Saltando un mese a piè pari

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  1. Jack BloodHeart
     
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    Tra l'esoterico stupore generale, Adaham capisce al volo cosa sia un evocatore; certo, non è esattamente così, e, d'altronde, non si sa nemmeno se abbia davvero inteso che quelli che Jack evoca non sono spiriti normali o umanoidi - non per ora, almeno; ma che dire? Sempre meglio di dover star lì a spiegare per filo e per segno come funzione: sembra non farsi tante domande su questa cosa, anche se probabilmente è dovuto solo alla folla che li sballotta un po' a destra e a manca.

    I giovani, comunque, dopo aver scansato alcuni degli esseri più irritanti incontrati fin'ora sul semipiano - le persone - giungono alla taverna. L'evocatore non fa molto caso al nome, in fondo non è quello l'importante. Allunga una mano verso la porta, spingendola e sentendo il lieve scricchiolìo del legno: un classico, insomma. Il posto è gremito di persone, le quali, senza quasi curarsi di tutto quello che hanno intorno, sono tutte assorte nei loro discorsi, contribuendo a creare un casino tale da far scambiare il suono del liuto del musicista lì presente per un semplice ed irritante stridolìo, come se fosse quella la cosa fuori posto, non le loro grida.

    Il caster sospira, avvicinandosi all'oste ce, dall'alto dal suo fare da orco - anche se in realtà è un semplice grassone - indica un tavolo in fondo alla sala, giusto per due persone. Passa in mezzo a boccali semi-vuoti, spruzzi di vino e pezzi di carne lanciati in aria: sembra quasi un campo di battaglia culinario, dove alle membra son sostituiti i polli e al sangue i condimenti.

    Dopo la difficile traversata, i giovani arrivano all'unto tavolo in legno. E' sporco. Sporchissimo, ma a quanto pare non c'è di meglio. Jack si siede. Sta stretto. «Odio già questo posto.» commenta Fenrir, a nome, probabilmente, di tutti e tre i suoi spiriti: in fondo sono abituati a stare in luoghi leggermente più grandi di quello.

    Qualche istante dopo essersi accomodoati, l'oste raggiunge la postazione dei due, passando il suo orrendo, imbrattato panno sulla superficie legnosa del tavolo. Lo sporca quasi più di prima. «Allora, che prendete? C'è lo stufato del Merovish, l'insalata dello Yuzrab e, se posso consigliare, la specialità della casa: Carne di segugio del Geisine in salsa magmatica, servita con un bel boccalone di birra. Che dite?» esordisce il tizio. L'evocatore inarca un sopracciglio, volgendosi verso il compagno e trattenendo a stento un sorrisetto. «Inizia tu.» dice, ironico, aspettando che il giovane decida. Dopodiché «Per me la specialità della casa» conclude, deciso. Ne ha uccisi troppi di quei segugi per non sapere che sapore abbia la loro carne.

    Prese le ordinazioni, il grasso oste se ne va, lasciando i giovani tra la confusione generale. Jack si sporge verso Adaham, cercando di farsi sentire in tutto quel chiasso. «Dicevamo...?» chiede, poggiando i gomiti sul tavolo, quasi dimenticandosi della sporcizia presente là sopra. Poco male, ci sono i versi di disgusto dei suoi spiriti a fargli notare la cazzata fatta. Iniziamo bene, insomma.

     
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    « Adaham Crowlou »
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    Jack Ifrit


    Proseguiamo lungo la strada, attraversiamo la folla, e finalmente giungiamo alla taverna. Jack apre la porta ed entra, seguito subito dopo da me. E' pieno di gente, sconosciuti intenti a fare... qualunque cosa vogliono. Discutono, mangiano, urlano, in questo posto c'è il classico casino che ci sarebbe in un qualunque altro luogo ove i presenti cerchino di farsi sentire dal vicino alzando sempre di più la voce, cercando di sovrastare gli altri lì intorno che nel frattempo avranno iniziato anch'essi a parlare più forte.

