mano per alzare l’ accampamento della compagnia.
    Vi sembrerà strano amici miei, ma giuro che fu così, perfino io mi stupii.
    Di cosa dite voi? Bhè del fatto che la brigata era composta dalla più disparata gente, vecchi circensi che sembravano ancora giovanotti e giovanotti così saggi da sembrare vecchi circensi.
    Ma non rimasi tutta la sera a guardare quelle persone che si muovevano in modo così frenetico, come già detto, anche io detti una mano a spostare grandi casse e a demolire imponenti macigni che bloccavano la costruzione delle tende.

    A fine sera il nostro sforzo collettivo fu ripagato con una bella cena, condita da tanta gente semplice e simpatica, mai risi così tanto, mai bevvi così tanto, mai mi sentii così sereno.
    Fu proprio una notte magica.
    Poi però il capo del circo ci disse che avremmo dovuto lavorare allo spettacolo del giorno dopo e li andai nel panico.
    Che spettacolo potevo mai portare?
    Si ero forte okay, ma in questo modo avrei rubato il lavoro all’ uomo forzuto e non mi andava a genio di spaccare catene con anelli grandi quando il mio polpaccio, quindi dovevo trovare una nuova soluzione.
    Cercai risposta verso Jack, che sembrava tranquillo, forse un po’ turbato ma per il resto era molto allegro.
    Possibile che sapesse di già che spettacolo avrebbe fatto? O semplicemente credeva che fosse uno scherzo?
    Ahimè devo proprio dire che non sapevo quello che stesse pensando in quel momento, quindi sarei rimasto da solo a bollire nel mio brodo.

    Il giorno dopo arrivò tranquillo e senza nuove novità, di conseguenza concordai con Jack che il nostro spettacolo non sarebbe andato in atto.
    Ma quando buttarono Jack di forza nel piccolo spiazzo di terra, incominciai a sudare freddo.
    Quindi anche io avrei dovuto fare qualcosa.
    Ma cosa?
    Sicuramente la mia mossa più spettacolare era lo Spaccaring, ma se usato in un luogo chiuso come quello c’era il rischio di ammazzare qualcuno, oltre a quello di demolire tutta la baracca.
    Quindi scartai l’ idea e nel mentre Jack stava continuando con il suo spettacolo, iniziò ad attirare i primi applausi del pubblico.
    Quindi pensai, come seconda idea, di fare quello in cui ero bravo, ovvero prendere a pugni le cose.
    Ma cosa? Vicino al mio compagno vi erano dei grossi leoni, ma se gli avessi picchiati mi avrebbero sicuramente cacciato via e tanti saluti.
    Nel mentre lo spettacolo di Jack era quasi giunto al termine.
    La tensione dentro di me aumentava.
    Dovevo inventarmi qualcosa e il prima possibile.
    Mi venne perfino l’ idea di farmi sparare contro una palla di cannone e di bloccarla con i miei muscoli.

    ”Aspetta un attimo … sono davvero così demente?”

    Abbandonai subito l’ idea, definendola con un bel “al momento non attuabile”.
    Il mio compagno rientrò dietro le quinte con un bel sorriso stampato sulla faccia, lui qualcosa c’era riuscito ad inventarsela,ci avrei provato anche io.
    Tutti mi fecero gesto che era il momento di andare, ma riuscii a prendere un secondo di tempo in più e a scappare verso i carri per prendere il materiale per il mio spettacolo.

    L’ intera folla era in religioso silenzio e aspettava solo la mia comparsa e quando giunsi, mi acclamarono con un grande applauso, poi il tutto ricadde nel silenzio.
    Da dietro la schiena tirai fuori il mio spettacolo: due palle di cannone.

    ”Signori e signore …”,dissi urlando,”… tutti conoscete l’ uomo cannone immagino. Ma quale sarebbe la vostra reazione se l’ uomo stesso, quindi io, diventasse il cannone?”.
    Mi rigirai di spalle e con un pugno colpii la palla di cannone.
    Tale fu la potenza del mio colpo che questa prese il volo e schizzò fuori dal tendone, facendo però un brutto buco nella stoffa a strisce rosse e bianche.
    Anche la seconda palla di cannone schizzò veloce e potente come la prima, al di fuori del tendone che teneva lo spettacolo.
    Ebbi il tempo di salutare il mio pubblico e uscire di scena.
    Fu un successone, anche se le dita delle mie mani iniziarono a pensarla in modo diverso.
    I giorni seguenti continuarono a passare in quel modo, fino a quando gli spettacoli non terminarono e Jack non mi comunicò che eravamo finalmente ritornati a Sud.
    Nelle insidiose terre di Merovish.
     
