The Way Back

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    Quanto tempo ho passato lontano da questa città?
    Per quanto tempo mi sono immerso in sogni miscelati di passato e futuro di questa e altre dimensioni?
    Per quanto tempo la Bestia ha posseduto il mio corpo ed è vagata libera per queste terre?
    Cos'è accaduto nel mondo mentre la mia mente invecchiava?
    Domande, domande e ancora domande.
    Domande che vengono spazzate via dal vento e dal dolce suono che lo accompagna, un suono che si propaga nella mia mente e diventa così forte da sovrastare tutti i rumori della città, un rumore forte ma gentile.
    Proprio come la Dama e signora di queste terre, gentile ma forte.
    La Dama...
    L'unico pensiero che mi ha permesso di tornare in me; spezzare le visioni che la Luna mi inviava e permettermi di soggiogare nuovamente la Bestia.
    Pensiero che ora esplode nella mia mente come un'alba improvvisa e accecante, d'istinto stringo il cristallo che porto alla cintura; in quel piccolo cristallo vi è contenuto il sogno di una vita intera. Altri anni d'invecchiamento per la mia mente.
    Scrollo con forza la testa, devo scacciare tutti questi pensieri.
    Accelero il passo facendomi largo tra la folla e ignorando tutto e tutti fino a Lordaeron.
    Dopo la mia lunga assenza è tempo di tornare al suo fianco, troppo a lungo non sono stato in grado di ottemperare ai miei doveri, troppo a lungo sono stato un pericolo.
    Ora non più.
    Mai più.
    Ora ho nuova coscienza di me, nuovo controllo sulla Bestia.
    Ora ho nuovo potere a mia disposizione.
    Mi fermo d'innanzi all'ingresso e mi rivolgo a una delle guardie di turno che mi osserva con occhio prudente, a volte dimentico di quanto il mio vestire sia eccentrico.
    "Avvisate Lady Kalia che Kizan, membro della Guardia Indaco chiede udienza."
    Sottolineo il mio titolo con tono autoritario così da essere considerato, dopo tutto il tempo che ho trascorso lontano da qui dubito che tutte le guardie della città sappiano chi sono.
    A malincuore mi rendo conto di aver già vissuto una scena simile, quella volta chiedevo udienza per dare pace all'anima di un vecchio amico; uno dei molti perduti lungo la via, ma mai dimenticati.
    Un giorno scriverò i nomi di tutti coloro che ho perduto lungo il cammino e sarà talmente lunga che scriverò il mio nome prima di terminarla.
    La Luna mi ha mostrato la fine di Myth Arandor, ho visto le sue rovine tornare nell'abbraccio della terra ma sotto di essa permangono immutate le tombe degli eroi che considero amici e mentori, un giorno spero di potermi meritare un posto tra di essi.
    Ma non oggi.
    La guardia è di ritorno.
    Oggi è il giorno in cui riprendo il mio posto in questo mondo.

     
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    "Avvisate Lady Kalia che Kizan, membro della Guardia Indaco chiede udienza."

    Le due guardie di ronda all'ingresso del Maniero lo squadrarono da capo a piedi con aria accigliata; i motivi -dopotutto- potevano essere molteplici, e sarebbero risultati tutti parimenti validi: che non avessero mai visto da tanto vicino un guerriero così alto e possente era evidente, ma forse si stavano chiedendo anche se quel che aveva appena affermato potesse essere la verità; magari erano impegnati in qualche sforzo mnemonico per richiamare alla mente i protagonisti delle leggende sulla Guardia Indaco di cui hanno letto da giovani, oppure -e non era da escludersi- semplicemente non capivano il motivo di tanta scontrosità.

    « La Dama Azzurra è nella sala del trono. »
    esordì uno dei giovanotti
    « Vi ci faccio accompagnare subito...! »

    Tutto lì...? Come era stato facile venire ammesso al cospetto di una delle personalità più importanti ed illustri del semipiano! Già... Come al solito, le misure di sicurezza che Lady Kalia riservava a sé stessa erano fin troppo blande... ma, dopotutto, la Pantera aveva già avuto modo di rimproverarglielo, quello... Era per quello che avevo inteso riorganizzare i Cavalieri.