    Cercando di ignorare il casino, e di non gettare troppe occhiate in giro, seguo Jack fino a quello che sembrerebbe l'oste, un omone grande e grosso, specialmente grosso, che ci indica il nostro tavolo, proprio in fondo alla sala. Lo raggiungiamo con non poca fatica, la stanza è strapiena di persone, per nulla tranquille. Urla, schiamazzi, cibo e bevande che volano da tutte le parti ma, infine, riusciamo comunque a giungere sani e salvi alla meta. Un piccolo tavolo di legno, giusto giusto per due persone, o forse per una e mezzo visto quanto si sta stretti.
    Ed è sporco, unto e bisunto. Ci sediamo comunque, non c'è molta altra scelta: o seduti a mangiare a questo tavolo sporco, oppure in piedi magari senza cibo. L'oste ci raggiunge, cerca di pulire il tavolo con un panno, e dopo che lo ha fatto la situazione sembra addirittura peggiorata. Perfetto, speriamo almeno che la roba che offrono sia mangiabile, e che l'apparente amicizia per l'unto non debba essere collegata con l'incapacità in cucina.
    Anzi, a dire il vero il fatto che il tavolino sia ridotto così potrebbe fare intendere che i pasti siano talmente buoni da non preoccuparsi di sporcare, o semplicemente la gente di questo posto ama abbuffarsi senza pensare ad altro.

    L'oste ci chiede di ordinare, e propone tre piatti: lo stufato del Merovish, che da quel che ho sentito prima dovrebbe essere il nome di questo posto, l'insalata dello Yuzrab, che non ho idea cosa sia, e la specialità della casa, carne di segugio del Geisine in salsa magmatica servita con un bel boccalone di birra. Carne... di segugio? Mi sa tanto di carne di cane, e non ho alcuna intenzione di provarla, bleah.
    Jack mi invita ad iniziare, e quindi procedo con l'ordinazione dell'unica cosa che forse potrebbe piacermi.
    "Direi... lo stufato, grazie."
    E da bere? Cosa posso chiedere?
    "Avete per caso della coca cola?"
    Non ho nemmeno pensato che in un altro mondo potrebbe non esistere, oppure che possa essere diversa. L'oste mi fissa, non capisco se sia dubbioso, serio o divertito, o tutti e tre. Poi si mette a ridere, la sua pancia ballonzola a ritmo con le risate, e mi risponde.
    "Hahaha, coca cola? Sicuro di non volere qualcosa di più leggero, ragazzino?"
    Mi sta prendendo in giro? Lo fisso inizialmente senza espressione, indeciso su cosa dire, poi sorrido e rispondo.
    "Sicuro sicuro, grazie"
    Per qualche istante ho avuto la tentazione di ricambiare con una battutaccia, però ho deciso di trattenermi perchè si sa, non bisogna mai fare arrabbiare colui che ti prepara da mangiare.
    "Hahaha, coca cola, va bene ragazzino."
    Questi risponde ancora ridendo, e poi ascolta anche l'ordinazione del mio compagno. Jack ordina la specialità della casa e poi, dopo che l'oste se ne è andato, si rivolge a me, sembra volere riprendere il discorso di prima.

    Qualche istante per ripensare all'argomento, e poi gli parlo cercando di farmi sentire, sporgendomi anche io come ha fatto lui. Ignorando lo sporco sul tavolo, riprendo con le domande.
    "Parlavamo degli spiriti. E' possibile che ce ne sia uno che mi gironzola intorno sin da quando eravamo nel deserto? Come funziona la loro evocazione? Come... appaiono?"
    Domande sugli spiriti, per scoprire di più su di loro, e forse su questa voce che ho nella testa. O che avevo nella testa, poiché è da un po' che non si fa sentire.
    Strano, che stia forse tramando qualcosa?

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    Entra, si siede, ordina, poi fa le domande.
     
