Children and monsters.

Ding Ding Ding.
Il sesto senso di CHIUNQUE avrebbe suonato, semplicemente entrando in quel cimitero. Davvero, quando dico chiunque, intendo proprio chiunque. Voglio dire, camminare in un posto del genere come se nulla fosse.. per quanto di giorno, è comunque un'idea pessima.

Infatti..
Una tomba particolarmente lussuosa, svettava tra le altre.
Grande, con tanto di una statua da vampiro sopra, era talmente fuori posto che sembrava non esserci. Completamente in ebano, solo un nome era scritto sopra, a caratteri fini ed eleganti. Nessuna data, nessun epitaffio, niente di niente.

Rachel Alucard

Andiamo, chi non verrebbe incuriosito da una cosa del genere?
Ad ogni modo; d'improvviso, un fumo nerastro comparve intorno alla statua, oscurandola completamente. E dal fumo, con un saltello, fece la sua comparsa una figura piccina e singolare. Una gonna enorme, dalla quale spuntavano due scarpette nere laccate. Il vestito era sui colori del nero e del rosso, con merletti qui e lì a decorarlo; le decorazioni ricordavano croci ed oggetti simili, ed infine c'erano un paio di fiocchetti dello stesso colore. La ragazza in questione indossa anche altri due fiocchetti in capo, che le legano i capelli in due lunghi codini, incorniciando in modo elegante i suoi occhioni cremisi, che vengono immediatamente puntati sull'umano che aveva dinanzi.

Sì, è un umano.
Non trovava altra spiegazione.
In maniera composta ed elegante, portò la mano destra a contenere un piccolo sbadiglio, mentre la sinistra si strinse intorno ad un oggetto che sembra essere un ombrello chiuso con orecchie da gatto. Dopo aver sbadigliato, parlò con una vocetta squillante, autoritaria ed al contempo carica di disprezzo.

« Umano, sai per caso dirmi in che anno siamo? »

Dopo alzò lo sguardo, notando che era giorno.
Tch, che sfortuna. Con un gesto morbido e tranquillo, aprì il proprio ombrello, rivelando anche un paio di occhi su quest'ultimo ed un musetto da gatto, con tanto di coda che spuntava dalla parte posteriore di quest'ultimo. La ragazza rivolse al suo interlocutore un sorriso appena accennato, che scoprì accidentalmente i suoi canini appuntiti. Totalmente involontario, huh.

« Aaahn, che modo per svegliarmi.. »

Disse l'ombrello.
Sì, l'ombrello. Parlò l'ombrello. A quella frase, Rachel semplicemente arricciò il naso infastidita, e.. null'altro. Davvero, lo lasciò scivolare con agilità.

... che razza di risposta.
Storse ancora di più il naso, sempre più infastidita dalla situazione. E lei che per una volta si era voluta fidare di un inutile umano. Si voltò dall'altra parte, cercando di capire più o meno quanto tempo fosse passato. Inutile dir eche la cosa non le riuscì per niente facile, anzi. C'erano solo complicazioni a riguardo. Fallimento totale, inutile a dirlo.

Saltò giù dal piedistallo dove prima c'era la statua, strigendo meglio l'ombrello tra le dita. Abbassò gli occhi cremisi sul cagnolino fantasma, sbattendo le palpebre dalle lunghe ciglia un paio di volte. E quel botolo cos'era?

« ... Lasher è un bel nome.
Non è come Montblanc, ma è un nome carino. »

L'ombrello era abbastanza tranquillo, riguardo l'abbaiare, e così lo era la vampira. Del resto, l'umano inutile aveva appena detto di star buono, pertanto.. le bastava pensare che sarebbe rimasto al suo posto. Altrimenti Fuffi se ne sarebbe occupato! Non ci sarebbero stati problemi di alcun tipo.