    Un ragazzetto in abiti eleganti trotterellò fuori dai giardini in direzione dell'interno del castello, e fu con un fischio e un gesto che l'altra guardia ne richiamò l'attenzione per affidargli il compito di far da guida al visitatore; quello, un ragazzino -forse adolescente-, si fermò squadrando il terzetto con aria interrogativa, annuì con la testolina castana, e abbandonò il cesto di vimini che stava trasportando da una parte prima di trotterellare incontro al Mannaro, restando a fissarlo dal basso, con negli occhi bigi la curiosità tipica dei bambini.

    « Da questa parte, Signore...! ♥ »
    cinguettò allegramente lo scricciolo

    Così dicendo, il fanciullo volse la schiena al Cavaliere e si addentrò nel cortile per fargli strada; insieme, percorsero di buon passo il tappeto rosso del primo corridoio, immersi in un silenzio quasi surreale... ma non appena furono soli, il bimbetto non potè più trattenersi.

    « Vai a trovare la Sorellona? ♥ Dopo tutto questo tempo, sarà felice di rivederti..! »
    chiocciò il "paggio", intrecciando le mani sulla nuca con un balzello
    « Solo... cerca di non sparire troppo presto:
    potrebbe davvero avere bisogno di averti intorno, questa volta... »

     
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    Ancora una volta la bontà della Dama si riflette nella carenza di sicurezza, devo trovare uno squadrone di maghi che sia in grado di vedere le bugie e i mascheramenti e metterli a lavorare giorno e notte.
    Sorrido nel vedere quale guida mi è stata assegnata, finalmente un volto famigliare.
    Inizio a seguire il bambino ma prima di sparire completamente alla vista delle guardie rivolgo loro un ultimo saluto.
    "Se io fossi un assassino, con voi di guardia, Lady Kalia dovrebbe contare solo sulle sue forze per difendersi. Siate più prudenti."
    Poi inizio a seguire il tappeto rosso mentre cerco di calmare il mio animo furente. Sono più arrabbiato con me stesso che con le guardie, è colpa mia se la difesa della Dama fa acqua da tutte le parti. Certo non che uno dei quattro alfieri necessiti di protezione dalle minacce comuni ma se si trovasse stremata come l'ultima volta nell'osservatorio... Non voglio pensarci.
    Le parole del pargoletto mi riportano alla realtà.
    "Sempre qui a gironzolare piccolo sgorbio."
    Rivolgo un sorriso al ragazzino.
    "E noto che ogni volta che mi parli un'ombra di oscuri presagi si stende d'innanzi alla mia via.
    Lei sta bene ora vero? O devo già iniziare a correre?
    "

    Mi rivolgo a lui con finta preoccupazione, se la Dama fosse in pericolo mi avrebbe avvisato immediatamente... Vero?
    L'ho già trovata indifesa una volta, ritrovarla stremata pure ora, nel giorno del mio ritorno, sarebbe una circostanza che va ben oltre alla semplice coincidenza.
    Sembrerebbe più Destino...
    ... o malasorte dall'aver incontrato questo sgorbio, l'uccello della malasorte...
    Mentre le piccole preoccupazioni nella mia mente si ingigantiscono allungo il passo e supero il bambino, non ho ancora dimenticato come raggiungere il trono della mia signora e ora intendo raggiungerlo in fretta.

     
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    "Sempre qui a gironzolare piccolo sgorbio."
    il primo commento del Mannaro strappò al bimbo una risatina argentina
    "E noto che ogni volta che mi parli un'ombra di oscuri presagi si stende d'innanzi alla mia via.
    Lei sta bene ora vero? O devo già iniziare a correre?
    "


    « Beh, da quando è saltato fuori che qualcuno sta cercando di distruggere la Famiglia a cui io e la Sorellona apparteniamo, vengo spesso qui a gironzolare...! ♥ »
    assentì il ragazzino dai capelli castani, trotterellando spensierato accanto a Kizan
    « ...ma, non c'è da preoccuparsi... »

    Forte delle sue gambe lunghe -che gli permettevano falcate più ampie e passi più rapidi- il Cavaliere Celeste superò il bambino, lasciandoselo alle spalle con facilità, e -in quel momento- il suono dei suoi passi scomparve, così come la sua presenza; se si fosse voltato a cercarlo con lo sguardo, il corridoio non avrebbe lasciato alcuna traccia dell'esistenza dell'infante.