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  3. Jack BloodHeart
     
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    Stufato. E coca cola. Ok, partendo dal presupposto che l'evocatore non sa nemmeno cosa sia lo stufato del Merovish e che forma abbia esattamente, una domanda gli sorge più che spontanea. Che diavolo è la coca cola? Sarà sicuramente un qualche tipo di bevanda, e dev'essere anche molto corposa per esser bevuta con lo stufato, anche se si dovrebbe prima capire come diavolo è fatto, questo stufato, ma va beh. Per un attimo al caster viene in mente una piantina da piccole e minute foglie che i vecchi del suo villaggio non hanno mai voluto fargli provare. La chiamavano coca, ma davvero da una piantina come quella si può ricavare una bevanda? Beh, dovrà essere di sicuro molto buona se è così, infondo dopo aver masticato quelle foglioline gli anziani erano sempre più gioviali e ben disposti del solito, anche se una volta uno morì; gli era andata di traverso, dissero, ma non sembravano crederci molto. Poco male, almeno allo stato liquido non può nascondere certi pericoli.

    Adaham, dopo aver ordinato, ricomincia con le domande, e adesso a Jack non resta che rispondere.

    Il giovane si mette comodo, poggiando la schiena contro la sedia che, a dir la verità, è alquanto scomoda. Inclina un po' la testa, prima di trattenere un sorrisetto. «Cavolo, 'sto tizio ha più domande di un moccioso che vede per la prima volta ********* » impreca Ifrit, e il paragone non sarebbe del tutto fuori luogo, fosse solo per il fatto che, in determinati contesti, sarebbe meglio non dar troppa voce... alla voce del demone. L'evocatore scuote la testa, rivolto evidentemente al proprio spirito, ma probabilmente l'interlocutore non capisce questi gesti: in fondo ci vuole un po' per abituarsi a qualcuno che sembra parlare da solo. « Beh, non so se quello che dici sia possibile: se avessi avuto uno spirito intorno, l'avrei percepito... almeno adesso che ho riacquistato i miei poteri.» sentenzia abbastanza sicuro il ragazzo, studiando l'espressione del compagno e cercando di non traumatizzarlo troppo. « Per il funzionamento... beh: diciamo che questi esseri hanno bisogno di un qualcosa che gli presti abbastanza potere da riuscire ad entrare nel mondo materiale. Di norma non possono nuocere a nessuno nella loro forma eterea, a meno che non siano davvero incazzati.» conclude Jack, che a quel punto passa anche per il saggio della situazione, cosa che assolutamente non è.

    Mentre Adaham metabolizza le risposte - e prepara probabilmente nuove domande - le portate arrivare, e, mentre la carne sembra avere un aspetto meraviglioso, lo stufato si presenta un po' più scarno, diciamo così. Poco dopo arrivano anche le bevande, e la sostanza nera contenuta nel boccalone di Adaham attira subito l'attenzione di Jack. Come si fa ad ottenere qualcosa di nero da una foglia verde?

     
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    « Adaham Crowlou »
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    Jack scuote la testa, preannunciando la risposta che non tarda ad arrivare. Se ci fosse davvero uno spirito intorno a me, dice, lo sentirebbe, specialmente adesso che ha di nuovo i suoi poteri. Peccato, sono deluso da questa cosa, non mi sarebbe dispiaciuto avere uno spirito dalla mia parte, ma sono anche preoccupato, perchè adesso ho praticamente la certezza che la voce nella mia testa non appartiene a nessuno. Temo davvero che il viaggio attraverso il vortice mi abbia danneggiato il cervello, spero solo che il danno non sia eccessivo, e che non mi dia troppi problemi in futuro.
    Che bella prospettiva.