Rachel si rivolse nuovamente a lui, porgendogli una nuova domanda. Il tono era visibilmente più scocciato di prima, visto che non aveva ancora ottenuto informazioni utili riguardo il dove ed il quando si trovava.

« Umano, sai dirmi almeno dove ci troviamo? Mio padre mi ha consigliato di dormire per un poco, ed ha organizzato lui il mio spostamento. Quindi non so bene dove siamo. »

Poi, come se improvvisamente un fulmine l'avesse colpita, si battè la mano libera sulla fronte, con delicatezza ed eleganza. Che sbadata, si era dimenticata una parte importantissima dell'etiquette. Si inchinò lievemente, alzando appena la gonna nel gesto. Per quanto umano, quell'essere meritava rispetto.

« Che sbadata. Sono Rachel Alucard, figlia del Conte Vlad Tepes III Dracula. Lieta di conoscerti, più o meno. »

Sorrise nuovamente, mentre tornava su, e ricominciava a guardare malissimo il cagnolino. Tch, stupido botolo. Montblanc rimase in silenzio; non voleva ammettere di avere una fifa tremenda.

La vampira rimase piacevolmente sorpresa dalle maniere dell'umano. Non sembrava.. così malaccio, del resto. Poteva rivelarsi utile, e sembrava essere più informato di quanto avesse inizialmente preventivato. Forse non era uno spreco di spazio! E aveva persino detto di avere delle origini pseudo nobiliari, pertanto, poteva essere un ottimo Lacchè! Per quanto Montblanc svolga il ruolo egregiamente, non era molto utile.

« ... Umano Lazarus, ti sono grata per l'informazione.
Ed inoltre, voglio farti un'offerta irripetibile. »

Si sentiva magnanima.
Gli occhi di Montblanc ruotarono, sino a rivolgersi in direzione del ragazzo. Nelle iridi si poteva quasi leggere una frase sulla falsa riga di "per il bene di tutti, ascoltala.". Rachel sorrise divertita e contenta; per la prima volta, sembrava davvero entusiasta di quel che stava accadendo. Aveva bisogno di un nuovo servitore, e .. voleva quell'umano. Avrebbe fatto parte della sua collezione.

« Se sei in grado di preparare un buon tè, puoi diventare il mio nuovo maggiordomo. E' un onore concesso a pochissimi, credimi. Babbo organizzava dei concorsi, per trovarmi un servitore adatto, ai tempi. »

Inutile dire che la partecipazione era obbligatoria, e che la diserzione era punita con la morte. Pertanto, le gare avevano un'affluenza incredibile, semplicemente disastrosa. Rachel continuava a sorridere, tuttavia, apparendo ancora più viziata e .. potente di quanto in realtà non fosse.

« .. non conosco questa Laputa.
O meglio, sicuramente ci sono già stata, ma il nome mi suona nuovo. C'è qualcosa di interessante da fare da queste parti? Sono attualmente.. annoiata. E sono sveglia solo da qualche minuto. »

Anche meno, a dirla tutta.

Una città di necromanti ed aviatori..
poteva essere molto interessante! Era la città che faceva per lei! Ecco perché papà le aveva sistemato la bara da quelle parti. Oh, ecco cosa si era dimenticata, la bara! Schioccò rapidamente le dita, e nello spazio di brevi attimi, rivoli di sangue presero a scendere dalle sue dita, ad una velocità semplicemente incredibile. Il sangue si riunì in un punto poco distante da lei, sino ad addensarsi a formare una figura umanoide, alla quale la vampira rivolse un sorriso soddisfatto. I suoi poteri non erano ancora fuori uso, allora!

« Oooh, ciao Abdul!
Puoi prendermi la bara, per favore? Ci stiamo spostando! »

A quelle parole, l'essere appena evocato si chinò, per recuperare una piccola bara nera e rossa dall'alloggiamento nella statua, sfilandola letteralmente dal terreno. Se la caricò in spalla come se fosse un radiolone anni ottanta, attendendo ulteriori istruzioni dalla sua padrona.