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    Geisine, Presidio Meridionale.


    I giorni passati insieme alla compagnia sono stati belli, pieni di gioia e divertenti, la noia non è un qualcosa che vi ha infastidito visto che era completamente assente. Come ogni cosa, però, soprattutto quelle belle, anche quei giorni sono destinati a terminare... e ciò coincide con l’ultima fermata, per voi, della carovana. Il deserto vi circonda ancora, ma quando scendete dal carro notate una distesa nera alla vostra destra: non è molto distante, in due ore di cammino al massimo potete raggiungere Geisine.
    La prima cosa che attira la vostra attenzione però è un’altra, per quanto il tempo passato insieme agli altri sia stato relativamente breve, avete capito che quella grande famiglia non si dimentica mai di chi gli ha dato una mano e nemmeno voi fate eccezione. Grazie ai vostri numero il loro spettacolo ha riscosso un grande successo, inoltre le vostre braccia sono state un prezioso aiuto e anche se per poco tempo, il capo vi ha considerato come suoi stessi figli. Per questo motivo tutti vi abbracciano, vi augurano buona fortuna e elargiscono consigli di ogni tipo... Jack si becca anche un doppio bacio su entrambe le guance da parte delle gemelle. Alla fine vi congedate, ma siete certi che ne sentirete la mancanza.
    Il caldo del deserto vi accoglie mentre camminate, lo conoscete già: è davvero massacrante. Ma più avanzate e più il caldo si fa soffocante, mano a mano che vi avvicinate al nero paesaggio vedete l’orizzonte diventare sfocato, attraversato da strani bagliori rossastri. Ben presto la sabbia dorata lascia posto a una densa polverina nera che lentamente si trasforma, diventando infine dura e spessa: la forma è quella tipica delle colate di lava solidificate. Infine, davanti a voi, si estendono a perdita d’occhio fiumi di magma liquido e vulcani attivi... siete giunti all’inferno. L’odore di zolfo vi penetra nelle narici e ancora una volta Jack perde contatto con la realtà.
    Ti trovi davanti a un vulcano in piena eruzione... i lapilli volano ovunque e un denso fumo grigio, pieno di cenere fuoriesce fuori dalla bocca della montagna di fuoco, ricadendo al suolo come soffici fiocchi di neve... ad un tratto senti un ruggito, è familiare. Infine la parete del vulcano rivolta verso di te semplicemente esplode...
    In quel momento ti risvegli. Se per caso ti guardi attorno, puoi notare sulla destra, abbastanza lontano, un vulcano asimmetrico... è identico a quello visto nella visione, quindi la direzione da intraprendere è quella. Ma prima di potervi anche solo avvicinare, bisogna superare il fiume lavico che vi sbarra la strada... è troppo ampio per essere superato con un salto, tuttavia attorno al fiume si innalzano numerose colonne di pietra, proprio vicino alla riva... inoltre a varie distanze sono presenti diverse rocce che emergono, sono abbastanza ampie da reggere un uomo. Sta a voi decidere come muovervi, sapete solo che dovete per forza superare quel magma incandescente.

    _ __ ___ _____ ___ __ _



    Parla il Master: Avete vari modi per attraversare, decidete quello che vi piace di più XD per quanto riguarda il "fiume" è largo circa venti metri, le rocce sono posizionate a un paio di metri le une dalle altre. Ricordate di non essere autoconclusivi, vi dirò io se ciò che fate andrà a buon fine :3
     
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  11. Jack BloodHeart
     
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    Pochi minuti dopo lo svenimento - sempre se possiamo chiamarlo così - la carovana si ferma. Jack alza lo sguardo, che fino a quel momento aveva lasciato perdere tra un filo di paglia sul pavimento e la pelliccia del furetto lì vicino. Il viaggio è finito. Sospira, alzandosi: già sa che il momento non sarà dei più semplici, anche se, ultimamente, nulla sembra semplice, anche se per quei dieci giorni tutto questo sembrava esser passato in secondo piano. E' proprio l'ultima riflessione che lascia l'amaro in bocca.

    Inizia a raccattare la sua roba prima ancora che vengano a chiamarli, e probabilmente non lo faranno. Il giovane sente i passi del resto della compagnia: lenti, cadenzati, quasi tristi. Si stanno radunando intorno alla loro carovana ancora chiusa. Il giovane lancia uno sguardo a Ted, facendogli capire che è ora di andare. Apre la tenda. Son tutti lì.