    Jack continua spiegando che per esistere gli spiriti hanno bisogno di una fonte di energia, di un qualcosa che presti loro il potere necessario, e di norma nella loro forma eterea non potrebbero far del male a nessuno. Uhm, buono a sapersi, forse. Chissà come ha ottenuto questa capacità, forse l'ha dalla nascita. Avrà avuto dei maestri, qualcuno che lo portasse sulla strada dell'evocatore? Sarà per me possibile imparare a fare lo stesso?
    Mentre rifletto su queste cose giungono le portate: un bel po' di carne per Jack, uno stufatino per me, e naturalmente la sua birra e la mia coca cola. Sorrido fissando il mio piatto, essì forse un po' di fame l'ho per davvero, prendo le posate e mi preparo a mangiare. Ma prima...
    "Gnam gnam, buon appetito a tutti"
    Ed inizio a mangiare. Prima di tutto assaggiamo un po' la carne, ne infilzo un pezzo con la forchetta e me lo porto alla bocca. Inizio a masticare. Uhhhh, è piccante, questo stufato è piccante! Non me lo aspettavo! Per fortuna non lo è troppo, è sopportabile.
    Dopo il primo boccone mi fermo per fare altre domande. Mi spiace amico, ma non ti lascerò in pace nemmeno a pranzo. Gomito sul tavolo, mastico, inghiotto, punto la forchetta verso Jack, e parlo.
    "In che modo gli presti questo potere? Sei tu a decidere se e quando farlo? Come vi siete incontrati, come avete stretto questo... accordo?"
    Forse riuscirò a divenirlo anche io.

    Finito di porre le domande, prendo il mio boccalone e bevo un sorso di coca cola. Uhmm, fresca e frizzante al punto giusto, proprio adatta per contrastare la piccantezza dello stufato.
    "Mi vuoi abbandonare?"
    Spalanco gli occhi, poco ci manca che per la sorpresa io sputi fuori la bevanda. Inghiotto svelto, quasi mi soffoco da solo, e mi lamento contro la voce. E Jack potrebbe evidentemente pensare che ce l'abbia invece con lui.
    "Ma che vuoi?"
    Abbandonarti? Magari! Con tutti i colpi che mi hai fatto prendere è già tanto se non sono morto per un infarto! Cosa sei? Non sei uno spirito, sei frutto della mia mente malata, il risultato di un imprevedibile viaggio attraverso un vortice, in una crepa nell'aria, nella realtà, un tunnel che mi ha portato in un altro mondo. Un mondo forse anch'esso frutto della mia immaginazione, ma comunque diverso dal mio.
    Voce, cosa sei? Un rimasuglio del vecchio mondo? Un qualcuno che cerca di contattarmi dal di fuori di questo sogno? Una seconda personalità che cerca di emergere?
    E' tutto una mera finzione, un costrutto della mia immaginazione?

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    Ascolta la spiegazione, assaggia lo stufato, e continua con le domande. Poi la voce si intromette, e Adaham si sconvolge un poco.
     
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  5. Jack BloodHeart
     
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    Talvolta, in certe circostanze, non ci si ferma tanto a pensare a quello che si sta facendo; certe volte la maggior parte del lavoro lo fa l'aspetto. Pensateci: cosa attira, di una persona, a primo acchito? L'aspetto, certo: una cosa è trovarsi di fronte un tizio vestito di stracci ed un'altra una bella ragazza in abiti succinti. L'apparenza è una cosa che ha un potere inimmaginabile sulla psiche umana, un po' come il desiderio, ma non è questo il punto. Alcune volte può anche capitare che una bellissima ragazza non attragga la nostra attenzione? Perché? Ve lo spiegate? Ebbene, la risposta è semplice: non solo l'apparenza, ma anche il contesto è una delle cose più importanti esistenti al mondo. Per esempio, prendete Jack: ha passato gli ultimi due giorni a camminare nel deserto, con pochissima acqua e carne di lucertola e - quando era fortunato - di cammello a fargli da pasto, il quale, adesso, vede nel piatto un'enorme porzione di costole arrostiste preparate con varie spezie ed odori: nulla fa che, in realtà, quella che adesso sta azzannando e gustando come la cosa più prelibata del mondo, sia alla fin fine carne di cane; ormai la sua mente è andata, ipnotizzata quasi da quella celestiale - seppur in parte lugubre - visione. Ha fame, e quella roba è - oggettivamente - estremamente buona.

