A boy and his dog.

Sono un uomo molto impegnato, ultimamente. Un uomo d'affari con un'azienda da amministrare, tanti casini da gestire, gente da assumere, diavoli con cui patteggiare e cose così.
Al contrario dei miei genitori, però, non lascerò che la mia carriera mi annichilisca l'esistenza. Ci sono cose più importanti dei soldi, nella vita!
Tipo portare a spasso il cane.

I fantasmi hanno la spiacevole abitudine di non dormire, e ciò significa che rompono le palle per ventiquattr'ore al giorno. E Lasther ha tutti i motivi per lamentarsi, poverino: ha passato gli ultimi giorni chiuso in una locanda.
Così, visto che sono tornato nelle terre dell'Est, ne ho approfittato per un'escursione. Non ne faccio una da... Una decina d'anni, credo.

Mi piace qui. C'è tranquillità, un bel fresco, il fruscio degli alberi e il rumore dell'acqua che scorre. Cammino adagio, guardandomi intorno, cercando di scorgere qualche animale del luogo. Mi hanno detto che qui ci sono i grifoni! Mi spiace non avere binocoli nello zaino, ma cercherò di fare delle foto col cellulare. Chissà cosa ne penserebbero i miei compagni del WWF.

«Lasher, non allontanarti troppo.»
Il mio cane fantasmoso è felicissimo di essere all'aria aperta: corre ovunque, saltella, abbaia alle foglie e cerca invano di leccare l'acqua dai fiumiciattoli.
Sorrido. Mi piace vederlo così felice.
Anche io vorrei essere un cane. Sarebbe bello avere qualcuno che pensa sempre a te e non avere preoccupazioni...

Sospiro. Farewell, my dear Silence, I barely knew thee.

Una ragazzina pucchettosa è appena comparsa dal nulla, e ha deciso di socializzare. Perché un ragazzo che cammina da solo in mezzo alle montagne di Shea ha ovviamente voglia di socializzare, neh?
Lasher annusa cauto la mano della ragazza, per poi sfregare il muso contro il suo palmo. Persona nuova, coccole, felicità. Io rimango a qualche passo di distanza, squadrando la ragazza con sospetto.
È carina nell'aspetto, ma mi inquieta un po'. E no, non si tratta della mia solita fobia verso le donne.
Tanto per cominciare parla in rima, e ciò è una cosa spaventosa. E poi ha qualcosa di sbagliato, come se quell'apparenza inoffensiva nascondesse orrori e cattiveria.
Un po'come me, insomma.
«Lui è Lasher e io sono Lazu.» spiego, indicando velocemente prima il cane e poi me stesso.
La mia ombra freme, percependo un pericolo imminente. Rimango all'erta.

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Energia: 100%
Stato mentale: Teso.

Passive:
Manipolazione delle ombre - Come da titolo
Even shadows have shadows - Percezione pericoli
Albino Eyes - Scurovisione

Oh, una sfida?
La proposta mi tenta, lo ammetto. Non sono una persona combattiva, ma su Endlos occorre sapersi difendere. Mi serve esperienza nelle zuffe, e ho un paio di nuovi trucchetti che vorrei provare.
L'esserino, poi, mi infastidisce con quel parlare in rima. Zittirlo a suon di mazzate sarebbe un piacere, però...
«Prima vorrei sapere cos'è un J-T.»
Scandisco bene le due lettere. È un modo di dire tipico della zona? Possibile: non padroneggio appieno la Lingua Comune di Endlos, e ogni presidio pare avere le sue peculiarità idiomatiche.
Deglutisco.
Forse è un modo elegante per dire "ti faccio diventare un purè".
La ragazza picchia più forte di quel che sembra, ne sono sicuro. Forse nemmeno è una persona, ma un qualche orrore Lovecraftiano nascosto nella pelle di una bimba.
A ben pensarci, non sono sicuro che sia una buona idea. Io volevo solo farmi una passeggiata...

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Energia: 100%
Stato mentale: Mnfgh.

Passive:
Manipolazione delle ombre - Come da titolo
Even shadows have shadows - Percezione pericoli
Albino Eyes - Scurovisione

Sospiro. Quindi la ragazzina vuole soltanto un compagno di giochi? Potrebbe essere quasi interessante, anche se dubito che sopporterei a lungo la sua parlata.
Ad ogni modo, non ha ancora minacciato di uccidermi, indi per me va bene.
Voglio provare a fare una cosa.