    I loro compagni di viaggio, dal primo all'ultimo, sono tutti intorno a loro per salutarli; anche Pedro inizia a saltellare nella gabbietta, probabilmente per attirare l'attenzione di Ted. Il caster abbassa la testa: odia questi momenti; per un attimo pensa sia stato quasi meglio lasciare il suo villaggio in quel modo, senza salutare nessuno. Inizia a scendere i gradini, lentamente, e, per ogni gradino che si lascia dietro, gli altri sembrano fare un passo verso di lui. Una volta sceso praticamente si ritrova in mezzo alla folla: gente che lo saluta, lo abbraccia, lo ringrazia, lo bacia. Solo il capo della compagnia non si avvicina: lo guarda da lontano, quasi di profilo. Sembra sorridente e al tempo stesso nervoso, tanto che Jack si lascia scappare un sorriso quando lo vede, il quale sembra ricambiato.

    Passa un altro po' di tempo, durante il quale il sole del deserto non sembra essere più caldo di un fiammifero al cospetto di un poderoso fuoco. Tutto si conclude presto, troppo presto per capire che, probabilmente, le strade di quei due gruppi di viaggiatori non si incroceranno mai più. Poco male: un pensiero in meno.

    Mentre la carovana riparte, i due avventurieri si incamminano verso il Geisine: la culla Rossa delle Fiamme. Più cose scoprono riguardo questo posto, più sembra verosimile che Ifrit si trovi lì: in fondo a lui piacciono le entrante trionfali. Non c'è molta strada da percorrere: in lontananza già si vedono strane conformazioni rocciose non propriamente corrispondenti a quelle del deserto, il problema è che adesso, senza aver più nulla per distrarre la mente, il sole del deserto sembra più cocente che mai; avrebbero dovuto attrezzarsi a dovere. Non ci hanno pensato.

    Un passo dietro l'altro, il giovane avanza verso quella che è la sua metà: i piedi sembrano macigni, e fa addirittura fatica a tenere gli occhi fissi davanti a sé per via della fastidiosissima sabbia che, se non lo acceca, gli si attacca addosso per via del sudore. « Se scopriamo che è stato Ifrit a scegliere questo posto, giuro che lo ammazzo. » esordisce Bahamuth, senza avere apparentemente nessun motivo per farlo: in fondo lui non sente il calore, non come Jack almeno. « Oh davvero? » risponde, ansimando, l'evocatore. « Davvero credi sia colpa sua il fatto che mi trovassi a nemmeno un'ora di viaggio da lui e che, invece, me ne sia andato dall'altra parte di questo maledettissimo mondo?» Autoironizza - nemmeno tanto - il giovane.

    Tra un'imprecazione e l'altra, comunque, le ore passano, e il paesaggio, finalmente, inizia a cambiare. Accorgendosi di esser quasi arrivato - forse per i fiumi di lava, chissà - il caster si ferma, interrogandosi su come sia possibile che lì faccia addirittura più caldo. Si guarda intorno, e all'improvviso lo vede. E' come un flash, un fotogramma estremamente definito: si trova di fronte ad un vulcano in piena eruzione; lapilli, lava, cenere, esplosioni: gli sembra di esser finito nel girone più profondo dell'inferno. Sente un rumore provenire da una parete di fronte a lui, la quale, pochi istanti dopo, esplode, portando con sé tutto quello che si ritrova davanti. Per fortuna Jack non è veramente lì. Si ritrova in ginocchio ad osservare un fiume di magma poco più in là. Si guarda intorno, Ted sta alla sua sinistra sinistra, mentre alla sua destra gli sembra di rivedere - più da lontano - il medesimo fenomeno naturale che gli è apparso qualche istante prima. Si rialza, sempre più a fatica, asciugandosi - inutilmente - il sudore dalla fronte. « Dobbiamo andare lì. » dice a Ted, indicando il vulcano in lontananza.

    Si incammina senza troppi indugi, ma qualche minuto dopo il viaggio viene di nuovo interrotto. Un'enorme colata lavica blocca il passaggio. Troppo estesa per saltare, evidentemente troppo calda da guadare, l'unica alternativa sembra quella di avventurarsi su pietre e pilastri che, a dirla tutta, non sembrano tanto sicuri. Sbuffa, iniziando a pensare a qualche modo alternativo per arrivare alla meta: non può permettersi di sbagliare un salto e ritrovarsi a fare un bagno di lava, non è certo arrivato fin lì per morire.