    I suoi spiriti lo deridono, scherzando sull'improvvisa trasformazione del loro caster da saggio del villaggio a bestia affamata, ma poco importa: le voci quasi non sono percettibili tanto il sapore di quella roba gli inebria i sensi.

    Adaham, nel frattempo, continua con le domande, e sono anche di risposta alquanto semplice; fa un certo effetto dover rispondere a quesiti così banali, ma in fondo non è mica colpa del giovane se non sa assolutamente di cosa si stia parlando. «Beh, si: la maggior parte delle volte decido io... ma capita di perdere il controllo. Ci siamo incontrati nel mio mondo, loro fanno parte di una cerimonia di iniziazione... ci sono molte persone come me lì.» dice, velocemente, il ragazzo, tornando ad azzannare subito dopo il suo pasto. A quel punto il compagno impreca a voce fin troppo alta. In un primo momento sembra avercela con lui, ma Jack è fin troppo navigato in queste cose per fraintendere la sua espressione. Ha sentito qualcosa, e questa cosa l'ha infastidito.

    L'evocatore sorride, abbassando ancora una volta la testa nel piatto. « Sai, ho sentito che da qualche parte in questo mondo dovrebbe esserci una biblioteca enorme... dovresti provare ad andar lì per capire che ti succede.» suggerendosi, astenendosi dal dare ulteriori informazioni: non ricorda precisamente in che presidio si trovi questo posto, non vorrebbe spedirlo dall'altra parte del mondo per sbaglio. «Ti accompagnerei, ma non posso... devo cercare una cosa.» conclude, secco, il giovane. Probabilmente nelle sue parole emergerà anche un filo di scortesia, ma non può permettersi di rischiare di non ritrovare quello spirito di cui si è ricordato, ed ogni giorno, probabilmente anche ogni ora che passa, potrebbe rappresentare un'occasione mancata.

     
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    Mi lamento mentalmente contro la voce, sperando non abbia voglia di giocarmi qualche altro brutto scherzo, e nel mentre continuo a mangiare, anche se lo faccio con meno impeto di jack. Lui è talmente preso dal suo piatto che potrebbe anche non avere sentito le mie domande, sembra quasi un animale che è rimasto a digiuno, seppure un po' meno casinista di quanto tale essere sarebbe in una situazione simile.
    Mangio più lentamente e con meno foga, però l'avere un piatto un po' più contenuto dovrebbe permettermi di finire comunque più o meno insieme a lui. Ed oltretutto questo stufato è buono, e la sua piccantezza devo dire che non mi dispiace affatto.

    Contro le mie aspettative, Jack dopo poco si ferma, e mi risponde. Un po' di fretta, forse, ma comunque lo fa, e poi ritorna sul suo piatto proseguendo lo spettacolo. Mi dice che la maggior parte delle volte è lui a decidere, anche se gli capita di perdere il controllo, e lui e gli spiriti si sono incontrati durante una cerimonia di iniziazione, nel loro mondo. Ed il suo mondo è pieno di gente con queste capacità.
    Interessante, forse se partecipassi anche io ad una di queste cerimonie potrei riuscire ad ottenere almeno uno spirito, non dico per forza uno potente, ma almeno uno si.

    Jack, si ferma di nuovo, e mi parla di un'enorme biblioteca, da qualche parte in questo mondo, mi suggerisce di andarci per cercare di capire cosa mi stia succedendo. E' davvero una buona idea, chissà dove si trova. Da come ne ha parlato, sembra non saperlo neppure lui, ed inoltre dice che non può accompagnarmi perchè deve cercare una cosa.
    Chissà di che si tratterà, magari un qualcosa che ha a che fare con l'essere un evocatore, del tipo un bastone che aiuta a convogliare il potere, oppure un libro di incantesimi d'evocazione, o altre cose del genere.