«Partiamo.» confermo, e batto un piede a terra. La mia ombra si allarga e si gonfia, inglobando il campo di battaglia in una cupola di oscurità buia come una notte senza luna.
Mi mordicchio un labbro. Sento l'improvviso e immotivato bisogno di urlare "Bankai!".

Nel nero si apre un portale nero da cui escono dei goblin neri, ma dubito che lei possa vederlo. Io invece vedo tutto, appena caccio gli occhiali da sole in tasca.
È un dono della tenebra recente, la Scurovisione. È... Piacevole. Tutto appare così nitido, seppur declinato in scala di grigi.

Le quattro creature sono intorno a me.
Scatto verso la ragazza, assicurandomi di battere bene i piedi. Voglio che ci senta arrivare, che capisca che la stiamo circondando.
Ci dividiamo subito. Due goblin compiono un semicerchio per andare a colpirla sul fianco sinistro, gli altri due attaccano sul lato destro. In quanto a me, seguo questi ultimi due per poi proseguire di qualche passo oltre a lei, portandomi alle sue spalle. Mi tengo in punta di piedi appena la supero, sperando che le sfuggano i miei passi ovattati in mezzo al casino della battaglia. Perché i gremlin non sono creaturine gentili: graffiano, mordono, e hanno questa brutta abitudine di avvinghiarsi ai tuoi polpacci e morsicarteli come fossero prosciutti.

La supero di un paio di metri e mi volto verso di lei. Gambe leggermente divaricate, braccia alte a proteggere il torso.
Stiamo a guardare. Vediamo se la ragazzina è brava con le gambine quanto lo è con le parole.

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Energia: 70% (100% - 20% - 10%)
Stato mentale: Concentrato

Passive:
Manipolazione delle ombre - Come da titolo
Even shadows have shadows - Percezione pericoli
Albino Eyes - Scurovisione

Attive:

Hey, "buio" e "subbuglio" sono un'allitterazione, non una rima! Non barare. E non evitare i miei gremlin come se li vedessi! Anche questo è barare.

Dannazione. Li ha sentiti muoversi o ha la scurovisione? I ambo i casi, combattere al buio non mi dà il vantaggio che speravo. Inutile dare altra energia alla cupola.
Cerchiamo di sfruttare al meglio gli ultimi stralci d'ombra, piuttosto.

Non me l'aspettavo, la tempesta di neve. Credevo che i giullari saltellassero, zompettassero e poi... Boh, lanciassero palle da giocoliere?
Alzo il cappuccio della felpa, rabbrividendo sotto il vento gelido. La mia ombra si solleva di conseguenza, formando una parete di tenebra solida davanti a me.
La barriere ondeggia sotto i colpi delle schegge di ghiaccio. La forza centrifuga scaglia contro i miei fianchi qualche frammento, ma nel complesso sono ben protetto dalla parete di energia.

Non è così per i miei gremlin, che arrancano sbattuti qua e là della tempesta. Do loro ordine di artigliare il suolo e procedere strisciando, e un paio di loro riescono a raggiungere le gambe della ragazza. Non erano così lontani dall'occhio del ciclone, in fondo.
Il loro ordine è di avvinghiarsi alle sue caviglie e morderle un po'. Sono stremati, ma non m'importa che riescano a danneggiarla: sono solo un diversivo.

Tendo una mano, e quattro sfere d'ombra si formano tra le mie dita. Pece condensata, indistinguibile alla vista dal buio che ci circonda.
Appena i gremlin ghermiscono la ragazza, lancio le sfere con un movimento del polso, mirando alla schiena. Se la ragazza non possiede un super-udito, o la capacità di sentire le onde d'urto, difficilmente le sentirà arrivare.

La chiave di tutto qui è la sincronia: le sfere d'ombra devono colpire immediatamente dopo i gremlin; altrimenti rischio che il giullare, saltellando per evitarli, eviti anche i globi scuri.
Inspiro l'aria gelida, riabbasso le braccia a difesa del petto. Sto andando bene, sto andando bene.


Sto andando bene?

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Energia: 55% (70% - 10% - 5%)
Stato mentale: Concentrato
Stato fisico: Qualche graffio ai fianchi.

Passive:
Manipolazione delle ombre - Come da titolo
Even shadows have shadows - Percezione pericoli
Albino Eyes - Scurovisione

Attive:


Secondo turno di:

Questa tipa... Non è un giullare.
È un fottuto mostro.