    I mezzi a disposizione, comunque, lì ha, e l'idea ci mette davvero poco ad arrivare. Sorride, concentrando la sua attenzione su Bahamuth, che, da parte sua, non sembra gradire più di tanto. Fa segno a Ted di lasciargli spazio, portando la mano destra parallela al pavimento; in un secondo - o poco più - lo spiazzale in pietra lavica su cui si trovano viene inondato da un'abbagliante luce violastra. Il drago appare in tutta la sua potenza e ... stizzatezza. « Oh, ma certo: usiamo pure Bahamuth come ronzino, in fondo che sarà mai. » commenta, quasi indirizzando a Ted uno sbuffo di fuoco proveniente dalle sue narici. « Ted, monta. » invita il ragazzo, facendo lo stesso.

    « Siamo pronti. » dice, una volta che anche Ted è riuscito a salire in groppa. « Oh... » inizia Bahamuth, piegandosi sulla zampe e spiegando le ali. « ... io non ne sarei così sicuro. » conclude, ridendo, un istante prima di saltare e spiccare il volo. Il contraccolpo è poderoso, ma allo stesso tempo calibrato: è fin troppo evidente che il signore dei draghi vuole solo intimorire Ted, ma non lasciarlo cadere; pensandoci, quegli spiriti dovrebbero fare un corso di simpatia e approccio agli estranei.

    La sensazione, una volta in aria, è comunque bellissima. Jack aveva quasi dimenticato come fosse, anche se, in queste cose, ogni volta sembra la prima: in fondo chi può dire di poter cavalcare un drago senza rischiare di esser sbranato o arrostito?



    Mana: 90% (100 - 10%)
    Stato fisico: Spossato
    Stato mentale: vedi su.

    Tecniche usate:

    Bahamuth
    Signore dei draghi, Bahamuth è senza dubbio lo spirito per ora preferito da Jack. Considerato dal padrone stesso una specie di proprio alter-ego, questo spirito è a capo di tutti gli altri. Deciso, cinico, calcolatore e, all'occorrenza, brutale, Bahamuth nelle sue tre forme è capace di intimorire e di far inginocchiare qualsiasi nemico.


    evocazione, il signore dei draghi prende forma e concede la sua maestosa presenza al mondo reale. Inutile spiegare quanto sia utile in combattimento un drago che utilizza stazza e attacchi elementari per annichilire i nemici. Obbedisce solo a Jack. [Media - Elemento Fuoco Oscuro - durata: due turni]
     
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    Giungemmo a destinazione tutti sani e salvi e quando fu il momento di scendere Jack mi avvisò.
    Cercai di rimettere a posto come meglio potevo, sapendo che non sarei mai più tornato in quel gruppo di giullari e in fondo all’ animo mi doleva amettere quella verità.
    Era lampante che le nostre strade non si sarebbero più incrociate, oramai con noi non avevano più niente a che fare.
    Anche se si sarebbero sempre ricordati di me e del compagno Caster.
    Perfino capra due sembrò agitarsi nel piccolo della sua gabbia, come se perfino lui mi volesse salutare.
    Veloce lo tirai fuori dalla gabbia e non nego di avergli dato qualche carezza, ma era vero che anche altrettanto velocemente lo rimisi nella sua piccola abitazione.
    Era tempo di andare ed era meglio non allungare troppo quel’ addio.
    Io e Jack scendemmo dalla carovana, ritrovandoci davanti, provate ad indovinare, niente poppò di meno che tutta la bandaccia.
    Erano tutti li per noi.
    Vecchi, giovani, animali, tutti uniti in una piccola folla, per dare un’ ultimo saluto ai suoi campioni.
    Quella fu la folla più bella che avessi mai visto.
    Ovviamente non mancarono abbracci, saluti e pacche sulle spalle, quest’ ultima riservata solamente all’ uomo forzuto Jeremy, che in segreto avevo battuto a braccio di ferro durante il viaggio.
    Non mancò neanche la classica occhiata con il capo della banda, che non solo ricambiò ma ci aggiunse perfino un sorriso.
    Insomma quando io e Jack ci allontanammo dal gruppo, dentro di me crebbe un grande calore, come quando ti trovi con la tua famiglia e riesci solamente a essere felice, perché sei circondato dalle persone migliori della tua vita o forse quel calore era dovuto alla temperatura alta del deserto.