    Continuo a mangiare, verdura, carne, verdura, carne, ed ovviamente ogni tanto bevo un sorso o due di coca cola, e nel mentre rifletto su tutto ciò che mi ha detto, in particolare sulla presenza di una grande biblioteca. Interessante, veramente interessante, detto così sembra una sorta di leggendaria raccolta di libri, rari e magari unici. Tra un boccone e l'altro, infilo altre domande per il mio compagno. Mi spiace, ma proprio non riuscirai a mangiare in pace, hihi.
    "Uhm, peccato, ci dovremo separare di nuovo allora."
    Mi dispiace, in fondo lui è l'unica persona in tutto questo mondo ch'io conosca, l'unico amico che ho.
    "Hai una qualche idea di dove possa trovarsi questa biblioteca, così da non dovere partire proprio da zero?"
    Una qualunque informazione, un qualsiasi straccio di indizio, qualcosa che mi aiuti a trovarla.
    E poi continuo a mangiare il mio stufatino piccantino.


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    Continua a mangiare, ascolta Jack, pensa e riflette, e poi ricomincia a parlare.
     
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  7. Jack BloodHeart
     
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    Ci sono situazioni in cui il tempo diviene fondamentale. Un secondo in più o uno in meno possono fare la differenza tra la vita e la morte, o tra la buona riuscita ed il fallimento; inutile dire che questo Jack lo sa bene, come potrebbe non tener presente una cosa del genere uno che, praticamente, rischia la sua vita un attimo sì e l'altro pure? La vita dell'evocatore in fondo è fatta così, di attimi. Un attimo prima sei solo, un attimo dopo hai un drago ad accompagnarti; passi dal non ricordare assolutamente nulla al sapere che, almeno per un bel po', non avrai pace se non continui a muoverti. Ebbene, per il tempo in cui il giovane si trova lì a parlare con l'amico, tutto questo sembra improvvisamente perdere di significato.

    Passa il tempo, passa tanto tempo, portando via addirittura qualche ora ai due commensali. La taverna si svuota, mentre tra una portata e l'altra il caster risponde alle numerosissime domande di Adaham. Quando finalmente il giovane alza gli occhi per guardarsi intorno, si accorge che probabilmente ha perso già fin troppo tempo - anche se non gli è affatto dispiaciuto.

    L'espressione cambia per un attimo, risultando quasi preoccupata. Come ha fatto a non accorgersi di tutto il tempo che ha perso? Beh, semplicemente forse non l'ha perso. Fissa il compagno, mentre quello gli pone l'ennesima domanda. «No, non ne ho davvero idea. Ti converrebbe iniziare a chiedere in giro.» risponde sorridendo, mentre estrae dalla tasca alcune monete d'oro guadagnate durante il viaggio di ritorno verso il Sud, quello con la compagnia circense. Pesa il sacchetto nel quale sono contenute: è evidente che i suoi "trucchetti" piacessero alla folla.

    Poggia sul tavolo alcuni pezzi d'oro: saranno più che sufficienti per pagare il pranzo, e probabilmente ne avanzerà anche una bella mancia. «Ora ti chiede dove li hai presi.» commenta, immancabile, Ifrit, scatenando le risa generali degli altri due spiriti, nonché un abbozzo di ghigno sul volto dell'evocatore.

    Jack si alza, lentamente: ha la pancia piena; che bella sensazione. Si stiracchia, avanzando di qualche passo e poggiando la mano destra sulla spalla dell'amico. «Non è il caso di trattenersi oltre in convenevoli: tanto ci reincontriamo, giusto?» dice, sorridendo e volgendo, nel frattempo lo sguardo verso la bacheca degli annunci. Uno strano simbolo con una mela e un serpente attrae la sua attenzione. Chissà cos'è.

    In ogni caso, attende ancora qualche attimo per salutare degnamente quel ragazzo che, tutto sommato, gli ha decisamente reso più lievi quelle ore passate a Merovish. Dovranno rifarlo, qualche volta. Presto si spera.