L'ho sottovalutata. Pensavo fosse un attaccante fisico, non la credevo capace di questi incanti.
Prima la tempesta, poi la difesa totale. E ora... Cos'è che sta lanciando in aria?
Non importa. Qualsiasi cosa sia, non posso permettermi di pararlo.
La cupola d'ombra sta svanendo. Strizzo gli occhi, mentre la luce del sole torna a illuminare il campo di battaglia.
(Chissà dove si è nascosto Lasher. Spero non si sia spaventato.)
I gremlin sprofondano nell'ombra della giullare, tornando nella loro dimensione.
Sono rimasto solo, e ciò non va bene. Tempo di tirare fuori l'artiglieria pesante.

La campanella colpisce il suolo, e da essa si sprigionano spire biancastre. Si diffondono sul suolo, formando una ragnatela che mi si avvinghia alle caviglie.
Sono bloccato.
La ragnatela è elettrificata.

Ora, io sarò pure un masochista, ma i feticisti dell'elettricità non li ho mai capiti.
Non è un bel tipo di dolore. Troppo rapido, troppo intenso. Qualcosa che si subisce e non si gusta, e che provoca spasmi che mi ricordano gli attacchi di panico.
Le gambe cedono. Cado a terra, occhi socchiusi e la mente che cerca di essere altrove.
Doloredoloredolore NONCIDEVOPENSARE. Anzi, forse sì.
Canalizzarlo tutto nella mia richiesta di aiuto.

Le ginocchia toccano il terreno, che si riempe di crepe come fosse un vetro rotto. E da sotto i cocci, a suon di zampate, emergono due dei miei fidati servitori: il Balrog e il Cavaliere Nero.

Il primo è un demone del fuoco di due metri abbondanti, con corna ricurve e zanne lunghe quanto le mie braccia. Il secondo è un classico cavaliere in armatura, una spada tra le mani e il volto celato dall'elmo nero.
Ad un mio ordine mentale, avanzano. Il Cavaliere, più snello e rapido, cerca di affiancarsi alla ragazza per tirarle un tondo di spada contro il fianco destro. Sterminatore invece se la prende comoda: non gli serve correre, quando può semplicemente aprire la bocca e sputare fuoco contro la schiena di lei.

Il mio ultimo avviso mentale è di coordinarsi bene: prima il fuoco (per rallentarla, si spera), poi la spadata del Cavaliere. Non voglio che si ripeta l'incidente di prima.
Una volta ordinato questo, torno a rantolare e rotolare al suolo. Cerco di strapparmi la ragnatela di dosso, tra un tremito e l'altro, ma riesco solo a ustionarmi anche le mani.
Strizzo gli occhi e cerco di rimettermi in piedi. Non mi piace la corrente elettrica...

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Energia: 25% (55% - 10% - 20%)
Stato mentale: Argh.
Stato fisico: Qualche graffio ai fianchi. Danni bassi da ustione elettrica un po'ovunque.

Passive:
Manipolazione delle ombre - Come da titolo
Even shadows have shadows - Percezione pericoli
Albino Eyes - Scurovisione

Attive:

La ragnatela non smette di far male. Non riesco a tirarmi in piedi, le gambe sono come gelatina.
Appena cerco di tornare su, nuovi spasmi mi percorrono gli arti, facendomi collassare. Poggio le mani a terra mentre cado, col risultato di farmi tremare anche le braccia.
«Nfgh.»
Mi mordo il labbro cercando di non urlare. Il dolore è forte, ma... Devo resistere. Sforzarmi di restare lucido.
Perché quel demonio sta continuando ad attaccare.

Il ruggito del Balrog mi spinge ad alzare il capo.
La dannata ha colpito anche lui. Gli impongo trattenere la rabbia, blocco i suoi artigli già protesi con un ordine mentale.
Attaccherà dopo. Prima la difesa.
Il Giullare saltella, agita le braccia. Tira fuori altre carte, come fosse un prestigiatore.
Carte taglienti. Carte veloci.
(Flash improvviso della ragazza vestita da Gambit.)