    Durante il viaggio verso la nostra meta, mi capitò più volte di lanciare qualche occhiata a Jack, che sembrò curare molto il caldo del viaggio.
    Alzando lo sguardo potevo solamente scorgere distese nere ricoperte da fiumi di lava.
    Sicuramente, pensai, quella storia non sarebbe andata a finire per il meglio.

    Arrivati il compagno Jack ebbe una mancanza, forse dovuta al caldo infernale che stava incominciando a infettare anche me, difatti vi posso giurare che il caldo è il peggior nemico che abbia mai incontrato.
    Mentre Jack rischiava quasi di morire per le sue allucinazioni, io mi misi a studiare il paesaggio.
    Per noi sarebbe stato impossibile attraversare i fiumi di lava che scorrevano li vicino, ma non volevo demordere, volevo finire il prima possibile quel fantastico recupero.
    Quando il giovane Caster si riprese, mi comunicò in fretta e in furia, che il nostro obbiettivo era un vulcano.
    Un vulcano in eruzione per essere precisi.
    ”Poco male … al massimo muoio”,pensai ascoltando le idee che stava esponendo il compagno.
    Ad un certo punto mi disse di farmi più lontano e così feci, perché sapevo cosa stava per fare.
    In una manciata di secondi un imponente drago fece la sua comparsa e per essere precisi era il signore dei draghi.

    « Oh, ma certo: usiamo pure Bahamuth come ronzino, in fondo che sarà mai. >>

    Disse l’ enorme bestia, ma io ero tutto intendo a meravigliarmi della sua stazza.
    Jack mi fece cenno di salire e così io feci.
    Poco prima della partenza, un forte contraccolpo mi sballottò a destra e a sinistra, facendomi sentire vivo.
    Quando mai si aveva l’ opportunità di cavalcare un drago?

    ”Vai bello vai … WOOOOOOW”, urlai senza risparmiarmi fiato dei miei polmoni.
     
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  13. _MajinZ_
     
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    Geisine, Presidio Meridionale.


    Quando Bahamuth si stacca dal suolo, venite schiacciati sulla sua schiena muscolosa a causa del contraccolpo e dovete dar fondo a tutte le vostre forze per evitare di cadere nella pozza di lava. Dovete resistere per poco però, visto che il viaggio è davvero breve e in un attimo vi ritrovate dall’altro lato, lasciandovi il fiume di lava alle vostre spalle. Nel momento in cui la maestosa creatura tocca terra, però, forse a causa del caldo e della stanchezza, Jack non riesce a mantenere il contatto con la bestia e in un istante essa ritorna nel suo mondo.
    Sembra quasi che qualsiasi cosa a Geisine abbia deciso si mettervi i bastoni fra le ruote, anche il terreno decide di farvi faticare: è una parete scoscesa quella che vi ritrovate davanti, piena di rocce appuntite e affilate come rasoi. Superarle non sarà semplice e probabilmente vi farete anche male, ma è l’unica via che potete percorrere... l’unico modo per raggiungere il Castigatore di Demoni. Una volta superato il pendio vi ritrovate su quello che sembra un altopiano... e per quanto la vista sia infernale, ha un qualcosa di davvero affascinante.
    Intorno a voi vedete fiumi di lava che scorrono placidi, getti di vapore che sbucano dalle fratture nel terreno... colonne di ossidiana che si innalzano verso l’alto. E poi c’è quel vulcano a metà, il luogo verso cui vi state dirigendo. Vedete chiaramente una potente luce rossastra illuminare il cratere, è diversa da tutte le altre e non sembra sia dovuto solo alla natura. In ogni caso la Culla Rossa delle Fiamme non è un posto sicuro, oltre alle avversità del clima e ai fenomeni naturali, infatti, è abitata da strane creature e tre delle quali ora vi stanno fissando.
    Sembrano un incrocio tra un lupo e una pantera, anche se i tratti felini sono predominanti. Il loro corpo è rivestito da spesse scaglie e appena vi vedono il loro colore scuro viene attraversato da bagliori arancioni... una cosa è certa, quelle bestie hanno fame e vi hanno puntati ormai da un po’. Vi iniziano a girare attrono, riducendo sempre più la distanza... per ora sono a circa cinque metri da voi. Ringhiano e si apprestano ad attaccare, ma ancora non lo fanno: vi stanno studiando. Forse è il caso di agire per primi, no? Non si aspettano che delle creature mingherline come vuoi possiate fargli davvero male... di certo la fuga non è un’opzione consigliata, i Segugi di LavaProfonda inseguono le loro prede finché non le agguantano, quindi è meglio estirpare il problema sul nascere.