Padrona che per la cronaca, non aveva ben sentito parte del discorso di Lazarus.
Pertanto, l'unico problema.. era che il ragazzo non sapeva fare il tè, no? Beh, era un problema risolvibile. Si mosse di un passo verso l'uscita del cimitero, schioccando le dita - sia agli indirizzi di Abdul che di Lazarus - iniziando a muoversi in quella direzione, passo dopo passo. Abdul prese a seguirla, senza dire nulla.

« Appena sarai assunto, avrai tutto il tempo per imparare. Hai interesse a diventare un vampiro? O un Ghoul? O qualche creatura strana? Posso farlo, sai. Ho seguito tutte le lezioni sui servitori. »

O meglio, era stata obbligata a farlo. Le trovava noiose, ma improvvisamente erano diventate utili! Abdul era bravo e non dava fastidio, ma.. il suo tè era pessimo. Era tutto pieno di macchie rosse, per qualche strana ragione.

Non smise di camminare.
Semplicemente, si rigirò il manico dell'ombrello tra le dita affusolate, facendo uscire qualche piccolo miagolìo di protesta. Appena accennato, nulla di grave o troppo rumoroso. L'umano stava sollevando una polemica abbastanza interessante.

Non voleva essere assunto?
Oh, no. No, no, no.
Non andava bene.

Rachel non è il genere di persona da rinunciare a qualcosa che vuole in maniera tanto semplice. Quando lui protese il collo in avanti, lei semplicemente ci poggiò le dita, accarezzandoglielo piano come a soppesarlo, pensierosa. Ed infine, ritrasse le dita.

« Non sono una sporca mezzosangue.
Sono una purosangue, io. Di origini nobiliari, per giunta. »

Il tono era offeso. Visibilmente offeso.
Il Golem di sangue parve notarlo, e guardò torvo - pur non avendo occhi - il ragazzo che tanto aveva ardito. Gli occhietti cremisi contrastarono quasi immediatamente quelli di lui, penetranti ed al contempo magnetici. Non stava cercando di intimidarlo, lo stava semplicemente guardando. E spesso bastava.

« Non mordo gli umani. Bevo il sangue da calici d'oro, che i miei servitori preparano appositamente. L'unico caso in cui morderei qualcuno, sarebbe per.. stringere un legame eterno. Se vuoi davvero il mio sangue, puoi diventare il mio maggiordomo. Non posso certo darlo al primo venuto. »

Si era un pochino tranquillizzata, durante tutto il discorso, visto che si era ricordata da sola che era sufficientemente nobile da poter camminare sopra tutto e tutti senza fermarsi. Le faceva bene, le dava.. un effetto placebo.

Oh, ecco.
Già andava meglio. Stava riconoscendo che la sua proposta era più che interessante, pertanto.. andava benissimo così. Il suo volto si contrasse a dipingere un sorrisetto soddisfatto, che mise ancora più in vista i canini appuntiti e bianchissimi. Le iridi cremisi indugiarono per un istante sulla sua figura, come ad esaminarla, per poi distaccarsene in maniera rapida.

« Sì, spostarsi altrove mi pare una buona idea. Spero per te e per tutti che il loro tè al biancospino sia buono. »

Disse mentre i suoi piedini continuavao a macinare terreno, emettendo un rumore sordo ogni volta che il tacco impattava con il terreno. Non era un tacco particolarmente alto, ma comunque.. Era soddisfatta.

Aveva trovato qualcosa da fare.
Sfuggire al collegio per Necromanti non era nulla di semplice; e poteva persino essere noioso! Pertanto, riuscire a tenersi impegnati, era necessario, se non fondamentale.

« Hai bisogno di una divisa da maggiordomo? »

Disse, come colta da illuminazione, mentre usciva dal cimitero accompagnata da Abdul e Lazarus.