La prima carta mi sfiora il braccio sinistro. La barriera di Tenebra si solleva in tempo per parare le altre, che s'infrangono tintinnando contro una lastra semitrasparente e spessa come vetro. Oscurità cristallizzata.
Annaspo. Devo stringermi la spalla, vero? Artigliare la zona sopra la ferita fino a farla diventare bianca. Non lasciare che il sangue scorra, limitare l'emorragia. L'ho visto fare su E.R.
Sono così stanco e confuso. Mi gira la testa. Non credo di poter fare ancora molto, ma le mie evocazioni hanno ancora qualche istante di vita in questo piano.
E sono molto arrabbiate.

Allungo il braccio non ferito. Sei tentacoli neri emergono dalla manica, infrangendo la barriera vetrosa per andare a bloccare Jester.
La ragazza è a terra, è una preda facile. Dirigo i tentacoli per stritolarle gomiti, braccia, torso e collo.
Mi basta avvinghiarla con un solo tentacolo. Uno solo, e finalmente potrò permettermi di sussurrare
«Presa.»

Che io l'abbia catturata o meno, è tempo per le mie summon di attaccare.
Prima il Cavaliere Nero, il più debole. Un attacco di apertura, volto unicamente a costringere il Giullare alla difesa. Un fendente diretto alla schiena, la spada portata fin sopra il capo che poi cala come la lama di una ghigliottina.
Semplice e prevedibile. Una mera distrazione.
Il Cavaliere poi diverrà fumo, lasciando spazio al Balrog di sferrare un'ultima offensiva. Sciolgo le sue catene mentali e lui spalanca la bocca, vomitando un'altra fiammata contro la ragazzina. Il Balrog stesso diventa fuoco, consumandosi fino a scomparire.

Sono solo, e mi sento tanto stanco. Inginocchiato a terra, un gomito contro il suolo che ancora pizzica di elettricità, non posso fare altro che annaspare.
Ho voglia di chiudere gli occhi e non pensare più a niente. È così dura, combattere?
«... Finiamola qui.»
Forse lottare non fa per me, ma non importa.
Perché se non imparo a farlo finirò fottuto dal primo Demone che passa.

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Energia: 5% (25% - 10% - 10%)
Stato mentale: Argh.
Stato fisico: Qualche graffio ai fianchi. Danni medi da ustione elettrica un po'ovunque, graffio basso a un braccio.

Passive:
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Albino Eyes - Scurovisione

Attiva:

Secondo turno:

«Mngh.»
La ragnatela elettrificata svanisce.
«Argh.»
La giullare mi sbaciucchia e farnetica cose in rima.
«Nyagh!»
Raddrizzo la schiena, mi metto a sedere inginocchiato a terra. Il corpo pizzica ovunque, la mano è ancora premuta sulla spalla ferita.
Fa male, ma il taglio sembra essere superficiale: sta già smettendo di gocciolare. Bene così.
«Wooff!»
Oh, ecco dov'era finito il mio cane fantasma: è appena sbucato da un cespuglio. Mi trotterella accanto, mugola, cerca di leccarmi la spalla ferita. Un'azione un po'inutile, ma apprezzo il tentativo.
Soospiro.

«Avevo detto che sarei rimasto con te se mi avessi sconfitto.» dico, voltando il capo verso la ragazza «A me questa non pare una sconfitta: siamo in parità.»
Bugia: credo di essermi fatto male molto più di lei. Oppure, semplicemente, io sono un lagnone e lei è troppo pazza per accusare il dolore.
Whatever. Il punto è: non ritarderò di una settimana il mio viaggio a Sud per fare da baby-sitter a una disadattata. Le condizioni della sfida non erano ben definite, e io sono liberissimo di rimangiarmi la mia parola.
E poi parla in rima, sottolineiamo. Una settimana? Le salterei alla gola dopo un'ora, probabilmente.
«Ti offrirò un gelato quando ripasserò a Est, ma per il momento ti saluto.
Se hai qualcosa da ridire, puoi parlarne col mio avvocato.»
Lungo respiro. Riesco a rimettermi in piedi? Ok, sì. La saluto agitando la manina, per poi provare ad allontanarmi traballando.
Il cane mi segue guardingo, gli occhi fissi sulla ragazzina. Orecchie basse, bocca che freme in un ringhio a stento trattenuto.

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Energia: 5%
Stato mentale: Argh.
Stato fisico: Qualche graffio ai fianchi. Danni medi da ustione elettrica un po'ovunque, graffio basso a un braccio.

Passive:
Manipolazione delle ombre - Come da titolo
Even shadows have shadows - Percezione pericoli
Albino Eyes - Scurovisione