    _ __ ___ _____ ___ __ _



    Parla il Master: Allora, risalire il pendio vi causa un danno pari ad un basso a meno che non vi difendiate in qualche modo. Inoltre ora tutte le tecniche durano un turno solo, a causa del caldo non riuscite a mantenere la concentrazione necessaria... infine i cosi non vi attaccano, per ora XD
     
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  14. Jack BloodHeart
     
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    Ci sono cose che accadono quando meno sarebbe opportuno, e, soprattutto, quando meno ce lo si aspetta. Come una bevanda preparata male, magari salata invece che zuccherata, oppure un brodo tiepido, o, ancora, come il buco nei calzini appena messi. Ecco: come un caffè salato, uno stufato freddo o dei calzini rotti, Bahamuth, toccando terra, scompare. In verità già nel breve volo ci sono state avvisaglie di queste stranezze: Jack sente come un cerchio alla testa che non gli permette di focalizzare troppo la sua attenzione su un qualcosa di specifico; sarà il caldo, sarà che la sua odissea sin dall'inizio non è sembrata delle imprese più facili da compiere, fatto sta che quella situazione si fa sempre più difficile.

    Il giovane rovina a terra, assaporando, per un attimo, il penetrante calore di quello strano suolo; probabilmente se i corpi dei due viaggiatori non fossero già abbastanza temprati dal viaggio e dalle intemperie del semipiano, nemmeno la protezione più potente potrebbe nulla contro tutto quel caldo.

    Il ragazzo si prende qualche attimo prima di sospirare e, piantando - dolorosamente - i palmi per terra, alzarsi a fatica. Ansima, guardandosi intorno, e si accorge che in quella caduta sono stati addirittura fortunati: pochi metri più in là e i corpi dei due viaggiatori sarebbero diventati delle forme di groviera; un pendio roccioso pieno di quelle che, in una grotta, sarebbero state delle stalagmiti in piena regola, ma che, all'aperto, sono alquanto strane da vedere: probabilmente si tratta di rocce erose fino a diventare sottili ed affilate, o di un percorso che la lava si è scavato nella montagna, chissà; fatto sta che quella sembra l'unica via per arrivare al vulcano che stanno cercando, e di certo non sembra una traversata semplice.

    Si piega sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato respirando profondamente. Per un attimo ripensa a Bahamuth, ma poi si rende conto che in realtà sarebbe più un azzardo che altro: se dall'altra parte ci sono ancora quelle sottospecie di lance naturali e, all'improvviso, gli ricapita di perdere il contatto col suo spirito, possono pure considerarsi morti. « Ce la fai a risalire questo pendìo? » dice rivolto a Ted, mentre già inizia ad avvicinarsi alle rocce. Si mette faccia a faccia con la prima che trova, cercando di capire quanto in realtà possa essere pericolosa quella roba; la studia, la osserva, la analizzerebbe se ne fosse in grado, dopodiché allunga la mano destra verso la punta di quella sottospecie di arma. La ritrae un istante dopo, in preda ad un dolore lancinante, ma solo per la sua imprevedibilità. Si è scottato: quella roba è incandescente come tutto il resto, insomma. « Mi spiace non poter essere d'aiuto. » commenta Bahamuth mentre, dopo l'ennesimo sospiro, Jack cerca di racimolare la forza necessaria alla traversata.

    Abbassa per un attimo la testa, chiudendo gli occhi: il dolore che sta per sentire sarà, probabilmente, quanto di più fastidioso affrontato negli ultimi due mesi, ma in fondo se si impegna non dovrebbe durare più di un paio di minuti. Riapre gli occhi, cercando i punti migliori per attraversare quella trappola di pietra; non sono molti, e nemmeno troppo sicuri, ma sempre meglio di niente. Inspira. Si lancia tra gli aculei. Gli bastano pochi passi per capire che la sua analisi è stata fin troppo superficiale: non solo quegli affari scottano, ma sono anche abbastanza affilati da graffiare e provocare dolore; metteteci che sono abbastanza caldi da riuscire quasi a cauterizzare le ferite che provocano, ed eccovi serviti due minuti di pura agonia. Per tutto il tempo in cui si trova tra gli spuntoni, a Jack sembra di essere davvero all'Inferno, tant'è che per un attimo si ritrova a pensare che, se laggiù non esiste una pena come questa, dovrebbero inserirla nel repertorio.