    « ....per adesso...! ♥ »

     
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    Percorrendo il solito iter che conduceva alla Sala del Trono, attraversando l’andito fiancheggiato dalle armature degli Eroi caduti in difesa del Presidio -in piedi come soldati eternamente vigili-, la Pantera fu sola nel tragitto fino alla soglia delle doppie porte monumentali -sempre aperte in un muto gesto di accoglienza- che imboccavano l'ampio salone circolare dove la Dama Azzurra era -da sempre- solita tenere udienza.

    L'avrebbe trovata lì, come al solito, come nei suoi ricordi: assisa sullo scranno di legno intagliato, con il capo dolcemente reclinato da una parte, e le iridi di zaffiro perse in qualche documento -magari noioso, magari preoccupante-, come sempre indaffarata nelle mille questioni che richiedono la sua attenzione... eppure, non appena il Mannaro fece il suo ingresso, ella alzò subitaneamente lo sguardo blu per posarlo su di lui.

    C'era sorpresa sul suo viso, ma essa non offuscò la materna e dolce premura che le scaldò il petto alla vista di un amato figlio dell'Est, finalmente di ritorno a casa.


    « Kizan...? »
    mormorò, posando i dispacci su un tavolino lì di fianco e levandosi dal suo seggio
    « Sei proprio tu...? Sei tornato...? »

     
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    Come sempre la piccola peste parla per indovinelli ma, dopo aver allungato il passo, me lo lascio alle spalle e rimangono solo le sue ultime parole a turbare i miei pensieri.
    Solo una cosa ferma la mia avanzata.
    Mi fermo un secondo d'innanzi al corridoio costeggiato dalle innumerevoli armature, testimoni di innumerevoli battaglie e giorni gloriosi.
    M'inchino d'innanzi ad esse nella speranza che gli spiriti dei loro possessori possano udirmi.
    "Vi ringrazio fratelli d'armi per aver tenuto al sicuro la nostra Dama.
    Spero che, nel giorno della mia morte, sarò degno di unirmi a voi.
    "

    Mi rialzo in piedi e riprendo il mio lesto cammino.
    Ora sono rincuorato.
    La guardia dei vivi non è mai affidabile ma la guardia di chi è sfuggito alla morte per dedizione al dovere...
    Ma ora che sono qui anche la guardia dei vivi sarà più ferrea, almeno finché io vivrò.
    Giungo finalmente alla Sala del Trono e la visione della mia Signora mi sembra immutata; sempre intenta a lavorare per il bene del suo popolo.
    Quasi avevo dimenticato quanto fosse ammaliante la sua voce e quanto fossero profondi i suoi occhi.
    Come se un dolce vento sussurrasse meravigliose parole alla mente mentre l'animo viene dolcemente cullato e sostenuto da un mare immenso, un mare in cui sprofondare beatamente.
    Crollo in ginocchio e chino il capo mentre le rispondo con voce strozzata.
    "Mia Signora..."
    Tutte le fatiche e i tormenti che il mio corpo e la mia anima hanno subito in questi anni, in preda ai deliri della Bestia e alle visioni della Luna svaniscono in un istante e la fiamma che brucia nel mio petto divampa con nuovo vigore.
    "Si, sono a casa..."

     
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    "Mia Signora..."

    Sotto lo sguardo dei suoi occhi di zaffiro, la Pantera cadde in ginocchio:
    nel vederlo col capo chino -come un penitente- il cuore le si strinse,
    e nel sentire la contrita sofferenza nella sua voce, un'ombra le velò il viso.


    "Si, sono a casa..."

    Preoccupata per la nostalgia e il cordoglio che straripavano dal cuore di quel figlio dell'Est -così a lungo rimasto disperso- come acqua da un vaso, la Dama Azzurra si levò dal suo scranno con leggerezza per raggiungerlo; discese i pochi gradini come se fluttuasse, e in un attimo gli fu difronte, pronta a cingergli il capo in un abbraccio e stringerselo al petto, mentre le mani diafane e delicate gli posavano carezze sul capo con tocchi gentili.

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    « Va tutto bene, Kizan... Qualunque cosa ti sia accaduta... è passata... »
    lo rassicurò la Castellana, sorridendo con dolcezza
    « Dimmi: c'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio...? »

    Così dicendo, lo prese per mano, e -camminandogli a fianco- lo condusse con sé verso i giardini del maniero; dopotutto, uno dei suoi figli era tornato a casa e fuori era una bella giornata: non c'era motivo di restarsene al chiuso, in compagnia di cattivi pensieri...



    Edited by Madhatter - 8/12/2014, 15:02
     
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