    Non è un addio, Adaham: è un arrivederci, e, se non ci credi, chiedi al Fato; lui lo sa bene.
    Fin troppo.

     
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    Jack Ifrit


    Continuiamo a mangiare, parliamo, per lo più sono io ad impedire al silenzio di scendere fra di noi con tutte le mie domande. Restiamo a conversare per molto tempo, la compagnia che mi è mancata nei cunicoli la ritrovo tutta in una volta qui, in Jack. Il tempo è volato, come si suol dire quando ci si diverte il tempo vola, e questo ne è l'esempio.
    Abbiamo trascorso ore insieme, a parlare di ciò che ci passava nella mente, a dissipare dubbi e a trovare spiegazioni anche un poco assurde per quanto ci è accaduto. Momenti passati a ridere, a mangiare e a divertirci insieme, come veri amici.
    Non posso certo dire che mi dispiaccia, l'avere perso così tanto tempo con lui anzi, se ne avessimo nuovamente l'occasione credo proprio che non esiterei a rifarlo.
    Purtroppo, tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, e quindi per ora dovremo porre un termine a questo incontro.

    Le ultime domande, le ultime frasi prima di separarci per la seconda volta, riguardano questa fantomatica enorme biblioteca. A quanto pare Jack non mi sa dire proprio niente, non ha nemmeno il più piccolo indizio su dove si possa trovare. Fa niente, non è un vero problema, chiederò in giro come mi ha suggerito di fare. Sorride, e posa alcune monete d'oro sul tavolo, probabilmente per pagare il pranzo. Mi accorgo di non avere soldi, perlomeno non per questo scopo, spero che quanto ha messo basti anche per la mia parte, grazie ancora amico, non sai quanto ti sono debitore per tutto il tempo passato insieme, per le risposte che mi hai dato, per l'amicizia che mi hai offerto.
    Non voglio però chiederglielo, mi imbarazza farmi offrire il pranzo così, ma non ho altra scelta.

    Si alza, si stiracchia e si avvicina, appoggia la mano sulla mia spalla. Mi parla sorridendo, ed io rispondo allo stesso modo, felice, eppure triste perché presto ci dovremo nuovamente separare.
    "Giusto, se risolvessimo tutto adesso la prossima volta non avremmo più niente da dirci "
    Lo guardo sorridente, mi alzo anche io, e mi fermo lì, davanti a lui. Mi preparo a stringergli la mano, magari ad abbracciarlo, ed ovviamente a salutarlo per bene. Cerchiamo solo di non metterci troppo, più tempo passa meno facilmente riuscirò a farlo andare via, e più mi mancherà al momento dell'arrivederci.
    "A presto Jack, sono sicuro che in un modo o nell'altro ci rivedremo"
    Neppure un viaggio di un mese nel futuro ce l'ha impedito, figuriamoci se potranno farlo le nostre future ricerche.

    Grazie ancora amico, di tutto.
    A presto.


    STATUS FISICO STATUS MENTALE

    Perfetto nonostante la lunga camminata Felice ma anche triste ma anche dispiaciuto

    ENERGIA

    100%

    Consumi effettuati: - 0%








    EQUIP
    Alcuni attrezzi (cacciaviti vari, chiavi inglesi, ecc), i progetti delle sue tecno-cose, e l'occorrente per scrivere e disegnare, tutto tenuto in un comodo zainetto. O nelle tasche dei pantaloni.
    E poi, ovviamente, i vestiti che ha indosso, maschera, catene e lucchetti compresi (sono oggetti di scena, da cosplayer)

    PASSIVE
    TheVoice -->Da quando è giunto su Endlos una voce ha iniziato a sussurrargli nella mente parole e frasi apparentemente senza senso.
    ATTIVE
    -Slot 1: vuoto
    -Slot 2: vuoto

    NOTE
    Ripensa a quanto accaduto, ascolta, ringrazia e saluta, pronto a separarsi dall'amico.
     
    Top
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22 replies since 16/5/2014, 14:31   251 views
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