    Sta quasi per abbandonarsi ad un urlo di dolore e stizza, quando finalmente si accorge che il supplizio è finito. Si guarda i vestiti: son tutti laceri e macchiati di sangue; il dolore persiste, ma è di quei dolori che, in poco tempo, svaniscono, lasciando presto spazio a fastidi o semplici bruciori: in fondo non deve nemmeno preoccuparsi di disinfettare le ferite. Si guarda intorno: il paesaggio è cambiato. Si trovano, adesso, in una specie di altopiano delimitato da fiumi di magma ai lati, e, se possibile, lassù fa più caldo. Cerca di asciugarsi - inutilmente - il sudore dalla fronte, mentre il dolore provocato dalla traversata va - fin troppo lentamente - lenendosi. Cerca il suo obiettivo, e lo trova quasi subito: un vulcano in piena eruzione che, a differenza degli altri, sembra contornato da una strana luce rossastra. Ifrit lo chiama, o, forse, lo sbeffeggia. «Conoscendolo è più probabile la seconda. » commenta, immancabile, Fenrir. Jack sbuffa, mentre inizia ad avviarsi lentamente lungo il piano, anche se la camminata non dura molto. Davanti ai due cerca-spiriti si parano, adesso, quelli che hanno tutta l'aria di essere predatori. Animali dallo strano manto squamato che, fissandoli, iniziano ad accerchiare i due malcapitati.

    ... un attimo. Siam sicuri che i malcapitati siano i due viaggiatori? In altre circostanze sicuramente lo sarebbero stati, ma quali altre circostanze? In fondo non ci si avventura nel Geisine cosi, per puro spirito di scoperta, e, soprattutto, non lo si sa se non si è abbastanza preparati ad affrontare eventuali pericoli; insomma, già per definizione quei due che i Segugi hanno adocchiato non possono essere prede, metteteci che, ormai, la pazienza di Jack e dei suoi spiriti con lui è esaurita, ed ecco che, in realtà, assistiamo ad un clamoroso ribaltamento di prospettiva.

    Il giovane abbassa la testa. « Prendi quello sulla sinistra. » dice, rivolgendosi a Ted. Appena visti quegli animali lo sguardo dell'evocatore sembra esser cambiato. Sembra quasi arrabbiato, ma nemmeno troppo: anzi. Da quasi l'impressione di esser felice per aver finalmente trovato qualcosa con cui sfogare tutto il nervosismo accumulato durante quel viaggio; che Ifrit lo stia semplicemente provocando? Probabile.

    Allunga la mano destra, e, in quel preciso istante, i suoi occhi sembrano colorarsi di un verde più acceso che mai. Fenrir appare qualche istante dopo, in tutta la sua possenza. « Oh andiamo, questo è cannibalismo. » commenta, prima di scagliarsi, in tutta la sua velocità, contro il nemico alla destra dell'evocatore. E' talmente veloce che per un attimo sembra sparire, per riapparire sul fianco della bestia che avrebbe cercato di dilaniare e squartare utilizzando zanne ed artigli. Nell'istante in cui il suo spirito attacca, il caster porta la stessa mano utilizzata poco prima davanti a sé. I suoi occhi cambiano all'improvviso di nuovo colore, ma stavolta è solo uno a variare, quello sinistro. Diventa viola, mentre intorno al suo braccio inizia ad apparire uno strano ghirigoro. Una luce violacea inonda per un attimo la scena, lasciando spazio, poco dopo, allo splendore delle forme del cannone Excelsius. Finemente decorato ed intarsiato con venature di Ametista, la bocca dell'arma ha la forma di una testa di drago. La testa di Bahamuth. L'energia inizia a concentrarsi a pochi centimetri dall'imbocco della canna. Jack prende la mira, l'obiettivo è il terzo segugio, l'unico rimasto: quello di fronte a sé. Spara. Non mira in un punto preciso, il raggio è cosi grande da travolgere per intero il suo bersaglio. Una luce viola ruba, per un attimo, la scena al colore dominante di quel posto, il rosso. Ifrit non la prenderà bene. Poco male.



    Mana: 50% (80-30%)
    Stato fisico: Dolorante e spossato, ferite da bruciatura e da taglio di livello Basso un po' dappertutto.
    Stato mentale: Arrabbiato, ma provato.

    Tecniche utilizzate:

    Fenrir, evocazione
    il lupo dal manto blu si mostra in tutta la sua altezzosità. Più grande di qualsiasi altro animale, Fenrir inizierà ad offrire supporto al caster grazie ad attacchi fisici e alla sua velocità, capace di penetrare anche la più resistente barriera corporea; durante i suoi attacchi, infatti, lo spirito diverrà quasi invisibile grazie alla sua elevatissima velocità negli spostamenti: l'unica cosa percepibile che testimonierà la presenza dell'essere, sarà la scia blu che lascerà dietro di lui muovendosi. [Medio - Elemento Caos]

    Bahamuth, Excelsius
    Bahamuth dona al suo possessore il controllo sulla sua forma da arma sciamanica: il cannone Excelsius. Maestoso al pari dello spirito, questo cannone è creato appositamente per obliterare tutto quello che avrà la sfortuna di incrociare i suoi raggi elementali. [Alto - Elemento Fuoco Oscuro]
     
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    Mentre stavamo volando placidi, in quel’ aria calda e puzzolente di zolfo, Bahaumth scomparve, proprio come dei soldi dati ad una ex moglie.
    Inutile dire che ci ritrovammo entrambi con il culo per terra e per tutti e due la caduta fu rovinosa.
    Assaggi il terreno marcio di quella terra e se non fosse stato per il retrogusto amaro, non sarebbe stata nemmeno tanto male.
    Mi rialzai sicuro che qualcosa era andato per il verso sbagliato, solitamente le evocazione del compagno Jack duravano molto di più, possibile che nel mondo dove erano rinchiusi i suoi fantastici amici fosse in corso uno sciopero?
    Mi guardai attorno e subito notai una parete di roccia affilata, che da quel che capii, doveva essere l’ ultimo ostacolo per arrivare li dove era rinchiuso Ifrit.

    ”Proprio una bella scampagnata”, pensai preparandomi mentalmente e fisicamente per quel’ ultimo tratto.
    Nel mentre il compagno caster, non aveva perso tempo e aveva subito iniziato la scalata, ma si accorse dell’ amara verità.
    Quelle rocce erano veramente affilate, ma non tanto quanto calde.
    Non sarebbe stata una passeggiata, ma più una corsa olimpica ecco.
    Appena fu salito per un buon pezzo, mi aggrappai anche io.
    Subito dalle mie mani iniziò a zampillare del sangue, ma non riuscivo a percepire quel dolore, ma solamente il caldo infernale delle rocce e compresi che il compagno Jack stava penando molto più di me.

    Fu una dura scalata, ma alla fine entrambi riuscimmo a scavalcare quella che sembrava una fatica di Ercole.
    Mi fermai un attimo per riprendere aria e per riempire i miei polmoni di nuovo ossigeno, anche se era più zolfo quello che respiravano.
    Non appena mi ritornò del sangue al cervello, mi alzai pure io per vedere cosa ci sarebbe aspettato.
    Distese nere e piene di lava, amici miei.
    Esattamente, un paesaggio del cazzo.

    Guardai Jack che sembrava assai più stanco di me e anche più provato dalla prova.
    Forse continuava ad andare avanti, sicuro che ci mancasse poco alla fine di quel viaggio.
    Si dai insomma, ormai era fatta, cioè avevamo attraversato mezzo Geisine a piedi e l’ altra metà scaldano quella montagna di pietre e fuoco.
    Sicuramente quei lupi che apparvero poco dopo non ci avrebbero fatto alcun male, anche se Jack gli iniziò subito ad attaccare.
    Forse non si fidava di quelle bestie, ma non mi escluse dalla rissa e mi consigliò di prendere quello a sinistra, probabilmente a pugni in faccia.
    Svelto le mie mani sanguinanti scattarono verso i guantoni, che prontamente vennero indossati.
    Non c’ era tempo da perdere, ma energia da spendere.

    ”Suprise Maddafukka”, urlai rapido, lanciando quello che sembrava un cazzotto pronto a rompere il muso della bestia.


    Mana: 80% (20%)
    Stato fisico: Un paio di tagli sulle mani
    Stato mentale:Prova il pugno Bitch

    Suprise MaddaFukka :
    Consumo:Tecnica di attacco a lungo raggio ( 5% - 5 metri, 10% - 7 metri, 20% - 10 metri, 40 % - 15 metri)
    Descrizione: Credervi di sfuggirmi brutto pezzo di m****a, bhè sappi che non potrai sfuggire a questo pugno.
    Ted tira un pugno talmente veloce che crea un proiettile d' aria che parte colpendo il nemico.
     
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